Catechisti parrocchiali - Marzo 2024 - Estratto

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Dossier • Ragazzi 12-16 anni Fisica-mente Percorso di preghiera LA PASQUA IN TRE GIORNI Celebrazione penitenziale IL CORAGGIO DI AFFIDARSI Anno 2023-2024 6 MARZO 2024 Anno LX – Poste Italiane s.p.a. – Sped. in abb. post. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) art. 1 comma 1 DCB - ROMA - € 3,00

Con te Maestro

Con te Maestro, come nel cenacolo, siamo riuniti intorno alla tua mensa: il memoriale della santa Pasqua la nostra fede in te rinnoverà.

Tu sei la Via, la Verità e la Vita, Gesù Maestro il Padre a noi riveli: la vita eterna in lui ci donerai e col tuo Spirito ci guiderai nel regno suo.

Con te Risorto, come tuoi discepoli, ci sentiremo ardere di gioia: nell’ascoltare insieme la Parola ti scopriremo vivo in mezzo a noi.

Con te o Cristo, come amici intimi, noi gusteremo i segni del banchetto: per l’Alleanza che ci lega al Padre nel nome tuo siamo figli suoi.

Con te Signore, come tuoi apostoli, riprenderemo i passi del cammino: annunceremo al mondo la speranza dei cieli nuovi che tu apri a noi.

Anna Maria Galliano - Fabio Massimillo CRISTO MAESTRO E SIGNORE

Canti per la liturgia e la preghiera

Paoline, Roma - Cd € 15,00 - Spartito € 14,00

Dieci canti liturgici, dedicati a Gesù Maestro, Via, Verità e Vita, che si ispirano alla bellezza del Volto di Gesù Maestro. Il progetto si conclude con un canto mariano. «Il lavoro degli autori è pregevole sia a livello letterario sia musicale, perché evidenzia, con delicatezza e incisività, la molteplice ricchezza del mistero di Gesù» (cfr. Presentazione di don Marco Frisina).

Gesù spezza il pane, Bernardette Lopez, 2015, Svizzera

IL SILENZIO NON IL VUOTO

Immersi nelle vicende tumultuose della storia, stiamo percorrendo con passi ben cadenzati il cammino di quaranta giorni che ci conduce al cuore non solo dell’an no liturgico, ma di tutta l’esperienza cristiana, ossia il Triduo pasquale nel quale si compie il mistero della passione, morte e risurrezione del Signore. Forse ci chiediamo in che modo poterlo ac cogliere e far germogliare perché fruttifichi il dono della salvezza che scaturisce dalla Pasqua, in un contesto nel quale ci sembra di percepire maggiormente il silenzio di Dio più che la sua voce.

È lo stesso dramma, in fondo, che visse il profeta Elia, il quale sull’Oreb sperimentò la presenza di Dio non nella forza della natura (il vento, il terremoto, il fuoco) ma nella «voce di un silenzio sottile» o – come traduce qualcuno – «svuotato» (cfr. 1Re 19,11-13). In tal modo è possibile comprendere che il silenzio di Dio non ne segnala l’assenza, bensì indica una modalità diversa di farsi presente. Del resto due persone che si amano manifestano il loro volersi bene non soltanto con parole e gesti, ma anche con sguardi silenziosi, come pure ammirando, seduti l’una accanto all’altro, un tramonto, contemplando il panorama dalla vetta di una montagna o, da una spiaggia, l’orizzonte infinito del mare. Così si esprime poeticamente Søren Kierkegaard in un suo poemetto rivolgendosi al Padre celeste: «Tu parli anche quando taci; perché parla anche colui che tace, per provare l’amato».

Questo silenzio eloquente, in quanto carico di amore, è quello di cui potremo fare esperienza il Venerdì santo, adorando la croce di Cristo. Il Messia stesso, infatti, ha sperimentato il silenzio divino in quelle ore drammatiche sul Calvario. Una mutezza peraltro non sterile, ma espressiva di un amore che accoglie, abbraccia e si dona, facendosi solidale con il grido di tanta umanità disperata e inconsolabile. Un silenzio generativo, salvifico, rotto da una voce di rivelazione, quella del centurione: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!» (Mc 15,39).

In un mondo che diventa sempre più sordo, non solo per la congerie di rumori che inquinano le nostre città, ma anche per l’invalsa convinzione che ha la meglio soltanto chi grida più forte, quello del silenzio si rivela un esercizio faticoso ma indispensabile. È essenziale anche per superare un innato pregiudizio che porta a vedere nel silenzio l’equivalente del vuoto, di cui abbiamo orrore e che tendiamo a riempire di tutto, pur di non doverlo attraversare.

Tacere è una pratica alla quale si è sempre meno abituati e poco propensi, in quanto ci mette a nudo, ci pone di fronte a noi stessi, a ciò che siamo, con i nostri pregi e le nostre incongruenze. Tante volte preferiamo non ascoltare ciò che abbiamo dentro, così da non metterci in discussione. Da qui l’esigenza di educarci ed educare a un sano silenzio, a tempi ogni giorno più distesi, magari accompagnati dalla luce della Parola, per saperci porre più in profondità sulla stessa lunghezza d’onda di Dio. Che, infatti, non smette di interpellarci e di parlare al nostro cuore.

Editoriale Mons. Domenico Pompili - Vescovo di Verona Catechisti parrocchiali • marzo 2024 3

Proprietà: Istituto Pia Società Figlie di San Paolo

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Progetto grafico e impaginazione: Clara Esposito

Copertina Catechisti parrocchiali: 1zoom.me

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Foto Dossier: Pressmaster/Shutt.com, p. 5; LightField Studios/Shutt.com, p. 8.

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Finito di stampare il 3 gennaio 2024

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6 Marzo 2024

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CONFRONTIAMOCI EditorialE Il silenzio non il vuoto ................................ 3 Mons. Domenico Pompili Spazio dialogo Parliamone! ............................................... 6 Tonino Lasconi ITINERARI DI VITA E DI FEDE i ragazzi nEl VangElo Il coraggio di rischiare ......................... 8 Emilio Salvatore affàcciati alla Vita con gESù… … Perché sei pronto al rischio! ......... 10 pEr Voi catEchiSti Educare è rischiare ................................. 11 E. Salvatore - B. Corsano cElEbrarE la Vita in famiglia Community comunità in relazione d’amore! ........................... 12 F. Nigro - A. Pede itinErario pEr i gEnitori Rischio per amore .................................. 14 Barbara Corsano itinErario pEr i bambini Siamo con te ............................................. 16 Anna Teresa Borrelli
Seguici e interagiSci
Indice

SUSSIDI LITURGICI

PERCORSO DI MARZO

Un giovinetto coraggioso «si contrappone» alla sequela fallimentare dei discepoli: egli segue Gesù, ma, fermato dalle guardie, fugge… per paura. Marco si rivolge ai discepoli di ieri e di oggi, che, pieni di entusiasmo, nelle prove e nelle difficoltà, sono incapaci di correre rischi per seguire Gesù (I ragazzi nel Vangelo).

I ragazzi di ieri: «Tra il sonno e la veglia, sentivo grida e rumori di spade e bastoni. C’erano le guardie pronte ad arrestarlo, e i discepoli a difenderlo. Il Maestro restava immobile… Mi affascinava il suo sguardo…». I ragazzi di oggi: «Dev’essere stato emozionante incrociare il suo sguardo; l’avrei seguito anche io. A volte sogno di farlo…» (Affàcciati alla vita con Gesù…).

Il catechista è chiamato a testimoniare che seguire Gesù comporta il rischio di non essere capiti o di essere presi in giro, ma dona anche la gioia di vivere… (Per voi catechisti); attività e celebrazione dispongono a rileggere emozioni e sentimenti, per rivedere i propri atteggiamenti, così da manifestare Dio-amore a tutte le persone, anche nei social (Celebrare la vita in famiglia);

l’itinerario per i genitori conduce, con dinamiche, a riflettere sulla qualità e l’intensità della sequela del Signore e se si è pronti a rischiare tutto per lui, come egli fa per noi;

per i bambini orienta, tramite attività, a comprendere il mistero della Settimana santa, per scegliere di seguire il Signore Gesù e testimoniare lui, il Risorto;

per i ragazzi conduce, tramite dinamiche, a condividere la dedizione di Gesù, che rischia la sua vita fino all’estremo per amore, e a entrare nella logica del ragazzo, che segue Gesù «arrestato»;

per i piccoli educa a saper rischiare per stare con «il nostro amico», Gesù, e fidarsi di lui. Si costruisce un gioco con un percorso «rischioso».

Colora il disegno: «Un ragazzo segue “Gesù arrestato”!».

Sussidi: Percorso di preghiera, con segni e gesti, per vivere il «Triduo pasquale». Celebrazione penitenziale ritmata sull’esperienza della donna che tocca il mantello di Gesù.

Gesti e parole della fede presenta il simbolo della luce.

Gli altri contributi focalizzano: l’angelo custode, il racconto nella catechesi, la catechista «scoraggiata»; Vangelo della domenica, con riflessioni, giochi, dinamiche, preghiere; Giubileo 2025: il Padre nostro; dalle diocesi: convegno su catechesi e disabilità.

con noi Su Catechisti parrocchiali • marzo 2024 paoline.it
LE RUBRICHE ONLINE SU itinErario pEr i ragazzi Coraggiosi con Gesù ............................. 18 Isabella Tiveron raccontami gESù Guidati dal suo amore non abbiamo paura .............................. 20 Dino Mazzoli colora il diSEgno Un ragazzo segue «Gesù arrestato»…! ............................... 22 Redazione
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E PASTORALI pErcorSo di prEghiEra La Pasqua in tre giorni 23 E. Salvatore - M.R. Attanasio cElEbrazionE pEnitEnzialE Il coraggio di affidarsi 27 Veronica Bernasconi gESti E parolE dElla fEdE La luce nell’azione liturgica ................ 30 Davide Penello il VangElo dElla domEnica III-V Domenica di Quaresima Domenica delle Palme Pasqua di risurrezione - B .................... 32 P. della Peruta - A.M. Pizzutelli
E ATTIVIAMOCI in cammino con la chiESa La preghiera dei figli: Padre nostro Giubileo 2025 42 Roberto Laurita catEchiSti protagoniSti «Nessuno escluso!» Catechesi e disabilità ............................ 44 Ufficio catechistico diocesano Coroncina al Sacro Cuore di Gesù ..... 46 Giacomo Alberione 5
APPROFONDIAMO

NON ABBIAMO PAURA GUIDATI DAL SUO AMORE

Canto: MA CHE GIOIA (G. e G. Tittarelli, È la musica di festa, Paoline)

OBIETTIVO. Comunicare ai nostri bambini il significato profondo della parola rischio, che non vuol dire mettere in pericolo la propria vita, ma mettersi in gioco, senza paure.

TI RACCONTO UNA STORIA

Cosa comporta rimanere soli? Chiediamolo a Gesù, che è stato abbandonato da tutti nel momento dell’arresto. Pietro lo ha rinnegato, i discepoli sono fuggiti, tutti gli amici… scomparsi. Dove sono tutti coloro che promettevano di rimanere sempre con lui? Dove sono coloro che l’hanno ascoltato nel Tempio e per le strade, e quelli che sono stati guariti? È rimasto da solo il nostro amico Gesù… Persino un ragazzo, che si è trovato lì, coperto solo con un lenzuolo, quando le guardie glielo hanno strappato di dosso, è scappato. Per paura e perché non voleva mischiarsi in questa storia…? Non voleva rischiare, forse, di essere riconosciuto e di essere suo amico.

Mamma. Oggi faremo una cosa bellissima insieme: ci impegneremo a non lasciare Gesù da solo e, soprattutto, a fidarci di lui, anche a rischiare per stare con lui… Non devi aver paura perché la mamma rimarrà sempre vicino a te…

Papà. Certamente ci sono anche io… Desidero che il coraggio sia parte della tua vita; se qualche volta ti capiterà di avere paura, basterà voltarti e ci troverai accanto a te, pronti a sostenerti, aiutarti e anche a consolarti.

Adesso ascoltiamo e guardiamo il video, che racconta di Gesù che è arrestato (cerca su YouTube: L’arresto di Gesù - Bibbia per bambini) e leggiamo il racconto del ragazzo che cerca di seguire Gesù, ma poi fugge: Marco 14,51-52.

INSIEME CON MAMMA E PAPÀ

È bene educare i vostri bambini al «rischio sano». Non si chiede di mettere in pericolo la propria vita: il rischio non è quello, ma si invitano i bambini a mettersi in gioco, a coinvolgersi in maniera attiva, ad essere protagonisti e non spettatori. Diamo fiducia e apprezziamo le parole che condividono, le cose che fanno, le loro proposte, per aiutarli a crescere con la consapevolezza di essere amati e di poter amare.

PreghiAMO

Gesù, tu che sai cosa significa rimanere soli, dammi, ogni giorno, la tua amicizia perché io la doni ai miei parenti e amici. Donami il coraggio di non spaventarmi nelle situazioni difficili, di non fuggire davanti al bene da compiere e di saper rischiare nella certezza che non sono solo.

Questa preghiera, recitata assieme ai bambini e arricchita da richieste spontanee, li aiuta a capire il grande valore del rimanere insieme con Gesù e gli altri, e del condividere.

Canto: PRENDIMI PER MANO (Gabriella Locuratolo, Caro Gesù, Paoline)

RaccontAMI Gesù Dino Mazzoli Catechisti parrocchiali • marzo 2024 20

SperimentiAMO

In questa fase della vita i bambini hanno, come certezza e riferimento assoluto, il papà e la mamma. • Un gioco, che si può proporre per aiutarli ad affrontare «un rischio», è il seguente: prendere una scatola delle scarpe, fare un foro nel coperchio, non più grande della mano del nostro bambino, mettere in essa oggetti di vario genere; fra questi un piccolo premio, che il bambino dovrà trovare cercando con le mani, senza guardare. Gli diamo tre possibilità: naturalmente c’è il rischio che non lo trovi; lì entra in gioco la bontà di mamma e papà.

FACCIAMO ARTE ASSIEME A GESÙ Sei pronto a rischiare?

Si tratta di un gioco semplice in cui si deve far arrivare la pallina, spinta con le dita, nella porticina del traguardo, nel minor tempo possibile… Il percorso è reso più difficile dalla presenza dei mostriciattoli, che non si dovrebbero far cadere; il rischio è altissimo!

Didascalia. Ingrandisci e fotocopia il disegno, scontorna la strada con il traguardo, ritaglia i mostriciattoli e sistemali sul percorso. Poi invita il bambino a spingere la pallina senza far cadere i mostriciattoli. Può provarci finché ci riesce. Potete entrare in gara anche con gli altri membri della famiglia, per vedere chi ottiene prima il migliore risultato.

Per la realizzazione: GUARDA IL VIDEO sul canale YouTube Paoline: tutorial «GUIDATI DAL SUO AMORE, NON ABBIAMO PAURA - RaccontAMI Gesù», playlist Catechisti parrocchiali.

ONLINE
DISPONIBILE
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UN RAGAZZO SEGUE «GESÙ ARRESTATO»…!

Si consegna a ogni ragazza/o la fotocopia ingrandita del disegno «Un ragazzo segue “Gesù arrestato”…!», da colorare, ispirandosi all’illustrazione del poster. Ognuna/o riporta sul proprio disegno la frase del Vangelo (Mc 14,51-52) o del commento (pp. 8-9), che sente più significativa. Poi la condivide in gruppo, comunicando il motivo della sua scelta.

• Scrive, quindi, una preghiera a Gesù, che, arrestato, «condivide le sorti di tutte le persone incomprese, oppresse e oggetto di violenze», per sostenerle con il suo amore e anche per redimere i loro oppressori. Prega per tutti coloro che vivono situazioni di rifiuto, di persecuzione, di bullismo, di violenza e di guerra.

A ogni invocazione rispondiamo: Gesù, donaci il tuo amore, il tuo perdono e la tua pace!

COMPLETA IL POSTER. Un ragazzo scrive sul frontone della 6a finestra del Poster la citazione: Mc 14,51-52 e la parola che li ha colpiti di più.

L’ALLEGATO
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Colora il disegno Redazione

Sussidi liturgici e pastorali Emilio Salvatore - M. Rosaria Attanasio

LA PASQUA IN TRE GIORNI

Percorso di preghiera

Si propone un percorso di preghiera per vivere bene nell’arco di tre giorni ed è scandito da una serie di celebrazioni: re al tramonto del Giovedì santo; passione, morte e sepoltura nerdì e Sabato santo; Veglia pasquale la sera del Sabato santo. Le tre celebrazioni liturgiche sono come le foglioline di un uni co trifoglio, per cui è importante partecipare a questi tre momenti, per essere introdotti in quel movimento di vita nuova che la Pasqua innesta in noi e nella storia.

1° giorno • GIOVEDÌ SANTO IL PORTALE DELLA PASQUA

La celebrazione del Giovedì santo è come un grandioso portale di ingresso nei tre giorni santi. Ultimo giorno della Quaresima, alla sera con l’Eucaristia «nella Cena del Signore», ci introduce nel sacro Triduo pasquale.

Canto: L’ULTIMA CENA CON I SUOI (F. Buttazzo, in: Aa.vv., Pasqua con Gesù, Paoline)

Dal Vangelo secondo Marco (14,17-26)

Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti» (14,22-24).

Commento. In prossimità della sua morte Gesù, nella luce vespertina della sera, prepara una Cena di addio. L’evangelista Marco, che raccoglie forse la tradizione più antica (14,17-25), mostra la regia del Maestro, che predispone ogni particolare (il luogo, la sala…). Poi nel cuore del pasto Gesù prende il pane, lo spezza, rende grazie e rivolge un invito: «Prendete!». Le parole «Questo è il mio corpo» vogliono dire: «Sono io». «Per molti» (Mc 14,24) proviene da Is 53,12. Il gesto di Gesù espri-

DISPONIBILE ONLINE DA MARZO Catechisti parrocchiali • marzo 2024 23
Ultima Cena, Icona russa

me la comunione con lui, «il mangiare di lui», condividere con lui (cfr. 1Cor 10,16). Gesù porge il calice, segno di comunione, come un’anticipazione: «Questo è il mio sangue» indica che il suo sangue «è lui offerto». La specificazione «dell’alleanza» richiama Es 24,8, ove è indicato il sangue con cui Mosè aspergeva il popolo in segno di accordo. I Dodici, destinatari del dono, rappresentano Israele; essi, redenti da Gesù che muore in croce, sono invitati a raccontarlo ad altri. In loro eravamo già presenti noi, chiamati ad accogliere l’Amore che si consegna, Gesù nostro amico, per essere segno di fraternità.

Celebrare il Giovedì santo significa condividere con Gesù la triplice comunione: quella infranta da Giuda, quella preparata da Gesù nel rito, quella che si compirà nella vita eterna, che annunciamo quando celebriamo la santa Messa.

Segno. I catechisti portano all’incontro un pane da spezzare e condividere, per indicare il desiderio di condividere gli oggetti, che si hanno, e i propri talenti con gli altri.

Preghiera

G. O Gesù, Pane vivo, nostro nutrimento; la comunione con te ci rende «un solo pane» e ci trasforma in «un solo corpo».

T. Accogliendo il tuo invito a «mangiare la Pasqua» con te, aiutaci a offrire la nostra vita fino al dono totale di noi stessi.

G. O Gesù, Servo obbediente, insegnaci a comprendere il segreto della tua vita: tu non sei venuto per farti servire, ma per servire e dare la tua vita in riscatto per molti.

T. Fa’ che viviamo la stessa intimità tra te e i tuoi discepoli nell’ultima Cena, perché anche noi impariamo a servire gli altri (San Paolo VI).

2° giorno • VENERDÌ - SABATO SANTO

BUIO DELLA MORTE E SEPOLTURA DI GESÙ

Il secondo giorno fa memoria, nel Venerdì santo, della passione di Gesù e celebra il suo amore, che si dona sino alla fine, fino alla sepoltura, che si prolunga nel Sabato di silenzio.

Canto: SEI TU, SIGNORE, LA NOSTRA VITA (F. Buttazzo - A.M. Galliano, Da chi andremo Signore?, Paoline)

Dal libro del profeta Isaia (53,2-12)

Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima… Egli è stato trafitto per le nostre colpe… Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti (Is 53,3.5).

Commento. Alle tre del pomeriggio si compie l’ultimo atto della vita terrena di Gesù. Egli muore nelle tenebre, scese nel pomeriggio del 14 del mese di Nisan dell’anno 30. Il racconto della passione ci mostra Gesù al centro di una serie di azioni: dapprima è attivo (Mc 14,6-62): si comporta da profeta; dà direttive; è provato; si consegna; risponde al sommo sacerdote. Poi assume un atteggiamento passivo (14,65-15,37): è insultato, ma tace; è flagellato e deriso, reca la croce ed è crocifisso; muore pregando. Nella sua morte, orrenda ai nostri occhi, si attua l’antica profezia del

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Crocifissione,

«Servo del Signore», condotto come un agnello al macello (cfr. Is 53,2-12). Di fronte a tanta violenza dei soldati, dei nemici di Gesù, restiamo muti, a contemplare, avvolti da tante domande: perché, Signore, tanta sofferenza, la tua e quella di bambini e adulti, di popoli e nazioni, di uomini e donne? La morte è un dramma e la tua le riassume tutte. Anche la Chiesa resta in silenzio… Il Sabato santo ci pone sulla soglia del sepolcro, in cui Giuseppe di Arimatea seppellisce Gesù; lì sostiamo nella contemplazione e nell’attesa che il Padre parli, di fronte al silenzio del dolore.

Segno. I catechisti consegnano ai ragazzi in cartoncino, su cui scrivono il loro amore a Gesù e un impegno da realizzare per esprimere tale amore.

Preghiera

Parlaci, o Padre, c’è troppo dolore nel mondo!

Facci udire la tua voce che ci incoraggia, ci sostiene, ci rassicura che il male non è l’ultima parola sulla storia delle persone, del creato e del mondo.

Parla, Gesù, per noi al Padre; c’è troppo silenzio sulle violenze e sulle ingiu stizie che spopolano sulla terra. Aiutaci ad ascoltare il grido dei poveri e dei deboli, a stare dalla loro parte e a non unirci al coro di accusa e condanna. Parla, o Spirito di Dio, e soffia nel cuore di ognuno di noi il desiderio della vita nuova, che ci fa passare dalla morte alla risurrezione, dalla tristezza alla gioia.

3° giorno • DOMENICA DI PASQUA

L’ALBA DELLA VITA NUOVA

La Veglia Pasquale del Sabato notte conclude il Triduo pasquale. Madre di tutte le veglie, in essa la Chiesa celebra non solo la Pasqua di Gesù Cristo, ma anche dei cristiani. Inizia con la celebrazione della luce, che sgorga dal fuoco nuovo, per simboleggiare Gesù Cristo, Luce del mondo, che dissipa le tenebre e illumina i presenti.

Canto: È FESTA È RISORTO GESÙ (F. Buttazzo, in Aa.vv, Pasqua con Gesù)

Dal Vangelo secondo Marco (16,1-8)

Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungere Gesù… Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra… Egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui…» (Mc 16,1.5-6)

Daniel Bonnell, 2000, Georgia (USA)
Catechisti parrocchiali • marzo 2024 25
Risurrezione, Salvatore Fiume, 1983, Chiesa dell’Annunziata, Comiso (RG)

Fisica-mente

inserto da staccare MARZO 2024 DOSSIER Anno 2023-2024
#cambia-menti

Fisica-mente.

La scoperta del preadolescente/adolescente della propria sessualità e del bisogno di essere amato e di amare esige una risposta chiara da parte della catechesi: è bene evidenziare che Dio, rivelato da Gesù, è garante della gioia di vivere e di amare (Io - Tu - Noi). Una delle imprese più difficili dell’educatore è aiutare i ragazzi ad accettarsi, accompagnandoli nel «mestiere di vivere», in una fase di continua trasformazione. Tre canzoni sono illuminanti per integrare i cambiamenti e le emozioni emergenti (Musica e fede). Nel film Luca le trasformazioni del corpo dei protagonisti sono la versione accelerata dei mutamenti a cui è soggetto il preadolescente, fonte di orgoglio e di sfida fisica, ma anche di imbarazzo. Luca, che impara a camminare sulle gambe, rappresenta la maturazione del futuro uomo (Ciak si gira). Occorre rispetto per il proprio corpo e per quello degli altri, senza piegarsi ai modelli proposti dai media, che fanno sentire dei falliti (A tu per tu con…). Non basta crescere a livello fisico; da Gesù apprendiamo che bisogna maturare in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli altri, alla luce della parola di Dio, già presente nel proprio cuore (Bibbia nella vita). È quanto emerge dal dipinto sulla trasfigurazione di Gesù (Bibbia nell’arte), e dalla testimonianza di Ernesto Olivero che fonda il Servizio Missionario Giovani e la Fraternità della Speranza, per il servizio dei poveri e la formazione dei giovani (Testimone). Tu ti concedi il tempo per armonizzare il corpo con l’anima e scoprire l’altro come ricchezza? Verificati con il Test. Nella Celebrazione l’incontro con Gesù risorto, che ha un corpo ferito, ma vivo per sempre, ci spinge a valorizzare il nostro corpo, dono di Dio per compiere il bene.

In ascolto dei ragazzi (12-16 anni) e attenti ai valori e disvalori della società attuale, che li segnano, si propone un itinerario di gruppo che, alla luce del Vangelo, li orienti verso una crescita integrale, a livello di corporeità, pensieri-mentalità, affetti e relazioni. L’utilizzo dei diversi linguaggi, che li coinvolge da protagonisti, rende il percorso fruibile nella catechesi, nei ritiri, nei campiscuola e a scuola.

TEMA: #cambia-menti

1. Online-Onlife 2. Ballo-sballo 3. Dentro-fuori 4. Attiva-mente 5. Con-tatto 6. Fisica-mente 7. Coraggiosa-mente 8. Grazie-prego
… LUCA STRAMBI A tu per tu con… Barbara Corsano 3 CORPO E IDENTITÀ RELAZIONALE Io - Tu - Noi Franca Feliziani Kannheiser 4 PER DIVENTARE “GRANDI” Bibbia nella vita Tonino Lasconi 6 #ÈTEMPODICAMBIAMENTI! Musica e fede Matteo Zambuto 8 L’ESPERIENZA TRASFIGURANTE DELLA PREGHIERA Bibbia nell’arte Manuela Pitterà 10 LUCA, PESCE FUOR D’ACQUA Ciack, si gira Alberto Anile ...................................................... 12 DA BRUCO A FARFALLA Test Maria Teresa Panico .................................... 14 SONO PROPRIO IO! Celebrazione Francesca Langella 15 “L’IMPRENDITORE DEL BENE” ERNESTO OLIVERO Testimone Fernanda Di Monte ....................................... 16 Ragazzi & Dintorni | Catechisti Parrocchiali • marzo 2024
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… LUCA STRAMBI

A tu per tu con…

Ciao Luca, come psicoterapeuta, lavori con gli adolescenti; per loro accettare i cambiamenti del corpo può essere una sfida ardua: perché è così difficile? Quale consiglio daresti loro per aiutarli a stare bene con se stessi e il proprio corpo e per scoprirlo come «dono» da custodire e amare?

R. Mi chiamo Luca Strambi e, con questo cognome, solo lo psicologo potevo fare. Sono psicoterapeuta da circa 25 anni. Ho provato a fare il giocatore di tennis e ho lavorato, poi, per anni come allenatore e direttore sportivo, prima di dedicarmi quasi esclusivamente alla psicoterapia. Dico «quasi» perché, tuttora, vedo atleti al mio studio. Per me atleta è chiunque si ponga obiettivi, in qualsiasi campo: artistico, letterario, scientifico, lavorativo, relazionale, ecc.

L’adolescenza presenta cambiamenti corporei cui non si è preparati: la voce cambia, il corpo può appesantirsi anche molto. Ricordo un mio coetaneo, un tennista molto forte e simpatico, che intorno ai 15 anni è cresciuto tantissimo in altezza. Non riusciva più a coordinarsi e, spesso, andava fuori tempo nel servizio. Poi, dopo un anno di lavoro, è riuscito a integrare questa crescita e la sua prestazione è diventata molto potente.

In relazione alla corporeità ogni disagio ha la sua storia, appartiene alla singola persona e merita il nostro e l’altrui rispetto. Non condivido le generalizzazioni tipo «questa è l’adolescenza», perché tali affermazioni non considerano l’unicità della persona. Dalle generalizzazioni, che ci giungono dai media, occorre difendersi. Per es., se l’attaccante di una squadra di calcio non segna per tre gior-

nate, si dice che è in crisi. Ciò lascia intendere che segnare sia facile, quasi obbligatorio. L’effetto su di noi è pericoloso, perché ci impedisce di vedere quanto lavoro è richiesto per arrivare a una partita, quanto vale quel lavoro. Di più, quanta dignità c’è nell’impegno quotidiano.

L’altro aspetto è l’esaltazione dei vincitori. Penso alla strofa finale di una canzone di Daniele Silvestri: «Il terzo merita rispetto e io lo stimo, ma salutatemi il secondo perché conta solo il primo». Questo è un approccio violento a cui siamo esposti quotidianamente. Tendiamo a piegare il nostro corpo ai modelli che ci presentano: ragazzi muscolosi dalle linee perfette, ragazze bellissime con corpi da invidiare. Il messaggio violento, che passa, è che se non siamo come loro siamo falliti. Ulteriori complicazioni vengono dalle comunicazioni online. I bulli non sono un’invenzione di questi tempi, c’erano già all’epoca mia, ma con una grande differenza: il bullo faceva una questione d’onore mettere in cattiva luce gli altri, ci teneva che si sapesse della sua superiorità e avrebbe considerato disonorevole farsi aiutare da qualcuno. Oggi i ragazzi sono esposti a qualcosa di vigliacco, da cui non è facile difendersi. La soluzione, tuttavia, non è nel costringere il corpo, piegandolo alla nostra volontà, ma centrandoci sui nostri obiettivi/sogni, anche attraverso un ascolto paziente delle difficoltà che avvertiamo.

barbara.corsano@gmail.com
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CORPO E IDENTITÀ RELAZIONALE

Io - Tu - Noi

Franca Feliziani Kannheiser felizianikannheiser@hotmail.com

UN CORPO CHE CAMBIA

Veder cambiare, giorno dopo giorno, il proprio corpo, sentirsi e vedersi diversi, è una delle esperienze più affascinanti, ma anche più inquietanti in cui l’adolescente si trova coinvolto. Noi adulti possiamo non ricordare e sottovalutare, quindi, il terremoto di emozioni che i cambiamenti fisici comportano, ma per il ragazzo o la ragazza, che si guarda allo specchio e si vede «troppo» o «troppo poco» (troppo alto o troppo basso, troppo magro o troppo grasso), il corpo può essere percepito come estraneo o, addirittura, nemico, non adeguato alle richieste dell’ambiente e perciò motivo di isolamento e di derisione. Il nuovo corpo, inoltre, è mosso da pulsioni sconosciute e sconvolgenti per la loro intensità. La psicoanalista Marta Badoni scrive: «Il paradosso del corpo consiste nel fatto che esso è quello che ci fa unici, ma nello stesso tempo, esso è largamente debitore del corpo e dello sguardo dell’altro, delle cure ricevute, delle esperienze fatte, delle eredità» (Corpo, Seminario presso Centro Milanese di Psicoanalisi, marzo 2014).

È luogo di realizzazione, dunque, della nostra identità relazionale e, in quanto tale, richiede il rispetto delle sue fasi di sviluppo perché non si generi uno scollamento tra il corpo, le emozioni e l’attività intellettuale. I corpi dei bambini e degli adolescenti, con i loro bisogni specifici e con le loro diverse modalità di espressione, pretendono l’attenzione degli educatori in famiglia, a scuola, in parrocchia. Anche nella catechesi si parla troppo spesso alle teste dei ragazzi, dimenticando che, quando le esigenze del corpo sono trascurate, si creano scissioni difficilmente recuperabili tra ciò che si sa e ciò che si vive.

MATURAZIONE FISICA E BIOLOGICA

Tale maturazione richiede al preadolescente e all’adolescente un grande impegno nella gestione della sua identità sessuale. Riconoscersi maschio o femmina, accettarsi in questa specificità di genere, stabilire rapporti significativi con l’altro sesso non sono cose di poco conto e, spesso, assorbono a tal punto le sue energie da fargli trascurare altri ambiti d’impegno, come ad esempio lo studio, ecc.

«Il mio problema è che non ho ancora un ragazzo come tutte le mie amiche. Spesso mi guardo allo specchio e mi dico: nessuno ti vorrà mai!» (Stefania 15 anni). «Prima avevo in testa solo il motorino e la squadra di calcio, adesso penso sempre a lei, soprattutto quando ascolto la musica. Sento che mi capisce» (Daniele 15 anni).

La scoperta della propria sessualità e del crescente bisogno di essere amati e di amare, come esseri sessuati, esige una risposta chiara da parte della catechesi: è bene evidenziare se

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Dio, rivelato da Gesù Cristo, è garante della gioia di vivere e di amare, o è un Dio che, come alcuni ge nitori, mortifica e punisce la virilità/femminilità del soggetto. Ancora oggi una certa educazione religio sa induce a estraniarsi dal proprio corpo e a considerare il piacere come peccato.

L’educazione religiosa dovrebbe coltivare e promuovere la capacità di amare dell’adolescente, piuttosto che presentarla come fonte di pericolo e di allontanamento da Dio. Ingenerare dubbi sul valore della sessualità è inquinare la stessa fonte della virilità e della femminilità e, quindi, della propria identità personale. Il preadolescente e, così, l’adolescente ha bisogno di essere guidato ad apprez zare e a gestire la sua sessualità e a rico noscerla come uno dei luoghi previlegiati dell’incontro con Dio che, nella Bibbia, assume le sembianze dello sposo per esprimere quale rapporto lo leghi all’umanità. Anche il bisogno di emancipazione e di autonomia diventa pa rola di rivelazione di Dio, che chiama il gio vane alla libertà e alla piena realizzazione di sé, che non ha paura degli inevitabili errori di percorso, ma che misura pazientemente il pro prio passo su quello del ragazzo.

Il coraggio di proporsi e di definirsi come un individuo in grado di pensare e di scegliere autonomamente dovrebbe trovare nella fede fondamento e giustificazione. Il gusto della ricerca, dell’impegno e dell’azione creativa sono da sperimentare come doni dello Spirito, che vuole il dispiegamento della personalità del giovane e non il suo rattrappimento.

GRUPPI GIOVANILI

Il progressivo sganciamento dalla famiglia e la ricerca di coetanei, con cui ridefinire la propria identità personale e sociale, rende particolarmente significativa l’offerta, da parte della comunità cristiana, di occasioni, spazi e tempi per la costituzione di gruppi giovanili. In essi l’adulto, catechista o animatore, avrà il compito di sollecitare la comunicazione e il confronto fra i pari, e di stimolare un impegno sociale che vada oltre i confini del gruppo, per evitare sterili e interminabili parlarsi-addosso

Al tempo stesso sarà necessario, per coerenza alla loro identità di gruppi ecclesiali, che in essi ogni ragazzo possa trovare momenti di confronto e di approfondimento sulla parola di Dio e una vera e propria introduzione alla meditazione e alla preghiera; da qui scaturirà l’azione caritativa.

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DA BRUCO A FARFALLA

Test

Un giorno ti senti bruco, l’altro una meravigliosa farfalla? La voglia di provare emozioni nuove, sensazioni sconosciute prende il sopravvento sulla logica e sulla razionalità? Sia il corpo sia la mente stanno cambiando? Quanto sei dentro l’adolescenza?

Il vetro è:

a. trasparente.

b. fragile.

c. colorato.

Ti senti più:

I tuoi genitori:

a. ti sembrano alieni…

b. sono aperti al dialogo.

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c. ti vogliono bene.

Il punto interrogativo (?) significa:

a. Po (Kung Fu Panda).

b. il cappellaio matto.

c. l’uomo invisibile.

Dio è:

a. lontano.

Il tuo sguardo è:

a. puntato a terra.

b. diritto davanti a te.

c. sognante, fra le nuvole.

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a. dubbio e incertezza.

b. curiosità.

c. bisogno di risposte.

7 Gli amici veri sono:

b. con te, comunque.

c. mistero da scoprire.

da punti 9 a 14:

LA PAZIENZA DEI GRANDI

Vuoi apparire disinvolto, sicuro di te, fuori dalle regole, ma questa apparenza non è la verità. Non dai a te stesso il tempo necessario per armonizzare il corpo con l’anima. L’impegno della crescita è da finalizzare a capire se stessi, a conoscere i propri pregi e difetti per diventare davvero persone mature.

a. pochi ma buoni.

Cuore:

a. rosso.

b. che batte forte.

c. che ama.

8

b. quanti ti conoscono davvero.

c. sempre dalla tua parte.

da punti 15 a 21: CHI SEI? COSA VUOI?

Non è sempre facile capire chi sei e cosa vuoi. È difficile accettarsi ed essere accettati.

Si cresce in un gioco continuo di momenti in cui ti senti alle stelle e altri in cui sei a terra. Non bisogna pretendere da se stessi più di quanto si può fare, per non sentirsi falliti; è meglio lavorare step by step, sull’armonia tra corpo e spirito.

Il cellulare:

a. ti fa sentire meno solo.

9

b. ti porta il mondo in camera.

c. toglie tempo e ti distrae.

da punti 22 a 27:

NUOVE PROSPETTIVE NUOVE POSSIBILITÀ

Per la tua crescita cerchi di scoprire l’altro come ricchezza e non come ostacolo, aprendoti alla bellezza del dare e ricevere. Al contempo guardi la strada davanti a te, senza paura, affrontando le situazioni con responsabilità e attenzione all’altro, superando le delusioni, la voglia di rinunciare e di chiuderti in te stesso.

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Gesù risorto appare agli apostoli nel cenacolo, Pittore fiorentino, XIV sec., Tempera su tavola cm 38 x 43, Musei Civici, Pavia

SONO PROPRIO IO!

Si prepara l’angolo della preghiera: Bibbia aperta e lampada accesa. Ci si dispone in cerchio e al centro si pone un cesto con il pane.

Canto: LODE A TE O CRISTO (F. Buttazzo, in: Aa.vv., Parola di Dio, Paoline) cerca su YouTube.

Preghiera. Vieni, Santo Spirito, dono di Gesù risorto a tutti noi. Guidaci su strade nuove di vita. Donaci l’entusiasmo e la gioia di chi ama Dio senza paura. Fa’ che ci sentiamo unici e preziosi agli occhi gli uni degli altri. Tienici vicini per essere testimoni di gioia. Amen. Catechista. Gesù è morto e risorto per noi! Ha vinto la morte ed è sempre con noi: è l’annuncio di gioia che risuona nel tempo di Pasqua. In questa preghiera, desideriamo incontrare Gesù risorto, che si presenta con un corpo ferito dai chiodi, ma vivo per sempre. Anche noi siamo un corpo, che ci è stato donato da Dio perché sia impiegato per il bene. Oggi rendiamoci attenti a come ci rapportiamo con il nostro corpo e con quello degli altri: in ognuno di noi abita lo Spirito di Dio.

IN ASCOLTO DELLA PAROLA:

Lc 24,36-43

Catechista. Gesù risorto si rende presente in mezzo ai suoi discepoli ed essi pensano che sia un fantasma. Gesù non appare come spirito, ma Vivente con tutta la sua umanità, con tutta la sua corporeità. Il corpo di Gesù, ferito e segnato dalla crocifissione, è vivo. Le mani, che hanno curato, guarito, abbracciato, aiutato, lavorato, sono risorte; i piedi, che hanno tanto camminato, sono risorti. Gesù è presente e vivo anche in mezzo a noi con tutto se stesso. Desidera realizzare la comunio-

ne con noi, condividere il suo Pane con noi, suoi amici, nutrirci di lui.

1 Ragazzo. Le mie mani stringono e non offrono libertà, sono chiuse a pugno stretto. Apri, Signore, le mie mani perché possano accogliere e condividere.

2 Ragazzo. I miei piedi sono fermi o sono di inciampo per gli altri. Rendi, Signore, i miei piedi agili e pronti a raggiungere chi ha bisogno di te e della tua cura.

3 Ragazzo. Signore, mi hai dato un corpo… Allora ho detto: «Ecco, io vengo, per fare la tua vo lontà» di pace e di fraternità.

Gesto. Il catechista spezza il pane, distribuendone un pezzetto ciascuno, in segno di condivisione e di comunione con Gesù, con i fratelli e le sorelle.

Preghiera. Signore Gesù, apri i miei occhi per guardare con amore coloro che incontro ogni giorno: i miei occhi assomiglino ai tuoi occhi! Apri i miei orecchi agli appelli dei fratelli e delle sorelle: li sappiano ascoltare come tu li ascoltavi. Apri le mie mani per accogliere e donare: le mie mani assomiglino alle tue mani. Apri il mio cuore a coloro che fatico ad amare: il mio cuore assomigli al tuo cuore! Insegnami a svelare il mio volto agli altri e ad accogliere nel mio cuore le loro preoccupazioni. E fa’ che mi apra alla tua luce e alla grande gioia della tua risurrezione. (cfr. Andrè Prevost)

Canto: È TEMPO DI GRAZIA (F. Baggio, in: Aa.vv., Tempo di grazia, Paoline) cerca su YouTube.

DISPONIBILE ONLINE DA MARZO Ragazzi & Dintorni | Catechisti Parrocchiali • marzo 2024
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Celebrazione Francesca Langella fransua80@libero.it

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