Ragazzi & Dintorni n. 2 - novembre 2017 - Paoline

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D O S S I E R

U n P a d r e c’ è

Dove sei?

Inserto da e staccar

Anno 2017-2018

Ragazzi &

Dintorni

” 2017

Novembre

2


Ragazzi & dintorni

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Gesù ci ha insegnato a pregare: «Padre nostro, che sei nei cieli…», ma non è scontato per i ragazzi cogliere la presenza di Dio e, poi, «in quali cieli»? Il percorso può iniziare, interrogandosi su: «Dove sei, Dio?», cui segue il «Laboratorio: I cieli di Dio» (Focus). La domanda vera da porsi non è: «Dov’è Dio?», piuttosto: «Dov’è l’uomo?». Persone che rischiano la vita per gli altri ci presentano il volto bello di Dio e dell’essere umano (Attualità). Ma Dio in quali cieli è: lassù o quaggiù? Egli è nei «cieli» dai quali vede tutti ed è vicino a tutti, come Padre amorevole (Bibbia nella vita). Se i cieli esprimono più uno stato di essere che un luogo, per realizzare un percorso educativo, chiediamoci: «Cosa significa cielo per me? Chi è il cielo per me?», così da scoprire le nostre emozioni, legate ai significati che diamo agli eventi (EducAzione). In tale prospettiva si pone il film che racconta di un giovane che, nonostante sia molto amato dai genitori adottivi, ricerca la madre biologica (Ciak si gira). Con le canzoni scopriamo il volto di Dio, rivelato da Gesù, nei suoi gesti e nelle sue parole; un Dio che ci è sempre accanto (Musica e fede). L’arte ci riporta a Dio Padre, «seminatore di stelle», che crea con grazia e delicatezza (Dio Padre nell’arte). In questa società dell’«identità diffusa» cerchiamo «la nostra identità» e «l’identità di Dio», tramite due dinamiche (Generazioni digitali, in CP, pp. 32-33). Papa Francesco ci mostra Dio presente e agente nella nostra storia (Testimone). E tu senti Dio Padre presente nella tua vita? (Test). Con la Celebrazione entriamo in comunione con il Padre, illuminati da Gesù.

SOMMARIO

«Terra chiama cielo» - Barbara Corsano

Focus

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EducAzione Musica e fede Ciak, si gira

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Testimoni

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Le due madri di «Lion» - Alberto Anile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . »

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Dai cieli fino al cuore - Maria Teresa Panico

Celebrazione

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Ma «i cieli» non sono lontani? - Mariangela Tassielli »

Dio Padre nell’arte Il Dio che semina stelle - Fausto Negri Test

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È una questione di amore - Fausto Negri «Chi» è il cielo per me? - Luigi Russo

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Bibbia nella vita Che sei nei cieli. «Lassù» per «quaggiù» T. Lasconi

Attualità

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Dio Padre, dove abiti? - Gennaro Pagano

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Papa Francesco - Biancarosa Magliano . . . . . . . . . . . . . . . . . »

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RAGAZZI & DINTORNI - In una società «senza padre», dove ai ragazzi (12-16 anni) mancano punti di riferimento, è fondamentale proporre il «Padre nostro», perché scoprano la propria identità di figli e la relazione con Dio. Si parte dalle loro interpellanze su Dio e sulla relazione genitoriale. A condurci è Gesù, «volto di amore e di misericordia del Padre». L’utilizzo di tutti i linguaggi rende l’itinerario coinvolgente e fruibile nella catechesi, in campiscuola, ritiri e a scuola.

Tema: Un Padre c’è Ma ci sei? - Dove sei? - Apro spazi a te - Io ci sto Pane per tutti - Al rancore, dico no - Stammi vicino - Difendimi!

Catechisti parrocchiali / Ragazzi & Dintorni, novembre 2017


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EducAzione

Luigi Russo - luigirusso@gmail.com

«CHI» È IL CIELO PER ME? Consapevoli che le nostre emozioni e i nostri comportamenti raccontano l’immagine che abbiamo della paternità in generale, e della paternità di Dio nello specifico, la riflessione si sposta sul «dove» i ragazzi percepiscono la presenza di tale «Paternità». «I cieli», percepiti come distanza irraggiungibile, come altro dalla «terra», in cui si svolgono le vicende umane, sollecitano emozioni di «estraneità» (fuori, etimologicamente). E un Dio, percepito come estraneo, non si coniuga molto bene con emozioni di coinvolgimento, di intimità, di condivisione, di paternità appunto. E se «i cieli» rispondessero di più alla domanda «Chi sei», che non a quella «Dove sei»? Proviamo… «Sei il mio cielo», «voglia il cielo», «mi sento al settimo cielo»: descrivono più «stati di essere» che «luoghi». Prendersi cura, dal punto di vista educativo, del «dove sei» diventa, allora, un’ulteriore riflessione sul «chi sei pe me».

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caratteristiche attribuite dai ragazzi al «cielo» o ai «cieli»: cielo per me vuol dire… Collegare le caratteristiche attribuite al cielo a persone conosciute: chi rappresenta per te il cielo? Non sarà difficile sollecitare nei ragazzi questi significati: Cielo è chi si prende cura di me. Cielo è colui a cui penso per primo, quando sono in difficoltà. Cielo è chi sento capace di proteggermi, di tutelarmi, di abbracciarmi. Cielo è colui dal quale mi sento capito, anche quando lui non è d’accordo con me. Cielo è chi sento talmente buono, da sentirmi pronto a dire: «Sì, ho sbagliato!». Cielo è chi sento pronto ad accogliermi in ogni situazione. Cielo è chi sento che ha occhi per me, orecchi per me, braccia per me. Cielo è…

Il passo successivo potrebbe essere quello di far corrispondere a ciascun significato (anche ai negativi) uno stato emozionale, corrispondente. Come mi fa sentire pensare a una persona che, per me, rappresenta il cielo, come protettiva, tutelante, accogliente? Infine riflettere su che cosa quell’emozione mi spinge a fare: ad accogliere, a prendermi cura, a rendere bello, a essere io stesso cielo per qualcun altro?

«I cieli» potrebbero diventare il modo per dire: «Padre nostro che sei il mio cielo», che sei l’immenso, che sei l’infinito, che sei oltre tutti i confini. Come i cieli da noi percepiti, appunto. Ma questo rappresenta l’atto finale di un percorso di consapevolezza sul chi è per me l’immenso, l’infinito, l’oltre. Quali i passi per stimolare una riflessione su questo tema? • Promuovere nel gruppo un braistorming sulle

UN PERCORSO EDUCATIVO

Il percorso educativo proposto mira alla consapevolezza che il nostro agire è mosso da emozioni che raccontano molto dei significati che attribuiamo a ciò che ci accade. Movimenti di allontanamento e di rifiuto raccontano di emozioni di paura, di rabbia, che, a loro volta, dicono di «un vissuto» dell’altro come di estraneo, lontano. Aiutare a recuperare pezzi di «cielo», in relazione all’altro, può sollecitare emozioni e atteggiamenti che sono più vicini al racconto di «un Uomo» che, con la sua vita, ci ha detto che in tutti, proprio tutti, c’è un pezzo di cielo…

Catechisti parrocchiali / Ragazzi & Dintorni, novembre 2017

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Musica e fede

«D

MA «I CIELI» NON SONO LONTANI?

io, dove sei?». È forse una delle domande più espresse sulla terra. La fanno i bambini quando iniziano a sentir parlare di Dio e la fanno i più grandi davanti alle calamità, al dolore innocente, alle tante forme di sofferenza. La preghiera del Padre nostro ci fa guardare i cieli, ce li fa pensare come la casa in cui Dio abita. E così, quasi spontaneamente, quando noi e i nostri ragazzi pensiamo a Dio, alziamo gli occhi in alto, verso il cielo…, sperando che proprio in quel momento Dio possa fare capolino. Ma le cose stanno veramente così? Gesù guardava in cielo quando pregava? Saliva sul monte solo perché così sarebbe stato più vicino al cielo? Dio sta davvero oltre nuvole? Beh, se riducessimo il tutto a questo, potremmo rischiare di non saper rispondere se qualcuno dei nostri ragazzi, appassionato di astronomia, dovesse chiederci se e in quale galassia abita, se preferisce un sistema cosmico a un altro. Possono sembrare strane e buffe annotazioni, ma non lo sono. E come avrete già dedotto dagli altri contributi, «cieli» per un ebreo non indica solo un determinato «spazio». Aver pensato Dio sempre e solo in quello spazio non toccabile, anche se ormai raggiungibile e superabile, seppur attraverso astronavi, ci ha convinti a pensarlo lontano… troppo lontano dalle nostre lacrime e dai nostri sorrisi. Così, quella domanda: «Dove sei?» ha più la forma di un’esclamazione: «Sei troppo lontano da noi!». Come avvicinare, allora, le convinzioni dei nostri ragazzi a un Dio che si è già decisamente avvicinato a noi in Gesù? Come abbiamo evidenziato nella prima tappa, pro-

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Mariangela Tassielli - m.tassielli@paoline.it

Catechisti parrocchiali / Ragazzi & Dintorni, novembre 2017

prio accostandoci a uno spaccato della vita di Gesù, potremo scoprire come Dio Padre si situa nei confronti di ognuno di noi, come risponde, oggi, anche alle nostre domande: «Dove sei?».

In questa seconda tappa valorizzeremo altri tre canti, tratti, come i precedenti, dall’album Il Messia, di Daniele Ricci (Paoline 2017): Messias, Signore della vita, Lazzaro. UNO SGUARDO AL MESSIA Per tentare di capire come ragioni Dio, dobbiamo dare uno sguardo a uno dei momenti più significativi della vita di Gesù. In lui molti riconosco-

Spettacolo: Opera rock «Il Messia», Paoline

no l’atteso Messia, il Re d’Israele. E lo era. Ma i suoi modi di esistere e morire (addirittura morire…, nessuno se lo sarebbe mai aspettato dal Messia!) depistano, confondono.

Proponete ai ragazzi il canto Messias. Prima collocatelo: il canto è cantato da Satana e da demoni. Questi si rivolgono a coloro che stanno guardando la passione di Gesù, e allo stesso Gesù: lo scherniscono, fanno crollare ogni certezza. Cosa significa re, gloria, salvezza, se chi guarda non vede altro che un fallito? Cosa è rimasto di tutte le promesse e dei gesti di guarigione?


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