D O S S I E R
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U n P a d r e c’ è
Stammi “ vicino Inserto da e staccar
Anno 2017-2018
Ragazzi &
Dintorni
” 2018
Aprile
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Ragazzi & dintorni
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«Non ci abbandonare alla tentazione»: è la traduzione da preferire, nel pregare il Padre nostro, anche sollecitati da papa Francesco. Ma i ragazzi cosa intendono per tentazione? Da cosa si sentono tentati e perché? Il laboratorio li aiuta a interrogarsi (Focus). La nostra società è «tentatrice», perché interessata all’avere, piacere, potere (Attualità). Un giovane di 26 anni ha saputo reagire alla società corrotta in Congo, pagando con la vita, per non nuocere alla salute della gente (Testimone). E nel film un papà si oppone alla società consumistica, vivendo con i figli nella foresta, senza mezzi di comunicazione. È un padre che guida e lascia liberi. Ma qual è la sfida dell’essere genitore? (Ciak si gira). In effetti, quando la relazione con i ragazzi diventa problematica, spesso i genitori rischiano di mollare. Devono, invece, garantire la presenza ed educarli a scegliere (EducAzione). La capacità di scelta è importante anche nel web, per cui si invita a stilare una «dieta mediale», personale e familiare (Generazioni digitali, CP pp. 3637). Nelle nostre scelte non è Dio a tentarci: lui è un Padre buono, pronto ad aiutarci e a farci rialzare. Egli ci dà la forza per superare le tentazioni, e farci crescere in libertà e responsabilità (Bibbia nella vita). Anche Gesù sperimenta il Padre presente nel deserto, luogo di tentazioni e di lotta, ma soprattutto di discernimento e di scelta (Musica e fede). Il dipinto rappresenta le tre tentazioni di Gesù che non si lascia ingannare da satana, ma pone Dio al primo posto (Dio Padre nell’arte). «Con il Test verifica la tua capacità di affidarti a Dio. Con la Celebrazione chiedi a Dio Padre e a Gesù di «starti vicino» e guidarti al bene».
SOMMARIO
Help: tentazioni in agguato! - Barbara Corsano . . . . pag. Libertà e responsabilità - Tonino Lasconi . . . . . . . . . . . . . . » Una società «tentatrice» - Fausto Negri . . . . . . . . . . . . . . . . » La tentazione di noi educatori di abbandonare - Luigi Russo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » Musica e fede Non abbandonarci! - Mariangela Tassielli . . . . . . . . . . . . . . » Ciak, si gira Un padre fuori dagli schemi - Alberto Anile . . . . . . . . . . . » Dio Padre nell’arte Le tentazioni di Gesù - Fausto Negri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » Test Prendimi per mano - Maria Teresa Panico . . . . . . . . . . . . . » Celebrazione Stammi vicino! - Maria Grazia Rasia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » Testimoni Floribert Bwana Chui - Biancarosa Magliano . . . . . . . . . . » Focus Bibbia nella vita Attualità EducAzione
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RAGAZZI & DINTORNI - In una società «senza padre», dove ai ragazzi (12-16 anni) mancano punti di riferimento, è fondamentale proporre il «Padre nostro», perché scoprano la propria identità di figli e la relazione con Dio. Si parte dalle loro interpellanze su Dio e sulla relazione genitoriale. A condurci è Gesù, «volto di amore e di misericordia del Padre». L’utilizzo di tutti i linguaggi rende l’itinerario coinvolgente e fruibile nella catechesi, in campiscuola, ritiri e a scuola.
Tema: Un Padre c’è Ma ci sei? - Dove sei? - Apro spazi a te - Io ci sto Pane per tutti - Al rancore, dico no - Stammi vicino - Difendimi!
Catechisti parrocchiali / Ragazzi & Dintorni, aprile 2018
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Luigi Russo - aluigirusso@gmail.com
EducAzione
LA TENTAZIONE DI NOI EDUCATORI DI ABBANDONARE maschera una tentazione di noi, adulti educatori, questa richiesta del Padre nostro: quella di mollare quando le situazioni diventano difficili, quando siamo in relazione problematica con un ragazzo che ci mette in discussione, che ci provoca, che non risponde a quelle che sono le nostre aspettative. È un richiamo alla nostra responsabilità, alla chiamata di adultità, che comporta il sostenere, l’affiancare, la promozione della crescita.
S
Cambiamo prospettiva: mettiamoci dalla parte del ragazzo. «Sono in una fase di crescita. Sperimento il mio modo di stare al mondo e di rapportarmi con gli altri, con i miei pari, gli adulti, Dio. La ricerca del mio personale modo di stare al mondo implica che io sbagli, compia errori di valutazione, scelga modalità che, in qualche modo, non fanno stare bene me; me con gli altri; me con te, adulto educatore. Tutte le leggi che parlano di me come “minore” sottolineano proprio che io sono una “persona in formazione” e, come tale, è tuo dovere di adulto, guidarmi, sostenermi, nutrirmi, e aiutarmi a trovare i giusti significati da dare a me stesso, ai miei amici, a te, a Dio. Ecco perché vorrei che tu non mi abbandonassi quando sbaglio. Che tu continuassi a starmi accanto, disponibile, a farmi capire dove, in che cosa, ho sbagliato. Lasciarmi vorrebbe dire che tu non credi più nella mia possibilità di cambiare, di crescere».
L’EDUCATORE PRESENTE Come garantire la nostra presenza? Come assicurarla? E con quale fine? 1. Ricordare a noi stessi che ogni momento problematico è, per noi, occasione di incontrare il
ragazzo, di porci dinnanzi a lui come «perturbatori strategicamente orientati» (Piero Bertolini), di fargli sperimentare l’alternativa di una relazione non giudicante o semplicemente «punitiva», ma in grado di sollecitare l’accesso ai propri significati.
2. Nell’incontro con il ragazzo, in un momento problematico, mettiamolo nelle condizioni di individuare quali sono stati i significati che lo hanno condotto ad agire in un modo o in un altro: Che cosa hai pensato di te, degli altri, di Dio? 3. Promuoviamo un accesso alle emozioni, motore del nostro fare e del nostro non fare: Come ti sei sentito? Come il tuo corpo parlava? 4. Stimoliamo consapevolezza sulle conseguenze che ha avuto il suo agire su di lui, sugli altri. 5. Troviamo insieme alternative perché lui possa raccontare le stesse cose, proteggendo e custodendo se stesso e gli altri. Il fine ultimo è mettere il ragazzo nelle condizioni di scegliere. Ma, per scegliere, c’è bisogno di almeno due opzioni. Una è quella che potrebbe sperimentare assieme a noi. Settanta volte sette. All’infinito. Perché, se Dio lo fa con noi, è un invito perché noi lo facciamo con i più piccoli. Catechisti parrocchiali / Ragazzi & Dintorni, aprile 2018
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Musica e fede
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Mariangela Tassielli - m.tassielli@paoline.it
NON ABBANDONARCI!
l passaggio del Padre nostro a cui è dedicata questa tappa, è indubbiamente problematico, anche a causa della differente traduzione tra il testo biblico e quello liturgico. Certamente più che pensare a un Dio che «ci induce nella tentazione», dovremmo tutti imparare a pregare: Padre, non abbandonarci nella tentazione, nelle situazioni difficili, nei deserti, nella solitudine… Pur nella con-
Spettacolo: Opera rock «Il Messia», Paoline
sapevolezza che la vicinanza di Dio non ci toglie la sofferenza, non è il parafulmine dalle tentazioni o dalle cadute. La sua presenza ci rende più forti, più capaci di scegliere il bene di fronte a un bivio. Lui non si sostituisce a noi, mai, ma ci rende capaci di essere pienamente e meravigliosamente più umani in tutto ciò che viviamo. Per aiutare i ragazzi a diventare più consapevoli di questa particolare presenza di Dio nella vita e nella storia del mondo, vi propongo di usare per questa tappa il canto Tentazioni, tratto sempre dall’album che ci sta accompagnando quest’anno: Il Messia. Il canto vi porterà nel vivo dell’esperienza drammatica, vissuta da Gesù nel deserto, espe-
NEL DESERTO
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Catechisti parrocchiali / Ragazzi & Dintorni, aprile 2018
rienza di tentazione, ma soprattutto esperienza di discernimento e di scelta. Ascoltando il canto e il relativo brano evangelico i ragazzi potrebbero creare un collegamento tra lo Spirito che spinge Gesù nel deserto e il Padre che induce in tentazione... Come se il deserto fosse per eccellenza il luogo biblico e umano della tentazione. Vi suggerisco una precisazione. Per l’uomo biblico, e quindi anche per Gesù, il deserto non è luogo solo di morte. In ebraico «deserto» si dice midbar e «Parola» dabar. È il luogo in cui la Parola parla. Israele non è condotto nel deserto per morire, ma perché faccia una rinnovata esperienza di Dio e viva. Attraverso le parole del profeta Osea Dio propone al popolo-sposa di andare con lui nel deserto perché, finalmente lontano dai frastuoni, lui possa parlare al suo cuore, amarlo, rinnovare la sua fedeltà. Così è per Gesù. Nel deserto prega, incontra il Padre. Il brano Tentazioni ci farà entrare bene in questa dinamica. Precisiamo ai ragazzi che nel deserto Gesù sosta 40 giorni. Solo la fine di quei giorni sarà il momento delle tentazioni. Ciò che c’è prima è tempo di Dio. È il momento di una full immersion nel canto Tentazioni. La musicalità del brano, gli effetti sonori, le parole, possono innescare davvero una bella esperienza di ascolto. A entrare in dialogo sono satana e Gesù. Le provocazioni dell’uno e le risposte dell’altro possono fornirvi interessanti input per provocare nei ragazzi una ricerca interiore, risposte, prese di posizione. Dopo il primo ascolto date ai ragazzi il testo e chiedete di individuare, durante il secondo ascol-
TENTAZIONI