D O S S I E R
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U n P a d r e c’ è
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Difendimi!
Inserto da e staccar
Anno 2017-2018
Ragazzi &
Dintorni
” 2018
Maggio
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Ragazzi & dintorni
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L’ultima richiesta, «… ma liberaci dal male», dà la chiave per comprendere appieno il Padre nostro. Essa si riferisce a ogni tipo di male e anche al Maligno. È importante avere questa consapevolezza per identificare chi ci insidia, le sue seduzioni e inganni e, quindi, da chi dobbiamo difenderci (Bibbia nella vita). Il film ci mostra la seduzione e l’inganno di coloro che, sotto le apparenze di una vita allettante e felice, nascondono intenzioni macabre e distruttive (Ciak si gira). Il vero male è l’individualismo, l’indifferenza e la mancanza di amore, spesso amplificati, oggi, dall’immersione eccessiva nel mondo digitale (Attualità). La proposta di alcuni laboratori stimola a un uso responsabile degli schermi digitali (Generazioni digitali, CP, pp. 34-35). Ma è possibile vincere il male? Le canzoni ci proiettano in Gesù, nella sua passione, morte e risurrezione: Gesù risorto è vittorioso sul male e sulla morte (Musica e fede). In questa linea si pone anche il dipinto dove è rappresentato Gesù crocifisso, che emerge dall’albero della vita, per avvolgere nella redenzione e nell’armonia le persone e tutta la creazione (Dio Padre nell’arte). Un itinerario educativo efficace deve orientare i ragazzi a esplorare i significati che essi attribuiscono al bene e al male, favorendo l’accesso alle emozioni, perché allarghino il loro orizzonte emotivo e giungano a fare scelte consapevoli (EducAzione). La proposta del percorso finale sul Padre nostro aiuta, tramite attività e dinamiche, a mettere a fuoco il volto di Dio, a fare memoria e a interiorizzare il cammino vissuto. La celebrazione ci conduce, per Gesù, nell’abbraccio del Padre, come suoi figli amati.
SOMMARIO
Attualità Bibbia nella vita Ciak, si gira Musica e fede
Il vero male è la mancanza d’amore - F. Negri
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Educare a dare significati al bene e al male Luigi Russo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . »
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La battaglia contro il male - Tonino Lasconi . . . . . . . . . . »
Non aprite quella porta! - Alberto Anile
Ma il male vincerà? - Mariangela Tassielli
Dio Padre nell’arte L’albero della vita - Fausto Negri EducAzione Percorso finale Celebrazione
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Identikit del Padre - Barbara Corsano
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Liberami e difendimi! - Maria Grazia Rasia
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RAGAZZI & DINTORNI - In una società «senza padre», dove ai ragazzi (12-16 anni) mancano punti di riferimento, è fondamentale proporre il «Padre nostro», perché scoprano la propria identità di figli e la relazione con Dio. Si parte dalle loro interpellanze su Dio e sulla relazione genitoriale. A condurci è Gesù, «volto di amore e di misericordia del Padre». L’utilizzo di tutti i linguaggi rende l’itinerario coinvolgente e fruibile nella catechesi, in campiscuola, ritiri e a scuola.
Tema: Un Padre c’è Ma ci sei? - Dove sei? - Apro spazi a te - Io ci sto Pane per tutti - Al rancore, dico no! - Stammi vicino - Difendimi!
Catechisti parrocchiali / Ragazzi & Dintorni, maggio 2018
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Bibbia nella vita
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LA BATTAGLIA CONTRO IL MALE
er comprendere una frase è necessario ascoltare l’ultima parola. Per capire un film bisogna vedere l’ultima inquadratura. Così è per la preghiera di Gesù: non la si comprende appieno senza l’ultima richiesta: «… ma liberaci dal male». Comprensione non scontata perché, anche a causa di una traduzione non precisa, i cristiani non sono stati stimolati ad approfondire da quale male si chiede di essere liberati. Quello morale? Quello fisico? Quello del mondo? Quello personale? Nella richiesta sicuramente è compreso ogni tipo di male («Liberaci, Signore da tutti i mali», prega, infatti, il sacerdote nella Messa, continuando il Padre nostro), ma il messaggio e la portata spirituale della preghiera di Gesù cambiano molto se quel «male» in realtà è «il Maligno», l’angelo ribelle che si mette di traverso per ostacolare e, se possibile, impedire l’obbedienza al Padre. Anche se si continua ancora a dire: «ma liberaci dal male» (l’ultima traduzione della Bibbia dei vescovi italiani ha deciso così), si deve intendere: «ma liberaci dal Maligno», come pregava Gesù nell’Ultima Cena: «Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno» (Gv 17,15). Questa consapevolezza è molto importante, perché identifica chi ci insidia, da chi chiediamo di essere liberati, e contro chi dobbiamo combattere, rendendo più evidente la necessità della richiesta dell’aiuto al Padre. La nostra lotta, infatti, è contro «il diavolo, che come leone ruggente va in giro cercando chi divorare» (1Pt 5,8), un avversario potente e sfuggente, che non attacca soltanto in maniera frontale e scoperta, ma si mimetizza in pensieri, parole e ope-
LIBERACI DAL «MALIGNO»
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Tonino Lasconi - toninolasconi@gmail.com
Catechisti parrocchiali / Ragazzi & Dintorni, maggio 2018
Bernadette Lopez, Gesù in preghiera
re, apparentemente innocenti, quando non addirittura positivi, sempre comunque seducenti. Questo è il motivo per cui san Paolo ci esorta a considerarci sempre in battaglia: «Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo» (Ef 6,11-13). Le azioni e le seduzioni dalle quali invochiamo di essere liberati sono quelle che Gesù ci mette sulla bocca con la sua preghiera: il rifiuto di Dio come Padre; l’affermazione del nostro io, invece di fare spazio a Dio; la nostra volontà al posto della
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EducAzione
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EDUCARE A DARE SIGNIFICATI AL BENE E AL MALE
on ce lo dicono così chiaramente i ragazzi e le ragazze che ci circondano. Tanti loro comportamenti esprimono timore, paura, la richiesta di essere difesi, di essere liberati dalle loro paure. Sono interrogativi che pongono a noi adulti: sei ancora in grado di difendermi dal male? La riflessione spetta a noi: che cosa vuol dire per me, educatore, liberare dal male? Il rischio è che diamo sfogo al nostro interventismo educativo, finalizzato a togliere il ragazzo dalle situazioni problematiche, dalle emozioni negative, pensando di favorire la loro crescita. Quando, da adulti, dovranno fare i conti con «il male» che si presenterà in molteplici forme, come reagiranno? Come lo gestiranno? Che scelte faranno?
IL PERCORSO EDUCATIVO, che si propone, è un co-
pione utile per mantenere la relazione ragazzocatechista in «una zona educativa», ovvero in una zona di esplorazione e messa in discussione di alcuni significati che i ragazzi attribuiscono al bene e al male. 1. Esploriamo i significati che i ragazzi attribuiscono al «male». Partiamo da un dizionario, capiamo la definizione che ne dà per esplorare, poi, i dizionari personali di ciascuno: male è… 2. Attraverso un brainstorming cerchiamo di arrivare a definire le caratteristiche di «un male» rispetto a «un bene». L’educatore, strategicamente orientato, conduce la riflessione su «un bene» che garantisce il benessere personale, relazionale e con le cose del mondo.
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Luigi Russo - aluigirusso@gmail.com
Catechisti parrocchiali / Ragazzi & Dintorni, maggio 2018
Gli esempi da cui partire sono quelli quotidiani: faccio lo sgambetto a un compagno di gioco, per fare goal: benessere personale assicurato. E quello relazionale? Butto una carta per strada: benessere personale assicurato e quello relazionale? E quello con il mondo? 3. Favorire l’accesso alle emozioni, a breve e a lungo termine, che derivano da scelte di un certo tipo rispetto ad altre: il goal fatto mi provoca piacere immediato, soddisfazione. Ma la sofferenza del compagno che ho fatto cadere? E quella di chi vedrà un posto deturpato dalla mia scarsa cura dell’ambiente? Occorre allargare l’orizzonte emotivo per favorire un’attesa di gioia che i ragazzi tollerano sempre meno. Non mancheranno all’educatore attento eventi di cronaca da cui partire per stimolare la riflessione sul bene e sul male e sui significati ad essi attribuiti. L’intervento sul comportamento, l’educare in termini di dare regole e farle rispettare non può prescindere da un lavoro sui significati. Favorire la consapevolezza dei significati attribuiti e delle emozioni che si provano vuol dire aiutare il ragazzo a compiere delle scelte. Potranno continuare a fare lo sgambetto e a buttare le carte. Lo faranno, però, consapevoli che c’è un’alternativa, sia di significato sia di comportamento. Offrire un’alternativa rimane l’obiettivo educativo più importante. Non è in nostro potere liberare dal male, ma da una ignoranza di ciò che è male e da un atteggiamento che si abbandona, passivamente e senza capire, al male: questo sì, possiamo farlo.
CONSAPEVOLI DI UN’ALTERNATIVA