LIBROTECA PAOLINE 241
Anselm Grün
IL POTERE Una forza seducente
Titolo originale dell’opera: Macht. Eine verführerische Kraft © Vier-Türme GmbH, Verlag, 2020 - Münsterschwarzach Traduzione dal tedesco di Dario Rivarossa
PAOLINE Editoriale Libri © FIGLIE DI SAN PAOLO, 2021 Via Francesco Albani, 21 - 20149 Milano www.paoline.it • www.paolinestore.it edlibri.mi@paoline.it Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (MI)
INTRODUZIONE
La Chiesa è entrata in crisi profonda per aver coperto crimini di abuso sessuale in un numero così elevato di casi e così a vasto raggio. Tante le cause di questi abusi, ma quasi certamente quella fondamentale risiede nell’abuso di potere. Questo a sua volta è stato possibile perché finora, all’interno della Chiesa, non è mai stata sviluppata una teologia del potere o una teologia della sessualità. Entrambi i temi sono stati nascosti sotto il tappeto; ed essendo stati trascurati a livello di riflessione, si sono trasformati in un problema per la Chiesa. Ciò che non emerge sul piano conscio finisce nell’inconscio, e di lì comincia ad agire in modo distruttivo contro le persone. Come ha più volte sottolineato il noto psicanalista e terapeuta svizzero Carl Gustav Jung, il rimosso si annida nelle tenebre. Per Jung è l’ombra l’ambiente dell’inconscio, là dove si deposita tutto ciò che non si vuole affrontare a livello consapevole. L’ombra è il regno del rimosso all’interno dell’anima umana. Tuttavia questa rimozione psicologica non rimuove affatto le passioni e i bisogni radicali della persona. Anzi, questi spesso mostreranno i propri effetti proiettandosi esternamente sugli altri o sfogandosi in pulsioni inconsce. È così per esempio che l’aggressività repressa si trasforma in aggressione passiva, interpretando cioè 5
come aggressivo qualunque atteggiamento gli altri abbiano nei nostri confronti. Oppure la si proietta sugli altri, per esempio accusandoli di quell’aggressività che ci rifiutiamo di vedere in noi stessi. Accusiamo gli altri di essere aggressivi, ma in effetti quelli aggressivi siamo noi. Nella Chiesa e nel suo ambito si dà però una terza variante: l’aggressività viene esercitata sotto il manto dell’amore fraterno. Quando per esempio un parroco, in un momento di conflitto all’interno del proprio Consiglio pastorale, afferma: « Tra cristiani non dobbiamo litigare, dobbiamo amarci gli uni gli altri », di fatto sta imponendo la propria autorità ai componenti del Consiglio. Addossa loro il senso di colpa per il solo fatto che la pensano diversamente da lui. Non solo nella Chiesa, comunque, quella del potere è una questione cruciale. In questo periodo stiamo sperimentando, da una parte, una decadenza dell’autorità politica tradizionale e, dall’altra, l’emergere di un’autorità di tipo populista. Assistiamo a casi di abuso di potere anche sul piano economico, come nello « scandalo emissioni » relativo ad alcune case automobilistiche. Ma questo genere di abusi si possono verificare anche nei rapporti interpersonali. Quando non viene fatta apertamente una questione di potere, questa dinamica agisce comunque sottotraccia nelle relazioni sociali, tra partner, tra amici, nella coppia. È per questo motivo che ho deciso di scrivere un libro sull’argomento. Mi rendo ben conto di non essere in grado di affrontarlo in maniera esaustiva; mi limiterò ad approfondire quegli aspetti che mi sembrano più importanti. 6
Scopo del libro è aiutare le persone investite di autorità a esercitarla per il bene degli altri. Perciò – dato che ciascuno di noi possiede una qualche forma di autorità – invito tutti i lettori e le lettrici a riflettere su quel potere che hanno e sull’uso che ne fanno.
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LA POTENZA DI DIO
In tutte le religioni la divinità viene identificata con una potenza cosmica, se non addirittura con l’Onnipotente. Al concetto di Dio è quindi sempre associata una qualche forma di potere. Una rapida occhiata alla Bibbia e alla storia delle religioni renderà più chiara questa connessione tra divinità e potere. Nella storia delle religioni La storia delle religioni mostra come la percezione di presenze dotate di potere rappresenti un fenomeno atavico: « Tra gli oggetti che vengono percepiti come dotati di un qualche potere troviamo rocce, metalli, alberi, montagne, l’acqua e il fuoco » 1. Tale esperienza è spesso accompagnata dalla sensazione di avere a che fare con qualcosa di misterioso, qualcosa di incomprensibile e inafferrabile. La potenza evoca stupore e allo stesso tempo sacro timore, se non – come avviene piuttosto spesso – vera e propria paura. Come la paura del potere del tuono e del fulmine. 1 R. Hauser, Macht, in Handbuch theologischer Grundbegriffe, Kösel-Verlag, München 1963, p. 99.
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Tramite la magia, il feticcio viene usato come convogliatore di potenza. Per esempio si afferra un bastone nella convinzione che sia pieno di energie divine, per cui sarà in grado di stornare il pericolo di una tempesta o di un fulmine lontano da sé o dal villaggio. Un modo per gestire i rapporti con queste potenze, ieri come oggi, consiste spesso nel tabù, vale a dire una specie di avvertimento di fronte a un potere concentrato. È una forma di autodifesa che si esercita in silenzio, senza nominarla. Sono tabù per esempio il re, la vita sessuale, alcuni periodi dell’anno. Il numinoso è pericoloso; su chi viola il tabù incombe una minaccia2.
Agli albori della storia umana, e quindi della storia della religione, il potere degli oggetti veniva spesso confusamente associato alla potenza di qualche spirito superiore o di un antenato, di una madre originaria. Di solito, comunque, ci si concentrava sul singolo oggetto senza mettere ben in chiaro da dove derivasse il suo potere. Solo con l’avvento di forme di culto connotate in senso matriarcale o patriarcale questa percezione di una potenza è stata riferita a una dea o un dio. In questa nuova ottica, ogni forma di potere umano, a partire da quello regale, è stata associata direttamente a una determinata divinità, maschile o femminile. Una potenza divina che inoltre si manifesta in dati fenomeni naturali, in determinati luoghi (i cosiddetti centri di energia) o persone. Con la filosofia stoica, elaborata a partire dal 300 a.C. circa, si abbandonò questo approccio a favore di « una 2
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Ibid., p. 100.
divinità che coincide con una misteriosa potenza cosmica a fondamento dell’essere di ogni fenomeno » 3. Lo stoicismo non pensa più quindi a qualche dio dotato di personalità singola, quanto piuttosto alla potenza di un principio cosmico identificato con la divinità. Ancora con le parole del sociologo Robert Hauser: Anche questa concezione astratta, non personale, rende comunque testimonianza al mistero della potenza; mistero che l’essere umano percepisce presente nel cosmo, e a cui si può accostare solo con un atteggiamento di sacro timore 4.
Le antiche prospettive religiose restano in vigore fino al giorno d’oggi. Sono in tanti ad attribuire una qualche forma di influsso a oggetti di vario tipo: medaglioni, amuleti, pietre particolari o altri simboli. I cristiani le bollano spesso come superstizioni, anche se – perlomeno nella Chiesa cattolica – continuano a rivestire un ruolo importante le reliquie e altri oggetti simbolici. Evidentemente, anche oggi si continua a provare il desiderio profondo di una potenza in grado di proteggerci, un potere cosmico a cui affidarci. Nella Bibbia e nel dogma Nell’Antico Testamento, Dio è il Potente. I Salmi cantano spesso la sua potenza: « Àlzati, Signore, in tutta la tua forza » (Sal 21,14). Nel Salmo 24 Dio viene de3 4
Ibid., p. 101. Ibid., p. 102.
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scritto come « il Signore forte e valoroso 5, il Signore valoroso in battaglia » (v. 8). Si loda il Signore in quanto, « di fronte alla tua tremenda potenza, i nemici si devono piegare » (Sal 66,3)6. Questa potenza divina si manifesta soprattutto nell’esodo del popolo di Israele attraverso il Mar Rosso: con mano potente, Dio ha liberato il suo popolo dalla potenza del faraone. E sempre con grande forza Dio opera nella storia umana, ma la si vede anche in azione negli eventi naturali. Se ne accorgerà soprattutto Giobbe quando metterà in dubbio la rettitudine di Dio. Dopo avergli mostrato le meraviglie della natura, il Signore dice a Giobbe: « Il censore vuole ancora contendere con l’Onnipotente? L’accusatore di Dio risponda! » (Gb 40,2). Anche il Nuovo Testamento qualifica e loda Dio come onnipotente. Nel Magnificat Maria canta: « Ha spiegato la potenza del suo braccio » (Lc 1,51). I mi racoli fanno stupire « di fronte alla grandezza di Dio » (Lc 9,43), e con la sua risurrezione il Cristo ci rivela che Dio « risusciterà anche noi con la sua potenza » (1Cor 6,14). La Lettera ai Colossesi (1,11) rincuora i credenti affermando che sono stati « resi forti di ogni fortezza secondo la potenza della sua gloria ». Nell’ultimo libro del Nuovo Testamento, l’Apocalisse ossia « rivelazione », il « Signore e Dio nostro » viene esaltato in quanto « degno di ricevere la gloria, l’onore e la potenza » (Ap 4,11). La tradizione biblica e l’antica tradizione cristiana hanno quattro concetti per esprimere l’idea di potere/po 5 Il tedesco ha mächtig, che indica la potenza fisica più che il coraggio interiore (ndt). 6 Così il testo tedesco. La versione Cei 2008 è abbastanza diversa: « Per la grandezza della tua potenza ti lusingano i tuoi nemici » (ndt).
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tenza/autorità: auctoritas e potestas in latino, dynamis ed enérgheia in greco. Interessante che in un dizionario di antichità e cristianità, il Reallexikon für Antike und Christentum (RAC), non compaia la singola voce tedesca Macht, « potere », ma si rimandi alle quattro sopra elencate. Sono tutti termini che già si usavano prima dell’era cristiana; Bibbia e Padri della Chiesa li riutilizzano in rapporto a Dio e ai fedeli. La parola latina auctoritas deriva da augere, « accrescere »: una persona dotata di autorità è una persona in grado di dare più forza a qualcun altro. L’auctoritas è « la capacità di trasmettere una forza interiore di particolare efficacia »7. Chi possiede autorità è chi ha la facoltà di « esercitare un influsso determinante sulle decisioni altrui, in virtù di un discernimento superiore » 8. Insomma, chi possiede l’auctoritas non deve necessariamente avere una qualche forma esteriore di potere: agisce in virtù della propria potenza interiore. È questa forma di auctoritas che, nella Bibbia, viene attribuita a Dio e alla sua Parola. A sua volta, la Bibbia riceve da Dio un’autorevolezza e una potenza in grado di accrescere la vita in noi. Quanto al concetto latino di potestas – da cui « potestà » legale –, indica la possibilità di disporre liberamente di qualcosa. L’autentica potestas spetta quindi solo a Dio; il quale però l’ha conferita all’essere umano al di sopra del creato (cfr. Gen 1,28). Tale potestà va comunque esercitata in modo positivo, ossia per il bene, e non per lo sfruttamento indiscriminato delle realtà create. 7 Reallexikon für Antike und Christentum (RAC), vol. 1, Anton Hiersemann Verlag, Stuttgart 1950, p. 902. 8 Ibid., p. 903.
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Esaminando le Sacre Scritture si vede come gli israe liti, per quanto grande possa essere la potestà umana, in ultima analisi ricorrono sempre a quella assoluta, divina. Non è l’uomo a possedere il potere definitivo né ad avere l’ultima parola: è Dio. Quando Gesù annuncia il regno di Dio e l’autorità del Padre celeste, per questo solo fatto sottopone a critica il potere illimitato dei signori terreni, a cominciare dal modo in cui incarnava il potere l’imperatore romano. Quando però poi la Chiesa stessa ha cominciato ad attribuire ai propri leader le idee romane di leadership, allora, per indicare il proprio potere, non ha più usato il termine potestas ma « diaconia », servizio. Ieri come oggi, la Chiesa interpreta la propria funzione come servizio alle persone, non come una potestà su di loro. Tuttavia nel corso dei secoli ha adottato per sé, sempre di più, le insegne del potere tipiche dell’Impero romano; cosa che ha portato spesso, anche all’interno della Chiesa, ad abusi di potere con il dare una sovradetermi nazione sacra al concetto latino di potestas. Si faceva derivare la propria autorità direttamente da Dio, e si af fermava di esercitarla a nome suo9. E quando, con Costantino, il cristianesimo divenne religione di Stato, « i vertici della Chiesa godettero di una promozione sociale che superava i limiti delle comunità dei fedeli, fino ad assumere dimensioni politiche » 10. Nella carica di vescovo aumentarono progressivamente i tratti relativi al potere terreno. Nel Medioevo questa tendenza arrivò fino alla creazione dei « prìncipi vescovi », non solo 9
Per qualche esempio vedi RAC, vol. 14, p. 920. Ibid., p. 929.
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guide spirituali della propria diocesi, ma signori di un intero territorio. Il terzo vocabolo è quello greco di dynamis, che indica tanto la forza fisica quanto il potere di un’autorità, relativamente a una persona o a Dio, o anche a diversi generi di oggetti. Un concetto che ha avuto un ruolo importante nella filosofia greca, dove si descriveva la divinità come una dynamis, una forza che si riversava sul mondo e lo permeava. Tra gli evangelisti è soprattutto Luca a fare ricorso a questo termine tipicamente greco, ponendolo in riferimento a Gesù. Così negli Atti degli Apostoli (il cui autore, con ogni verosimiglianza, è appunto Luca), Pietro si rivolge ai suoi ascoltatori « pagani », cioè non ebrei e quindi di cultura ellenistica: Dio consacrò in Spirito Santo e potenza (dynamis) Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui (At 10,38).
Gesù dona agli apostoli « la forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi » (At 1,8). È questa forza scesa dal cielo a qualificare un apostolo in vista della sua missione di annuncio e di guarigione dei malati 11. Nel suo utilizzo del termine dynamis Luca si rifà alla filosofia di Platone, il quale aveva collegato il concetto di forza a quello di ragione. Secondo Platone va definita buona soltanto quella forza che si esercita a ragione. Scopo della forza è edificare e conservare l’ordine politico. Ma, sempre secondo il filosofo, alla forza si associa sempre la libertà. 11
Per citazioni vedi RAC, vol. 4, p. 435.
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Il quarto vocabolo antico relativo al potere è enérgheia, che indica « efficacia, attività, oltre che energia »12. Nella Lettera agli Efesini, Paolo descrive questa enérgheia come dono di Dio all’umanità, al punto di affermare: (...) Vangelo, del quale io sono divenuto ministro secondo il dono della grazia di Dio, che mi è stata concessa secondo l’efficacia della sua potenza (katá ten enérgheian tes dynámeos, Ef 3,7).
L’efficacia, l’energia di cui Dio ci rende partecipi è sempre qualcosa di ricevuto, è sempre dono della sua grazia. Perciò, quando parliamo di potere o potenza o autorità, sarà utile valutare con attenzione a quale degli aspetti della questione ci stiamo riferendo. I diversi concetti che si usavano nell’antichità, come nella Bibbia, dimostrano che di mezzo non c’è sempre lo stesso tipo di « potere ». Tutto dipende se si ha a che fare con un potere, una potestà esterna, oppure un’autorevolezza che non ha bisogno di forza materiale e che si fa valere solo in virtù del proprio esserci, della propria capacità di discernimento. Nella cultura classica tutti e quattro i concetti esaminati potevano essere riferiti tanto alla divinità quanto all’umanità. È Dio l’unico realmente Signore, l’unico Potente. Tuttavia anche l’essere umano partecipa della potenza divina. La teologia biblica ha fin dall’inizio definito Dio « onnipotente ». L’onnipotente creatore di ogni cosa, dell’intero universo. In quella sua potenza è compreso 12
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RAC, vol. 5, p. 4.
tutto. Secondo san Tommaso d’Aquino, la potenza di Dio si radica nella libertà con cui agisce. Diversa la definizione che ne dà sant’Agostino: Dio « viene detto onnipotente per nessun altro motivo che perché può sempre fare ciò che vuole fare » 13. Proprio questa onnipotenza, nei secoli più recenti, è stata sempre più spesso rimessa in questione. A far insorgere il dubbio è stata la domanda, di fronte a guerre sempre più spaventose: « Com’è possibile che Dio onnipotente permetta sofferenze del genere? Non è abbastanza potente da impedirlo? ». Di fronte a questa domanda fondamentale è nata la « teodicea », lo sforzo per difendere l’operato di Dio. Tema che è stato affrontato in innumerevoli trattati e meditazioni; ma sta di fatto che, in ultima analisi, non sia stata trovata una risposta soddisfacente. La potenza e autorità di Gesù: exousía, dynamis, enérgheia I Vangeli sottolineano a più riprese i « pieni poteri » di Gesù, il quale ha il potere di perdonare i peccati (Mt 9,6) e predica con autorità (Mc 1,27). O ancora, i presenti « erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità » (Lc 4,32). Qui nel testo originale greco compare l’espressione en exousía en ho logos autou, che letteralmente si potrebbe tradurre: « Con pieni poteri era la sua parola ». Exousía deriva dal greco ousia, il modo di « essere » di qualcosa. Gesù parla in nome di 13
R. Hauser, Macht, p. 105.
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ciò che è. Parla di Dio in maniera tale da renderlo semplicemente presente; in modo tale da rendere manifesto l’essere di Dio. Gesù non fa del moralismo, non pontifica su « come dovrebbero essere » le cose, afferma ciò che « è ». Non esercita la propria autorità allo scopo di far sentire in colpa l’uditorio; anzi, la sua potenza si dimostra nella libertà di parlare di Dio in maniera perfettamente corrispondente all’essenza divina. Tramite la sua parola, Gesù rende presente Dio. Le sue parole, non a caso, hanno la capacità di suscitare una reazione risentita nell’uomo posseduto da un « demonio impuro » (Lc 4,33-34). Qui, grazie alla parola di Gesù, viene alla luce l’idea che il demonio ha di Dio: l’idea di un Dio in mio possesso, un Dio al mio servizio, sempre pronto a esaudire i miei desideri. E quando quel demonio viene scacciato, i presenti rimangono stupefatti, perfino spaventati: « Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno? » (Lc 4,36). Nella frase citata, accanto a exousía (autorità), compare dynamis (potenza). La dynamis è quella forza che Dio ha conferito a Gesù; è l’energia, la capacità di « raddrizzare » le cose. Dio ha dato a Gesù la facoltà di scacciare i demoni con potenza e risanare le persone. Come specifica ancora Luca: « La potenza (dynamis) del Signore gli faceva operare guarigioni » (5,17). I Vangeli descrivono il ritorno di Gesù, preludio alla fine del mondo, come un evento circonfuso di energia e splendore. « Vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria » (Mt 24,30). E allora il Cristo manderà i suoi angeli, « ed essi raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo 18
all’altro dei cieli » (Mt 24,31). Alla fine dei tempi i potenti verranno rovesciati dai troni. Le potenze di questo mondo saranno spodestate, il Cristo dominerà sull’umanità intera e sull’intero cosmo. In ultima analisi, l’universo è nelle mani del Signore Gesù. In Gesù Cristo, Dio « ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore » (Col 1,13).
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INDICE
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La potenza di Dio Nella storia delle religioni Nella Bibbia e nel dogma La potenza e autorità di Gesù: exousía, dynamis, enérgheia
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Il potere umano Definizione di « potere » Il potere umano come dono di Dio Il potere: forme, scenari e strumenti
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L’abuso di potere La tentazione dell’abuso di potere nel Vangelo di Luca Il lato oscuro del potere
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Introduzione
Il potere nascosto nella Chiesa Il potere della dottrina Il potere come surrogato delle competenze di leadership Potere emotivo/spirituale L’abuso di potere in campo politico Abusi di potere nel mondo del lavoro Abusi di potere nei rapporti interpersonali
Le radici esistenziali dell’abuso di potere
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Per una corretta gestione del potere Metodi per il raggiungimento degli scopi Né asceti del potere né uomini di potere, ma modellatori del potere Accettare un ruolo di leadership: prerequisiti e condizioni Atteggiamenti con cui esercitare il potere
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In conclusione
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