Le profezie della Bella Signora, la vita tormentata di Melania e Massimino, la difficile storia del riconoscimento dell’apparizione si intrecciano in queste pagine in modo coinvolgente, sempre rispettoso dei fatti. Seguendo il corso di quegli eventi, siamo raggiunti anche noi dai materni richiami della Vergine, che hanno bisogno di essere accolti e meditati oggi, perché i mali di cui parlano ci affliggono tuttora. È compito della Chiesa leggere alla luce di La Salette il tempo presente e gli ultimi due secoli, ma meditare su questi messaggi è dovere di tutti i credenti. Particolarmente di sacerdoti, religiosi e religiose, interpellati esplicitamente da Maria riguardo le loro infedeltà. La Salette, come Lourdes, Fatima e gli altri luoghi dove la Madonna si è mostrata, sono il segno che, anche quando gli uomini non guardano più il cielo, Dio, per mezzo di sua Madre, li cerca con amore per portarli alla conversione.
UOMINI E DONNE 182
Mario Paciello
MELANIA, MASSIMINO E LA BELLA SIGNORA Le profezie di La Salette
Per i testi citati dal magistero della Chiesa e dai documenti dei pontefici © Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano
PAOLINE Editoriale Libri © FIGLIE DI SAN PAOLO, 2022 Via Francesco Albani, 21 - 20149 Milano www.paoline.it • www.paolinestore.it edlibri.mi@paoline.it Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (MI)
A Jacques e Michel che hanno permesso anche a me di essere una piccola voce del desiderio della Bella Signora: « Figli miei, fate passare bene il mio messaggio a tutto il mio popolo ».
Introduzione
Melania, Massimino e la Bella Signora non sono tre personaggi di un romanzo rosa, ma tre protagonisti di una storia vera che ha avuto il suo momento centrale e il suo punto di partenza il 19 settembre 1846, su un altopiano del comune di La Salette, in Francia. Melania e Massimino sono una fanciulla e un bambino scelti dalla Bella Signora perché erano piccoli, poveri, ignoranti, sprovveduti di tutto, soprattutto di malizia, trasparenti come gocce saltellanti di acqua cristallina. È lo stile di Dio scegliere ciò che per il mondo è debole e disprezzato affinché risplenda la potenza della sua grazia e del suo amore e si riconosca l’ impronta della sua mano dove gli uomini, con la grettezza dei loro pregiudizi o per eccesso di prudenza, o arroccati nella sicurezza del loro sapere, trovano ragioni di sospetto e di inganno. Le opere di Dio, come frutti prelibati di giardini che non sono di questa terra, devono maturare sull’albero della croce, perché risplendano della gloria divina; e gli uomini e le donne chiamati a realizzarle devono percorrere la via che passa per il Calvario, perché la loro testimonianza rechi il sigillo dell’autenticità e della verità. Le persone che, in buona o in cattiva fede, hanno ostacolato la missione di Melania e Massimino e li han7
no umiliati in tutti i modi, erano, loro malgrado, strumenti liberi e coscienti affinché la verità dell’apparizione, le profezie della Bella Signora e la virtù dei fanciulli superassero la prova del fuoco e si giungesse, centocinquant’anni dopo, alla conferma finale di san Giovanni Paolo II. Sapere in partenza che la nave è entrata in porto, cioè che il magistero della Chiesa ha riconosciuto la verità di La Salette e dei suoi due piccoli protagonisti, evita che, sfogliando queste pagine, ci si fermi a formulare giudizi di disapprovazione e di condanna nei confronti di quanti hanno ostacolato il viaggio, hanno suscitato tempeste, creato bonacce paralizzanti. Senza di loro la testimonianza dei due fanciulli sarebbe meno forte e credibile, e ad essi sarebbero mancate le occasioni per crescere nella fede, nella carità, nell’umiltà, nella speranza, nella fortezza e nella fedeltà. Quanto a noi, la fedeltà alla storia esige che tutto sia raccontato nella verità, ma non per mettere alcune persone sotto cattiva luce. Nostro interesse è imparare da Melania e Massimino come si porta a termine la propria missione, anche quando bisogna pagarla con la stessa vita, e prendere in considerazione con la dovuta responsabilità i messaggi che la Bella Signora ci ha consegnato a La Salette.
Centocinquant’anni dopo Quando si legge un romanzo, si è desiderosi di sapere come finisce, ma ci si guarda bene dallo scoprire quale 8
sarà la conclusione, perché non venga meno la tensione della lettura. Quando si divora un giallo, non sapere chi è il colpevole rende più accattivante l’ indagine tra i sospettati, che il lettore fa insieme all’autore. Queste pagine raccontano una lunga storia, una storia vera, di cui forse si conosce l’ultimo atto, ma si ignorano tutte le scene che lo hanno preceduto. Molti nomi affollano il racconto e grandi personaggi appaiono nelle diverse scene; ma i protagonisti, come abbiamo detto, sono tre: la Bella Signora, Melania e Massimino. Tutti gli altri, specialmente quelli che in ogni modo hanno osteggiato, deriso, calunniato, ostacolato, giudicato Melania e Massimino, non hanno fatto altro che rendere più luminosa la loro vita e più ferma e credibile la loro testimonianza. Prima che i nomi dei protagonisti fossero pronunciati ad alta voce con rispetto e venerazione, in modo ufficiale e con voce autorevole, davanti a tutta la Chiesa, e prima che l’evento di La Salette fosse pubblicamente riconosciuto da un sommo pontefice, sono dovuti passare centocinquant’anni da quando la storia è cominciata. Il 6 maggio 1996 san Giovanni Paolo II scrive una lettera apostolica al vescovo di Grenoble, monsignor Louis Dufaux, proprio per il centocinquantesimo anniversario dell’apparizione della Santa Vergine a Melania e a Massimino: un documento di inestimabile rilevanza, perché in esso il Santo Padre impegna l’autorevolezza del suo alto magistero per affermare la verità dei fatti, che nel tempo hanno incontrato tanti oppositori. Egli scrive tra l’altro: 9
La diocesi di Grenoble, i Missionari di La Salette e molti fedeli in tutto il mondo celebrano quest’anno il centocinquantesimo anniversario dell’apparizione della Beata Vergine Maria in una località delle Alpi, da dove il suo messaggio non ha cessato mai di diffondersi. (...) Mentre ferve la preparazione del grande Giubileo della Redenzione, l’anno consacrato all’anniversario della apparizione di Maria a Melania e Massimino rappresenta una tappa significativa. (...) Il messaggio di La Salette è stato affidato a due pastorelli in un momento di grande sofferenza delle popolazioni colpite dalla carestia e sottoposto a molte ingiustizie. (...) L’ irradiamento dell’evento di La Salette attesta che il messaggio di Maria non si esaurisce nella sofferenza espressa dalle lacrime; la Vergine chiede di riprendere il cammino della fede; invita alla penitenza, alla perseveranza nella preghiera e in particolare alla fedeltà alla pratica domenicale. Ella chiede che il suo messaggio « sia fatto conoscere a tutto il suo popolo » con la testimonianza di due ragazzi. (...) Le parole di Maria a La Salette, per la loro semplicità e rigore, sono di una reale attualità, in un mondo che subisce sempre i flagelli della guerra e della fame, e tante sventure, che sono segni e sovente anche conseguenze del peccato degli uomini. (...) [Maria] A La Salette ha chiaramente manifestato la costanza della sua preghiera per il mondo. Lei non abbandonerà mai gli uomini creati ad immagine e somiglianza di Dio e ai quali è dato di diventare figli di Dio. Possa Ella condurre a suo Figlio tutte le nazioni della terra! (...)
Il Santo Padre vede nelle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell’apparizione di La Salette 10
quasi un anno propedeutico al grande triennio di preparazione al Giubileo del Duemila. Il Papa non ha difficoltà ad affermare che ciò che chiedeva la Vergine ai fanciulli è ciò che vuole ottenere il Grande Giubileo: penitenza, ritorno al Signore, pace nel mondo. Egli riconosce che le finalità del Giubileo e le piaghe del mondo di oggi, conseguenze del peccato, confermano la reale attualità del messaggio di La Salette. La dichiarazione ufficiale della verità dell’apparizione a La Salette è stata preceduta da un altro riconoscimento manifestato da Giovanni Paolo II a Siracusa, il 6 novembre 1994, in occasione della dedicazione del santuario della Madonna delle lacrime. In quella circostanza il Papa, dopo aver messo in relazione il pianto della Vergine di La Salette con le lacrime della Madonna a Siracusa, ha affermato: Le lacrime della Madonna appartengono all’ordine dei segni: esse testimoniano la presenza di Maria nella Chiesa e nel mondo. (...) Sono lacrime di dolore per quanti rifiutano l’amore di Dio, per le famiglie disgregate o in difficoltà, per la gioventù insidiata dalla civiltà dei consumi e spesso disorientata, per la violenza che tanto sangue ancora fa scorrere, per le incomprensioni e gli odi che scavano fossati profondi tra gli uomini e i popoli.
Giovanni Paolo II non cita le parole che la Vergine ha detto a Melania e Massimino, ma nelle sue riflessioni c’ è tutto il segreto che Maria ha consegnato ai fanciulli. Più recentemente, anche papa Francesco ha parlato di La Salette. All’Angelus del 19 settembre 2021, ha detto: 11
Il mio pensiero va a quanti sono radunati al Santuario di La Salette, in Francia, nel ricordo del centosettantacinquesimo anniversario dell’apparizione della Madonna, che si mostrò in lacrime a due ragazzi. Le lacrime di Maria fanno pensare a quelle di Gesù su Gerusalemme e alla sua angoscia nel Getsemani. Sono un riflesso del dolore di Cristo per i nostri peccati e un appello sempre attuale ad affidarsi alla misericordia di Dio.
Ma cosa è avvenuto a La Salette? Chi sono Melania e Massimino? Quali segrete profezie hanno ricevuto? Ritorniamo all’ inizio!
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I
19 settembre 1846
Un incontro inaspettato Francia, 19 settembre 1846: uno di quei numerosi giorni in cui il sole veste a festa i monti e i loro ampi altipiani e li invita a sprigionare intorno, in un tepore quasi primaverile, gli olezzi corroboranti delle loro erbe medicinali e dei loro fiori variopinti che nessuna mano d’uomo è capace di imitare. È sabato. Il cielo è sereno e il sole rende un gioco il duro lavoro di due fanciulli, uno di dieci anni, l’altra di quasi quindici, saliti sull’altopiano Mont-sous-Les-Baisses, nel territorio di La Salette, nella diocesi di Grenoble, a 1800 metri sul mare, per pascolare le otto mucche dei loro rispettivi padroni. A Les Baisses non ci sono alberi né rocce; ma solo erba alta e profumata punteggiata da fiori di tutti i colori dell’ iride. L’altopiano, da tre lati, è come custodito da alte montagne; dal lato aperto domina la valle di La Salette, un piccolo comune formato da dodici frazioni sparse sulle pendici della montagna. Il ruscello Sezia, asciutto per gran parte dell’anno, perché è alimentato dallo scioglimento delle nevi, attraversa l’altopiano e costeggia una fontana, anch’essa, quel giorno, ancora silenziosa. 17
I due fanciulli, che conosceremo bene in seguito, sono Massimino Giraud e Melania Calvat. Si sono conosciuti due giorni prima, perché Massimino era stato mandato dal padre a servizio di Pierre Selme, contadino della frazione degli Ablandins, per otto giorni. Il pastore del signor Selme si era ammalato e Massimino era venuto a sostituirlo. La sera di giovedì 17 settembre, Melania e Massimino si incontrano e si conoscono; anche se erano tutti e due di Corps, non avevano avuto modo di incontrarsi. Corps era un paese distante cinque chilometri da La Salette, dall’aspetto medioevale, tra il fiume Isère e le Alte Alpi, a 937 metri di altitudine, sulla celebre Route Napoléon. I due fanciulli ottengono dai loro padroni per i giorni seguenti di poter uscire insieme per portare le mucche al pascolo. La differenza di età e di carattere tra loro non è un ostacolo alla loro rapida intesa; li accomuna una condizione familiare di povertà e una limpidezza di cuore, i cui riflessi splendono nei loro occhi innocenti. Il padre di Massimino è il fabbro ferraio di Corps. Il papà di Melania, invece, è muratore, costretto a stare spesso lontano da casa. Nonostante la condizione di grande povertà, è molto stimato dalla gente per la sua serietà. Si prende cura della formazione religiosa dei suoi numerosi figli che ama molto. Melania aveva cominciato a fare la pastorella quando non aveva ancora sette anni. Ora, da sei mesi, è a servizio di Jean-Baptiste Pra, anch’egli degli Ablandins. Massimino, chiamato anche Mémin, è un bambino vivace; è espressivo, irrequieto, loquace, curioso. È pic18
colo, magro, delicato: mostra tre anni meno della sua età. Il suo bisogno primario è giocare. Anche portare le mucche al pascolo è occasione di gioco. E poiché vuole giocare, Melania gli propone di costruire il paradiso. Raccolgono ogni tipo di fiori; con sassi del torrente edificano il paradiso sulla fontana secca: una casettina con un pianoterra per la loro abitazione; un primo piano coperto da una grande pietra e adornato di fiori sopra e intorno. Compiuta l’opera, portano le mucche a bere a pochi passi dal torrente. Al suono dell’Angelus, consumano un piccolo pasto e poi, cosa insolita, si sdraiano sul morbido tappeto di erba e si addormentano. Melania, quando si sveglia, non vede le mucche e, preoccupata, sveglia Massimino: « Massimino, vieni in fretta, che andiamo a vedere le nostre mucche ». Vanno a cercarle: gli otto animali sono sdraiati sull’erba dall’altra parte del pendio. Rassicurati e felici ritornano al loro paradiso; ma Melania, cinque o sei passi prima del ruscello, vede che sulla fontana secca splende una luce più luminosa del sole, ma non dello stesso colore, e richiama l’attenzione di Massimino. «Vieni, presto, a vedere un chiarore lì ». « Dov’ è? » Melania punta il dito verso la fontana; la luce immobile si apre e mostra un’altra luce più splendente e in movimento in cui appare una Bella Signora seduta sul paradiso costruito da loro. Ha il viso nascosto tra le mani, i gomiti sulle ginocchia, i piedi sul fondo secco della fontana. 19
Sono circa le tre del pomeriggio. I fanciulli hanno paura; a Melania cade il bastone dalle mani. Massimino le dà coraggio: «Tieni il tuo bastone. Io tengo il mio: se ci fa qualcosa, le do un buon colpo ». Ma la Bella Signora si alza, incrocia le braccia e dice: «Venite avanti, figli miei, non abbiate paura, sono qui per affidarvi una grande notizia ». I due fanciulli attraversano il greto asciutto del ruscello e la Bella Signora viene avanti fino al luogo dove i due pastorelli si erano addormentati. Ora sta tra loro due; prima li guarda con tenerezza e bontà; non li fissa negli occhi, ma tenendo lo sguardo rivolto in basso, vede anche i fanciulli che sono davanti a lei. Piangendo dice: « Se il mio popolo non vuole sottomettersi, sono costretta a lasciare andare la mano di mio Figlio. È così forte e così potente che non riesco più a trattenerla. Da molto tempo io soffro per voi. Se voglio che mio Figlio non vi abbandoni, io ho l’ incarico di pregarlo incessantemente per voi, ma a voi non importa. Avrete un bel da fare, ma mai potrete ricompensare la pena che mi sono presa per voi. “Vi ho dato sei giorni per lavorare: mi sono riservato il settimo, e non volete accordarmelo”: è questo che rende tanto pesante la mano di mio Figlio; e anche i carrettieri non sanno imprecare senza mettere in mezzo il nome di mio Figlio. Sono queste le due cose che appesantiscono tanto la mano di mio Figlio. Se il raccolto si guasta è per causa vostra; ve l’avevo fatto vedere l’anno scorso per le mele; ma non avete fatto caso al perché. Quando avete trovato 20
le patate guaste, avete imprecato e messo in mezzo il nome di mio Figlio. Quest’anno, per Natale non ce ne saranno più. Non avete capito, figli miei? Ve lo dirò diversamente. [La Bella Signora continua il discorso parlando in dialetto.] Se avete del grano non bisogna seminarlo; tutto ciò che seminerete, gli animali lo mangeranno e quello che le bestie non avranno mangiato, l’anno prossimo trebbiandolo verrà giù in polvere. Verrà una grande carestia e prima della carestia i bambini al di sotto dei sette anni saranno colpiti da un tremito e morranno tra le braccia di chi li tiene. Gli altri faranno la loro penitenza nella carestia; le noci verranno vuote e le viti marciranno. Ma se si convertono, le pietre e le rocce diventeranno mucchi di grano, e le patate saranno seminate per l’anno seguente. D’estate a messa la domenica non va che qualche donna anziana e gli altri lavorano. D’ inverno gli uomini, quando non hanno altro da fare, vanno a messa per beffarsi della religione. Vanno alla macelleria come i cani. Fate bene le vostre preghiere, figli miei? » « Non molto, Signora », rispondono i fanciulli. « Di sera e di mattina dite almeno un Pater e un’Ave quando non potete fare di meglio. (...) Allora figli miei, fate passare bene il mio messaggio a tutto il mio popolo ». « Qui la Bella Signora che mi rapiva », racconta Melania, « restò un momento senza farsi intendere; io vedevo intanto che ella continuava come se parlasse, a muovere graziosamente le sue amabili labbra. Massimino riceveva allora il suo segreto. Poi, rivolgendosi a me, la 21
Santissima Vergine mi parlò e mi diede un segreto in francese ». Melania dice che la voce della Vergine era dolce e melodiosa; le sue parole arrivavano direttamente al cuore senza passare per le orecchie: « Ci sembrava che mangiassimo le sue parole ». Ora la Bella Signora si muove verso il luogo dove erano le mucche; cammina sulla cima dell’erba; i pastorelli la seguono; ma lei si alza da terra a un’altezza di circa un metro e, rimanendo così sospesa in aria per un piccolo istante, guarda il cielo, poi la terra alla sua destra e alla sua sinistra; rivolge un ultimo, dolcissimo sguardo ai fanciulli e a poco a poco sparisce, perché la luce prende il posto delle parti del suo corpo. Per molto tempo Massimino e Melania, come gli apostoli sul Monte degli Ulivi, restano con la testa alzata e gli occhi fissi nella luce, finché questa non scompare del tutto. Lungo il ritorno, insolitamente anticipato, parlano di ciò che hanno visto. Ma prima di andare via, Melania spezza il suo bastone, ne fa una croce e la pianta dove la Bella Signora ha messo i piedi. « Forse è una grande santa », dice poi. « Se avessi saputo che era una grande santa, le avremmo detto di condurci con lei », risponde Massimino. « Oh, se fosse ancora lì! », sospira Melania. « Io ho alzato la mano per acchiappare un po’ di chiarore, ma non c’era più nulla », spiega Massimino. « Lei non vuole far vedere dove sta andando », riprende Melania. « Ha tardato tanto a parlare. Vedevo solo che muove22
va le labbra. Ma cosa stava dicendo? », domanda Massimino. « Mi ha detto una cosa che non voglio dire. Me l’ ha proibito ». « Oh, sono contento, Melania. Anche a me ha detto qualcosa che non voglio dirti ». Così si accorgono di custodire entrambi un segreto. Felici e parlando di ciò che hanno visto, riportano le mucche alle stalle. Nella loro incosciente innocenza erano stati scelti come destinatari e messaggeri di un annuncio dall’Alto, che non rivelava un Dio irato e non minacciava castighi, ma era un ulteriore segno della misericordia di Dio che non vuole punire i suoi figli, e della premurosa e addolorata sollecitudine della Madre di Dio per invitare gli uomini a convertirsi. Ignari del significato dei messaggi ricevuti e delle umiliazioni con cui avrebbero pagato il prezzo di questo privilegio, si accingevano a raccontare con ingenua franchezza e ferma testimonianza ciò che dovevano « far passare », e a custodire con il coraggio dei martiri ciò che doveva restare segreto.
La Bella Signora Melania e Massimino cosa hanno provato durante l’apparizione? Come era la Bella Signora? Come era vestita? Cosa ha detto? Che cosa ha fatto? Quanto tempo è stata con i fanciulli? I veggenti hanno dovuto rispondere migliaia di volte a queste domande. Ciò che stupisce è il fatto che, senza 23
confrontarsi, separatamente, dalla sera dell’apparizione fino alla fine dei loro giorni, hanno descritto con grande fedeltà la Vergine, i suoi movimenti, le sue parole, il suo abbigliamento. Melania dice che si era dimenticata delle mucche e dei padroni; non voleva lasciare più la Bella Signora, perché sentiva che si era attaccata a lei; che era pronta a fare tutto quello che lei le avesse chiesto. Avrebbe voluto lanciarsi a occhi chiusi fra le sue braccia, ma non ebbe il tempo di farlo. La Bella Signora l’ ha guardata con occhi così dolci che Melania credeva che la attirasse all’ interno di sé; le sembrava che il proprio cuore si aprisse nel suo: « Mentre il mio cuore si fondeva in una dolce dilatazione, la bella immagine della mia Signora a poco a poco spariva ». Molto diversa la reazione di Massimino. Durante l’apparizione aveva il cappello in testa, poi se lo toglie, lo pone sul bastone e lo fa roteare; poi se lo rimette in testa e con il bastone spinge dei sassi verso i piedi della Bella Signora, senza toccarli. Quando la Bella Signora dice che alle loro famiglie sarebbe mancato il nutrimento, Massimino istintivamente la interrompe dicendo: « Ah no, Signora, questo non è vero ». A chi in seguito lo rimproverò di questo comportamento, rispose: « Non sapevo chi fosse che mi stava parlando ». Crede, infatti, di vedere una signora che il figlio aveva picchiato e che era fuggita sulle montagne, perché non riusciva a trattenere la sua mano. Melania invece sa chi le aveva parlato, ma fa credere di non averlo capito. Infatti a tutti dice che i suoi occhi hanno visto una Bella Signora. Sa che la sua testimonian24
za dipende da ciò che ha visto e non da quello che ha pensato nel suo cuore. Ma che cosa hanno visto i pastorelli di La Salette? Una Bella Signora con un abito bianco, scintillante e uno scialle in cui non vi era nulla di materiale: erano fatti di luce e di gloria. La Bella Signora era circondata da due luci; la prima, più vicina alla Santissima Vergine, arrivava sino ai pastorelli; la seconda si estendeva un po’ più all’ intorno della Bella Signora, e loro si trovavano in questa. Tutte queste luci, più brillanti del povero sole della terra, non facevano male agli occhi e non stancavano affatto la vista. La Bella Signora aveva un grembiule giallo, più brillante di diversi soli messi insieme, ma non era una stoffa materiale: era una composizione di gloria. Sulla testa aveva una corona di rose tanto bella e tanto brillante che non era possibile farsene un’ idea; le rose di colori diversi non erano di questa terra. Dal cuore di ogni rosa scaturiva una bella luce e dalla corona di rose si alzavano come dei rami d’oro. Aveva due catene al collo, una un po’ più larga dell’altra. Alla più stretta era appesa una bellissima croce, con tenaglia e martello ai due estremi del braccio orizzontale. Il Cristo sulla croce era color carne naturale; qualche volta sembrava morto, in altri momenti vivo. Aveva la testa alzata, gli occhi aperti: sembrava stare in croce per volontà propria. Le scarpe della Bella Signora erano bianche, ma di un bianco argentato, brillante. Sulle scarpe, un fermaglio d’oro e, intorno, delle rose. In lei tutto era grande, augu25
sto. Era la donna perfetta quale uscì dalle mani dell’Onnipotente nel giorno della creazione. In tutta la sua persona c’era qualcosa di straordinariamente maestoso, di divino, insieme a una dolce semplicità che mise a loro agio i fanciulli, come se stessero con la propria madre. La Bella Signora era triste e pianse per quasi tutto il tempo in cui parlò ai fanciulli. Le abbondanti lacrime che rigavano il suo volto, scendevano fino alle ginocchia e sparivano come scintille di luce, ma non alteravano i suoi lineamenti e la sua bellezza; anzi sembravano renderla più bella, più potente, più piena d’amore, più materna. A quella vista Melania ha sentito il cuore sussultare di compassione e di amore. La fanciulla, per consolarla, avrebbe voluto mangiare le sue lacrime, avrebbe voluto gettarsi tra le sue braccia e dirle: « Mia buona mamma, non piangere ». Melania non ha prestato attenzione al colore degli occhi della Signora, perché sentiva che erano come la porta di Dio, da cui si vedeva tutto ciò che poteva inebriare l’anima: « Ho visto Dio nei suoi occhi ». In una lettera al canonico de Brandt, scritta il 18 ottobre 1880, Melania dice: Sappiamo bene che in cielo la Vergine non è come si è mostrata a Lourdes o a La Salette, e se si mostra in costume, è per noi che lo fa, e ha le sue ragioni. (...) La Madonna di La Salette non è venuta a emancipare le donne, ma per dare loro un esempio di altissima modestia.
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Indice
Introduzione Centocinquant’anni dopo
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Nota dell’Autore
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I.
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19 settembre 1846
Un incontro inaspettato La Bella Signora Il primo racconto 20 settembre 21 settembre 22 settembre 25 settembre 27 settembre 3 ottobre 24 novembre Il primo anniversario Due scrigni inviolabili
II. La Salette tra Grenoble, Lione e Roma Monsignor de Bruillard Il cardinale de Bonald Pio IX Monsignor Ginoulhiac
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17 23 27 29 33 35 38 40 41 43 46 49
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55 55
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58 64 66
Il prezzo della fedeltà In esilio a Darlington Il segreto non sarà sempre segreto
pag. 69 » 73 » 76
III. I nuovi missionari
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IV. Massimino
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V. Melania
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Agonia spirituale L’ imprimatur contestato Messaggi di amore Le profezie Il segreto di Massimino Il segreto di Melania
Un bambino vero Candore e distrazione Il suo sogno I tre segni Due piccole rocce L’equivoco di Ars Seminarista L’acre sapore della calunnia Clochard per necessità Parentesi universitaria Richieste di aiuto Ritorno a Corps Cuore duro A Les Baisses del cielo Massimino secondo gli altri
La fonte
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La nascita Il Fratellino La comunione mistica Nel Drac Le bambole Il perdono A servizio a sei anni I capelli tagliati L’angelo custode I ladri Maurizio Il furto I miracoli In famiglia L’anello Il fischietto Il matrimonio mistico Il « buon anno » Discernimento La provvidenza VI. Annibale e Melania
Un anno di benedizione L’ultimo ritorno in Francia La rampa per il cielo « È morta la santa francese » Melania secondo gli altri Due doni di Melania ad Altamura La missione di Melania Premonizioni e segni
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VII. L’apostolo di La Salette Jacques e Raïssa Maritain Un dovere di coscienza Viaggio a Roma Pubblicazione inopportuna? Accademico e lottatore L’ultimo tentativo La speranza non delude La Salette fuori dai palazzi
Conclusione
Stampa: Àncora Arti Grafiche - Milano - 2022
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Mario Paciello (1937) è vescovo emerito della diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti (BA). In passato è stato parroco, rettore di seminario, vicario generale dell’arcidiocesi di Foggia-Bovino e vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti (BN). In occasione del centenario della morte di Melania, avvenuta ad Altamura, ha presieduto nella cattedrale una giornata di studio in cui teologi, filosofi e accademici hanno messo in luce la vita esemplare della veggente. Ha pubblicato La via della felicità (2016).
In copertina: in primo piano la statua della Bella Signora di La Salette: © DyziO / Shutterstock Sullo fondo il paesaggio attorno al santuario di La Salette: © DyziO / Shutterstock €
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Il 19 settembre 1846, sull’altopiano di La Salette, in Francia, una Bella Signora in pianto appare a due pastorelli, Melania e Massimino, e affida loro richiami da comunicare a tutto il popolo e profezie da custodire nel tempo. Grazie alla loro perseveranza, provata da umiliazioni e sofferenze, questi messaggi sono giunti fino a noi e interrogano con forza anche il nostro oggi: « Le parole di Maria a La Salette, per la loro semplicità e rigore, sono di una reale attualità, in un mondo che subisce sempre i flagelli della guerra e della fame, e tante sventure, che sono segni e sovente anche conseguenze del peccato degli uomini ». (san Giovanni Paolo II)
« Le lacrime di Maria sono un riflesso del dolore di Cristo per i nostri peccati e un appello sempre attuale ad affidarsi alla misericordia di Dio ». (papa Francesco)
ISBN 978-88-315-5476-3