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La «spiritualità» del brontolamento

Il significato religioso di spiritualità è quello di una vita mossa dall’influsso dello spirito di Dio. Nel libro Spiritualità dei nuovi stili di vita evidenzio però che si tratta di una categoria non solo teologica ma anche antropologica: «Indica lo spirito quale centro che anima ogni persona, armonizzando anima e corpo, interiorità ed esteriorità, essere e agire» 5. In altre parole, la vita viene animata da una forza interiore. Per il cristiano è l’azione dello Spirito Santo, mentre per il non credente dipende da altre realtà spirituali. La spiritualità ha solitamente una connotazione positiva ed è formata da tre dimensioni: l’adozione di un’opzione fondamentale; la trasformazione della vita mediante nuove prassi e nuovi stili; il coinvolgimento dell’intera esistenza. Tutto ciò è la concretizzazione dell’influsso spirituale. In questo capitolo, tuttavia, la spiritualità assume una connotazione negativa. Per questo la parola è virgolettata, in quanto la vita viene vissuta sotto l’influsso di uno spirito intriso di negatività e pessimismo o, peggio ancora, di nichilismo. Anche qui ci sono tre dimensioni: si parte da un’opzione fondamentale nell’adottare gli occhiali del pessimismo, la quale fa assumere prassi negative e stili di vita che continuano a decantare il male, fino a riempire la propria esistenza di oscurità e non essere più capaci di vedere la fine del tunnel. Si tratta quindi della «spiritualità» del brontolamento, confezionata così bene da diventare il sale della vita giornaliera. Una realtà che, purtroppo, non fa vivere a pieni polmoni, ma conduce solamente alla sopravvivenza, trascinando la vita senza più un’anima.

5 A. Sella, Spiritualità dei nuovi stili di vita. Nella prospettiva del Vangelo, EMI, Bologna 2014, p. 71.

Sempre nel libro Spiritualità dei nuovi stili di vita valorizzo la differenza, utilizzata dal filosofo Silvano Petrosino, tra il vivente e l’umano, cioè tra vivere ed esperire 6 . Non è sufficiente il solo vivere, magari in forma di routine, ma bisogna fare esperienza della vita per saperla gustare, per apprezzarne e scoprirne la bellezza. Il vivente trascina la vita in avanti, mentre l’umano la trasforma in una bella esperienza, proprio perché si lascia animare da una energia positiva che ogni creatura umana possiede dentro di sé. Il primo vive una vita mediocre fatta dalla routine giornaliera, senza alzare lo sguardo per poter esperire, cioè fare una bella esperienza. E assume così un atteggiamento passivo e lamentoso. Il secondo pren- de in mano la vita e la vive profondamente riuscendo a fare esperienze di alto profilo, in cui raggiunge livelli di pienezza del senso e del gusto del vivere.

L’esperienza è una categoria fondamentale della spiritualità attraverso la quale si percepisce l’influsso dello spirito che genera vita in abbondanza, conducendola verso la pienezza mediante un processo positivo. Nel caso di chi si lamenta solamente, l’energia negativa avvia un processo di degrado della vita che può condurre fino al suo totale annientamento.

Papa Francesco, durante l’ Angelus del 19 dicembre 2021, ha invitato i cristiani a passare dalla spiritualità del brontolamento a quella del servizio, che è fonte di gioia di vivere. E lo ha fatto valorizzando l’esperienza di Maria di Nazareth:

Andando verso la casa di Elisabetta, Maria procede con il passo svelto di chi ha il cuore e la vita pieni di Dio, pieni della sua gioia. Allora chiediamoci noi, per il nostro profitto: com’è il mio «passo»? Sono propositivo oppure mi attardo nella malinconia, nella tristezza? Vado avanti con speranza o mi fermo per piangermi addosso? Se procediamo con il passo stanco dei brontolii e delle chiacchiere, non porteremo Dio a nessuno, soltanto porteremo amarezza, cose oscure. Fa tanto bene, invece, coltivare un sano umorismo, come facevano, ad esempio, san Tommaso Moro o san Filippo

Neri. Possiamo chiedere anche questa grazia, la grazia del sano umorismo: fa tanto bene. Non dimentichiamo che il primo atto di carità che possiamo fare al prossimo è offrirgli un volto sereno e sorridente. È portargli la gioia di Gesù, come ha fatto Maria con Elisabetta.

Nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, Francesco mette in allerta di fronte a una vita cristiana intrisa di una pericolosa accidia, priva di quella spiritualità evangelica che riesce a permeare l’azione pastorale rendendola gioiosa e desiderabile.

Così prende forma la più grande minaccia, che «è il grigio pragmatismo della vita quotidiana della Chiesa, nel quale tutto apparentemente procede nella normalità, mentre in realtà la fede si va logorando e degenerando nella meschinità». Si sviluppa la psicologia della tomba, che a poco a poco trasforma i cristiani in mummie da museo. Delusi dalla realtà, dalla Chiesa o da se stessi, vivono la costante tentazione di attaccarsi a una tristezza dolciastra, senza speranza, che si impadronisce del cuore come «il più prezioso degli elisir del demonio». Chiamati a illuminare e a comunicare vita, alla fine si lasciano affascinare da cose che generano solamente oscurità e stanchezza interiore, e che debilitano il dinamismo apostolico. Per tutto ciò mi permetto di insistere: non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione! 7

Questo richiamo pastorale è estremamente necessario per liberare i cristiani dalla spiritualità del pessimismo, accompagnata dall’ipocondria della tomba che fa morire la potenzialità della vita cristiana. La Evangelii gaudium evidenzia un netto «no al pessimismo sterile» (EG 84), mettendo in guardia di fronte ai profeti di sventura «che annunziano sempre il peggio, quasi incombesse la fine del mondo» (ibid.). «Una delle tentazioni più serie che soffocano il fervore e l’audacia è il senso di sconfitta, che ci trasforma in pessimisti scontenti e disincantati dalla faccia scura» (EG 85). Con molta sapienza il Papa dice basta a questo cattivo spirito della sconfitta e invita ad abbracciare lo spirito pasquale della vittoria sulla morte, e quindi la gioia del Vangelo, definita anche come gioia della fede, gioia missionaria. Nell’esortazione apostolica sono ben ottantadue le occorrenze della gioia, le quali esprimono il grande primato della gioiosità della vita cristiana.

Perciò dobbiamo anche noi dire basta allo spirito del brontolamento che genera una vita intrisa di amarezza, stanchezza, depressione e malessere. È molto importante affrontare invece la nostra giornata con lo spirito della gioia del vivere, generatore di un futuro assolutamente migliore.

Il coraggio di porre fine alle lagnanze mediante un cammino saggio e generativo

Voglio riproporre uno stralcio dell’appello per un quotidiano felice che ho collocato alla fine del libro Cambiamenti a km 0: È questo il tempo per smetterla di lamentarsi. Quante lamentele su tutto quello che non funziona! Quanta energia persa in lagnanze! Quanto tempo dedicato al brontolamento! Sono tutte forze e risorse perse su ciò che non possiamo più cambiare. Basta con la spiritualità delle lamentele! Come ha fatto papa Francesco, appendiamo anche noi sulla nostra porta l’importante cartello: Vietato lamentarsi! 8

Non è facile troncare con la tendenza alle lagnanze, in quanto essa è radicata a livello sia culturale sia mentale. Non si può pensare di riuscirci dalla sera al mattino con la sola forza della volontà personale. Il cambiamento non avviene mediante l’evento ma mediante il processo. E quindi bisogna costruire un cammino di liberazione. È l’invito che papa Francesco ha rivolto ai giovani italiani, esortandoli a condurre la loro vita su binari fondamentali: la bellezza del sogno, la liberazione dalla paura e il coraggio del nuovo.

1. La bellezza del sogno non anestetizza ma fa volare alto verso grandi orizzonti. Il sogno fa guardare in alto e non più verso quel basso imprigionato dal brontolamento che porta alla depressione. Sognare significa uscire dalla prigionia delle lamentele e cominciare a viaggiare verso il nuovo. Sottolinea il Vescovo di Roma:

I sogni sono importanti. Tengono il nostro sguardo largo, ci aiutano ad abbracciare l’orizzonte, a coltivare la speranza in ogni azione quotidiana. E i sogni dei giovani sono i più importanti di tutti. Un giovane che non sa sognare è un giovane anestetizzato; non potrà capire la vita, la forza della vita. I sogni ti svegliano, ti portano in là, sono le stelle più luminose, quelle che indicano un cammino diverso per l’umanità. Ecco, voi avete nel cuore queste stelle brillanti che sono i vostri sogni: sono la vostra responsabilità e il vostro tesoro. Fate che siano anche il vostro futuro! (…) E la Bibbia ci dice che i sogni grandi sono quelli capaci di essere fecondi: i sogni grandi sono quelli che danno fecondità, sono capaci di seminare pace, di seminare fraternità, di seminare gioia, come oggi; ecco, questi sono sogni grandi perché pensano a tutti con il NOI9.

9 Francesco, Veglia di preghiera con i giovani italiani, Roma, Circo Massimo, 11 agosto 2018 (da questo incontro sono tratte anche le successive citazioni contenute in questo paragrafo).

2. La liberazione dalla paura è un altro binario molto importante. La paura è l’elemento fondamentale che blocca le energie. È anche una strategia utilizzata dai poteri forti per «addormentare» le persone e sottometterle a dettati spesso impopolari e contrari alla dignità umana. Nel dialogo con i giovani, il Papa mette in guardia dal tranello costituito dall’avere unicamente per il benessere, che non ci fa più essere pellegrini sulle vie per una vita piena e bella, come quella di Francesco d’Assisi. Le paure conducono sottilmente a una condizione in cui non si può far altro che lamentarsi e crogiolarsi tra le innumerevoli lagnanze. Il Pontefice cita Giovanni XXIII che diceva: «Non ho mai conosciuto un pessimista che abbia concluso qualcosa di bene». E poi dichiara saggiamente: «Dobbiamo imparare questo, perché ci aiuterà nella vita. Il pessimismo ti butta giù, non ti fa fare niente. E la paura ti rende pessimista. Niente pessimismo. Rischiare, sognare e avanti». Papa Francesco rivolge quindi ai giovani un appello forte e ripetuto per non cadere nelle paure: «Come vi ho detto, voi non lasciatevi rubare i vostri sogni». Da buon pastore, aiuta i giovani anche a capire come fare per non lasciarsi rubare i sogni:

Cercate maestri buoni capaci di aiutarvi a comprenderli e a renderli concreti nella gradualità e nella sereni- tà. Siate a vostra volta maestri buoni, maestri di speranza e di fiducia verso le nuove generazioni che vi incalzano.

3. E poi occorre osare il coraggio del nuovo. Per realizzare il nuovo, papa Francesco indica una strada importante:

Questo è il lavoro che voi dovete fare: trasformare i sogni di oggi nella realtà del futuro, e per questo ci vuole coraggio (...), il coraggio davanti alle resistenze, alle difficoltà, a tutto quello che fa che i nostri sogni siano spenti (...). Il giovane che sogna cose grandi va avanti, non va in pensione presto.

Come strappare il sogno dall’utopia e trasformarlo in realtà per costruire il nuovo? I due ingredienti essenziali sono: non aver paura del cambiamento e attuarlo insieme. Abbandonare lo status quo non è facile, in quanto si tratta di lasciare quello che si conosce e che molte volte dà sicurezza. Mentre il nuovo è l’ignoto che fa paura perché non lo si conosce. Ecco il ruolo chiave dei maestri e dei testimoni che aiutano a comprendere come l’ignoto possa diventare una realtà migliore di quella attuale, un surplus di pienezza e di qualità di vita.

Il Movimento dei Senza Terra del Brasile la chiama mistica, perché fa intravedere e quindi sognare la stessa vita bella, sana e finalmente dignitosa delle famiglie che avevano conquistato la terra e ci vivevano con cura, trattandola come sorella e madre. Questo processo avviene mediante la narrazione, la testimonianza oppure il multimediale. Strumenti che conducono a sognare insieme un futuro migliore. Nel caso del Brasile, tutto questo rafforzava la lotta di coloro che erano in cammino per la conquista della terra, alimentando il loro coraggio e liberandoli dalle paure. Il secondo elemento fondamentale è sognare insieme, costruire il sogno insieme. La forza della concretezza è l’insieme. Come amava dire dom Hélder Pessoa Câmara, un grande vescovo brasiliano che si è battuto per la dignità dei poveri: «Se uno sogna da solo, il suo rimane sogno; se il sogno è fatto insieme ad altri, esso è già l’inizio della realtà».

Ecologia mentale

L’ecologia mentale è un nuovo modo di vedere, di pensare e di desiderare, che non solo ci aiuta nella ricerca della felicità e della pace interiore, ma dà anche salde fondamenta alla conversione ecologica ormai necessaria: se vogliamo salvare il pianeta dobbiamo iniziare dalla mente10.

10 F. Tartaglia, È ora di trovare pace. Diario di ecologia mentale, Àncora, Milano 2021, p. 254.

I testi presenti in questa collana offrono spunti, input, percorsi di auto-aiuto per favorire il benessere psicofisico, una maggiore consapevolezza delle risorse comuni e sani stili di vita che siano sostenibili e propositivi.

1. Cambiamenti a km 0. L’opzione del quotidiano per nuovi stili di vita, di Adriano Sella

2. Virtuale è reale. Aver cura delle parole per aver cura delle persone, di Giovanni Grandi

3. Generare luoghi di vita. Nuove forme dell’abitare, di Johnny

Dotti e Chiara Nogarotto

4. La routine della felicità. Segreti e buone abitudini per vivere bene, di Francesco Micci

5. L’ energia positiva del cambiamento. Per generare un quotidiano nuovo e felice, di Adriano Sella adrianosella80@gmail.com

Il pianeta soffre e ce lo fa capire in molti modi: cambiamenti climatici, impoverimento di popoli e territori, inquinamento. Servono nuove pratiche, nuovi atteggiamenti, nuove abitudini. Questo libro è un invito a passare in rassegna le azioni della nostra giornata-tipo, dalla mattina alla sera, per renderci conto di quante occasioni di cambiamento essa possa offrire. E si tratta di cambiamenti a km 0, dal momento che non è necessario fare cose straordinarie, ma semplicemente impegnarci nell’ordinario, cioè nel quotidiano.

Adriano Sella è educatore, scrittore, conferenziere sui nuovi stili di vita. Missionario laico del Creato, è promotore del movimento Gocce di Giustizia e coordinatore delle Reti nazionali Nuovi Stili di Vita. Ha conseguito la licenza in Teologia morale e ha lavorato per molti anni in Brasile. Autore di numerosi libri e articoli, con Paoline ha pubblicato, tra gli altri, Cambiamenti a km 0. L’opzione del quotidiano per nuovi stili di vita (2020).

Immagine di copertina: © HubokiDzianis / Shutterstock

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