“I Quaderni dell’Alba” Raccolta di poesie N. 2 – Novembre 2009
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Foto pubblicate:
Fausto Bossi
Elaborazione Testi:
Paolo Bossi
Impaginazione e grafica:
Fausto Bossi Paolo Bossi
Circolo Culturale “l’Alba” www.circoloalba.altervista.org © 2009 Tutti i diritti sono riservati. È consentita la riproduzione parziale, previa autorizzazione scritta da parte degli autori.
“La Poesia educa il cuore, riempie certe brutture della vita, alle volte anche la fame, la sete, il sonno. Cura anche la ferita di un grande amore appena finito o di un amore che potrebbe nascere!” (Alda Merini, poetessa lombarda appena scomparsa)
Questa pubblicazione vuole dare la possibilità ai membri del Circolo di presentarsi e farsi conoscere, diventando un momento di compagnia o un luogo di incontro fra la bravura – fantasia dei poeti ed il lettore.
Maria Luisa Avvignano Note sull’Autore: Nata il 19/03/1963 e trasferitasi nella sua attuale residenza a Fagnano Olona (Va) nel 1995. L’autrice iniziò a scrivere i primi componimenti poetici all’età di 19 anni, successivamente alla morte del padre. Nel 2004 in lei riemerse, dopo oltre 20 anni, l’ispirazione poetica che da allora la accompagna quotidianamente. Le caratteristiche strutturali, i temi ed i contenuti degli scritti seguono il progressivo mutamento psicologico ed emotivo dell’autrice.
Ad Angelika Disegna l’amore, lo vivrai sconfina oltre l’infinito, pace assaporerai aleggia nell’aria, gabbiano diverrai come lupo ferito, urla al mare pensieri tuoi l’onde, provvidenzial gaiezza sprigioneranno il cor plasmeranno.
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Se Se l’onde del mare i pensieri rapissero, se l’alito del vento sospingesse l’anima al di là dell’infinito, se il nostalgico gioir nuova vita donasse, l’insipiedente sapor d’essere verrebbe risucchiato nell’impenetrabile abisso marino, per essere obliato: mai più turbe d’umana visione, ma esaustive giocondità dall’immenso donate.
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Maria Luisa Avvignano
Amor nascente Approdai sul monte dell’Olimpo, e lì restai; assaporai il vino degli Dei, mi inebriai; alla mensa mi sfamai, del cinghiale assaporai, ma dall’alture di sì suprema dimora, giammai mi nutrii. Onorevol vite m’attende, nell’oblio d’amor nascente vorrei immergermi, le ali spalancare alla vita. Nell’immenso librare l’anima mia di gioia empire, nell’universo di colori mirabilmente volteggiare, il volto di Cristo sfiorare. Munificente splendore dall’infinito avvolto distintamente avvertire, dell’altrui virtù, assaporarne l’essenza affinché possa godere d’eminenti virtuosismi dall’immobil volta celeste cadenzati, in Dio rinascer.
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Sapor d’antico Poemetto d’un tempo ancor t’assaporo, gli avi onorasti lor cuori plasmasti, ma dall’anime d’un passato ormai trascorso, sgorghi ancor: munificenza evochi, d’antiche risonanze ancor ti nutri, divin essenza, trascendente pietade sprigioni. Tra libri dorati d’antica fattura, immagini d’artisti or defunti, evocano romanticismo, fonte d’ispirazione d’insaziabile sapienza. Della storia fosti l’interprete, virtuosismi nascosi dolci note evocarono, di secolo in secolo giovin vite empi d’aggraziata beltà dall’eterno sospinta.
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Angerina Banfi Note sull’Autore: Nata a Varese, all’età di nove anni si è trasferita a Gorla Minore con la famiglia che custodiva il casello delle ferrovie Nord Milano. Ha lavorato per trent’anni presso gli uffici postali della Valle Olona ed è stata direttrice dell’ufficio postale di Gorla Minore. Scrive da parecchi anni sul suo paese che ama moltissimo e che rivive nelle sue poesie con le sue tradizioni, i suoi costumi, i suoi luoghi caratteristici, i suoi personaggi.
Notte d’agosto Notte d’agosto limpida e chiara, la brezza culla i rami del cadente geranio, gonfia le tende di finestre e balconi penetrando nella accaldate case per scacciarne l’opprimente afa del giorno. Alta brillante stupefatta, senza veli la luna splende in un nero cielo vibrante di stelle e la sua luce immerge tutto in un bagno argenteo. C’è silenzio, rari motori per le strade, nessuna officina rumoreggia. Signori della notte i grilli tengono concerto, accompagnati da latrati lontani. Orecchi e cuore non più avvezzi a tali suoni ascoltano estasiati. Bello sarebbe camminare per le strade ascose, di dura terra sol lastricate e bearsi di suoni d’odori, di buio e di luce. Mano nella mano, lasciarsi cantare il cuore assieme alla natura! 8
L’albero La mia mano si tende verso il tuo tronco rugoso, sfiorano le dita la corteccia ruvida, poi il palmo tutto si apre, le braccia ti circondano e la gota si posa come su un grembo materno. In quell’istante io sono te e tu me e nello scambio ne traggo forza e verità. Dal profondo, della terra amica, sale la linfa che da secoli ti nutre. Solido possente, ricco di saggezza, ridistribuisci ciò che ricevi, lì, mobile e immobile, vivi. Ed io vorrei trarre a me un po’ della tua forza, immettere nelle mie vene quel nutrimento che dalla terra trai e illuminarmi e spander luce intorno distribuire gioia a piene mani, come fai tu con la tua ricca verde ombra, senza fatica senza compenso chiedere, ma così…perché così doveva essere. Così tu sai essere il tuo destino. Ma il mio qual è?
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Angerina Banfi Sera di gennaio La luna col suo lucore la notte distenebra. Il vento gelato del nord con soffio ineguale gli spazi dilata, più alti fa i cieli vibranti di lucide stelle. Qua e là entro muri e cancelli masse nere d’abeti, ramose betulle spogli cespugli, contro i terso cielo di stagliano. Cammino, sonoro il passo, per vie solitarie. All’inusitata cadenza latrano i cani allarmati e ringhiando, vanamente s’avventano furiosi.
Cammino nella gelida sera e son sola. Si fa vivo il ricordo d’un passo a me unito, sulla lunghezza del quale il mio misuravo. Le mani nude intrecciate in una sola tiepida tasca. I visi gelati e ridenti i cuori traboccanti d’amore. Mamma l’incantesimo non può più ripetersi, ma io non ho scordato.
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Lo sguardo di Dio Il mio cuore esulta ogni volta che il mio sguardo, frugando nel creato incontra il Tuo e lo riconosce. Come sei bello Signore! Vado alla ricerca dello sguardo di Dio per colmare di gioia il mio cuore. Onnipresenti occhi d’Amore. Ora azzurri come il cielo spazzato dal vento. Ora candidi come le gonfie nuvole che veleggiano spumose. Oppure cangiante in una foglia ondeggiante.
O nel sottile stelo d’erba sul ciglio della strada. Magari colorato e profumato come un grappolo di glicine sopra una cancellata. A volte mi guardi amoroso dalle bianche corolle ne fosso. Ma sempre m’accarezzi al mattino raggio di sole nascente. Mi colpisci al tramonto lama di luce morente. Il Tuo sguardo d’amore mio Dio, lo ritrovo in tutte le cose!
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Paolo Bossi Note sull’Autore: Nato il 28 novembre 1982 risiede da sempre a Fagnano Olona; si diletta fin da ragazzo a comporre in prosa, per passione personale. Amante della musica fin da ragazzo; Appassionato di fotografia e di tutto quello che fa parte della sfera informatica. Promotore e realizzatore del sito internet della Pro Loco di Fagnano Olona, quale strumento di promozione culturale per il proprio paese. Ha partecipato a interessanti scambi culturali svoltisi con differenti realtà venete e lucane. Amante della storia e delle tradizioni locali, partecipa attivamente, organizzando e supportando le molteplici iniziative promosse dalla Pro Loco e da altre numerose associazioni fagnanesi e del Varesotto.
La pioggia di diamanti Vedo il tramonto di un rosa acceso e un angelo azzurro in pieno cielo. Ho l’impressione che cada qualcosa… è della pioggia, non una rosa. Come un velo di sposa cala sull’altare, l’acqua anche il mio viso viene a bagnare. Prendo la pioggia tra le mani, un gioco senza limiti umani. Un’emozione che non ha eguali. Sembra di avere Dio alla tua pari. Ed i passanti sembravan dire che: una pioggia di diamanti scendeva sui due amanti… 12
L’orizzonte dentro noi… Pensare d’essere una nuvola, grande, piccola o argentea… e vagare nel cielo stellato come un grande viaggio da finire nell’immenso azzurro e poi sparire… L’esistenza è da vivere! Pochi dubbi e tanto azzurro come il cielo da noi veduto, e credere di andare avanti alla ricerca dell’infinito… Alla ricerca di un mondo perduto, da una cultura sempre più esigente che pretende e distrugge la nostra mente. Ricercando un angolo perso da qui all’orizzonte più disperso… da qui al mondo ormai perso… …fino al giro dell’Universo… …finché il mio spirito sarà libero !
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Paolo Bossi
My Soul (la mia Anima) I draw my way around my soul Mi perdo a sentire il tuo profumo. Vengo come attratto da una forza sconosciuta che mi distoglie dalla mia vita. Sembro uno zombie che vaga senza meta; non comprendo il sapore delle cose, non riesco a trovare le parole. So solo che ti vorrei amare e tra le mie braccia cullare. Voglio costruire la mia vita intorno alla mia Anima!! Tutto dovrebbe rispecchiare il mio pensiero. Un’anima fragile che non vuole essere sottomessa e con ogni forza si ribella al destino. I draw my life I want draw my life around my soul‌
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Candida neve Candida neve si culla nel cielo, punteggia l'azzurro e i verdi colori. Riempie con il suo manto tutta la terra, i cespugli, gli ulivi e le stelle natalizie. Ogni strada è ricoperta, si vedono appena le orme lasciate dai bambini. I solchi dei carretti e i segni dei pneumatici. Per qualche ora gli uomini sono sopraffatti; chiusi nelle loro case, nei loro villini, a causa della neve che scende copiosa. Gli uomini spalano, le donne assistono e i bambini giocano. Pupazzi di neve e candide montagne si ergono in ogni luogo. Stravolto è il panorama d'oggi: i colori invernali lascian spazio a un mondo tinto del sol bianco.
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Pinuccia Bossi Note sull’Autore: Giuseppina Bossi (per tutti Pinuccia), nata a Fagnano Olona nel 1936, mamma e nonna. La poesia è sempre stata per lei una retrospettiva interiore che la fa ritornare ai valori ricevuti. Ama la poesia in lingua ma ancor più il dialetto, riputandolo un grandissimo patrimonio culturale da conservare e tramandare. Attualmente ha incominciato a partecipare a concorsi riportando sempre felicemente premi.
Valurizà ul “mumantén” Té pruà par un mumentu ul côo valzà e a luna guardà, o ul ciel stèlà amirà e vidé a nuvola che disegn l’ha furmà? Té pruà dàa grandezza dul mar lassàss ciapà e a putenza d’uonda userà, o l’usignò che ul ràgiu dul su l’ha traversà e su a pianta in fiur l’é andai a cantà? Té pruà a suridi al tô papà o i cavèi bianchi da tô mama carezà, o strengi a mán d’una màa o… par un minutu i oeugi d’un fioeu incrusà? Té pruà a vèghi lì tacà ul tô amis, quel vera ca l’é rivà in dul mumentu dul bisogn a utà senza digal, senza vèss pagà? 16
Té pruà a verdi i brasc spalancà e poeu strengi chi té spetà, o capis senza parlà e dumà suridi a chi té spusà? ATTIMI… MOMENTI… MINUTI… Frazion da tempu da aprezà densi, pién da güsta che anca sa sé straca, i riesan a ripagà a fádiga dàa giurnàa. Picul, piculisim mumenti de felicità minuti ca tà permetan da drizas in pé e continuà par arivà a chel di là ul tô dì, ul dì che par nôm ti saé ciamà.
Valorizzare l’attimo Traduzione in lingua Il quotidiano a volte è pesante ma se sappiamo osservare il creato e fare attenzione a piccole cose, scopriamo una forza che risolleva
Hai provato per un momento la testa alzare e la luna guardare, o il cielo stellato ammirare e vedere la nuvola che disegno ha formato? Hai provato dell’immensità del mare lasciarti incantare e la potenza dell’onda osservare, o l’usignolo che il raggio del sole ha attraversato e sull’albero in fiore è andato a cantare? Hai provato a sorridere a tuo padre o i capelli bianchi di tua madre accarezzare, o stringere la mano di un malato o… per un minuto gli occhi di un bimbo incrociare? Hai provato ad avere lì vicino il tuo amico, quello vero che è arrivato nel momento del bisogno a aiutare senza chiederglielo, senza essere ricompensato?
Hai provato le braccia spalancare e poi stringere chi stavi ad aspettare, o capirsi senza parlare e soltanto sorridere a chi hai sposato? ATTIMI… MOMENTI… MINUTI…
Frazione di tempo da apprezzare densi, pieni da gustare che se anche stanca sei riescono a ripagare tutta la fatica della giornata. Piccoli, piccolissimi istanti di felicità minuti che ti permettono di raddrizzarti in piedi e continuare per arrivare a quel giorno là il tuo giorno, quello in cui per nome ti sentirai chiamare. 17
Pinuccia Bossi …e tì lassal… La saghi i ann cuntà hinn tanti chi ca gh’hee pasà; lassal parlà i leggi giusti lü a sa su a sô pel ha sperimentà, sa l’é bón anmô da ridi lasagal fa! La saghi ascultà l’é nò un’estraneo da cà. Lassal vusà al gh’ha bisogn da sentis impurtanti al ver nò cumandà; lassal ricurdà a l’é un vucabulari stampà, lassal dumandà e rispondaghi i uregi gh’ha s’en stupà ripeti, inscì al resta nò scantunà! Cumpagnal, a vista gh’ha s’é sbasà; lassal vignì in máchina fal sentì nò scartà; …ul pél in du’oeu va nò a cercà, s’al parla pôcu fal parlà, lassal pregà d’umbrìa dul Signor l’é già quatà! … E sa l’é maiàa? ...
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Eh… al po’ veghi pagüa a vèss maiòa, i dì sa’scôrtan, al po’ vèss preocupà; lassal nò piangi, dulurà, fal nò sentiss abandunà, curr, dass da fa nar cunsulà par mán al voeur vèss ciapà! Lassal sperà, l’é su da ti che al po’ cüntà. Quanti valoeur al vor cunsegnà; fermas… süta nò a caminà e… suridi, godi ca tél pôdi anmô vutà e una careza, un basén dà. Festegial e a turta faghi anca mangià dài, fall par pietà; però, l’é no un’elemosina ca se dré a fa ti prepari meriti par a tô eternità, curàgiu, …insema a lu riprendi a stàa. Alza i ouegi al Signor e anca LU “la saghi” fa. Asculta s’al diss: “L’É PAR QUEL CÀ TÔ MUTÙ TACÀ, L’É PAR QUEL CÀ TÔ IMAPARENTÀ!”.
…e tu lascialo… Traduzione in lingua È il monito per chi ha vicino persone anziane ed è un chiedere loro scusa se la nostra frenesia ci fa dimenticare valori così grandi.
Lascia che conti i suoi anni sono tanti quelli passati; lascialo parlare le leggi giuste lui le sa ha sperimentato sulla sua pelle, se ancora sa ridere lo faccia!
Eh… può aver paura a essere ammalato, i giorni s’accorciano, può essere preoccupato; non lasciare che pianga, che dolori, non farlo sentire abbandonato corri, datti da fare per consolare per mano vuole essere preso!
Lascialo ascoltare non è un estraneo di casa. Lascialo gridare ha bisogno Lascialo sperare, di sentirsi importante è su di te che può contare. non vuole comandare; Quanti valori vuol consegnare; lascialo ricordare fermati…non continuare a camminare è un vocabolario stampato, e…sorridi, lascialo domandare e rispondigli godi che ancora puoi aiutare le sue orecchie si sono chiuse e una carezza, un bacio dare. ripeti, così non resta scantonato! Festeggialo Accompagnalo, e la torta fagli anche mangiare dai fallo per pietà; la vista gli si è abbassata, lascialo salire in macchina però non è un’elemosina non farlo sentire rifiutato; che stai facendo ti prepari meriti per l’eternità, …il pelo nell’uovo coraggio, …assieme a lui non andare a cercare, riprendi la strada. se parla poco fallo parlare, lascialo pregare Alza gli occhi al Signore nell’ombra del Signore e anche LUI lascialo fare. già è coperto! Ascolta cosa dice: “È PER QUESTO …E se è ammalato? … CHE TI HO MESSO VICINO È PER QUESTO CHE TI HO IMPARENTATO!”.
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Carmelo Caldone Note sull’Autore: Nato a Grottole, simpatico e suggestivo paese lucano in provincia di Matera, il 17 giugno del 1958, ma abita a Fagnano Olona dal 1965. Ha pubblicato due libri di poesie dal titolo “Mia terra addio” e “Fuggire dalla tua bellezza”. Il primo è stato realizzato con il contributo di Prospetta; mentre il secondo dalla casa editrice Montedit di Milano.
Il respiro del vento Nella culla d’azzurro dormono le foglie, sembrano sognare il perso sguardo umano col suo cercar spazi di sogni… Attendono il respiro del vento per dare una movenza di speranza or che sulla terra è tutto un levarsi di povere grida.
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Il Sogno Sul pendolo del tempo la vita oscilla coi suoi brandelli d’amore graffiati da inganni,promesse e finalità assurde. Ma ogni strada avrà il dissapore di un solitario cammino o l’estasi finita di un incontro, ogni finestra sul palco della notte avrà la fumosa spoglia del sogno in una luce che tarderà a morire! Il mondo in qualche suo anfratto fermenta insane ribellioni, chiede pegno alle tenere vite come un potente irriguardoso che non ascolta nessun pianto! E le nostre mani i nostri volti alla cieca cercheranno nelle trincee del buio quel principe dal bacio che non lascia mai l’amaro né virtù d’amore che si frantumano! Silenzio…silenzio…vi prego! Or mi dorme una bambina fra queste mille grida notturne!
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Carmelo Caldone Bimba felice Quando per gioco lanciavamo i sassi nel fiume, tu stupita guardavi il cerchio nell’acqua crearsi… Il tonfo sordo del sasso non volevi udirlo, perché come tua svanita chimera s’affondava… L’acqua limacciosa cancellò quel breve aperto disegno di un cuore e tu quasi in pianto mi poggiavi la dolce testolina al petto… Oh quei cari luoghi dei sogni giammai vorrò che il tempo li tramuti, perché ancora in essi voglio ritrovare l’orma dove tu eri… Eri bimba felice con lussureggianti ninnoli al collo e con vesti color tenui di un sole all’alba… Eri bimba felice senza un inganno provato né stranita di amori ma io di quel miglior fiore non seppi apprezzar valori che solo ora,ormai tardi, nell’inquietudine degli anni miei…
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Silenzi e sguardi Quando sentimmo fremere la terra al nostro passo di giovinezza. Quando vedemmo all’alba le nostre rose notturne macchiate dai nostri baci non dati. Quando nei silenzi e negli sguardi capimmo la paura di una grande passione, tu già da allora mi sfuggivi negli occhi come onda piÚ lieve in un mare senza perdono.
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Dina Colombo Note sull’Autore: Vive da sempre a Gorla Minore. È sposata e madre di due figlie ormai grandi. Ha insegnato per vent’anni in una scuola elementare. Durante il tempo libero coltiva le sue passioni: (in ordine alfabetico) ♦ coccolare i cani ♦ cucinare ♦ fare lunghe passeggiate a piedi e in bicicletta ♦ leggere e scrivere poesie ♦ sognare la Sardegna.
Voci d’estate Non ho mai capito se pace mi dona il canto del grillo la nota nascosta uguale dolente che sale nel cielo a bucare la notte. Non ho mai capito il frinir di cicale se non è mollezza d’un sole sfinito.
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Sardegna siccitosa Sete profonda fino alle viscere voglia di gocce che prende le fauci la gola. Ho respirato l’arsura di giugno la rena che il vento depone sui lecci sul mirto e poi disperde confonde trascina. Inocula in me.
Città in collina Un’ultima curva e apparvi così molle distesa col tuo profilo che scende che plana in capitomboli leggeri. E io dovevo incalzare la mente per figurarmi l’eretto di case e non la posa mobile che dice sdrucciolio. Dovevo pensarti radice e non di muri al vento scia.
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Dina Colombo Tintarella Regalo rughe alla mia pelle oggi rughe di sole. Mi scrollo di dosso le squame scialbe ingrigite e le baratto con ambra d’agosto. Forse a dicembre mi pentirò ma non adesso lucertola incallita.
Non ho paura Rumori… Sarà il vento o passero incauto che prese per cielo l’azzurro di un vetro. Rumori… Respiro della casa. Non posso pensare a qualcosa di cupo nell’aria innocente di questo mattino.
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Strade gelate Ora cerco il sasso la punta sgradita che riga la pelle ma non mi fa slittare nel gelo di stamani. Do un incedere goffo alla mia strada oggi. Ăˆ passo ambiguo rotolante il mio.
Schiamazzi notturni Voci lontane a rubare la notte. Mi desto e ho la parvenza di cosa interrotta lasciata in sospeso. Cerco la pace dei muri domestici. Vado ben oltre i confini di questo sonno perso leso.
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VIENI A CONOSCERCI La sede del Circolo Culturale è presso la Biblioteca Comunale sita in Piazza Matteotti a Fagnano Olona (Provincia di Varese); i soci si riuniscono il primo sabato del mese alle ore 15:30.
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6 gennaio
Falò di San Antonio e Benedizione degli animali
17 gennaio
Festa Patronale di San Gaudenzio
22 gennaio
Falò della Gioeubia
Ultimo giovedì di gennaio
Festa dei Nonni
1° giovedì di febbraio
Sagra dei Prodotti Tipici Lucani
1 maggio
Biciclettata Avis Aido
3° domenica di maggio
Sagra della Luganiga
1° domenica di giugno
Festa “Risveglio delle 2 F: Ferrovie – Fiume”
2° domenica di giugno
Festa Patronale di San Giovanni - Bergoro
Ultima domenica di giugno
Festa del Santuario Madonna della Selva
1° domenica di luglio
Festa alla Fontana di Manigunda
3° domenica di luglio
Festa di Sant'Anna
26 luglio
Festa di Santa Maria Assunta - Fornaci
1° domenica di settembre
Rievocazione Storica
3° domenica di settembre
Sagra della Zucca
2° domenica di ottobre
Festa di San Martino, compatrono, benedizione 11 novembre del pane e apertura della Cappella restaurata Sagra della Mela 2° domenica di novembre Concerto di Natale
Venerdì prima di Natale
Arriva Babbo Natale
24 dicembre 33
Attività del Circolo Culturale l’Alba nel 2009: Serata di presentazione de “I Quaderni dell’Alba” Fagnano Olona – Aula magna scuole medie – 16/05/2009 Festa delle Associazioni Fagnano Olona – Parco Avis-Aido – 02/06/2009 Incontri settimanali presso la struttura “Casa Serena” in Bergoro Dibattito e lettura di poesie all’Expo Brianza Bovisio Masciago (Mi) – 03/10/2009 Rubrica “la poesia nell’attualità”, all’interno degli incontri il primo sabato di ogni mese presso la Biblioteca comunale di Fagnano Olona dalle ore 15:30
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Un momento della presentazione del Circolo, il 12 luglio 2008. Paolo Bossi, Carmelo Caldone, Antonio Vaccaro con (secondo da destra ) il presentatore della serata Fausto Bossi
Partecipazione promozionale alla Sagra di Pomm a Fagnano Olona, il 9 novembre 2008 36
Un momento della presentazione del primo volume de “I Quaderni dell’Alba” il 16 maggio 2009.
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Elisa Della Corna Note sull’Autore: Nata a Monza nell’autunno del 1984, fin dall’infanzia acquisisce la passione per la poesia che svilupperà poi in maniera viscerale nel tentativo di mettere a fuoco il proprio vissuto interiore. Un ventaglio di parole mutevoli come il correre delle stagioni, che sfocerà poi in un libro soffermandosi sulla stagione stessa che darà origine al titolo: “Parole d’autunno”. Elisa si presenta come una persona solare e complessa: ama gioire delle piccolezze della vita, ma altrettanto facilmente si sofferma sulle sofferenze che il percorso di crescita offre, proprio per questa volontà di chiarezza che traspare nel sensibile animo poetico.
Vivere la vita Sale il mare scende il cielo sul gonfiarsi dell’argine sabbioso… Cupa la notte nella nera alta marea. Salpo al largo, mi cullo tra la lucentezza della superficie ricca di brillanti i miei pensieri ardenti si alimentano con candide stelle cadenti che bramoso rendono il manto dal quale si scuciono pian piano. Vedo all’orizzonte un faro di speranza Mi erigo sulla barca e sorrido pensando “Vivo la vita”.
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L’esteta Segretamente ammiro l’esteta che preciso ed impeccabile si mira e si rimira nello specchio. Zelante cammina ritto attorcigliandosi capelli con lo sguardo arcuato si sistema della camicia tutti gli occhielli. Un poco di se stesso innamorato sulla bellezza del mondo sempre concentrato. Un bocciolo di rosa… Ecco, proprio li il suo sguardo si posa, su quei petali di rosa.
La foto Posa da modella faccia da monella immortalata in un Click. Flash! La foto scattata il presente appena passato che nel futuro ancora presente saràPiogge di ricordi come legni accatastati in soffitta spolverati all’occorrenza e accesi… infiammano il cuore.
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Elisa Della Corna
Autunno Autunno che giungi alle porte di colori contornato Rosso di fuoco del caldo estivo un ricordo. Di fresco tanto atteso attorniato Autunno temuto da ogni alunno. Di cieli grigi assopito di gialli intensi munito… Il ricordo di un girasole soggiunge Marrone di foglie di terra bagnata. Accoccolarsi come un gatto d’autunno accanto alla persona amata. Vortica la malinconia non una vera agonia ma una soggettiva frenesia di rallentare … Meditando sull’autunno che verrà la mente sosta e pensa a quali vibrazioni questi nuovi colori le donerà.
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La foglia Arancio mandarino rosso canarino, la foglia scricchiola e scroscia cadendo mentre il piede la sta calpestando, in frantumi di briciole polverizzandola. Povera foglia che un attimo prima dall’albero era cascata!
Pioggia Scorre il tempo scandito da fitte gocce di pioggia tintinnanti L’albero in fronte a me si scuote risentito del solletico delle gocce. Sulle facce delle persone un sorriso spento dipinto‌ Il chiacchiericcio del vento riecheggia nelle orecchie. Lo scricchiolio della pioggia come sulla strada bagnata un paio di scarpe vecchie.
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Lina Garghetti Borgo Note sull’Autore: Dal 1972, è impegnata nel volontariato per l’aiuto agli anziani. Ha iniziato a scrivere poesie fin da giovanissima. Vive da moltissimi anni a Fagnano Olona.
Bisogno d’amore È triste essere soli quando nessuno pensa a te nessuno ha bisogno di te è inutile guardare verso la porta non sperare…non arriva nessuno è inutile varcarla nessuno aspetta fuori chi è solo è di nessuno se avessi una sola persona nella vita che mi sussurra…ti amo indipendentemente da tutto ti amo anche se sei stupido ti amo anche se scivoli in basso ti amo anche se sbagli se commetti errori ti amo anche se ti comporti come un essere umano io ti amerò ugualmente
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Mamma Dal mattino sei tu la bella aurora alba radiosa della mia vita il volto giammai si discolora sempre sereno sempre in armonia e se ti piange il cor…mostri allegria sboccia dal labbro tuo dolce il sorriso dal cuor distacchi ogni malinconia sol che ti guardi un attimo nel viso mamma sei bella come un fiordaliso più di un aulente maggio tutto un fiore mamma di già travedo il paradiso nel dolce sguardo pieno d’amore mamma parlan di te i prati in fiore l’azzurro del mare il bel cielo turchino mamma che vuol dire amore…amore amore del creato e del divino e mamma il balbetta del bambino e mamma il balbettar di chi muore mamma chiama nel sogno il pellegrino e mamma nella gioia e nel dolore
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Lina Garghetti Borgo
Che cos’è il dolore Si parla tanto di crimine sofferenza e dolore soprattutto sul giornale o quando si accende il televisore e mentre attenti ascoltiamo in cuore pensiamo‌ ma in che mondo viviamo hanno fatto un attentato hanno sequestrato hanno ammazzato e noi continuiamo a pranzare come se non fosse compito nostro far qualcosa per poter cambiare e convinti tutti quanti diamo la colpa ai governanti ci sentiamo in dovere di giudicare convinti che siamo nel giusto lo possiamo fare
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eppure lo sappiamo per esperienza il dolore fa parte della vita nessuno è senza il dolore più grave non è scritto solo sul giornale dove tutti lo possono constatare ma è anche quello che ognuno di noi si porta nascosto in cuore non si può svelare ma anche quello è dolore poter vivere serenamente affannarsi…perché la vita altro non è che un battito di ciglia
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Giuseppe Mauro Note sull’Autore: Nato il 12 ottobre 1924 in un paesino lucano, Acerenza, ma abita a Fagnano Olona dal 1960. Ha cominciato a scrivere poesie per i suoi nipotini, che sono tre. È membro fondatore del Circolo Culturale l’Alba di Fagnano Olona.
Un bambino adottato Mamma tu mi hai adottato e mi hai allevato ed io te ne sono grato e ti ho sempre ringraziato, ma un favore ti voglio chiedere io: vorrei conoscere la vera mamma mia. Figlio hai ragione e ti comprendo per tutto questo ti terrò contento, quando ti ho adottato non l’ho incontrata e sino ad oggi non le ho mai parlato. Faremo un appello alla T.V. E le farai capire che la cerchi tu, “Se mi ami e hai affetto vieni a trovare il tuo figlioletto”. Di quello che è stato non mi importa voglio conoscerti almeno una volta, non mi importa che mi hai abbandonato perché io ti ho già perdonata. Un giorno senti squillare il campanello apri la porta e vedi una donna troppo bella, quando eravamo faccia a faccia siamo caduti tutti e due fra le braccia. Pianti e baci di grande gioia ma non finivamo di chiederci perdono. 46
Il pentimento di un ergastolano Finalmente la causa è terminata all’ergastolo sono stato condannato Di tutto quello che ho combinato una giusta condanna mi hanno dato Di tutto quello che ho fatto me ne pento Tornare indietro non sono in tempo Sono stato un vero delinquente Ho fatto piangere tanta brava gente Ho scippato, ho rubato Ho violentato, ho ammazzato Ho spacciato droga per le vie Quanti ne sono morti per colpa mia Avessi ascoltato la mamma mia di lasciare la malacompagnia Mi ha sempre detto “abbi orgoglio lascia la malavita e prendi moglie” Ho cominciato alla tenera età Sembrava un divertimento andare a sparà Poi capendo quello che avveniva ho dato ragione alla mamma mia Ai giovani che vi trovate nello stesso ambiente Correggetevi se fate ancora in tempo Lasciate la vita da delinquente E abbracciatevi alla brava gente
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Giuseppe Mauro La moda La moda oggi è imbizzarrita E fanno fatica a trovare vestiti Tutti i giorni si vestono a festa E quando viene la festa la vogliono un’altra veste La moda dei pantaloni è una cosa bella Ma stanno bene alle ragazze snelle Le ragazze che sono un po’ grascione Sembrano delle grandi cofanone Arriva la moda un po’ indecente E disgusta a tanta gente Per far vedere le gambe e strizzare gli occhi Portano la gonna di sopra il ginocchio Questa viene chiamata la mini gonna Che portano le ragazze e anche qualche donna Quando vanno a sedersi tira e tira giù Ma cosa vuoi tirare che stoffa non c’è più Portano la veste lunga per coprire le scarpe Ma avanti o dietro c’è un lungo spacco A sprecare tanta stoffa è un peccato Prima tanto lunga e poi l’hanno tagliata Un’altra moda odiata da tutti Che si guastano la faccia con tanti trucchi Le ragazze di oggi sono sbizzarrite Disposte a tutto per trovare un marito
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Un matrimonio obbligato Caro papà io ho obbedito e l’ho sposato Ma quell’uomo non l’ho mai amato A malincuore l’ho sposato Perché tu me lo hai obbligato Volevo quell’uomo che ti ho sempre detto Il quale tu me lo hai maledetto A quello che io amavo con affetto Anche se era un poveretto Sono tanti anni tra marito e moglie Ma io vicino a me non lo voglio Con te si dimostra tanto bravo Ma a me tratta come una schiava Io penso a quello che mi avrebbe tanto amato Quanta felicità mi avrebbe dato Papà tu pensi a ricchezze e proprietà Ma proprio quella non dà felicità Questi matrimoni non vanno avanti E divorziano tutti quanti Papà tutto questo ce l’hai sulla coscienza Ma io per te pago la conseguenza Faccio appello a tutti i genitori Che i figli sposino chi piace a loro Si possano avvisare e consigliare Ma non si devono obbligare Non importa se è ricco o poveretto Necessario che si amino con affetto
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Stefana Pieretti Note sull’Autore: Nata a Bergamasco (AL), ma dal 1946 vive a Fagnano Olona (VA). Ama la poesia, l’arte e tutte le forme creative, nelle quali con entusiasmo e fantasia si esprime. La sua poesia è delicata, ma con passione esprime gli intrinsechi stati d’animo, le emozioni, i sentimenti e l’amore. Niente è più gratificante che l’esprimere in poesia ciò che suggerisce il cuore. Un suo sogno? Regalare un momento piacevole ai suoi lettori.
Quell’ immenso azzurro… Col sussurrante fremito del vento tra i secolari pini salii… salii sempre più in alto. Ansimando un poco alfine… arrivai in un deserto luogo… sconfinato... E mi lasciai cadere dolcemente su quel profumo d’erba e fiori bevendo lentamente quell’aria fresca e pura.. Ed allargai le braccia per abbracciare il cielo ma … m’accorsi che quell’immenso azzurro già.. abbracciava me.
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Ancor oggi … risento Nelle radici dell’anima nel profondo del cuore … dolci ricordi preziose emozioni s’incatenano … Confuse tra i miei capelli le tue manine … mi ricordano la lieve brezza di primavera che intreccia il tepore del sole … Come un uccellino affamato in affannosa ricerca e la tua boccuccia avidamente spalancata sul mio viso. E quel tuo caldo respiro dal profumo di latte dal profumo di bimbo m’inebria di tenerezza ed i miei sensi cantano amore tuffandosi in un sentimento che non ha confini
Delicatamente ti stringo tra le braccia e rimango così … ad assaporare … mentre dolcemente t’avvolgi al mio cuore e ti sento in me … come incendio d’amore! Un sospiro d’aria pura e il tuo respiro … e il tuo piccolo cuore che palpita sul mio rapisce e bacia una lacrima di gioia. Così lontano nel tempo ancor oggi … risento. 51
Stefana Pieretti In quello sguardo … Smarrirsi… nella malia dei tuoi occhi. Per quello sguardo… indecifrabile.. sincero e ingannatore. Limpido, pulito come il cielo chiaro dopo il temporale.. Tenebroso come la notte buia e misteriosa.. Puro come l’acqua di sorgente.. Profondo come un abisso. In quello sguardo… il mio Oceano… così immenso… così dilagante… mi perdo annego
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Pensando a te Ti penso e ti penso … e ti penso … e nel mi profondo un forte desiderio … si risveglia. Desiderio di te e tanto è forte che mi fa male … E ti rivedo … e ti risento tra le mie braccia … e il tuo profumo.
Illusione Quando l’illusione riapre gli occhi t’abbaglia una forte luce e hai voglia di volare lontano senza meta, senza fine e quando esausto ritocchi terra ritorna lei … la tua illusione padrona della tua anima
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Pier Mario Tognoli Note sull’Autore: Pier Mario Tognoli nato ad Angera il 30 giugno del 1955, risiede a Solbiate Olona in Via Isonzo 2, recapiti telefonici: 0331 376412 o 340 6250706, di professione impiegato commerciale in una ditta di marmi e graniti a Cardano al Campo. Poeta già apprezzato in età giovanile i suoi primi scritti risalgono all’età di diciassette anni. Per diversi anni il rapporto con la sua poesia è rimasto intimo e personale, tenendo le sue opere gelosamente rinchiuse in un cassetto. Nell’anno 2008, dopo essere diventato nonno, si manifesta nuovamente al pubblico, con una mostra personale nella chiesa del Sacro Cuore a Solbiate Olona. Scrive con entusiasmo per tutte le associazioni locali in particolare per il gruppo Alpini e la Pro Loco solbiatese. Le sue liriche esaltano i sentimenti puri ed essenziali della vita quotidiana nella famiglia, nell’amore, ne dolore, nella magia del Natale, nel recupero morale e ambientale. Prossima è l’uscita di un libro in cui verranno raccolte le poesie più significative della sua vita.
Ad Eleonora Nel maggio umidino la piccola Eleonora fa capolino, preghiamo il divino che protegga il suo destino. I genitori, i nonni, gli zii e gli amici son fieri per i bellissimi pensieri di dolcezza e mite bellezza. Accogliamo con gioia immensa un cuoricino nuovo, che batte e risplende come una piccola stella in un firmamento luminoso.
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Il Pirata Oggi il Giro d’Italia è sul Mortirolo, manchi tu Marco nel gruppo di corridori impegnati sulla salita più inerpicata, dove tu scattavi e il vuoto lasciavi, al traguardo volavi come in un arrembaggio con qualche minuto di vantaggio. Lo spettacolo era sicuro, per il tifoso eri un gran talento per l’avversario un portento. La gioia ci accompagna anche a Parigi ai Campi Elisi, dove la gente ti acclamava “chapeau chapeau Pantanì” il trionfo è arrivato fino a qui. Dall’esaltazione alla denigrazione il passo è breve, per una sentenza di una giustizia sportiva, per te inaudita fin da farti perdere la vita. Caro Pirata ora che corri leggero lassù nel cielo, con la bandana rovesciata per l’umanità abbandonata, perdonaci per il nostro distacco in quel momento, quando il tuo cuore si è spento in un lungo tormento.
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Pier Mario Tognoli La morte L’unica è la morte che concilia l’uomo, che lascia ciò che no trovi, e toglie ciò che non lasci. In eterno ciò non esiste e tutto è infinito come il suo segno. Lasciate l’egoismo, lasciate il finto amore, sciogliete l’odio vogliate la pace. Forse il giorno verrà, oggi o domani, può essere alle porte, perché umile e sottile è il filo che ci tiene sospesi. Come petali di rose appassite al soffio del vento cadiamo.
Vecchio Vecchio della generazione hai vissuto un’eternità per non essere vecchio. Il rumore antico del carro con i buoi lancia il suo pensiero: all’alba il lavoro sodo duro ed estenuante senza falso denaro, solo sudore e una piccola pagnotta che non basta da dividere.
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Caro papà Quando la luce dei tuoi occhi incontrerà quella dei miei lassù ne cielo, caro papà mi domanderai quel che è stato dopo la tua morte. Quando saprai del succedere della mia vita, dei miei bellissimi affetti, e della tua bontà donata in eredità saranno lacrime di gioia. Mentre un angelo ci porterà lungo una via bianca nuvolata di fiori ritroveremo abbracciati dentro una luce splendente di eternità divina.
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Antonio Vaccaro Note sull’Autore: Insegnante in pensione. Dal 1965 al 1999 ha prestato servizio a Fagnano Olona. Ora si dedica ad attività socio-culturali, alla poesia e alle sue due nipotine.
Paese di notte Nella notte fredda, rorida ancora della sottile pioggerellina caduta sul far della sera, in una coltre di mistero, dorme il paese. Nel cielo, manto nero di catrame, incastonate brillano le stelle, tremule fiammelle, vegliano il sonno dei paesani. Rintronano, nell’umido asfalto della strada, con rumori strani, i passi miei notturni. Le due e mezza! Dal vecchio campanile Della chiesa antica, cadenzati rintocchi si propagano, ferendo il silenzio della notte. Tutto amorfo appare. Strano, inusuale. Le torri del castello, mi seguono cupi dalle feritoie, circospetti giganti, la guardia fanno ai fantasmi dei padroni: i signori antichi del castello.
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Oltre la cinta Ora che le parole divenute sono vano alito di vento, nessun cenno muta decisioni già definitive; archiviate. Né trame ordite, né fatti, episodi vissuti in altre ore, trascorse epoche, dissolte dall’irrevocabile fluire del tempo, fitto banco di nebbia al caldo assalto di luminosi raggi! Tempo scaduto! …È il giorno, l’ora, il momento di proiettare lo sguardo, finalmente oltre la cinta di spigolosi sassi, ove pigra d’inedia la lucertola al sole si scalda per tentare la scalata.
Sulla spiaggia di Molveno Quale stupore agli occhi miei vederti, quel meriggio sull’erba sdraiata in riva al lago di Molveno! Un’immagine nuova, inaspettata, il tuo costume rosso, tra i mille e mille fiori ed il verde del prato, con l’azzurro cobalto del lago, le tue vezzose forme disegnava. Ninfa de’ boschi arcani; ondina appena uscita dal liquido profondo, a salutare il sole. Ti guardai stupito, abbagliato, poi con lentezza mi sedetti accanto. Fiore, verde stelo d’erba, goccia d’acqua, mi trovai in simbiosi col prato.
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Antonio Vaccaro Io mi chiedo Io mi chiedo Qual’è il perché del mio essere uomo; quale arcano mistero, con adunca mano, tesse la tela della vita? Vedo l’amico in salute sorridere al futuro. All’improvviso, senza segnale alcuno, l’oscuro male ruba i sogni suoi, vanifica speranze ed affetti d’una vita sognata felice, a lungo sospirata. Io mi chiedo; a che vale accarezzare il futuro se all’improvviso dà un colpo di spugna il capriccio del caso e distrugge i sogni a lungo sognati e accarezzati? Io mi chiedo: vivere ora col volo di farfalla o lo stridore estivo di cicala, senza nulla pensare, è solo ciò che ci resta?
Di luce visione Eppur ti vidi, fatta d’aria e di luce attraversare con passi veloci la verde radura! Tu mi guardasti con gli occhi di stelle e, il petto mio in dolce linfa si sciolse! Col verde, fiorito prato e l’infinito cielo l’anima mia si fuse. 60
Vestita di neve Ti ho visto, di neve vestita nel turbinio di mille bianche faville, nella tempesta! Onda leggera increspare appena l’acqua del mare la sera, baciata dai raggi caldi del sole agostano. Ancora ti ho visto nella pioggia battente, rivolo d’acqua attraversare il prato, finire in mare. Nel cosmo infinito, di stelle brillanti vestita, anima mia ti ho riconosciuta essenza del creato.
Dopo la nevicata Timido s’apre il nuovo giorno; nel cielo ancora stanco, leggere marezzano nuvole fuggiasche. Il sole cresce. Al suo tiepido bacio, in lento sudario, si scioglie la recente neve; perde la purezza ed il candore ch’avea cadendo dal lanoso cielo. Così la vita sfoglia i miei giorni e lentamente perde, giorno per giorno, l’innocenza e la speranza ch’avea ne l’infanzia remota.
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L’intento principale del Circolo Culturale “l’Alba” è quello di valorizzare i racconti e le poesie già scritte e future, promovendone lo sviluppo sia in numero di persone sia di testi redatti, considerando basilare la volontà di non disperdere queste preziose energie che sono un esempio per la loro stesura e comprensione per la comunità. La vena poetica bisogna continuamente coltivarla, svilupparla per migliorarla raffinandola rendendo più fluida l’espressione e la capacità di trasmettere emozioni e sensazioni di un momento particolare del poeta, anche alla platea che ascolta.
Cariche Associative: Antonio Vaccaro
Presidente
Carmelo Caldone
Vicepresidente
Paolo Bossi
Segretario
VIENI A CONOSCERCI: La sede del Circolo Culturale è presso la Biblioteca Comunale sita in Piazza Matteotti a Fagnano Olona (Provincia di Varese); i soci si riuniscono il primo sabato del mese alle ore 15:30.
www.circoloalba.altervista.org e-mail: circoloalba@altervista.org
Alcuni poeti davanti alla Cappella di San Martino a Fagnano Olona
Il Circolo Culturale “l’Alba” è nato per promuovere la poesia e la letteratura, attraverso incontri e manifestazioni sul territorio. Questi incontri saranno momenti di confronto delle proprie esperienze, di apprendimento di nuove nozioni, di riflessione, di divertimento e di reciproco stimolo e supporto nell’impareggiabile arte di scrivere sulla carta ciò che pensa la mente o il cuore. Racconti, letteratura e narrativa sono tipologie di espressioni che, sia in lingua sia nella versione popolare dialettale, arricchiscono e riempiono lo spazio culturale che affianca la poesia nel gruppo. Sono benvenute tutte le persone che vogliono partecipare, anche solo saltuariamente a tutte le proposte del Circolo.
www.circoloalba.altervista.org e-mail: circoloalba@altervista.org
Nuove idee per nuove cucine Bonicalzi Cucine s.r.l. Via per Fagnano Olona 4 – 21058 Solbiate Olona (Va) Telefono 0331/641269 – Fax 0331-649495 www.bonicalzi.it – e-mail: info@bonicalzi.it