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Anno 2 - Numero 1 - Febbraio 2011 - Periodico Trimestrale - Poste Italiane S.P.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% NE/TV - Contiene I.P.

Il Giornale del Consorzio Radicchio di Treviso e Variegato di Castelfranco Igp

FEBBRAIO 2011

N° 01

GIANCARLO GALAN, QUALITA’ GARANTITA

UN’ALLEANZA FRA DOP E IGP

La legge sull’etichettatura in difesa delle denominazioni di origine

Produzioni venete unite per rafforzarsi sui mercati

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Vestiamolo con stile

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E INOLTRE... Identità certificata

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Packaging e radicchio PAG 9 Unascom difende l’lgp PAG 13 Antica Mostra: com’è andata PAG 14

L’idea di una confezione unica per il radicchio a tutela della qualità e in difesa della territorialità

Chef Cup in Val Badia PAG 14 Il Consorzio su Facebook PAG 14 Master del cibo e del vino PAG 15 Altoatesini in visita PAG 18 Vettorello, uno chef in rosso PAG 19 Uno di noi: Lucio Torresan PAG 20 Iniziative della Strada PAG 21

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EDITORIALE

CONSORZIO

TECNICA

UN RADICCHIO, UN IMBALLO

RADICCHI UNITI

CONSERVAZIONE POST-RACCOLTA

Un nuovo brand per il radicchio, che ispiri fiducia nei consumatori, è la strada che il Consorzio vuole seguire con forza

A Fruitlogistica le tre Igp di Treviso e Castelfranco, Verona e Chioggia presentano un progetto di sinergia comune

Consigli per la scelta delle piante migliori e per i metodi più efficaci di conservazione in celle frigo, prima della forzatura


intro

di PAOLO MANZAN Presidente Consorzio Tutela Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco

Un radicchio, un imballo Creare un brand nuovo per il Radicchio, che ispiri fiducia nei consumatori, è la strada che il Consorzio vuole seguire con forza Cari Soci, la parola d’ordine nei nostri progetti vogliamo che sia finalmente l’imballo unico per tutti i produttori di Radicchio rosso di Treviso Igp. Questo non è l’obiettivo del mio mandato, ma una priorità, una soluzione necessaria, una svolta indispensabile per dare un senso al nostro lavoro in azienda, al nostro lavoro di tutela e promozione con il Consorzio. Guardandoci indietro per un attimo ci accorgiamo che sedici anni non sono serviti a risolvere i medesimi problemi. Eppure il Consorzio ce l’ha messa tutta, per merito delle varie gestioni, a promuovere il nostro radicchio che non è un ortaggio qualunque. Lo sapete meglio di me cosa costa in risorse e impegno produrlo. Ora però dobbiamo guardare al presente. Ci sono molte esperienze che ci indicano la via e tutte ormai affrontano il mercato facendo un distinguo tra marchio e marca. Il marchio è la nostra casa, ovvero è il nostro Consorzio. La marca è lo strumento con il quale ci presentiamo ai consumatori, al mercato. La marca deve essere veloce da ricordare, accattivante, simpatica o interessante. Deve far emergere significati secondari e portare subito alla mente la qualità di un prodotto. La confezione unica per tutti noi è un modo per rivolgersi al mercato proprio utilizzando un concetto di marca che faccia distinguere il nostro prodotto. Il consumatore guardando il prodotto può anche non comprendere i mille motivi perché l’Igp è migliore. Un brand, un imballo unico, un rapporto di fiducia con il commercio possono fare la differenza. In molti mi chiedono perché dedico così tanto tempo La Gazzetta del Radicchio N. 1/11 • Periodico Trimestrale • Proprietario Consorzio Radicchio di Treviso Igp e Variegato di Castelfranco Igp - Via A. Guidini, 50 - 31059 Zero Branco Tel 0422 486073 - Fax 0422 489413 - consorzio@radicchioditreviso.it • Editore Edimarca sas - Strada comunale delle Corti, 54 - 31100 Treviso Tel. 0422 305764 - Fax 0422 426343 - redazione1@edimarca.it

gratuitamente al Consorzio. Lo hanno fatto in tanti anche prima di me e lo faranno altri anche dopo. Il Consorzio è un nostro patrimonio che non va disperso e che abbisogna di un cambio di marcia perché i tempi sono maturi. Anzi, il patrimonio è il nostro lavoro, il nostro modo di fare produzione, il nostro radicchio che deve avere un futuro con più certezze. Questo prodotto Igp va difeso e tutelato nel mercato anche grazie ad un’attività di promozione mirata e volta a creare una comunicazione organica, continuativa che si va ad aggiungere a quella ordinaria di prodotto per mettere in evidenza la bellezza del fiore che si mangia. A noi deve interessare l’Igp che si mangia. Gli esempi eloquenti non mancano. Un consumatore secondo voi legge “mela Dop della Val di Non” o viene accolto sul banco della frutta dalla marca “Melinda”? La risposta la sappiamo tutti. E il Tavernello? Che tipo di vino è? Eppure la promozione del brand ha portato alla vendita nel 2010 di un milione di confezioni. Certo è un esempio estremo ma che esemplifica la via da seguire. In conclusione chiediamoci se vogliamo che il nostro radicchio Igp sia un ortaggio qualunque o un prodotto che evoca qualità e bontà indiscusse? Guardiamo pure alle esperienze positive degli altri, facciamole nostre e crediamoci fino in fondo. Questa è l’unica soluzione che soddisfi davvero gli interessi dei produttori. Per il Consorzio quella dell’imballo unico deve essere la partita della vita. • Direttore Responsabile Luca Pinzi • In Redazione Paolo Colombo, 347 6987498 • Stampa Marca Print snc - Via dell’Arma di Cavalleria, 4 31055 Quinto di Treviso • Registrazione Tribunale di Treviso n. 166/2010 del 15/12/2010 • Poste Italiane S.P.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% NE/TV

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sottolineato in rosso Come difendere l’identità del radicchio? Ne parlano il ministro Galan e i tre presidenti delle province rientranti nell’area consortile: Treviso, Padova e Venezia

Foto Opo Veneto

Unico e garantito

C’

è un solo radicchio rosso di Treviso. E anche un solo variegato di Castelfranco. Prodotti di indiscutibile pregio, non solo a livello nazionale ma anche al di fuori dei nostri confini. Non è certo un caso se il celebre cuoco inglese Jamie Oliver definisca nel suo libro “Il mio giro d’Italia” il radicchio trevigiano “la Aston Martin dei radicchi”. Un risultato

raggiunto grazie al lavoro nei campi dei molti agricoltori che sudano le proverbiali sette camicie (e spesso, letteralmente, anche di più) per portare nelle nostre tavole i “fiori d’inverno” in tutto il loro splendore. Fatica che però trova troppo spesso di fronte un mercato frettoloso e con regole spesso infrante, che fan si che vengano immessi radicchi che nulla hanno a che fare con quelli originali

e unici. Abbiamo voluto dedicare l’approfondimento di questo numero del nostro giornale proprio a questo tema, ovvero alla difesa dell’identità non solo del radicchio rosso e del variegato ma anche dei molti prodotti agroalimentari di pregio della nostra regione. Coinvolgendo le principali voci istituzionali e i consorzi di produttori agroalimentari. Buona lettura. LA GAZZETTA DEL RADICCHIO

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sottolineato in rosso

sottolineato in rosso

I marchi Igp, Dop e Str, assieme alla nuova legge sull’etichettatura, sono gli strumenti più efficaci per contrastare il rischio di contraffazioni alimentari

Tutela del produttore e del consumatore: i presidenti provinciali dei tre territori ricompresi nell’area consortile riconoscono l’importanza dell’identità del radicchio

Garantire qualità e trasparenza

L’identità certificata dei “Fiori d’inverno”

di Giancarlo Galan, ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali

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l “Fiore rosso” di Treviso conferma che il Veneto è una delle regioni agricole più importanti del nostro Paese, non solo per volumi di produzione, ma ancor più per la qualità dei suoi prodotti agroalimentari. Con una storia secolare, le prime documentazioni del Radicchio Rosso di Treviso Igp ne attestano la presenza già nel 1500 in provincia di Treviso, dove da cibo della povera gente divenne un ortaggio pregiato e ricercato, grazie alle particolari tecniche di forzatura, imbiancatura e condizionamento che lo hanno reso un prodotto di eccellenza. È proprio l’Indicazione geografica protetta a costituire uno strumento importante a garanzia della qualità e contro il rischio di contraffazioni alimentari. Le denominazioni d’origine sono, infatti, sinonimo di eccellenza, qualità, legame con il territorio, cultura e tradizione, competitività e occupazione. Il nostro Paese con le sue 217 Denominazioni di origine protetta e Indicazioni geografiche protette si conferma leader europeo per i prodotti agroalimentari registrati: un giusto premio al lavoro e alla bravura dei nostri operatori, che sanno consegnarci prodotti di eccellenza, in grado di affermarsi sui

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mercati nazionale, comunitario e internazionale. Un primato che ci comporta da una parte un grande ritorno di immagine sul piano dell’esportazione, dall’altra la responsabilità di garantire e dimostrare che i nostri prodotti sono all’altezza della loro reputazione. Per questo, la qualità dei prodotti agroalimentari è tra le priorità delle politiche di sviluppo della filiera agroalimentare, assieme alla sicurezza alimentare e alla lotta alla contraffazione. L’Italian sounding è una piaga, infatti, che rischia di mettere in serio pericolo l’agricoltura del nostro Paese, causando, anche se non ci sono dati ufficiali, danni economici pari a circa 60 miliardi di euro ogni anno e danni d’immagine inestimabili. Gli strumenti che possono garantire qualità e trasparenza sono proprio la legge sull’etichettatura recentemente approvata all’unanimità e che anche l’Unione europea riconosce essere la strada del futuro, e la difesa delle denominazioni. In questa direzione, stiamo promovendo la qualità delle nostre produzioni Dop, Igp e Stg, sostenendo la più completa tutela dei prodotti da ogni tipo di contraffazione o imitazione, che continua a diffondersi a macchia d’olio in tutto

di Leonardo Muraro, presidente della Provincia di Treviso

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il mondo e in maniera preoccupante, soprattutto su quei mercati che si rilevano più redditizi per i nostri produttori. Sia in termini economici sia da un punto di vista occupazionale i prodotti Dop e Igp costituiscono l’asse portante dell’intero settore agricolo e agroalimentare nazionale. Le grandi e le piccole produzioni Dop, Igp e Stg sono per il loro territorio di origine una fonte importante di reddito e sviluppo, ed essendo inscindibilmente legate al territorio, non potranno mai subire reali politiche di delocalizzazione.

ono passati più di dieci anni dalla pubblicazione del regolamento CE n. 1263/1996 che ha assegnato a questo territorio la prima attribuzione di un’Indicazione geografica protetta per un prodotto della filiera ortofrutticola in ambito nazionale: il radicchio. A questo primato si è aggiunto in questi anni il riconoscimento ministeriale del Consorzio di tutela del Radicchio, primo in Italia, come agente vigilante del rispetto Igp nei mercati produttivi. Sono questi risultati importanti per un prodotto che negli anni è cresciuto nella qualità, nella nomea e nell’identificazione del prodotto tipico legato al suo territorio. Il radicchio Igp è innanzitutto un prodotto certificato che ha il pregio di tutelare entrambi i fronti: produzione e consumo. E per questo va tutelato in tutte le sue fasi di lavorazione e distribuzione sul territorio. Dieci anni d’impegno comune, della Provincia e del Consorzio di tutela, puntando proprio all’identità del prodotto, hanno portato questi “Fiori d’inverno” a farsi conoscere e apprezzare proprio per la qualità certificata sulle piazze delle principali città italiane e in molte capitali, in Europa e anche oltreoceano. Dieci anni di lavoro che hanno confermato la valenza di un progetto di marketing territoriale chiamato “Prodotto, Tradizioni & Territorio”, rispetto al quale i radicchi trevigiani Igp sono inseriti in un paniere di oltre cento eccellenze agroalimentari “made in Provincia di Treviso”. Inoltre, merita menzione anche il lavoro portato avanti nel contempo per il riconoscimento della Strada del Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco. In quest’ampio progetto territoriale rientra anche la volontà comune, della Provincia,

delle istituzioni e del mondo associativo, di coordinare e di fare rete e sistema all’interno del panorama delle tradizionali mostre e fiere che si svolgono in tutto il territorio di produzione, per conoscere il percorso produttivo e le qualità organolettiche dei radicchi trevigiani Igp e nello stesso tempo le valenze ambientali, turistiche e culturali di un territorio.

Tutelare le tipicità di Francesca Zaccariotto, presidente della Provincia di Venezia

Difesa dell’identità dei prodotti agricoli veneti? Credo che con questa amministrazione si “sfonda” la classica porta aperta. Parlare del Radicchio rosso di Treviso e di quello Variegato di Castelfranco, significa soffermarsi su prodotti che fanno parte della nostra storia, della nostra identità e tradizione agricola. Appoggio in modo netto la battaglia del Consorzio del Radicchio di Treviso e Variegato di Castelfranco Igp attraverso questo giornale, per la tutela del prodotto. Una battaglia per la tutela dei marchi e dei prodotti tipici che questa Provincia ha iniziato fin dall’inizio del suo insediamento. Non possiamo e non dobbiamo permettere che il nostro mercato venga invaso da prodotti di indubbia provenienza, e che non rispettano alcun disciplinare. Nella nostra provincia ci sono agricoltori preparati, consapevoli del fatto che bisogna lavorare esclusivamente per offrire ai consumatori prodotti di qualità. Bisogna difendere il mercato da chi propone frodi, attuando una concorrenza sleale e distruggendo quelle imprese locali che hanno le carte in regola, e lavorano seriamente, aggiungendo valore alla nostra economia. E’ inutile negare che servono controlli seri e pene severe per garantire la sicurezza dei prodotti che proponiamo ai consumatori, e che spesso varcano i confini nazionali. Il Radicchio di Treviso e il Variegato di Castelfranco fanno parte del patrimonio enogastronomico del nostro territorio, essi favoriscono la cultura della buona tavola e il turismo enogastronomico nella nostra splendida provincia.

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sottolineato in rosso

lavori in corso La realizzazione di una confezione adatta per un prodotto di pregio, come il radicchio, copre una varietà di aspetti e problematiche

Educare al gusto autentico di Barbara Degani, presidente della Provincia di Padova

Tutelare la nostra cultura enogastronomica, sostenere i prodotti tipici, promuovere una forma di turismo in larga espansione: sono alcune delle priorità dell’amministrazione provinciale patavina per valorizzare il territorio e rilanciare l’economia. La promozione di prodotti come il Radicchio rosso di Treviso e il Variegato di Castelfranco, dei quali la provincia di Padova è area consortile di produzione, rientra perfettamente in questi obiettivi. Spingere il consumatore all’utilizzo di questi prodotti, vuol dire aiutarlo a scegliere cibi più sani, sostenendo al contempo i nostri produttori agricoli e difendendoli da concorrenti sleali. L’educazione al gusto, in particolare, propone una visione diversa e nuova del consumo, del cibo e della convivialità, recuperando valori che fanno parte da sempre della nostra tradizione e valorizzando una componente centrale della nostra identità culturale. Anche perché il gusto rappresenta il baluardo principale contro le frodi alimentari e la scarsa qualità. Tra i molti prodotti tipici del nostro territorio, il radicchio rosso di Treviso e il variegato di Castelfranco sono fra i più conosciuti e fra i più amati, soprattutto per la loro versatilità. Le ricette che li vedono protagonisti, spesso fiori all’occhiello di grandi chef di caratura internazionale, sono innovative e sofisticate rivisitazioni di piatti semplici e tradizionali, espressione delle nostre radici contadine. Sono i migliori ambasciatori della terra veneta nel mondo e soprattutto un’arma contro l’omologazione dominante del gusto e del consumo.

Ideare il packaging vincente di Antonio Pasin, esperto in comunicazione

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ope ile dayn Novita’ in casa Fardin:

e’ nata la nuova Sarchiatrice meccanica La nostra azienda è specializzata nella vendita di attrezzature tecniche per l’agricoltura (oltre che in quella di articoli per il giardinaggio professionale). Avendo una attrezzata officina meccanica e di carpenteria, quest’anno abbiamo potuto realizzare questo attrezzo che agevola moltissimo il lavoro di zappatura interpianta; con il solo ausilio di due operatori ed alla velocità di 2-3 km/h riesce a coprire un impianto di qualsiasi tipo di ortaggi. Su richiesta si può avere tale attrezzo nella versione monofila. E’ disponibile anche a noleggio. E’ possibile vederla al lavoro nel video che troverete nel nostro sito www.fardinmacchine.com nella sezione “News del 25/07/2010” – oppure su Youtube cercando: Zappatrice – Prova in campo nuova zappatrice meccanica.

mpostare un ragionamento attorno ad un nuovo packaging è oggi un compito complesso, in quanto il pack non ha più solo una funzione di contenitore e di visualizzatore della marca di riferimento ma rappresenta il primo contatto di relazione con il proprio cliente. Lasciando al passato la sempre attuale dichiarazione “con Arrigoni compro a scatola chiusa” vediamo di seguito quali possono essere i temi che vanno sviluppati di fronte ad una nuova immagine e ad un nuovo vestito per un prodotto. Qualsiasi sia il prodotto da “inscatolare” vi presenterò qui di seguito alcuni dei temi che legano e coinvolgono il ragionamento attorno alla progettazione e produzione di un nuovo contenitore. Se poi il prodotto arriva direttamente dal campo ed è ricco di umidità e di acqua il processo si rende ancor più complesso e sfidante. Nel linguaggio comune il packaging indica tutte le attività e i materiali necessari a produrre l’involucro ed il contenitore di un prodotto per la sua presentazione e consumo al pubblico. Oltre a proteggere il prodotto, il packaging fornisce informazioni importanti su di esso e lo promuove. Il packaging design, quindi, può essere inteso in quattro modi differenti: - come mezzo di protezione e comunicazione di un prodotto; - come uno dei concorrenti alla definizione di un costo di un prodotto; - come la piattaforma su cui presentare le caratteri-

stiche e i valori del prodotto; - come una componente dell’esperienza del prodotto, oggi direttamente collegato con il mondo web attraverso quel fil rouge che gli esperti chiamano e perseguono outernet. Considerando che il packaging ha una vita media a scaffale di circa 4/5 anni, il suo design deve rispondere ad un notevole numero di criteri per esser considerato di successo, come gli aspetti legati all’innovazione, alla sostenibilità, all’informazione e alla coerenza (è fondamentale che il packaging rappresenti in modo concreto la propria “identità” e i “valori” del prodotto,

del territorio di riferimento e del brand in modo da poterli comunicare e veicolare con “distintività” ed “unicità”). Molti sono gli esempi di packaging che hanno determinato il successo di prodotti e produzioni, e anche il Nordest è un laboratorio vincente in questo senso, basti pensare alle grappe Nonino o al caffè Illy, entrambi hanno fatto della loro comunicazione attraverso i loro pack uno degli elementi vincenti dell’impresa e dei loro prodotti. Per il radicchio di Treviso e il variegato di Castelfranco, qualora volesse individuare attraverso il pack un’icona di riconoscibilità, oltre ad affrontare e compiere i temi che ho sopra introdotto, e affinché il proprio pack possa essere attuale ed in linea con il green spirt di questi anni, la sfida maggiore sarà quella di saper individuare un contenitore capace di raccontare al pubblico degli esti-

matori: il proprio posizionamento, la grande cura e qualità della produzione, la tutela del prodotto tipico e la genesi in un territorio che ha portato alcune imprese ad essere leader nei mercati internazionali di riferimento. Non vedo perché non lo possa essere anche il prodotto “tipico” per eccellenza. L’augurio, quindi, è che attorno ad un progetto di packaging del radicchio si cristallizzi anche una strategia di comunicazione complessiva che valorizzi l’unicità di questo prodotto e del suo territorio. Unico pack, unico territorio, unico Consorzio. LA GAZZETTA DEL RADICCHIO

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lavori in corso

lavori in corso

L’ottenimento della Dop e la realizzazione dell’imballo unico sono le strade da percorrere per tutelare meglio un prodotto di qualità come il radicchio

Per Cesare Bellò, direttore di Opo Veneto, bisogna rafforzare ulteriormente l’immagine del radicchio con la certificazione di prodotto “biodiverso”

Protezione e identità per il radicchio

Oltre l’Igp e la Dop

di Domenico Dal Bo’, procuratore Associazione produttori ortofrutticoli Veneto-Friulana (Apovf)

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e azioni da intraprendere per tutelare meglio la produzione del radicchio sono essenzialmente due: l’ottenimento del marchio Dop e una strategia d’immagine che identifichi il prodotto senza rischi di confusione. Per il primo aspetto c’è una fondamentale differenza fra prodotti Igp e prodotti Dop e francamente non capisco come mai il radicchio non sia ancora considerato un prodotto Dop. Questo, innanzitutto, per garantire che la produzione parta da zero, ossia sin dalle sementi. Ma soprattutto per difendere l’identità stessa del radicchio e farla percepire al consumatore, troppo spesso confuso da radicchi di cui non è ben chiara la provenienza. La Dop rappresenta il contraltare in agricoltura di quello che è il brevetto nell’industria e credo sia la strada da percorrere assolutamente. Come il brevetto è unico, allo stesso modo con la Dop si garantisce l’unicità del prodotto, per le sue caratteristiche organolettiche, forma e dimensione, e per la provenienza da un unico territorio. Quest’unicità deve essere seguita da una corretta informazione del prodotto radicchio, che distingua i radicchi originali da quelli che non lo sono, evitando la proposizione di immagini di radicchi che magari possono anche essere uguali per forma, ma non certo per caratteristiche organolettiche. Questo stato di cose va cambiato, altrimenti si rischia di lasciare tutto al caso. Per

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farlo bisogna definire una volta per tutte le caratteristiche del prodotto, andando poi a controllare che queste siano rispettate con ispezioni mirate da parte dal Consorzio, e quindi indirizzare la comunicazione per evidenziare al massimo queste caratteristiche. Un esempio concreto potrebbe

essere benissimo quello di creare un’unica confezione, riconoscibile immediatamente. Una prova l’abbiamo svolta anche all’Apofv, realizzando per il radicchio trevigiano una confezione con l’immagine della piazza dei Trecento. Il consumatore deve capire subito che si trova di fronte ad un radicchio autentico e non ad un’imitazione. Due strategie, quindi: la Dop per brevettarlo e proteggerlo e la confezione unica per consentire una corretta e immediata identificazione. Obiettivo finale è quello di garantire il consumatore sulla qualità del prodotto. E per ottenere questo obiettivo dobbiamo essere più rigidi e selettivi sui nostri prodotti, dando un indirizzo preciso. Inoltre, andrebbe messa mano anche sul tema sementi, escludendo qualsiasi forma di ibridazione, perché il seme deve restare nel territorio di produzione, non essere prodotto fuori. Dobbiamo essere nello stesso tempo rispettosi del disciplinare e alleati dei consumatori, garantendo la provenienza dei nostri radicchi.

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er Cesare Bellò, direttore di Opo Veneto, organizzazione di produttori orticoli che opera a livello internazionale, il radicchio rosso tardivo di Treviso è la “Ferrari” degli ortaggi. Un’icona della terra veneta. La sua immagine, già fortissima, va ulteriormente rafforzata. E’ un prodotto che va legato ancora di più al territorio per esaltarne l’identità e l’unicità, dovute al fatto che cresce su una terra sana, in un ambiente pulito, dove la natura è sostanzialmente tutelata. Sottolinea Cesare Bellò: “Il consumatore è

spesso sconcertato di fronte a scandali alimentari, come quello recente delle “mozzarelle blu”. Giustamente è sempre più preoccupato per la sua salute ed è quindi attento alla sicurezza alimentare; vuole essere certo che quello che mangia è sano e genuino, e può esserlo quando ha la garanzia della provenienza”. Con l’Igp questa garanzia c’è? “C’è, ma credo che si debba fare un ulteriore passo in avanti. Puntualizzata la provenienza, sarebbe bene arrivare ad un’ulteriore definizione: è un radicchio proveniente da un’area in cui è certificato uno sviluppo agricolo sostenibile, frutto di buone pratiche agronomiche, attento alle risorse biologiche. In altri termini questo significa garantire che il radicchio come altri prodotti della terra sono sicuramente di qualità e sono coltivati in un ambiente di qualità. Ecco perché

occorre andare oltre l’Igp e oltre la Dop, che restano comunque punti fermi e di primaria valenza, ma a questo punto occorre “qualcosa in più” per far svettare in termini di identità, di qualità e di quotazione i nostri radicchi trevigiani. Mi riferisco all’opportunità di far riconoscere come “biodiverso” il territorio dove essi sono coltivati, creando le condizioni perché lo stesso possa essere certificato “Biodiversity friend”, amico cioè della biodiversità”. Che cosa darebbe questo “qualcosa in più”, questa certificazione? “Vuol dire, per restare ai nostri eccezionali radicchi, che si dà la garanzia di un cibo veramente genuino, espressione della nostra terra, della nostra civiltà, della nostra storia agricola, coltivato con metodi che rispettano l’equilibrio naturale degli ecosistemi. Per i consumatori vuol dire sicurezza di un radicchio naturale e sano, con una precisa identità che è valorizzata dalla civiltà di provenienza e dalla coltivazione fatta in condizioni di rispetto per l’ambiente. C’è crescente richiesta di questo tipo di prodotto a livello nazionale e internazionale con soddisfazione di chi lo offre, prima di tutto dei coltivatori”. Per il radicchio rosso di Treviso e il variegato di Castelfranco Igp ci sono le premesse e le condizioni per arrivare alla certificazione “Biodiversity friend”? “Direi proprio di sì. Basta pensare che una grossa fetta di produzione si ha dentro il Parco del Sile o negli immediati dintorni, un territorio sano in un contesto paesaggistico straordinario. E’ un’area dove è mantenuta una ricca biodiversità animale e vegetale. Si tratta, a questo punto, di migliorare le condizioni con interventi che tutelino ulteriormente l’ambiente naturale e che incentivino l’agricoltura sostenibile. Dobbiamo sempre ricordarci che la nostra orticoltura non può competere sul piano della quantità. Può vincere soltanto sul fronte della qualità e il nostro obiettivo deve essere quindi la competitività sostenibile”. LA GAZZETTA DEL RADICCHIO

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fresche di stagione

fresche di stagione

Al via l’alleanza tra produzioni a marchio europeo (Igp e Dop) del Veneto e di altre regioni con l’obiettivo di consolidare la presenza di prodotti territoriali di qualità presso ristoranti e grande distribuzione

Dop e Igp alleati per la qualità

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n’alleanza fra produzioni Dop e Igp per informare i consumatori sulle qualità e garanzie che stanno dietro alle eccellenze italiane. E’ con questo obiettivo che è stato lanciato il progetto “Scopri il gusto, scegli la qualità certificata” che si svolgerà nel periodo che va da gennaio 2011 a marzo 2012. L’iniziativa, che gode del patrocinio delle associazioni regionali di categoria Coldiretti, Cia e Confagricoltura e dell’AOP Veneto Ortofrutta, mira all’informazione e alla promozione della qualità e della sicurezza alimentare dei prodotti ortofrutticoli di punta del Veneto a marchio europeo di qualità (Dop e Igp): il Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco Igp, il Radicchio Rosso di Verona Igp,il Radicchio Rosso di Chioggia Igp, l’Olio Extravergine di Oliva Garda Dop, il Riso Vialone Nano Veronese Igp e l’Insalata di Lusia Igp. Il progetto prevede a questo scopo una serie di azioni da realizzare tramite i soggetti che acquistano e distribuiscono il prodotto (grande distribuzione e ristorazione), al fine di valorizzare il metodo di produzione tradizionale a marchio di qualità Igp e Dop, rispetto al prodotto non certificato, per sensibilizzare gli operatori commerciali e i consumatori sul tema del valore intrinseco delle produzioni di qualità e di sicurezza alimentare. “Scopri il gusto, scegli la qualità certificata”, che ha come capofila il

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Consorzio di Tutela del Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco, proporrà una scelta delle produzioni agroalimentari di eccellenza del nostro territorio attraverso una serie di eventi di promozione. L’intento è quello di creare una partnership tra vari territori della Regione Veneto, ma anche della Lombardia, della Provincia di Trento e del Lazio, valorizzando alcuni tra i principali prodotti di qualità certificati con marchio europeo (Igp o Dop), mediante eventi preceduti da incontri di carattere tecnico tra operatori economici del settore, con la presentazione delle aree di produzione e delle modalità di produzione, seguiti da degustazioni effettuate in ristoranti che

seguano ricette classiche e che sottoscrivono un protocollo di utilizzo di questi prodotti a marchio di qualità europeo. I prodotti sopra elencati, per specifica missione dei loro consorzi di tutela, devono essere valorizzati per le loro specificità ma anche per il loro profondo legame con i territori di provenienza in quanto mezzo di promozione turistica ed economica degli stessi. L’iniziativa vuole quindi favorire la diffusione di tali prodotti ma soprattutto segnalare che il rispetto delle regole di produzione previste dai disciplinari di produzione permette di differenziarsi da produzioni industriali e con materia prima non tracciata.

Avviata un’iniziativa assieme ai dettaglianti di Unascom-Confcommercio per promuovere l’autenticità deL Radicchio Rosso e Variegato di Castelfranco nei negozi della Marca

Riconoscere l’Igp autentico

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n segnale importante a garanzia della qualità e autenticità del Radicchio di Treviso e del Variegato di Castelfranco, ma soprattutto un invito verso i consumatori a preferire sempre gli “originali”, invece di quelli la cui provenienza non è molto chiara. Con questo obiettivo è partita un’iniziativa nata dalla collaborazione fra il Consorzio di tutela e Unascom-Confcommercio, la federazione che riunisce tutte le Ascom trevigiane, tesa a far conoscere meglio ai consumatori quali sono i negozi che propongono solo autentici radicchi Igp. E che si è concretizzata con la realizzazione di una cartellonistica da esporre nei negozi che vendono radicchi di provenienza certa e garantita dal marchio Igp del Consorzio di tutela. Un passaggio fondamentale per distinguere l’unicità di un prodotto di pregio, troppo spesso svilito da prodotti che ne imitano il nome, ma non possono certo garantire le stesse qualità come previste dal disciplinare di

produzione. E che rischiano solo di confondere i consumatori, istillando dubbi più che leciti sulla loro origine e provenienza. “L’iniziativa – spiega Renzo Ghedin, presidente del gruppo dettaglianti ortofrutticoli di Unascom-Confcommercio – è partita con l’ultima edizione dell’Antica Mostra a Treviso, con la distribuzione dei primi cartelli, che continuerà e si estenderà al resto della Marca nei prossimi giorni. Per ora vi hanno aderito una trentina di negozi della provincia, tutti aderenti a Confcommercio, che si sono impegnati nel tenere disponibile per i propri clienti solo radicchio a marchio Igp. Ma la speranza è di poter aggiungere molto presto nuovi rivenditori ortofrutticoli, in modo da incrementare la lista attuale. E’ un’iniziativa che intendiamo continuare a portare avanti anche in futuro, sempre in collaborazione con il Consorzio di tutela del Radicchio di Treviso e Variegato di Castelfranco Igp. Il cui obiettivo primario è quello di offrire ai clienti la certezza di trovare sui banchi solo radicchio garantito dal marchio Igp. E’ prevista a breve anche una campagna pubblicitaria per far conoscere meglio l’iniziativa. Molti, infatti, sono i negozianti che vendono radicchio, ma sono pochi quelli che puntano solo sull’Igp, quindi sull’autenticità del prodotto. L’esigenza è di far capire, invece, che c’è e che è disponibile. Cosa che la grande distribuzione, ad esempio, non fa. Noi ci siamo presi quindi l’incarico di mettere in evidenza il prodotto a marchio Igp, la cui qualità è garantita dall’attività di verifica e controllo svolta quotidianamente dal Consorzio stesso”.

I negozianti aderenti Francesca Cenci, Garte e Cemal S.a.s. - Cappella Maggiore Denis Dal Bello, Ortofrutta Dal Bello S.a.s. - Castelfranco V.to Michael Conte, Alimentari Martinello S.n.c. - Castello di Godego Gianfranco Stocco, Ortofrutta Godigese - Castello di Godego Loris Cirotto, Alimentari Cirotto Loris - Cavasagra di Vedelago Michela Magaton, Mini Market S.n.c. - Cavasagra di Vedelago Claudio Toldo, Centro Frutta Conegliano - Conegliano Bruno Della Pietà Casagrande, Della Pietà Casagrande Bruno - Corbanese di Tarzo Donella Lunardi, L’angolo della frutta S.n.c. - Morgano Annunziata Naverro, Ortofrutta Nuci - Ponte di Piave Cosetta Milanese, Milanese Cosetta - Preganziol Franco Salamon, Salamon Frutta - S. Lucia di Piave Marco Menegazzo, Il Melograno S.n.c. - Spresiano Renzo Sbeghen, Frutta e Verdura Sbeghen Renzo - Susegana Silvio Paganini, Ortofrutta Paganini - Trevignano Luigi Contaldo, Ortofrutta Contaldo Luigi - Treviso Costantino Manzan, Manzan Costantino & C. S.a.s. - Treviso Renzo Ghedin, Ortofrutta Ghedin Renzo - Treviso Anna Bottosso, Alimentari Frutta e Verdura Bottosso Anna - Treviso Giovanni Sartori, Ortofrutta Giovanni Sartori - Treviso Mario Perin, Perin Mario - Treviso Maurizio Pozzobon, La Tua Bottega S.a.s. - Treviso Alessandra Tasca, Ortofrutta Tasca S.n.c. - Treviso Roberto Rui, Frutta e Verdura Rui Roberto - Vittorio Veneto

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fresche di stagione

fresche di stagione Il radicchio all’università

Radicchio in alta quota Il Re dei radicchi arriva in motoslitta nel Rifugio Moritzino, nell’Alta Val Badia, a 2.100 metri di quota. Arriva sontuoso, atteso, tra applausi, pronto a deliziare con la sua regalità i delicatissimi palati di cuochi blaso-

nati e di tanti nobili ospiti, appassionati della buona cucina. E’ lui, il radicchio rosso tardivo di Treviso, freschissimo e croccante, il protagonista di una magica serata della Chef’s Cup Südtirol. Forse la serata più originale e più suggestiva, sicuramente molto spettacolare, di una settimana di manifestazioni dedicate alla grande cucina italiana ed ai prodotti tipici. “Veneto tra le stelle” è stato il tema dell’appuntamento gastronomico, come stellati i cuochi che hanno partecipato al gran gala, in primo piano Giancarlo

Perbellini di Isola Rizza (Verona) e Giorgio Damini di Arzignano (Vicenza). Con loro gli chef del gruppo trevigiano “Ristoranti del radicchio”, presieduto da Arturo Filippini. La serata è stata animata dal giornalista sportivo Ezio Zermiani, che tra gli altri ha intervistato Cesare Bellò, direttore di Opo Veneto, che ha definito il radicchio rosso di Treviso Igp la “Ferrari” degli ortaggi italiani. Alla Chef’s Cup, giunta alla sesta edizione, i prodotti tipici hanno avuto una grande occasione per dimostrare la loro eccezionalità in cucina. I “Radicchi d’oro”, riconoscimento che sigla l’amicizia con i Radicchi Igp del Veneto, sono stati consegnati a Claudio Melis, Arturo Spidocchi e Norbert Niederkofler, cuochi stellati dell’Alta Badia. (A. Squizzato)

Il Consorzio su Facebook e YouTube L’Antica Mostra si veste di nuovo Un’Antica Mostra diversa dal solito, quella tenutosi quest’anno dal 17 al 19 dicembre scorso a Treviso. Tanto diversa da stupire persino il vicesindaco Giancarlo Gentilini, che durante l’inaugurazione è rimasto sorpreso nel non vedere il consueto tappeto di radicchi in piazza dei Signori. In questa edizione, la 111esima, si è puntato, invece, sulla modernità e sull’immagine, una sorta di segnale di rottura con il passato, posizionando un maxischermo gigante che rilanciava per tutta la durata della mostra le più belle immagini dedicate al fiore d’inverno, dalle varie fasi della lavorazione sino ai percorsi della strada del radicchio. Sempre nel maxischermo sono state mostrate anche le immagini dei negozi che hanno allestito le loro vetrine dedicandole interamente al Radicchio rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco Igp. Fra gli altri eventi che hanno caratterizzato la manifestazione, da segnalare l’allestimento di una mostra di zucche intagliate, tenuto il sabato presso la Loggia dei Cavalieri, e l’esposizione della miglior produzione di radicchi realizzata da 33 produttori soci del Consorzio, la domenica. Come da tradizione, si sarebbe dovuto eleggere il miglior radicchio della mostra, ma nonostante molti commenti favorevoli della giuria, non è stato scelto nessun vincitore per questa edizione. Fra le autorità presenti in piazza dei Signori all’inaugurazione della mostra di quest’anno, oltre al vicesindaco Gentilini, c’erano anche Fulvio Pettenà, presidente del consiglio provinciale, l’assessore all’agricoltura della provincia di Treviso Marco Prosdocimo e Renzo Ghedin, presidente del gruppo dettaglianti ortofrutticoli di Unascom-Confcommercio.

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Come avevamo annunciato già sullo scorso numero, il Consorzio ha iniziato la sua presenza sui principali social network. I primi passi di questa nuova strategia di comunicazione sono stati l’apertura della pagina ufficiale su Facebook (www.facebook.com/radicchiorosso) e del canale ufficiale su YouTube (www. youtube.com/radicchioditreviso). La presenza su Facebook vuole diventare un punto di riferimento importante per conoscere, sia agli appassionati che ai soci, non solo le attività svolte direttamente dal Consorzio ma anche notizie, informazioni e curiosità legate al radicchio nel mondo. Inoltre vuole diventare anche un luogo per discutere insieme o per inserire idee, fotografie, ricette o quanto altro. Basta diventare “fan” della pagina e sarà possibile interagire con commenti alle notizie o inserendo direttamente anche propri contenuti (comprese foto e video). Dedicato ai video è invece il canale YouTube, che conterrà sia video prodotti direttamente dal consorzio, con interviste ad esperti e produttori, che i servizi dedicati al radicchio trasmessi delle principali televisioni nazionali, ma anche video di particolare interesse sempre legati al fiore d’inverno. Sia la pagina Facebook che il canale YouTube saranno legati a doppio filo al sito ufficiale del Consorzio (www.radicchioditreviso.it), che nei prossimi giorni uscirà con una veste nuova, più moderna e accattivante, in linea con le esigenze di comunicare sempre al meglio novità, informazioni e prospettive dei nostri prodotti. IL CONSORZIO SUL WEB Internet: www.radicchioditreviso.it Facebook: www.facebook.it/radicchiorosso YouTube: www.youtube.com/radicchioditreviso

Partita la quinta edizione del Master in Cultura del Cibo e Vino, sostenuto anche dal nostro Consorzio Un’esperienza accademica e lavorativa unica, un successo decretato sia dagli studenti che dai docenti e dalle aziende coinvolti nelle precedenti edizioni: queste sono le lusinghiere premesse alla quinta edizione del Master universitario di primo livello in Cultura del Cibo e del Vino, che è ripartito ufficialmente giovedì 27 gennaio nella prestigiosa sede di Valdobbiadene. E questo Master non poteva davvero scegliere sede migliore, dato che il suo obiettivo è coinvolgere i partecipanti in significative esperienze presso le più interessanti realtà produttive dell’agroalimen-

tare e di promozione del territorio. Il master, coordinato dal professor Roberto Stevanato di Ca’ Foscari e ideato da Gianni Moriani, si propone di dare una risposta concreta ed efficace alla richiesta sempre più elevata di profili professionali specializzati nella gestione e valorizzazione del patrimonio alimentare e vitivinicolo. Dato il carattere interdisciplinare, al Master in Cultura del Cibo e del Vino possono accedere i laureati triennali o magistrali di qualsiasi disciplina. Sono previste borse di studio, agevolazioni e facilities. Il Master – patrocinato dal Ministero delle Politiche Agricole – è sostenuto dal Comune di Valdobbiadene, Forum

Spumanti d’Italia, Altamarca, Consorzio Tutela Grana Padano, Consorzio Tutela Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco, Consorzio Tutela Formaggio Casatella Trevigiana Dop e da

Bisol, Jeio, Bel Star, Relais Duca di Dolle, Venissa, Latteria Soligo, Pagnan, Forno d’Asolo, Bibanesi, Birra Pedavena, Colomberotto, Labozeta, Salumi De Stefani, Pasta Zara, Corriere del Veneto, Radio Padova e da altre realtà produttive del territorio. Info: 338 69 77 236, www.mastercibovino.it


fresche di stagione Nasce il primo Consorzio italiano di promozione tra Igp di secondo livello. Un piano per valorizzare il prodotto veneto certificato nel mercato internazionale, CON LA “BENEDIZIONE” DEL PRESIDENTE ZAIA

I radicchi veneti Igp si uniscono

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utuando le esperienze di aggregazione tra imprese per affrontare la crisi e i mercati, per la prima volta in Italia tre consorzi uniscono le proprie forze per promuovere prodotti diversi, seppur legati alla stessa matri-

ce, il radicchio. I consorzi dei radicchi IGP Veneti di Treviso, Chioggia e Verona hanno presentato questa inedita strategia commerciale nel contesto della Fiera ortofrutticola internazionale Fruit Logistica, tenutasi presso la Fiera di Berlino dal 9 all’11 febbraio scorso, alla presenza del ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan. Dallo stand espositivo della Regione Veneto, Paolo Manzan, presidente del Consorzio tutela Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco Igp (soggetto capofila del progetto), Lorenzo Ambrosi e Patrizio Garbin, presidenti rispettivamente del Consorzio Radicchio di Verona Igp e del Consorzio Radicchio di Chioggia Igp, hanno illustrato questa iniziativa mirata al consolidamento della posizione del Radicchio Veneto Igp del mercato internazionale, ampiamente rappresentato all’interno dell’evento berlinese. “I nostri Consorzi rappresentano e tutelano varietà ben differenti del radicchio”,

questo il commento di Paolo Manzan, presidente del Consorzio tutela Radicchio rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco Igp. “Siamo consci del fatto – ha detto Manzan a Berlino – che in questo momento di crisi globale, che penalizza particolarmente le produzioni europee, la soluzione sia la collaborazione tra le nostre diverse realtà produttive, accomunate da un medesimo proposito: una maggiore incidenza nel mercato internazionale e una migliore comunicazione del nostro prodotto nei confronti del consumatore. Affrontiamo la sfida di essere i primi consorzi in Italia a mettere in campo una simile azione sinergica, con la consapevolezza che, insieme, non solo saremo capaci di dispiegare maggiori risorse, ma saremo anche più forti nell’esaltare le nostre peculiarità”.

I presidenti dei tre Consorzi Igp, a sinistra Patrizio Garbin del Radicchio di Chioggia e Lorenzo Ambrosi del Radicchio di Verona e a destra Paolo Manzan del Radicchio di Treviso e Castelfranco, con il ministro Giancarlo Galan

I presidenti dei consorzi Igp dei radicchi veneti con l’assessore regionale Maurizio Conte e la vicepresidente dell’Unione delle province venete e presidente della Provincia di Padova, Barbara Degani


fresche di stagione

chef in red

Il racconto di un gruppo di professionisti altoatesini della loro vista enogastronomica nella Marca, alla scoperta delle “radici” del fiore d’inverno

Una nuova rubrica per il nostro giornale, dedicata agli chef amici del Radicchio rosso di Treviso Igp. A debuttare è lo chef Tino Vettorello, che offre ai nostri lettori anche una sua ricetta

Un viaggio del gusto da Bolzano a Treviso

Tino Vettorello: l’ambasciatore del radicchio

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n gruppo di una quindicina di appassionati – guidati da Franz J. Mitterrutzner, già direttore del Consorzio Speck Alto Adige – non solo del buon mangiare e bere ma anche della cultura, del sapere che sta dietro i prodotti che arricchiscono la vita giornaliera. Partiti con l’idea iniziale di vedere “in diretta” la storia incredibile di una verdura che rende il suo meglio dopo un lungo percorso di coltivazione, trattamenti e trapianti proprio in quella stagione nella quale la crescita naturale fa una pausa: l’inverno. Ossia di capire dalla “radice”, in tutti sensi della parola, cosa sta dietro questo mito del “fiore d’inverno”. Ma vedere e capire l’origine di un prodotto non può ovviamente mai limitarsi ad uno solo, in quanto è sempre l’insieme degli alimenti e dei piatti tipici di una regione che fa comprendere meglio il singolo. Questo lo sa benissimo il sapiente organizzatore del viaggio nella “Marca”, Walter Brunello – anche lui non solo appassionato buongustaio, ma ricco di esperienza professionale nel settore, come ex-presidente di Buonitalia – e quindi al programma ha aggiunto ovviamente il Prosecco nella sua espressione più nobile, il Cartizze di Bisol, il Raboso di Giorgio Cecchetto, ma ci ha fatto conoscere anche salumi (De Stefani), formaggi (Latteria Soligo) e la stessa città di Treviso con una visita guidata nei quartieri del centro e ad una mostra d’arte (“Il Pittore e la Modella”).

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Quindi a questo viaggio non mancava proprio niente, compresi gli incontri con i produttori stessi e una meravigliosa cena con “I prodotti, la carne Italiana” (di Unicarve) preparata dal sapiente Bruno Bassetto, autore del libro “Fra tagli e frattaglie”. Vini e piatti locali ovviamente al centro in Casa Cecchetto dove potevamo anche analizzare la differenza che può fare il bicchiere nell’apprezzamento di un vino, quando si tratta della produzione di Federico De Majo marchiata Zafferano. Nonostante questo ricchissimo programma, siamo rimasti comunque impressionati soprattutto dalla visita all’azienda agricola dei Fratelli Franchetto, guidati da Lino, già presidente del Consorzio di tutela del Radicchio rosso di Treviso e variegato di Castelfranco Igp, con l’articolata e particolarissima storia di questo straordinario prodotto raccontataci poi in serata, mentre lo degustavamo, diret-

tamente dall’attuale presidente del Consorzio Paolo Manzan. Tanti conoscono il radicchio, ma capire cosa c’è oltre un normale radicchio, a partire dalla funzione della particolare acqua di risorgiva del fiume Sile, ci ha lasciati letteralmente a bocca aperta. Vedere tutti questi passaggi e trattamenti, quasi tutti apportati manualmente, ci ha fatto venire in mente un unico altro prodotto in qualche modo assimilabile: la carne giapponese del manzo di Kobe, la più costosa al mondo per i trattamenti particolarissimi dell’animale. Quindi il radicchio tardivo Igp ci sembra poter essere nel settore delle verdure, quello che è il “Kobe” nel settore delle carni. Capire questa storia è fondamentale per riuscire ad apprezzare nel vero senso della parola questa eccellenza, che non sazia solo lo stomaco, ma la mente e l’anima. Nel nostro piccolo gruppo siamo riusciti a sentirla, questa storia, e ci ha arricchito non solo un fine settimana, ma la vita, sceglieremo e acquisteremo ora di conseguenza. Grazie a tutti quelli che hanno contribuito. Gli amici Altoatesini

A

priamo questa rubrica dedicata agli chef appassionati al radicchio con un vero ambasciatore dei fiori d’inverno: Tino Vettorello. Titolare del Ristorante con macelleria Tino a Roncadelle di Ormelle, da 14 anni punto di riferimento per la ristorazione di qualità. Con la sua “Tino Eventi” lo chef trevigiano ha gestito la ristorazione in manifestazioni di rilevanza internazionale come ai Mondiali di nuoto di Roma, alle Mostre del Cinema di Berlino, Cannes e Venezia, alle Olimpiadi Invernali di Vancouver, all’Heineken Jammin’ Festival di Mestre e a molte altre. Ha portato

inoltre la sua cucina a fiere enogastronomiche e a rassegne come Vinitaly, Vinexpo di Bordeaux, Anuga di Colonia, Salone del Gusto di Torino, Tuttofood di Milano, Cibus di Parma e Identità Golose di Milano. In questa intervista ci racconta la sua cucina e soprattutto il suo rapporto col radicchio. Qual è lo stile che caratterizza la sua cucina? “La filosofia della mia cucina è quella di utilizzare sempre e soltanto prodotti di qualità, tutti certificati per offrire una maggior garanzia al consumatore. Propongo piatti della tradizione rivisitati, senza trasformarli in modo eccessivo ma esaltandone piuttosto i gusti e i sapori. Punto molto nel mio ristorante anche sulla libertà di scelta del cliente, che può selezionare direttamente dal bancone d’esposizione sia la carne da cucinare, ed ecco il motivo della macelleria annessa, sia i vini dalla cantina. E’ una cucina che ho portato in tutti i grandi eventi che ho seguito personalmente, basata sulla qualità certificata, rispettosa dei disciplinari di produzione delle eccellenze agroalimentari venete ed italiane. Come utilizza il radicchio nei suoi piatti? “Il radicchio è da sempre un elemento forte della mia cucina. Molto apprezzato all’estero, soprattutto in Germania, Russia e nei paesi dell’Est, grazie alla sua grande facilità di abbinamento, sia con piatti di carne che di pesce.

La ricetta

RADICCHIO ROSSO DI TREVISO IGP MARINaTO CON CARPACCIO DI MANZO ALLE ERBE FINI • Mondate il radicchio, lavatelo, tagliatene solo il cuore circa 4-5 cm con alcune foglie, mettetelo a marinare (24 ore) con acqua, aceto e aggiunta di un pizzico di zucchero, olio extra vergine di oliva, foglie di alloro, cannella e chiodi di garofano. • Prendete del carpaccio di manzo (ideale è la parte di girello, preferibilmente di sorana), mettetelo a marinare (24 ore) sotto sale con succo di arancia (anche la buccia), spezie ed erbe fini. • Preparate una cialda di pane (non salato), adagiate da un lato il carpaccio tagliato sottile e dall’altro il Radicchio rosso di Treviso Igp.

Indirettamente mi considero un vero ambasciatore di questo prodotto principe della terra trevigiana, visto che l’ho portato e fatto degustare molto spesso e con grande successo”. Quali sono le sue peculiarità? “La qualità migliore del radicchio dal punto di vista gastronomico è la sua estrema versatilità, visto che può essere utilizzato praticamente su tutti i piatti, dagli apertivi ai dolci. Si abbina benissimo con tutto, grazie al suo sapore e al gusto. Va benissimo nella classica forma con risotto, ma anche abbinato alla casatella trevigiana, inoltre è un prodotto che si presta molto anche per piatti innovativi, per una cucina creativa. Anche menù completi a base di radicchio vanno benissimo, perché non danno nessuna pesantezza”. LA GAZZETTA DEL RADICCHIO

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uno di noi

strada facendo

La grande esperienza di Lucio Torresan, già presidente del Consorzio, trasmessa a figlio e nipote per un’azienda moderna e orientata al futuro, grazie al fotovoltaico

Il bilancio del 2010 della Strada del Radicchio, con tutte le manifestazioni promozionali realizzate in stretta collaborazione col Consorzio

Radicchio sostenibile

Un anno di iniziative

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assione, tradizione e innovazione. Sono queste le leve che hanno spinto Lucio Torresan ad occuparsi, con successo in orticoltura. Già presidente del Consorzio del Radicchio Rosso dal 2006 al 2008, è attualmente in pensione ma continua a fornire a sua consulenza ed esperienza alla conduzione della “Tenuta al Parco”, di Morgano (TV), oggi gestita dal figlio Paolo Torresan, perito agrario in attesa di laurearsi, e dal nipote Carlo Torresan, agronomo. Partita nel 2005 da una precedente azienda zootecnica poi riconvertita all’orticoltura, con gran fatica e molti investimenti, l’azienda oggi produce ortaggi di qualità come l’asparago di Bassano Igt e appunto il Radicchio, grazie anche al grande aiuto fornito dal Consorzio. E fa anche vendita diretta. Che tipo d’investimenti sono stati apportati all’azienda? “Abbiamo voluto sfruttare innanzitutto la

grande opportunità offerta dal Psr, il Piano di Sviluppo Rurale, utilissimo se realizzato con lungimiranza e con correttezza. Ma che richiede d’altro canto un grande impegno. Il contributo del Psr è del 50%, ma ci vuole un agronomo che segua passo per passo l’iter burocratico, che prevede numerose regole da rispettare. L’idea fondamentale, comunque, è stata quella di portare avanti un’agricoltura più moderna e sostenibile”. E con quest’obiettivo, quale progetto avete realizzato? “Il progetto realizzato grazie ai contributi del Piano di Sviluppo Rurale è stato quello di realizzare un impianto fotovoltaico per l’azienda. E’ nato innanzitutto con lo scopo di realizzare un investimento futuro che fosse anche in grado di ridurre i costi aziendali, ma soprattutto con l’idea di avvicinarsi ad una concezione moderna dell’agricol-

tura, creando un’azienda più razionale e guardando al futuro. Si tratta sicuramente di una strada da percorrere per chi crede nell’agricoltura ed ha una forte passione per questo mondo”. Come funziona, nei dettagli? “Nel nostro caso si tratta di un impianto fotovoltaico poco al di sotto dei 30 kilowatt, che serve a fornire energia elettrica alle nostre celle frigo ed alle attrezzature per la lavorazione del radicchio. Per realizzarlo abbiamo giù utilizzato i contributi in conto energia previsti sino al 31 dicembre. Adesso stiamo a vedere come cambieranno le misure di questi contributi per il prossimo anno, che comunque dovrebbero diminuire. Si è trattato di un intervento diretto, ma anche di un investimento per l’azienda, che permetterà di diminuire i costi e alla fine si pagherà da solo. Nel giro di 6-8 anni dovrebbe poi cominciare anche a far guadagnare, grazie ai contributi previsti dal conto energia ma anche cedendo l’energia prodotta in sovrappiù all’Enel. L’impianto è stato integrato sul tetto del capannone dell’azienda adibito alle celle frigo e con annessi i locali per lo stoccaggio ed il lavaggio del radicchio. Essendo all’interno del Parco del Sile, non abbiamo avuto alcun problema a fare la richiesta d’installazione”. Un ricordo del suo periodo da presidente del Consorzio… “E’ stata una bella esperienza, che ho dovuto mollare a causa dei molti impegni di lavoro. Era difficile ad un certo punto conciliare le due cose, il lavoro in azienda e quello istituzionale. Ci vuole tempo, passione e dedizione. Quello che vorrei vedere realizzato, però, è il vedere che tutti facciano squadra intorno al Consorzio”.

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anno appena concluso ha visto la Strada del Radicchio protagonista di molte iniziative promozionali, tese a valorizzare il territorio di produzione del radicchio Igp in stretta collaborazione con il Consorzio di Tutela, la Regione Veneto, le Province, i Comuni e le Pro Loco. Cerchiamo quindi di riassumere in maniera sintetica le attività che maggiormente hanno caratterizzato il lavoro della Strada nel corso del 2010. CONVEGNI E FIERE Merita senz’altro menzione l’organizzazione della conferenza dal titolo “Arte alimenti, arte paesaggio”, svoltasi il 9 gennaio 2010 nella magnifica cornice della tenuta di Villa Emo a Fanzolo di Vedelago. Il convegno ha registrato un numero elevato di partecipanti e ha visto il succedersi di quattro relatori di nota fama, i quali hanno presentato una serie di apprezzate

relazioni connesse ai temi del cibo, dell’arte e del territorio nel loro unico e continuo interagire. Un importante strumento informativo impiegato dall’Associazione per l’opera di divulgazione della propria attività è stato la partecipazione a numerose manifestazioni e fiere di settore, ciò al fine di stimolare l’interesse di operatori e turisti verso il territorio e le sue eccellenze non solo enogastronomiche, ma anche paesaggistiche culturali e artistiche, nonché di divulgare l’importanza e il valore dei prodotti tipici a marchio tutelato. In tali manifestazioni, oltre al contatto diretto con i visitatori, si è garantita la distribuzione di materiale divulgativo e di prodotti in degustazione. In alcune di tali manifestazioni l’Associazione ha preso parte in forma indiretta mediante fornitura di supporti promozionali usufruendo di spazi promozionali messi a disposizione da altri organismi. Non sono state tralasciate le manifestazioni e fiere locali, sempre molto partecipate e ricche di iniziative che richiamano le tradizioni agresti del territorio, e come tali di grande valore storico e culturale. In particolare è importante ricordare la partecipazione, in collaborazione con il Consorzio di Tutela e le Pro Loco, agli eventi legati alla rassegna “Fiori d’Inverno”, svoltasi nei numerosi comuni

ricadenti nell’area di produzione del radicchio Igp. Particolarmente significativa è stata l’organizzazione e realizzazione, in collaborazione con la Pro Loco di Scorzè, dell’evento dal titolo “La strada del radicchio incontra”, nell’ambito della festa del radicchio di Rio San Martino, nella quale si sono succeduti diversi momenti culturali e popolari che hanno visto l’intervento di Rai Uno con il programma “La vita in diretta”, la partecipazione di Beppe Bigazzi in veste di giudice nel terzo concorso gastronomico per istituti alberghieri e la celebrazione del gemellaggio con il Comune di Fivizzano.

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strada facendo Altro momento importante che ha suggellato l’amicizia e la sinergia tra diversi territori e prodotti tipici della Regione Veneto è stato il gemellaggio della Strada del Radicchio con la Strada del Riso Vialone. La cerimonia si è svolta a Isola della Scala in occasione della Fiera del Riso Vialone con la partecipazione delle autorità e della Confraternita del Tabarro, ad essa è seguita una degustazione con piatti tipici preparati dal nostro ristoratore “La Pasina”. LA STRADA IN TASCA Con l’intento di dotarsi di un adeguato strumento editoriale, che non sia il semplice opuscolo illustrativo o la classica brochure, la Strada del Radicchio ha realizzato il volume “La strada del radicchio”, di 100 pagine, preziosamente rilegato e dall’aspetto accattivante, che riassume oltre agli itinerari della strada anche le bellezze naturali, artistiche e culturali presenti nei diversi tragitti. Questo strumento editoriale si presta quale adeguato biglietto da visita di un territorio unico nella sua ricchezza di ambienti, tradizioni, monumenti. Il volume, itinerante raccolta di gusti e luoghi, può essere consultato anche nel sito ufficiale dell’associazione (www.stradadelradicchio.it). A tale volume si è aggiunta la realizzazione di un depliant illustrativo con inserita una piantina stradale, i punti di interesse artistico e culturale, i luoghi dove degustare il radicchio e dove alloggiare; Un’altra attività qualificante è stata la predisposizione, in collaborazione con le Strade dei Vini e dei Prodotti Tipici del Veneto, di una serie di proposte turistiche, supportate da guide distribuite presso i principali tour operator. Ed è ormai in dirittura di arrivo anche la realizzazione della cartellonistica stradale indicante gli itinerari del radicchio Igp, attività svolta in collaborazione con i Comuni e le Province interessate. Una particolare attenzione infine è stata data all’aggiornamento del sito www.stradadelradicchio.it, implementato con i luoghi di interesse, la storia, le ricette, dove mangiare, dove dormire e tutte le informazioni sul territorio di produzione del radicchio. 22

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dal campo

Il bilancio del 2010 può in definitiva ritenersi positivo, considerando anche che l’Associazione opera senza proprio personale ma con solo alcune collaborazioni esterne. Grazie infatti all’apporto volontario di molte persone e dei soci che credono nei principi ispiratori dell’Associazione, è stato possibile realizzare molte delle attività esposte. Nella consapevolezza che molte cose sono ancora da fare per dare il giusto risalto al nostro territorio, invitiamo a collaborare con

noi quanti abbiano idee o consigli per rendere più efficaci le nostre iniziative. Siamo consapevoli che solo attraverso la sinergia e lo scambio di idee e di conoscenze è possibile migliorare la capacità di comunicazione ed accrescere l’interesse verso il radicchio Igp e i luoghi da cui trae origine.

2010: GLI EVENTI DELLA STRADA DEL RADICCHIO LUOGO INIZIATIVA PROMOZIONALE PERIODO VERONA

Vinitaly

10 APRILE

PARMA

Cibus

9-13 MAGGIO

BIBIONE

Summer Wine Festival

25-26 GIUGNO

TREBASELEGHE

Fiera dei Mussi

7 SETTEMBRE

NOALE

Fiera del rosario

3 OTTOBRE

ISOLA DELLA SCALA

Fiera del Riso Vialone gemellaggio

2-3 OTTOBRE

TORINO

Salone del gusto

21-25 OTTOBRE

CASTELFRANCO V.TO

Festa del Ringraziamento

7 NOVEMBRE

RIO SAN MARTINO

Festa del radicchio rosso Igp

19-21 NOVEMBRE

VINCI (FI)

500° anniversario Leonardo Da Vinci

20-21 NOVEMBRE

CASELFRANCO V.TO

Festa del radicchio variegato di C.

16-19 DICEMBRE

TREVISO

Radicchio in piazza con maxischermo

18 DICEMBRE


dal campo Come scegliere, preparare e conservare nelle celle frigorifere le piante di radicchio Tardivo prima di metterle in forzatura

La conservazione post-raccolta di Federico Nadaletto, tecnico Opo Veneto

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a conservazione post raccolta del radicchio può sembrare un’operazione semplice ma va sempre tenuto a mente il concetto fondamentale che dobbiamo conservare un “essere vivente”. Infatti, dopo la conservazione in ambiente protetto o in cella frigorifera, il radicchio di Treviso tardivo dovrà andare in forzatura, quindi i parametri dello stesso devono essere atti a far riprendere alla pianta un’attività biologica non indifferente. Ma partiamo dall’inizio. La scelta delle piante Le piante atte alla frigoconservazione devono essere di un ecotipo Tardivo, normalmente classificate a raccolta “Gennaio”, perché si tratta di ecotipi più rustici, che sopportano molto meglio le basse temperature grazie anche all’apparato fogliare molto vigoroso. La raccolta delle stesse deve avvenire nel periodo che precede la

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completa maturazione in campo dell’ecotipo che dobbiamo conservare, questo perché nel periodo di conservazione, che varia dai 60 ai 90/110 giorni, la pianta subisce degli stress termici dovuti alle basse temperature che la portano a maturazione completa per la forzatura. Le piante da conservare devono essere completamente sane, quindi non devono presentare sintomi di Oidio (muffa bianca), Alternaria (chiazze nere tondeggianti), Sclerotinia (imbrunimenti al colletto), Botrite (chiazze prima chiare e poi con muffa grigia) e ovviamente le radici devono essere completamente sane e ben sviluppate, senza malformazioni evidenti al colletto. Apro una parentesi su Oidio, Sclerotinia e Botrite. Il primo è una patologia subdola, in quanto molte volte non riusciamo a riconoscerla, ma nel momento della forzatura, inibendo le attività fisiologiche della pianta, la rende incapace di difendersi da patologie peggiori come Sclerotinie, Batteriosi e Botrite. Le seconde (Sclerotinie e Botrite), sono patogeni che lavorano anche a basse temperature, infatti, sono attive anche attorno ai 0° C.

La frigoconservazione Innanzitutto bisogna preparare le piante, che debbono essere asciutte, quindi bisogna togliere tutte le foglie senescenti, quelle che normalmente, sorreggendo la pianta eretta per il fittone, cadono verso il basso. Vanno sistemate verticalmente su casse che poi possono essere messe nei bins; non debbono essere troppo pressate e nella sistemazione nei bins devono avere dei piccoli spazi per permettere una buona circolazione dell’aria. Nello stesso modo i bins vanno posti in cella frigo con degli interspazi tra di loro. Stoccati i bins in cella (ovviamente solo il radicchio da conservare), la cella va regolata a -2° C, ricordando che nelle operazioni di prelevamento del prodotto bisogna essere molto celeri, in quanto gli sbalzi termici sono deleteri per la durata del prodotto. La conservazione, senza grosse perdite, può variare dai 60 a 120 giorni, ma ovviamente questo dipende dal prodotto che abbiamo stoccato. Durante la frigoconservazione, la pianta subisce un congelamento e una disidratazione, quindi, prelevato il prodotto dalla cella, è bene lasciarlo un paio di giorni in ambiente fresco e protetto prima di metterlo in forzatura. A titolo di curiosità, con Veneto Agricoltura, alla fine degli anni ’90, sono state fatte delle prove di frigoconservazione ad atmosfera controllata, praticamente aumentando la CO2 e portando l’ossigeno a circa il 2%. Si sono avuti ottimi risultati, portando il prodotto completamente sano per più di 120 giorni.


informazioni per le aziende ORTIVA® e SWITCH®: due fungicidi indispensabili per la difesa della coltura

La difesa dalle malattie fungine del radicchio a cura di: Syngenta Crop Protection

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Quando si parla di difesa fungina delle insalate normalmente ci si riferisce alla Bremia, ma nel caso del radicchio questo è l’ultimo dei problemi. Molte altre sono le malattie che lo possono danneggiare: malattie che portano a marciumi radicali come quelli

causati da Rizoctonia e Sclerotinia o che determinano danni all’apparato fogliare come oidio, Cercospora, Alternaria e Botrite. Queste malattie non sono facili da curare dato che la coltura sta in campo per un lungo periodo e spesso con condizioni climatiche molto

FUNGICIDA AD AMPIO SPETTRO DI AZIONE PER LE COLTURE ORTICOLE ORTIVA® è un fungicida particolarmente efficace per via preventiva nei confronti di numerose malattie delle colture orticole. La sostanza attiva Azoxystrobin si deposita in parte sulla vegetazione trattata e in parte viene assorbita e si ridistribuisce in modo uniforme all’interno delle foglie (anche con movimento translaminare). ORTIVA® è caratterizzato da basse dosi d’impiego, breve intervallo di sicurezza ed è selettivo nei confronti di api, bombi e artropodi utili.

FUNGICIDA ANTIBOTRITICO PER VITE E COLTURE ORTICOLE, SPECIFICO ANCHE CONTRO MONILIOSI DELLE DRUPACEE E MACULATURE BRUNA DEL PERO SWITCH® è un fungicida particolarmente efficace nei confronti della Muffa grigia e di altri marciumi di numerose colture. Grazie all’associazione complementare e sinergica di Fludioxonil (fenilpirrolo) e Cyprodinil (anilinopirimidina), si distingue per livello di efficacia e durata della protezione, anche nei confronti di popolazioni di funghi resistenti o solo parzialmente sensibili ad altri fungicidi in commercio. Selettivo nei confronti delle api e dei più comuni e importanti insetti ed acari utili, SWITCH® si adatta perfettamente ai programmi di difesa integrata.

COMPOSIZIONE Azoxystrobin 23,2% (250 g/l) INDICAZIONI DI PERICOLO N - pericoloso per l’ambiente FORMULAZIONE sospensione concentrata NUMERO DI REGISTRAZIONE 10161 del 24.9.99

COMPOSIZIONE Cyprodinil 37,5% Fludioxonil 25% INDICAZIONI DI PERICOLO N - pericoloso per l’ambiente FORMULAZIONE granuli idrodisperdibili NUMERO DI REGISTRAZIONE 9578 del 2.4.98

favorevoli all’instaurarsi di questi parassiti fungini. Per una difesa efficiente è fondamentale la prevenzione: ampie rotazioni, asportazione dei residui colturali, eliminazione dei ristagni d’acqua e concimazioni bilanciate. Questo però non basta e, a integrazione delle buone pratiche colturali, è indispensabile ricorrere alla difesa chimica con prodotti caratterizzati da elevata efficacia e dal buon profilo ecotossicologico. ORTIVA® e SWITCH® sono due fungicidi indispensabili per la difesa del radicchio. ORTIVA® appartiene alla famiglia chimica delle strobilurine ed è caratterizzato da uno spettro d’azione molto ampio che include tutti i principali parassiti fungini. E’ infatti attivo nei confronti di Oidio, Alternaria, Cercospora oltre ad alcune malattie del terreno come Rizoctonia ed in parte sclerotinia. Inoltre Azoxistrobin, principio attivo di ORTIVA®, oltre ad essere efficace sulle malattie precedentemente citate, agisce su alcuni processi metabolici della coltura che risulta più resistente a condizioni climatiche difficili

ed appare più rigogliosa. Questo comporta un miglioramento sia qualitativo, che quantitativo della produzione. Il periodo ottimale d’impiego risulta quindi essere quello del post-trapianto quando il fungicida protegge il radicchio anche da Rizoctonia favorendone il superamento della crisi di trapianto e durante lo sviluppo vegetativo quando ci sono condizioni predisponenti lo sviluppo di oidio, Cercospora ed Alternaria. SWITCH® è invece il fungicida specialista per il controllo di Sclerotinia e Botrite. Per il primo patogeno si consiglia di utilizzarlo nelle prime fasi del ciclo bagnando abbondantemente la base della pianta. La Botrite normalmente si sviluppa più tardivamente con pianta sviluppata e SWITCH® va impiegato in questa fase. Un trattamento con SWITCH® in pre-raccolta inoltre favorisce la conservazione del radicchio nei magazzini.

Foto di Paolo Spigariol e Mara Zanato

LA GAZZETTA DEL RADICCHIO

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