Anno 1 - Numero 1 - Dicembre 2010 - Periodico Trimestrale - Poste Italiane SpA/Sped. A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) – art.1 comma 1 – DCB TV – Contiene I.P.
Il Giornale del Consorzio Radicchio di Treviso e Variegato di Castelfranco Igp
DICEMBRE 2010
ZAIA IN DIFESA DEL RADICCHIO IGP Tolleranza zero contro i falsi immessi sul mercato
N° 01
OBIETTIVO DOP PAG. 6
Avviata la richiesta di passaggio alla denominazione PAG. 9 di origine protetta
E INOLTRE...
Gli sceriffi del radicchio
Partita la nuova stagione PAG 9 Il Radicchio a Vinci PAG 10 Immagini dal Radicchio d’Oro PAG 10 Gemellaggio col tartufo PAG 11 Dicono di noi
Incontro con Bigazzi PAG 11 Torna l’Antica Mostra PAG 12
Come arma hanno il libretto dei verbali. Ma soprattutto un fiuto particolare per le frodi. Ecco come operano gli agenti vigilatori che controllano il mercato del radicchio. Per tutelare noi e il nostro lavoro
Uno di noi: Franco Pierantoni PAG 15 Un libro di ricette tradizionali PAG 22
PAG. 3
PAG. 15
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EDITORIALE
STRADA DEL RADICCHIO
dal campo
UN GIORNALE PER TUTTI NOI
Manzan: uno strumento utile per conoscere i problemi e gli obiettivi, le difficoltà ed i successi della nostra denominazione
PAG 11
LA PROMOZIONE DEL TERRITORIO
L’attività dell’associazione che raggruppa produttori, ristoratori e strutture di accoglienza turistica. Tre itinerari per scoprire bellezze e cultura attorno al fiore d’inverno
COME DIFENDERSI DALLE ALLUVIONI
Pratiche fitoiatriche, scelta e sistemazione del terreno, modalità di coltivazione come forme di prevenzione nel caso di abbondanti piogge
intro
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di PAOLO MANZAN Presidente Consorzio Tutela Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco
IL CONSORZIO SIAMO NOI E SAREBBE UN ERRORE NON PENSARLO
Un nuovo organo di informazione del Consorzio, un servizio importante e utile per tutti gli associati. Per conoscerci meglio e offrire uno spazio in cui informare e discutere della nostra attività Carissimi Soci, nel primo editoriale di questo giornale voglio rivolgermi esclusivamente a voi. Questa volontà nasce dal fatto che da Presidente del Consorzio di tutela del radicchio rosso di Treviso e variegato di Castelfranco Veneto mi sono reso conto che lo stesso Consorzio è stato sempre “mio”. Ciò anche quando ero un semplice e magari distratto o delegante associato che si chiedeva dove finisse la quota pagata. Il nostro Consorzio non è un’entità di altri, anzi gli altri siamo noi. Per questo è dovere e diritto di ogni associato conoscere i problemi e gli obiettivi, le difficoltà ed i successi del medesimo. Ecco allora la necessità di informare e di informarsi, di comunicare all’interno e non solo all’esterno. La Gazzetta del Radicchio N. 1/10 • Periodico Trimestrale • Proprietario Consorzio Radicchio di Treviso Igp e Variegato di Castelfranco Igp - Via A. Guidini, 50 - 31059 Zero Branco Tel 0422 486073 - Fax 0422 489413 - consorzio@radicchioditreviso.it • Editore Edimarca sas - Strada comunale delle Corti, 54 - 31100 Treviso Tel 0422 305764 - Fax 0422 426343 - redazione1@edimarca.it
L’idea quindi è quella di far crescere questo giornale a servizio degli associati per creare uno spazio in cui si possano trovare, a nostro beneficio, delle notizie sulla vita consortile e più in generale che siano utili alle nostre imprese. Vorrei, quindi, che questo giornale contribuisse a far tornare il Consorzio ai legittimi proprietari, ai soci dello stesso! Per questo intendiamo dare spazio a tutte quelle informazioni che riguardano le attività di tutela, valorizzazione e promozione, ma anche di tipo tecnico e gestionale. Spero che questo editoriale non rimanga, come si dice, lettera morta. Buona lettura e grazie fin d’ora per il vostro contributo di idee. • Direttore Responsabile Luca Pinzi • Stampa Marca Print snc - Via dell’Arma di Cavalleria, 4 31055 Quinto di Treviso • Registrazione Tribunale di Treviso n. 166/2010 del 15/12/2010 • Poste Italiane SpA/Sped. A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) – art. 1 comma 1 – DCB TV
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sottolineato in rosso Dal 2008 operano sul territorio gli agenti vigilatori, incaricati dal Consorzio di tutela di controllare e verificare che il prodotto in vendita sia in linea con le regole del disciplinare e abbia tutte le caratteristiche idonee per fregiarsi del marchio Igp
Gli sceriffi del radicchio
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n difesa dell’unicità e della territorialità del radicchio di Treviso. E’ questo l’obiettivo che ha portato il Consorzio di dotarsi di agenti vigilatori, ossia pubblici ufficiali (in quanto tali sono) addetti alla verifica e al controllo che il radicchio rosso di Treviso e il variegato di Castelfranco messi in vendita rispettino le regole del disciplinare. Insomma, due angeli custodi anti-frodi. Il lavoro degli agenti vigilatori è iniziato due anni fa e ha preso spunto dal regolamento che ha istituito l’Igp per il radicchio, in base al quale al Consorzio di tutela sono stati delegati compiti di autocontrollo, e dalle regole del disciplinare di produzione, che individua zona, metodi e sistemi di produzione.
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sottolineato in rosso A questo compito sono stati delegati Mirco Feston e Antonio Bertone, che in questi due anni hanno svolto un’intensa attività di verifica sul campo, visitando mercati, grossisti e dettaglianti del Nord Italia, zona d’elezione di vendita del radicchio Igp. Com’è nata la vostra attività di agenti vigilatori? “Abbiamo cominciato con una prima fase che possiamo definire propedeutica – racconta Mirco Feston – seguendo degli specifici corsi tecnici, organizzati dall’Associazione Italiana Consorzi Indicazione Geografica (AICIG), in stretta collaborazione con l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) che ci hanno fornito le basi operative per svolgere il nostro lavoro, come ad esempio la metodologia per la stesura dei verbali. Quindi, tra il 2008 e il 2009, abbiamo iniziato la nostra opera di controllo, innanzitutto verificando dove andava a finire il prodotto, visitando tutti i principali mercati all’ingrosso del Nordest, da Padova, Verona, Udine sino a Trieste, spingendoci anche a Milano, Bologna e Cesena. In questa prima fase abbiamo soprattutto cercato di fornire informazioni e formazione sul prodotto Igp e sulle regole che permettono la sua commercializzazione, ossia sulla presenza di un marchio di riconoscimento obbligatorio. Abbiamo verificato che il 70-80% del prodotto viene commercializzato in
Veneto, quindi i nostri sforzi si sono concentrati prevalentemente in quest’area”. Quando avete iniziato con le prime operazioni concrete? “Dopo la conoscenza approfondita del mercato, la fase successiva – spiega Antonio Bertone – è stata quella di operare in modo più diretto ed incisivo. In questo senso abbiamo inviato le prime lettere di diffida a chi non era in regola, per un totale di 14 invii da parte del Consorzio. Le diffide hanno riguardato un po’ tutti i settori, dalla vendita al dettaglio e all’ingrosso sino all’industria alimentare, ai ristoranti e alle pizzerie, che sono i settori sicuramente più a rischio. Alcuni di questi successivamente hanno mostrato di perseverare nel loro errore quindi abbiamo dovuto stilare i primi verbali, come previsto dal nostro operato. Ne abbiamo comminati due a Venezia ed uno a Cesena, tutti operatori quindi che erano già preventivamente stati informati sulla non correttezza della loro vendita”. Quali sono i principali motivi di frode? “Le contraffazioni maggiori riguardano essenzialmente il Radicchio rosso tardivo, più che il precoce o il variegato, perché fra le tre è la tipologia più pregiata. Trattandosi di prodotti Igp, devono essere certificati e la loro origine deve essere garantita. I requisiti da rispettare sono l’area di provenienza, il rispetto delle regole
del disciplinare e la certificazione di un ente esterno. Il prodotto poi deve essere provvisto del bollino. Dai nostri riscontri è risultato che spesso viene indicato come Treviso del prodotto proveniente da altre zone d’Italia, come ad esempio nei casi del precoce proveniente dall’Abruzzo o dalla zona di Rovigo, stessa cosa per il Tardivo ed il Variegato, dove, nei casi di reiterazione del reato, abbiamo comminato le prime sanzioni. Ricordiamo che queste multe partono da 4.000 euro”. Come continuerà la vostra attività ora? “Il nostro è un intervento continuo – conclude Feston – che non si limita a specifici periodi. Quindi continueremo a verificare le regolarità oltre che sui mercati all’ingrosso, sui dettaglianti e sulla grande distribuzione, anche nella fase di trasformazione del prodotto. L’obiettivo è quello di garantire il rispetto della territorialità e della qualità di un prodotto unico, in cui è il singolo produttore a migliorare le varietà, producendo da se le proprie sementi, cosa rara nella moderna orticultura. La stessa presenza di un’acqua che ha caratteristiche peculiari, usata nella pratica dell’imbiancamento, ne fa un prodotto la cui qualità dipende solo dalla zona in cui è prodotto. Il sapere dell’agricoltore sta proprio in queste conoscenze ed è orientato allo scopo di realizzare continui miglioramenti del prodotto. Che per questo va salvaguardato e difeso con forza”.
CHI SONO I VIGILATORI Mirco Feston Agricoltore di Zero Branco e attuale sindaco dello stesso Comune. Già presidente della Cia di Treviso, è stato uno dei membri fondatori del Consorzio di tutela del Radicchio di Treviso, col quale lavora assiduamente da diversi anni. E’ stato uno dei primi a credere all’attività di controllo del prodotto, proponendosi quindi come agente vigilatore.
Mirco Feston e Antonio Bertone
Antonio Bertone Originario di Reggio Calabria, ma da anni residente a Treviso, attualmente è responsabile certificazioni e qualità di Coldiretti Treviso. Grazie a questa attività da anni mantiene assidui contatti con i produttori della zona del radicchio di Treviso, con l’obiettivo di tutelarlo dalle falsificazioni.
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I controlli per far sì che non siano immessi nel mercato prodotti non autorizzati sono fondamentali per garantire la sicurezza di una risorsa importante del nostro patrimonio enogastronomico
La qualità dei prodotti veneti va difesa ad oltranza, soprattutto in un momento difficile come quello attuale. E il Consorzio di tutela del Radicchio Fa benissimo a combattere la piaga delle imitazioni
Tolleranza zero sui falsi radicchi
Comprare veneto, ma autentico di Franco Manzato, assessore all’Agricoltura della Regione Veneto
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di Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto
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n prodotto che fa parte della nostra storia, della nostra identità e della nostra tradizione, un simbolo della Marca e del Veneto: è il Radicchio di Treviso, che esprime l’eccellenza dell’agricoltura di questa regione. Un prodotto che è il primo ortaggio ad aver ottenuto l’indicazione geografica protetta a livello comunitario e ha sempre rivestito un ruolo di apripista per i prodotti ortofrutticoli in ambito nazionale e comunitario. Un patrimonio dell’agricoltura del nostro Paese, che abbiamo il compito di difendere e tutelare. Per questo sono convinto della necessità della tolleranza zero contro chi utilizza le diciture Igp in modo
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improprio o senza averne i requisiti. Il disciplinare del Radicchio di Treviso Igp è molto rigido, e vi si specificano in maniera dettagliata le modalità produttive e i tempi di coltivazione. Le regole sono costruite con l’obiettivo di rendere il prodotto sempre più adeguato alle esigenze di un consumatore attento alla qualità e alla sicurezza del prodotto. Sono fondamentali i controlli per far sì che sia rispettato il disciplinare e che non siano immessi nel mercato prodotti non autorizzati. La tolleranza zero è fondamentale per tutelare innanzitutto quegli agricoltori onesti che rispettano le regole e che hanno a cuore l’autenticità e la distintività di un prodotto come il Radicchio di
Treviso. Controlli certi e pene severe sono le parole d’ordine per garantire la sicurezza dei prodotti che offriamo ai consumatori e che portiamo sui mercati internazionali. Tutelare il Radicchio di Treviso, e il suo riconoscimento Igp, significa, inoltre, proteggere una risorsa del patrimonio enogastronomico della nostra regione e quindi del turismo, che fa di quel patrimonio uno strumento strategico per attirare visitatori da ogni parte del mondo. È necessario mettere in campo azioni e controlli a tutto campo per stanare chi non rispetta le regole e tutelare un prodotto che rappresenta un ambasciatore, della nostra agricoltura e del Veneto, nel mondo.
er l’agricoltura veneta e per il radicchio questi sono tempi difficili. Intendiamoci: il mercato tira, e bene. Ma l’alluvione che ha flagellato l’intera regione per una settimana a partire dal 31 ottobre ha lasciato ferite profonde e danni pesanti ad un segmento produttivo significativo sia dal punto di vista economico sia per quanto riguarda l’immagine stessa della nostra qualità e tipicità. Ci siamo tutti rimboccati le maniche da subito. Non è orgoglio di fare da soli, per i veneti e il Veneto, ma normalità culturale, quella stessa per cui la gente da noi comunque si aiuta quando il momento lo richiede. Ma doverosamente abbiamo anche chiesto un supporto dallo Stato, alle cui finanze, val ricordarlo, i veneti concorrono con un bilancio che si aggira sui 6 miliardi l’anno a loro “sfavore”: la differenza tra quello che versano in tasse e quello che non ricevono rispetto a quanto pagato. E lo Stato, il Governo, ha risposto immediatamente dando una prima risposta esemplare e significativa. Ora è il momento di attivare un altro canale, immediato e forse anche più importante, che fa il paio con le esigenze dei produttori di veder riconosciuto il loro impegno per la qualità a favore del consumatore e la loro voglia di riprendere, ricostruire, andare avanti. Chiunque voglia darci ora una mano, comperi veneto, acquisti la nostra qualità, la ricerchi, si serva dei nostri prodotti. Farà l’azione più giusta, sosterrà il lavoro dei nostri imprenditori in una fase drammatica, e ne ricaverà una grande soddisfazione come consumatore, perché acqui-
stare veneto significa comprare il meglio al giusto prezzo. E per quanto riguarda il Radicchio di Treviso IGP, come anche per gli altri radicchi a denominazione del Veneto famosi nel mondo, fate attenzione a non comprare imitazioni: Il Radicchio Rosso di Treviso Igp è solo quello marchiato e proposto nelle confezioni stabilite e controllate dal Consorzio di Tutela. Da questo punto di vista il Consorzio fa benissimo a contrastare sui mercati i falsi e quanti spacciano per Radicchio Igp un prodotto che non è sottoposto alle regole della denominazioPaolo Manzan, presidente del Consorzio di tutela
ne. Spacciarlo come tale è una truffa bella e buona, un inganno che danneggia tutti, soprattutto la meritata fama di questa straordinaria produzione e il reddito degli operatori corretti.
Tuteliamo i nostri prodotti
Abbiamo voluto iniziare questo numero con un approfondimento su un tema che ci sta particolarmente a cuore, ovvero quello della tutela della nostra produzione e della difesa dalle frodi. L’immagine del nostro amato radicchio troppo spesso in questi anni è stata usurpata, spacciando per radicchio rosso di Treviso o variegato di Castelfranco prodotti non in regola con le norme del nostro disciplinare, senza il bollino Igp o provenienti da chissà dove. Abbiamo deciso di dare un taglio netto a questa situazione, che rischia di compromettere l’immagine di qualità che faticosamente stiamo portando avanti, istituendo un sistema di controlli nei territori e nei mercati di commercializzazione del radicchio rosso e variegato Igp. In due anni i nostri agenti vigilatori hanno girato tutto il nord Italia innanzitutto per informare sulle regole che disciplinano la vendita del radicchio, poi per verificare la correttezza dei commercianti e, nel caso di situazioni particolarmente gravi o ricorrenti, di comminare una multa ai trasgressori. E’ un segnale importante per dire che il Consorzio c’è e si sta muovendo con intransigenza verso chi sfrutta il nome del radicchio Igp senza averne i diritti.
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fresche di stagione Avviato il percorso che porterà Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco alla denominazione di origine protetta
A grandi passi verso la Dop
Novita’ in casa Fardin:
e’ nata la nuova Sarchiatrice meccanica La nostra azienda è specializzata nella vendita di attrezzature tecniche per l’agricoltura (oltre che in quella di articoli per il giardinaggio professionale). Avendo una attrezzata officina meccanica e di carpenteria, quest’anno abbiamo potuto realizzare questo attrezzo che agevola moltissimo il lavoro di zappatura interpianta; con il solo ausilio di due operatori ed alla velocità di 2-3 km/h riesce a coprire un impianto di qualsiasi tipo di ortaggi. Su richiesta si può avere tale attrezzo nella versione monofila. E’ disponibile anche a noleggio. E’ possibile vederla al lavoro nel video che troverete nel nostro sito www.fardinmacchine.com nella sezione “News del 25/07/2010” – oppure su Youtube cercando: Zappatrice – Prova in campo nuova zappatrice meccanica.
Foto di Paolo Spigariol e Mara Zanato
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l Radicchio di Treviso e il Variegato di Castelfranco verso la Dop. La strada che porterà il fiore d’inverno a diventare il 115imo prodotto alimentare nazionale a fregiarsi del marchio di tutela della denominazione, attribuito solo a quegli alimenti le cui peculiari caratteristiche qualitative dipendono essenzialmente o esclusivamente dal territorio in cui sono prodotti, è avviata. E lo farà entrare, primo ortaggio italiano, nel novero dei prodotti di qualità riconosciuta, proprio grazie alle sue peculiarità strettamente legate al territorio d’appartenenza, fra cui l’utilizzo dell’acqua per l’imbiancamento riveste sicuramente un’importanza straordinaria da questo punto di vista. “C’è la volontà di studiare un percorso che sia il più veloce possibile – spiega il presidente del Consorzio di tutela Paolo Manzan –. Abbiamo anche già individuato le persone adatte che possono seguire la strada di questo cambiamento della certificazione dall’Igt a Dop. Cambiamento oggi più che mai indispensabile, che serve anche per fornite un ulteriore grado di protezione al Radicchio Rosso di Treviso e al Variegato di Castelfranco. La Dop richiede che tutti i passaggi per la produzione debbano essere fatti nel territorio d’origine e proprio l’utilizzo della nostra acqua darà una garanzia ulteriore in questo senso. Si tratta in definitiva solo di un passaggio burocratico. Nei giorni scorsi abbiamo già avuto un incontro con il responsabile di Bruxelles
Nuova stagione, stessa qualità I primi dati sulla stagione in corso confermano la buona tenuta dell’export Il freddo si è fatto un po’ attendere ma, grazie alle prime brinate, dal 1° novembre il Radicchio Rosso di Treviso è tornato a far bella mostra sulle nostre tavole. Considerato sinonimo di certificazione, genuinità e ricercatezza, il Radicchio Rosso di Treviso Igp è richiesto soprattutto dalle grandi catene distributive che ne garantiscono la costante presenza nei banchi frigo. Si consolida, infatti, l’esportazione verso la Germania, prima importatrice di prodotti biologici, che ne riconosce l’assoluta componente naturale, verso Austria e Francia, particolarmente attenta alle specialità alimentari, ma soprattutto verso i paesi dell’est, con la Russia come realtà emergente che dimostra un forte interesse esigendone sempre maggiori quantità. Intanto il Consorzio Tutela Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco continua la propria attività di comunicazione in rubriche televisive enogastronomiche e promozione presenziando e facendo parlar di sé ad alcuni dei più rilevanti eventi e fiere nazionali ed internazionali, quali Fruitlogistica a Berlino, la fiera di Anuga ed altre. Anche i dati ufficiali della precedente stagione 2009-2010, confermano il primato del Radicchio Rosso di Treviso nella produzione trevigiana mentre è stata una vera rivelazione il Variegato di Castelfranco, che ha registrato un aumento della produzione del 57%, rispetto alla stagione precedente.
che ci ha spronato a preparare la documentazione necessaria. Dopo il passaggio a Bruxelles, dovremo fare la stessa richiesta a Roma, si tratta comunque di un percorso non breve, ma siamo determinati a farlo, anche perché darebbe comunque un ulteriore grado di protezione al prodotto che consentirebbe di eliminare la contraffazione del nome o almeno di trattenerla e di circoscriverla”. LA GAZZETTA DEL RADICCHIO
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fresche di stagione Il Radicchio ospite a Vinci Grande successo in terra toscana per il Consorzio delle Pro Loco di Treviso “Centro Marca”, che ha preso parte alla festa “Sapori e colori del Montalbano”, tenutasi domenica 21 novembre a Vinci (FI), città natale di Leonardo. Nonostante la pioggia inclemente, infatti, gli stand trevigiani allestiti nel centro della cittadina toscana
hanno attirato una nutrita folla di curiosi per fare la conoscenza del grande protagonista della giornata, il “fiore d’inverno”, presentato congiuntamente all’autoctono Olio del Montalbano. Una sintesi tra due eccellenze enogastronomiche, quella tra radicchio rosso e olio, entrambe recanti marchio Igp, che ha trovato la sua sublimazione nella serata di sabato 20 novembre con la “Cenallolio”, organizzata dalla Pro Loco di Vinci: gli ospiti della serata hanno potuto apprezzare un menù interamente a base di radicchio di Treviso e olio toscano, preparato dalle sapienti mani dello chef Egidio Rossetto. Dopo la degustazione, la mattina di domenica è stata dedicata a un incontro didattico-culturale presso la Palazzina Uzzielli, sede del Museo Leonardiano, con ospiti Paolo Manzan, presidente del Consorzio di tutela del Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco, Federico Gasparin, presidente del Consorzio Centro Marca, Benedetto Squicciarini,
fresche di stagione docente Master of Food di Slow Food, Paolo Santini, assessore alle Attività Produttive del Comune di Vinci e il vicesindaco Alberto Casini. Alla conferenza hanno fatto seguito una degustazione “in piazza” di risotto al radicchio rosso, che ha attirato molti dei presenti, e l’esposizione della mostra-mercato.
Radicchio & Vip
Radicchio impresa
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Protagonista indiscusso dei menu invernali, il Radicchio Rosso di Treviso Igp è stato chiamato in causa anche quest’anno, come sempre, in ricette, servizi, approfondimenti e articoli pubblicati su ogni sorta di rivista e giornale sia locale che nazionale. Della celebre cicoria trevigiana, ad esempio, hanno scritto di recente riviste nazionali di settore quali “A Tavola”, “Cucina Moderna”, “Food”, “Monsieur”, “Cucina&Vini”, “Taste Vin”, “Mark Up”, “Vie del Gusto”, “Sapori d’Italia”, femminili come “Vera” e “Intimità”, “Confidenze”, e di salute come “Viversani”, “Vita e salute”, quotidiani e periodici locali e nazionali come “Repubblica”, il “Corriere della Sera”, il “Messaggero”, “Avvenire”, la “Stampa”, la “Padania”, il “Gazzettino”, “La Tribuna”, “La Nuova Venezia”, “Famiglia Cristiana”, “Panorama”, “Gente”, “Gioia”, “Grazia” e “TV Sorrisi e Canzoni”, ma anche numerose trasmissioni televisive come “La vita in diretta” in onda su Rai Uno, “La domenica del villaggio” di Rete 4, e anche Canali Sky come Class Life. Inoltre si è diffusa moltissimo la presenza del Radicchio Rosso di Treviso Igp anche sul web, nei portali specializzati in enogastronomia, in quelli generalisti, nei blog e nei siti di news, promuovendo ricette a base di radicchio insieme alla storia e alla tradizione relativa alla coltivazione e lavorazione di questo incredibile prodotto.
Serata con grandi nomi del mondo della cultura, dello sport e dello spettacolo per le premiazioni di “Radicchio d’Oro” edizione 2010 a Castelfranco. Il racconto per immagini della serata
Un gemellaggio col tartufo di Pergola
Grande successo per la XII edizione del Premio “Radicchio d’Oro”, tenuta lo scorso 15 novembre presso l’Hotel Fior di Castelfranco Veneto. Una manifestazione ormai consolidata negli anni, organizzata dal Gruppo Ristoratori del Radicchio ma appoggiata e sostenuta con grande entusiasmo anche dal Consorzio di tutela del Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco, che premia ogni anno illustri personalità del mondo della cultura, dello spettacolo, dello sport e della cucina. Era presente all’evento anche il presidente del Consorzio, Paolo Manzan, che ha incontrato e salutato tutti i premiati: Max Biaggi per lo sport, Fabrizio Frizzi per lo spettacolo, Silvio Garattini per la ricerca, Antonio Azzalini per la cultura e l’informazione e Gennaro Esposito per l’enogastronomia. Ospite di prestigio anche Miss Italia 2010, la folignese Francesca Testasecca.
Il radicchio incontra il tartufo. L’insolito gemellaggio gastronomico si è festeggiato durante la 15ima Fiera del Tartufo Bianco di Pergola, il 23 e 24 ottobre scorso, che ha radunato più di 20.000 presenze. Ottima l’accoglienza verso il prodotto trevigiano, considerato un “cult” al pari del tartufo, e molte anche le richieste su dove e come sia possibile acquistarlo, visto che in quelle zone si reperisce con un po’ di difficoltà. All’interno della festa, domenica 24, è stato programmato anche un convegno dal titolo “Il Tartufo Bianco di Pergola incontra il Radicchio Rosso di Treviso. Incontro possibile fra due tipicità di grande carattere” dove sono intervenuti il consigliere comunale Antonio Baldelli, il presidente provinciale della Confartigianato Learco Bastianelli, il giornalista, scrittore, editore e gastronomo Carlo Cambi, lo storico, esperto di cultura gastronomica e dell’arte conviviale Tommaso Lucchetti, il presidente dell’Ordine ristoratori professionisti italiani Massimo Biagiali, lo chef dell’osteria alla Pasina di Dosson di Casier (TV) Giancarlo Pasin e il consigliere del Consorzio del Radicchio Rosso di Treviso Francesco Arrigoni. A seguire si è tenuta una cena degustazione dedicata al matrimonio fra i due prodotti dal titolo “Galeotto fu il Bianco” per la regia di Pasin e di Massimo Biagiali del ristorante “Il Giardino” che ha detto: “Sono felice di avere contribuito al successo della fiera e a realizzare queste nozze “impossibili” tra il tartufo, con il suo sapore che tende ad essere predominante, e il radicchio rosso che si contraddistingue per il suo gusto dolce e amaro allo stesso tempo.
Il presidente del Consorzio del radicchio Paolo Manzan assieme a Fabrizio Frizzi e Max Biaggi
Sempre Manzan con Francesca Testasecca, Miss Italia 2010
Lo scrittore Mauro Corona con il presidente Manzan 2
Dicono di Noi
A Rio San Martino un talk show con Bigazzi Luca Pinzi sfida Beppe Bigazzi in un faccia a faccia tra territori e prodotti tipici. Una sfida che è andata in scena sabato 20 novembre a Rio San Martino di Scorzè nell’ambito della 29ima Festa del radicchio. E’ stato un vero e proprio talk show dove Pinzi (conduttore televisivo locale) e Bigazzi (noto per le sue apparizioni televisive nazionali) hanno messo a confronto i prodotti tipici ed i territori di Veneto e Toscana analizzando lo stato dell’arte della cucina moderna organizzato nell’ambito dell’appuntamento rassegna enogastronomia “La strada del radicchio incontra…”. Eloquente il titolo del talk show “I cibi che la cucina moderna rifiuta”. Ospiti e testimoni del faccia a faccia anche i ristoratori Beppo Tonon e Walter Crema. “La sfida vista la cultura e l’esperienza enogastronomia delle persone coinvolte si è trasformata in un gemellaggio tra il territorio ed i prodotti di Rio San Martino e quelli di Fivizzano, terra natale di Beppe Bigazzi – ha detto il presidente della Strada del Radicchio, Iginio Zugno –. La cosa importante è che questi scambi servano a unirci tutti attorno all’obiettivo comune di valorizzare l’unicità dei prodotti territoriali.
fresche di stagione SCRIVI AL CONSORZIO
Uno degli obiettivi del Consorzio di tutela del Radicchio Rosso di Treviso Igt e Variegato di Castelfranco Igt è quello di fare da punto di riferimento dell’area di produzione del “fiore d’inverno”. Con 185 soci, copre un territorio che tocca le province di Treviso, Venezia e Padova. Ed è a loro che si rivolge il presidente del Consorzio, Paolo Manzan, invitandoli ad esprimere le proprie osservazioni per migliorare l’attività del Consorzio stesso. “E’ un nostro obbligo – spiega Manzan –
quello di ascoltare le loro opinioni e le loro idee, su aspetti legati al loro lavoro ma non solo. Mi impegno a tenere di buon conto qualsiasi suggerimento arrivi sia dagli stessi soci, ma anche da chi socio non lo è ancora ma lo vorrebbe diventare. L’obiettivo è quello di allargare la base sociale del Consorzio, anche perché più uniti siamo più potremo far valere le nostre esigenze”. Le possibilità per inviare le proprie osservazioni al consorzio sono molte: si va dal contatto diretto alla sede del Consorzio, presso villa Guidini a Zero Branco, telefonando da lunedì a sabato dalle 9 alle 13 allo 0422/486073 o inviando un fax al 0422/489413, oppure scrivendo alla e-mail: info@radicchioditreviso.it. Ma la prossima novità per mantenere i contatti diretti sia con la base societaria ma anche con i semplici appassionati, sarà rappresentata dall’apertura a breve della pagina Facebook del Consorzio, di cui daremo notizie più complete sul prossimo numero del nostro giornale.
L’Antica Mostra fa 111 Grande successo per l’11ima edizione dell’Antica Mostra del Radicchio Rosso di Treviso, che si è tenuta lo scorso 19 dicembre presso la Loggia del palazzo dei trecento a Treviso. La mostra, ideata oltre un secolo fa dall’agronomo Giuseppe Benzi cui si deve l’organizzazione della prima edizione datata 20 dicembre 1900, ha come obiettivo quello di valorizzare e promuovere le migliori tipologie di radicchio Igp, grazie ad un concorso annuale che premia il miglior prodotto. Tante comunque le iniziative che si sono svolte nella giornata attraverso il centro storico del capoluogo della Marca, con banchi di assaggio di specialità enogastronomiche territoriali, con la partecipazione di produttori soci del Consorzio di tutela, e attività promozionali, fra cui un maxi schermo su cui sono state proiettate emozionanti immagini dedicate al “fiore d’inverno” e alla Strada del Radicchio. In concomitanza con la mostra si è tenuta anche RossoTreviso, organizzata da Accademia delle 5T in collaborazione col Comune di Treviso, in programma sino al 24 dicembre, che ha previsto diverse attività come banchi d’assaggio, mostre fotografiche, degustazioni e visite guidate nel territorio.
uno di noi Una chiacchierata a ruota libera con Franco Pierantoni, produttore di Monselice ed ex vicepresidente del Consorzio, sullo stato del radicchio nel padovano e non solo
L’unione fa la forza
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on trascuriamo il radicchio padovano. E’ questo il senso di presentare per primo Franco Pierantoni come produttore in questa rubrica a loro dedicata. E’ una area, infatti, che investe molto e crede nel prodotto, e andrebbe per questo premiata e presa più in considerazione, cosa impedita solo dalla lontananza geografica, non certo per volontà del Consorzio. L’azienda di Franco Pierantoni è stata creata a Monselice nel 1996, da una precedente esperienza assieme al fratello. Partita come azienda produttrice di cereali, si è poi convertita all’ortofrutta. Dal 2000, infine, è iniziata la produzione di radicchio, associandosi al Consorzio di tutela. L’azienda è cresciuta sino alla fine del 2008, quando arrivava a 200 mila euro annui di Plv (prodotto lordo vendibile), poi
negli ultimi due anni, anche a causa di una vertenza giudiziaria, ha rallentato il ritmo. Dal 2003 al 2009 Pierantoni ha ricoperto l’incarico di vicepresidente del Consorzio di tutela. Qual è la situazione del radicchio nell’area padovana? “Le colture sono aumentate in maniera sensibile, soprattutto di radicchio lungo rosso tardivo. C’è stato un incremento sia dei trapianti che delle semine. Ci sono stati danni considerevoli dalla pioggia, quindi credo che alla fine verrà a mancare un po’ di produzione. L’incremento del seminato, però, è dovuto anche all’attuale situazione economica in cui, per sostenere i costi ed un minimo di reddito, tutti cercano di inventarsi orticoltori. Aumento specifici ci sono stati nella produ-
zione di radicchio variegato e anche in tutte le varietà di radicchio rosso che creano poi concorrenza alle varietà a marchio. Sul mercato però pochi di questo sono Igp. Esistono all’interno del Consorzio due opinioni, una che tende a reprimere mettendo nuove regole o nuovi paletti agli associati con lo scopo di escludere o creare problemi ai produttori diminuendo di fatto la concorrenza interna, io propendo per la seconda via che consiste nell’allargare i cordoni del Consorzio, facendo entrare i produttori che attualmente ne sono fuori, mantenendo le regole base di produzione per poter poi meglio controllare l’intero complesso di prodotti, nel pieno rispetto delle regole del disciplinare. Questo consentirebbe di praticare la strada del prezzo unico, oppure ancora meglio una forbice sul prezzo ben definita. Dobbiamo farci concorrenza sulla qualità e non sul prezzo”. Cosa potrebbe servire per migliorare la situazione? Servirebbe una nuova cultura, una cultura diversa nei rapporti soprattutto col mondo della grande distribuzione. Nei supermercati oggi la concorrenza non c’è, conta solo il prezzo. Quindi si ricorre spesso a compromessi. Quello che serve è una maggior unione e una seria politica di marchio, che tenga conto anche di tutta la filiera. Inoltre spesso vengono fatti solo ordini giornalieri, per paura di dove buttare via la merce. Va rivista la fase di commercializzazione. E per far questo bisogna migliorare assolutamente il rapporto fra produttori stessi, escludendo qualsiasi politica al ribasso. Anche il fatto che la Gdo utilizzi sempre più spesso propri imballaggi per vendere i nostri prodotti, se da una parte comporta anche un certo risparmio di costi, dall’altra ci penalizza perché ci toglie completamente l’immagine. Di imballaggio unico se ne era parlato anche alle riunioni fra i produttori di radicchio di Castelfranco Igp, ma poi non se ne era fatto nulla. Anche qui manca la mentalità”. Quale ruolo potrebbe avere in questo senso il Consorzio? “Soprattutto in un periodo di forte crisi come quello attuale dobbiamo creare un clima di fiducia fa produttori, se non vogliamo venir soverchiati da poteri economici più forti. Uniti si vince, divisi si perde”. LA GAZZETTA DEL RADICCHIO
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strada facendo L’attività culturale e di promozione degli itinerari proposti dall’Associazione Strada del Radicchio rosso di Treviso e variegato di Castelfranco
In viaggio col radicchio
L’
Associazione Strada del Radicchio rosso di Treviso e variegato di Castelfranco nasce nell’aprile 2006 per iniziativa del Consorzio tutela radicchio rosso di Treviso e variegato di Castelfranco e di alcune amministrazioni comunali comprese nel territorio di produzione del radicchio Igp. Ben presto al progetto hanno aderito un significativo gruppo di produttori certificati per la produzione di radicchio Igp, tanto da consentire all’Associazione di ottenere nel settembre del 2007 il riconoscimento ufficiale, sulla base della normativa vigente, da parte della Giunta Regionale del Veneto. Nel corso di questi anni l’Associazione si è sempre più allargata, comprendendo attualmente oltre ottanta soci tra
produttori di radicchio Igp, ristoratori e strutture di accoglienza turistica, produttori di specialità gastronomiche, Consorzi di Tutela, Amministrazioni comunali del territorio di produzione del radicchio Igp, le Amministrazioni provinciali di Treviso e Venezia. I principali obiettivi dell’Associazione sanciti dallo Statuto sono quelli di: a. incentivare lo sviluppo economico mediante la promozione di un’offerta turistica integrata costruita sulla qualità dei prodotti e dei servizi; b. valorizzare e promuovere in senso turistico le produzioni agricole e vitivinicole, le attività agroalimentari, le specialità enogastronomiche e le produzioni dell’economia ecocompatibile; c. valorizzare le attrattive naturalistiche, storiche, culturali ed ambientali presenti sul percorso della Strada; d. promuovere, attraverso la formazione e l’aggiornamento professionale, lo sviluppo di una moderna imprenditorialità, capace e motivata, legata al turismo enogastronomico; e. diffondere l’immagine e la conoscenza del territorio della Strada attraverso iniziative promozionali, campagne di informazione, gestione di centri di informazione, azioni di commercializzazione ed attività di rappresentanza nell’ambito di manifestazioni ed iniziative fieristiche; f. organizzare o collaborare all’organizzazione di manifestazioni e concorsi legati ai prodotti tipici o finalizzati alla promozione complessiva della Strada; g. pubblicare materiale promozionale e divulgativo atto alla maggiore diffusione della conoscenza della Strada. Grazie alla collaborazione delle Amministrazio-
Il saluto del presidente Desidero innanzitutto porgere i miei saluti ai lettori e ringraziare il Consorzio del radicchio rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco per lo spazio concesso in questa rivista, ciò mi consente di far conoscere le iniziative che l’Associazione Strada del radicchio rosso di Treviso e variegato di Castelfranco ha svolto in questi anni e quelle che Iginio Zugno, presidente intende realizAssociazione Strada del Radicchio zare in futuro.
ni Provinciali di Treviso, Padova e Venezia, l’Università degli Studi di Padova ha elaborato un itinerario automobilistico che, coinvolgendo tre diverse aree della zona di produzione del Radicchio rosso di Treviso e variegato di Castelfranco, sviluppa tre diversi tematismi ed in particolare: “La civiltà dell’acqua da Treviso a Castelfranco Veneto” più a nord; “Le terre del radicchio” e “La campagna veneta dall’epoca romana alla Serenissima” più a sud. L’obiettivo, in una programmazione di medio periodo, dovrà consentire alla Strada di costituire una chiave di lettura credibile per questa parte della pianura veneta che vede nel Radicchio rosso di Treviso e nel Radicchio variegato di Castelfranco un’occasione unica per promuovere, nei confronti degli enoturisti, tutto il sistema economico in essa coinvolto. Tale obiettivo, in particolare, verrà attuato implementando un articolato sistema di itinerari
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dal campo
strada facendo
che, senza prescindere dal territorio che dovrà essere esclusivamente quello di produzione delle summenzionate produzioni, consentiranno ai visitatori di scoprire la “patria del radicchio” permettendo a ciascuno di approcciarla secondo le proprie inclinazioni, prediligendo alcuni aspetti di questo territorio come l’arte, l’ambiente, l’architettura, etc. o il mezzo di trasporto, sia esso una barca, un cavallo, una bicicletta o quant’altro. Un approccio innovativo che si spera possa dare i propri frutti a vantaggio dell’intero sistema economico locale, tutto ciò in un’ottica turistica fortemente orientata a soddisfare tutte le esigenze dei potenziali visitatori. I progetti attualmente in corso di realizzazione riguardano la predisposizione, in coordinamento con le amministrazioni locali e le Province, di una adeguata cartellonistica stradale
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che segnali il tracciato turistico del radicchio Igp, la realizzazione di cartelli identificativi della Strada del radicchio da rilasciare alle aziende di produzione e di accoglienza turistica socie, la pubblicazione di materiale promozionale e illustrativo degli itinerari turistici, il periodico aggiornamento del sito internet www.stradadelradicchio.it, la partecipazione alle manifestazioni fieristiche locali e nazionali legate al prodotto tipico e al turismo, l’intensificazione dei rapporti con la Regione Veneto, i Consorzi di Tutela dei prodotti tipici del territorio, gli Enti, le Associazioni turistiche e il mondo imprenditoriale dell’area produttiva per un sempre più pieno coinvolgimento nell’opera di promozione del territorio. L’Associazione intende infine potenziare la sua
L’apporto di sostanza organica come forma di prevenzione nei confronti dei patogeni
I prodotti del nostro territorio Radicchio rosso di Treviso Igp Radicchio variegato di Castelfranco Igp Asparago di Badoere Igp Casatella Trevigiana Dop Sopressa Trevigiana Mozzarella di bufala Vini Doc del Piave Vini Doc della Riviera del Brenta
collaborazione con le aziende turistiche per la predisposizione di pacchetti turistici che prevedano nel territorio di tutela la visita dei turisti alle aziende di produzione del radicchio oltre che a luoghi di interesse artistico e naturalistico.
Una strada, tre itinerari, mille emozioni Ville veneziane, oasi naturalistiche, castelli medioevali, mulini cinquecenteschi, l’ospitalità e la bontà dei prodotti della terra, tutto questo e altro ancora attende i visitatori nei tre incantevoli itinerari che attraversano l’area di produzione del Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco. Il primo percorso segue il tracciato del fiume Sile idealmente da Treviso alle sorgenti, per poi proseguire verso Castelfranco. Il secondo percorso tematico attraversa l’area di maggiore diffusione della produzione del radicchio Igp e, partendo da Casier e Preganziol, i comuni dove storicamente si è sviluppata la coltivazione del radicchio, congiunge i comuni di Zero Branco, Scorzè e Trebaseleghe. Il terzo percorso tematico posto a Sud, infine, è delimitato nella sua parte più meridionale dal decumano del graticolato romano e comprende ad Ovest l’antica via Aurelia e ad Est un tratto del Terraglio. La strada del Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco offre l’eleganza di un paesaggio che custodisce incantevoli architetture e avvincenti tracce di storia millenaria, unitamente alle prelibatezze gastronomiche e all’unicità dei prodotti agricoli, motivi di molteplici ed intense emozioni, anche per i turisti che vogliano compiervi solo una breve visita. Per conoscere in dettaglio tutti gli itinerari e le relative informazioni turistiche visita il sito www.stradadelradicchio.it
Pratiche fitoiatriche in caso di forti piogge di Federico Nadaletto, tecnico Opo Veneto
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e precipitazioni di quest’anno, specialmente nel periodo da settembre a novembre, sono state abbondanti e sopra le medie, tali da creare molti problemi di carattere fitoiatrico. La gestione agronomica dei terreni sappiamo essere l’unica prevenzione alle fisiopatie che le forti precipitazioni possono causare, quindi la preparazione di un terreno deve prevedere lo sgrondo delle acque in eccesso. L’asfissia radicale causa ad una pianta forti stress, i quali la rendono molto più debole nei confronti dei patogeni, che altresì vengono veicolati dalla stessa acqua, e quindi riescono a propagarsi in zone molto ampie degli appezzamenti. Le malattie più comuni, nei terreni asfittici sono: Rizoctonia, Erwinia carotovora, Fusariosi e Sclerotinia. Tutti questi patogeni, specialmente i primi tre, che attaccano l’apparato radicale, sono difficilmente curabili con terapie chimiche, quindi si rende di fondamentale importanza la prevenzione. Come già detto, la preparazione dei terreni in modo che lo sgrondo delle acque sia efficiente, è la prima pratica da curare, ma la prevenzione inizia dall’apporto di sostanza organica (SO), perché oltre a mantenere la sofficità di un terreno (ottimo equilibrio tra aria e acqua), mantiene la flora microbica utile ad avversare le suddette malattie. Un terreno con una dotazione di SO superiore al 4% difficilmente presenta problemi di patogeni, questo perché gli spazi disponibili agli stessi
vengono occupati dai microrganismi utili, oltre al fatto che una parte di essi (Trichoderma, Bacillus Subtilis, Choniuthyrium M., Attinomiceti) attacca e distrugge i parassiti. Oltre a questo importante aspetto dell’SO, grazie alle sue sostanze utili (acidi umici e fulvici) l’apparato radicale si sviluppa in maniera più ampia, permettendo alla pianta minori stress, sia da periodi siccitosi che da periodi di asfissia, e di accumulare molte più sostanze di riserva che si traducono poi in maggiori produzioni. Da un punto di vista di pratiche fitoiatriche, l’apporto al terreno di funghi antagonisti presenti in commercio come prodotti a base di Trichoderma e Coniuthyrium, la concia dei semi con consorzi di funghi micorizzici e antagonisti sono buone pratiche preventive. Da un punto di vista di terapia prettamente chimica, si possono conciare
i semi con Tolclofos Metile, fare bagnature alle piantine in pre-trapianto con Propamocarb o Propasmocarb + Fosetil alluminio e in terreni in condizioni particolarmente difficili si possono fare trattamenti ai primi stadi usando agrofarmaci a base di Tolclofos M. o Boscalid + Pyraclostrobin, facendo sempre molta attenzione alle limitazioni sui dosaggi e sul numero di trattamenti degli stessi previsti dalle etichette e dai disciplinari di produzione integrata che le Regioni prevedono sulla coltura. Sono in atto in questo periodo test di prodotti di origine naturale che aiutano ad alzare le barriere immunitarie della pianta, specialmente per problemi batterici (Erwinia C. e Pseudomonas spp.) e fusariosi, con risultati apparentemente soddisfacenti. Siamo quindi ottimisti che per le prossime annate agrarie avremmo dei mezzi tecnici in più a disposizione per la protezione delle colture.
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dal campo Sistemazione, scelta del terreno e tecnica di coltivazione come fattori in grado di ridurre l’impatto di fenomeni meteorici
Precipitazioni e preparazione del terreno
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e precipitazioni che si sono verificate nel periodo di fine estate e autunno nel 2010 hanno sicuramente compromesso la coltura del radicchio in tutte le sue tipologie, dal radicchio rosso di Treviso al Variegato di Castelfranco, tipologie presenti nel comprensorio dell’Igp. Per cercare di ridurre l’effetto di questi fenomeni meteorici risulta importante prestare attenzione alla sistemazione del terreno, alla scelta del tipo di terreno, infine alla scelta della tecnica di coltivazione. Analizzando i tre fattori importanti sopra descritti e partendo dalla sistemazione del terreno risulta importante effettuare una ripuntatura del terreno con attrezzatura atta a rompere la suola di lavorazione di modo che l’acqua possa filtrare con facilità anche nei punti più profondi, inoltre dovrà essere sistemato il terreno di modo che non siano presenti avvallamenti (buche) all’interno dell’appezzamento causa di ristagni idrici. Sempre nella sistemazione dell’appezzamento bisognerà cercare di abbassare le capezzagne (cavini) per far in modo che l’acqua proveniente dal centro dell’appezzamento possa defluire nei canali di scolo. Non va inoltre sottovalutato che i canali vicini o adiacenti agli appezzamenti devono essere puliti di modo che l’acqua possa defluire con facilità. Per quanto riguarda la scelta del tipo di terreno da coltivare sarebbe importante seminare/tra-
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di Diego Rolvaldo, consulente esperto ortocolo
piantare su terreni di medio impasto cioè non eccessivamente ricchi di limo o argilla. In sostanza la scelta va fatta anche in funzione della tecnica di coltivazione: ad esempio sarà importante per il radicchio Rosso di Treviso tipo Tardivo la scelta di un terreno sciolto per un trapianto di piantine, in quanto questa tecnica fa si che la radice non cresca in modo fittonante (una sola radice principale e poche radici secondarie) ma cresca in modo fascicolato (tante piccole radici). La crescita delle radici in modo fascicolato in fase di raccolta su un terreno pesante porta ad un’estrema difficoltà alla raccolta stessa. Se invece definiamo la semina sempre del nostro radicchio tipo Tardivo su terreni pesanti abbiamo la possibilità di raccogliere il radicchio in modo più agevole in quanto
rimane meno terreno presente nelle radici e forse anche la facoltà di raccogliere il radicchio con agevolatrici. Da escludere nella maniera più assoluta gli appezzamenti che risultano più bassi rispetto al normale livellamento della zona produttiva in quanto rimangono sempre bagnati e con precipitazioni abbondanti si allagano. Prendendo in esame il terzo punto e cioè la tecnica di coltivazione fattore importante risulta la scelta varietale. Da preferire varietà con foglia esterna verde, perché più resistente ai forti sbalzi climatici, inoltre utilizzare varietà molto vigorose specialmente per il periodo di raccolta che va da metà dicembre a tutto gennaio. Per quanto riguarda le tecniche colturali di post semina/trapianto da preferire nelle lavorazioni interfilari prima la fresatura e poi la sarchiatura sempre per non creare suola di lavorazione e facilitare il defluire dell’acqua in eccesso. Le lavorazioni interfilari devono essere effettuate al massimo entro il mese di settembre di modo che il terreno riesca nuovamente ad impaccare (indurirsi per poter facilitare il passaggio dei mezzi agricoli). Tutte queste tecniche di coltivazione sopra esposte possono ridurre il problema dell’effetto delle eccessive piovosità ma comunque il prodotto viene sempre in parte compromesso.
leggi come mangi Piatti casalinghi e della tradizione a base di radicchio raccolti in un libro edito con la collaborazione del Consorzio
Le ricette con il “fiore d’inverno”
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oltissime e gustose ricette raccolte in un volume per esaltare le inimitabili caratteristiche del pregiato ortaggio trevigiano che, primo fra tutti, ha ottenuto l’Igp nel 1996. Secondo gli storici la coltivazione del radicchio veneto è iniziata intorno alla metà del Cinquecento, probabilmente a Dosson, in provincia di Treviso, diffondendosi rapidamente dopo aver scoperto che poteva essere mantenuto fresco durante l’inverno e che, se conservato in un ambiente ideale e sottoposto a particolari tecniche, poteva produrre un nuovo germoglio. Il capostipite dei radicchi veneti è il Rosso di Treviso, successivamente distinto in “precoce” e “tardivo”. Quest’ultimo viene sottoposto alla particolare tecnica della forzatura-imbianchimento. Tutti gli altri radicchi derivano dall’incrocio (spontaneo o guidato) con la scarola, che nel XVIII secolo ha dato origine al Variegato di Castelfranco. Il libretto fresco di stampa, pubblicato in coedizione con il Consorzio di tutela Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco, raccoglie 26 ricette “casalinghe e tradizionali” e 25 ricette “gourmet”. Dopo aver acquistato un radicchio di qualità, garantito dal marchio del Consorzio, aver mondato i mazzetti, avendoli
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privati della parte esterna della radice (quella scura) e lavati in acqua corrente, siamo pronti a degustarlo semplicemente crudo, magari leggermente condito con una salsa a base di olio e limone, o anche come ingrediente principale per insalate miste, arricchite con scaglie di grana padano e acciughe sciolte nell’olio. Un altro classico è il radicchio ai ferri, ma un piccolo accorgimento può aiutarci a ottenere un contorno perfetto nella sua preparazione: sarà sufficiente condire i cespi di radicchio, tagliati a metà o a quarti, con olio, aceto, sale e pepe e passarli per qual-
Il Radicchio Rosso di Treviso Illustrazioni di Andrea Tich Terra Ferma Editore Pagine: 96 Prezzo di copertina: 5 euro
che minuto nel forno a microonde prima della grigliatura vera e propria. In questo modo il radicchio rimarrà morbido e non si seccherà come spesso succede cuocendolo direttamente sulla piastra o sulla griglia. Infine, un suggerimento: dopo l’acquisto se non viene consumato subito è importante conservare il radicchio in frigorifero correttamente, e cioè nella parte più bassa del frigorifero, inserito in sacchetti di carta non plastificata così da permettergli una traspirazione che consente di non far marcire le foglie.