mercoledì 7 maggio 2008
il Paese
nuovo
ppesa
un filobus non presenta alcun vantaggio innovativo, in quanto i bus ibridi circolano già e l’energia prodotta per alimentarne le corsa proviene anche dalla vicina centrale di Cerano, i cui fumi nocivi tornano sulla città. Le periferie e tutta l’area periurbana che si sviluppa a ridosso della Tangenziale restano un mondo a parte, dove senza auto si resta fermi. Le frequenze delle corse sono un altro fattore deterrente al ricorso al mezzo pubblico infine una scarsa informazione conclude il fallimento della politica dei trasporti pubblici in città che non è un luogo comune, ma un giudizio severo testimoniato dalle lunghe code ai semafori, magari affiancati da un bus desolatamente vuoto. Ci vuole coraggio per cominciare a vedere i gestori dei trasporti pubblici locali come discriminanti fondamentali dell’eccellenza di una città, piuttosto che come polmoni elettoralistici accompagnati da succulenti poltrone. Dopotutto, anche se siamo usciti dalla campagna elettorale, per la par condicio è bene ricordare che quanto accade nella SGM, a scala territorialmente superiore si verifica nella STP. Ci vuole coraggio nell’implementare politiche
che scoraggino il ricorso all’auto, incentivino una vera intermodalità e disegnino percorsi che siano inclusivi piuttosto che esclusivi. I percorsi circolari attuali sono inefficienti, al contrario occorrono percorsi bidirezionali con frequenze decisamente maggiori, soprattutto nelle ore di punta. E occorrono anche servizi di trasporto notturno, non solo un giorno all’anno (la notte bianca). In presenza di valide alternative, quanti non sarebbero favorevoli ad una tassa per l’ingresso con l’auto in centro che in fin dei conti si paga già ogni qualvolta si decida di parcheggiare l’auto? Il punto è partire dalle esigenze di chi si muove. Prendere un’area qualunque entro l’anello della Tangenziale e dire: in massimo 20 minuti puoi essere in qualsiasi altro punto all’interno dell’anello. Lecce è una città piccola, ottenere questo non è una sfida impossibile. Di certo è una sfida che non si vince senza rivoluzionare in forma decisa e coraggiosa l’idea di città, vincendo le resistenze costituite da parassitismi burocratici, partitici e sindacali creati – volontariamente o no – nel corso degli anni.
Focus
16•17
Quando arrivarono gli agitatori di Usenet Una delle discussioni più accese contro i filobus, una della prima ora, è stata quella che è avvenuta fra i consueti agitatori e opinion leader di un vecchio gruppo di Usenet, "italia.lecce.discussioni". Usenet è la vecchia internet non ancora 2.0, fatta di soli messaggi di testo, rispetto di un certa etichetta, e tanta passione per un tema da sviscerare. Come un forum, ma ancora più scarno e forse efficace, pura discussione. Quando ancora un blog era un sogno di uno smanettatore troppo democratico. Inutile dire come il gruppo leccese abbia preso malissimo l'idea del tracciato per i filobus. Non uno degli utenti storici si è
dichiarato soddisfatto dall'iniziativa dell'amministrazione Poli. In particolare, chi non ne ha voluto sapere, è stato tale "Giustiziere della notte" che, unitamente al suo compagno di merende "Sbianco", è giunto a drammatiche conclusioni, nel corso del tempo. Partendo da: "Che spreco di denaro pubblico! Che scempio architettonico! Che vergogna!"; passando per "Gli ambientalisti mi fanno togliere i pali dell'energia eolica - cosa molto utile - e i pali dei filobus son meglio da vedere?". Per giungere infine alla minaccia più subdola: "La pax non è silente".
Ma i pali resistono resistono, resistono Un cityblog dedicato a Lecce, www.0832.tv, ha dedicato uno dei suoi primi post, fra i più commentati, a un incidente stradale con protagonista un palo dei nascituri filobus leccesi. "L’esasperazione per il caro benzina (quando c’è), i grattin grattò della Soldi Gestiti Male Esse-Pi-A, il traffico asfissiante protratto anche la domenica e le prime nevicate stagionali, hanno messo in difficoltà più di un pilota sul circuito cittadino. C’è persino chi, con un tocco di fantapolitica, sospetta che alcuni commercianti ostili alla metropolitana superficiale abbiano osato distribuire generose dosi di olio di
girasole thailandese in prossimità dei tanto agognati pali, con l’obiettivo di abbatterli a colpi di paraurti altrui. Qualunque sia la causa, non ultima la distrazione dovuta a qualche bicchiere di troppo - dopotutto siamo nel weekend - o anche ad un crampo alle mani del conducente, per le temperature ormai polari, il risultato rischia di essere una derapata con botto finale. Come quello che si è verificato all’alba di sabato in piazza del Bastione. Nonostante tutto i ferrei pali resistono, resistono, resistono e si candidano con decisione all’ambizioso ruolo di nuovo simbolo della città".