Dialogo e Famiglia Giornale dell’unità pastorale delle Parrocchie Badia-Mandolossa e Violino N˚ 1 - Febbraio 2016
Misericordia in opere
Sommario Parola del Parroco Sono ancora attuali le opere di misericordia?. . . . . . . . . . pag. 3
Vita della Chiesa Presentazione sintetica delle sette opere di misericordia corporali . . . . » Il volto della carità corporale . . . . . » Dove va il mondo? . . . . . . . . . . . » Visitare i carcerati. . . . . . . . . . . . » Considerazioni sugli anziani oggi. . . . . . . . . . . . . . . » La preghiera, lo specchio di chi ha chiuso con la vanità. . . . . . . . . . . »
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Vita dell’Unità Pastorale Centri di ascolto...avvento 2015. . . La carità fattiva: vivere la carità in unità pastorale . . . . . . . . . . . Verso un progetto di unità . . . . . . Diamoci una regolata. . . . . . . . .
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Cronaca dei Quartieri Esperienza invernale adolescenti. . » Volontariato degli adolescenti . . . . » Festa della Famiglia . . . . . . . . . . » Ripresa delle attività per l’ASD Violino. . . . . . . . . . . . . . . » Cineforum . . . . . . . . . . . . . . . . » L’unità pastorale accoglie un gruppo di giovani nigeriani . . . . . . . . . . . »
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Vita dei Quartieri Presepi in mostra . . . . . . . . . . . . » Riqualificazione di Via Vallecamonica. . . . . . . . . . . . . . » Gabriele Festa: argento in Sudafrica» Calendario attività estive. . . . . . . . »
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Redazione Don Raffaele Donneschi, Don Fausto Mussinelli, Jessica Pasqui, Francesco Quaranta, Elena Rubaga, Guerino Toninelli, Elena Vighenzi, Carlo Zaniboni.
Per chi volesse scriverci: redazione.dialogoefamiglia@gmail.com
Foto in copertina: L’Ultima Cena, Sieger Köder
La beata Madre Teresa di Calcutta così commentava l’atteggiamento del Cristo che si fa Pellegrino, ponendosi dinnanzi al nostro cuore: "Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui, ed egli con me" (Ap. 3,20): "È vero. lo sto alla porta del tuo cuore, giorno e notte. Anche quando tu stai ascoltando, e dubiti che sia lì, sono lì. Aspetto anche un minimo tuo segnale, una tua impercettibile risposta che mi permetta di entrare. Voglio che tu sappia che ogniqualvolta mi inviti, lo vengo sempre, senza il minimo dubbio. Vengo silenzioso e non visto, ma con infinito potere e amore, portando con Me i preziosissimi Doni dello Spirito Santo. Vengo con la Mia Grazia e col Mio desiderio di perdonarti e guarirti e con un amore per te fuori di ogni immaginazione, lo stesso amore che ho ricevuto dal Padre Mio e nostro ("Come il Padre ha amato Me, così io ho amato voi…" – Gv. 15,10). Io vengo col desiderio ardente di consolarti e rafforzati, rialzarti e chiudere le tue ferite. Ti porto la Mia luce per diradare le tue tenebre e i tuoi dubbi. Vengo con la Mia forza per portati su di Me e assieme portare ciò che ti affatica; vengo con la Mia Grazia ad accarezzare il tuo cuore e trasformare la tua vita; infine offro la Mia pace alla tua anima". Gesù, è "il pellegrino" che non si stanca mai di attendere".
(Sii la mia luce, BUR Rizzoli, Milano 2009, pag. 59)
Orari S. Messe Unità Pastorale Feriali:
da lun a giov ore 8.30: Badia da lun a ven ore 18.00: Violino ven ore 18.30: Badia
Festive:
sab ore 8.30: Lodi Mattutine sab ore 18.00: Violino
sab ore 18.30: Badia dom ore 8.00: Badia dom ore 9.00: Violino dom ore 10.30: Badia dom ore 11.00: Violino dom ore 17.00: Mandolossa dom ore 18.00: Violino
Contatti dei presbiteri della Unità Pastorale Parroco (don Raffaele Donneschi): Parrocchia San Giuseppe Lavoratore trav. Ottava,4 - Villaggio Violino tel. (segreteria parrocchiale) 030 312620 e-mail: raffado@alice.it - www.parrocchiaviolino.it Curato (don Fausto Mussinelli): Parrocchia Madonna del Rosario via Prima, 81 - Villaggio Badia tel. 030 313492 - cell. 328 7322176 e-mail: donmussi80@gmail.com - www.parrocchiabadia.it
Riferimenti per gli oratori: Oratorio San Filippo Neri via Prima, 83 - Villaggio Badia Oratorio Violino via Prima, 2 - Villaggio Violino
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Parola del Parroco SONO ANCORA ATTUALI LE OPERE DI MISERICORDIA?
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a fede professata e celebrata viene verificata, polo di Gesù quindi, seguendo il Maestro con fede e cioè resa vera, solo se diventa fede vissuta, cioè per amore, è chiamato a vivere la misericordia e la se la fede si trasforma in vita e trasforma la compassione: questo il cammino per raggiungere il nostra vita: il desiderio sarebbe quello di raggiunge- frutto dell’unità tra la fede e la carità! re il frutto dell’unità profonda tra la fede e la carità. Il fatto è che, come tanti aspetti della vita cristiana, C’è in gioco la capacità di ’reimparare la grammatica anche le sette opere di misericordia, corporali e spirielementare della carità’ il cui filo conduttore si trova tuali, sono state ’svuotate’ non tanto del loro significanella pratica delle opere di misericordia, conosciute to, (sono talmente chiare e comprensibili per tutte le per tradizione nei due aspetti: corporali e spirituali. età e le intelligenze!) ma della loro istanza di concreGesù, nel Vangelo di Luca, nel contesto delle Beatitu- tezza, del loro dover essere vissute e messe in pratica: dini presenta la ’regola d’oro’ che consiste nell’amare sembra quasi che siano appannaggio solo di qualcututti, compresi no, quasi che i nemici e agci siano degli giunge: "Siate ’esperti della misericordiocarità’ chiasi, come il Pamati a eserdre vostro è citare queste misericordioopere come so" (Lc 6,36). una specie di Più che un professione ! ordine, queDovrebbe esste parole di sere chiaro a Gesù sono la tutti i cristiarivelazione di ni, invece, che una possibile Opere di lità: attestano Misericordia la possibilisono semplità dell’essere cemente conumano di parcretizzazioni, tecipare della non esclusive, Francobolli dell’anno della Misericordia misericordia perché la caridi Dio, cioè di dare vita, di mostrare tenerezza e amo- tà ha molta fantasia nel suo manifestarsi…, di come re, di perdonare, di soffrire con chi soffre, di sentire possiamo amare i fratelli. Si tratta, più probabilmenl’unicità dell’altro e di stargli vicino, di sopportarci te, di rileggere queste opere alla luce della nostra sigli uni gli altri e di avere pazienza con le lentezze e le tuazione attuale. Mi limito ad alcuni esempi, legati incapacità dei fratelli… alle opere corporali. Sappiamo come molte volte nell’Antico Testamento Dio sia definito come ’il misericordioso e compassio- DAR DA MANGIARE AGLI AFFAMATI E DA nevole’ (per tutte vedi Es 34,6); nel Nuovo Testamento BERE AGLI ASSETATI. Questa opera di misericorGesù, attraverso il suo modo di essere e di vivere, si dia ha come obiettivo ogni bisogno dell’altro: la fame, manifesta come il volto umano di Dio, che è appunto l’aiuto materiale, la mensa, la familiarità, la compaquello della misericordia e della compassione, vedi a gnia, la festa… dei fratelli sia quelli vicini a me sia proposito vari episodi raccontati dai Vangeli. Il disce- quelli che vivono nel Sud del mondo. Significa at-
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tenzione alle persone che hanno sete di speranza, di senso, di affetto (adolescenti, giovani anziani…). In chiave ecologica questa opera ci impone la rinuncia stabile (non occasionale…) al superfluo, l’attenzione a non sprecare o inquinare, a non distruggere il verde, al rispetto per la natura. Sostenere le associazioni del commercio equo e solidale, il volontariato internazionale che promuove progetti di autentico sviluppo… VESTIRE GLI IGNUDI. Nella Bibbia l’uomo nudo rappresenta l’immagine del più povero tra i poveri, calpestato anche nel profondo del suo essere, cioè nella sua dignità. Concretamente: è possibile porre un limite alle nostre esigenze, anche nel vestito, attraverso un tenore di vita più sobrio ed essenziale, in aperta rottura con la mentalità consumistica che ci è quasi ’imposta’ come rimedio per uscire dalla crisi economica? Sarebbe anche necessario porre attenzione ai malati di mente presenti sul nostro territorio... Favorire un’azione nel sociale e nel politico a favore della casa per i meno abbienti… OSPITARE I PELLEGRINI. Quest’opera di misericordia è facile tradurla come "ospitare gli stranieri": questi hanno il volto degli immigrati nel nostro Paese dal Sud e dall’Est del mondo, dei profughi fuggiti da guerre e devastazioni, dei rifugiati politici. "Pellegrini", insomma, sono tutti coloro che non hanno casa perché nomadi o senza fissa dimora o, comunque, in viaggio perché sfrattati, cacciati da casa e allontanati-
Papa Francesco lava i piedi ai carcerati
si, perché madri che, per qualsiasi motivo, non hanno un luogo dove partorire o accudire un figlio… Ci interroghiamo sulle cause che generano l’immigrazione? Che cosa facciamo per superare gli atteggiamenti di rifiuto e di disprezzo verso gli immigrati, che spesso risolvono gravi problemi per la nostra società (1.400.000 badanti straniere nel nostro paese - di cui quasi la metà tenute "in nero"... - ci dicono qualcosa?). Abbiamo accolto 8 giovani richiedenti asilo: ce ne ricordiamo ancora che sono in mezzo a noi? VISITARE I CARCERATI E AMMALATI. Visitare è regalare un po’ di quella vita che la malattia ti ruba e che la solidarietà può raccontare e far rivivere a chi non ce l’ha più. Visitare è testimoniare una vicinanza concreta che non esige parole inutili ma anche solo una mano da tenere stretta, una carezza da regalare, una preghiera da fare insieme. Visitare i carcerati oggi non vuole significare soltanto andare dentro il carcere quanto anche aiutare, comprendere, accogliere, sostenere con partecipazione e condivisione i congiunti che sono fuori, in un carcere invisibile costituito dall’emarginazione e dall’indifferenza in cui sono costretti a vivere. Personalmente e in famiglia: Come preghiamo per tante intenzioni, così non dobbiamo dimenticare di pregare anche per i carcerati e per le loro famiglie che trascorrono mesi e anni assai difficili per questa terribile situazione. Tutti siamo chiamati dal tuo Vangelo a mettere ordine nei nostri giudizi a riguardo dei detenuti. Se io non avessi avuto l’educazione che ho avuto come sarei potuto finire? In conclusione: papa Francesco con questo Anno Santo della Misericordia ci sfida alla creatività dell’amore e della compassione nella concretezza della nostra storia, affinché la carità non sia solamente un’opera buona ma anche, e soprattutto, un gesto ’profetico’. Solo in questo modo si potrà dire che nella radice delle opere di misericordia è presente il volto di Dio misericordioso e la necessità di essere umani: amando realizziamo ciò che siamo, immagine e somiglianza di Dio.
Don Raffaele
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Vita della Chiesa Presentazione sintetica delle sette opere di misericordia corporali
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n questi tempi difficili, richiamare la tradizione delle opere di misericordia significa cogliere la carità come arte dell’incontro, come arte della relazione, come arte del vivere, ma significa soprattutto sollecitare un sussulto di umanità per non permettere al cinismo, alla barbarie e all’indifferenza di avere la meglio. 1 - Dar da mangiare agli affamati 2 - Dar da bere agli assetati Il campanello di casa suona: il migrante chiede un aiuto. Lo stesso capita spesso per strada. Si sente fatica, qualche volta imbarazzo. Ne hanno davvero bisogno? E i nostri? Ma dobbiamo ammettere con gioia che le nostre comunità fanno accoglienza, verso tutti: italiani e stranieri. Facciamoci qualche domanda: davanti alla povertà crescente è proprio utile la sola elemosina? Come aiutare chi è in necessità a riconquistare una vita più dignitosa e autonoma? Come cambiare i nostri stili di vita spesso spreconi? Come intervenire perché l’economia anonima non crei povertà e guerre che spingono alla disperazione o alla distruzione popoli interi? Vedi quanto avviene in Amazzonia o in Africa. È un invito ad educarci alla essenzialità, ai nuovi stili di vita e all’impegno culturale per capire... e agire. Una parrocchia ha scelto di non dare elemosina a pioggia, ma ha creato un piccolo ristorante. Con i primi guadagni ha ristrutturato due stanze per un parrocchiano senza
tetto, poi una ragazza ad affrontare una cura costosa. La misericordia di Cristo, infatti, alla quale facciamo riferimento, nella fede, è stata ed è condivisione. Noi pure rischiamo di distruggere con le nostre mani il nostro ambiente umano. Ora però urge salvare la vita di migliaia di fratelli. Un pozzo d’acqua: forse una persona da sola non può donarlo. Una famiglia, un gruppo di famiglie, una parrocchia tutta insieme, sì. Il Signore ritiene dato a sé un bicchiere d’acqua fresca offerto ai fratelli più umili e bisognosi. 3 - Vestire chi è nudo Oggi vedo questa opera di misericordia nella capacità di tornare a riscoprire il valore del corpo, della sessualità, del dono nell’amore. Partendo da un amore vero esperimentato in famiglia. Vi sono in Italia esperienze notevoli di educazione alla corporeità, alla femminilità, al rispetto di tutti, al rifiuto del bullismo sia verbale che su cellulare. Ci sono nudità da intendersi in senso letterale come impossibilità, cioè, di coprirsi per difendersi dal freddo, e per presentarsi dignitosamente agli altri: è la nudità più umiliante, segno e frutto di estrema povertà. È opera di misericordia donare un vestito, indumenti intimi, calzature a chi ne è privo. Certa carità, fatta con vestiti vecchi e rattoppati, liberandoci di cose inutili che noi non indosseremmo mai, viene identificata dalla gente semplice come "carità pelosa".Altro spazio di accoglienza è la lotta contro la tratta delle persone: donne e bambini in particolare. Un amico, vescovo in Brasile, mi diceva della tratta che coinvolge ogni anno 70.000 persone, che attraversando il fiume Macapà, iniziano il viaggio della morte nel mondo.
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4 - Alloggiare i pellegrini
6 - Visitare i carcerati
Il problema si fa grosso: è quello della casa. O meglio la sofferenza di chi ha perso la casa, perché ha perso il lavoro. Marcolini fu un grande in tempi più difficili di oggi. Più difficili, ma meno indifferenti e menefreghisti. Pellegrino è chi sta tentando concretamente di trovare lavoro. Pellegrino è il coniuge abbandonato e allontanato dalla sua casa e dal lavoro. Pellegrino è il senza fissa dimora. Pellegrino è il profugo. Fa opera di misericordia chi si impegna affinché le tradizioni religiose siano salvaguardate nel nuovo contesto; aiutare i nuovi immigrati ad inserirsi nell’ambiente, ad apprendere la lingua, a conoscere leggi, usi e costumi, a trovare una sistemazione dignitosa sia sul piano abitativo che sul piano lavorativo; diffondere la cultura dell’accoglienza: gli immigrati non sono solo portatori di "bisogno"; sono anche portatori di valori, sono ricchezza per la comunità che li accoglie.
Che c’entro io con i carcerati? Se la sono cercata, verrebbe da dire. Anche se carcere è scritto all’esterno e ci ricorda la fragilità o la meschinità. Una domanda: la giustizia è quella che punisce o quella che trova strade per redimere? Mi pare assodato che il carcere non educa. Ma esperienze di mediazione penale per il recupero, invece, abbassano di molto il numero di eventi criminosi. Fermi alla giustizia che punisce (tradizione del diritto antico) dimentichiamo le vie del recupero, della verità con la possibilità di recuperare. A proposito, sapete che gli eventi criminosi maggiori per numero sono quelli di carattere economico e fiscale? E che sono i meno puniti? E che non obbligano alla restituzione? Vedi i fallimenti bancari recenti. 7 - Seppellire i morti
5 - Visitare gli infermi Nella realtà piccola dei nostri quartieri bresciani la vicinanza al malato e all’anziano o allo svantaggiato esiste, eccome. La sanità italiana, almeno qui da noi funziona. E il pensiero va con riconoscenza ai medici e infermieri che davvero si spendono in un compito delicatissimo. E il rumore di un albero che cade non nasconda le migliaia di alberi che crescono e fanno crescere. Questa opera concreta di misericordia ci fa ricordare le persone che fanno volontariato: quello nelle varie organizzazioni e in modo silenzioso tra vicini di casa. Il malato però, oltre alle medicine e al ricovero in ospedale, ha bisogno di umanità. La sua condizione lo rende particolarmente sensibile all’affetto, al colloquio, al rapporto personale. C’è qui un grande spazio per l’esercizio della misericordia, soprattutto per i malati che non hanno nessuno e che, per la lontananza dalla propria residenza, più difficilmente vedono parenti e amici. Dovunque ci sono malati, lì il Signore dà appuntamento ai cristiani.
Ci viene la tentazione di saltare queste righe. Tra cimiteri e cremazione pare che non vi siano spazi di intervento. Eppure… qualcosa non quadra. Non vi pare che anche i nostri defunti rischino di non essere più "i nostri cari", ma solo strumenti per fare denaro? Allora vi è chi propone di trarre dal corpo defunto gioielli, oppure piante da tenere in giardino, oppure polvere nel vento o nell’acqua. Anche nella cura dei defunti possiamo riaffermare la dignità di ognuno, la sua grandezza, i doni che ci ha dato, le fatiche eroiche del suo vivere. E se in tempi passati, era indispensabile curare la sepoltura dei morti (ricordate le confraternite per la sepoltura e ancora di più per la preghiera per le loro anime) oggi credo ci si possa impegnare perché chi si avvia alla morte esperimenti l’affetto vicino, senta che qualcuno gli tiene la mano, che qualcuno gli parla, lo sostiene, prega con lui.
Don Mario
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Il volto della carità corporale
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a Caritas Diocesana è l’Ufficio pastorale della Curia Diocesana per il servizio della promozione, dell’accompagnamento e del coordinamento di tutte le iniziative che le parrocchie e le aggregazioni ecclesiali svolgono per la testimonianza comunitaria della carità, secondo le esigenze del nostro tempo, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica. Quattro sono gli ambiti in cui si raggruppano le attività di Caritas Diocesana di Brescia: ❏ PROMOZIONE PASTORALE DELLA CARITÀ • sensibilizzare, sostenere, animare la maturazione di stili di testimonianza comunitaria della carità • stimolare l’attenzione al tema del dono, della prossimità relazionale, dei legami nell’ambito di una "scelta pastorale delle relazioni" • promuovere il valore del radicamento della carità nella comunità • favorire l’esplicitazione della funzione pedagogica delle Caritas
❏ PROMOZIONE UMANA - OPERE SEGNO • rilevare i bisogni e le risorse presenti sul territorio • indicare all’attenzione della comunità ecclesiale e della società civile le varie espressioni di povertà e di emarginazione • promuovere servizi come "opere segno" in risposta ai bisogni individuati • avvalorare una "pedagogia dei fatti" curando l’attenzione ai risvolti pedagogico-promozionali dei diversi interventi
❏ PROMOZIONE VOLONTARIATO GIOVANILE • promuovere l’educazione dei giovani alla carità • coinvolgere i giovani nel campo della solidarietà in relazione ai valori promossi da Caritas ❏ EMERGENZE E MONDIALITÀ • promuovere iniziative concrete e progetti di intervento per il sostegno in fase di emergenza e l’accompagnamento a breve/medio periodo • attivare specifici "tavoli di collegamento" tra le diverse realtà (caritative, ecclesiali, civili) coinvolte nell’emergenza. Questa sintetica ma completa presentazione della realtà della Caritas diocesana ci offre la possibilità di affermare che il volto è espressione e presentazione non di un individuo generico, ma della singola persona, unica ed originale. Non un volto tra i tanti ma "il volto". La ricerca del volto, dice don Tonino Bello, dovrebbe diventare una passione per tutti noi. Vivere le relazioni. Vivere questo contesto caratterizzato dalla crescente vulnerabilità come con-te-sto. Sto con te che fai fatica, con te che sei ferito e reso povero da una società che prosegue implacabile il proprio cammino, che guarda più agli interessi privati che al bene comune. Dove il potere e il denaro valgono più del rispetto della vita e della dignità della persona. Sto con te perché anch’io sono ferito. Ognuno di noi ha delle ferite. Ferito tra i feriti, povero tra i poveri, ultimo tra gli ultimi. È la perseveranza di Caritas che compie quarant’anni, di un volto rivolto alle povertà vecchie e nuove, un volto rivolto alle tante ferite aperte, un volto rivolto alle periferie esistenziali, un volto rivolto alle famiglie "in caduta libera".
Caritas Diocesana
Inaugurazione CARITAS, sede ottavo giorno
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DOVE VA IL MONDO ? "Quando vedete una nuvola salire da ponente," - è Gesù a parlare - subito dite: "Viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti! Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo?" (Lc 12,54-56). Cristo pare suggerirci che non è impossibile, a noi uomini, capire i giorni che viviamo. È per noi molto più difficile agire per anticipare i problemi o per ridurne l’impatto: le dimensioni dei rischi globali che minacciano l’intera umanità e le difficoltà a trovare soluzioni che mettano d’accordo tutti, sembrano indurci ad attendere inerti che, o il gioco del caso, o una Provvidenza dalla mano sempre meno percepibile, intervengano per "mettere le cose a posto". E questa è la sensazione che ho tratto leggendo il Global Risks Report 2016 del World Economic Forum (www.weforum.org)e da me utilizzato come traccia per l’intervento sul tema degli scenari geopolitici futuri, richiestomi presso la Parrocchia San Giuseppe Lavoratore lo scorso 15 gennaio. Il report, compilato grazie al lavoro di 750 esperti di livello mondiale, anticipa per il 2016 migrazioni forzate, eventi climatici estremi e catastrofi naturali cui l’umanità avrà difficoltà a rispondere in modo efficace, conflitti tra Stati con conseguenze a livello regionale. Ulteriori fonti di preoccupazione, secondo gli estensori del documento, sono la scarsa occupazione generalizzata e l’incapacità dei governi nel gestire un convulso presente. Nei prossimi 10 anni è probabile che, in aggiunta, ci minaccino crisi idriche e alimentari, l’incapacità dell’umanità di adattarsi a mutamenti ambientali sempre più marcati e l’instabilità sociale e politica derivante da condizioni così impegnative e difficili da governare. Lo studio dedica attenzione anche all’Italia, nel 2016 è il caso che si attenda il permanere della disoccupazione, un potenziale fallimento del sistema bancario e finanziario, una crisi fiscale, il possibile scoppio di bolle finanziarie e instabilità sociale. Come risponderanno società e nazioni a un futuro così fosco? Gli esperti prefigurano tre distopici scenari di governance globale: un’umanità in preda a un’anarchia generalizzata con poche isole di ordine e di sicurezza, un mondo suddiviso in blocchi macroregionali i cui
governi riducono la libertà dei propri cittadini per garantire la difesa dei confini, la solidità delle istituzioni e regole certe, una guerra mondiale convenzionale che costringa i popoli della Terra a costituire un effettivo governo sovranazionale per la conciliazione negoziale dei conflitti. Di fronte a un panorama così cupo le possibilità di intervento risiedono solo in piccola parte nelle mani dei cittadini. Spetta ai governanti, ribadiscono gli estensori del report, attuare politiche in un’ottica di mediolungo termine, all’interno di un quadro in cui le istituzioni nazionali si sappiano porre come solidi punti di riferimento e le istituzioni sovranazionali [ONU in particolare] siano in grado di svolgere un forte ruolo di negoziazione dei conflitti. Indispensabile il contributo della tecnologia nell’aiutare l’umanità ad affrontare i molteplici problemi energetici, ambientali, di sfruttamento ottimale delle risorse. Rimane necessaria un’azione congiunta e in chiave collaborativa da parte di tutti i portatori di interessi. A noi comuni cittadini non resta che predisporci a ridimensionare il nostro stile di vita e a fronteggiare cambiamenti demografici e climatici significativi che avverranno in tempi piuttosto rapidi. Del resto, ci ricorda Cristo, "Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena." (Mt 6,31-34).
Sandro De Toni
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Visitare i carcerati
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all’anno giubilare del duemila, su invito del vescovo Sanguineti, noi con altri volontari dell’Associazione Volontariato Carcere (Volca) entriamo in carcere settimanalmente nella Casa Circondariale Canton Mombello di Brescia, per fare catechismo, ascoltare le persone detenute, sentire i loro problemi e bisogni. Ci incontriamo in una piccola cella del reparto isolamento, ad uso barberia, in un ambiente fatiscente. Molti dei detenuti di quel reparto sono giovanissimi, italiani e stranieri. Cerchiamo di fare del catechismo molto semplice, e condividiamo le loro problematiche, siamo di sostegno morale in attesa dei processi. Avvicinando questi giovani non ci interessiamo del loro reato, ma vediamo in loro persone da capire,ascoltare senza giudicarle ma dando loro speranza e la possibilità di riacquistare fiducia in se stessi. Parecchi non hanno più frequentato la chiesa da anni, ora sentono il bisogno di riempire il vuoto che si è creato nella loro esistenza. Ricordando le esperienze del catechismo da piccoli, ci fanno tante domande sulla fede e scoprono i loro errori umani, fatti contro la famiglia e la società. Alla luce della nostra esperienza cristiana di perdono e di misericordia, cerchiamo di fare con i detenuti un cammino per aiutarli a recuperare la libertà personale interiore dentro il loro cuore; farli partecipi che il buon Dio va alla ricerca delle persone,per accoglierle tutte nell’amore e nella certezza del perdono. Nonostante la situazione di sovraffollamento e disagio per la convivenza in celle strette tra stranieri di varie nazioni e lingue, c’è fra di loro tanta generosità nel donarsi qualcosa che può essere il sapone, dentifricio, calze, caffè... Il problema delle lungaggini burocratiche spesso li mette in ansia; è necessario rincuorarli, cercare di rasserenarli, mettendoci in contatto con le loro famiglie. Questo distacco dagli affetti familiari va ad accrescere la pena che non è solo la mancanza di libertà,ma anche il convivere in tanti in una cella di pochi metri quadri, con letti a castello di tre piani, l’assoluta mancanza di privacy, il poco rispetto della dignità della persona umana, tutto ciò crea una situazione di disagio per tutti. La nostra testimonianza può fare da ponte fra interno ed esterno del carcere, rompendo la separatezza che caratterizza la vita carceraria, con lo scopo di preparare il detenuto al reinserimento nella società
e far conoscere all’opinione pubblica i bisogni e le realtà di disagio. Alcuni giovani con i quali abbiamo mantenuto rapporti epistolari e telefonici, confidano a noi di aver recuperato la stima in se stessi, la voglia di chiudere con il passato, riconquistando la libertà interiore. Abbiamo sperimentato in sedici anni di presenza settimanale in carcere, che dall’esilio della prigione questi detenuti possono tornare a casa se la loro speranza si è consolidata e vengono riaccettati nella realtà familiare e nella società, senza sentirsi emarginati. Presentiamo l’Associazione della quale facciamo parte, allegando il depliant illustrativo.
coniugi Franceschini
VOL.CA. Volontariato Carcere Il Vol.ca. in sintonia con la Pastorale Carceraria della Chiesa locale offre: - Aiuto alle persone che vivono l’esperienza carceraria di detenzione o di misure alternative per un loro reinserimento nella società. - Assistenza e appoggio alle famiglie dei detenuti. - Solidarietà e sostegno alle persone che hanno subito l’azione criminale. - Sensibilizzazione del territorio sulle tematiche dell’esecuzione penale. - Colloqui con i detenuti al fine di garantire un sostegno morale e materiale. - Catechesi all’interno degli istituti bresciani. - Housing sociale (disponibilità di alloggi protetti per detenuti in fine pena o soggetti in misura alternativa). - Inserimento lavorativo. - Sostegno morale e accompagnamento dei soggetti ospiti negli appartamenti. - Predisposizione di progetti ad hoc per favorire un housing quanto più possibile educativo-formativo. - Collaborazione con altre realtà presenti sul territorio operanti nel settore o in settori connessi. - Organizzazione di eventi in collaborazione con altre realtà. Associazione Volontariato Carcere O.N.L.U.S. Via Pulusella, 14 - 25125 Brescia Tel. e Fax 030 42322 E-mail: volca.bs@virgilio.it
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Considerazioni sugli anziani oggi
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ensando agli over sessanta, vediamo nella lista degli iscritti anche i nostri due villaggi: Violino e Badia È evidente che, se il villaggio è un gagliardo sessantenne, anche noi primi abitanti, come età non scherziamo. Dobbiamo quindi vivere al meglio questo agognato e discusso periodo della nostra vita. Ognuno di noi ha vissuto la sua vita con esperienze personali ma, alla fine, anche se per vie e modi diversi, siamo giunti con la stessa problematica alla fatidica terza età e già sentiamo parlare della quarta. Come vivono gli anziani oggi nei nostri due villaggi? Molte delle mitiche case Marcolini, oggi sono abitate da una persona sola, più o meno autosufficiente, con o senza badante; in altre case c’è la coppia di marito e moglie che, fortunati loro, si aiutano reciprocamente; altri ancora sono una coppia assistita da una badante, altri sono ospiti di Casa famiglia e via discorrendo, altri anziani vivono con i figli, alcuni sono ospiti di case di riposo dei paesi limitrofi. È un quadro che, ovviamente, possiamo ritrovare anche in altre realtà sociali della città o dei paesi che ci circondano. Quindi la nostra analisi si basa su situazioni e realtà abbastanza comuni. Esistono sul territorio gruppi di volontari che, a vario titolo, si occupano di aiutare gli anziani anche nei loro bisogni primari. Una delle remore più riscontrate è la
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difficoltà a socializzare che tende a chiudere in casa l’anziano. A livello parrocchiale abbiamo organizzato qualche incontro di vario genere e abbiamo scoperto nell’anziano, una grande ma sopita voglia di parlare con altre persone che vivono, più o meno la stessa situazione. La lettura, la televisione ecc. sono tutte cose valide ma, spesso, parlare con altre persone magari del nipotino o della cura per il diabete o del sempre attuale "Se ricordet quando serem suen…" apre, oltre che la mente, anche il cuore. Spesso l’anziano è in difficoltà per andare presso ambulatori medici per visite, prelievi, controlli o sedute di riabilitazione. Anche in questo caso esiste un servizio di trasporto, soprattutto rivolto a persone che vivono sole ed è gestito dalla Casa Famiglia presso la scuola Achille Papa. Il servizio è gratuito e risponde al numero di telefono seguente: 389 8303367 Per evitare l’isolamento e quindi vivere una vita più sociale, l’anziano può utilizzare anche altre forme di socializzazione come il cineforum, sia alla Badia che al Violino, che ci permette di passare un’ora e mezza in compagnia di altri anziani e di godere la visione di un buon film o di un concerto musicale o di un concerto di canzoni del passato che riempiono la nostra mente di ricordi belli della nostra vita. Noi pensiamo che ci siano molte attività che potremmo ancora fare e chiediamo perciò ai nostri anziani "aiutateci ad aiutarvi".
Gianni e Franco
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La preghiera, lo specchio di chi ha chiuso con la vanità Stiamo entrando in Quaresima, un tempo forte dell’anno liturgico, in cui la Chiesa ci invita a riordinare le nostre priorità e fare più spazio alla preghiera. Le "sorelle" Clarisse Cappuccine del Monastero dell’Immacolata, posto sui confini della nostra unità pastorale, richieste da uno di noi, ci hanno offerto questo breve scritto come uno stimolo per ripensare alla preghiera e al suo ruolo fondamentale nel sostenere la nostra vita di fede. Sono poche righe, ma dense di pensiero e di suggestioni spirituali, che vanno pertanto lette lentamente e meditate, come se già stessimo pregando. Esse ci offrono infatti un’occasione preziosa per chiudere una buona volta con le cose vane che ci distraggono dalle verità eterne, per prendere coscienza di chi siamo veramente non ai nostri occhi o agli occhi degli altri, ma agli occhi di Dio, e per venire così cambiati e trasformati dal Suo amore.
"P
oni la tua mente nello specchio dell’eternità, poni la tua anima nello splendore della gloria, poni il tuo cuore nella figura della divina sostanza e trasformati tutta, attraverso la contemplazione". "Guarda ogni giorno questo specchio e in esso scruta continuamente il tuo volto, perché tu possa ornarti con le vesti e i fiori di tutte le virtù". "In questo specchio rifulgono la beata povertà, la santa umiltà, l’ineffabile carità". Attraverso le parole che S. Chiara scrive alla sua amata sorella in Cristo, Agnese di Praga, ci possiamo introdurre con passo sicuro nell’argomento non semplice della preghiera. Chiara, rifacendosi ad Eb 1,3 e Sap 7,26, utilizza l’immagine dello specchio per dare un tocco eminentemente femminile al tema della preghiera e della conformazione a Cristo. La preghiera emerge in tutta la sua portata dalle parole di Chiara! Essa è un momento di verità su se stessi nelle tre relazioni fondamentali: con se, con gli altri, con Dio. Come lo specchio materiale ci da informazioni sulla nostra condizione esteriore, così lo specchio dell’eternità, Cristo, ci consente di scrutare il nostro volto davanti al suo, per essere gradualmente trasformati ed arricchiti di tutte quelle virtù che rendono la nostra vita sempre più umana e fraterna. Il tempo che dedichiamo alla preghiera, è un tempo molto prezioso per la nostra vita che è in continua trasformazione, per divenire sempre più fedele all’immagine divina già presente in noi. Si comprende subito che qui c’è in gioco qualche cosa di molto più profondo che
semplici parole o tecniche particolari di preghiera. Esse, certamente, possono aiutare ma l’unica vera disposizione interiore, che ci consente l’ingresso nella preghiera, è l’accettazione della verità su noi stessi. Si tratta di infrangere lo specchio della vanità che sempre ci portiamo dietro, e che ci mostra in realtà una caricatura del nostro essere, per fissare lo sguardo nello specchio che è Cristo, l’unico vero termine di paragone della nostra vita. Ma se il primo passo è accogliere la nostra povertà ontologica, creaturale, il secondo è quello di lasciarci trasformare, ricevendo il dono dell’umiltà, l’essenza di Dio, per poter divenire canali di carità, carità autentica! Ecco, allora, che la preghiera è relazione, è incontro che ci coinvolge totalmente e, come ogni vero incontro, ci cambia, ci trasforma. La preghiera personale presenta tante sfumature quante sono le persone che pregano, ma dovrebbe sempre mantenere questo carattere di verità e corrispondenza tra quello che siamo, ciò che portiamo nel cuore e ciò che desideriamo. La tradizione monastica insiste molto sul fare aderire cuore, mente e labbra. L’esperienza, poi, della preghiera comunitaria ci aiuta a prendere consapevolezza che non siamo esseri isolati, ma fratelli che si sostengono reciprocamente, facendo nostre anche le necessità di altri. Infatti nei salmi, che la liturgia pone nelle nostre mani, non sempre possiamo identificarci con le parole che pronunciamo….ma siamo parte di una realtà polivalente che ci supera pur contenendoci. Ma concretamente, come è meglio pregare? Da soli, in gruppo, con parole, in silenzio? Nessuno ha mai dato una risposta definitiva per il semplice motivo che ognuno è chiamato a percorrere, personalmente, questa via e dare la sua risposta. Una cosa è certa: ad ognuno di noi serve un tempo, nella giornata, in cui ritrovare la Fonte vitale che lo abita e seguirla, lasciando che sia Essa a guidarlo, rigenerarlo, e rivelargli il segreto che porta in sé. Questa esperienza non ci viene dall’esterno, ma dal cuore e si può cogliere solo nella calma del silenzio. La Scrittura dice che la Sapienza si lascia trovare da chi la cerca con desiderio….Allora sarebbe utile chiederci qualche volta "Perché non prego?" e se prego, "Cerco la Sapienza nella mia preghiera o cerco la mia falsa immagine?". BUON CAMMINO!!!
Le Sorelle Clarisse Cappuccine
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Vita dell’Unità Pastorale Centri di ascolto...avvento 2015
S
ono partito scettico... ho partecipato a tanti incontri di preghiera... sarà una cosa nuova? Vediamo...vai...hai esperienza pluriennale...usala. Così ho mi sono affiancato al piccolo gruppo che si riferiva alla mia vecchia casa, per dare una mano. E il piccolo gruppo si incontra (si comincia); mi sono messo ad ascoltare, e, cosa relativamente nuova, la Parola veniva letta e commentata non dai sacerdoti, ma da persone che tutti i giorni incontravo o in casa, o per strada, o in oratorio. Non avevo ancora partecipato agli incontri di formazione per i Centri di Ascolto: ma ora il commento, le cose che emergevano, le diverse chiavi di lettura erano per me nuove, anche se il brano lo avevo sentito moltissime volte; ma come in montagna basta cambiare il punto di osservazione, cambiare la luce, mettersi in ascolto, e quello che sembrava già visto, sentito in decine di prediche e incontri, ha preso un aspetto diverso. Questa esperienza mi ha fatto capire una cosa... e sono andato a cercare un piccolo brano del Vangelo che lo esprimesse. Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Se dovessi sintetizzare la mia esperienza dei centri di ascolto in Avvento, questo versetto del Vangelo di Matteo la comprende pienamente.
Angelo Cinelli
A
nche quest’anno ci è stata data l’opportunità di ospitare, durante i tempi forti dell’Avvento e della Quaresima, i Centri di Ascolto. Un gesto semplice quello della ospitalità, ma che vuol richiamare ad un atteggiamento di fondo più profondo, quello dell’apertura all’altro, agli altri. Siamo stati invitati ad aprire la nostra casa, dare il nostro tempo, intervallare il ritmo di ogni giorno con quello della Parola…non è poca cosa! È stata un’esperienza semplice ma coinvolgente che ci ha arricchito e ci ha permesso di confrontarci con la Parola, ma soprattutto di attualizzarla nella quotidianità, nella comunità; superato l’imbarazzo iniziale, tutto procede e ti ritrovi con una domanda nuova, uno stimolo che ti spinge ad andare oltre. Tutto sommato è semplice frequentare persone, discutere con loro di tutto o quasi; appare più difficile trovarsi a discutere di... Gesù o di misericordia. Preziosi sono stati gli incontri che l’hanno preceduta, per accogliere, meditare, comprendere ciò che avremmo poi condiviso con altri. Grazie poi alla preparazione, alla delicatezza con cui Luca e Serafino hanno condotto il gruppo, il clima è sempre stato caratterizzato dal confronto sereno, vero, proficuo. Siamo riusciti a conoscere nuove persone, a instaurare nuovi legami che ci auguriamo possano continuare nel tempo. Quindi il bilancio per noi è senz’altro positivo, ci auguriamo in futuro di poter coinvolgere sempre più persone. Sergio e Roberta
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La carità fattiva: vivere la carità in unità pastorale "La carità fattiva nei nostri quartieri": una specie di fotografia di quanto sia la caritas (ma non solo).
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a qualche mese è ormai al lavoro la "commissione Caritas" della Unità pastorale Badia-Violino. È costituita da più di una ventina di persone di entrambi i quartieri che hanno cominciato a ritrovarsi con cadenza circa mensile per crescere nelle motivazioni e nei modi di fare Carità e contemporaneamente cominciare a conoscere i bisogni presenti sul nostro territorio. Fare una "fotografia" di tutto quanto si sta facendo e quanto sia in cantiere,poco o tanto che sia, senza corredarla di qualche contestualizzazione, rischia di non mostrare quei particolari che la caratterizzano. Infatti fare un elenco delle attività in corso è abbastanza semplice: distribuzione pacchi alimentari e raccolta viveri, accoglienza migranti, collaborazione con emergenza freddo bresciana, centro raccolta, microcredito, azioni di sensibilizzazione (giornata del pane, cena del povero), attivazione di un centro di ascolto e altro ancora. Penso piuttosto che valga la pena di conoscere un po' meglio e con qualche dettaglio in più, quanto si sta facendo partendo dall’inizio. Si è partiti da quanto di buono già si faceva nelle parrocchie prima dell’avvento della commissione per vedere se e come fosse possibile migliorarlo. Così, grazie alla disponibilità di nuove persone, è stato possibile raddoppiare il servizio di distribuzione dei pacchi alimentari rendendolo settimanale ed anche strutturare meglio la raccolta e l’approvvigionamento degli alimenti. Percorrendo questa strada, sono aumentate le opportunità di accesso ad alimenti provenienti da associazioni, scuole, mense e quindi abbiamo compreso la necessità di sviluppare una rete più diffusa di contatti per gestirli e non sprecarli. Questo costituisce oggi uno dei primi obiettivi da sviluppare. L’estensione della cesta per la raccolta presso la chiesa della Badia, oltre che costituire una nuova fonte concreta di aiuto, è segno di diffusione di una nuova sensibilità e disponibilità in tutta l’Unità pastorale. Ma oltre che "fare", abbiamo compreso che il tutto non può esaurirsi solo con la consegna di un "pacco"di alimenti; è necessario costruire rapporti e legami nuovi per affrontare più a monte questi bisogni che hanno
radici più profonde. Infatti se da un lato si può pensare di risolvere il problema contingente di sostenere il corpo fisico, resta aperto quello di rimuovere le cause che hanno generato queste necessità. Da qui l’esigenza, e direi anche l’opportunità, che ci è data di far crescere noi stessi nella capacità di assolvere a queste problematiche, sia come persone che come credenti nel messaggio di Gesù Cristo. Con questo spirito di fondo è stata affrontata anche l’accoglienza di 8 ragazzi Nigeriani giunti in Italia lo scorso anno e da alcuni mesi ospitati in una abitazione della Badia. Dopo i primi momenti frenetici e concitati per preparare la struttura per tempo ed organizzare la gestione della casa con la supervisione dei referenti della caritas Diocesana, si è instaurato un buon rapporto tra i ragazzi ed i volontari abitanti di Badia e Violino che hanno dato la disponibilità ad assisterli. Come già detto in altre occasioni, l’assistenza è resa difficile dalla difficoltà a comunicare ( si deve usare l’inglese e quel poco di italiano che imparano giorno per giorno) e laboriosa in quanto sia i ragazzi che i volontari debbono rispettare dei precisi protocolli dettati dalle regole per l’accoglienza fissate dalla normativa italiana. Da parte loro, i ragazzi sono rispettosi di quanto loro richiesto ed anche disponibili ad assecondare eventuali richieste da parte degli animatori. Infatti pro-
Emergenza freddo a Brescia
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prio in questi giorni alcuni di loro hanno contribuito in alcuni pomeriggi a predisporre per il prossimo "rogo della vecchia" che si terrà a metà quaresima. Chi vi scrive ha partecipato ad uno di questi pomeriggi, ed oltre a scoprire che il proprio inglese è di gran lunga inferiore al loro, ha avuto modo di constatarne la disponibilità e un’atteggiamento generoso analogo a quello dei nostri ragazzi della medesima età. Anche per questo ambito mi sovviene una riflessione sull’essere Caritas. Ho notato che tra coloro che si stanno impegnando in questo servizio, solo un numero ristretto appartengo-
no alla "commissione caritas" ufficiale, mentre i più si sono resi disponibili ed attivi rispondendo semplicemente ad una "chiamata" personale. Questo credo stia a confermare che la sensibilità e la disponibilità verso "l’altro" vanno oltre l’appartenenza ad un gruppo o ad una associazione. Chiudo qui questo primo riquadro di fotografia con l’invito a rendervi disponibili ad entrare anche voi nella prossima istantanea, che mi auguro avremo modo di presentare in una prossima occasione.
Claudio Guglielmina
Verso un progetto di unità
I
n vista dell’ormai imminente Unità Pastorale, i Consigli Pastorali delle due parrocchie si stanno incontrando per elaborare la stesura di un progetto di Unità Pastorale.
Con i precedenti Consigli Pastorali, il cui mandato si è concluso ad Aprile, si è fatto un cammino di "avvicinamento" all’Unità Pastorale così schematizzato: • Assemblee Pastorali per capire quale "Modello di Chiesa" era presente nelle nostre comunità e a quale volevamo fare riferimento. Ne è emerso che l’obiettivo era quello di una Chiesa Ministeriale, che voleva mettere al centro la Parola di Dio e che, consapevole di essere "piccolo gregge", voleva mettersi in atteggiamento di missione e di annuncio. • Si è poi fatta una lettura della realtà (mappatura) individuando le realtà esistenti e cercando di capire come queste fossero, quali più quali meno, a servizio di ciò che costituisce l’ossatura della Chiesa: comunità che Annuncia, Celebra e vive la Carità. • Si è constatato come ci fosse un gran bisogno, da parte di tutti coloro che già, a vario titolo, operavano all’interno della comunità di un’approfondita formazione, affinché il nostro non fosse un semplice "fare" ma entrasse nella consapevolezza di essere tutti corresponsabili della Pastorale. Si sono quindi individuati tre ambiti formativi: quello liturgico, catechetico, educativo, quello caritativo-missionario e quello familiare. Alla luce del cammino fatto dobbiamo ora progettare il futuro delle nostre comunità, viste ormai come Unità Pastorale e non più come la somma di due par-
rocchie, individuando gli obiettivi e le mete che vogliamo raggiungere nei prossimi 3/5 anni. Non è compito del CPP, certamente, quello di creare una nuova progettazione che parte dall’alto, ma sarebbe opportuno relazionarsi con i vari gruppi per cogliere spunti e suggerimenti, coinvolgendo in questa progettazione ogni singola realtà. È importante però, ci suggeriscono i sacerdoti, individuare alcuni punti cardine, che come CPP riteniamo necessari per un progetto, prima di allargarlo ai vari ambiti. Come CPP riteniamo che i tre obiettivi alti intorno a cui deve muoversi il lavoro di progettazione siano: annuncio, celebrazione e carità. Ogni attività in parrocchia dovrebbe tener conto della compresenza di questi valori, così come ogni parrocchiano dovrebbe crescere nel suo percorso spirituale, dando importanza a tutti e tre, non permettendo che uno escluda l’altro. È importante comprendere e trasmette ai vari gruppi la necessità di tenere al centro delle proprie attività la Parola di Dio; si è però sottolineato che non ci vengono richieste grandi celebrazioni, ma come si è detto anche in altri incontri, ciò che fa la differenza è lo stile con cui il singolo lavora nei vari gruppi, avendo cura di costruire una propria identità cristiana intorno ai tre grandi cardini di "annuncio, celebrazione e carità". Un’analisi del contesto sociale allargato in cui viviamo, ha portato ad una riflessione sulla scristianizzazione dell’uomo contemporaneo; molti ignorano il cristianesimo o lo ritengono superato e ne contestano la dottrina morale. Ne consegue l’abbandono della pratica religiosa e la scarsa partecipazione alla Messa
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Progetto Pastorale - WORK IN PROGRESS
domenicale, o una partecipazione passiva senza capire il significato del valore celebrativo. Immediato il passaggio ad un allontanamento dalla comunità e dalla Chiesa in generale, con un’indifferenza o addirittura un disinteressamento ai bisogni di essa, anche quelli economici. Un vuoto etico, cui corrisponde una diffusa tendenza a fare ciò che piace e a vivere in funzione dei propri gusti e piaceri personali. La sfida, si è detto, è quella di evangelizzare chi frequenta la comunità e partecipa, o meglio usufruisce dei servizi legati ad essa, ma non abbraccia i valori cristiani trasmessi. Ruolo fondamentale è come sempre quello della famiglia nell’essere coerente a proporre valori cristiani nella crescita dei propri figli, essendo presente e partecipe al percorso di ICFR, anche e soprattutto dopo la celebrazione del sacramento della Cresima. La pastorale giovanile è senza dubbio, nella nostra comunità come in tante sul territorio, un’emergenza, ma non può trovare le sue risposte solo nei ragazzi che terminano il cammino ICFR (12 anni), bensì deve creare una sinergia con la pastorale familiare. I genitori del resto sono ancora i primi responsabili del cammino spirituale dei propri figli; l’eventuale rifiuto o abbandono dei ragazzi, tipico dell’età che stanno vivendo, deve trovare una comunità che li acco-
glie nelle loro difficoltà, ma soprattutto genitori che continuano a frequentare la comunità attivamente e corresponsabilmente. Anche il cammino battesimale, cioè l’avvicinamento dei genitori che chiedono il battesimo per i propri figli, dovrebbe essere al centro del progetto pastorale: è necessario preoccuparsi del loro cammino in modo da non creare un vuoto di formazione, dal battesimo fino all’inizio del ICFR. Per facilitare questo avvicinamento, sarebbe opportuna una collaborazione con le due scuole materne parrocchiali. Tenute conto di queste ampie riflessioni, una commissione di lavoro raccoglierà i suggerimenti e le proposte che arriveranno dai vari ambiti pastorali e dai gruppi che li compongono circa gli obiettivi e le priorità che ci prefissiamo, così come in quali modi vogliamo raggiungerli. Il Progetto di Unità Pastorale sarà così un tentativo di mediare tra l’ideale pastorale e la realtà esistente; perciò richiede una verifica trasparente della situazione attuale e la capacità di dare uno slancio nuovo all’attività pastorale, coinvolgendo con entusiasmo chi vorrà cimentarsi, sostenuti dallo Spirito del Signore.
Per il Consiglio Pastorale Elena
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DIAMOCI UNA REGOLATA!
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n albero e un violino, sono queste le immagini che i Consiglio d’Oratorio di Badia e Violino hanno rispettivamente utilizzato per la definizione di oratorio, che è stata condivisa con le comunità nei mesi estivi dello scorso anno; ma tutto, e soprattutto ciò a cui si tiene in maniera particolare, ha bisogno di essere "armonizzato": un albero va curato, un violino va accordato... è necessario darsi delle regole. Per tale ragione, negli ultimi incontri, i CDO si sono focalizzati sulla preparazione della stesura del Regolamento d’oratorio, partendo dalla lettura del documento diocesano tratto "Dal Cortile" – "Idee e scelte per l’oratorio – Regolamento" (Approfondimento 3). L’intenzione di entrambi i Consigli è quella di generare un Regolamento che non sia basato su ciò che "non si può fare", ma piuttosto, partendo dall’ottica educativa di cui Gesù è incarnazione, lasciare spazio a "ciò che si può fare". Il Consiglio dell’Oratorio della Badia, dopo una prima fase nella quale sono state individuate tutte le attività collegate con l’oratorio e che in esso trovano sede, è passato alla definizione dell’organigramma dell’oratorio che è presieduto dal parroco pro tempore delle comunità, supportato dal Consiglio Pastorale e dal Consiglio per gli Affari Economici; di seguito vi è il Consiglio d’Oratorio che è presieduto dalla guida dell’oratorio che, nel nostro caso, è rappresentata dal vicario parrocchiale don Fausto, ma che è giusto prevedere in divenire anche rappresentata da una figura laica. È ritenuto importante non dimenticare la cosiddetta comunità educativa, cuore dell’oratorio,
Carnevale 2016 BADIA
Carnevale 2016 VIOLINO
che è rappresentata da tutti coloro i quali svolgono un servizio attivo in oratorio, accanto alla quale è giusto ricordare tutti coloro i quali, magari anche solo per un certo periodo, svolgono attività di supporto all’interno dello stesso. Nei prossimi incontri si comincerà la stesura della parte "più operativa" del Regolamento. Il Consiglio dell’Oratorio del Violino si è dedicato maggiormente alla riflessione circa l’inizio dei lavori di restauro dell’attuale struttura, in particolare della zona sportiva. La riflessione circa il regolamento è sicuramente condizionata alla realizzazione degli spazi nuovi e ristrutturati. Non mancano le fatiche nel trovare le motivazioni e l’entusiasmo di far crescere l’oratorio, non solo come luogo dove si raccolgono molteplici servizi, ma luogo da abitare. Questa diviene per la comunità del Violino una sfida notevole che correrà, si spera, parallela a quella dei lavori che si avvieranno in un prossimo futuro. Per entrambi gli oratori il cammino da compiere con pazienza nel "darsi una regolata" è entusiasmante, ma anche difficoltoso in quanto richiede che tutti e singolarmente ci si metta in gioco.
Don Fausto e i Consigli dell’oratorio
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Cronaca dei Quartieri Esperienza invernale adolescenti Servizio di Misericordia alla Caritas di Roma. A Roma per SERVIRE, PREGARE, DIVERTIRSI...
È
stato tutto questo l’esperienza a Roma di uno strano gruppo di adolescenti dei villaggi Badia e Violino composto da nove ragazzi, una ragazza, don Fausto e Anna.
Durante questi giorni ci siamo messi al servizio della Caritas romana. Il compito che ci è stato affidato era quello di distribuire pasti, ma soprattutto sorrisi e sostegno ai senzatetto della mensa, grazie al quale abbiamo imparato a guardare questi uomini con occhi diversi. C’è stato anche il tempo per andare in pellegrinaggio alla Basilica di san Pietro e attraversare la Porta Santa. Complice l’assenza di acqua calda, che ci ha permesso di non fare le docce, abbiamo avuto molto tempo a disposizione per divertirci: giocando e parlando, lasciando da parte i telefonini per conoscerci meglio.
Mattia
Adolescenti alla Caritas di Roma
Volontariato degli adolescenti
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ome l’anno scorso, prosegue il progetto di volontariato con gli adolescenti presso il dormitorio San Vincenzo in centro. La struttura, che può tenere fino a quaranta posti letto, accoglie i senzatetto per un pasto caldo e per trascorrere la notte. L’attività vede impegnati circa dieci ragazzi tra i 16 e i 18 anni che, a rotazione, dedicano parte del loro tempo per aiutare il prossimo. Entrando più nel dettaglio, l’impegno ci porta al dormitorio alcune domeniche a servire cena, mentre circa un venerdì al mese, dalle 20.00 alle 22.00, animiamo la serata con alcuni giochi, portando come premi beni essenziali, considerato lo stato di necessità degli ospiti. Al termine dello scorso anno, tutti i ragazzi erano soddisfatti ed entusiasti, tant’è che con la ripresa ad Ottobre quasi tutti hanno garantito la disponibilità per proseguire, cercando di coinvolgere nuovi ragazzi. L’obiettivo preposto è quello di portarli a conoscenza di una realtà che talvolta resta sconosciuta, con la speranza che il contatto con questa situazione, porti loro spunti per una crescita personale.
Alessandro R.
Porta della Misericordia, Roma
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Festa della Famiglia
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a prima domenica dopo Natale è dedicata alla Santa famiglia di Nazareth. La commissione per la pastorale famigliare ha proposto di vivere questa giornata ponendo al centro e coinvolgendo le famiglie della nostra comunità. La messa delle 11.00 ha visto tanti papà intorno all’altare, poi raggiunti dalle mamme e da un bel gruppo di bambini. All’offertorio sono stati offerti, insieme al pane e al vino, un cuore di pane, simbolo dell’impegno a rendere i nostri cuori aperti e disponibili a Dio e agli altri, non tanto nell’eccezionalità ma nella fatica del quotidiano vissuto nelle nostre famiglie. Siamo ben consapevoli che le giornate delle nostre famiglie sono piene di ansie e preoccupazioni: il tempo che non basta mai, la fretta, l’impegno del lavoro e della casa, le tensioni, i litigi, i compiti di scuola, le telefonate, solo per dirne alcune! Eppure vogliamo ricordarci che Dio ha scelto proprio la comune quotidianità di una famiglia per stabilirsi sulla terra. Alla fine della celebrazione i genitori sull’altare hanno benedetto i loro figli. Dopo la messa l’appuntamento era nella sala sotto la chiesa per un pranzo in condivisione, che ha visto un bel gruppo di famiglie sedute attorno alla tavolata per sperimentare in concreto la comunione vissuta nell’Eucarestia. Nel pomeriggio: gita nella valle di Mompiano, dove un gruppo di volontari ogni anno propone nei pressi del rifugio omonimo un presepe allestito in una grotta in mezzo al monte. La grotta si raggiunge attraverso un sentiero disseminato di spunti di riflessione sul tema dell’accoglienza verso i deboli, gli stranieri, i migranti. Ma cosa fa la commissione per la pastorale famigliare?
Ritiro Avvento 2015
Dopo un primo anno di riflessione e formazione cerca ora di proporre iniziative per aiutare le famiglie nel loro compito di testimoni della fede e di culla e palestra delle relazioni umane. Nell’Avvento appena passato e nella prossima Quaresima verranno organizzati dei momenti di formazione e spiritualità per le famiglie che sono in cammino per l’iniziazione Cristiana dei loro figli. La commissione è aperta alla partecipazione di chi volesse portare idee e proposte per la partecipazione e il coinvolgimento delle famiglie alla vita della comunità e si riunisce periodicamente. Negli avvisi della settimana potrete trovare le date dei vari incontri.
Per la commissione pastorale famigliare Elisabetta Gheza
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Ripresa delle attività per l’ASD Violino
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rima di elencare tutte le attività che hanno ripreso desideriamo fare un breve resoconto della prima parte di stagione trascorsa sui campi da calcio: tra alti e bassi tutti i programmi sono stati rispettati, questo è sicuramente un motivo di orgoglio anche se non bisogna pensare di essere arrivati, non devono mai mancare gli stimoli per cercare di migliorare. Dopo la pausa per la sosta invernale, tutte le attività legate alla nostra associazione sono riprese a pieno ritmo, i primi sono stati i ragazzi della squadra open partecipante al campionato Csi, per loro la partita iniziale del girone di ritorno è stata il 22 gennaio. Con largo anticipo ha ripreso gli allenamenti anche la squadra di mister Alessandro, annate 2004/05, l’inizio del campionato Anspi è ormai alle porte, nel frattempo hanno partecipato al torneo Think blu cup ed hanno disputato alcune amichevoli con ragazzi di pari età. La squadra 2007/08 che partecipa al campionato Anspi ha ripreso gli allenamenti la prima settimana di febbraio, per loro il fischio di inizio è previsto per il 20 dello stesso mese. Anche per i più piccoli, scuola calcio annate 2009/10/11, è ripreso l’allenamento del sabato mattina, se fosse per i bambini non dovrebbe esistere la sosta invernale, il loro entusiasmo è contagioso! Durante la pausa, gli appuntamenti non sono mancati, tra questi vogliamo ricordare il corso di primo soccorso per "operatore abilitato Blsd " organizzato presso la nostra sede con la presenza
Allenamento scuola calcio
Allenamento squadra 2004-05 dei nostri allenatori e dirigenti ai quali va il ringraziamento per la loro disponibilità. Unica nota meno positiva è stata la poca partecipazione alla messa dello sportivo tenutasi presso la parrocchia della Badia il 22 dicembre, avremmo voluto una maggiore presenza da parte dei nostri tesserati visto che la nostra associazione svolge le sue attività all’ interno di una unità pastorale Badia-Violino. Lo staff della nostra associazione sta pianificando il finale di stagione e per questo chiede agli allenatori, ai dirigenti, ai genitori ed ai ragazzi il massimo impegno per continuare al meglio, ricordandoci che nello sport le sconfitte come le vittorie sono pur sempre una preziosa esperienza formativa.
Luca A.
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CINEFORUM BADIA ASSOCIAZIONE VI.VO. VIOLINO in collaborazione con F.N.P. CISL BS - ACLI Bresciane
VIOLINO
BADIA
Proiezioni ore 15.30
Proiezioni ore 20.45
presso il cinema/teatro Trav. Ottava, 4 - Violino
presso il saloncino Via Prima, 83 - Badia
DUE GIORNI, UNA NOTTE
Venerdì 12 Febbraio
È ARRIVATA MIA FIGLIA
Venerdì 19 Febbraio
NON ESSERE CATTIVO
Venerdì 26 Febbraio
Giovedì 11 Febbraio
di Jean Pierre e Luc Dardenne - FrancialBelgio 2014
Giovedì 18 Febbraio
dì Anna Muylaert - Brasile 2015
Giovedì 25 Febbraio
dì Claudio Caligari - Italia 2015
Giovedì 3 Marzo
di Ivano De Matteo - Italia 2014
Giovedì 1O Marzo
di Edoardo Falcone- Italia 2015
I NOSTRI RAGAZZI
Venerdì 4 Marzo
SE DIO VUOLE
Venerdì 11 Marzo
ingresso libero a tutti
L’unità pastorale accoglie un gruppo di giovani nigeriani
I
l 5 ottobre sono arrivati nella nostra parrocchia otto giovani nigeriani, a cui i sacerdoti e il Consiglio Pastorale, seguendo le direttive del Vescovo, hanno deciso di dare ospitalità nella casa adiacente alla chiesetta della Mandolossa. Rimarranno fra noi finche la Questura avrà esaminato i loro documenti e deciso se hanno il diritto di essere riconosciuti come rifugiati politici. Dopo di che riceveranno il permesso di soggiorno e potranno muoversi liberamente. Un buon numero di parrocchiani, sia della Badia-Mandolossa che del Violino, hanno dato la loro disponibilità per insegnare la lingua italiana e dar inizio al processo di integrazione, accompagnandoli negli acquisti, aiutandoli a tenere in ordine la casa e mostrando loro come si cucina all’italiana. Sette sono cristiani, di cui due cattolici, uno solo è musulmano, Adewale, che però afferma che c’è un solo Dio uguale per tutti. Per facilitare la conoscenza reciproca abbiamo deciso di pubblicare le loro foto in due gruppi. Su questo numero del Dialogo e Famiglia appaiono da destra a sinistra: Osaretine Osifo, nato il 24/04/1992,
Gli ospiti accolti alla Mandolossa celibe. Peter Balogun, nato il 08/02/1994 celibe. Ademosa Adewale, nato il 21/01/1982, sposato, tre figli. Sono tutti provenienti dalla Nigeria meridionale, contenti di essere arrivati in Italia, specialmente qui da noi, dove, dicono, sono trattati bene. Sono naturalmente tutti ansiosi di ottenere il permesso di soggiorno per incominciare a cercare un posto di lavoro.
Guerino T.
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Vita dei Quartieri Presepi in mostra
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nche quest’anno abbiamo terminato la 5° Mostra dei presepi con successo. È stata inaugurata il 6 dicembre 2015. L’esposizione era formata da 74 presepi presentati da 62 espositori; dai più piccoli, a espositori più esperti e tanti altri che con la loro voglia di rendere omaggio a "Gesù che nasce e porta gioia", si sono impegnati per realizzare il loro presepe. Ringraziamo tutti per la loro partecipazione. Ai nostri Sacerdoti un grazie particolare per la loro disponibilità nei nostri confronti. L’affluenza dei visitatori è stata intensa, specialmente nelle varie manifestazioni, riscaldando il nostro cuore. Alcuni gruppi di anziani hanno visitatori presepi nei giorni feriali, agevolati dal luogo dove era allestita la mostra. Domenica 13 dicembre 2015 nella Parrocchia Madonna del Rosario del villaggio Badia, si è svolto il Concerto di Natale eseguito dal gruppo corale "La Soldanella" diretto dal maestro Paolo Corini. Molto suggestive le canzoni del concerto. Il nostro grazie a loro e alle persone che gentilmente hanno donato alcuni quadri e altri oggetti permettendoci di organizzare una lotteria, il cui ricavato è stato devoluto alla parrocchia. Come ultimo momento, mercoledì 6 gennaio 2016 sempre nella Parrocchia della Badia,
il coro "Smile" diretto dalla maestra Miriam Regola composto dai bambini della Parrocchia del Violino, ci ha allietato con le sue canzoni. I "Re Magi" che in questa occasione sono protagonisti, hanno proposto ai presenti un video illustrando i loro doni; poi in corteo preceduti da loro ci siamo incamminati verso i presepi, consegnando a tutti un messaggio. Sono stati momenti emozionanti che ci hanno regalato, facendoci tornare un po' bambini. Il nostro grazie anche a loro. Tutti i presepi sono stati apprezzati sia dagli adulti che dai bambini, in particolare il presepio eseguito dai promotori della Mostra "Guerino e Serafino" rendendo tutti omaggio a "Gesù". Come ogni anno don Raffaele ha proposto i presepi tipici dell’Ecuador per raccogliere offerte da destinare a queste popolazioni. Tutto questo non sarebbe stato possibile se oltre a noi, non si fossero aggiunte persone di buona volontà che ci hanno aiutato per la buona riuscita della Mostra. A loro il nostro grazie. Speranzosi di avere tanti partecipanti per una nuova iniziativa per l’anno prossimo, un saluto dal gruppo presepi.
Per il gruppo Rita B.
Chiusura Presepi in mostra
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Riqualificazione di Via Vallecamonica
Via Vallecamonica riqualificata
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artedì 12 gennaio 2016, in un bel pomeriggio invernale, cielo azzurro, solo l’aria un po’ freddina è stata inaugurata la pista ciclabile di via Vallecamonica. Erano presenti il sindaco Emilio Del Bono, il vicesindaco Castelletti, l’assessore alla mobilità Manzoni, l’assessore ai servizi sociali Fenaroli e in rappresentanza del Consiglio di Quartiere il sig. Scutra Alvaro. Ci siamo fermati all’altezza del nuovo attraversamento pedonale con il semaforo. Il sindaco ha espresso soddisfazione nel veder realizzato un progetto che
aveva a cuore da tempo. Il progetto comprende: • La costruzione di una pista ciclabile • La nuova pavimentazione del fondo stradale • La palificazione lungo la roggia che costeggia la strada • La piantumazione di alberi e fiori Per fare ciò come primo passo è stato necessario mettere in sicurezza la roggia. L’intero intervento ha comportato una spesa di euro 40.000. L’obbiettivo finale è quello di facilitare l’accesso al centro della città. L’esecuzione dei nuovi lavori avverrà in due momenti distinti: • Prima tappa: raggiungere il ponte Mella • Seconda tappa: arrivare in centro La ciclabile, oltre ad offrire più protezione ai ciclisti in transito, permetterà di avere più luce e più passaggio, due importanti deterrenti antidelinquenza. Di conseguenza ci sarà più sicurezza per tutti. Certo, speriamo che sia anche l’inizio di una riqualificazione sociale di tutta l’area interessata, riducendo le attività di prostituzione e di spaccio di droga che avvengono in questa zona della città. Abbiamo concluso con un caffè, gentilmente offerto dal sig. Salemi. Hilary Z.
Gabriele Festa: argento in Sudafrica
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al 21 al 27 Novembre 2015 a Bloemfontein in Sudafrica, si è svolto il terzo campionato Mondiale IAADS (International Athletic Association for People with Down Syndrome) di atletica. Tra i 33 atleti della spedizione azzurra hanno trovato spazio anche 4 ragazzi facenti parte della ASD Polisportiva Disabili Vallecamonica. Come nel 2012 per i mondiali a Povoa de Varzim nelle isole Azzorre, il Villaggio Badia è stato rappresentato da Gabriele Festa. Per poter partecipare alla competizione mondiale, Gabriele è arrivato a podio nelle gare a livello nazionale facendo registrare tempi che gli hanno permesso di vestire nuovamente i colori azzurri dell’Italia. Agli Europei il nostro nazionale ha continuato egregiamente il suo rollino di marcia, andando a podio, staccando il pass per il Sudafrica. Inutile dire che la gioia e la soddisfazione era tanta; anni di duri allenamenti e di sacrifici gli han-
no permesso di accedere alla competizione internazionale posizionandosi sul secondo gradino del podio dietro ad un altro italiano molto più giovane, in tutte e due le specialità.
Chi volesse chiedere la pubblicazione di eventuali articoli o inviare richieste alla redazione potrà farlo attraverso l’indirizzo mail: redazionedialogoefamiglia@gmail.com
DialogoeFamiglia
calendario attività estive 2016 Save the date familiari, Si avvicina l'estate ed è tempo di organizzarsi anche per le proprie esigenze per questo eccovi le date delle attività estive:
GREST CAMPO JUNIOR (3 - 4 - 5 elementare)
dal 9 al 24 giugno presso Oratorio Violino dal 20 giugno al 8 luglio presso Oratorio Badia dal 9 al 16 luglio presso Cortenedolo
CAMPO SENIOR
dal 16 al 23 luglio presso Cortenedolo
CAMPO AVVENTURA
dal 3 al 8 agosto Cammino da Assisi a Loreto
GMG A CRACOVIA:
dal 24 luglio al 1 agosto
(1 - 2 media)
(3 media e over)
IN OCCASIONE DELL’INCONTRO DI GENNAIO SONO STATI CONSEGNATI A HANUMAN I SOLDI RACCOLTI PER LE CELEBRAZIONI DI CRESIMA E COMUNIONE DI BADIA E VIOLINO PER L’ANNO 2015
Genitori del gruppo Antiochia
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CORI IN CONCERTO
IL MUSICAL "CON UN DECA" ADOLESCENTI A ROMA
CORI IN CONCERTO
Dialogo Informazioni per la Parrocchia Madonna del Rosario della Badia
inserto di Dialogo e Famiglia N˚ 1 - Febbraio 2016
Quando mani e cuore sono invitati a cena
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unedì 18 gennaio si è svolta presso il bar la cena dei volontari dell’oratorio, una bella idea per la quale è doveroso, oltre che sentito dal cuore, ringraziare sin da subito don Fausto e don Raffaele che l’hanno fatta ormai rientrare negli appuntamenti “irrinunciabili” della nostra comunità...ebbene sì cari don, vi conviene cominciare a pensare al menù del prossimo anno! Un grazie speciale anche alle signore che, rispondendo all’appello di don Fausto, hanno cucinato un’ottima cena, coadiuvate da un valente gruppo di camerieri, praticamente professionisti! A partecipare a questo momento conviviale sono state circa 80 persone su un totale di circa 120 volontari che operano nel nostro oratorio. È stato proprio piacevole ritrovarsi tutti attorno ad una tavola ben imbandita e preparata con cura: eravamo in tanti, dai “giovani ragazzi” del campo raccolta, al “baldanzoso” gruppo delle pulizie del bar, della palazzina, degli ambienti del nostro oratorio, ai manutentori-tuttofare, ai servizievoli baristi, ai “gustosi” volontari addetti allo spiedo e alla cucina, nella speranza di non aver dimenticato nessuno. Che strana gente, quella dell’oratorio! Tra i mille impegni della vita quotidiana, chi sceglie ancora di mettere il proprio tempo a servizio di un ambiente e di coloro che in questo ambiente passeranno? Fortunatamente qualcuno c’è ancora, qualcuno che dona qualcosa che non si vede neanche, il proprio tempo, inve-
stendolo in un luogo che pare ai nostri giorni essere ahimè “fuori moda”; eppure è bello poter passare per il bar ed essere sicuri di incontrare qualcuno che ti faccia un buon caffè, o pensare che in oratorio ci sia qualcuno che si occupa della manutenzione e, vista la veneranda età dei nostri spazi oratoriani, sappiamo che ce n’è sempre bisogno; è piacevole inoltre trovare un ambiente pulito ed ordinato e che dire di coloro che aprono le porte della cucina, rendendo possibili in tal modo momenti conviviali e di festa che sono cosi importanti in un oratorio? Sarà questione di generosità? Non credo, forse sentirsi responsabili, chiamati a fare qualcosa in e per l’ oratorio, non è solo questione di generosità, forse è questione di sguardo attento e premuroso, capace di vedere e di capire le necessità. La generosità non è ancora Servizio, il Servizio, quello con la s maiuscola appunto, non si improvvisa, ma si costruisce; il vero Servizio non raggiunge solo i bisogni, ma accoglie la persona, alza lo sguardo e si carica di motivazione alta, ma anche questa motivazione del volontario è continuamente provocata, stimolata a purificarsi; siamo tutti in cammino, l’invito allora è quello di continuare ad interrogarsi, a tenere viva la ragione vera del nostro metterci a disposizione. Questa cena è stata pensata dai sacerdoti come ringraziamento per tutti coloro che in oratorio “ci mettono le mani”, nell’anonimato e nel gesto più semplice e meno riconosciuto; in realtà, mi viene da dire, dovremmo essere noi volontari a ringraziare, perché quello che facciamo arricchisce anche noi nel contempo, non è forse così?, abbiamo la possibilità grande di metterci a Servizio, a Servizio vero, piccolo, umile, gratuito, nascosto e senza nome … il massimo a cui dovremmo aspirare; in fondo Gesù non è forse venuto per farsi servo e il primo tra i servi!?. Grazie a Dio allora che ha suscitato in noi questa disponibilità e ai sacerdoti che nella nostra comunità ci stimolano ad essere “presenti”. L’invito ora vuole essere a tutta la nostra comunità, senza distinzione alcuna: il nostro oratorio ha bisogno sempre di nuove persone che si mettano a disposizione, non servono capacità particolari, solo il desiderio di essere strumenti piccoli piccoli che, insieme possono fare cose grandi. Aspettiamo le vostre mani e soprattutto il vostro cuore, così potremo aggiungere più di un posto a tavola! Un volontario
La comunità della Badia ringrazia di cuore don Fausto, che in occasione del decimo anniversario della sua ordinazione ha donato la sistemazione delle acquasantiere della chiesa parrocchiale
Dialogo
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L’angolo del sociale Campagna fiscale anno 2016 - Dichiarazione redditi Irpef 2015 - Dichiarazione 2.a casa Imu 2016
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i ritroviamo puntualmente ogni anno ad inizio primavera, il periodo più bello di una stagione che ci dovrebbe caricare d’energia ma che, allo stesso tempo, ahimè, non ci esime dall’appuntamento con il Fisco, non ritardabile e men che meno non demandabile, specialmente per quei soggetti obbligati al conguaglio dovuto delle tasse sulla somma dei redditi 2015. Nel caso specifico ricorrono sempre le stesse situazioni. Ne rammentiamo alcune: - somma di più certificazioni ancorchè date da più datori di lavoro; - lavoro dipendente o di pensione con collaborazioni anche a tempo determinato; - per chi ha avuto lavoro e pensione nel corso del 2015; - chi somma affitti per immobili locati, terreni o altre proprietà di reddito non tassate alla fonte, in presenza di reddito da lavoro o pensione, ecc. Fare la denuncia dei redditi non è solo un obbligo ma anche una opportunità di recupero di imposte già pagate a fronte di spese sostenute. Nello specifico: - spese mediche, dentistiche, ottiche su documentazione corretta; - ratei di muto pagati per la prima casa supportati da certificazione bancaria con allegato contratto mutuo e acquisto immobile; - spese per immobili di proprietà a titolo di ristrutturazione: cambio caldaia, climatizzazione, opere murarie, elettriche, idrauliche, per mobili inerenti la ristrutturazione,
ecc… Tutte queste spese devono essere documentate con fattura e pagamenti effettuati con bonifico bancario relativo all’articolo di legge; - assicurazioni personali e familiari, previdenza complementare supportata da contratto e certificazione da parte di agenzie assicurative e/o bancarie; - forfait da reddito su affitto prima casa, presentando contratto e validità di registrazione all’Agenzia delle Entrate per il 2015. Nota bene: il recupero sull’affitto della prima casa viene concesso anche ai pensionati incapienti (non tassati per reddito inferiore a euro 7.500). Da ricordare pure che chi ha anticipato tasse Irpef o anticipi di locazioni anno 2015 dovrà fare avere copia degli F24 versati a giugno e/o dicembre 2015. Importante! Portare sempre carta d’identità valida: è un documento indispensabile. Per quant’altro, ci trovare presso la segreteria dell’Oratorio Badia in via Prima n. 83 al Villaggio Badia. Periodo di apertura: dal 31 marzo al 16 giugno 2016 tutti i martedì e giovedì non festivi dalle ore 16 alle ore 18. Durante questo periodo è possibile chiedere la tessera di socio ACLI per il 2016. La tessera di socio sconta i prezzi delle pratiche stabiliti dal Caf-Acli sede di Brescia. A tutti un augurio di Buona Pasqua e tanta cordialità. Giuliano Pollonini Promotore sociale ACLI Badia
Anagrafe parrocchiale Battesimi
Defunti
Costabile Lorenzo di Davide e Cresciuolo Maria Gallia Alessandro di Marco e Picco Jessica
Pavoni Marco di Davide e Squillario Luisa Filippini Alessandro di Cristian e Zappella Silvia
Gridato Marcella di anni 89
Betti Giovanni di anni 85
Bona Pietro di anni 93
Fattori Lucia di anni 93
Mora Wanda di anni 89
Squaratti Emma di anni 84
Bresciani Ruggero di anni 65
Mozzambani Bruna di anni 92
Storta Carolina di anni 94
Fincato Elio di anni 93
Spalenza Paolo di anni 83
Bracchi Francesca “Fausta” di anni 86