Dialogo e Famiglia Giornale dell’Unità Pastorale Sacra Famiglia - Padre Marcolini N˚ 2 - Aprile 2017
Prendete
e mangiatene tutti
Sommario Parola del Parroco L’Eucaristia costruisce e rende dinamica la comunità cristiana. . . . . pag. 3 Vita della Chiesa L’annuncio possibile. I discepoli di Emmaus e il primo congresso eucaristico della storia. . . . . . . . . . . " 4 Il Sacramento della Carità. Come vivere “secondo la domenica”. . . . . . . " 4 Smisurata preghiera. L’esperienza della celebrazione eucaristica vissuta in terra di missione . . . . . . . . " 7 Vita dell’Unità Pastorale Bibliodramma: il gruppo Emmaus alla scoperta della Messa . . . . . . . . . " I ministri straordinari della comunione. Un servizio di consolazione e di speranza. . . . . . . . . . . . . . . . . " Dal Violino ad Amatrice. Un aiuto immediato alle popolazioni colpite dal sisma. . . . . . . . . . . . . . . . . . . " La famiglia protagonista dell’evangelizzazione. . . . . . . . . . . " Prestare la voce a Dio, prestare ascolto a Dio. . . . . . . . . . . . . . . . . " CIRCOndati di GIOIA . . . . . . . . . . . . " Un appuntamento da non perdere: “Ciao a Gesù!”. . . . . . . . . . . . . . . . " Dal Consiglio dell’Unità Pastorale: prime riflessioni sulla commissione liturgica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . "
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O Dio, Padre buono, con viscere di misericordia sempre ti chini su di noi piccoli e poveri, viandanti sulle strade del mondo, e ci doni, in Cristo tuo Figlio nato dalla Vergine Maria, la Parola che è lampada ai nostri passi e il Pane che ci fortifica lungo il cammino della vita. Ti preghiamo: fa’ che, nutriti al convito eucaristico, trasformati e sospinti dall’Amore, andiamo incontro a tutti con cuore libero e sguardo fiducioso perché coloro che Ti cercano possano trovare una porta aperta, una casa ospitale, una parola di speranza. Fa’ che possiamo gustare la gioia di vivere gli uni accanto agli altri nel vincolo della carità e nella dolcezza della pace. Desiderosi di essere da Te accolti al banchetto del tuo Regno di eterno splendore, donaci la gioia di avanzare nel cammino della fede, uniti in Cristo, nostro amato Salvatore. Amen. (Preghiera congresso eucaristico di Genova, 15-18 settembre 2016)
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Orari S. Messe Unità Pastorale
Ecco il nostro progetto Pastorale La pastorale liturgica nella nostra unità pastorale . . . . . . . . . . . . . . . " 17 Io nella commissione liturgica: una testimonianza . . . . . . . . . . . . . " 18
Feriali:
Cronaca dell’Unità Pastorale Carnevale "Inside out". . . . . . . . . . Aggiornamento ristrutturazione oratorio Violino. . . . . . . . . . . . . . Non più bambini, non ancora adulti. Preadolescenti tra crescita e cambiamento . . . . . . . . . . . . . . Attività dell’ASD Violino . . . . . . . . .
Festive:
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Vita dei Quartieri Quanti universitari alla Badia? Proviamo a contarci! . . . . . . . . . . . . " 22 Cineforum giovanile al Violino. . . . . . . " 22
Redazione Don Raffaele Donneschi, Don Fausto Mussinelli, Lucrezia Barbieri, Laura Bellini, Jessica Pasqui, Francesco Quaranta, Elena Rubaga, Guerino Toninelli, Elena Vighenzi, Carlo Zaniboni.
Per chi volesse scriverci: redazione.dialogoefamiglia@gmail.com
da lun a giov ore 8.30: Badia da lun a ven ore 18.00: Violino ven ore 18.30: Badia
sab ore 8.30: Lodi Mattutine sab ore 18.00: Violino
sab ore 18.30: Badia dom ore 8.00: Badia dom ore 9.00: Violino dom ore 10.30: Badia dom ore 11.00: Violino dom ore 17.00: Mandolossa dom ore 18.00: Violino
Contatti dei presbiteri della Unità Pastorale Parroco (don Raffaele Donneschi): Parrocchia San Giuseppe Lavoratore trav. Ottava,4 - Villaggio Violino tel. (segreteria parrocchiale) 030 312620 e-mail: raffado@alice.it - www.parrocchiaviolino.it Curato (don Fausto Mussinelli): Parrocchia Madonna del Rosario via Prima, 81 - Villaggio Badia tel. 030 313492 - cell. 328 7322176 e-mail: donmussi80@gmail.com - www.parrocchiabadia.it
Riferimenti per gli oratori: Oratorio San Filippo Neri via Prima, 83 - Villaggio Badia Oratorio Violino via Prima, 2 - Villaggio Violino
Foto in copertina: "Prendete e mangiatene tutti" da Cristo a noi: l'Eucarestia
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Parola del Parroco L’eucaristia costruisce e rende dinamica la comunità cristiana
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Eucaristia è il cuore della vita della Chiesa: è ciò che spinge i cristiani verso la missione e la solidarietà e rende la Chiesa Corpo di Cristo. In questo corpo, formato da molte membra, non tutti fanno la medesima cosa, ma ognuno esercita una funzione, vive il proprio dono e lo mette a disposizione, così da arricchire e far crescere il corpo stesso. Coloro che celebrano il banchetto eucaristico assumono il proprio ruolo di servizio nel Corpo di Cristo che è la Chiesa. Per comprendere tutto questo è necessario partire dalla comunione Trinitaria. Nella Santissima Trinità la Chiesa ha la sua fonte e la sua origine, il suo modello di vita: è guardando all’intima comunione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo che possiamo intuire la grandezza del mistero eucaristico-comunionale nella nostra esistenza umana e cristiana. Il concetto di comunione è stato tra le idee più innovative portate dal Concilio Vaticano II, tra le più forti per la vita della Chiesa. La comunione ha nel Battesimo il suo inizio e fondamento: fa sì che il cristiano partecipi del Mistero Pasquale e dona gratuitamente l’essere figli del Padre in Cristo per lo Spirito Santo. Ma è anche l’apertura di un movimento che raggiunge la sua pienezza nell’Eucaristia in quanto questa ci inserisce pienamente nel Corpo del Signore, visto che ci nutriamo di Lui. La reciprocità Eucaristia-Chiesa coniuga la dimensione verticale e orizzontale che si rende presente e si realizza nell’assemblea liturgica e che si deve manifestare con la partecipazione di tutti e di ciascuno nella misura del dono ricevuto. Questa comunione, che ha nell’Eucaristia la sua massima espressione, esige gesti, attitudini e azioni concrete che rispettino le differenze e le particolarità di ciascuno. Non si può dimenticare che la comunione implica le differenze, la non-uguaglianza, perché l’uniformità o l’omogeneità non sono sinonimi di comunione; ugualmente è necessario tener conto che le differenze sono ecclesiali solo all’interno della solidarietà con tutto ciò che è Chiesa, visto che ognuno dovrebbe portare gli altri nel proprio cuore e nella propria anima... in Cristo. Non è l’organizzazione giuridica che fa la Chiesa ma la comunione che nasce dall’Eucaristia, che
è il cuore della SS. Trinità, Rublev Chiesa, il centro propulsore e la norma della propria attività, sia i nt rae cc le sia le che missionaria. L’Eucaristia è la presenza reale, vera, sostanziale di Cristo nel tempo della Chiesa. Di conseguenza chi partecipa alla Messa, e non si accontenta di assistere..., dovrebbe con la propria vita offrire alla Comunità e al mondo una prospettiva di gioiosa speranza: come il pane e il vino, elementi materiali, sono trasformati nel Corpo e nel Sangue di Cristo, così un giorno, il mondo sarà trasformato e trasfigurato, acquisendo i tratti della bellezza che emana dalla Risurrezione di Gesù, celebrata nell’Eucaristia. Sono i cieli nuovi e la terra nuova di cui ci parla l’Apocalisse. In questo mondo nuovo abiterà la giustizia e tutti i desideri di pace saranno realizzati... Ci sta qui una preoccupazione: l’esperienza della pienezza eucaristica non ci permette di nascondere i molti limiti ancora presenti nella stessa Chiesa che celebra l’Eucaristia. La celebrazione del Mistero Pasquale invia, necessariamente, al suo compimento, al giorno della venuta definitiva del Signore. In ogni celebrazione si vive il ’già’ di questo compimento, seppure nella dimensione della speranza, ma anche il ’non ancora’ della storia, che comporta l’esperienza di comprendere che non siamo ancora una Comunità eucaristica, che non riflettiamo il vero volto eucaristico nella vita di fede e di carità; che l’incoerenza tra l’Eucaristia che celebriamo e la vita che viviamo è ancora troppo marcata... Per questo la Comunità ha bisogno dell’Eucaristia per non accomodarsi alla mediocrità dell’esperienza cristiana che ci fa vivere da ’spettatori e trascinati’ e non da protagonisti... don Raffaele
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Vita della Chiesa L’annuncio possibile I discepoli di Emmaus e il primo congresso eucaristico della storia
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ubblichiamo di seguito una breve cronaca raccolta da Sergio Casali, uno dei portavoce della comunità di Sant’Egidio di Genova, in occasione di una catechesi di Monsignor Vittorio Viola lo scorso settembre durante il congresso eucaristico di Genova. L’episodio dei due discepoli di Emmaus, rappresenta «il primo congresso eucaristico della storia». È da questa immagine che è partito monsignor Vittorio Viola, il vescovo di Tortona, nella catechesi che ha tenuto nella basilica della Ss. Annunziata del Vastato, a Genova. La maestosa chiesa barocca – parrocchia francescana e sede genovese della Comunità di Sant’Egidio – era piena di un’assemblea silenziosa e attenta, per ascoltare le parole sul tema “l’Eucaristia e la via dell’annunciare”. «Quando l’evangelista Luca racconta dei due discepoli che, dopo l’incontro con Gesù Risorto partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme – ha spiegato monsignor Viola – mi viene sempre da pensare a una sorta di prima processione eucaristica della storia. Quei due non avranno lasciato quel pane sulla tavola di Emmaus, ma l’avranno portato con sé per raccontare come l’avevano riconosciuto». Questa pagina evangelica offre delle indicazioni precise alla Chiesa, perché
Emmaus, Janet Brooks Gerloff mostra il metodo scelto da Dio per rivelarsi agli uomini: «perché l’incarnazione è anche la logica con cui Dio incontra ciascuno di noi. E, dopo la resurrezione, Gesù continua a usare la stessa logica: quella di avvicinarsi, ascoltarsi, mettersi nei panni degli uomini». Il pane spezzato, insomma, è la chiave di lettura per comprendere la resurrezione: «senza di esso, insomma, sembra che l’evidenza più forte ce l’abbia la croce, la tomba vuota. Non c’è nessun annuncio possibile se non a partire da questo incontro, dall’esperienza della presenza viva di Gesù». Sergio Casali
Il sacramento della carità Come vivere "secondo la domenica"
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Esortazione apostolica Sacramentum Caritatis, “Il sacramento della carità” di papa Benedetto XVI, è stata presentata il 23 marzo 2007 e raccoglie i frutti del Sinodo dei vescovi dell’ottobre 2005 sull’“L’Eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa”; il documento comprende tre parti: l’Eucaristia mistero da credere, come «mistero della fede» per eccellenza; mistero da celebrare, in relazione con gli altri sacramenti; mistero da vivere, non solo con un culto privato, ma anche con
pubblica testimonianza della propria fede. L’Esortazione postsinodale, come il titolo stesso rivela, è interamente dedicata all’Eucaristia, quale cuore teologico fondativo della fede e della sua celebrazione nella vita della Chiesa. Benedetto XVI manifesta chiaramente, nel definire lo scopo del suo scritto, l’intenzione di «raccomandare, accogliendo il voto dei Padri sinodali, che il popolo cristiano approfondisca la relazione tra il Mistero eucaristico, l’azione liturgica e il nuovo culto spirituale derivante dall’Eucaristia, quale sacramento della carità»
DialogoeFamiglia Proponiamo di seguito alcuni stralci del documento che invitiamo a leggere nella sua completezza, vista la sua profondità e accessibilità di scrittura. “Il Concilio Vaticano II aveva posto giustamente una particolare enfasi sulla partecipazione attiva, piena e fruttuosa dell’intero Popolo di Dio alla Celebrazione eucaristica”. Con il termine partecipazione “non si intende fare riferimento ad una semplice attività esterna durante la celebrazione”. In realtà, l’attiva partecipazione auspicata dal Concilio deve essere compresa in termini più sostanziali, a partire da una più grande consapevolezza del mistero che viene celebrato e del suo rapporto con l’esistenza quotidiana: i fedeli «formati dalla Parola di Dio, si nutrano alla mensa del Corpo del Signore; rendano grazie a Dio; offrendo la vittima senza macchia, non soltanto per le mani del sacerdote, ma insieme con lui, imparino ad offrire se stessi, e di giorno in giorno, per mezzo di Cristo Mediatore siano perfezionati nell’unità con Dio e tra di loro». (cfr. n. 157). Nel paragrafo 53 si riporta che “La bellezza e l’armonia dell’azione liturgica trovano una significativa espressione nell’ordine con cui ciascuno è chiamato a partecipare attivamente. Ciò comporta il riconoscimento dei diversi ruoli
Segni di quaresima nelle nostre comunità
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gerarchici implicati nella celebrazione stessa. È utile ricordare che la partecipazione attiva ad essa non coincide di per sé con lo svolgimento di un ministero particolare, soprattutto non giova alla causa della partecipazione attiva dei fedeli una confusione che venisse ingenerata dalla incapacità di distinguere, nella comunione ecclesiale, i diversi compiti spettanti a ciascuno. Il sacerdote è colui che presiede l’intera Celebrazione eucaristica, egli rappresenta Gesù Cristo, capo della Chiesa e, nel modo suo proprio, anche la Chiesa stessa... Egli è coadiuvato dal diacono, il quale ha nella celebrazione alcuni compiti specifici... In relazione a questi ministeri, legati al sacramento dell’Ordine, si pongono anche altri ministeri per il servizio liturgico, lodevolmente svolti da religiosi e laici preparati”. I Padri sinodali hanno dato rilievo anche alle condizioni personali in cui ciascuno deve trovarsi per una fruttuosa partecipazione. (cfr. n. 168). Una di queste è certamente lo spirito di costante conversione che deve caratterizzare la vita di tutti i fedeli. Non ci si può aspettare una partecipazione attiva alla liturgia eucaristica, se ci si accosta ad essa superficialmente, senza prima interrogarsi sulla propria vita. Favoriscono tale disposizione interiore, ad esempio, il raccoglimento ed il silenzio, almeno qualche istante prima dell’inizio della liturgia, il digiuno e, quando necessario, la Confessione sacramentale. Senza dubbio, la piena partecipazione all’Eucaristia si ha quando ci si accosta anche personalmente all’altare per ricevere la Comunione. (cfr. n. 169). Tuttavia, si deve fare attenzione a che questa giusta affermazione non introduca un certo automatismo tra i fedeli, quasi che per il solo fatto di trovarsi in chiesa durante la liturgia, si abbia il diritto o forse anche il dovere di accostarsi alla Mensa eucaristica. Anche quando non è possibile accostarsi alla comunione sacramentale, la partecipazione alla santa Messa rimane necessaria, valida, significativa e fruttuosa. Nell’esortazione viene sottolineata l’importanza dei gesti e della postura come l’inginocchiarsi durante i momenti salienti della preghiera eucaristica: “ciascuno viva ed esprima la consapevolezza di trovarsi in ogni celebrazione davanti alla maestà infinita di Dio, che ci raggiunge in modo umile nei segni sacramentali”. Particolare attenzione è dedicata alla pratica dell’adorazione eucaristica vivamente raccomandata, sia personale che comunitaria: «Già Agostino aveva detto: Nessuno mangia questa carne senza prima adorarla; peccheremmo se non la adorassimo» Nell’Eucaristia, infatti, il Figlio di Dio ci viene incontro e desidera unirsi a noi; l’adorazione eucaristica non è che l’ovvio sviluppo della Celebrazione eucaristica, la quale è in se
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stessa il più grande atto d’adorazione della Chiesa. Ricevere l’Eucaristia significa porsi in atteggiamento di adorazione verso Colui che riceviamo. L’atto di adorazione al di fuori della santa Messa prolunga ed intensifica quanto s’è fatto nella Celebrazione liturgica stessa. Infatti, «soltanto nell’adorazione può maturare un’accoglienza profonda e vera. E proprio in questo atto personale di incontro col Signore matura poi anche la missione sociale che nell’Eucaristia è racchiusa e che vuole rompere le barriere non solo tra il Signore e noi, ma anche e soprattutto le barriere che ci separano gli uni dagli altri». (cfr. n. 193). Nell’esortazione, si indica come lo spirito dell’eucaristia permea la vita dell’uomo: Sant’Ignazio di Antiochia esprimeva questa verità qualificando i cristiani come «coloro che sono giunti alla nuova speranza », e li presentava come coloro che vivono «secondo la domenica». Nel capoverso 72 si scrive che «Vivere secondo la domenica vuol dire vivere nella consapevolezza della liberazione portata da Cristo e svolgere la propria esistenza come offerta di se stessi a Dio». I Padri sinodali, consapevoli di questo principio nuovo di vita che l’Eucaristia pone nel cristiano, hanno ribadito l’importanza per tutti i fedeli del precetto domenicale come fonte di libertà autentica, per poter vivere ogni altro giorno secondo quanto hanno celebrato nel «giorno del Signore». (...) Infine, è particolarmente urgente in questo nostro tempo ricordare che il giorno del Signore è anche il giorno del riposo dal lavoro. Ciò ha un suo preciso senso, perché costituisce una relativizzazione del lavoro, che viene finalizzato all’uomo: il lavoro è per l’uomo e non l’uomo per il lavoro. (cfr. n. 209). Infine il Papa sottolinea che “partecipare all’azione liturgica, comunicare al Corpo e al Sangue di Cristo vuol dire nello stesso tempo rendere sempre più intima e profonda la propria appartenenza a Colui che è morto per noi”. (cfr 1 Cor 6, 19 s; 7, 23). “Veramente chi mangia di Cristo vive per Lui. La comunione ha sempre ed inseparabilmente una connotazione verticale ed una orizzontale: comunione con Dio e comunione con i fratelli e le sorelle. Le due dimensioni si incontrano misteriosamente nel dono eucaristico”. (cfr. n. 215). Appare naturale chiedersi ora quanto l’Eucaristia così vissuta animi davvero lo stile delle nostre comunità, quanto bisogno sentiamo di accostarci alla celebrazione eucaristica, al pane dell’attesa che ci rende tutt’uno con Cristo, se i banchi delle nostre chiese sono spesso vuoti o riempiti in parte solo a tempo determinato, visto che l’inizio dell’estate segna spesso anche l’inizio della “vacanza” dalla messa domenicale?. Quanto riusciamo, dopo aver partecipato all’Eucaristia, a vi-
Celebrazione nelle nostre comunità vere di conseguenza le due dimensioni della comunione con Dio e con i fratelli?. Quanto siamo comunità che celebra e prega insieme, con il cuore? Quanto si vive in profondità la ministerialità (lettori, cantori, animatori della liturgia e così via...) nella celebrazione della messa così che appaia concreta la partecipazione attiva della comunità? Sono questi interrogativi che aprono indubbiamente ad una sfida grande, ma importante, per la crescita delle nostre comunità parrocchiali e per la nostra unità pastorale. La celebrazione eucaristica è cuore pulsante di una comunità che mette Gesù al centro, occasione preziosa per dire il nostro grazie ed entrare nel mistero di Dio: essere in Lui e tra noi. L’augurio che ci facciamo tutti è che possiamo veramente vivere la celebrazione eucaristica come occasione di grazia che ci viene offerta, memoriale di un amore così grande, gratuito, che ci nutre con sé stesso e dal quale con umiltà dovremmo imparare se, come diceva il card. Martini: “Il frutto fondamentale dell’Eucaristia è la carità: la capacità di dare la vita come l’ha data Gesù”. Elena V.
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“SMISURATA PREGHIERA” L’esperienza della celebrazione eucaristica vissuta in terra di missione
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iportiamo di seguito l’esperienza della celebrazione eucaristica vissuta da un gruppo di giovani che hanno prestato il loro servizio in Kenia. Oggi è Domenica e ci attendono due celebrazioni eucaristiche: una in parrocchia e l’altra in una delle trenta Chiese collocate nei dintorni di Siongiroi (Kenia) che Father Christopher segue come parroco. Più volte ci siamo trovati a condividere il fatto che Domeniche come queste, qui in Africa, sono davvero vissute come il giorno del Signore: le persone ci accolgono e ci accompagnano con i loro abiti più belli, proprio perché questo non è un giorno come gli altri, almeno per loro non è così, prima nei fatti che nelle parole. E così ci viene facile pensare a quanto sia “Smisurata Preghiera” tutto ciò! È una Smisurata Preghiera questa Messa liturgicamente rigorosa e perfetta. Ed è smisurata preghiera assistere ad un prete che chiede alle persone durante la predica: “a te, alla tua vita, cosa dice questo Vangelo?”. E osservare l’alzarsi dai banchi di un fedele qualsiasi per pronunciare il suo grido del cuore, dove "qualsiasi" non significa assolutamente anonimo. E poi a sorpresa (“altrimenti passereste il tempo a pensare a cosa dire e non a pregare e a lasciarvi guidare dallo Spirito Santo” dice Christopher): “Venite Isabella e Monica - soprattutto loro, ma anche Silvia e Sara e Rossella, o Miriam o Carola o Edoardo o Lorenzo o Alberto, Stefano, Paolo - dite voi qualcosa all’assemblea, aiutatemi perché le persone si stufano di sentire sempre me... E forse voi potete fare meglio di me”. Qui nessuno si sente fuori posto, imbarazzato: smisurata anche questa incosciente serenità nell’affrontare un’assemblea di fedeli di 300 persone e obbligarsi a cercare parole semplici; senza contare che sono persone che si accostano alla Parola di Dio attraverso la mediazione costante di tre lingue: inglese, swahili, kalengjin; e con noi anche in italiano (con traduzione simultanea ai fedeli di Chris). Non diteci che questa non sia una cosa smisurata, vivere in diretta in una Chiesa Globale. Qui ci viene facile dire: “c’è proprio bisogno di vivere la possibilità che esista una Chiesa così perché da noi è tutto più freddo, lontano, distaccato, frettoloso”. Oppure: “oggi, con tutta la mia storia di fede fatta di corsi e ritiri e formazione e animazione e campeggi estivi mi sento piccola di fronte alla semplicità e alla grandezza della loro fede”. Ed è su queste riflessioni che na-
Celebrazione in Africa scono i contraddittori: “la nostra realtà non è questa e noi torneremo in Italia e dovremo tenerne conto”. Ma di fronte ad un Offertorio come quello che si vive qui con questo popolo, di fronte alla fila dei fedeli che dona per la Comunità ciò che può (banconote ma anche monetine, riso, grano, uova, farina, galline vive, zucche, mais) la commozione è palpabile perché vedi nei fatti che è ancora possibile vivere una Chiesa essenziale e radicale. “Con tutto quello che ricevo, che cosa posso restituire, cosa posso donare loro?”. Ecco la categoria del “fare” prendere il sopravvento! Ecco farsi largo il pensiero dal dare e avere! Ci pensano però due signore anziane, con le orecchie dai lobi ciondolanti e dilatati all’impossibile (rito tribale, pegno d’amore siglato nella propria carne, in giovinezza), a restituirci la categoria dello smisurato: “grazie perché siete qui. Grazie, Signore, perché ci hai fatto il dono di queste persone che sono venute da lontano, hanno affrontato prove faticose per incontrarci, per venirci a parlare di Te. Siano sempre i benvenuti tra noi”. Per loro ciò che conta siamo proprio noi, la nostra presenza! E diventa Smisurata Preghiera anche il Padre Nostro interminabile, i canti rigorosamente guidati con una perizia fuori dal comune (“solo così si comprende che utilità abbia qui, ma soprattutto a cosa serve in questo villaggio, un uomo che conosca il linguaggio della musica, gli spartiti e intoni il coro sussurrando le note di quattro voci, come i monaci nei monasteri”), la preghiera dei fedeli (le persone raggiungono spontaneamente l’altare uscendo dal proprio posto, per offrire all’assemblea la loro preghiera). Tutto qui! Monica, Stefano, Edoardo, Lorenzo e Carola, Sara, Alberto, Rossella e Irene
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Vita dell’Unità Pastorale BIBLIODRAMMA: il gruppo Emmaus alla scoperta della Messa Il Gruppo Emmaus ha terminato gli incontri di catechismo per genitori e figli con la celebrazione della S. Messa guidata da Don Raffaele e da Manuel, esperto in Bibliodramma che ha accompagnato i genitori in questi due anni di cammino. Manuel e il parroco si sono soffermati su ogni momento fondamentale della Messa spiegandone il significato con parole semplici e comprensibili e coinvolgendo attivamente genitori e ragazzi. Due momenti, in particolare, sono stati molto sentiti: la preparazione e condivisone delle preghiere dei fedeli da parte di ognuna delle famiglie presenti e la Consacrazione vissuta disposti tutti insieme attorno all’altare, come in un abbraccio. È stata un’esperienza stimolante e coinvolgente nonché un’occasione di crescita e di approfondimento del significato dei diversi momenti della Messa che spesso rischiamo di vivere con superficialità. La celebrazione ha avuto successo anche grazie alla numerosa partecipazione delle famiglie, molte delle quali si sono fermate dopo l’incontro per una “pizzata” in compagnia. Elena e Daniel
L’ARTE A SERVIZIO DELLA CATECHESI Il ciclo di EMMAUS di ARCABAS L’ultimo incontro dei genitori e dei bambini del V anno ha avuto un sapore diverso dai soliti. Nel teatro della Badia erano davvero tanti: 50 bambini con i rispettivi genitori hanno potuto partecipare a una Messa speciale. Mentre don Raffaele celebrava la Messa, Manuel il bibliodrammaturgo che ha accompagnato tutti gli incontri di quest’anno del gruppo Emmaus, ha spiegato i momenti della messa facendosi aiutare dalle opere dell’autore francese Arcabas. Arcabas è lo pseudonimo dell’artista francese Jean Marie Pirot, nato nel 1926, che nella chiesa della Risurrezione a Torre de’ Roveri (BG) negli anni 1993/1994 ha realizzato un ciclo di opere dedicate al racconto dei Pellegrini di Emmaus.
Lungo la strada Il ciclo si apre con una tavola che rappresenta i tre personaggi del Vangelo: i due discepoli e il misterioso viandante che si accosta durante il cammino. Un discepolo ha la mano sulla testa: sta facendo fatica nei suoi ragionamenti, si interroga sulla vicenda di Gesù, non riesce a darsi risposta. L’altro discepolo ha una mano al petto: sente ancora amore per Gesù, ma non sa se c’è un Tu a cui rivolgersi e questo lo fa quasi barcollare. Entrambi sono prigionieri di un passato
che chiude loro gli occhi e aumenta lo smarrimento Gesù è presente, ma loro non lo sanno, non riescono a riconoscerlo: i suoi lineamenti sono confusi, come celati dietro una maschera. Nella Messa i riti di introduzione: davanti a Dio riconosciamo i nostri peccati.
Apriva loro le scritture Lungo la strada il misterioso pellegrino comincia a spiegare ciò che nelle scritture si riferiva a Gesù e al suo mistero di passione, morte e risurrezione. L’immagine usata per illustrare il dono di sé è quella del seme che deve cadere a terra e marcire per dare la vita. Il mistero Pasquale è rappresentato da una croce immersa nell’oro che sembra penetrare in un terreno scuro, misto di marrone, blu, viola, pieno di let-
DialogoeFamiglia tere in disordine e all’apparenza senza senso. Sono frammenti di parole, di frasi, che hanno perso il loro ordine. Rappresentano un po’ tutte le domande che si pongono i due discepoli, le domande che si pone ogni uomo e ogni donna che guarda con profondità alla propria esistenza. Queste domande e queste frasi sconnesse trovano senso se si accoglie la logica della Pasqua, la logica dell’amore folle di Dio che dona la vita. Nella Messa la liturgia della Parola: ascoltiamo e facciamo diventare nostra la Parola di Dio.
L’accoglienza Lungo la strada il misterioso pellegrino li ha prima ascoltati e provocati a far uscire fuori tutta la tristezza e la delusione che anestetizzano l’affettività. Poi ha aperto loro la mente alla comprensione delle Scritture. Ha scaldato loro il cuore con parole non fredde e asettiche, ma con riferimenti coinvolgenti alla loro esperienza, partendo da ciò che hanno visto e sentito. Prima erano piegati dalla delusione; ora sono eretti in atteggiamento di supplica. Prima i loro occhi erano chiusi e ciechi, ora vedono e sono rivolti verso il compagno di cammino. Si trovano sulla soglia decisiva. La porta è aperta. I due sono già dentro con degli sguardi ipnotizzati dal desiderio e dalla speranza. Sembrano invitare il misterioso pellegrino ad entrare e a restare con loro quella sera. Gesti e atteggiamenti che insistono: facci il favore di restare. Gesù, colui che ha detto “io sono la Porta”, entra in quella porta aperta, entra nella quotidianità, entra nell’esistenza per ricostruire una comunione che niente potrà più rompere. Nella Messa la liturgia Eucaristica: prepariamo il tavolo alla celebrazione del Sacrificio dell’Amore.
Il pasto I tre protagonisti del racconto ormai sono entrati, hanno preparato il pasto, si sono seduti. La scena evoca condivisione, intimità, confidenza, amicizia in un misto di convivialità e solennità: si respira anche però un qualcosa di misterioso. Al centro è collocato Gesù: il suo è un viso dolce davanti al quale ci si incanta. Così effettivamente accade per i due discepoli. Quello di sinistra guarda rapito e con gli occhi spalancati quel Gesù che ha una parola che scalda gli affetti. L’altro, senza distogliere lo sguardo da Gesù, versa del vino, prepara la mensa. In quel contesto riconoscono Gesù da come benedice e spezza il pane, ricevuto e donato, è possibile riconoscere Gesù come salvezza, speranza, pienezza di vita. Nella Messa la liturgia Eucaristica: celebriamo la Cena col Signore.
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La scomparsa Il centro di questo quadro non è nel quadro, ma è altrove. Lo spezzare del pane ha svelato l’identità del pellegrino misterioso: era Gesù! Lui era con loro e non se ne erano accorti. Gesù adesso non è visibile, ma è presente in un modo nuovo. Egli sparisce dalla vista e questo sveglia la fede. Si legge la meraviglia e sconcerto sul volto del discepolo a sinistra. L’altro si è alzato così velocemente da far cadere la sedia. La tavola è ancora apparecchiata, ma non è tempo di fermarsi, di stare fermi. È tempo di riprendere il cammino. La chiamata che è l’incontro con il Signore sveglia la speranza, anima le gambe e i piedi, apre alla missione. L’esperienza fatta accende una luce nuova. La piccola croce segna l’incontro avuto. La fiamma che Egli ha acceso in loro non si spegnerà più, anzi, diventa invito a contagiare tutti con quella luce. Il vuoto e il silenzio che li circondano non dicono più solitudine, come all’inizio del viaggio, ma dicono una luce che è ormai dentro e può e deve essere comunicata. Nella Messa: viviamo l’incontro con Gesù.
Il ritorno L’esperienza piena di speranza dell’incontro con il Signore spinge ad annunciare la propria gioia. Il percorso dalla disperazione alla speranza si compie quando la chiamata diventa missione, diventa comunicazione di ciò che ha scaldato il cuore. La porta spalancata lascia vedere un cielo blu intenso, punteggiato di stelle. La soglia è aperta così come il loro cuore e la loro mente si sono aperti alla speranza. Ricomincia il viaggio, non per fuggire dalla delusione, ma per annunciare che Gesù è compagno di cammino, è fonte di speranza. Nella Messa i riti di conclusione: andiamo ad annunciare il Regno di Dio al mondo. Durante questa lunga Messa un momento particolarmente intimo è stata la preghiera dei fedeli che i bambini hanno preparato insieme ai loro genitori.
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Riportiamo alcuni commenti dell’incontro ad opera dei bambini: • Grazie all’incontro ho capito che l’Eucaristia ha vari momenti: la tristezza, la speranza, la luce. Mi ha fatto capire che per gli apostoli era importante conoscere la vera luce e noi dobbiamo impegnarci di più a credere a questa luce eterna e fare atti buoni e considerare il prossimo. Mi è piaciuto stare con i genitori perché mi hanno fatto ragionare e riflettere sui vari momenti e dove non capivo, nella difficoltà mi hanno aiutato a raggiungere la vetta ovvero, il suo significato. • La cosa che mi ha colpito maggiormente è stato che per ogni quadro c’era una spiegazione che si riferiva alla messa. • Secondo noi l’incontro è stato divertente e coinvolgente anche se un pò lungo. A noi è piaciuto stare tutti insieme. Ci piacerebbe rifarlo. • Mio papà e io, anche se non abbiamo tanto capito, l’ab-
biamo appreso perché lo facciamo anche in una comunità filippina. • Per me è stata una bella esperienza perché con l’aiuto dei sei quadri abbiamo capito i vari passaggi della messa. Mi è piaciuta molto la modalità di coinvolgimento sia dei bambini che dei genitori. Molto bella l’idea di fermarsi a mangiare insieme una gustosa pizza. • Mi sono divertita a lavorare con la mia mamma. È stato bello preparare la tavola per la Messa, è stato divertentissimo. • L’incontro tra genitori e bambini è stato molto bello e piacevole. Mi ha trasmesso un sentimento di gioia e serenità. • Secondo noi l’incontro è stato coinvolgente. A noi piacerebbe rifarlo, anche se è un pò lungo. È bello stare tutti insieme e condividere con gli altri le nostre opinioni e imparare da quelle delle altre persone. Grazia
I ministri straordinari della comunione Un servizio di consolazione e di speranza
È
un dato di fatto abbastanza evidente che le nostre Comunità abbiano un discreto numero di anziani... ed è altrettanto facile intuire che
diversi, tra gli anziani, non godano di buona salute. Numerosi sono quindi i fratelli e le sorelle che sono nell’impossibilità di uscire di casa per raggiungere la
DialogoeFamiglia chiesa e partecipare alle celebrazioni Eucaristiche, soprattutto domenicali. È altrettanto vero che per molti di loro la Comunione Eucaristica è parte della loro vita di fede: l’incontro con il Signore è di conforto, di aiuto spirituale e morale e, quindi, desiderato. I sacerdoti e i diaconi permanenti visitano già un buon numero di queste persone mensilmente e abbiamo già, nelle due parrocchie, alcuni Ministri Straordinari della Comunione che visitano settimanalmente alcuni fratelli e sorelle che desiderano ricevere l’Eucarestia con maggior frequenza. Questo numero potrebbe aumentare se si verificassero due situazioni: - che aumenti il numero delle persone che volessero ricevere la Comunione settimanale in casa, e questo diventa possibile se ognuno di noi si fa un po’ carico di far passare parola a questo riguardo e chiedere agli ammalati se avessero piacere di essere visitati settimanalmente o ogni quindici giorni da un Ministro che porti loro la Santa Comunione; - che troviamo altri cristiani disposti a mettersi a disposizione come Ministri Straordinari della Comunione... Ecco allora l’appello a chi volesse o segnalare presso i sacerdoti eventuali candidati o proporsi come possibile Ministro, visto che il prossimo Primo Maggio
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inizia il Corso Diocesano per i nuovi Ministri Straordinari della Comunione ed è necessario fare l’iscrizione. Termino con due sottolineature in merito a questo servizio che vorremmo potenziare nella nostra Unità Pastorale: interessante notare come il termine Ministro indichi colui che serve, dal latino minister che significa aiutante, deriva da minus minore con il suffisso ter che indica una comparazione tra due. È l’aiutante più piccolo che puoi scegliere, il più piccolo davvero. È curioso che “ministro” abbia un contrario etimologico, che è “maestro”: specularmente, questa parola deriva da magister, composto di magis maggiore e dal suffisso ter. Se il ministro è minore, il maestro è il maggiore. Questa non è tanto una dotta esercitazione di etimologia italiana ma, indica lo spirito che deve sostenere e guidare gli eventuali candidati. Un servizio di consolazione e di speranza, dice il titolo di questo intervento: ciò indica la missione di chi porta Gesù Eucaristia agli ammalati: Gesù che entra in casa è Colui che consola nell’afflizione e nella sofferenza e dona speranza anche perché fa sentire la vicinanza di tutta la Comunità rappresentata dal Ministro, uomo o donna, che porta la Comunione. Attendiamo con fiducia che qualcuno risponda a questo appello! don Raffaele
Dal Violino ad Amatrice Un aiuto immediato alle popolazioni colpite dal sisma
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opo aver sentito la notizia del sisma Michele non ha perso tempo. Ha contattato immediatamente Don Benedetto Falcetti, responsabile
della Caritas di Rieti, che a sua volta lo ha messo in contatto con Don Fabio Gammarota parroco di Cittareale piccolo borgo vicino ad Amatrice, l’unico sacerdote “giovane” in zona, al quale è toccato il triste compito di mettere in atto la macchina dei soccorsi. Contento della telefonata ha subito richiesto beni per l’igiene, prodotti per potabilizzare l’acqua (amuchina) e coperte. Con un complicato giro di telefonate Michele è riuscito a contattare persone e aziende per il recupero del materiale richiesto e del mezzo di trasporto. L’indomani Michele, suo figlio Lorenzo e l’amico Mauro Assoni sono partiti carichi di speranza in quel di Amatrice. Giunti sul posto l’impatto è stato tremendo; vedere quel che restava di case demolite che mettevano a nudo l’intima quotidianità delle famiglie che vi abitavano dava un vero senso d’impotenza e disperazione. Senza perdersi d’animo si sono messi a disposizione per raggiungere le persone isolate nei paesi limitrofi, portando generi di prima ne-
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cessità, dando anche una mano alla protezione civile nell’allestire tende per la mensa, collocandovi un cartellone che Lorenzo e altri ragazzi del Violino e della Badia avevano realizzato per dare un segno di vicinanza e affetto alla popolazione. Le notti trascorse in tenda venivano disturbate dalle continue scosse di assestamento. L’ultimo giorno della loro permanenza è stata l’occasione per incontrare famiglie e bambini ospiti nella tendopoli. Nei loro successivi viaggi alla volta di Amatrice hanno incontrato e conosciuto l’allevatore Giuliano al quale siamo arrivati attraverso la conoscenza di un componente della commissione caritas. Giuliano è un ragazzo di 36 anni che, nonostante abbia perso la sua casa e parte della sua azienda (allevamento con stalla), ha mostrato tanta voglia di guardare avanti con fiducia e speranza. Abbiamo deciso come commissione caritas di aiutare e stare vicino a Giuliano con un aiuto concreto proponendo alla comunità l’acquisto di pacchi carne dei suoi animali.
Con grande gioia abbiamo appurato che la risposta è stata immediata e sentita. Grazie all’aiuto, Giuliano è riuscito a non “crollare” come lui stesso ci ha riferito quando è venuto a trovarci per vedere due silos che Guerrino gli ha recuperato attraverso un’azienda agricola bresciana e che, per Giuliano, sono molto importanti per la conservazione del mangime. Giuliano ci ha detto: “Se non fosse stato per il vostro aiuto non avrei continuato! Grazie di cuore, vi sarò sempre grato di ciò che state facendo per me!” In quella occasione ci ha raccontato alcuni momenti tragici di paura e terrore vissuti in quella notte. Giuliano tornerà a trovarci in occasione della Cena di Solidarietà e non verrà da solo ma accompagnato dalla mamma Angela con l’amica Cinzia che desiderano cucinare per la nostra comunità una Amatriciana. Il ricavato della cena sarà devoluto per un progetto di aiuto concreto nelle zone terremotate La Commissione Caritas
La famiglia protagonista dell’evangelizzazione
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Esortazione Apostolica Amoris Laetitia, di cui la commissione di pastorale familiare ha affrontato la lettura di alcuni passaggi, considera la famiglia come il grembo dove l’individuo vive le esperienze fondamentali che lo porteranno a crescere e a diventare veramente adulto. Come il nutrimento del cibo e delle cure fondamentali, anche le relazioni intime vissute nella famiglia nutrono gli adulti di domani. È questo il grande compito assegnato alla famiglia anche nel testimoniare ai propri figli la fede in Cristo Gesù. Papa Francesco sottolinea quanto sia difficile mentire nelle relazioni familiari, perché esse sono basate su una comunione di vita e di amore profondi. In questo sta la preziosità della famiglia: essa è grembo e dono perché
genera alla vita e alla fede. Per far ciò, Amoris Laetitia sottolinea l’importanza della formazione in particolare dei bambini e dei giovani, attraverso la scoperta dell’amore come prospettiva esistenziale che realizza la felicità di ogni uomo e di ogni donna. L’esperienza viva dell’amicizia con Gesù, che ha dato la sua vita per la salvezza degli uomini e delle donne che a lui si affidano, fa scoprire che siamo stati prima di tutto amati e da questo scaturisce la nostra chiamata ad amare. Nella famiglia l’esperienza dell’amore assume un connotato particolare, perchè il coniuge e i figli diventano i primi destinatari della testimonianza d’amore vissuta attraverso la semplicità e l’intensità della vita familiare. Diacono Vittorio
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PRESTARE LA VOCE A DIO, PRESTARE ASCOLTO A DIO
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a preso avvio con La Sacra Scrittura serve un primo inconper la salvezza, è utile tro il cammino per insegnare, convincedei Lettori, un cammino re, correggere ed educare: previsto e potremmo dire ma chi la proclamerà? Chi desiderato dal progetto papresterà la propria voce a storale della nostra uniDio che desidera con tuttà pastorale. Il senso del to il cuore parlare ancora camminare insieme è aball’uomo e alla donna di Incontro lettori bastanza chiaro, ciò che oggi? va richiamato invece è il perché anche i Lettori, cioè Ecco il senso profondo del ministero del Lettore, precoloro che danno la propria disponibilità per leggere stare la voce a Dio, mai separato dal prestare ascolto a le letture durante le celebrazioni, debbono sentirsi in Dio. Chi legge sa di non leggere solo per altri, ma sa cammino. Lascio parlare la seconda lettera a Timoteo, che la Parola di Dio è rivolta a tutti, e ad ognuno perche ha aperto il primo incontro dei Lettori: “conosci sonalmente. Scaturisce da qui allora il senso profonle sacre Scritture fin dall’infanzia: queste possono istruirti do del camminare insieme: occorre prepararsi, leggeper la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo re, meditare, pregare e vivere la Parola di Dio, perché Gesù. Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per solo così si diventa veri annunciatori del Mistero di insegnare, convincere, correggere ed educare nella giusti- Dio entro i confini della comunità ecclesiale. zia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2 Tim 3, 15-17). Diacono Vittorio
CIRCOndati di GIOIA
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l tema centrale dei motti di Azione Cattolica nazionale di quest’anno è la gioia: “CIRCOndati di GIOIA” è quello del cammino educativo Acr 2016/2017, mentre quello dell’Ac in generale recita “Rallegratevi ed esultate”. Al centro dell’attenzione stanno quindi gli argomenti e le raccomandazioni dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, in cui il Papa esorta vescovi, diaconi, presbiteri, persone consacrate e fedeli laici a riscoprire la gioia dell’annuncio del Vangelo nel mondo attuale. Nel nostro piccolo al Violino stiamo cercando di accogliere a pieno questo invito. Non solo perché è quanto “ci chiedono dall’alto” ma anche come esigenza vissuta sulla pelle dai membri dell’associazione. Un elemento fondante della Azione Cattolica infatti è sempre stato quello di dare numerose possibilità di incontro tra i suoi membri, non solo a livello parrocchiale, ma macrozonale, diocesano, regionale e nazionale (e quest’anno penso in particolare ad #AC150, l’incontro di Domenica 30 Aprile con Papa Francesco
– cui parteciperà una nostra delegazione di giovani e adulti – per festeggiare i 150 anni dalla nascita di Azione Cattolica). La peculiarità di questi incontri non è tanto fornire istruzioni, formazione preconcetti in un pacchetto preconfezionato dalle alte sfere dell’associazione ma anzi, tutto il contrario: in Ac si parte sempre dal basso, da chi l’associazione – e le parrocchie in cui opera – le vive. Si ha così spesso l’opportunità di riflettere sulla situazione delle proprie comunità, su come educatori e associati vivono il proprio essere cristiani. In questi contesti, come in ogni occasione di dibattito, si vanno sempre a evidenziare gli aspetti negativi, ciò che ancora manca, ciò che non è stato raggiunto; il che è naturale, se si vuole migliorare l’autocritica è essenziale. Tuttavia spesso il rischio di questo tipo di atteggiamento è proprio quello per cui si finisce per dimenticare i motivi di gioia che abbiamo. La società ci ha istruito per guardare sempre a quello che ci manca, perché ci sentiamo sempre desideranti e insoddisfatti.
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L’8 Dicembre scorso l’Ac parrocchiale si è riunita e ha votato per rinnovare il proprio Consiglio (per poi partecipare all’assemblea elettiva diocesana del 19 Gennaio) e in quell’occasione, essendo stato rieletto Presidente, ho fatto una richiesta al Consiglio e agli associati, ho lanciato una sfida. Proviamo per una volta a fare il contrario di quanto la società ci impone. Proviamo a vedere il positivo di ciò che ci circonda.
Gruppo AC Facciamo un esperimento e proviamo a fare un elenco, in tutto ciò che ci sta intorno e ci riguarda, per trovarvi dei motivi per gioire. Questo vale soprattutto, a livello più alto, per l’essere cristiani. Essere cristiani oggi non è affatto di moda (ricordo le parole di Don Raffaele ad una predica di qualche anno fa: “Stiamo diventando una minoranza e meno male! Solo le minoranze sono autentiche”) ma è una scelta consapevole, difficile e impegnativa... E per fortuna! Noi oggi abbiamo la fortuna di doverci impegnare per ritrovare la gioia del vangelo. Non possiamo accontentarci di frasi, lavori, incontri, messaggi stereotipati. Dobbiamo completamente reinventarci, indagare la Bibbia con strumenti filologici, fare formazione, incontrarci, discutere, sviscerare. Le difficoltà sono enormi. Comunicare il giusto messaggio in un mondo in overdose di comunicazioni è veramente complesso e svilente. Tuttavia, dicevamo, oggi vogliamo concentrarci sui messaggi positivi. Il più importante risultato dell’Ac del Violino di questi anni, secondo il mio parere, è quello raggiunto dal gruppo dei Ragazzi. Cinque anni fa avevamo due educatori e quattro bambini del gruppo dei 6/8 anni, mentre il gruppo 9/11 anni non esisteva; oggi gli educatori sono cinque, il gruppo dei 6/8 conta trenta bambini e quello dei 9/11 (i fedelissimi, ormai cresciu-
ti) è arrivato a nove. Ogni anno i nuovi ingressi nei 6/8 aumentano, dimostrando quanto l’impegno degli educatori, l’aiuto degli assistenti sacerdotali, la buona parola diffusa dai genitori stia aiutando il messaggio di gioia dell’Azione Cattolica a raggiungere tutte le case della parrocchia. Nel frattempo il gruppo Giovani prosegue la sua attività di formazione degli over 18 con numeri in positivo, mentre il gruppo degli adulti soffre una crisi di presenze ma continua con nerbo le sue attività, cercando di riportare entusiasmo tra le proprie fila. Questa gioia di vivere la vita cristiana nel concreto, che cerchiamo di comunicare, non è quella di una setta che vuole raccogliere adepti e chiudersi nel suo cerchio ma quella di un gruppo che vuole vivere la comunità; da qui la partecipazione degli educatori agli incontri di formazione dei catechisti e comunitari, quella dei bambini alla raccolta di alimenti della CARITAS in Avvento, quella all’animazione delle messe della domenica nei giorni prestabiliti, quella, nella figura del Presidente, negli organi d’organizzazione della comunità (penso ad esempio al consiglio dell’oratorio, al consiglio pastorale e alla commissione nuovo oratorio) e quella ai tanti altri impegni della parrocchia in cui l’Ac cerca di essere presente. Vivere la Gioia non vuol dire stare da soli ma condividere. Non vuol dire infilare la testa sotto la sabbia ed ignorare i problemi ma affrontarli positivamente, essendone ben consapevoli. Ci sono ancora tante problematiche che l’Ac deve affrontare e risolvere – penso ad esempio alla carenza di nuovi educatori all’orizzonte nel prossimo futuro, alla crisi di presenze nel gruppo adulti, alle difficoltà di raggiungere i giovani oggi – ma quello che tutti i membri di Ac puntano a fare è affrontarli e risolverli con lo sguardo alto, sollevato dal terreno e un sorriso, magari stanco ma sincero, sulle labbra. Così vogliamo vivere l’associazione, la comunità e il vivere cristiano. Buon cammino a tutti. Corrado Tregambe Presidente di Azione Cattolica Violino
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Un appuntamento da non perdere: “Ciao a Gesù”
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nticipare di venti minuti l’uscita di casa per andare a scuola non è sempre una scelta semplice, ma un saluto a Gesù prima di iniziare la giornata può diventare un bel momento di gioia, se vissuto con i tuoi amici. Ce lo raccontano i ragazzi che ogni mattina si trovano, alle 8.10 per le elementari nelle chiesine di Badia e Violino, e i ragazzi delle medie, che si incontrano nella stanza civica vicino alla scuola Kennedy alle 7.45; a loro abbiamo chiesto di raccontarci come mai vengono al “Ciao Gesù” durante la Quaresima. • Per iniziare la giornata con Gesù, insieme ai miei amici. • Perché siamo in confronto con Dio e parliamo • Perché così siamo protetti da Gesù nella giornata • Perché mi piacciono le canzoni e perché saluto Gesù • Perché mi piace incontrarmi la mattina con Gesù prima di andare a scuola • Dicendo le preghiere il mattino mi sento bene per tutto il giorno • Vengo per ricordarmi di Gesù • Vengo la mattina al Ciao a Gesù per prepararmi alla Pasqua e così conosco meglio Gesù • Mi trovo con le mie amiche e c’è la mia mamma • Perché prima della giornata affido i miei cari e le persone che sono malate • Per stare con gli amici e cominciare la giornata con un sorriso salutando Gesù • Perché affidandomi al Signore mi aiuta a vivere meglio la giornata • Perché mi piacciono le musiche e i canti • Mi piace perché si prega tutti insieme al mattino • Perché parlare con Gesù mi distrae dalle paure della giornata e della scuola e mi fa sentire meglio • Per sentire Gesù vicino • Perché così posso stare un po’ di tempo con Gesù non solo la Domenica • Per pregare ad inizio giornata e sperare che la scuola vada bene
Un’insegnante, che partecipa agli incontri, ci risponde con queste parole di Papa Francesco... “per recuperare il cammino verso il cuore, perché è solo da lì che possiamo incontrare gli altri e parlare con loro”. a cura della redazione
"Ciao a Gesù" al Violino
"Ciao a Gesù" medie
"Ciao a Gesù" alla Badia
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Dal consiglio di Unità Pastorale: prime riflessioni sulla commissione liturgica
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opo la visita del Vescovo, il primo consiglio come Unità Pastorale ci ha visto iniziare ad analizzare il Progetto Pastorale (arrivato in inserto con l’ultimo numero di Dialogo e Famiglia). Si è iniziata ad approfondire la parte del progetto relativa alla Pastorale Liturgica: l’obiettivo è quello di individuare una commissione liturgica i cui membri, mettendo a servizio le loro competenze, aiutino la comunità a vivere, in maniera partecipata e coinvolta, le celebrazioni.
Questo è l’obiettivo dell’animazione liturgica, che è un vero e proprio ministero. Per far ciò è necessario mettersi in cammino per acquisire alcune competenze: familiarità con i libri liturgici e le scritture, conoscenza del linguaggio della liturgia, delle sue regole e delle sue modalità espressive. Un primo passo verso la conoscenza delle letture e dei testi liturgici è la lectio del lunedì, dopo la messa delle ore 18.00 presso la chiesa del Violino: le letture della Domenica successiva vengono commentate dai nostri sacerdoti e, partendo da questa riflessione, spontaneamente, si condividono le preghiere dei fedeli e le introduzioni alle celebrazione e alla Parola. Sarebbe auspicabile che coloro che sono coinvolti nelle celebrazioni (lettori, corali, ministranti, coordinatori dei canti...) e non solo, partecipassero alla Lectio settimanale, così da conoscere e approfondire le scritture. Per aiutare inoltre l’assemblea a partecipare alla liturgia, bisogna conoscere chi parteciperà alla celebrazione: è necessario quindi sapere che tipo di assemblea sarà presente. La corretta comprensione della natura dei singoli riti, riletti alla luce dell’anno liturgico, della parola di Dio e dei testi celebrativi e riferiti alla concreta assemblea che abbiamo difronte, dovrà poi concretizzarsi scegliendo, tra le diverse soluzioni rituali proposte dai libri liturgici, quella più adatta al contesto, rifuggendo dai personalismi e ricercando sempre la sobrietà. Quello che abbiamo davanti è un bel cammino e ci auguriamo possa coinvolgere tutti: dai lettori, ai ministranti, ai cantori e ai sacrestani. Una verifica, analizzando le nostre celebrazioni, servirà ogni tanto per identificare i passi ancora necessari per migliorare la partecipazione. Elena Per il Consiglio Pastorale
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Ecco il nostro progetto Pastorale La pastorale liturgica nella nostra comunità
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a pastorale liturgica costituisce uno degli elementi portanti della vita della comunità cristiana, basti pensare come già nella descrizione essenziale della comunità che troviamo negli Atti degli Apostoli la liturgia è un elemento imprescindibile: “Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere.” (At 2, 42). Tale essenzialità è ben evidente nel Progetto Pastorale della nostra Unità Pastorale dove troviamo esplicitato che “La vita Liturgica delle nostre comunità parrocchiali intende essere davvero “fonte e culmine” dell’azione pastorale. In particolare dall’Eucaristia domenicale, nonché dalle altre celebrazioni liturgiche, prende ispirazione, si alimenta e trova compimento l’agire di ogni battezzato a servizio della crescita delle comunità”. Proprio in questa direzione si sono concentrati una serie di sforzi e proposte che cercassero di recuperare alla coscienza di tutti, perlomeno degli operatori pastorali, il senso della Messa e le ricadute pratiche nella vita (biennio di formazione liturgica-educativa). Abbiamo avuto anche altre proposte, come un corso di formazione per i lettori, occasioni di incontro e condivisione con gli animatori del canto: sono stati preziosi contributi in questa direzione. Contestualmente si sono man mano operate alcune scelte atte a favorire una comunione visibile nello “stile celebrativo” di entrambe le comunità, così che davvero la Celebrazione Eucaristica domenicale fosse un elemento di unione proprio per come viene celebrata nelle nostre comunità. Insieme a questa opera di comunione operata soprattutto da noi sacerdoti,
si è cercato di favorire una partecipazione attiva alla celebrazione proponendo settimanalmente la lettura meditata delle Letture della Parola di Dio e la condivisione nel pensare gli elementi liturgici quali le introduzioni e le preghiere dei fedeli che sono comuni nelle due comunità. Questa proposta si è consolidata in un gruppo, la cui partecipazione è sempre aperta a tutti, che si trova ogni lunedì alle 18,30 nella cappellina al Violino, chiamato “Lampada per i miei passi”. Il cammino di attenzione alla liturgia è continuato dando attenzione alla dimensione del servizio nella celebrazione. Grazie alla disponibilità dei diaconi, che arricchiscono la ministerialità consacrata delle nostre comunità, è stato possibile porre attenzione ai ministranti delle nostre celebrazioni e alla organizzazione dei lettori. L’auspicata commissione liturgica si va così man mano costituendo con il contributo attivo delle nostre comunità che cercano di dare un volto comune a Gesù che nella messa è accolto, ascoltato e condiviso. Certamente uno sguardo che si volge al futuro non può dimenticare che la liturgia è costitutiva per ogni comunità parrocchiale e ancor più per l’Unità Pastorale e quindi sperare vivamente che la partecipazione dei fedeli sia sempre più vera, attiva e condivisa. Per questo possiamo affermare che il cammino è ai suoi primi passi come Unità Pastorale e che nel tempo si valorizzerà sempre di più il contributo del percorso già fatto negli anni dalle due comunità, verso una celebrazione che avvolga ogni battezzato nella Grazia e lo muova alla Carità autentica vissuta ogni giorno. Quanto è illustrato nel nostro progetto pastorale intende essere come una mappa che man mano avvicini all’obbiettivo, quindi proprio come mappa può tracciare un cammino, ma senza il contributo e la presenza di ogni singola persona non porta di per sé alla meta. Da qui l’esortazione a sentirsi coinvolti, a partire dalla partecipazione alla Messa domenicale nella propria unità pastorale, a costruire la comunità a piccoli ma significativi passi.
Ultima cena, Rupnik. Santuario Giovanni Paolo II, Cracovia
I sacerdoti
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Io nella commissione liturgica
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ltre 10 anni fa il parroco mi chiese se ero disponibile ad entrare nella commissione liturgica della mia parrocchia, ora vi racconto come è andata. Alla prima riunione ci è stato presentato il documento conciliare “Sacrosantum Concilio” n. 42 che recita: “la vita liturgica della parrocchia e il suo legame con il Vescovo devono essere coltivati nell’animo e nell’azione dei fedeli e del clero; e bisogna fare in modo che il senso della comunità parrocchiale fiorisca soprattutto nella celebrazione comunitaria della Messa domenicale”... abbiamo quindi subito compreso che il primo compito della commissione fosse quello di promuovere la Liturgia attraverso una vera e propria forma di apostolato. La cosa che più mi ha colpito è stata un’espressione, che ancora ricordo, del parroco di allora: “la liturgia ben celebrata dovrebbe essere in grado di suscitare stupore per il mistero che contiene e un non credente dovrebbe rimanere colpito e affascinato dallo svolgersi della liturgia e dalla sua bellezza”. Oggi siamo 7 persone (tutte donne) scelte dal parroco e ci ritroviamo il primo mercoledì del mese alle ore 17:00; a turno prepariamo le “Preghiere dei Fedeli” cercando che siano espressione dei bisogni che la nostra comunità esprime al Signore, senza perdere di vista i bisogni del mondo intero. La nostra ricerca liturgica però non si ferma alla celebrazione della S. Messa domenicale, anche se questo è il ruolo principale nella Liturgia della Chiesa, ma punta soprattutto a comunicare la bellezza di questo vero culto a Dio, cercando di far appassionare il fedele aiutandolo anche con segni tangibili, perché diventi egli stesso un’offerta vivente gradita a Dio. Quando iniziamo la riunione, il don ci comunica eventuali scelte del CPP in merito a celebrazioni particolari, dopo di che ci confrontiamo sul lavoro che ognuna di noi ha precedentemente preparato. Nei tempi forti o in occasione di celebrazioni comunitarie particolarmente significative, oltre a preparare la celebrazione, pensiamo ad eventuali “segni” da esporre in chiesa
e/o consegnare ai partecipanti; ad esempio, abbiamo recentemente preparato il Quaresimale sul vangelo della Samaritana, abbiamo portato ai piedi dell’altare un vaso vuoto simbolo del nostro cuore vuoto che ha sete di Dio, un vaso pieno di cenere simbolo dei nostri riempimenti spesso fondati su cose futili e negative, un vaso con l’acqua simbolo dell’Amore di Dio, vera acqua viva che dà vita. Abbiamo poi deciso di consegnare ai partecipanti una piccola boccetta di acqua benedetta accompagnata da una preghiera. Una volta all’anno si organizzano gli Esercizi Spirituali che normalmente durano l’intera settimana; in questa occasione oltre a preparare i foglietti guida da distribuire, allestiamo 3 stanze: adorazione della Croce, adorazione del Santissimo, adorazione della Parola (aiutandoci con proiezioni di immagini) dove è possibile interiorizzare, riflettere e meditare sulle provocazioni che il relatore ha lanciato durante il momento iniziale comunitario (quest’anno gli esercizi sono stati guidati da don Ovidio Vezzoli), aiutati da una musica di sottofondo e da un’ambientazione particolare. Tutte noi poi facciamo parte anche del gruppo lettori (circa 20 persone) con il quale ci riuniamo ogni secondo venerdì del mese ma questa è un’altra storia perché, oltre a distribuirci le letture delle varie Messe (da noi oltre alla prefestiva se ne celebrano 6 domenicali), ogni anno scegliamo una parte della Bibbia da approfondire nello stile del magistero; lo scorso anno ad esempio abbiamo analizzato l’Apocalisse e quest’anno faremo le lettere di San Paolo. Una volta all’anno (di solito a giugno), questi due gruppi si riuniscono per una giornata di ritiro presso un Santuario Mariano per creare un momento di preghiera comunitario ma anche conviviale tra di noi. A questo ritiro partecipano anche le nostre famiglie. La mia esperienza è positiva ed entusiasmante quindi auguro anche a voi BUON LAVORO! Mariarosa
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Cronaca dell’Unità Pastorale Carnevale "Inside Out"
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omenica 26 Febbraio 2017, al Villaggio Violino, si è svolta la “classica” sfilata di carnevale, in cui adulti e bambini, travestiti o no, partendo dal Parco della Campana (o Parco Piccolo) si sono incamminati tutti insieme verso l’oratorio, dove si è tenuta la festa vera e propria. Il tema era Inside Out, voleva quindi essere un Carnevale basato sulle emozioni, argomento spesso sottovalutato; abbiamo, quindi, organizzato da zero tutti i giochi, suddividendoli in base al personaggio del cartone animato che li rappresentava. Le attività scelte sono state quindi cinque: 1. Scoppia il palloncino (gioia): i bambini dovevano far scoppiare un palloncino, in qualsiasi modo, sedendovisi sopra, schiacciandolo con i piedi ecc. il gioco ha, tutto sommato, avuto un discreto successo, in quanto tutti i palloncini a disposizione sono finiti velocemente, prima della fine della festa. 2. Mano nella scatola (disgusto): qua, invece, bisognava mettere la mano in una scatola, senza guardare cosa ci fosse dento. Purtroppo il gioco non è andato molto bene, solo in pochi infatti lo hanno provato. 3. Panna in faccia (rabbia): qualche povero animatore dopo aver riempito un piattino di plastica di panna si doveva mettere dietro una sagoma di cartone raffigurante una scimmia, i bambini dovevano lanciargli il piatto in faccia. Questo gioco ha riscosso molto successo, infatti tutta la panna è finita in pochissimo tempo. 4. Percorso al buio (paura): l’unico gioco di coppia, in cui due bambini dovevano collaborare, uno dei due si è bendato, l’altro lo ha aiutato a superare tutti gli ostacoli e arrivare alla fine in meno tempo possibile. È stato in assoluto il gioco piaciuto di più, la coda per poter partecipare è sempre rimasta lunga, fino alla fine della giornata. 5. Fai canestro (tristezza): semplicemente i bambini dovevano tirare una pallina di plastica e cercare di farla entrare in un bicchierino. Il gioco non è stato il più apprezzato,
ma comunque un buon numero di persone hanno provato almeno una volta. Non sono mancati per contornare e rendere il tutto più bello e piacevole, il cibo, erano disponibili le lattughe e le patatine fritte, il bar era aperto in modo che chiunque potesse comprare quello che più desiderava, la musica e i coriandoli. I costumi sono stati i più vari e fantasiosi possibili: c’erano maghi e streghe (anche personaggi di Harry Potter), i pupazzi di neve Olaf, principi, supereroi, Spongebob, gli immancabili personaggi del cartone tema e mostri. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza i ragazzi di Animado, che, grazie all’aiuto degli animatori, hanno fatto del loro meglio per far trascorrere una giornata indimenticabile a coloro che hanno deciso di viverla con noi. Il lavoro che è stato fatto per organizzare il Carnevale perfetto è stato veramente tanto, ci siamo trovati tutte le domeniche per mesi per decidere fino all’ultimo dettaglio. Che dire, è stata dura, soprattutto per gli animatori, ma è stato fantastico, e uno degli aspetti che mi è piaciuto di più di questo cammino è che il gruppo si sia unito sempre di più. Paolo
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Aggiornamento ristrutturazione oratorio Violino
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ono da poco iniziati i lavori di abbattimento delle tramezze nella vecchia canonica annessa alla palestra parrocchiale, al fine di agevolare i veri e propri interventi di ricostruzione previsti dal primo lotto, secondo il progetto già ampiamente illustrato. Per partire con i lavori di costruzione dei nuovi spogliatoi, della ristrutturazione della palestra e della zona sportiva, si stanno compiendo i seguenti passi: 1) presentazione del progetto definitivo (entro il 31 marzo) alla commissione tecnica della diocesi, e, successivamente, al consiglio diocesano per gli affari economici per l’approvazione definitiva del progetto e del piano di rientro economico; 2) è stato dato mandato a uno studio di ingegneria e architettura di presentare la domanda al Comune di Brescia per ottenere i permessi di costruzione. Queste pratiche richiederanno almeno due mesi di tempo. Nel frattempo, a breve, si provvederà a comunicare i vari capitolati di spesa a diverse ditte per ottenere i preventivi. Si prevede di iniziare i lavori di ristrutturazione nel mese di giugno. Di seguito gli aggiornamenti sulla raccolta fondi: - Le impegnative delle famiglie della comunità sono state circa 60 e garantiscono un’entrata annuale di Euro 8.000. Il sincero ringraziamento va a chi generosamente si è fatto carico di questo impegno. Sarebbe bello aumentare questi numeri! Chi fosse interessato può ancora sottoscrivere tali impegna-
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tive, secondo la modalità di offerta di Euro 10 al mese per tre/cinque anni. La raccolta delle offerte durante le S. Messe della prima domenica del mese sta garantendo un’entrata di circa Euro 600 (con una previsione annuale di circa Euro 7.000). Sono stati effettuati bonifici bancari per complessivi Euro 5.000. Le varie iniziative parrocchiali (lotteria di Natale, spiedo, etc.) hanno fruttato Euro 5.000. Sono in fase di chiusura le trattative per la vendita di alcune proprietà della Parrocchia.
Grazie di cuore a tutti i parrocchiani che generosamente contribuiscono alla realizzazione di questo progetto ed a tutti quelli che faranno la loro parte in futuro! Consiglio dell’oratorio Violino
Non più bambini, non ancora adulti PREADOLESCENTI TRA CRESCITA E CAMBIAMENTO
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ccoci a più di metà degli incontri formativi per genitori offerti dalla nostra Unità Pastorale sull’importante tema della crescita e del cambiamento legato alla preadolescenza. La Dr.ssa Leviani, specialista in pedagogia, ci ha condotti in alcuni incontri teorici e pratici alla lettura delle dinamiche relazionali con i nostri figli in una fase delicata della loro crescita. Cercare di sviluppare uno stile educativo empatico con i nostri figli ci consente di saperli ascoltare,
comprendere e sostenere, gestendo la relazione, che spesso è difficile perchè conflittuale, con un ruolo educativo che dobbiamo sempre più recuperare e rafforzare all’interno della famiglia. Dobbiamo dedicare tempo e qualità alla relazione con i nostri figli che stanno vivendo un forte cambiamento alla ricerca e alla costruzione della loro identità. Soffermarsi, rileggere le nostre emozioni per imparare a gestirle e controllarle, soprattutto se negative, per poi essere noi gli “educatori emotivi” dei nostri figli.
DialogoeFamiglia Essere genitori educatori vuol dire sapersi mettere in gioco e aver voglia di “andare a scuola” in continuazione, non scoraggiarsi di fronte ai nostri sbagli e alle nostre fragilità. Dobbiamo aver voglia di ascoltarci, riflettere sul nostro modo di pensare, imparare le abilità che ci consentono di gestire le emozioni; riusciremo allora a creare situazioni positive per saper accogliere gli stati d’animo, anche negativi, dei nostri figli.
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Impareremo a condurre il conflitto pur mantenendo salde le regole e i principi che vogliamo trasmettere, perchè saranno questi che li aiuteranno a ritrovare punti di riferimento sicuri. Saremo allora per loro come il Faro nel porto che illumina la via nel mare immenso della vita. Anna Festa
Attività dell’ASD Violino
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e attività della nostra associazione continuano a pieno ritmo e siamo quasi arrivati alla fine dei gironi di ritorno, ecco un breve riepilogo. I ragazzi agli ordini di mister Leo stanno onorando al meglio il loro campionato Csi, i risultati sono altalenanti: buone le prestazioni con le prime della classe. Il gruppo degli aspiranti, allenati da mister Alessandro, continua il suo cammino nel campionato Anspi
USO Violino
e nonostante le vittorie non arrivino, l’impegno dei nostri ragazzi è sempre costante. La squadra allenata dal duo Marco-Claudio, partecipante al campionato miniscarabocchio Anspi, esprime un buon gioco ed il nostro principale obbiettivo, che è la crescita individuale di ogni ragazzo, è rispettato. La squadra dei “piccoli calciatori” prosegue con gli allenamenti del sabato mattina, sono sempre numerosi nonostante i malanni di stagione. Con l’arrivo della primavera la stagione sportiva ci vedrà impegnati in alcuni tornei tra Brescia e provincia, la nostra attenzione è però rivolta sul calendario a sabato 13 e domenica 14 maggio quando, presso il nostro oratorio, si svolgerà il torneo di calcio giovanile Memorial Stasi giunto alla 10° edizione. Visto che a breve inizieranno i lavori di ristrutturazione dell’oratorio, vogliamo ribadire l’importanza del volontariato, ognuno di noi potrebbe mettersi in gioco e rendersi disponibile a collaborare con le realtà presenti. Luca A.
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Vita dei Quartieri Quanti universitari alla Badia? Proviamo a contarci!
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i chiamo Andrea Bracchi e abito al villaggio Badia, frequento il terzo anno della facoltà di scienze del servizio sociale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, la quale richiede agli studenti dell’ultimo anno di realizzare un progetto nel proprio territorio partendo da un bisogno, un problema o una preoccupazione. Mi sono messa in contatto con Don Fausto che mi ha parlato del quartiere e dei servizi presenti per le varie fasce di età ed entrambi abbiamo ragionato sull’inesistenza di un luogo di aggregazione per i giovani, non solo, abbiamo riflettuto rispetto al debole senso di appartenenza che i giovani hanno rispetto alla propria comunità. Abbiamo pensato ad altri possibili interlocutori con i quali confrontarci in merito alla preoccupazione emersa nell’incontro e così abbiamo
coinvolto Angela Papa, giovane del quartiere, e due membri del consiglio di quartiere: Paolo Galbardi e Hilary Zecchini. Abbiamo formato un gruppo di lavoro e dai nostri incontri è emersa la finalità del progetto: “come possiamo fare per rafforzare il senso di appartenenza e i legami tra i giovani universitari?”. Il progetto non vuole essere un pacchetto predefinito da somministrare e in virtù di questo il gruppo di lavoro ha organizzato una serata per i giovani universitari al fine di sentire le loro voci e capire quale possa essere il loro punto di vista. Ci auguriamo che la serata del 26 marzo abbia un buon esito e soprattutto possa essere un momento di condivisione. Andrea Bracchi
Cineforum giovanile al Violino
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a mancata partecipazione alla vita pubblica e comune da parte dei giovani è un problema che riguarda gli anni in cui viviamo, così rapidi e mutevoli che lasciano poco spazio nelle nostre vite per pensare alla socialità e agli altri. Guidati da questa riflessione, nei mesi scorsi abbiamo contattato gli adolescenti nati tra il 1998 e il 2001 residenti nel nostro villaggio per proporre loro un’occasione per trovarsi e provare a riflettere su alcune grandi tema-
tiche. Quale miglior modo per stimolare un dibattito, se non mediante la visione di alcuni film? Così, tra Novembre e Dicembre si sono tenuti quattro appuntamenti presso la sala civica e la risposta ricevuta da alcuni ragazzi è stata notevole. Spinti da questo entusiasmo, allo scoccar dell’anno nuovo, abbiamo contattato la parrocchia e le realtà presenti sul territorio attive nel mondo giovanile, per sviluppare, ispirati dalla cooperativa Il Calabrone, un progetto ben più ambizioso, già sperimentato in alcuni quartieri e denominato Brescia Active, che sia in grado di coinvolgere più persone e radicarsi maggiormente nel territorio. Le premesse sono buone, ma per realizzare tutto questo occorrono ancora delle energie, che possono provenire da chi vive il nostro quartiere e abbia voglia di darci una mano. Andrea Rolfi resp. della Comm. giovani e cultura Violino, Anna Frattini presidente del Consiglio di Quartiere Violino
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Ritiro comunitario adulti 18 marzo
Alcuni “frutti” del ritiro 4°, 5°, 6° anno ICFR e 2° media - 26 marzo
Ritiro 1° e 2° anno ICFR 2 aprile
Ritiro 3°media 2 aprile
UNITà PASTORALE SACRA FAMIGLIA - PADRE MARCOLINI Parrocchia San Giuseppe Lavoratore - Violino Parrocchia Madonna del Rosario - Badia
Estate 2017 Grest oratorio violino dal 12 al 30 giugno presso oratorio badia dal 26 giugno al 14 luglio presso
Azzurro - Spazio Compiti estate le seguenti settimane saranno confermate al raggiungimento delle iscrizioni
17-21 luglio | 24-28 luglio | 31 luglio-4 agosto 28 agosto-1 settembre | 4-8 settembre
Camposcuola Junior 3° - 4° e 5° elementare
dal 15 al 22 luglio - CORTENEDOLO
Camposcuola Senior 1° e 2° media
dal 22 al 29 luglio - ponte di legno
Camposcuola Adolescenti adolescenti dalla 3° media alla 3° superiore
esperienza residenziale dal 29 luglio al 4 agosto - ponte di legno LE iscrizioni SONO aperte dopo il 25 aprile secondo gli orari di segreteria (che verranno comunicati)