Dialogo e Famiglia Giornale dell’unità pastorale delle Parrocchie Badia-Mandolossa e Violino N˚4 - Novembre 2014
Vangelo e Famiglia
“Il Signore affida alla famiglia il compito di rendere visibile agli uomini la Santità“
Humanae Vitae, 25
Sommario Parola del Parroco: Nessuno nasce imparato. Introduzione al percorso pastorale. . . . . . . . . . . . . pag.
Preghiera alla Santa Famiglia per il Sinodo Gesù, Maria e Giuseppe in voi contempliamo lo splendore dell'amore vero, a voi con fiducia ci rivolgiamo. Santa Famiglia di Nazareth, rendi anche le nostre famiglie luoghi di comunione e cenacoli di preghiera, autentiche scuole del Vangelo e piccole Chiese domestiche. Santa Famiglia di Nazareth, mai più nelle famiglie si faccia esperienza di violenza, chiusura e divisione: chiunque è stato ferito o scandalizzato conosca presto consolazione e guarigione. Santa Famiglia di Nazareth, il prossimo Sinodo dei Vescovi possa ridestare in tutti la consapevolezza del carattere sacro e inviolabile della famiglia, la sua bellezza nel progetto di Dio. Gesù, Maria e Giuseppe ascoltate, esaudite la nostra supplica. Papa Francesco
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Vita della Chiesa: Vangelo e famiglia: il concetto di famiglia alla luce di Cristo. . . . . . . . . . . . . . “ 5 Sinodo straordinario sulla famiglia: nodi e prospettive . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ 6 Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell'evangelizzazione . . . . . . . . . . “ 8 La famiglia alla luce del Sinodo . . . “ 9 Un commento alla Relatio Synodi: la grazia non prescinde la natura . . . . . . . . . “ 12 In piazza con il Papa per la conclusione del Sinodo sulla famiglia e la beatificazione del servo di Dio Paolo VI. . . . . . . . . . . “ 13 Meditazione di Enzo Bianchi: Paolo VI un ritratto spirituale. . . . . . . . . . . . . . “ 15 15 Quando il silenzio parla. . . . . . . . . “ Paolo VI: una luce che brilla sulla vetta del monte. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ 16 Vita dell'unità pastorale: Pronti, partenza, VIA! - Presentazione del 18 progetto pastorale. . . . . . . . . . . . . “ Sensazioni di U.P.: l'opinione di alcuni parrocchiani. . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ 19 Quando si dice: “Ragazzi avete solo l'imbarazzo della scelta!”. . . . . . . . “ 20 Vita dei quartieri: Educare oggi: le sfide dell'educazione “ Conosciamo Vi.Vo.: Violino Volontari “ Circolo ACLI Badia e i Comitati di quartiere. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ Quale futuro per il gruppo alpini Badia Violino Mandolossa. . . . . . . . . . . . “ Il sarto del villaggio . . . . . . . . . . . “ Dono di carità spirituale: Suore maestre di S. Dorotea - Suor Marialuisa Bergomi è la nuova superiora. . . . . . . . . . . . . . . “ Cronaca dei Quartieri: È qui la festa? Feste in Oratorio . . . “ Cevo 2014 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ Sul cammino di Francesco: ... in pellegrinaggio con gli adolescenti . “ Pellegrinaggio OFTAL - Lourdes. . . “ Una parola buona non è mai una parola sprecata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ Mostra presepi 2014 . . . . . . . . . . . “
Redazione Don Raffaele Donneschi, Don Fausto Mussinelli, Elena Rubaga, Elena Vighenzi, Edoardo Dioni, Mirco Biasutti, Beppe Maifredi, Carlo Zaniboni, Guerino Toninelli, Luigi Biemmi.
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Orari S. Messe Unità Pastorale Feriali:
da lun a giov ore 8.30: Badia da lun a ven ore 18.00: Violino ven ore 18.30: Badia
Festive:
sab ore 8.30: Lodi Mattutine sab ore 18.00: Violino
sab ore 18.30: Badia dom ore 8.00: Badia dom ore 9.00: Violino dom ore 10.30: Badia dom ore 11.00: Violino dom ore 17.00: Mandolossa dom ore 18.00: Violino
Contatti dei presbiteri della Unità Pastorale Parroco (don Raffaele Donneschi): Parrocchia San Giuseppe Lavoratore trav. Ottava,4 - Villaggio Violino tel. (segreteria parrocchiale) 030 312620 e-mail: raffado@alice.it www.parrocchiaviolino.it Curato (don Fausto Mussinelli): Parrocchia Madonna del Rosario via Prima, 81 - Villaggio Badia tel. 030 313492 - cell. 328 7322176 e-mail: donmussi80@gmail.com www.parrocchiabadia.it
Riferimenti per gli oratori: Oratorio San Filippo Neri via Prima, 83 - Villaggio Badia Oratorio Violino via Prima, 2 - Villaggio Violino
Foto in copertina: M.I. Rupnik - Icona La Sacra Famiglia
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Parola del Parroco
Nessuno nasce imparato. Introduzione al percorso pastorale
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o chiesto al Signor Mario, proprietario dei due cavalli che pascolano nel campo a fianco della Chiesa del Violino, dove fosse finito il maschio, si chiama, mi pare, Aleandro, che non vedo da qualche giorno. Mi ha risposto: “È dall'addestratore, a imparare a trainare il calesse, cosa con cui spero di guadagnarmi da vivere, quando ritornerà!“ C'ho pensato su e mi sono detto che se nemmeno un cavallo 'nasce imparato' (come diceva Totò) anche nelle cose apparentemente più semplici, come tirare un calesse, tanto più noi, membri di una comunità cristiana, non possiamo pensare di sapere tutto sul come essere Chiesa, sul come annunciare il Vangelo, sul come vivere la Carità, sul come aiutare le famiglie a educare cristianamente i figli… La differenza tra noi e Aleandro è che tutti noi cristiani abbiamo 'un solo Maestro, il Cristo' e tutti possiamo-dobbiamo andare a scuola gli uni dagli altri per aiutarci a capire e vivere il Vangelo. Certamente vi sono già molte 'attività e iniziative' nelle nostre due parrocchie, ne abbiamo già parlato, ma sembra ormai indispensabile dare dei denominatori comuni al nostro agire, al nostro 'darci da fare', perché il rischio molto concreto che stiamo correndo è proprio quello di 'girare a vuoto', di fare tanto per far qualcosa o perché mi piace o mi interessa, perdendo di mira l'obiettivo che rimane quello di proporre (annunciare) Gesù Cristo unico Salvatore dell'umanità, ricordando San Giovanni Paolo II; il tutto secondo lo stile dell'Unità Pastorale che è una cosa nuova per tutti, laici e preti. Questa necessità va sot-
to il termine di FORMAZIONE, a cui tutti siamo chiamati. Ecco, allora, la proposta: in questo Anno Pastorale 2014-2015 le nostre due Parrocchie cercheranno di mettere in luce due dimensioni fondamentali della vita di fede in comunità. • La prima è la dimensione dell'approfondimento personale e comunitario della propria fede e del proprio essere Chiesa: è la proposta dei CENTRI DI ASCOLTO IN FAMIGLIA che permettono di confrontarsi con gli altri fratelli e sorelle sulla Parola di Dio. Base di lettura saranno gli Atti degli Apostoli e si terranno in Avvento (3 incontri: 3-10-17 dicembre) e in Quaresima (4 incontri: 25 febbraio; 4-11-18 marzo) in varie case delle nostre comunità: per chi volesse saperne di più può rivolgersi a noi sacerdoti.
Cristo Maestro, Duomo Monreale
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• La seconda è la dimensione di impegno concreto e qualificato nella vita parrocchiale: sono stati scelti tre ambiti ben specifici di impegno e si propone, a chi volesse approfondire le cose e mettersi a disposizione, un percorso formativo per arrivare in seguito a proposte concrete di impegno e di servizio. In concreto: - Ambito Catechistico - Liturgico - Educativo (8 Incontri, il mercoledì) È rivolto a chi volesse fare il Catechista (dei ragazzi o dei genitori); l'Animatore, o semplicemente la presenza educativa nei nostri ambienti oratoriani; far parte del Gruppo Liturgico, del Gruppo dei Lettori… Questo ambito è animato da don Fausto. - Ambito Familiare Si propone di approfondire la formazione e la conoscenza della pastorale pre- e postbattesimale e dell'Educazione Cristiana dei Bambini (0-5 anni); l'approfondimento formativo per animatori per la vita di coppia e i vari ambiti della Pastorale Familiare. Ambito animato da don Luigi. Previsti 6/8 incontri annuali, con giorno da decidere. - Ambito Caritativo, Missionario, Sociale Si propone un percorso di formazione per animatori della carità, del volontariato so-
ciale, del mondo del lavoro, della salvaguardia del creato, la formazione politica… Un aspetto particolare riguarderà la Missione, l'educazione alla Mondialità, al Dialogo Interreligioso. Ambito animato da don Raffaele. Previsti 6/8 incontri annuali, con giorno da decidere. Cari fratelli e sorelle, è giunto davvero il momento di 'vivere un po' più dal di dentro' la vita della Comunità Parrocchiale, smettiamola di essere degli 'utenti' di servizi religiosi per diventare corresponsabili del Vangelo, del suo annuncio e della sua testimonianza. Indubbiamente non si chiede di firmare nessun contratto, né assunzione di impegno… mi accontenterei che qualcuno di più volesse saggiare il terreno, avanzare proposte, suggerire iniziative… Mi verrebbe da dire: “proviamo a uscire una buona volta dalle nostre case, dai nostri orticelli già arati più e più volte e proviamo a scoprire la bellezza dell'incontrarci e confrontarci con gli altri. Sono certo che ne saremo contenti e aiuteremo le nostre comunità a ritrovare nuova energia“. don Raffaele
Ultima cena - Monastero di Sant'Angelo in Formis (CE)
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Vita della Chiesa
Vangelo e Famiglia: il concetto di famiglia alla luce di Cristo
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l Sinodo straordinario del Vescovi sulla famiglia è stato al centro dell'attenzione dei massmedia che in varia maniera e secondo varie posizioni hanno cercato di indagare, ipotizzare, sognare grandi novità in un'ottica più moderna e attenta ai nostri tempi e al nostro mondo, del concetto di famiglia. In realtà proprio il concetto di famiglia nell'ottica di Cristo è stato, è e sarà sempre per la Chiesa il punto di riferimento inderogabile nella riflessione teologica e pastorale: il mondo, la moda, le spinte delle varie “lobbies“ ideologiche non possono pretendere di cambiare nei cristiani il loro concetto di famiglia secondo la Parola di Gesù. Sorge a questo punto una domanda abbastanza evidente: ma i cristiani conoscono e condividono il concetto di famiglia che Cristo ha portato nel mondo? Riteniamo opportuno precisarlo così da porci nell'ottica più corretta per leggere il mondo di oggi, le varie istanze. Cristo pensando alla famiglia si unisce alla tradizione di origine biblica per la quale è Dio a donare all'uomo e alla donna la possibilità di essere sua immagine e somiglianza e di divenire uno per l'altra aiuto “che gli sia simile“ (cfr. Gn 2). Da qui deriva l'idea che Cristo esprime a coloro che lo interrogano sulla possibilità di sciogliere il vincolo matrimoniale secondo il vangelo di Matteo: “Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: “È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?“. Ed egli rispose: “Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo
l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi“. (Mt 19,3-6). Gesù porta all'evidenza dei suoi interlocutori che l'uomo e la donna nella loro unione sono l'immagine di Dio e da questo consegue l'indissolubilità della famiglia: non si può dividere ciò che è già “uno“, come Dio è uno. Tuttavia Cristo è anche cosciente delle difficoltà quotidiane nell'essere immagine dell'amore divino nel mondo vissuto da ogni battezzato, per questo offre strade e strumenti di santificazione e riconciliazione (i sacramenti nella comunione della chiesa). Infine Cristo dona all'uomo la via per vivere davvero la santità nella famiglia partendo dalla scelta: l'uomo e la donna lasciano se stessi (la propria famiglia di origine) per creare qualcosa di nuovo; questo può avvenire solo se davvero lo Spirito ha agito in ciascuno dei due muovendoli ad una autentica scelta di vita (percorso di preparazione al matrimonio). L'immagine della famiglia cristiana si sintetizza nella Sacra Famiglia che ha accolto Gesù nel mondo: un uomo, Giuseppe, una donna, Maria che lasciano da parte il proprio personale progetto di realizzazione e affidandosi allo Spirito diventano il luogo dove l'Amore divino trova spazio-carne; la loro unione è davvero sacra, non per i meriti, ma perchè hanno generato l'immagine di Dio nel mondo. don Fausto Foto: Sacra Famiglia, Michelangelo
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SINODO straordinario sulla famiglia: nodi e prospettive Giornali e Televisioni stanno parlando del Sinodo straordinario sulla famiglia e non perdono occasione di presentare la gerarchia della Chiesa Cattolica nella classica divisione che ci sarebbe tra 'vescovi progressisti e vescovi tradizionalisti'. Mi è sembrata molto equilibrata la posizione di monsignor Vincenzo Paglia, già vescovo della diocesi di Terni, oggi presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, nell'intervista del 5 ottobre scorso, qui riportata, e presa dal sito formiche.net. Don Raffaele
tutti, e non solo i cattolici, si mettano a riflettere su questa tematica enorme. La famiglia, nella storia, ha mutato tantissime volte le sue forme ma il suo dna è rimasto uguale. Dai risultati del questionario inviato a tutte le Chiese mondiali, e pubblicati solo da alcune Conferenze episcopali, si evince che la morale sessuale ecclesiastica viene seguita all'incirca solo dall'1% degli intervistati. Si tratta di un evidente simbolo di una distanza tra la Chiesa cattolica e il mondo reale. Come spiega questo?
Eccellenza, da più parti si dice che la famiglia, così come da sempre intesa, sia entrata in una profonda crisi. In realtà quello che lei dice risulta già chiaraÈ d'accordo con questa affermazione? mente dall'Instrumentum laboris del Sinodo, un testo che è una fotografia effettiva, anche se non Ci troviamo, in effetti, dinanzi ad un passaggio completa, della realtà odierna. Che ci sia una storico, quasi epocale. Non che la famiglia non certa distanza è sotto gli occhi di tutti ed è ciò abbia avuto problemi in passato ma mai era sta- di cui dobbiamo proprio parlare. to messo in forse, come oggi, quel plesso origi- Del resto già durante il Concilio Vaticano II sia nario che univa matrimonio, famiglia e vita. Papa Giovanni XIII che Papa Paolo VI in fondo Nella società odierna, infatti, tale plesso viene affermavano la stessa cosa, chiarendo però come scomposto e destrutturato tanto che ciascuno, in non fosse necessario modificare la dottrina deluna sorta di delirio onnipotente, lo ricompone a la Chiesa ma il modo di comunicarla. suo piacimento. Tutte le forme di stare insieme A mio avviso, però, c'è anche una grande distansono oggi famiglia, per cui i figli si possono fare za, da colmare e sulla quale ragionare, tra il biin qualsiasi modo, persino in provetta. sogno reale profondo della gente e una cultura Ciò che mi preoccupa maggiormente è quindi maggioritaria. È necessario, ed urgente, capire quella sorta di presa di potere assoluto dell'io, quello che sta succedendo. che diventa il nuovo “deus ex machina” di quel Ma qui, grazie a Dio, c'è un Papa che a tutti noi plesso che da sempre invece è stato considerato chiede di non restare a guardare una cosa steriil motore della nostra società. le ma di uscire per strada e andare a parlare con la gente. Ci troviamo quindi in un momento decisivo E lo stesso questionario ne è un esempio: al suo per la famiglia? interno si trovano domande su tutti i problemi che la Chiesa deve affrontare, anche quelli più Credo che in una simile situazione sia quanto scomodi, nessuno escluso. mai opportuno, e per me di ispirazione dall'alto, che Papa Francesco abbia all'inizio del suo pon- Sebbene il Segretario generale della Cei abbia tificato convocato per ben due volte i vescovi e chiarito come la questione dei divorziati rispotutta la comunità cristiana e non, a riflettere su sati non rappresenti il tema focale di questo Siquesto tema. nodo straordinario, è chiaro, però, che questo La famiglia così come concepita sinora tiene di argomento non possa non essere affrontato. fatto in vita e la Chiesa e la società. Ecco perché Quale potrebbe essere, secondo lei, una soluè un momento assolutamente decisivo affinché zione per questo problema?
DialogoeFamiglia Sono certo che questo tema sarà affrontato nel corso dei lavori, anche se ha ragione monsignor Galantino quando dice che non è certo il primo tema. Credo, infatti, che i giovani di oggi, ad esempio, siano maggiormente interessati a questioni quali la crisi economica, la crisi del lavoro, la disoccupazione più che al problema dei divorziati risposati. Quella della comunione ai divorziati risposati, comunque, è una questione di cui la Chiesa deve assolutamente prendere consapevolezza. Deve però essere chiara una cosa: qui non parliamo di una categoria, ma di tante storie, spesso drammatiche, di coppie che chiedono di essere amate, avvicinate, sostenute, comprese, non maltrattate. Questa è la prima grande ed indispensabile rivoluzione da fare. È in questa ottica che possiamo inserire il discorso della comunione, ma anche quello, ad esempio, della loro partecipazione alla vita della Chiesa e della comunità. Guai a pensare che una regola risolva i problemi umani di cui ho parlato. È ovvio però che ciò non può significare un cambiamento di dottrina bensì una disciplina più attenta che possa approfondire qualche aspetto dottrinale.
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no alla Chiesa in queste ultime settimane. Due sarebbero, in particolare, le anime interne alla Chiesa che si confrontano: i conservatori e i progressisti. Ritiene che tali contrasti possano essere un pericolo per questo Sinodo? Il Sinodo è un evento religioso e come tale richiede uno spirito un po' diverso rispetto a una semplice partita di opinioni diverse. Che nella Chiesa ci siano visioni diverse è vero sin dai tempi di Gesù! Mi auguro, quindi, che nel Sinodo si svolga un dibattito, secondo uno spirito ecclesiale, che porti non a rinunciare alle proprie idee ma a trovare una composizione tra le varie anime. Qui il problema non è tanto quello di uno scontro tra progressisti e conservatori ma quello di trovare un modo per curare le ferite senza dare le medicine sbagliate. Se per un verso non bisogna essere medici pietosi, dall'altro lato non dobbiamo mai rinunciare all'abbraccio e alla salvezza di chi abbiamo dinanzi. Un'ultima domanda, Eccellenza. Cosa dobbiamo attenderci da questo Sinodo?
Mi auguro che il Sinodo apra le finestre e agiti una nuova primavera nelle famiglie del mondo. Gli scontri in tema di comunione ai divorziati Confido che si apra, così, un dibattito ancora risposati hanno caratterizzato il dibattito inter- più vasto di quello che è già avvenuto perché certamente ci saranno nuovi temi su cui discutere, nella speranza che le conclusioni del Sinodo possano essere frutto di un lungo cammino pieno di dibattito e di speranza. Deve essere riscoperta, in maniera evidente, la vocazione alta della famiglia che non è quella di un amore romantico chiuso in una sorta di familismo. La famiglia deve tornare alla propria origine, ovvero quella di custode del creato e custode delle generazione umana. Noi, infatti, abbiamo minimizzato il compito della famiglia con una sorta di romanticismo antistorico.
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Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell'evangelizzazione
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n questi giorni di ottobre la Chiesa, e dunque tutti i cristiani, stanno vivendo un tempo di Grazia e di profonda riflessione in quanto l'Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi è chiamata ad affrontare, ad approfondire un tema delicatissimo ed urgente quale “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell'evangelizzazione“. L' Assemblea sinodale vuole essere un cammino innovativo e originale in quanto implica, ad esempio, una modalità di partecipazione nuova da parte dei credenti, si pensi, ad esempio, al questionario allegato al documento preparatorio del Sinodo e diffuso in tutto il mondo per raccogliere le valutazioni delle comunità e delle parrocchie locali sui temi della famiglia e alla valorizzazione dell' esperienza di coppie di sposi durante la stessa Assemblea. Altri elementi di novità riguardano i tempi della riflessione, infatti l'Assemblea Straordinaria rappresenta il primo momento di un percorso che si concluderà con l'Assemblea ordinaria nel 2015, la quale avrà come oggetto “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo“. In merito al tema affidato dal Santo Padre all'Assemblea Generale Straordinaria è fondamentale evidenziare due aspetti. Il primo riguarda l'attenzione primaria all'evangelizzazione, la quale rappresenta il contesto all'interno del quale verranno presentate e discusse le sfide pastorali della famiglia. Evangelizzazione che può essere riconosciuta come la grande sfida posta all'intelligenza, alla creatività e alla passione di ogni cristiano, chiamato con i propri “talenti“ a realizzare il Regno di Dio nella sua quotidianità, in un tempo storico affascinante e difficile, contraddistinto da nuove logiche dettate dalla globalizzazione e dai nuovi media. Il secondo aspetto riguarda l'individuazione e il riconoscimento di quelle sfide pastorali, determinate da un tessuto sociale che ha subito straordinari cambiamenti in pochi decenni, che richiedono la costruzione e condivisione di proposte educative concrete, in grado di far
rinascere tra le persone di buona volontà una cultura cristiana della famiglia e per la famiglia. Papa Francesco ha voluto riconoscere nel Sinodo una “occasione provvidenziale“ per “coltivare e custodire meglio la vigna del Signore, per cooperare al suo sogno, al suo progetto d'amore sul suo popolo“. In particolare il Santo Padre ha chiesto ai padri sinodali un confronto aperto e di reciproco ascolto e di “lasciarsi guidare dallo Spirito Santo“ per aprirsi a una “carità creativa“, in grado di riconoscere nella famiglia, pur in un contesto storico di grande difficoltà, una “scuola di umanità più ricca“, in cui “le diverse generazioni si incontrano e si aiutano vicendevolmente a raggiungere una saggezza umana più completa e a comporre convenientemente i diritti della persona con le altre esigenze della vita sociale“ (Gaudium et spes, 52) L' attenzione verso il Sinodo mostrata non solo da parte dei credenti, ma anche dai cosiddetti lontani (“cristiani“ distanti dalla Chiesa, agnostici, atei), testimonia che la famiglia rappresenta una sfida globale che pone in gioco il futuro di tutti. La Chiesa di fronte ad una società contraddistinta dal diffondersi di nuove tipologie “familiari“, quali le coppie di fatto, le coppie omosessuali, le coppie di divorziati rispostati, da una “cultura“ incapace di promuovere il rispetto per la vita nascente (diminuzione delle nascite, aborto, embrioni destinati a rimanere congelati per anni a seguito di fecondazione in vitro) e dalla crisi dell'educazione è chiamata a coniugare l'obiettività della Verità in riferimento al significato e ai valori della famiglia e del matrimonio con la misericordia per la persona e la sua sofferenza. Il compito del Sinodo non è, dunque, quello di
DialogoeFamiglia distinguere tra coloro che in virtù delle proprie scelte e comportamenti possono essere pienamente accolti all'interno della vita della chiesa da chi, invece, deve essere riconosciuto come un estraneo a causa di scelte discordanti con il magistero. Nello stesso tempo il Sinodo non si pone neppure l'obiettivo di voler legittimare sotto un profilo etico ogni nuovo stile di vita e di coppia, ispirato ad un assoluto individualismo libertario, in quanto tradirebbe la visione antropologica cristiana pensata da Dio e custodita dalla Chiesa. Il compito del sinodo è ben più complesso e affascinante in quanto consiste nel far emergere la ricchezza e la bellezza umana e insieme religiosa dell'essere una famiglia cristiana nel tempo storico attuale, sia attraverso lo sviluppo di percorsi pastorali contraddistinti da attenzione, accoglienza e miseri-
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cordia verso le famiglie lacerate e quanti vivono in situazioni irregolari dal punto di vista morale e canonico, sia mediante percorsi pastorali di promozione, di sostegno e di valorizzazione della scelta del matrimonio cristiano e della stessa vita matrimoniale. Papa Francesco confida nel Sinodo, ma soprattutto in quel “lievito“, in quel “sale“ rappresentato da ogni credente e da ogni persona di buona volontà, desiderosa di condividere i propri “talenti“ per promuovere nella propria storia personale e nella propria comunità quello straordinario luogo di cura, di relazioni e di condivisione, rappresentato dalla famiglia, pensata dal Dio dell'Amore come luogo di umanizzazione, di crescita spirituale e di amore. Luca Guerra
La famiglia alla luce del Sinodo Alcuni stralci della Relatio Synodi, il documento finale “Relatio Synodi“ della III Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi: “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell'evangelizzazione“ (5-19 ottobre 2014)
considerano anche “il crescente pericolo rappresentato da un individualismo esasperato che snatura i legami familiari e finisce per considerare ogni componente della famiglia come un'isola“ e sottolineano inoltre “una realistica condizione di solitudine frutto dell'asLa “Relatio Synodi“ è il documento finale com- senza di Dio nella vita delle persone e della fragilità posto dai Padri Sinodali alla chiusura del Sinodo delle relazioni“, a ciò va unita anche una generale straordinario sulla famiglia. Di seguito vogliamo situazione di impotenza nei confronti della realtà riportare un breve sunto di tale documento, repe- socio-economica. Nel testo si sottolinea di seguito ribile nella sua interezza su numerosi media. la grande rilevanza nella famiglia della vita affetNell'introduzione di tale documento il Sinodo “ri- tiva e la sfida della Chiesa che è quella di aiutavolge il suo pensiero a tutte le famiglie del mondo con le re le coppie nella maturazione della dimensione loro gioie, le loro fatiche, le loro speranze. In particolare emozionale e nello sviluppo affettivo, per contrasente il dovere di ringraziare il Signore per la generosa stare quelle tendenze culturali che sembrano imfedeltà con cui tante famiglie cristiane rispondono alla porre “un'affettività senza limiti“ che può sfociare loro vocazione e missione. (…) Grembo di gioie e di in comportamenti quali la pornografia e la comprove, di affetti profondi e di relazioni a volte ferite, la mercializzazione del corpo. La grande sfida della famiglia è veramente “scuola di umanità“ (cf. Gaudium pastorale è quindi rappresentata dalla necessiet Spes, 52), di cui si avverte fortemente il bisogno“. tà di dire parole di verità e di speranza, “occorre Nella prima parte del documento intitolata muovere dalla convinzione che l'uomo viene da Dio “L'ascolto: il contesto e le sfide sulla famiglia“ e che, pertanto, una riflessione capace di riproporre le viene tracciata la realtà socio culturale della fami- grandi domande sul significato dell'essere uomini, posglia oggi, caratterizzata da una grande libertà di sa trovare un terreno fertile nelle attese più profonde espressione e dal migliore riconoscimento dei di- dell'umanità. (…). Occorre accogliere le persone con ritti della donna e dei bambini (almeno in alcune la loro esistenza concreta, saperne sostenere la ricerca, parti del mondo!); d'altro canto i Padri Sinodali incoraggiare il desiderio di Dio“.
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Nella seconda parte della Relatio Synodi viene sottolineata l'importanza di mantenere lo sguardo fisso su Gesù Cristo. Dopo l'unione di Adamo ed Eva danneggiata dal peccato infatti, “Gesù ha riconciliato ogni cosa in sé, ha riportato il matrimonio e la famiglia alla loro forma originale. La famiglia e il matrimonio sono stati redenti da Cristo (cf. Ef 5,2132)“. Di seguito vengono ricordati i numerosi documenti della Chiesa attraverso i quali nel corso dei secoli essa non ha fatto mancare il suo costante insegnamento sul matrimonio e la famiglia: Gaudium et Spes, Humanae Vitae, Gratissimam Sane, Familiaris Consortio, Deus Caritas Est, Lumen Fidei. A riguardo poi dell'indissolubilità del matrimonio i Padri Sinodali fanno riferimento all'aiuto della grazia e del sacramento come condizioni che aiutano la vita famigliare. Ringraziando e incoraggiando le famiglie che rimangono fedeli agli insegnamenti del Vangelo, la Chiesa, “pur riconoscendo che per i battezzati non vi è altro vincolo nuziale che quello sacramentale, e che ogni rottura di esso è contro la volontà di Dio, è anche consapevole della fragilità di molti suoi figli che faticano nel cammino della fede. Pertanto, senza sminuire il valore dell'ideale evangelico, bisogna accompagnare con mi-
sericordia e pazienza le possibili tappe di crescita delle persone che si vanno costruendo giorno per giorno“. L'atteggiamento della Chiesa poi nei confronti di coloro che hanno contratto matrimonio civile, che convivono è di amore e di riconoscimento che “la grazia di Dio opera anche nelle loro vite (…). Conforme allo sguardo misericordioso di Gesù, la Chiesa deve accompagnare con attenzione e premura i suoi figli più fragili, segnati dall'amore ferito e smarrito, ridonando fiducia e speranza“. Nella terza parte del documento si definiscono le prospettive pastorali secondo le quali l'annunzio del Vangelo della famiglia costituisce un'urgenza per la nuova evangelizzazione, annunzio di cui anche le famiglie cattoliche sono chiamate a farsi carico. Alla Chiesa viene richiesto di non fermarsi all'annuncio meramente teorico, e sganciato dai problemi delle persone. Importanza fondamentale è la “Parola di Dio che è fonte di vita e spiritualità per la famiglia. Tutta la pastorale familiare dovrà lasciarsi modellare interiormente e formare i membri della Chiesa domestica, mediante la lettura orante e ecclesiale della Sacra Scrittura“. Il matrimonio non deve essere una scelta sociale, ma il frutto di un discernimento e quindi è sottolineata l'impor-
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tanza dell'accompagnamento dei nubendi nel cammino di preparazione al matrimonio; a ciò si unisce l'esigenza di un accompagnamento pastorale nei primi anni di matrimonio. Inoltre va aggiunto l'incoraggiamento da parte del Sinodo all'accompagnamento pastorale anche di coloro che vivono nel matrimonio civile o in convivenze; “tutte queste situazioni vanno affrontate in maniera costruttiva, cercando di trasformarle in opportunità di cammino verso la pienezza del matrimonio e della famiglia alla luce del Vangelo. Si tratta di accoglierle e accompagnarle con pazienza e delicatezza“; anche nei confronti dei separati, divorziati non risposati, divorziati risposati, famiglie monoparentali, la Chiesa vuole offrire il suo aiuto e accompagnamento: “Saper perdonare e sentirsi perdonati è un'esperienza fondamentale nella vita familiare“. La Chiesa deve accogliere e valorizzare inoltre, si scrive nella Relatio Synodi “la sofferenza di coloro che hanno subito ingiustamente la separazione, il divorzio o l'abbandono, (…). Il perdono per l'ingiustizia subita non è facile, ma è un cammino che la grazia rende possibile“. (…) Alcuni Padri hanno sostenuto che le persone divorziate e risposate o conviventi possono ricorrere fruttuosamente alla comunione spirituale. Altri Padri si sono domandati perché allora non possano accedere a quella sacramentale. Viene quindi sollecitato un approfondimento della tematica in grado di far emergere la peculiarità delle due forme e la loro
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connessione con la teologia del matrimonio“. Un'altra parte del documento è dedicata all'importanza della trasmissione della vita all'interno della famiglia e alla sfida della denatalità; nell'ultima parte della Relatio Synodi la Chiesa, consapevole delle difficoltà educative dei nostri tempi si pone a fianco dei genitori nel loro impegno educativo, accompagnando ragazzi e genitori in questo cammino di crescita. Riportiamo infine il capoverso denominato come Conclusione, ed invitiamo tutti a consultare il documento integrale: “Le riflessioni proposte, frutto del lavoro sinodale svoltosi in grande libertà e in uno stile di reciproco ascolto, intendono porre questioni e indicare prospettive che dovranno essere maturate e precisate dalla riflessione delle Chiese locali nell'anno che ci separa dall'Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi prevista per l'ottobre 2015, dedicata alla vocazione e missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo. Non si tratta di decisioni prese né di prospettive facili. Tuttavia il cammino collegiale dei vescovi e il coinvolgimento dell'intero popolo di Dio sotto l'azione dello Spirito Santo, guardando al modello della Santa Famiglia, potranno guidarci a trovare vie di verità e di misericordia per tutti. È l'auspicio che sin dall'inizio dei nostri lavori Papa Francesco ci ha rivolto invitandoci al coraggio della fede e all'accoglienza umile e onesta della verità nella carità“.
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Un commento alla RELATIO SYNODI: la grazia non prescinde la natura
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elemento che mi ha colpito di più è stata la vivacità del Sinodo: non solo dal punto di vista esteriore ma come manifestazione di libertà e di un'interiorità profonda. Il segno che il tema era interessante e l'assemblea era coinvolta“. Il card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, racconta così la sua esperienza al Sinodo straordinario sulla famiglia, il terzo a cui ha partecipato, durante il quale ha presieduto la commissione per il Messaggio. Il Messaggio conclusivo del Sinodo afferma che “Cristo ha voluto che la sua Chiesa fosse una casa con la porta sempre aperta nell'accoglienza, senza escludere nessuno“.
card. G. Ravasi “È un'affermazione che possiamo considerare una sorta di asse portante del Sinodo“, commenta Ravasi. “Il Messaggio - spiega - si apre infatti con un'immagine di straordinaria bellezza espressa da un versetto del libro dell'Apocalisse (3, 20), dove Cristo si rivolge a una chiesa, quella di Laodicea, per molti aspetti affine alla società contemporanea, caratterizzata dalla stessa indifferenza, banalità e, a volte, volgarità. In quel versetto si dice che Cristo passa per le nostre strade, bussa alla porta e, se una famiglia all'interno, con la sua libertà, gli apre la porta, si siede a tavola e cena con loro. Un'immagine che rappresenta bene una Chiesa che deve essere pronta ad accogliere Cristo che bussa e ad
accogliere tutti coloro che sono seduti alla mensa, con tutte le loro diversità. Perché la Chiesa, prima di tutto, è soprattutto una casa: tanto è vero che, all'inizio, la stessa famiglia era il luogo dove si celebrava l'Eucaristia“. La Relazione conclusiva del Sinodo straordinario suggerisce in un punto di “cogliere gli elementi positivi presenti nei matrimoni civili e, fatte le debite differenze, nelle convivenze“. Ma il card. Ravasi ci tiene a precisare che questa affermazione, paradossalmente nuova per molti, non costituisce una vera novità dal punto di vista della tradizione ecclesiale di base. “Come insegnava l'antica teologia medievale, la Grazia non prescinde dalla Natura“, spiega il porporato. “Dunque, quando due persone si impegnano seriamente, soprattutto attraverso un impegno ufficiale come il matrimonio civile, oppure sono insieme grazie a una lunga vicenda personale, caratterizzata da affetto, comprensione e sostegno, si ha un valore naturale che non si può ignorare. Ma che, anzi, va considerato una base su cui costruire la bellezza, la ricchezza, la superiorità, la soprannaturalità della grazia di Cristo, con l'adesione attraverso la fede“. Ha fatto discutere la circostanza che, fra gli altri, il punto della Relatio Synodi in cui si parla dell'accesso alla comunione per i divorziati risposati non abbia ricevuto il placet della maggioranza qualificata dei padri sinodali. “Chiariamo subito che il discorso del Sinodo è stato più ampio e globale e ha riguardato la vera figura cristiana del matrimonio e della famiglia, con i suoi colori e iridescenze, le sue oscurità e interrogativi“, commenta Ravasi. “In questo ambito - spiega il presidente del dicastero della cultura - c'era questo nodo in cui si confrontano due elementi strutturali. L'indiscussa indissolubilità e unicità matrimoniale, affermata da Cristo e confermata da tutti gli esegeti, e la possibilità di comprendere, nella misericordia, anche delle eccezioni
DialogoeFamiglia in situazioni estreme o specifiche. Quest'ultima è introdotta nei capitoli quinto e diciannovesimo di Matteo, laddove si parla del “caso di pornéia“, anche se non riusciamo purtroppo ancora a decifrare questa possibilità nel suo significato autentico“. “Quindi - prosegue Ravasi - c'è la necessità di conciliare verità e misericordia che non sono però - precisa - due componenti di due livelli differenti - dottrina e pastorale - ma sono entrambi due elementi dottrinali che bisogna cercare di mantenere in equilibrio. Da qui nasce la difficoltà e si giustifica una diversificazione dei giudizi“. Il card. Ravasi, promotore della struttura del 'Cortile dei Gentili', ispirata da Benedetto XVI, è come sempre anche attento allo sguardo del mondo, e in particolare dei non credenti, sulla Chiesa: “Le relazioni che ho letto, anche sulla stampa estera, debbo dire che, tutto sommato, mi sono sembrate attente e abbastanza fedeli. Soprattutto rispetto
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all'approccio iniziale, caratterizzato da una scelta veemente e parziale di pochi temi“. “Alla fine - conclude il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura - il Sinodo ha dato l'immagine di una Chiesa in dialogo anche se con le sue fatiche, proprio perché incarnata nella storia. Cristo stesso nel suo messaggio presenta, non dimentichiamolo, degli elementi legati al contesto in cui si trova“. Quindi, come si è visto nella conferenza per la presentazione del Messaggio, la Chiesa, pur non avendo raggiunto dei risultati così univoci come accade di solito, quasi cristallizzati in una sorta di limbo perfetto, ha dimostrato una vivacità e un volto che, forse per questo, è più seguito con attenzione anche dal mondo dei non credenti“. Fabio Colagrande
In piazza con il Papa per la conclusione del Sinodo sulla famiglia e la beatificazione del servo di Dio Paolo VI
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di Gesù ricade certamente sulla seconda parte della frase: «E (rendete) a Dio quello che è di Dio». Questo significa riconoscere e professare - di fronte a qualunque tipo di potere - che Dio solo è il Signore dell'uomo, e non c'è alcun altro. Questa è la novità perenne da riscoprire ogni giorno. Lui non ha paura delle novità! Per questo, continuamente ci sorprende, aprendoci e conducendoci a vie impensate. Un cristiano che vive il Vangelo è “la novità di Dio” nella Chiesa e nel Mondo. E Dio ama tanto questa “novità”! «Dare a Dio quello che è di Dio», significa aprirsi alla Sua Riferendosi alla celebre frase del Vangelo dome- volontà e dedicare a Lui la nostra vita. (…).Qui sta nicale «Rendete dunque a Cesare quello che è di la nostra vera forza, il fermento che la fa lievitare e Cesare e a Dio quello che è di Dio» (Mt 22,21) il il sale che dà sapore ad ogni sforzo umano contro il Sommo Pontefice la definisce come “una risposta pessimismo prevalente che ci propone il mondo”. ad effetto che il Signore consegna a tutti coloro che si pongono problemi di coscienza, soprattutto quando Il riferimento successivo è stato fatto al Sinodo entrano in gioco le loro convenienze, le loro ricchezze, straordinario dei Vescovi; il Papa ha sottolineato il loro prestigio, il loro potere e la loro fama. L' accento questa grande esperienza che ha portato a Roma n una piazza San Pietro gremita da migliaia di pellegrini tra i quali anche uno sparuto ma gagliardo gruppo di parrocchiani della Badia e del Violino, sotto un dolce sole ed un lieve venticello che soffiava frontale all'altare, domenica 19 ottobre la Chiesa ha celebrato la S.Messa per la conclusione del sinodo straordinario sulla famiglia e la beatificazione del servo di Dio Papa Paolo VI. Riportiamo di seguito alcuni stralci dell'omelia di Papa Francesco.
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la voce di pastori e laici che hanno camminato insieme per aiutare le famiglie a percorrere la via del Vangelo. Papa Francesco ha definito quella del Sinodo “una grande esperienza nella quale abbiamo vissuto la sinodalità e la collegialità, e abbiamo sentito la forza dello Spirito Santo che guida e rinnova sempre la Chiesa chiamata, senza indugio, a prendersi cura delle ferite che sanguinano e a riaccendere la speranza per tanta gente senza speranza”. Dopo il ringraziamento a Dio per tutti i partecipanti, l'auspicio è che lo Spirito Santo accompagni il cammino della Chiesa che si prepara al Sinodo Ordinario dei Vescovi il prossimo ottobre 2015. L' omelia del Papa si è poi rivolta alla figura del papa bresciano Paolo VI che proprio quel giorno è salito all'onore degli altari; molto belle le parole del Santo Padre che riferendosi a Paolo VI ha affermato: “Nei confronti di questo grande Papa, di questo coraggioso cristiano, di questo instancabile apostolo, davanti a Dio oggi non possiamo che dire una parola tanto semplice quanto sincera ed importante: grazie! Grazie nostro caro e amato Papa Paolo VI! Grazie per la tua umile e profetica testimonianza
di amore a Cristo e alla sua Chiesa!” ed è stato questo l'unico momento in cui il silenzio assordante di cui rimbombava la piazza, segno di una partecipazione in Spirito alla celebrazione, è stato brevemente rotto da un sincero, seppur timido applauso. Nel tratteggiare la figura di Paolo VI, il Pontefice ha citato alcune annotazioni personali del papa bresciano: «Forse il Signore mi ha chiamato e mi tiene a questo servizio non tanto perché io vi abbia qualche attitudine, o affinché io governi e salvi la Chiesa dalle sue presenti difficoltà, ma perché io soffra qualche cosa per la Chiesa, e sia chiaro che Egli, e non altri, la guida e la salva». Sottolineando la grande umiltà di Paolo VI, il Papa ha concluso la sua omelia tornando alla frase centrale del Vangelo, rispetto alla quale «Paolo VI ha saputo davvero dare a Dio quello che è di Dio dedicando tutta la propria vita all'impegno sacro, solenne e gravissimo: quello di continuare nel tempo e di dilatare sulla terra la missione di Cristo» amando la Chiesa e guidando la Chiesa perché fosse «nello stesso tempo madre amorevole di tutti gli uomini e dispensatrice di salvezza».
Piazza S. Pietro il 19 ottobre 2014
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Meditazione di Enzo Bianchi: Paolo VI un ritratto spirituale na con lo stesso paradigma dell'incarnazione, cioè con il dialogo, quindi n una cattedrale raccolta lo scorso 5 ottobre il facendosi strumenpriore di Bose è venuto per presentare, su ri- to di quel dialochiesta del nostro Vescovo Luciano, il profilo go che Dio tesse spirituale di Papa Paolo VI. Le tracce essenzia- con l'umanità fin li della vita spirituale di Paolo VI, sottolineate dall'in-principio da Enzo Bianchi sono due: l'amore per Cristo e della storia”. Il dialogo è prol'amore per la Chiesa. In questi due ambiti, nasce, si alimenta, si svilup- prio la forma e il pa la spiritualità di Paolo VI che poneva Cristo al contenuto con cui E. Bianchi centro di ogni suo pensiero, parola e azione. Cri- la chiesa obbedisce al sto era per Paolo VI “il compagno inseparabile”, suo Signore e si pone al il Cristo dei Vangeli, letti con assiduità, meditati servizio dell'umanità. Questa la e pregati. Egli scelse ad esempio, ha illustrato Chiesa che Paolo VI amava, la Chiesa che andaBianchi, il nome di Paolo poichè l'Apostolo era va incontro agli uomini, che voleva portare la “amoroso di Cristo, amante di Cristo”. Il cristocen- “buona notizia” attraverso un Vangelo vissuto. trismo di Paolo VI è quindi un vivere con Cristo Concludiamo riportando la chiusura dell'accoal centro, è un riconoscere Cristo come Signore. rato intervento del priore di Bose: “ProclamanL' altro aspetto della spiritualità di Paolo VI è do Paolo VI beato, dunque invocabile da tutti noi, la l'amore per la Chiesa ed i fratelli, conseguen- chiesa confessa la sua intercessione per tutta l'umaza naturale del cristocentrismo di cui sopra. La nità in cielo, in Dio. È una grande gioia per tutti noi Chiesa del papa bresciano è la Chiesa di Cristo, che oggi la sua figura spirituale non sia più dimenla Chiesa Suo corpo. Enzo Bianchi ha sottolinea- ticata, non susciti diffidenza ma, al contrario, riceva to che “nella chiesa, Paolo VI vuole vedere il volto di l'attestazione che per la sua vita e il suo ministero Cristo, sempre rivolta con lo sguardo al Signore, ma petrino, tutta la chiesa, anzi oso dire tutte le chiese, allo stesso tempo capace di collocarsi nella storia uma- rendono grazie a Dio”.
L'incontro del priore di Bose con la comunità bresciana
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Quando il silenzio parla Roma, 18-19 ottobre 2014
L’opportunità di partecipare al pellegrinaggio organizzato da don Fausto a Roma in occasione della beatificazione del nostro papa bresciano, mi ha allettata sin da subito. Ho sempre amato questo papa poco conosciuto, austero e severo, con un viso che lasciava trapelare una grande solitudine, affrontata con la forza di chi sente Cristo vicino. Un grande uomo, così intelligente da saper “andare oltre”, da precorrere i tempi, così dentro il mondo tanto a volte da apparirne quasi schiacciato; pensatore sopraffino, sicuramente ispirato dallo Spirito, tanto da lasciare scritti ancora insuperati, come ha avuto occasione di dire ultimamente Papa Francesco. Due giorni intensi sono stati il 18 e il 19 ottobre, nei quali abbiamo respirato tanto silenzio che pure “ha parlato”; il
silenzio della visita alle tombe dei Papi, con la sosta proprio davanti alla semplice lastra su cui già era stato inciso “Beatus Paulus VI”, il silenzio nella cappella di San Giuseppe in San Pietro durante la preghiera personale, con l’offerta di tutte le intenzioni che in tanti ci avevano richieste (“pregarci” a vicenda fa sempre bene), il silenzio davvero impressionante delle migliaia di persone che la mattina dopo hanno assistito in piazza San Pietro alla S. Messa per la beatificazione del “nostro” Papa….tanto tanto tanto silenzio che pure ci ha detto qualcosa, ci ha toccato il cuore e lì, lo sappiamo, abita Dio….è stato quasi un pellegrinaggio all’interno del pellegrinaggio, un itinerario in cui abbiamo assaporato la pace, il tempo Dio, lo spazio in cui il silenzio si fa preghiera, in cui la preghiera ti fa uno con il cielo. Grazie per questa opportunità.
Un partecipante
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PAOLO VI: Una luce che brilla sulla vetta del monte
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un ritratto appassionato del pontefice bresciano quello che don Antonio Lanzoni, vicepostulatore della causa di beatificazione di Paolo VI ha tracciato per l'occasione. Proprio Paolo VI, pochi giorni dopo la sua elezione a Sommo Pontefice avvenuta il 21 giugno 1968 annotava: «La lucerna sopra il candelabro arde e si consuma da sola. Ma ha una funzione, quella di illuminare gli altri, tutti se può». E lui il Papa «esperto in umanità» fu veramente luce che brilla sulla vetta del monte e lo continua ad essere tuttora grazie al suo grande e sempre attuale insegnamento. Don Lanzoni sottolinea il profondo amore per Cristo di Paolo VI, la sua ricca spiritualità e la sua sofferta ed impegnativa azione pastorale. Proprio in nome di questo suo cristocentrismo aveva fatto proprio il motto che fu di S. Ambrogio: «Cristo per noi è tutto».
Don Lanzoni sottolinea come i problemi della Chiesa e del mondo venissero affrontati da Paolo VI con un grande senso di responsabilità e di dovere, sostenuto da una fede granitica e alla luce della speranza cristiana. Di Paolo VI si sottolinea l'aspetto altamente contemplativo e l'importanza data alla preghiera che era come humus per la sua vita. Don Lanzoni ricorda la volta in cui in Terrasanta il Papa incontrò il Patriarca di Costantinopoli Atenagora che lo definì Paolo II, vista la grande affinità che lui ravvisava tra l'apostolo delle genti e il Pontefice di Roma. Altro titolo che Lanzoni attribuisce a Paolo VI è quello di servitore: di Cristo, della Chiesa, dell'uomo, del Concilio…. La croce diviene elemento fondante la vita di Paolo VI; i quindici anni di pontificato infatti (1963-1978) furono caratteriz-
DialogoeFamiglia zati da grandi sofferenze, contestazioni, critiche ed anche calunnie, e portarono Paolo VI a vivere di persona il mistero della croce, conformandosi sempre più a Cristo crocefisso. Don Lasconi ricorda infatti l'attentato subito a Manila nel 1970 e la pratica penitenziale dell'utilizzo del cilicio. Capace di leggere come pochi la realtà del proprio tempo, Paolo VI scrive nell'Esortazione Apostolica Evangelii Nuntiandi: «L'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, e se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni». Questa affermazione è forse il miglior commento che implicitamente Paolo VI fa della sua
Incontri tra Papi
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vita: maestro, ma soprattutto testimone. Ecco allora l'immagine iniziale della lucerna che arde e si consuma da sola: è la più significativa, è la luce che ha sempre illuminato la personalità di Paolo VI. La luce della lucerna spentasi il 6 agosto 1978 nella festa della Trasfigurazione del Signore, ora è per sempre viva e risplendente in Gesù Risorto e diventa per tutti luminoso riflesso della gloria e della gioia che Dio dona ai suoi Santi. Tratto da “Paolo VI: una luce che brilla sulla vetta del monte” di don Antonio Lanzoni
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Vita dell'Unità Pastorale
PRONTI, PARTENZA, VIA! Presentazione del progetto pastorale
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e nostre due Parrocchie, nel cammino verso la costituzione in Unità Pastorale, cercheranno di mettere in luce due dimensioni fondamentali della vita di fede: - la prima è la dimensione dell'APPROFONDIMENTO PERSONALE E COMUNITARIO DELLA PROPRIA FEDE E DEL PROPRIO ESSERE CHIESA: è la proposta dei CENTRI DI ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO IN FAMIGLIA che permettono di confrontarsi con gli altri fratelli e sorelle sulla Parola di Dio e crescere come comunità.
Preparazione Per tale proposta è previsto un percorso di preparazione per gli animatori, i coordinatori e gli ospitanti del centro d'ascolto: • 4 incontri prima dei centri di avvento: - 1-15-29 ottobre; 12 novembre: - presso l'oratorio della Badia alle ore 20.30 • 4 incontri prima dei centri di quaresima: - 7-21-28 gennaio; 4 febbraio: - presso l'oratorio del Violino alle ore 20.30
DATA DEI CENTRI PROPOSTA
TEMA
Tema proposto per i centri: I quaranta giorni e l'ascensione del 3 dicembre “Avevano un cuore solo (At e un'anima Signore 1,1-11) sola” La prima comunità cristiana (At 1-6): 10 dicembre
L'elezione di Mattia (At 1, 12-26)
17 dicembre
L'effusione dello Spirito Santo (At 2,1-13)
25 febbraio
Il discorso di Pietro e la prima Chiesa (At 2,14-41)
4 marzo
La prima comunità cristiana (At 2,42-48 e At 4,32-37)
11 marzo
Anania e Saffira (At 5,1-11)
18 marzo
L'istituzione dei sette (At 6,1-7)
- la seconda è la dimensione di IMPEGNO CONCRETO E QUALIFICATO NELLA VITA PARROCCHIALE: sono stati scelti tre ambiti ben specifici di impegno e si propone, a chi volesse approfondire le cose e mettersi a disposizione, un percorso formativo per arrivare in seguito a proposte concrete di impegno e di servizio. In concreto: • PERCORSO Catechistico - Liturgico - Educativo (mercoledì) È rivolto a chi volesse fare il Catechista (dei ragazzi o dei genitori); l'Animatore, o semplicemente la presenza educativa nei nostri ambienti oratoriani; far parte del Gruppo Liturgico, del Gruppo dei Lettori… Questo ambito è animato da don Fausto. - 8-22 ottobre, oratorio Violino, ore 20.30 - 5-19 novembre, oratorio Badia, ore 20.30 - 8-22 aprile, oratorio Violino, ore 20.30 - 6-20 maggio, oratorio Badia, ore 20.30 • PERCORSO Familiare (giorno da stabilire) Si propone di approfondire la formazione e la conoscenza della pastorale pre- e post-battesimale e dell'Educazione Cristiana dei Bambini (0-5 anni); l'approfondimento formativo per animatori per la vita di coppia e i vari ambiti della Pastorale Familiare. Ambito animato da don Luigi. Previsti 6/8 incontri annuali, con giorno da decidere. • PERCORSO Caritativo, Missionario, Sociale (giorno da stabilire) Si propone un percorso di formazione per animatori della carità, del volontariato sociale, del mondo del lavoro, della salvaguardia del creato, la formazione politica… Un aspetto particolare riguarderà la Missione, l'educazione alla Mondialità, al Dialogo Interreligioso. Ambito animato da don Raffaele. Previsti 6/8 incontri annuali, con giorno da decidere. Ritiri comunitari - domenica 21 dicembre nel pomeriggio: “Chiamati alla grotta” - riflessione sulla dimensione ecclesiale della chiamata dei pastori alla contemplazione dell'incarnazione. - domenica 15 marzo nel pomeriggio: “Uno di voi mi tradirà-anche tu mi rinnegherai” - riflessione sulla dimensione debole della vita comunitaria, sugli ostacoli a costituire un unico corpo a partire dal cenacolo.
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Sensazioni di unità pastorale: l'opinione di alcuni parrocchiani Per misurare un poco la “temperatura” del nostro cammino di unità Pastorale, abbiamo posto ad alcune persone delle nostre comunità le seguenti domande: Sei a conoscenza del progetto di unità pastorale che sta coinvolgendo le due parrocchie? Se sì da chi l'hai saputo e cosa ne pensi? - Si sono a conoscenza del progetto di unità pastorale, l'ho saputo da mia figlia. È una bella cosa, ma mi sento un poco tagliata fuori per via dell'età. (donna, anni 73) - Certo ne sono a conoscenza; dal mio punto di vista esiste un gruppo di persone che si sta impegnando seriamente in questo progetto, ma di fatto la comunità non lo sente come proprio. Per me bisognerebbe che qualcuno dicesse chiaramente che si deve fare, in modo tale che tutti si adeguino. Ascoltare tutti è impensabile. (uomo, anni 47) - Sì, sono a conoscenza di questo progetto, l'ho saputo dalla mamma del don. Per me non è positivo, credo che sia giusto che ci sia un parroco per ogni chiesa. (donna, anni 20) - Sì, so del progetto, l'ho sentito dire in chiesa. Posso essere sincera? È bello nella teoria, molto molto difficile nella pratica. Io non sento la necessità di cooperare. (donna, anni 52) - Sì, ne sono a conoscenza, l'ho sentito dai sacerdoti. Io faccio un po' fatica, ad esempio ad andare in oratorio di là; forse siamo un po' chiusi, lo so è un limite; magari anche i sacerdoti potrebbero aiutarci un po' di più a sentirci uniti. (donna, 45 anni) - Si l'ho letto sul bollettino della parrocchia, sono contenta. (donna, 60 anni) - Lo so perchè in Chiesa ci sono più sacerdoti di prima. Bene così. (uomo 40 anni) - Si perchè il catechismo dei bambini lo facciamo insieme con le due parrocchie. I bambini sono contenti. (donna, 40 anni) - Si ne ho sentito parlare. (uomo, 30 anni) - Si il catechismo alcune volte alla domenica lo facciamo insieme, mi piace. (bambino) - Sono al corrente di questo nuovo cammino, l'ho saputo in parrocchia; cambia un po' il modo di rapportarsi con i sacerdoti e le persone della Badia. (anni 49) - Lo so tramite conoscenti; penso che sia una cosa buona. (anni 71) - Lo so perché l'ho saputo da conoscenti; credo sia un'opportunità per far stare insieme le persone. (anni 73)
- Sono venuto a conoscenza del progetto di unità pastorale in Parrocchia; sono favorevole vista la mancanza di vocazioni. (anni 62) - Si so dell'unità pastorale perché ho letto il Bollettino; penso che questo faccia diminuire il senso di appartenenza. (anni 82) - Si, ne sono a conoscenza. L'ho saputo dai sacerdoti, anche se non vivo l'unità pastorale. (uomo, 45 anni) - Si, sono a conoscenza del progetto di unità pastorale. L'ho saputo frequentando le riunioni in parrocchia. Credo che l'unità pastorale sia una necessità imposta per mancanza di sacerdoti. Violino-Badia vivono un'unione formale, ma restano due realtà distinte. (uomo, 52 anni) - Si, ho saputo che stiamo lavorando in unità pastorale tramite i sacerdoti e la comunità in generale. Sono più coinvolta perché, da abitante alla Badia, ora partecipo alla S. Messa domenicale al Violino e ho anche un piccolo incarico come lettrice. Sono però a conoscenza che alcuni anziani della Badia lamentano la soppressione della S. Messa della domenica sera alla Badia. La Badia sembra comunque più esclusa in quanto il parroco risiede al Violino. (donna, 46 anni) - Si, so dell'unità pastorale; me l'hanno detto alle riunioni. Credo che poco alla volta stiamo camminando bene insieme. (uomo, 50 anni) - Si, so che stiamo lavorando in unità pastorale; l'ho sentito in chiesa e alle riunioni. Penso che si fa fatica a fare amalgama. (uomo, 21 anni) - Si, ho saputo dell'unità pastorale da mio marito. Non posso fare un confronto, perché non ho mai vissuto le due parrocchie distinte. (donna, 36 anni) - Si, so dell'unità pastorale e l'ho sentito in chiesa. Io preferivo due parrocchie distinte, così le riunioni erano sempre al Violino, anche se in realtà presenzio a pochi incontri. (donna, 70 anni)
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Quando si dice: “RAGAZZI AVETE SOLO L'IMBARAZZO DELLA SCELTA” PRESENTAZIONE DEL CAMMINO ADOLESCENTI 2014-2015 Durante l'anno verranno proposte delle esperienze per tutti gli adolescenti: - esperienza natalizia di servizio e animazione da definire (dal 28 dicembre al 1 gennaio) - esperienza di servizio e volontariato nei giorni di carnevale (Cesano Boscone dal 14 al 17 febbraio) - preparazione al grest: quest'anno il corso di preparazione al grest diventa intensivo e meno dispersivo nel tempo: 25-26 aprile e 2-3 maggio, ci si trova dal mattino sino al termine del pomeriggio in queste quattro date. Per quanto riguarda gli adolescenti dalla 3° su- - Campo avventura nel mese di luglio. periore in avanti, vengono fatte tre proposte, Tra le varie iniziative non possiamo dimenticare entro le quali i ragazzi potranno scegliere: quelle dedicate alla crescita nello spirito in particolare nei tempi più intensi dell'anno liturgico: VOLONTARIAMO Si tratta di un impegno quasi quindicinale arti- • Tempo di Avvento: “Con Te la gioia è di casa” (dal 30 novembre al 24 dicembre) colato tra incontro di preparazione e pomeriggio/serata di servizio. Quest'ultimo riguarda - Proposta di lettura e condivisione della l'animazione/assistenza presso senzatetto, diParola di Dio presso il Bar Oratorio Violino sabili o anziani a Brescia. alle ore 19.00 del Giovedì. Ogni mese: una sera presso i senzatetto e/o un - Preghiera mattutina settimanale presso pomeriggio presso disabili-anziani; un incontro Oratorio Badia: ogni mercoledì ore 6.40. di gruppo in oratorio per organizzare e condivi- Confessioni in vista del Natale: alla sera dere l'esperienza fatta. di domenica 21 dicembre presso Oratorio Badia. Gruppo di 1° e 2° superiore il tema è “Facciamo gruppo!” La proposta del gruppo adolescenti quest'anno intende coinvolgere in particolare le classi prima e seconda superiore: viene proposto un incontro settimanale in entrambe le comunità senza escludere la possibilità che cammin facendo i due gruppi si possano unire. Vogliamo riuscire insieme a camminare in oratorio per vivere in pienezza questo luogo durante l'anno e farlo diventare una casa dove si trova quanto può far crescere...
ANIMARE
Si tratta di trovarsi circa quindicinalmente per • Tempo di Quaresima imparare tecniche di animazione, giochi, balli, (dal 18 febbraio al 5 aprile) l'arte del clown e poi poterle mettere a servizio - Proposta di lettura e condivisione della della comunità. Si tratta di incontri serali lungo Parola di Dio presso il Bar Oratorio Violino l'arco dell'anno: ai partecipanti è offerta la possialle ore 19.00 del Venerdì. bilità di prepararsi al meglio in vista di ruoli di - Preghiera mattutina settimanale presso riferimento durante il grest estivo. Oratorio Badia: ogni mercoledì ore 6.40. - Ogni Giovedì di quaresima proposta IMPARARE AD AMARE di preghiera diocesana con il vescovo in Si tratta di dieci serate nell'anno con l'obbietDuomo. tivo di imparare a gestire la propria affettività - Veglia delle Palme e ritiro: sabato 28 e nell'amicizia e nell'amore per crescere equilibradomenica 29 aprile. ti e preparati alla vita!
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Vita dei Quartieri
Educare oggi: la sfida dell'educazione
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ella lunga e articolata relazione del cardinale Peter Erdo all'assemblea generale del Sinodo la parte finale è dedicata al ruolo della famiglia di fronte alla grande sfida dell'educazione: “La sfida fondamentale di fronte a cui si trovano le famiglie oggi è sicuramente quella educativa, resa più impegnativa e complessa dalla realtà culturale odierna”. Se è vero che alla riflessione dei vescovi si è presentata la necessità di scelte pastorali coraggiose di fronte ai grandi problemi vissuti oggi da molte coppie, dentro e fuori il matrimonio, è altrettanto vero che questi problemi non possono sovrapporsi alla necessità di una maturazione da parte di tutti di una più viva attenzione educativa e di una maggiore preparazione nei confronti dei problemi posti dalla crescita dei figli nel difficile contesto in cui ci troviamo a vivere. Tuttavia, proprio nell'inquieto quadro sociale di cui siamo parte si possono notare segni di ricerca di una migliore qualità della vita: si avverte il bisogno di prendersi cura di sé, cercando di conoscersi meglio e di vivere con maggiore armonia i propri sentimenti; si avverte la necessità di riferimenti sicuri a cui ancorare la propria vita affettiva. Sembra diffondersi, insomma, “un diffuso desiderio di famiglia” perché la famiglia è, o dovrebbe essere, il luogo degli affetti equilibrati e sereni, in cui tutti possono crescere e
maturare; la famiglia è la più completa, insostituibile scuola di umanità. Per questo i vescovi richiamano con forza l'impegno educativo, che è proprio di tutti gli adulti ma in particolare dei genitori, indicando alcune priorità: l'educazione degli affetti, che possa far superare l'estrema fragilità dei nostri ragazzi, l'aiuto a vincere il pericolo dell'egoismo e dell'individualismo, l'abitudine a riflettere su se stessi, interrogandosi riguardo alle grandi domande sul significato dell'essere uomini. I vescovi invitano pertanto, nella necessità di sostenere i genitori nel loro impegno educativo, a riflettere sulle questioni discusse e sulle proposte espresse in questa prima fase del sinodo, in modo che le Chiese locali si preparino alla grande assemblea sinodale dell'ottobre 2015. Anche noi, in umiltà e semplicità, cercheremo di impegnarci in questo senso. Irma Bonini Valetti
Conosciamo Vi.Vo.: Violino Volontari
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acendo seguito al precedente articolo sulle attività del gruppo Vi.Vo. (Violino Volontari) vi presentiamo il programma degli incontri che i nostri volontari hanno programmato per il mese di Novembre e Dicembre, presso il Bar dell'Oratorio Violino: - 20 Novembre: “Festa dei compleanni” per anziani e volontari nati nei mesi di Ottobre e Novembre. - 04 Dicembre: Pomeriggio ricreativo. Il programma prevede un'accoglienza fatta di giochi e vari intrattenimenti per passare due ore in compagnia. - 18 Dicembre: “Festa dei compleanni” per anziani e volontari nati nel mese di Dicembre. Ricordiamo a tutti gli anziani che hanno bisogno di essere accompagnati, che esiste la possibilità di usufruire di un servizio di accompagnamento che prende e riaccompagna a casa chi ne fa richiesta.
Sul volantino, che verrà distribuito in occasione degli incontri, ci saranno i numeri di telefono per prenotare il servizio. Il lavoro di raccolta dati è ancora attivo, preghiamo quindi tutti gli anziani, che non sono ancora stati contattati, di collaborare con il volontario che li contatterà per la compilazione della scheda. Naturalmente questi primi incontri servono a tutti per conoscersi meglio: decideremo insieme anche le attività che andremo a fare, soprattutto il prossimo anno: contiamo quindi sulla vostra presenza e sul vostro aiuto, ogni suggerimento ha e avrà la sua importanza, non dimentichiamoci che Ognuno di noi è VI.VO.! Gruppo di coordinamento
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Circolo ACLI BADIA e i Comitati di quartiere INVITO A VOTARE, FAR VOTARE E SOSTENERE I PROSSIMI CONSIGLI DI QUARTIERE
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opo la soppressione per legge delle Circoscrizioni per le città con meno di 250.000 abitanti, Brescia compresa, le ACLI cittadine ed altre associazioni si sono interrogate e si son date da fare per portare all'attenzione della cittadinanza le problematiche ambientali e territoriali, di urbanistica costruttiva e veicolare, di socialità e tutela alla persona nell'ambito del proprio quartiere. Del resto, non è una novità, mille occhi di cittadini interessati al problema che sorge possono vedere meglio del personale tecnico dell'assessorato competente e/o comunque ne possono discutere per trovare la soluzione migliore con soddisfazione da ambo le parti. L'attuale Amministrazione comunale è stata più che sensibile nell'accogliere l'istanza portata dalle diverse entità associative per condividere con la gente del posto le scelte più idonee nella ricerca del “bene comune”. A tale scopo, la Presidenza delle ACLI Zona Città, con il patrocinio del Comune di Brescia, ha indetto cinque serate formative con cadenza settimanale per 40 giovani e meno giovani iscritti che, con passione e
volontà, si apprestano a conoscere il funzionamento della macchina burocratica comunale. Serate già programmate da fine settembre a fine ottobre 2014, in altrettanti sedi di Circoli ACLI cittadini, su argomenti tematici illustrati dagli stessi assessori o da personale tecnico comunale con la presenza di consiglieri provinciali delle ACLI a far da moderatori. Le ultime notizie danno le elezioni dei Consigli di Quartiere per metà dicembre 2014, dopo che il competente assessorato avrà indetto riunioni “ad hoc”, quartiere per quartiere, almeno 30/35 giorni prima. Nel rinnovare l'invito a questo appuntamento, auspichiamo la vostra fattiva presenza con contributo alla discussione e all'interessamento, non demandando ad altri la vostra necessaria presenza. per il Circolo ACLI Badia il presidente Giuliano Pollonini
Quale futuro per il gruppo alpini Badia - Violino - Mandolossa Celebrato il 55° di fondazione: Nel mese di settembre u.s. si è celebrato il 55° anniversario della costituzione del Gruppo Alpini BadiaViolino-Mandolossa. Le penne nere, al gran completo, erano presenti alla celebrazione della S. Messa nella Parrocchiale della Badia. Al capogruppo Luciano Forleo va tutto il nostro plauso e ringraziamento, perché per tanti anni con passione e tenacia ha guidato il gruppo tenendolo unito e spronandolo ad intervenire nel momento del bisogno con atti di solidarietà, a portare aiuto a chi più sfortunato di noi, si trovava in difficoltà: vedi Scuola arti e mestieri NIKOLAJEWKA, Cooperativa IL VOMERE, l'associazione ANT. All'inizio della S. Messa quando sono stati letti i nomi degli alpini che in questi anni sono “andati avanti” una intensa commozione ha preso tutti gli alpini presenti. Tanti avvenimenti sono riaffiorati
sentendo i nomi scanditi uno per uno e il ricordo di tutti loro che con dedizione e attaccamento al cappello alpino hanno saputo creare il gruppo e portarlo fino ai giorni nostri, non può che stimolarci alla partecipazione e non lasciarci prendere dallo sconforto per le tante voci che in questi giorni si sentono sul futuro del nostro gruppo; voci anche insistenti sull'indisponibilità della sede di via Badia, perché posta in vendita. Al di là della sede per la quale si prospetta, dopo incontri con il Parroco, il Curato, il Sindaco della città, una nuova soluzione, il vero problema è la mancanza di persone che si candidino alla guida del gruppo. Infatti l'attuale consiglio si è dimesso perché al proprio interno non si è giunti alla nomina di un nuovo capogruppo dopo le dimissioni dell'attuale. In questi giorni è stata convocata un'assemblea di tutti gli iscritti, ci auguriamo che da lì escano persone con la voglia e la volontà di portare avanti il gruppo.
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Adunata alpina 2014
Un invito va rivolto ai tanti alpini dei nostri quartieri che ancora non si sono iscritti, di farsi avanti e partecipare alla vita associativa del gruppo con proposte nuove e stimolanti. Lo scioglimento sarebbe una grave perdita per il territorio sul quale il gruppo è nato, è radicato ed è portatore di valori, sempre pronto, quale appartenente all'ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI, ad ogni evenienza. (alcuni giorni dopo...)
IL SARTO DEL VILLAGGIO Corrado Verona, se ne è andato con discrezione. Con il suo sorriso espansivo e cordiale si era guadagnato la simpatia di tutti. Per quarant'anni ha svolto il difficile lavoro d'artigiano sarto. Era venuto ad abitare negli anni 60 in via terza n 87 al villaggio Badia, e da subito, aveva iniziato l'attività. In quel periodo, via via che le case ideate dall'indimenticabile padre Marcolini venivano costruite, da subito, i proprietari ne prendevano possesso. I nuovi abitanti erano di estrazione sociale diversa. Operai della OM, della sant'Eustacchio, della Tempini, dipendenti delle forze dell'ordine, artigiani, immigrati del sud Italia, ecc. Tutte le famiglie arrivavano con poche masserizie e l'arredamento era scarno. Il vestito della festa assumeva un'importanza enorme. Non vi erano ancora i supermercati, i grandi magazzini, non esistevano i vestiti di massa. La gente lavorava duro tutta la settimana, ed al sabato, era tutto un brulicare di “fai da te” nella propria casa, per sistemarla, abbellirla. Al tramonto tutto si fermava, e seppur stanchi, il pensiero andava alla domenica. “Il sabato del villaggio” del poeta G.Leopardi, ha delle descrizioni che si possono ben abbinare agli anni 60/70 della Badia e di altri quartieri di stessa origine. Il vestirsi bene, con un capo importante, da usare nei giorni festivi per andare alla messa ed alle feste, era un biglietto da visita non da poco. Ecco allora Corrado Verona far sfoggio della sua bravura ed abilità manuale, della pazienza e passione. La ben riuscita dei suoi
La “fumata è stata bianca” sabato 4 ottobre 2014: è stato eletto un nuovo Consiglio costituito dai seguenti membri: Grossi Alessandro (Capogruppo); Vanoni Daniel; Ragni Clemente; Prestini Gianluigi; Savaresi Riccardo. Ci auguriamo che questo nuovo consiglio dia slancio e vitalità ad un gruppo così significativo per le nostre comunità. Guerino
lavori di cucito, erano dovuti anche all'aiuto instancabile della moglie Cinzia, che fungeva da controllo finale, e da cui passavano come dalle “forche caudine”, tutti i capi pronti. L'abile artigiano era subissato da richieste di vestiti dalle fogge più disparate. Alcune persone di una certa età portano ancora il vestito fatto da lui. La casa del sarto non fungeva solo da laboratorio per cucire le stoffe, ma anche da importante laboratorio di rapporti sociali, con capacità di “cucire insieme” amicizie, aiuti reciproci ed ottimismo che l'artigiano sapeva trasmettere a tutti. Ad Antonio, il suo radiotecnico di fiducia, ed uno dei suoi migliori amici, il caro Verona, raccontava la nostalgia delle forbici, del metro, del filo, dell'ago, delle fodere, del gesso, del cartamodello, del diritto e rovescio, della macchina da cucire e dei clienti. L'età e la malattia lo avevano costretto a fermarsi. Se ne è andato, pensando alla sua Cinzia, che l'aveva preceduto in cielo, ai suoi cari che gli sono stati sempre vicini, e senz'altro agli abiti confezionati con amore e con innata attitudine professionale. Purtroppo al giorno d'oggi si sono sviluppate le confezioni industriali. Il lavoro di sartoria è diventato raro e riservato solo ai capi pregiati dell'alta moda. Dal cielo caro Corrado Verona guarda i tanti amici e conoscenti che hai lasciato e che ti ricorderanno come persona di grande volontà e di amore per tutti. Nella comunità ora vi è un grande rammarico: il non avere più IL SARTO DEL VILLAGGIO. Eugenio Gandellini
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DONO DI CARITÀ SPIRITUALE:
Suore maestre di Santa Dorotea, Suor Marialuisa Bergomi è la nuova superiora
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a nuova superiora generale delle suore maestre di S. Dorotea è bresciana. Marialuisa Bergomi che è nata 59 anni fa al Villaggio Badia, è stata per 12 anni Consigliera generale e maestra di formazione in Italia. All'inizio l'impegno in parrocchia nella catechesi, poi il diploma, presso le Canossiane e tre anni di insegnamento nella materna del Violino. Nel 1975 a 20 anni, dopo un percorso di discernimento con le Dorotee di via Marsala, è entrata nel noviziato a Venezia. Successivamente ha prestato servizio nella Casa Famiglia di Ponte Chiasso-Como. Trasferita poi a Roma, si è laureata in pedagogia. A Udine ha diretto l'educandato “Gabrieli” e ha insegnato per tre anni nella scuola superiore “Blanchini”, ad Asolo era responsabile della Casa di Spiritualità. Dal 1995 al 1998 è stata a Roma come Maestra delle novizie. Poi, fino al 2002, è stata mandata a Padova, come consigliera provinciale, per seguire la pastorale giovanile. In questi anni ha vissuto a Roma come consigliera generale e maestra delle juniores, ha lavorato nella parrocchia della Madonna delle Grazie al Trionfale e, a livello diocesano, si è dedicata alla famiglia, ai giovani, alla donna. Quali sono le nuove sfide per la Congregazione? In questi giorni, in cui sperimento la fecondità del cercare, ascoltare e scegliere insieme mettendo ciascuna i nostri “cinque pani e due pesci” nelle mani del Signore, sentiamo che lo Spirito ci rende capaci di accogliere germogli di vita nuova anche nel nostro Istituto. Vivere il dono profezia della vita fraterna è la sfida che ci interpella di più e che ci appassiona: si tratta di passare dalla vita in comune alla comunione di vita, ed è questo il tesoro che vogliamo spendere nella e per la Chiesa e crediamo possa essere il segno forte della vita religiosa del nostro tempo. Siamo
sfidate ad abitare evangelicamente il paradosso della oggettiva diminuzione numerica e del venire meno di opere e strutture come invito a credere nella forza della piccolezza, quando essa è lievito e sale e si affida alle mani del Padre. Sentiamo che questo è per noi “tempo favorevole” in cui credere nella sovrabbondanza dell'amore di Dio che libera il cuore, per mescolarci alle persone in modo che l'esperienza dell'incontro con gli altri possa trasformarsi in una “carovana solidale e in un santo pellegrinaggio” (E.G. n87). Come parla al cuore dell'uomo il carisma dell'Opera di S. Dorotea? Il nostro carisma è un dono di “carità spirituale”, sentiamo la forza e l'attualità di un modo di essere Chiesa che si prende cura dei piccoli, dei poveri, dei giovani, della donna, delle famiglie e lo fa nella logica della comunione e collaborazione a tutti i livelli. Il beato Luca Passi, fondatore dell'Opera di Santa Dorotea e del nostro istituto, già all'inizio del 1800 credeva nella forza di un laicato capace di azione evangelizzatrice capillare, portata avanti con lo stile della vicinanza e della “santa amicizia”, questo stile pastorale è più che mai attuale per una Chiesa “in uscita”. Per vivere oggi la complessità e il cambiamento ed avanzare in un cammino di “conversione missionaria” possiamo, suore e laici, esprimere ancora la grazia del carisma con creatività, passione e gioia nei diversi luoghi, in un orizzonte internazionale. Il carisma parla a tutte le età e situazioni di vita, perché incrocia il bisogno di comunione e di vita, perché porta la Buona Notizia della risurrezione nella relazione da persona a persona, perché come diceva Paolo VI, ogni uomo è tutto l'uomo. Articolo tratto dalla Voce del Popolo a cura di Carlo Taglietti
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Cronaca dei Quartieri CEVO duemila 14 Campo Junior
Campo Senior: liberi di... Se ci chiedessero di pensare a quest'estate ci verrebbe sicuramente in mente il campo delle medie di Cevo: bellissimo, ricco di tante esperienze, pieno di giochi notturni, escursioni e momenti in cui riflettere per davvero! Ora, molti di voi si aspetteranno la descrizione dei singoli giorni… no! vi state sbagliando perché questo sarebbe solo un metodo noioso per farvi girare pagina al più presto e noi non lo vogliamo!!! Per questo motivo vi racconteremo la settimana dal punto di vista più “essenziale” possibile, cercando di raccontare l'esperienza vissuta durante questi giorni fantastici! Il campo medie di quest'anno ha tratto spunto da “the Truman show”, film del '98 poco conosciuto tra i ragazzi della nostra età. Il film racconta di un ragazzo, Truman, che vive praticamente e senza saperlo (fin da quando è nato) in una specie di “Grande Fratello”, visto in mondovisione da telespettatori di tutte le età. Tutto è falso, costruito. Christof, il regista, decide addirittura di “creare” delle paure come quella che Truman ha dell'acqua, in modo tale da non permettere al protagonista di “scappare” dal set-cinematografico; inoltre crea “falsi amici” per Truman solo per consigliargli cosa fare,…insomma Truman è solo un burattino nelle mani degli altri…e quindi se abbiamo capito bene lo scopo del campo, era proprio riuscire a farci capire che siamo noi che dobbiamo decidere per noi stessi, cercando di
Campo Senior
Campo Junior: Kung Fu Panda... un sogno si può realizzare Una pergamena che svela un segreto arcano per realizzare la propria felicità e la pace per tutti posta ad una altezza irraggiungibile diventa il motivo di sfida per crescere. Quello che pare impossibile con la forza di volontà, con l'impegno, con la costanza, con l'amicizia, con la fiducia nelle guide e con quella Grazia che viene dal Cielo, diventa possibile! Aprendo quella pergamena, così desiderata, scopriremo che il vero mistero che essa racchiude altri non è che noi stessi, una volta cambiati nel profondo. Attorno a questo stimolo si è costruita una esperienza educativa per i nostri bambini delle elementari a Cevo. I quasi quaranta partecipanti si sono seriamente messi in gioco e allenati sotto la guida degli animatori e sono riusciti nell'impresa di superare qualche piccolo proprio limite e tornare a casa con un sorriso diverso... Che questo sorriso e la felicità dell'esperienza siano motivo di entusiasmo per il cammino dell'anno e suscitino il desiderio di vivere ancora meglio le prossime proposte estive. Un grazie agli animatori per lo sforzo compiuto, alla casa e al personale che ci ha ospitato in questi giorni sereni, al tempo che tutto sommato ci ha graziati e infine al Don saggio maestro Shifu, ai ragazzi partecipanti e ai loro genitori!!! Alla prossima!!! essere liberi dai falsi condizionamenti (moda, falsi amici, comodità) e aperti ai buoni consigli (che ci lasciano sempre liberi) dei veri amici e di Gesù. Se c'è qualcuno che sa aiutare gli altri senza condizionarli e che c'è sempre,… beh quello è proprio Dio, che ha sempre un posto per noi nel suo cuore, ma che sa lasciarci liberi di scegliere…che responsabilità che abbiamo!!! Alla fine del campo non ci sono state scenate o pianti, eravamo tutti molto contenti di questa esperienza, felici di essere stati insieme, ci siamo lasciati con “ci si vede all'oratorio” o “non provare a non venire l'anno prossimo”… e per tutti quelli che non sono venuti vorremmo soltanto dire che contiamo anche su di voi per l'anno venturo!!! Per ultimo, un grazie, grazie, grazie per questa fantastica esperienza a don Fausto, a Anna “la grande” a Chiara, Anna, Baso e Chioma…siete stati grandi, pollice in su per tutti!!! Due partecipanti
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Sul cammino di Francesco: in pellegrinaggio con gli adolescenti
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uando si parte per qualsiasi esperienza con gli adolescenti, si ha sempre la convinzione di accompagnare ragazzi svogliati e che pensano solo agli affari loro. Poi, non si sa bene come, si ritorna sempre con un po' di nostalgia e la soddisfazione di aver passato dei bei momenti insieme. Come per ogni campeggio, noi educatori cerchiamo sempre di creare un legame con tutti. Dobbiamo però fare attenzione a non dimenticare il nostro ruolo, rischiando di fare troppo gli amiconi e trovandoci in difficoltà a rimproverarli su cose che, fino a pochi anni fa, facevamo pure noi. Il nostro compito però non poteva essere esclusivamente educativo. Partivamo con un gruppo che poteva apparire disomogeneo, ma che in realtà ha dimostrato di amalgamarsi molto facilmente e con il quale sin da subito ci siamo trovati a nostro agio nel giocare, ridere e scherzare, permettendo ai ragazzi di creare un rapporto con coetanei che ci auguriamo possano consolidare. Per questo
Al termine del cammino non possiamo negare la soddisfazione per aver trascorso questa settimana con i ragazzi, con la convinzione che il pellegrinaggio sia stata un'esperienza positiva non solo sotto l'aspetto spirituale ma anche dal punto di vista della crescita personale. Ale & Johnny
Pellegrinaggio OFTAL - Lourdes Succede sempre così... Succede ogni volta che ci torno... Succede ogni volta che ho la fortuna e la voglia di esserci... Succede ogni volta che lascio tutto dietro e mi butto dentro ancora una volta.... Succede che ti ritrovi ancora lì, in quel luogo santo per prendere in mano la tua vita... Succede che è solo lì che riesci a lasciarti tutto alle spalle ed a rimanere con te stesso... Sì...succede lì e sempre lì...alla grotta di Lourdes... Una grotta dove oramai più di 150 ani fà, la Madonna si è rivelata e che da 150 anni è meta di pellegrinaggi e preghiere come da Lei richiesto... Ci puoi andare da pellegrino o da barelliere, ma le sensazioni non cambiano quando ti ci ritrovi davanti; può esserci bisogno di cambiare il tuo solito incarico
Pellegrini a Lourdes
e mansione ma quando ti trovi davanti a Lei tutto si appiattisce, tutto si allontana e rimani tu e Lei...in uno dei momenti più belli e pieni che ci possano essere. Rimani così intontito a guardare qualcosa che forse non saprai raccontare... sì perchè quello che vivi alla grotta nel silenzio della notte è qualcosa che ti resta dentro; lo puoi vivere solo tu, e forse trasmettere a chi con te era lì...ma non sempre è così. Può anche essere una sera di vento freddo e pioggia in cui devi coprirti e ripararti, ma quando sei lì davanti i minuti e le ore passano senza che te ne accorgi anche se non sai come pregare, ma il solo parlarle ti fà stare meglio. Non sempre è facile parlare con qualcuno dei propri problemi e certamente il poter farlo lì sapendo che Qualcuno ti ascolta, dà consolazione, dà sicurezza... sì perchè lì Qualcuno ti ascolta sempre... sia che tu sia il contadino che trova un tesoro nel campo, o il cercatore di pietre preziose che trova la più bella... Le nottate alla grotta ti restano dentro, ti danno forza, ti danno coraggio... Le due ultime nottate trascorse là le sento dentro me stesso e mi daranno forza... Ripenso a quelle notti ed un sorriso sorge spontaneo... Un giovane barelliere, Fabio, che con quattro dei nostri giovani ha creduto e ascoltato ancora una volta una chiamata: quella di Maria a venire alla grotta per servire il fratello infermo e incontrare l'amore del Cristo.
DialogoeFamiglia Confidando nel successo della precedente edizione, vogliamo organizzare anche per questo prossimo Natale la mostra dei presepi. La buona partecipazione di espositori e visitatori dello scorso anno, ci stimola a sensibilizzare ancor di più tutti gli abitanti dei nostri due quartieri: Badia e Violino. Aspettiamo quindi bambini, ragazzi, lavoratori, pensionati, nonni, mamme che in modi diversi vivono l'esperienza di preparare il Presepio, per vivere il Santo Natale alla luce della pace e delle tradizioni. Diamo quindi sfogo al nostro cuore e alla nostra fantasia partecipando a questa 4^ MOSTRA dei PRESEPI. Gesù bambino ci aspetta nella chiesetta di S. Antonio sul Colle. Noi ci saremo. Gruppo organizzativo
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Campo famiglie: Celentino Val di Pejo Famiglie a Celentino
Unità Pastorale Badia-Violino Parrocchia Madonna del Rosario Villaggio Badia - Brescia
IL PRESEPIO E LA SUA TRADIZIONE >>> Hai un presepio da mostrare ?<<< >>> Ti piace “fare” il tuo presepe?<<< >>> Vorresti creare un presepe originale?<<<
Partecipa alla 4^ MOSTRA dei PRESEPI presso la chiesa di S. ANTONIO SUL COLLE che verrà allestita in occasione delle prossime festività natalizie. Sarà un modo nuovo e diverso per vivere insieme il Natale nella tradizione e non solo. Per INFORMAZIONI e ISCRIZIONI rivolgiti a: LUCA: 030 3733365 | RITA: 030 318696 MASSIMILIANO: 030 317179 | PAOLO: 030 318224 SERAFINO: 030 318929 - Cell. 339 5683489 GUERINO: 030 312064 | Don FAUSTO: 030 313492 GIANNI: 030 322190 TERMINE ISCRIZIONI 23 NOVEMBRE 2014 Consegna entro e non oltre il 1° dicembre 2014 Seguirà programma dettagliato
Campo famiglie in Val di Pejo
Una parola buona non è mai una parola sprecata... Come già pubblicato alcuni mesi fa, ci piacerebbe poter creare nell'unità pastorale un “Gruppo della Buona Stampa”, con l'obiettivo di diffondere anche nelle nostre case la stampa cattolica. Chi fosse sensibile all'argomento e fosse disponibile a dare una mano lo può segnalare ai sacerdoti. Nel mentre, sarebbe bello poter partire con una campagna abbonamenti per le riviste sotto citate: ricordiamo che ci sarà tempo tutto il mese di novembre e dicembre per raccogliere le adesioni in sacrestia o presso la segreteria (i costi messi tra parentesi si riferiscono all'annualità senza gli sconti eventuali). Le riviste a cui sarà possibile abbonarsi sono: La voce del popolo (euro 47,00 annuale), Noi genitori e Figli - inserto di Avvenire (euro 20,00 annuale), Credere (euro 78,00 annuale), Il Giornalino (euro 117,30) e Famiglia Cristiana (euro 104,00).