Dialogo e Famiglia - Dicembre 2018

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Dialogo e Famiglia Giornale dell’Unità Pastorale Sacra Famiglia - Padre Marcolini N˚ 5 - Dicembre 2018

Possiamo sperare nella fedeltà di Dio


Il mistero del Natale

Sommario La Parola del Parroco Possiamo sperare nella fedeltà di Dio? . . . . . . . . . . . . . . . . p. 3 Vita della Chiesa Il documento finale del Sinodo 2018: i giovani linfa della Chiesa . . . . . . . . . " 5 Sinodo, strade o direzioni?. . . . . . . . . " 7 I giovani e la fede: innamoratevi di Dio!. . . . . . . . . . . . . " 8 Vita dell’Unità Pastorale Dal consiglio di Unità Pastorale . . . . . . " 9 Siamo Santi!? . . . . . . . . . . . . . . . . . " 10 Il tempo, bene prezioso per preparare il cuore a Gesù che viene nella fedeltà. . . . . . . . . . . . " 11 Percorsi di preparazione al battesimo dalla commissione famiglia. . . . . . . . . " 12 La preghiera in Famiglia. . . . . . . . . . . " 13 La giornata del pane e altre iniziative dalla commissione Caritas . . . . . . . . . " 14 Adozioni a distanza: un aiuto prezioso per le comunità di suor Rita e suor Paola. " 16 Lavori in corso. . . . . . . . . . . . . . . . . " 19 Programma mostra presepi . . . . . . . . . " 20 Cronaca dell’Unità Pastorale Siate riflesso di Gesù nel mondo . . . . . . " 21 Imparare ad amare - Il percorso affettivo dei nostri adolescenti. . . . . . . " 22 Bacheca fotografica . . . . . . . . . . . . . " 23 Vita dei Quartieri Un ricordo nel centenario della conclusione della prima guerra mondiale - La storia di Teresa e Lorenzo . . . . . . . . . . . . . . . " L’acqua, bene universale a cui tutti hanno diritto . . . . . . . . . . . . . . " Rinnovo dei consigli di quartiere. . . . . . " Cineforum d'autunno. . . . . . . . . . . . . " Per un pugno di libri e di film. . . . . . . . "

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Redazione Don Gian Pietro Girelli, Don Fausto Mussinelli, Laura Bellini, Francesco Quaranta, Elena Rubaga, Elena Vighenzi, Carlo Zaniboni.

Per chi volesse scriverci: redazione.dialogoefamiglia@gmail.com

Testo tratto dall’omelia di Natale pronunciata dall’Arcivescovo Giovanni Battista Montini nel Duomo di Milano nel 1955 È nato il Salvatore. È nato il Messia, Cristo Signore. Il Salvator, il Messia, il Gesù di Betlemme è il Verbo di Dio fatto uomo. Cadiamo in ginocchio. La meraviglia non ha confini. L’adorazione non ha sufficiente umiltà. La gioia non ha parole bastevoli. Il cielo si è spalancato. Il mistero della vita interiore di Dio si è manifestato. L’umiltà trascendentale di Dio si è palesata feconda.

Orari S. Messe Unità Pastorale Feriali:

da lun a giov ore 8.30: Badia da lun a ven ore 18.00: Violino ven ore 18.30: Badia

Festive:

sab ore 8.30: Lodi Mattutine sab ore 18.00: Violino

sab ore 18.30: Badia dom ore 8.00: Badia dom ore 9.00: Violino dom ore 10.30: Badia dom ore 11.00: Violino dom ore 17.00: Mandolossa dom ore 18.00: Violino

Contatti dei presbiteri della Unità Pastorale Parrocchia S.Giuseppe Lavoratore: Parrocchia San Giuseppe Lavoratore trav. Ottava, 4 - Villaggio Violino tel. (segreteria parrocchiale) 030 2410316 Parroco (don Gian Pietro Girelli): cell. 335 5866916 e-mail: pierzik@alice.it - www.parrocchiaviolino.it Curato (don Fausto Mussinelli): Parrocchia Madonna del Rosario via Prima, 81 - Villaggio Badia tel. 030 313492 - cell. 328 7322176 e-mail: donmussi80@gmail.com - www.parrocchiabadia.it

Riferimenti per gli oratori: Oratorio San Filippo Neri: via Prima, 83 - Villaggio Badia Oratorio Violino: via Prima, 2 - Villaggio Violino

DIRETTORE RESPONSABILE: DON A. BIANCHI - TRIBUNALE DI BRESCIA - AUTORIZZAZIONE 2/2018 DEL 23 GENNAIO 2018 In copertina: Natività - Paolo Ober

Cristo non sei lontano nei secoli. Tu sei vicino, sei presente, sei nostro, se ti sappiamo accogliere. Tu sei la luce, la letizia, tu sei l’amore. Vieni, o Signore! Noi crediamo all’amore e alla tua bontà. Crediamo che Tu sei il nostro Salvatore. Abbiamo un solo desiderio: rimanere uniti a te, non cristiani di nome bensì cristiani convinti.

STAMPATO DA: AGVA ARTI GRAFICHE VANNINI VIA ZAMARA, 31 - BAGNOLO MELLA (BRESCIA)


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Parola del Parroco Possiamo sperare nella fedeltà di Dio?

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a dimensione dell’attesa fa parte delle categorie umane e si esprime essenzialmente correlata alla percezione del tempo. È il tempo che marca il succedersi degli eventi che noi classifichiamo come positivi o negativi, forieri di gioia o di tristezza. Quando l’incedere del vivere si fa pesante, difficile da sostenere, neppure per il troppo lavoro, ma per la perdita di senso di ogni cosa, è allora che ci sembra che il tempo ci sfugga dalle mani, che non possa più dare significato al battito di se stesso e ogni secondo diventa caduta di un masso nel pozzo dei desideri ad otturare ogni sospiro. Inesorabilmente scorrono i giorni e rimpiangiamo il tempo della giovinezza, perché? Com’è che ci sentiamo vinti dai malanni, insicuri del domani, certi della morte, quando tutta la nostra persona agogna a vivere e a vivere per sempre? Non c’è dato di sapere? Ogni cultura ricalca la matrice di una lotta, rilegge la storia ancestrale alla ricerca di un perché! Chi risponde che è dovuto alla ribellione verso il creatore, chi alla lotta tra il dio del bene e il dio del male. Ogni cultura ha dato la sua visione stratificata nei miti e nei racconti che giusto si rincorrono nel tempo. Le leggi della fisica avvallano peraltro l’inesorabile affievolirsi dell’energia che, consumata più ritorna e vede spegnersi il mondo in un abbraccio glaciale. Gli eventi lontani e vicini della storia non fanno altro che riproporre la lotta per l’utilizzo delle risorse, contrapponendo ai tempi della devastazione, giorni di ricostruzione, ai tempi di carestia, anni di vacche grasse, ma nulla rimane come prima un secondo dopo che il prima è passato, tutto scorre. Ma, dove va? Ci sarà mai speranza per un uomo che cerca luce, calore, affetto, vita? È la domanda che ogni popolo e ogni uomo in ogni popolo si pone, dal momento che scende dal letto fino a quando vi rientra cercando tepore. L’umanità tenta di assopire la sete di futuro. Ci sarà mai speranza in questa attesa spasmodica e compulsiva? No! Non si tratta d’ingannare il tempo mentre si attende una risposta, perché qui il problema posto richiede una risposta esaustiva, occorre rispondere a domanda esistenziale, che assolve una tensione che l’umanità si porta dentro da sempre. È mai giunta dunque all’uomo una simile risposta unica e risolutiva?

Una cultura in particolare, una cultura unica nel suo genere ha dato vita a un’attesa che permea ogni suo avvenimento storico ed è la cultura ebraica. L’attesa spasmodica di ogni essere è stemperata nel raccontarsi di un popolo che incontra ad ogni piè sospinto l’essere e l’agire di un “Tutt’Altro” che promette, conduce, richiama, rinfranca, e se in qualche occasione sembra sostituire l’uomo nell’impresa di risollevarsi dal suo letame, sempre lascia spazio affinché sia l’uomo stesso a dimostrare la misteriosa capacità insita in se stesso di superarsi e di dare visione della scintilla originaria che fa di ogni uomo una persona. Nella scelta del dono della vita per un’altra persona si cela ciò che neppure la scienza sa spiegare, e cioè che l’amore, come trama di un tessuto, sostiene il vivere al di là del tempo. Dunque che cosa o chi stiamo aspettando? Stiamo cercando il senso del tutto e non riusciamo ad aprire gli occhi, com’è successo al popolo ebraico. Condotto nel tempo a sentirsi crescere dentro l’attesa non ha saputo cogliere la risposta che stava davanti ai suoi occhi. Guardava il dito non vedendo la luna indicata dal dito. La risposta non stava nella soluzione di problemi contingenti anche se si è espressa anche in essa, (pensiamo ai miracoli), ma nell’amore profuso da una persona: il figlio dell’uomo, il giusto, il vero, l’unico, il primogenito, il figlio di Dio. La promessa che permea la vita religiosa, sociale e politica del popolo ebraico raggiunge la sua realizzazione non in un evento della storia, non in una vittoria datata, ma in un uomo, nella Persona di Gesù.


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Si! Dio è fedele. Egli risponde sempre al grido dell’uomo che sente mancare il futuro, prima ancora che l’urlo giunga al cielo, il tempo è vinto in un abbraccio d’amore. La sua parola si fa presenza e nel tempo ci guida: “la vostra liberazione è vicina”. Oh! Qual senso di freschezza e di respiro per chi, attanagliato dal tempo e dal dolore, pare non avere più speranza. La liberazione dal male, dalla morsa dell’ingiustizia, dalla paura e dalla morte è giunta fino a noi. La liberazione, come spiraglio di luce al mattino, come fenditura luminosa nel buio della stanza della nostra vita, si fa spazio, lasciando intravvedere il nuovo, il vero, non surrogato, che accade, avviene. Così “ogni uomo vedrà la salvezza di Dio”. Ecco: tutto cambia, “ogni burrone sarà riempito, ogni monte sarà abbassato, le vie tortuose diventeranno dritte e quelle impervie, spianate”. Quello che per tanti anni non era riuscito all’uomo, quella ricerca che si insinua nel cuore dell’uomo a produrre eroi o appendici umane costruite per moltiplicare potenza, forza, energia, quel tutto vocato alla vittoria, risulta nullità, rispetto a colui che fa della debolezza la sua forza, della povertà il suo guadagno, dell’assenza la sua presenza. “Viene colui che è più forte di me” dice il Battista e non sta parlando del supereroe di tutti i tempi, ma del Messia, dell’atteso da tutte le genti, dello scarnificato che dona vita alla carne, dell’uomo che esala lo spirito. Ecco! L’attesa è colma, tutto è compiuto.

Nel Natale la speranza si fa carne

Nell’attimo in cui l’assoluto si fa “incarnato” prende forma la risposta tanto attesa. “Game over”; il gioco è finito, l’eroe ha vinto, solo che questa volta non si tratta di un gioco. Il reale è squarciato dal surreale, il granello di senape è diventato albero, il nulla si è fatto pienezza. “A che cosa devo che la madre del mio Signore venga a me?” La promessa è stata mantenuta. Potevamo dubitare della fedeltà di Colui che ramingo va cercando la pecora perduta? Potevamo forse dubitare di Colui che si sente Padre aldilà del tempo e in ogni tempo, suscitando l’invidia e l’arroganza di tanti padri naturali e spirituali che pensano di possedere il segreto della vita? No! Nell’economia della salvezza il Padre ha pensato a tutto e come l’ha pensato l’ha vissuto, riempiendo il mistero della vita dall’amore smisurato dell’Umano che risponde al delirio di onnipotenza dell’uomo, facendosi bambino. Si! Possiamo sperare nella fedeltà di Dio! L’incedere della Serva di ogni uomo verso la cugina Elisabetta porta in sé la promessa e la risposta: un bambino sussulta di gioia e racconta il bello del vivere, vincendo ogni angoscia umana, celebrando una vita di attesa del popolo israelita, nella prospettiva del compimento. Tutto è compiuto. È preludio alla Pasqua del Signore, certezza della nostra Pasqua. Don Gian Pietro Girelli


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Vita della Chiesa

Il documento finale del sinodo 2018:

i giovani linfa della Chiesa

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re parti, 12 capitoli, 167 paragrafi, 60 pagine: così si presenta il Documento finale della XV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, approvato lo scorso 27 ottobre e del quale cerchiamo di fornire una breve sintesi. Il testo raccoglie i 364 modi, ovvero emendamenti, presentati. “La maggior parte di essi – ha aggiunto il Relatore generale – sono stati precisi e costruttivi”. In primo luogo, si guarda al contesto in cui vivono i giovani. Tutto parte da un ascolto che permetta di dialogare veramente con la gioventù, evitando “risposte preconfezionate e ricette pronte”. I giovani vogliono essere “ascoltati, riconosciuti, accompagnati” e vogliono che la loro voce sia “ritenuta interessante e utile in campo sociale ed ecclesiale”. Emerge quindi la necessità di preparare adeguatamente anche laici, uomini e donne, che siano in grado di accompagnare le giovani generazioni. Un’altra risposta della Chiesa ai giovani arriva dal settore educativo: le scuole, le università, i collegi, gli oratori permettono una formazione integrale dei ragazzi, offrendo al contempo una testimonianza evangelica di promozione umana. Le istituzioni educative cattoliche in particolare sono chiamate ad affrontare il rapporto tra la fede e le domande del mondo contemporaneo, i cambiamenti del costume sociale e l’impegno per la giustizia. Anche la parrocchia, “Chiesa nel territorio”, necessita di un ripensamento nella sua vocazione missionaria, soprattutto nell’ambito della catechesi. Il Documento sinodale si sofferma, poi, sul tema dei migranti in quanto fenomeno strutturale e non emergenza transitoria. Molti migranti sono giovani o minori non accompagnati, in fuga, e finiscono per diventare vittime di tratta, droga, abusi. È necessaria un’autentica promozione umana che passi attraverso l’accoglienza di rifugiati e profughi. Inoltre, i migranti sono anche un’opportunità di arricchimento per le comunità e le società in cui arrivano e che possono da essi essere rivitalizzate. Risuonano i verbi “accogliere, proteggere, promuovere, integrare” indicati da Papa Francesco per una cultura che superi diffidenze e paure.

S.Messa di chiusura del sinodo Si richiede al contempo anche più impegno nel garantire a chi non vorrebbe migrare il diritto effettivo di rimanere nel proprio Paese. Ampia, poi, la riflessione sui “diversi tipi di abuso” (di potere, economici, di coscienza, sessuali) compiuti da alcuni vescovi, sacerdoti, religiosi e laici: essi provocano sofferenze che “possono durare tutta la vita”. Si richiama il “fermo impegno per l’adozione di rigorose misure di prevenzione che ne impediscano il ripetersi”, sradicando quelle forme su cui tali abusi si innestano (corruzione e clericalismo). Il Sinodo è inoltre grato a tutti coloro che “hanno il coraggio di denunciare il male subito”, perché aiutano la Chiesa a prenderne coscienza. Altro tema presente riguarda la famiglia, punto di riferimento per i giovani e prima comunità di fede, “Chiesa domestica”. Si richiama il ruolo dei nonni nell’educazione religiosa e nella trasmissione della fede e si mette in guardia dall’indebolimento della figura paterna e da quegli adulti che assumono stili di vita “giovanilistici”. Si sofferma poi su alcune forme di vulnerabilità vissute dai giovani: la disoccupazione che rende povere le nuove generazioni, le persecuzioni, l’esclusione e la discriminazione sociale, la disabilità. Di fronte a questa “cultura dello scarto” la Chiesa deve lanciare un appello alla conversione ed alla solidarietà, divenendo un’alternativa concreta alle situazioni di disagio. Proseguendo su altri temi, si invita a non sottovalutare le potenzialità educative, formative ed inclusive, dell’attività sportiva e a puntare sulla musica come “risorsa pastorale”, che interpella anche ad un rinnovamento liturgico, perché i giovani hanno il


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desiderio di una “liturgia viva”, autentica e gioiosa, momento di incontro con Dio e con la comunità. Le giovani generazioni, inoltre, vogliono essere protagoniste della vita ecclesiale: esse sono il presente della Chiesa, vanno incoraggiate a parteciparne alla vita, e non ostacolate con autoritarismo. Dio parla alla Chiesa e al mondo attraverso i giovani: per questo motivo nella seconda parte del Documento si dice che la gioventù può essere “più avanti dei pastori” e per questo va accolta, rispettata, accompagnata. Grazie ad essa, infatti, la Chiesa può rinnovarsi, scrollandosi di dosso “pesantezze e lentezze”. Un’altra “bussola sicura” per la gioventù è la missione, dono di sé che porta ad una felicità autentica e duratura. Strettamente legato al concetto di missione, c’è quello di vocazione: ogni vita è vocazione in rapporto a Dio, ed ogni vocazione battesimale è una chiamata per tutti alla santità. Per questo ciascuno deve poter vivere la propria vocazione specifica in ogni ambito. Si passa poi a trattare il tema dell’accompagnamento: ricercare insieme ai giovani un percorso mirato a compiere scelte definitive è un servizio necessario, una missione per la Chiesa destinata a tutti i giovani: seminaristi, sacerdoti, religiosi, fidanzati e giovani sposi. A questo si lega l’importanza del sacramento della Riconciliazione nella vita di fede ed è forte l’invito ad aiutare i giovani, attraverso la Dottrina sociale della Chiesa, ad assumersi responsabilità in ambito professionale e sociopolitico. Il Sinodo quindi promuove un accompagnamento integrale centrato su preghiera e lavoro interiore: si punti ad accompagnatori di qualità, persone equilibrate, di ascolto, fede, preghiera, che si siano misurate con le proprie debolezze e fragilità e siano per questo accoglienti “senza moralismi e false indulgenze”, sapendosi correggere fraternamente. “La Chiesa è l’ambiente per discernere e la coscienza

- scrivono i Padri Sinodali è il luogo nel quale si coglie il frutto dell’incontro e della comunione con Cristo”: il discernimento è il “sincero lavoro della coscienza”, “può essere compreso solo come autentica forma di preghiera” e “richiede il coraggio di impegnarsi nella lotta spirituale”. Fatiche e fragilità dei giovani “ci aiutano ad essere migliori”, “le critiche ci sono necessarie perché non di rado attraverso di esse la voce del Signore ci chiede conversione e rinnovamento”. Tutti i giovani, anche quelli con diverse visioni di vita, nessuno escluso, sono nel cuore di Dio. “Sinodalità” è uno stile per la missione che sprona a passare dall’io al noi e a considerare la molteplicità di volti, sensibilità, provenienze e culture diverse. Vanno valorizzati i carismi che lo Spirito dona a tutti e l’autorità deve essere vissuta in un’ottica di servizio. Si è poi formalizzata la richiesta di istituire, a livello di Conferenze Episcopali, un “Direttorio di pastorale giovanile in chiave vocazionale” che possa aiutare i responsabili diocesani e gli operatori locali a qualificare la loro formazione ed azione con e per i giovani”. Il Documento affronta anche la missione nell’ambiente digitale: parte integrante della realtà quotidiana dei giovani, “piazza” in cui essi trascorrono molto tempo e si incontrano facilmente, luogo irrinunciabile per raggiungere e coinvolgere i ragazzi anche nelle attività pastorali. Se però il web da una parte permette l’accesso all’informazione, attiva la partecipazione e la cittadinanza attiva, dall’altra presenta un lato oscuro in cui si riscontrano solitudine, manipolazione, sfruttamento, violenze, cyberbullismo, pornografia. Si auspica quindi la creazione di Uffici e organismi per la cultura e l’evangelizzazione digitale che “possano gestire sistemi di certificazione dei siti cattolici, per contrastare la diffusione di fake news riguardanti la Chiesa”. Il Documento evidenzia anche la necessità di un maggiore riconoscimento e valorizzazione delle donne nella società e nella Chiesa. Si auspicano “una presenza femminile negli organi ecclesiali a tutti i livelli” ed una “partecipazione femminile ai processi decisionali ecclesiali”. Quindi, il Documento si sofferma sul tema del corpo, dell’affettività, della sessualità, ricordando alle


DialogoeFamiglia famiglie e alle comunità cristiane l’importanza di far scoprire ai giovani che la sessualità è un dono. I vescovi riconoscono la fatica della Chiesa nel trasmettere “la bellezza della visione cristiana della corporeità e della sessualità”: è urgente ricercare “modalità più adeguate”, “proporre ai giovani un’antropologia dell’affettività e della sessualità capace di dare il giusto valore alla castità” per la crescita della persona. Si constata inoltre l’esistenza di “questioni relative al corpo, all’affettività e alla sessualità che hanno bisogno di una più approfondita elaborazione antropologica, teologica e pastorale”: “emergono quelle relative alla differenza e armonia tra identità maschile e femminile e alle inclinazioni sessuali”. Il Sinodo “riafferma la determinante rilevanza antropologica della differenza e reciprocità uomo-

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donna e ritiene riduttivo definire l’identità delle persone a partire unicamente dal loro orientamento sessuale”, mentre si raccomanda di “favorire” i “percorsi di accompagnamento nella fede”, di “persone omosessuali”. La parte conclusiva punta nuovamente l’attenzione sull’accompagnamento vocazionale: “Le diversità vocazionali si raccolgono nell’unica e universale chiamata alla santità”; la Chiesa è chiamata ad “un cambio di prospettiva”: attraverso la santità di tanti giovani disposti a rinunciare alla vita in mezzo alle persecuzioni pur di mantenersi fedeli al Vangelo, può rinnovare il suo ardore spirituale e il suo vigore apostolico. Francesco Quaranta

Sinodo, strade o direzioni?

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on la Santa Messa di domenica 28 ottobre si è concluso il Sinodo dei vescovi sui giovani. Insieme a papa Francesco oltre 300 padri sinodali con 34 giovani da tutto il mondo si sono interrogati sulla relazione tra la Chiesa e il mondo giovanile: “Come il Signore Gesù ha camminato con i discepoli di Emmaus, anche la Chiesa è invitata ad accompagnare tutti i giovani, nessuno escluso, verso la gioia dell’amore”. Cosa ne è stato del Sinodo? Cosa offre alla Chiesa e alla nostra Chiesa bresciana in particolare? Come molti lettori, ho stampato il documento finale appena comparso sul sito della sala stampa vaticana, scorrendolo velocemente per coglierne il succo. Ed ho sbagliato. Papa Francesco ha ricordato, infatti: “Il risultato del Sinodo non è un documento. Siamo pieni di documenti. Io non so se questo documento al di fuori avrà qualche effetto, non lo so. Ma so di certo che deve averlo in noi, deve lavorare in noi”. Quindi il documento non è l’unica base per valutare quanto il Sinodo ha prodotto ma, piuttosto, l’offerta di un punto di partenza per un processo da iniziare, dentro la Chiesa. E allora proviamo a guardare dentro a questo processo: innanzitutto possiamo ammettere, con soddisfazione, che il lavoro di ascolto dei giovani che ha gettato i semi per l’Instrumentum laboris sinodale è stato effettuato seriamente e offre uno spaccato realistico del mondo giovanile. Il Sinodo lo ha recepito con sincerità tanto che alcuni giovani (anche bresciani) letto il documento hanno pensato: “Ma ci sono dentro le nostre parole!”. È vero: anche le parole dolorose sulla Chiesa raccolte,

sono state messe dentro un documento ufficiale. Non è cosa da poco. Anche il nucleo del Documento finale coglie uno snodo decisivo per la lettura della situazione giovanile: lo snodo della scelta e delle scelte di vita, il legame delle scelte con i sogni e con la promessa che Dio mette nel cuore di ogni uomo, la possibilità di prendere in mano con libertà la propria vita e di agirla con responsabilità. Su questi passaggi il testo votato dai Padri sinodali non è scontato, anche se la redazione finale offre più abbozzi che riflessioni giunte a sintesi. In effetti il Sinodo ci offre qualche direzione più che strade già pronte da essere percorse: il lavoro di elaborazione di una proposta di pastorale giovanile per il nostro tempo è ancora lontano da una forma soddisfacente. Ma c’è un tema che torna continuamente nel documento e deve aver animato la discussione: riguarda la figura del prete e, in misura un poco più defilata, quella dei religiosi e delle religiose. Emergono richieste relative all’accompagnamento, alla vicinanza, all’autorevolezza, all’empatia, alla capacità di offrire ragioni, alla necessità di una formazione adeguata. È facile possano essere lette – con superficialità – come l’ennesimo carico di attese non corrisposte da porre sulle spalle dei nostri preti. Sono invece la spia – chiarissima – che la scelta della vita religiosa è – anche oggi – promessa non banale di una esistenza diversa; segno tutt’altro che sbiadito al quale corrisponde una richiesta enorme di significato. Gabriele Bazzoli La Voce del Popolo - 8 novembre 2018


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I giovani e la fede: INNAMORATEVI DI DIO!

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a chiesa è consapevole di possedere ciò che fa la forza e la bellezza dei giovani: la capacità di rallegrarsi per ciò che comincia, di darsi senza ritorno, di rinnovarsi e di ripartire per nuove conquiste” (Messaggio Con. Vat. II ai giovani 7 dicembre 1965) S. Paolo VI diceva ai giovani: “siamo felici di vedere i vostri volti sorridenti, di guardarci in faccia e dirci il nostro volerci bene”. La chiesa sa che ha bisogno di ascoltare i giovani per rinnovare la certezza che ogni uomo ha una vocazione all’amore e che i giovani chiedono risposte aderenti alle loro esigenze concrete di vita. Il 21 ottobre 2018, il Movimento dei Focolari ha organizzato un incontro per giovani cristiani e musulmani e molti di loro hanno detto cosa è per loro la FEDE: “relazione d’amore tra Dio e l’uomo”. Riportiamo alcune testimonianze: SOFIA, universitaria cattolica, racconta: “Ho avuto in famiglia la fede sempre presente. In un pellegrinaggio a Roma nel dicembre 2010 ho capito che Gesù mi vuole bene e vuole qualcosa da me e… ho pianto. Mi occorre un rapporto con Dio, una certezza, una carezza e mi sento amata. Essere in Dio, Dio in me, Dio nell’altro, noi insieme in Dio”. SAFÈ, infermiera musulmana: “Sono cresciuta nel solito stile di vita con i genitori, poi mi sono allevata da sola nel rapporto mio con Dio. Ho trovato difficoltà nel dialogo interreligioso, però sento che l’amore ed il rispetto supera tutto in Dio”.

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JULIUS, studente in medicina musulmano: “Sono cresciuto con semplicità in famiglia. Un giorno ho sentito un maestro musulmano parlare del giorno del giudizio; le sue parole mi sono entrate nel cuore e nella mente. Credo in Dio misericordioso che perdona tutto”. Un GIOVANE del Congo da Kikhuit, cattolico: “Ho ricevuto la fede dai missionari e mi sono sempre impegnato in parrocchia. Ho capito che devo mettere in pratica il vangelo di Cristo, perchè Gesù è con me. Noi giovani dobbiamo cogliere l’attimo per capire chi vogliamo diventare con l’aiuto di Dio”. Un GIOVANE senegalese Musulmano: “Per vivere la mia fede so che devo nonostante le difficoltà e i peccati restare fermo, legato a Dio e accettare tutto”. VIOLA, cattolica: “Vivere la fede è mettersi in gioco, essere noi stessi, buoni, gentili con tutti, trovandoci tutti uniti insieme in Gesù”. Un giovane professore ZOUHAIR, musulmano: “Dobbiamo preparare i giovani per un tempo diverso dal nostro; amano la novità, hanno troppi riferimenti. È necessario un confronto per ritrovare Dio affidandosi a Lui. I giovani si lamentano, osservano, agiscono: devono scegliere di occuparsi e non preoccuparsi”. Un professore di filosofia GIANLUCA FALCONI: “In un mondo pluralista ricco di crisi e di interrogativi serve andare in profondità; dobbiamo offrire delle radici di fede ai giovani senza abbassare i livelli dei rapporti. Dobbiamo testimoniare col nostro stile di vita il nostro credo”. Da queste testimonianze capiamo quanto sia importante per i giovani riscoprire che CREDERE è mettersi in ASCOLTO dello SPIRITO e in DIALOGO con la PAROLA. Modesto Franceschini


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Vita dell’Unità Pastorale Dal consiglio di Unità Pastorale

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l consiglio pastorale del novembre u.s. è stato chiamato, fra i vari argomenti, a riflettere sulle criticità della nostra Unità Pastorale. Don Gianpietro stimola la riflessione partendo da un documento di don Primo Mazzolari dal titolo La Parrocchia. Il documento parla di una crisi della parrocchia, che non è più la casa del povero. “La parrocchia, che fu ed è, e non può non essere, la cellula della Chiesa, oggi è in crisi. Non si tratta di pessimismo o d'un modo di dire, è un fatto, che nessuno sinceramente può negare o fingere di non vedere. (…) La crisi della parrocchia è un fatto avvertito anche in quelle zone ove la tradizione è tuttora viva. In quelle depresse, poi, che sono moltissime, la parrocchia è poco più d'una memoria cui è legato un breve ripetersi di riti occasionali, senza o con scarsissima influenza sull'educazione e l'elevazione dell'animo e del costume, che seguono ormai indicazioni prettamente materialistiche, anche se non portano l'etichetta marxista. Nella festa patronale d'un paese, nella sagra più o meno mondana d'una città, fra una luminaria e una fiera, fra gli uragani dei mortaretti e gli inviti delle bancarelle, un'aliquota sufficiente a riempire la parrocchia durante la Messa cantata forse si trova ancora. Ma in quale proporzione rimane sempre tale aliquota con la folla che sganascia, canta, rumoreggia, s'annoia fuori? La Chiesa soffre di tutto questo…” Alla luce di questa lettura il consiglio si esprime sottolineando come il documento, nonostante gli anni passati, sia ancora attuale; il Concilio Vaticano II ha fatto fare passi avanti alla Chiesa, anche se non tutti hanno saputo comprenderne subito la portata. Don Gian Pietro menziona dell’esistenza di una Chiesa che si differenzia da un continente all’altro e dei tanti diversi orizzonti che la contraddistinguono, pur sempre guardando al vangelo che deve essere calato nella propria realtà ed essere lievito al suo interno, così come dovrebbe essere nella nostra comunità.

Interrogati i membri del consiglio, circa l’individuazione di una parola chiave che più sta a cuore, pensando alle nostre comunità, sono emersi questi termini: situazione giovanile; missionarietà; carità; corresponsabilità; preghiera in famiglia; anziani e malati. Da queste parole-temi, riassume Don Gian Pietro, si può iniziare a lavorare, studiando bene un metodo per capire come muoversi. A tale proposito Don Gian Pietro rileva la necessità di una verifica del progetto di unità pastorale, per capire se sia il caso di correggere la rotta tramite un metodo preciso che ci permetta di procedere alla eventuale revisione e rilettura del Progetto dell’U.P., magari chiedendo la consulenza a qualcuno che possa aiutarci qualificatamente. Don Gian Pietro pone l’attenzione, fra le criticità, anche sulla situazione degli edifici parrocchiali delle due comunità che vanno sistemati, ma prima di muoversi bisogna ragionare sull’opportunità o meno di procedere: anche questo è un percorso da intraprendere. Il consiglio infine, si è espresso in modo positivo circa la formazione avvenuta ad ottobre sui documenti di San Paolo VI, pur con alcune titubanze circa la condivisione che per alcuni è arricchente, per altri invece, è tempo difficile da impegnare. La proposta, fatta agli inizi, voleva proprio portare la comunità a vivere una formazione meno scolastica, l’intento era quello di capire come attuare il messaggio, sempre attuale, di San Paolo VI nelle nostre comunità. A tale proposito si comunica la tematica del secondo percorso formativo: la santità attraverso l’esortazione di Papa Francesco Gaudete et Exultate e la lettera pastorale del nostro vescovo Pierantonio, con riferimenti alla vita concreta di oggi, attraverso delle semplici testimonianze. Consiglio di Unità Pastorale


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SIAMO SANTI!? INCONTRI FORMATIVI GENNAIO 2019

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assato l’Avvento e il Natale, tempi intensi di vita spirituale, si ricominciano le varie attività che caratterizzano il cammino della nostra Unità Pastorale. In questo contesto sono pensati e proposti i quattro incontri che vivremo nel mese di gennaio sul tema della Santità. Il nostro progetto pastorale ha previsto due momenti di formazione per tutti gli operatori pastorali e per la comunità intera, il primo nel mese di ottobre e un secondo nel mese di gennaio. L’obbiettivo di questi incontri è approfondire la conoscenza di alcuni aspetti della dottrina cristiana, così da poter rendere ragione del dono della fede. Tuttavia è innegabile che sono anche occasione per una conoscenza reciproca e una crescita nella vita comunitaria: per questo è importante l’aspetto del confronto e della concretizzazione di quanto approfondito. Il Consiglio Pastorale dell’Unità Pastorale, nella persona di alcuni rappresentanti, decide con i sacerdoti i temi e le modalità di questi incontri affinché siano occasioni preziose per la comunità. Unità pastorale Sacra Famiglia Padre Marcolini Parrocchie Madonna del Rosario Badia e San Giuseppe Lavoratore Violino

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Incontri formativi gennaio 2019 Mercoledì 9 gennaio

Santi!?

Presentazione dei capp. 1 3 della “Gaudete et Exultate” Mons. Domenico Sigalini Mercoledì 16 gennaio

Ingredienti per la Santità

Presentazione dei capp. 4 5 della “Gaudete et Exultate” Mons. Domenico Sigalini Mercoledì 23 gennaio

La bellezza del vivere Testimonianze di vita cristiana Mercoledì 30 gennaio

La Pastorale Giovanile: giardino della Santità Prof. Jhonny Dotti

Tutti gli incontri si svolgono presso il teatro Violino sotto la chiesa parrocchiale alle ore 20.45

Gli incontri del mese di gennaio si connotano per un tema importante che, in quest’anno pastorale, è stato portato all’attenzione prima da Papa Francesco con la pubblicazione della lettera enciclica Gaudete et Exultate e successivamente dal nostro vescovo Pierantonio Tremolada, che ha scritto la lettera pastorale “Il bello del vivere” come stimolo a centrare l’azione pastorale sulla chiamata universale alla santità. La lettera enciclica del Papa è al centro del percorso formativo proprio perché possa essere approfondita insieme, mentre la sollecitazione del Vescovo è il filo conduttore che unisce sia la parte più di contenuto che la parte operativa e di testimonianza. I titoli di questo percorso sono uno strumento importante per suscitare domande e curiosità, affinché la partecipazione sia attiva e viva: in fondo nessuno, in quanto battezzato, può sentirsi escluso da questo cammino perché è insito nell’uomo domandarsi se la santità è solo un obiettivo finale della vita, se è possibile essere santi, beati, felici nella vita terrena e se una autentica condivisione di vita può aiutare ciascuno a cogliere la bellezza del vivere. I primi due incontri tratteranno la lettera enciclica del Papa “Gaudete et Exultate” e sarà presente mons Domenico Sigalini, vescovo emerito di Palestrina, per tanti anni dedito alla pastorale, in particolare quella giovanile, a livello diocesano e nazionale. La sua presentazione sarà approfondita con un tempo di confronto con i presenti. Un terzo incontro sarà dedicato all’ascolto di alcune testimonianze semplici di vita cristiana per condividere la bellezza del vivere in Cristo verso la santità. L’ultimo incontro ha l’obiettivo di aprire lo sguardo nella nostra realtà di Unità Pastorale, per rileggere e riprogettare un cammino di azione pastorale che sia efficace, con una attenzione particolare alla dimensione dei giovani. Sperando che possiamo sentire dentro la chiamata a partecipare a questi incontri come occasione di crescita, ricordiamo che saranno nei quattro mercoledì del mese di gennaio: 9 - 16 - 23 - 30 e che si svolgeranno presso il teatro del Violino (sotto la chiesa parrocchiale) con inizio alle ore 20.45. A presto! I vostri sacerdoti e il Consiglio Pastorale dell’Unità Pastorale


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Il tempo, bene prezioso per preparare il cuore a Gesù che viene nella fedeltà

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artendo dalle indicazioni di don Gian Pietro in occasione della riunione con i catechisti e don Fausto di sabato 17 novembre, si è pensato a come la risposta all’interrogativo “Possiamo sperare nella fedeltà di Dio?” si compia solo quando si dà valore al tempo. Il tempo dell’avvento è infatti utile per svelare nel nostro cuore lo spazio giusto per la presenza di Dio, che in Gesù si fa carne nella nostra vita, rinnovando la sua fedeltà e quindi realizzando la nostra speranza. Da questa idea è nato il segno che è stato posto nelle chiese durante il periodo dell’avvento: un orologio con i quarti coperti che sono stati scoperti uno ogni domenica, rivelando con una frase il tema della settimana. Di seguito riportiamo i temi delle 4 settimane di Avvento che hanno guidato la preparazione al Natale dei bambini, dei ragazzi e dell’intera comunità. 1° settimana: “la vostra liberazione è vicina” Tema: Uno spiraglio di Luce entra nelle tenebre dell’umanità 2° settimana: “Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!” Tema: abbiamo una promessa: la salvezza arriverà! 3° settimana: “Viene colui che è più forte di me” Tema: Dio è più grande di qualsiasi altra cosa o persona, per questo è fedele. 4° settimana: “A cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?” Tema: Non abbiamo meriti ma la grazia di un dono.

Ciao a Gesù elementari - Badia

Ciao a Gesù medie

I bambini e i ragazzi stanno vivendo anche quest’anno il momento del “Ciao a Gesù” nelle cappelline delle due comunità per i bambini delle elementari a partire dalle ore 8.10, mentre i ragazzi delle medie si ritrovano nella casa del custode accanto all’Achille Papa per le ore 7.45. Gli adulti della comunità hanno meditato la Parola durante i centri di ascolto attraverso la lettura di brani tratti dal libro dell’Esodo a partire dallo scorso 5 dicembre e in occasione del ritiro comunitario di domenica 16 dicembre in cui il tema della liberazione è stato accolto e approfondito con riflessioni e la testimonianza di don Adriano Santus. Confidiamo che questo cammino abbia aiutato a riscoprire, rinvigorire la speranza nella fedeltà di Dio che ci ha donato la salvezza in Gesù e che festeggiamo con gioia in questi giorni natalizi. Don Fausto

Ciao a Gesù elementari - Violino


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Percorsi di preparazione al battesimo DALLA COMMISSIONE FAMIGLIA

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el mese di ottobre è stato attivato il primo percorso formativo dedicato alle famiglie che intendono battezzare i propri figli, percorso animato da alcune coppie del Gruppo di Pastorale Famigliare. Rispetto all’esperienza avviata lo scorso anno pastorale con due percorsi formativi, nell’ottica di favorire la partecipazione di un numero sempre maggiore di famiglie, quest’anno si è deciso di attivare tre percorsi (il primo a ottobre, il secondo verso febbraio e il terzo in aprile/maggio). Ogni percorso formativo è suddiviso in tre incontri, che sono stati preparati seguendo le tracce fornite dalla Diocesi di Brescia in tema di pastorale battesimale: 1. nel primo incontro, si aiutano i genitori a riflettere sul significato del Battesimo e sull’importanza della scelta di battezzare i figli e a capire che la richiesta del Battesimo è un atto di affidamento del proprio figlio a Dio e a Gesù Cristo “Buon Pastore”; a tal fine durante l’incontro vengono utilizzate due preghiere estremamente significative, il salmo 22 (Buon Pastore) e la preghiera del Padre Nostro, che è la preghiera di abbandono a Dio per eccellenza; 2. nel secondo incontro, si vuole favorire nei genitori la presa di coscienza del proprio ruolo insostituibile nella crescita della grazia battesimale e, più in generale, nell’educazione alla fede dei propri figli; nel corso dell’incontro si riprende e si analizza il contenuto del salmo 22 e i genitori, in coppia, sono chiamati a riflettere sull’importanza del loro impegno educativo alla fede dei propri figli e sulla

Preparazione al Battesimo

loro disponibilità a portare avanti nel tempo questo impegno; 3. nel terzo incontro, infine, viene presentato il rito del Battesimo; affinché l’incontro non rimanga una sterile elencazione di quanto succede durante la celebrazione, l’incontro si svolge in chiesa spostandosi nei luoghi più significativi del rito battesimale: la porta di ingresso dove si svolgono i riti di accoglienza, l’ambone dove viene proclamata la parola di Dio ed il fonte battesimale dove viene amministrato il Battesimo e dove si compiono i riti esplicativi, gesti che spiegano e mostrano gli effetti e gli impegni che derivano dal Sacramento appena ricevuto. Al percorso appena concluso hanno partecipato 7 coppie, genitori di Pietro, Antonio, Sofia, Anna, Gabriele, Filippo e Giulia: tutte le coppie hanno dimostrato interesse per il cammino di preparazione al battesimo partecipando attivamente ai momenti di confronto e di scambio. Durante gli incontri abbiamo cercato di mantenere uno stile “conviviale”: pur non perdendo di vista l’obiettivo di approfondire il significato del Battesimo e di “preparare” i genitori alla celebrazione di questo sacramento, abbiamo cercato di creare delle relazioni con le coppie partecipanti e tra le coppie stesse, affinché queste si sentano parte di una comunità cristiana che, come una mamma, si prende cura di loro. Il cammino di preparazione al Battesimo, infatti, si colloca all’interno di una più ampia pastorale di evangelizzazione delle famiglie che si preoccupa di avvicinare alla fede cristiana i piccoli con le loro famiglie e di inserirli nella comunità ecclesiastica, favorendone la partecipazione all’Eucarestia: la pastorale battesimale diventa, quindi, una pastorale di accompagnamento che non si conclude con la celebrazione del battesimo ma accompagna le famiglie nei primi anni di vita dei figli fino all’inizio del tradizionale percorso di catechismo, in prima elementare. Speriamo di essere riusciti a gettare il seme: lo Spirito Santo ci dia la forza e la capacità di coltivarlo e di raccoglierne i frutti. Elena e Daniel, Elena e Nicola


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La preghiera in Famiglia La Preghiera delle cinque dita Il pollice è il dito a te più vicino. Comincia quindi col pregare per coloro che ti sono più vicini. Sono le persone di cui ci ricordiamo più facilmente. Pregare per i nostri cari è “un dolce obbligo”. Il dito successivo è l’indice. Prega per coloro che insegnano, educano e curano. Questa categoria comprende maestri, professori, medici e sacerdoti. Hanno bisogno di sostegno e saggezza per indicare agli altri la giusta direzione. Ricordali sempre nelle tue preghiere.

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uest’anno la Commissione familiare della nostra Unità Pastorale ha deciso di approfondire il tema della spiritualità in famiglia. L’impegno della Commissione risponde all’esigenza, sempre più sentita da genitori e figli, di riscoprire dei momenti di condivisione familiare anche in ambito spirituale, che aiutino tutti i membri della famiglia a vivere pienamente la propria relazione con Dio. In particolar modo, la Commissione sta cercando di mettere in pratica una preghiera “di famiglia” su misura “per la famiglia”, partendo da gesti quotidiani semplici, ma importantissimi, come la preghiera serale prima di coricarsi, che possano coinvolgere anche i bambini più piccoli. Un utile strumento che ci può aiutare a dialogare con Dio insieme ai nostri figli è la “preghiera delle cinque dita”, presentata da Papa Francesco, che ci porta a parlare con il Signore senza utilizzare formule, a volte un po’ difficili, ma attraverso le nostre parole. Ad ogni dito della mano corrisponde, infatti, una preghiera, da formulare liberamente, dedicata a diverse categorie di persone: il pollice ai nostri cari, l’indice ai nostri insegnanti e/o guide, il medio ai governanti, l’anulare alle persone più deboli, come gli ammalati, ed infine il mignolo a noi stessi.

Il dito successivo è il più alto. Ci ricorda i nostri governanti. Prega per il presidente, i parlamentari, gli imprenditori e i dirigenti. Sono le persone che gestiscono il destino della nostra patria e guidano l’opinione pubblica… Hanno bisogno della guida di Dio. Il quarto dito è l’anulare. Lascerà molti sorpresi, ma è questo il nostro dito più debole, come può confermare qualsiasi insegnante di pianoforte. È lì per ricordarci di pregare per i più deboli, per chi ha sfide da affrontare, per i malati. Hanno bisogno delle tue preghiere di giorno e di notte. Le preghiere per loro non saranno mai troppe. Ed è li per invitarci a pregare anche per le coppie sposate. E per ultimo arriva il nostro dito mignolo. Il più piccolo di tutti, come piccoli dobbiamo sentirci noi di fronte a Dio e al prossimo. Come dice la Bibbia, “gli ultimi saranno i primi”. Il dito mignolo ti ricorda di pregare per te stesso… Dopo che avrai pregato per tutti gli altri, sarà allora che potrai capire meglio quali sono le tue necessità guardandole dalla giusta prospettiva. Luca Guerra per la pastorale famigliare


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La giornata del pane e altre iniziative DALLA COMMISSIONE CARITAS

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l periodo dell’avvento costituisce uno dei momenti più importanti per ogni Cristiano. Ci si prepara a rinnovare l’accoglienza di Gesù nei nostri cuori e si assapora la gioia dell’attesa del Natale che sarà condiviso con i nostri parenti e amici più cari. Ma sappiamo anche che Gesù ogni anno viene per tutti gli uomini e donne di questa terra, ed in particolare per chi non può vivere un Santo Natale come quello cui siamo abituati e nemmeno dispone di una famiglia per il resto dell’anno. Da qui l’iniziativa della “Giornata del pane” con la quale la Caritas Diocesana di Brescia intende sostenere la Mensa dei Poveri Madre Eugenia Menni per assicurare un pasto caldo quotidiano alle persone senza fissa dimora o che vivono in situazioni di emarginazione grave e offrire loro accoglienza e ascolto attraverso il Centro di Ascolto Porta Aperta. La “giornata del pane“ apre quindi l’Avvento di Cari-

Volontari raccolta viveri

tà con il contributo dell’Unione Panificatori Artigiani della Provincia di Brescia e Lombardia orientale, che si impegnano a sfornare la quantità di pane necessaria ad ogni Parrocchia della Diocesi per la realizzazione dell’iniziativa proposta. Quindi i volontari delle parrocchie confezionano il pane in sacchetti appositamente preparati e contraddistinti con il significato dell’iniziativa per distribuirli nella prima domenica di Avvento durante le Celebrazioni Eucaristiche. Per la nostra unità pastorale l’attività è stata svolta dai catechisti e dai ragazzi cresimati di prima media e dalle volontarie del centro raccolta della Badia che hanno confezionato circa 400 sacchetti che sono stati ritirati dai fedeli nel corso delle celebrazioni di sabato 1 e domenica 2 Dicembre. Le offerte sono state consegnate alla Caritas Diocesana che le ha destinate alla Mensa Menni. Ma non è tutto qui.


DialogoeFamiglia Nel contesto dell’avvento si inserisce anche la raccolta alimentare “porta a porta” che la commissione organizza ormai da qualche anno in questo periodo al Violino ed in quaresima alla Badia per comporre i pacchi di alimenti da distribuirsi ad alcune famiglie della nostra unità pastorale. Il caso ha voluto che quest’anno l’iniziativa coincidesse con la data della Giornata del pane e pertanto quel fine settimana ha visto impegnati nella raccolta una fitta schiera di ragazzi del Catechismo della prima, seconda e terza media coordinati dai loro catechisti col contributo di alcuni dei loro genitori e poi la domenica dai ragazzi adolescenti che hanno selezionato e confezionato tutti i generi alimentari. Sin dalla prima volta che è stata messa in campo abbiamo pensato che potesse costituire una valida fonte di approvvigionamento per rispondere al sostentamento materiale di chi si rivolge a noi. Grazie a questa nel 2017 sono stati distribuiti 520 pacchi settimanali e preparato 25 cene per 20 persone per l’emergenza freddo. Col tempo ci siamo sempre più convinti che in questa iniziativa ci sia molto di più che la raccolta di generi alimentari. Innanzitutto mostra che in una società sempre più complessa e difficile nei rapporti tra le persone esiste ancora spazio per la generosità. Ed in questo contesto proporre e promuovere iniziative di aiuto per quanti si trovano in difficoltà, serve a sensibilizzare tutti che talvolta la vita riserva sorprese che possono cambiarla in modo imprevisto e dalle quali si esce solo con la solidarietà. Aiutare a prendere coscienza che oggi la precarietà è sempre più dietro l’angolo non è voler creare allarmismi ingiustificati ma comprendere che si tratta di una realtà sempre più diffusa. Così come capire che questo porta improvvisamente a cambiare radicalmente la vita di chi la subisce. Fermarsi un attimo a riflettere aiuta a comprendere queste situazioni e a condividerle materialmente quando possibile ma anche semplicemente come vicinanza e stato d’animo. Siamo convinti che aiutarci a comprendere che trovare il tempo per fermarsi a riflettere cosa c’è dietro la difficoltà di una famiglia e dentro il gesto di donare quel poco che possiamo dare sia uno degli aspetti più importanti dell’intera iniziativa. Il coinvolgimento dei catechisti, dei ragazzi e dei loro genitori intende essere una proposta ed uno stimolo ad approcciarsi a queste realtà per conoscerle e contribuire insieme a dare delle risposte concrete, alla luce del Vangelo che è parte pregnante del cammino che stanno facendo.

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Laboratori di carità La risposta dei ragazzi è stata fresca e vivace e piena di entusiasmo come è la loro età e grazie all’aiuto dei catechisti e dei genitori ha dato buoni frutti: il raccolto è stato positivo e consentirà di coprire i fabbisogni almeno fino a questa primavera. Questa occasione è stata motivo di crescita anche per noi, ormai appartenenti ad un'altra generazione, avendoci dato modo di vedere più da vicino una bella fascia del mondo giovanile ed adolescenziale che sembra sfuggirci di anno in anno..lasciandoci a volte cadere in giudizi sommari ed inadeguati rispetto a quanto accadeva ai “nostri tempi”. È stata quindi una buona opportunità per allargare i nostri orizzonti. E per finire, grazie ad una idea di alcune volontarie del Vivo e di alcune mamme di ragazzi dalla terza alla quinta elementare è stata messa in cantiere una nuova iniziativa volta a “mettere insieme” un gruppo di ragazzi e di nonni dell’associazione VIVO per contribuire a finanziare economicamente le iniziative della Caritas dell’unità pastorale. Per 4 lunedì di novembre, i nonni del VIVO hanno accolto presso la loro sede i bambini delle elementari e insieme hanno realizzato piccole idee regalo natalizie per essere vendute durante l’avvento nelle due parrocchie. I ragazzi che hanno partecipato hanno dimostrato entusiasmo e interesse tanto da ripresentarsi negli appuntamenti successivi, mentre i nonni hanno “sopportato” e supportato pazientemente l’invasione dei piccoli che hanno portato un po’ di caos ma anche gioia e freschezza. Un incontro fruttuoso per uno scambio generazionale che ha avvicinato orizzonti diversi soddisfacendo tutti e producendo un significativo contributo economico. Porgiamo pertanto un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato e sostenuto queste iniziative ed auguriamo a tutti un sereno e Santo Natale. Commissione Caritas


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Adozioni a distanza Un aiuto prezioso per le comunità di Suor Rita e Suor Paola

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ubblichiamo di seguito le lettere ricevute in occasione del S. Natale da suor Rita e suor Paola; le due religiose, che operano rispettivamente in Burundi e in Timor Est, sono le referenti delle adozioni a distanza, iniziativa di sostegno tradizionalmente attiva da molto tempo alla Badia. Questa proposta è divenuta di “unità pastorale” dopo che lo scorso anno, il ricavato della cena di solidarietà, era stato destinato alla missione di suor Rita in Burundi. L’invito ora rivolto a tutti i parrocchiani di Badia e Violino è quello di sostenere questa bella e preziosa iniziativa.

Dili, 24 novembre 2018 Carissimi, amici, benefattori, famiglie, collaboratori che costantemente portate nel cuore la nostra cara missione di Timor Est. Si avvicina il Natale e le nostre case si svuotano. Infatti con il nuovo ordinamento scolastico alla fine di novembre sono terminati gli esami di tutti i livelli delle scuole. Nella prima settimana di dicembre vengono consegnate le pagelle e vengono fatte le iscrizioni per il nuovo anno, con l’eventuale test d’entrata nelle scuole in cui le richieste sono molto alte come capita nella nostra scuola tecnica professionale di Venilale. Perciò le scuole si svuotano, I bambini che vivono con parenti o amici della famiglia per poter studiare ritornano nei loro villaggi e quindi anche negli oratori diminuiscono i bambini e i ragazzi che partecipano alle attività. Ora fino alla prima settimana di gennaio, a volte anche la seconda bambini/e e ragazzi/e sono in vacanza. Questa è anche un’occasione per gli orfanotrofi di favorire che le orfane rientrino in famiglia; infatti, anche se magari tutti e due i genitori sono morti, però in Timor è forte il senso della famiglia allargata, nonne o zii che per un mese sono disposti ad accogliere le bambine. Per più tempo forse sarebbe faticoso poterle mantenere, ma durante le feste le loro case si aprono e le bambine possono mantenere il contatto con la famiglia di origine, con la realtà in cui hanno vissuto, per non trovarsi poi a disagio un domani quando usciranno dall’orfanotrofio. Purtroppo, questo è stato un anno pieno di precarietà: infatti il governo che era stato eletto nel luglio del 2017 è durato solo pochi mesi e quindi quest’anno la

Ricordiamo le cifre delle adozioni che è possibile consegnare ai sacerdoti nel periodo natalizio oppure a mezzo bonifico al seguente iban BANCA BTL (specificando la causale): IT80U0873511200014000350591 - TIMOR (Suor Paola Battagliola) - € 200,00 - BURUNDI (Suor Rita Bonardi) - € 260,00

popolazione è tornata a votare. Ma anche il governo attuale non sembra molto meglio, infatti il Presidente ha dato il veto ad alcuni ministri di assumere il proprio incarico in quanto indagati e sospettati di corruzione. E così, alcuni Ministeri che dopo mesi non hanno ancora il loro ministro incaricato, sono bloccati nelle loro attività e in quelle attività di sviluppo. I nostri orfanotrofi hanno sofferto di questo, perché durante tutti questi mesi, il Ministero degli affari sociali che normalmente riforniva ogni 3 mesi le opere sociali di riso, il pane della nostra gente, e anche di alcuni altri generi alimentari, non ha più donato niente. Ma anche in questi momenti abbiamo potuto fare l’esperienza di quanto sia grande la Provvidenza di Dio e di come, se ci si affida a Lui, sempre si ottiene ciò di cui veramente abbiamo bisogno. La sua bontà si è fatta presente attraverso la generosità di tanti benefattori, di tante persone anche semplici che hanno voluto condividere quel poco che hanno con le nostre ragazze, le nostre bambine. Ora pare che il Governo ricominci a farsi carico delle opere sociali e dare qualche cosa. I nostri orfanotrofi sono sempre pieni: se non ci sono più le morti per la guerra con le armi, ci sono le morti per un’altra guerra, quella dell’ignoranza, della non fiducia nella medicina per cui molte donne muoiono ancora per parto. Per non parlare poi delle separazioni: prima la famiglia era uno dei valori più importanti per questo popolo, ora piano piano anche questo valore così sentito, si sta sgretolando al contatto con altre culture e altri modelli. Abbiamo bisogno anche noi di guardare al Bambino Gesù perché ci insegni la via dell’essenzialità, la via che ci porta ad incontrare l’altro, soprattutto il più povero, nella semplicità e nella disponibilità.


DialogoeFamiglia Grazie per continuare a “credere che c’è più gioia nel dare che nel ricevere”. Sappiamo bene che sono tempi non facili per molte famiglie, ecco perché questa carità è ancora più preziosa ed è certamente sorgente di benedizione per tutte voi che, con il vostro impegno, continuate a far vivere e sperare “le periferie” del mondo! Gli oceani sono formati da gocce che si muovono insieme in una coesione fortissima: voi siete questo oceano di persone, piccole gocce che insieme sprigionano possibilità enormi, che rendono possibile l’impossibile. Grazie per continuare a tessere reti di solidarietà con i più piccoli e i più poveri, collaborando così al nostro lavoro missionario promuovendo le nuove generazioni di questa giovane nazione di Timor Est, da poco indipendente, che ancora hanno bisogno di definire la propria identità. Grazie per questa bella collaborazione che ci aiuta a “credere insieme” nella missione educativa.

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Investire nell’educazione delle nostre bambine/i, ragazze, e giovani è investire per il futuro di questa nazione. A tutti i benefattori, amici, simpatizzanti... giunga il nostro augurio più sincero per un Santo Natale, con le parole di Papa Francesco: “Piccolo Bambino di Betlemme, la tua tenerezza risvegli la nostra sensibilità e ci faccia sentire invitati a riconoscerti in tutti coloro che arrivano nelle nostre città, nelle nostre storie, nelle nostre vite”. Vi assicuro la preghiera nostra e di tutte le nostre bambine e ragazze, perché anche per voi la venuta del Dio con noi diventi motivo per condividere, per aprire il cuore ad ogni persona che vi avvicina. Vi ringraziamo per il vostro ricordo sempre generoso e per tutto quello che fate per la missione di Timor Est. Vi portiamo sempre nel cuore e nella nostra preghiera. Le Figlie di Maria Ausiliatrice di Timor Est


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DialogoeFamiglia Natale 2018

Rev. Parroco, don Fausto e abitanti della Badia, vengo a voi per dirvi il mio grande grazie per la vostra calorosa accoglienza durante il mio soggiorno in Italia. La mia vacanza quest’anno è stata prolungata a causa della mia salute che era tutta da verificare. Devo dire il mio grazie a voi, alla mia famiglia e ai miei superiori, che mi hanno dato la possibilità di ritrovare le forze per ritornare fra i miei poveri, carica di gioia. Qui da voi ho incontrato alcune classi delle medie e ho riscontrato nei ragazzi, nonostante la loro vivacità, un attento ascolto della mia testimonianza e un desiderio di quantificare, con gesti concreti, un aiuto ai miei poveri. Questo significa che il cuore dell’uomo, pur con le sue resistenze, è grande, sensibile e aperto agli altri, ha bisogno solo di essere stimolato, accompagnato, perchè il bene prevalga sempre e comunque. La cena povera di solidarietà durante la Quaresima, a cui ho partecipato, mi ha colpito molto per la grande partecipazione delle persone della Badia e del Violino, gioiose di essere insieme, unificate dallo stesso ideale: allargare le tende della solidarietà. Questo evidenzia una comunità viva, solidale e impegnata in un cammino di fede , dove ognuno è fratello. I ragazzi delle medie hanno dato prova della loro generosità nel farsi dono, servendo la cena con gioia e disponibilità, i piatti gustosi e ben preparati dallo staff della cucina. Per me, abituata alla cena in Burundi, mi sembrava, quella sera, una cena di una grande festa. Vi ringrazio di cuore.

In Burundi, apparentemente si vive nella calma, ma la gente ha tanta paura per la situazione politica oscura, nebulosa, per conflitti interni ed esterni, per violenze sopite, per arrivismi, per promesse svanite nel nulla, per progetti e cooperazioni senza risposta. In più ci sono le stagioni che non rispettano il loro ritmo, con disastri climatici a causa della siccità o delle alluvioni torrenziali, che spazzano via terreni e case. Tutto questo grava sul paese, soprattutto sui poveri. Ma la mia gente non si lamenta, è abituata a soffrire in silenzio, prega molto e confida nel Signore. Io ho molto da imparare da lei. Stiamo ancora assaporando la gioia della Canonizzazione del nostro grande Papa, Paolo VI, che ci ha lasciato una eredità di grande valore per la sua profonda vita interiore e il suo incessante impegno nella costruzione della” Civiltà dell’amore”. Lui è arrivato alla meta a cui tutti siamo chiamati: la Santità. Anche noi, piccoli e grandi, siamo invitati a raggiungere questo traguardo, a vivere con amore e responsabilità, le occupazioni di ogni giorno, come dice il nostro Papa Francesco. Anche il mio Fondatore Arcangelo Tadini, in un suo scritto ci ha detto” La Santità è nelle vostre mani”. Coraggio carissimi la Santita è per tutti noi. Dunque le occasioni le abbiamo, sta a noi avere occhi e cuore di fede per accoglierle, come gradini per il cielo. E questo l’augurio che faccio a me, a ciascuno di voi, alle vostre famiglie e alla vostra comunità “Unità Pastorale”, per accogliere nel Santo Natale GESÙ che si fa Uomo per noi. Con stima e affetto grande vi ricordo, sr. Rita Bonardi P.S. I vostri adottati stanno bene, così le loro famiglie. Vi ringraziano per quanto fate per loro e pregano per voi.


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Lavori in corso

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i è soliti dire che quando un parroco arriva in una comunità sarebbe bene non cambiasse nulla per un anno. Tale attenzione permette di conoscere e saper scegliere a ragion veduta il meglio per la comunità stessa. Peraltro, il parroco per il suo compito specifico di presidente della comunione di una comunità cristiana ha la necessità di favorire la stessa con decisioni che non procurino rotture di sorta. C’è però sempre la situazione particolare che costituisce l’eccezione che conferma la regola. Nel nostro caso si tratta dell’atteso intervento di ristrutturazione dell’oratorio della parrocchia S.Giuseppe Lavoratore nel Villaggio Violino. Il 19 novembre si è tenuto il consiglio per gli affari economici di questa parrocchia e si è subito entrati nel merito di una rivisitazione del progetto in corso. Conoscevo personalmente, per aver seguito in qualità di direttore dell’ufficio amministrativo della diocesi, la situazione progettuale proposta, ma, ascoltando e rilevando le necessità della gestione delle attività educative presenti attivate direttamente dalla parrocchia o gestite da associazioni vicine alla stessa, mi sono reso conto che avviare il primo lotto dell’intervento per ristrutturare l’area dell’ex-chiesa utilizzata come palestra e l’ex canonica, darebbe vita a uno spazio a norma, ma non regolamentare, un insieme di stanze più che spogliatoi e quattro spogliatoi nuovi con l’impiego di ulteriore area. Una tale soluzione prospettata dal progetto, peraltro, approvato dal comune, ma ancora privo del progetto antisismico, verrebbe a costare circa un milione di euro e non risolverebbe la situazione deficitaria strutturale dell’oratorio che prevede appunto un secondo lotto. Il costo del primo lotto metterebbe in difficoltà la parrocchia per molto tempo. L’analisi ha portato alla proposta di abbattere i due immobili contigui, di mantenere il campanile che rappresenta il simbolo della comunità del quartiere e inserirlo nel contesto di un monumento del ricordo dell’avvio della comunità che risale al 1955 con il riposizionamento della campana e del rosone decorato che ora si trova nel tunnel sotto la nuova chiesa. Il nuovo progetto potrebbe prevedere lo spostamento del parcheggio nell’area di sedime della ex-chiesa e canonica, lascerebbe l’area ora destinata a parcheggio a servizio della vita dell’oratorio e delle sue attività, non ci sarebbe, quindi, bisogno di spostare il campo sportivo che pertanto potrebbe essere rinnovato senza grande aggravio di spesa e nella speranza di un contributo comunale anche prima dell’inizio dei

lavori di ristrutturazione dell’oratorio vero e proprio. Per il futuro delle giovani generazioni è certamente più importante giungere alla sistemazione definitiva dell’oratorio più che il recupero delle volumetrie della ex-chiesa e canonica. Per quanto riguarda gli spogliatoi prenderanno corpo nello stabile esistente oppure se necessario in un corpo nuovo. Per trovare una soluzione ottimale i progettisti dovranno mettere cuore e testa nello stendere il nuovo progetto che dovrà essere realizzato con particolare adesione al progetto pastorale dell’Oratorio. Per la definizione della nuova progettazione verrà incaricato un nuovo studio di architettura e un nuovo responsabile unico del procedimento. La demolizione dell’area indicata sarà possibile solo quando il progetto nuovo sarà pronto e comunque contestualmente alla realizzazione del luogo del ricordo della nascita della comunità. Alla fine della discussione si è giunti alla decisione unanime di procedere alla realizzazione di un’opera a ricordo dell’inizio della comunità del Violino mantenendo parte della facciata e del campanile dell’ex-chiesa, alla demolizione del rimanente e alla formulazione di un nuovo progetto dell’Oratorio a partire dal progetto del secondo lotto, avviando direttamente quello che doveva essere il secondo lotto dell’intervento. Per il futuro occorrerà inoltre effettuare una attenta analisi per portare le due parrocchie dell’Unità pastorale ad ottimizzare l’utilizzo degli ambienti nella logica del progetto dell’unità stessa. Per questo si sta già lavorando alla definizione di un percorso, sostenuto da professionisti della pastorale, per formulare un progetto per la pastorale giovanile e l’avvio della revisione del progetto Pastorale dell’Unità Pastorale. Maria, Madonna del Rosario e Giuseppe Lavoratore, come hanno avviato Gesù nella sua crescita d’amore verso il Padre, ci accompagnino in questo cammino: sia secondo la volontà del Padre, a servizio della crescita della comunione delle nostre comunità. Don Gian Pietro


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Unità Pastorale Sacra Famiglia – Padre Marcolini

Parrocchia Madonna del Rosario – Badia / Parrocchia S. Giuseppe lavoratore - Violino

Le comunità parrocchiali presentano la

8^ Mostra dei Presepi da sabato 15 dicembre 2018 a domenica 13 gennaio 2019 PRESSO TEATRO

ORATORIO BADIA via Prima 85

Programma sabato 15 dicembre ore 15.00

APERTURA ed INAUGURAZIONE MOSTRA ORARIO DI APERTURA

Giorno

sabato 15 dicembre 2018 domenica 16 dicembre 2018 sabato 22 dicembre 2018 domenica 23 dicembre 2018 martedì 25 dicembre 2018 mercoledì 26 dicembre 2018 sabato 29 dicembre 2018 domenica 30 dicembre 2018 martedì 1 gennaio 2019 sabato 5 gennaio 2019 domenica 6 gennaio 2019 sabato 12 gennaio 2019 domenica 13 gennaio 2019

mattino dalle alle chiuso 10:00 12:00 chiuso 10:00 12:00 chiuso 10:00 12:00 chiuso 10:00 12:00 chiuso chiuso 10:00 12:00 chiuso 10:00 12:00

pomeriggio dalle alle 15:00 18:30 chiuso 15:00 18:30 15:00 18:30 15:00 18:30 15:00 18:30 15:00 18:30 15:00 18:30 15:00 18:30 15:00 18:30 15:00 18:30 15:00 18:30 15:00 18:30

Possibilità di visite su appuntamento per gruppi e scolaresche (TEL. 347-1714851)


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Cronaca dell’Unità Pastorale Siate riflesso di Gesù nel mondo

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ei primi giorni del mese di novembre quarantanove dei nostri ragazzi, accompagnati dai loro genitori e aiutati dai loro catechisti, hanno vissuto una tappa importante nel cammino di crescita nella fede: i sacramenti della Confermazione e della Prima Comunione. Domenica 11 novembre nelle nostre chiese, nei pressi dell’altare, abbiamo potuto vedere una croce composta da tanti specchi. Questo segno semplice è stata la manifestazione esteriore del cammino svolto. Attraverso la catechesi i ragazzi hanno potuto conoscere il nostro Dio, mediante la rivelazione di Gesù e la Chiesa, che è il Corpo di Cristo oggi nel mondo. Questo cammino ci ha portato a scoprire il volto di Gesù. Grazie allo Spirito santo ed i suoi doni questo volto si rende visibile attraverso ogni persona; in questo caso come in uno specchio ognuno di loro ha visto il proprio volto come riflesso del volto di Gesù. La celebrazione dei sacramenti li porta ora ad essere riflesso di Gesù in tutto il mondo, a partire dalla loro comunità. Ripercorriamo in breve le tappe di questi momenti significativi, così che dalla condivisione possa nascere il desiderio di continuare ad accompagnare questi ragazzi con la preghiera e la testimonianza.

Ritiro cresimandi

La preparazione precedente alla celebrazione del sacramento ha vissuto il proprio momento culminante nell’esperienza del ritiro a Fantecolo nei giorni 3 e 4 novembre. L’ospitalità delle suore operaie e il contesto della casa sono una occasione preziosa per vivere del tempo lontano dalle occupazioni di tutti i giorni e dalle distrazioni, per potersi preparare al meglio al passo importante della ricezione dei sacramenti. Questa esperienza è stata caratterizzata da due momenti: per i ragazzi l’esperienza che li ha visti protagonisti dal sabato pomeriggio fino al pomeriggio successivo; per genitori e padrini/madrine un incontro alla domenica pomeriggio di riflessione, il tutto completato dalla celebrazione insieme della santa messa. I ragazzi sono stati guidati dal vangelo di Emmaus a ripercorrere un po’ il loro cammino catechistico, analizzando l’esperienza di quei due discepoli con qualche ispirazione tratta dalla vita di san Francesco. Questo è avvenuto in un clima in parte vivace, ma anche impegnato a sufficienza per giungere più consapevoli alla celebrazione. Non sono mancati momenti di preghiera, la confessione, i momenti di confronto in gruppo e di svago grazie anche al tempo clemente che ha accompagnato l’esperienza. Lo stesso bel tempo che non ha poi caratterizzato i giorni delle celebrazioni sia il sabato con la celebrazione della cresime in Cattedrale con il Vescovo Pierantonio sia la domenica in cui i ragazzi alle 10 alla Badia e alle 11,15 al Violino hanno potuto ricevere per la prima volta Gesù. Ma il meteo non ha di certo rovinato il clima festoso di questi appuntamenti. La celebrazione della Confermazione o Cresima in Cattedrale ha visto oltre al gruppo della nostra unità pastorale, anche i ragazzi della parrocchia di Monticelli. Nei giorni precedenti, in occasione delle prove del sacramento, i ragazzi hanno scritto su un vetro un frutto dello Spirito Santo che avrebbero desiderato realizzare nella loro vita con l’aiuto dello Spirito Santo stesso. Questo insieme di frutti è stato poi posto su un albero di legno e al termine della liturgia i ragazzi hanno potuto prenderli e tenere questi vetrini come ricordo di quel momento. Per i ragazzi, di certo, ricevere il sacramento della cresima dal Vescovo è stato importante per dare significato più completo a questo momento.


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Il giorno successivo nelle rispettive parrocchie i ragazzi hanno ricevuto il dono dell’Eucaristia per la prima volta: l’emozione, allo stesso tempo la spiritualità e la vicinanza della comunità in questo momento di certo ha lasciato dei ricordi positivi. Lo specchio resterà per questi ragazzi uno stimolo continuo a rendere luminosa la propria esperienza di vita.

ragazzi sono positivamente propensi a vivere questa esperienza continuando il cammino. Contando sull’incoraggiamento di ciascuno e sulla testimonianza vicendevole siamo persuasi che la crescita continuerà per portare frutti nella vita di ognuno e nella vita della chiesa e in particolare delle nostre comunità.

Ora il cammino continua con il percorso di Antiochia, che si propone di aiutare i ragazzi a mettere a frutto i doni ricevuti. Lo sforzo dei catechisti rischia di essere vanificato se la collaborazione dei genitori e dei padrini/madrine ora viene un po’ meno: eppure i

Concludiamo, quindi, augurando a questi ragazzi: “Siate il riflesso di Gesù nel mondo”.

Imparare ad amare IL PERCORSO AFFETTIVO DEI NOSTRI ADOLESCENTI

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uesto l’ambizioso percorso pensato dalla nostra Unità Pastorale per gli adolescenti del nostro tempo: i nostri figli. Mercoledì 7 novembre si è tenuto un incontro per illustrare le modalità, i temi degli incontri che vedranno affiancarsi ai catechisti dei nostri ragazzi anche la psicologa, Sara Gozzini. È stato un incontro interessante e coinvolgente poiché ha chiamato in causa noi genitori rendendoci maggiormente consapevoli sulla bellezza e la difficoltà di trasmettere la gioia dell’amore. La nostra riflessione é partita dall’analisi di alcune parole chiave: DESIDERIO/CURIOSITÀ/PAURA. È stato interessante constatare che relativamente al tema dell’affettività riportato ai nostri figli, sono maggiori le paure che popolano il nostro cuore, paure che rischiano di soffocare il desiderio, la curiosità... Paure che assumono connotazioni diverse in base agli occhi che le vedono:le madri o i padri. Molti sono state le provocazioni e gli spunti di riflessione. Che dire? Sono contenta che queste tematiche così importanti e delicate siano state messe al centro del percorso formativo di quest’anno, mi sembra una buona opportunità che possa arricchire l’orizzonte quotidiano dei nostri ragazzi. Grazie! Roberta

don Fausto e le catechiste


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to graziamen in R l e d ta a Giorn

In concerto per la festa del quartie re Violino

nitario Ritiro comu di avvento

S. Lucia al Violino

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Vita dei Quartieri Un ricordo nel centenario della conclusione della prima guerra mondiale La storia di Teresa e Lorenzo

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ento anni sono trascorsi dalla fine della prima guerra mondiale, la Grande Guerra, come viene chiamata, dove migliaia e migliaia di giovani sono stati arruolati e mandati a combattere al fronte, dando il meglio di sé e tanti, purtroppo, fino al sacrificio estremo della vita. Ed è in questa occasione che il Gruppo Alpini Badia/Violino, spinto da sentimenti di memoria e di riconoscenza verso coloro che “sono andati avanti” nel compimento del loro dovere, ha voluto ricordare quei tragici momenti presentando al pubblico brani di lettere che due giovani innamorati si sono scambiati dal 1916 al 1920. Lorenzo Toninelli, classe 1897, e Teresa Roncali, classe 1900, si conoscono nel 1915, ma ben presto sono costretti a coltivare il loro amore per lettera, perché lui deve partire per la guerra. Molti aspetti si colgono in questa corrispondenza: il consolidarsi dell’amore, poi la partenza e le vicissitudini di Lorenzo, l’emergere di sentimenti struggenti come la lontananza, la nostalgia, il desiderio dell’amata e della casa. E, ancora, la terribile realtà della guerra: disciplina dura e

spesso insensata, fame, freddo, disagi, soprattutto i pericoli costanti dei bombardamenti e degli scoppi di granate. Ma Lorenzo riesce a sopravvivere e a portare avanti il suo lavoro di motorista. Finisce la guerra, ma l’incubo continua per altri due anni. Finalmente, nel 1920, arriva il sospirato congedo e il ritorno. Nel 1921 i due fidanzati si uniscono in matrimonio che sarà allietato dalla nascita di nove figli, sei maschi e tre femmine. Dopo una vita dedicata all’agricoltura, passando per le campagne di vari paesi della provincia e anche fuori, da Manerbio a Orzinuovi, da Robecco d’Oglio a Barbariga, da Gussago a S. Eufemia, nel novembre del 1956, Lorenzo si trasferisce con tutta la famiglia nella grande cascina Badia Bassa. Proprio in questo periodo cominciano a sorgere le case del Villaggio nelle quali si insediano nuove famiglie. Da subito, con i nuovi abitanti si instaura un bel rapporto di stima e di amicizia. Molte iniziative sociali, culturali, ricreative (feste, convegni, esibizioni di cori, visite scolastiche, incontri politici) si svolgono nel corso de-


DialogoeFamiglia gli anni alla cascina Badia, riscuotendo il favore degli abitanti del Villaggio e dintorni. E, puntualmente ogni anno in autunno, la vendemmia sulla collina è occasione festosa di incontri e di consolidamento delle amicizie tra parenti e amici locali. Lorenzo anche qui alla Badia dimostra il suo attaccamento alla terra, dedicandosi all’allevamento del bestiame e al lavoro dei campi in questa grande azienda in affitto. Le vicende di amore e di guerra di Lorenzo e Teresa, ricostruite sulla base della loro corrispondenza giovanile, sono state messe in scena Domenica 25 novembre u.s. presso il Teatro della Parrocchia Madonna del Rosario dalla “Compagnia 6 a Teatro”: nello spettacolo gli attori hanno saputo interpretare il ruolo dei due protagonisti con bravura e sensibilità, il nar-

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ratore ha inquadrato con chiarezza e competenza le vicende, canzoni e balletti hanno costituito piacevoli stacchi tra una vicenda e l’altra, insomma una ottima rappresentazione che ha catturato la partecipazione del numeroso e attento pubblico, suscitando ricordi ed emozioni di tanto tempo fa. Non è mancato all’inizio un momento di toccante commozione, quando gli Alpini del gruppo si sono schierati sul palco e, sull’attenti, con la tromba che scandiva le note del silenzio fuori ordinanza, rendevano omaggio ai Caduti di tutte le guerre nel compimento del loro dovere. Guerino

L’acqua, bene universale a cui tutti hanno diritto

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l Referendum sulla gestione pubblica dell’acqua non è stato un gran successo. Non vi è stato l’alto coinvolgimento che i promotori si prefiggevano. Così un quotidiano locale ha titolato “Un buco nell’acqua” il servizio sulla giornata riservata al voto e ai relativi risultati. A questo punto non è più tanto importante entrare in merito ai numeri e nemmeno a tante precisazioni tecniche che si potrebbero fare. Ancor meno non sono opportune visioni ideologiche. Piuttosto serve rafforzare la convinzione che è un dovere, per la comunità cristiana in primis, continuare la battaglia proprio perché sulla questione “acqua”, bene universale a cui tutti hanno diritto, la sensibilità è ancora limitata. Come assolvere questo dovere? Prima di tutto sul piano della conoscenza e della corretta informazione sulla questione. L’acqua è un bene tale che, per il suo possesso, in passato intere popolazioni entrarono in conflitto, anche mascherato da altre ragioni. I libri di storia difficilmente diranno che guerre furono combattute per il possesso di una sorgente, un fiume, un lago... Senza acqua non c’è vita. Ma l’acqua non un è un bene inesauribile. Inoltre si può anche vanificare nei suoi benefici effetti con l’inquinamento... Ma per questo aspetto basterebbe leggere l’enciclica di papa Francesco Laudato sì ai numeri 27-31. Ma dalla conoscenza del problema e dalla preoccupazione per la privatizzazione dell’erogazione idrica come primo passo verso più radicali possessi dell’ac-

qua da parte di pochi con quanto ne consegue, bisogna poi passare alla prassi. E questa può essere tradotta in tre attenzioni: sobrietà, rispetto, responsabilità. La sobrietà consiste nell’attenzione a non sprecare acqua, propensi anche al risparmio di questo bene cominciando da una maggior essenzialità circa i rubinetti della propria casa. Poi bisognerà mettere ogni attenzione a non inquinare l’acqua. E qui non sono chiamate in causa solo le ditte che scaricano veleni o elementi chimici dannosi ma ciascun cittadino: la bottiglia di plastica gettata nel fiume o nel mare è sempre un attentato all’acqua. Infine la responsabilità ci coinvolge pensando che anche gli altri (contando anche le future generazioni) hanno lo stesso diritto d’uso dell’acqua che abbiamo noi. L’acqua è vita: fa crescere la vita, lava, pulisce, rinfresca, rinnova, disseta. Anche la liturgia cristiana ha assunto l’acqua come segno del primo sacramento, il Battesimo. E viene usata anche per benedire. L’acqua va tenuta stretta a noi, al di là e oltre ogni risultato referendario. Un buco nell’acqua può anche essere anche accettato. L’importante è che non allarghi il buco nell’ozono. O, peggio, un buco nel pianeta... Noi preferiamo essere dalla parte di Francesco d’Assisi: Laudato sì, mi Signore, per sor’ acqua, la quale è molto utile et umile e preziosa et casta. Don Gabriele Filippini


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Rinnovo dei consigli di quartiere

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er non disperdere, con l’abolizione delle Circoscrizioni, una ultratrentennale quanto positiva esperienza di governo di prossimità, lasciando l’Amministrazione priva di un fondamentale strumento di ascolto del territorio e quindi di partecipazione alle scelte amministrative, sono stati istituiti nel 2014 i Consigli di Quartiere. Il Consiglio Comunale ha infatti individuato in questa dimensione, più vicina ai cittadini, il luogo dove attingere le richieste e le sollecitazioni per intervenire sui temi di maggior interesse e per promuovere iniziative di cittadinanza attiva. Domenica 2 dicembre si sono svolte le elezioni per il rinnovo dei membri dei comitati di quartiere dei nostri due villaggi; di seguito riportiamo alcuni dati relativi alle elezioni nei nostri due quartieri. * dati tratti dal Giornale di Brescia del 4 dicembre 2018”

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Badia aventi diritto al voto 3158 Affluenza 299 pari al 9,47% Sono stati eletti: - Edoardo Dioni, - Alvaro Scutra, - Marcella Pilotta, - Hilary Zecchini, - Paolo Galbardi, - Fabio Basotti, - Anna Mezzena VIOLINO aventi diritto al voto 2778 affluenza 538 pari al 19,37% Sono stati eletti: - Francesca Micheletti, - Matteo Maianti, - Andrea Rolfi, - Anna Frattini, - Angela Riva, - Fabrizio Rizzini, - Amaranta Zizioli

Cineforum d'autunno

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l 30 novembre si è concluso il secondo ciclo del cineforum 2018 della Badia e Violino, con la ormai consolidata buona partecipazione di pubblico. Abbiamo visto, commentato, riflettuto e perché no anche sognato con film di qualità apprezzati dagli affezionati partecipanti, a cui va il nostro sincero ringraziamento. Ringraziamo anche gli indispensabili “sponsor” Fnp Cisl e Acli.

Bilancio 2° ciclo 2018 Fondo cassa al 5 aprile 2018

1.062,51 e

Contributo dalle Acli Bs Contributo da Fnp Cisl Bs Offerte Violino Offerte Badia TOTALE ENTRATE

300,00 e 200,00 e 309,65 e 604,64 e 2.476,80 e

Acquisto dvd Contributo all’Unità Pastorale Rinnovo Licenza Ombrello 2019 TOTALE USCITE

72,96 e 500,00 e 1.100,00 e 1.682,96 e

Avanzo in cassa al 30 novembre 2018 euro

793,84 e

Per quanto riguarda gli aspetti economici, riassunti nel bilancio sotto riportato, la somma ricevuta dagli sponsor (500 euro) rimane all’Unità Pastorale come contributo, mentre le offerte raccolte alle proiezioni vengono utilizzate per l’acquisto dei dvd e soprattutto per rinnovare la Licenza “Ombrello” 2019, ovvero l’indispensabile documento che consente di proiettare legalmente i film in ambito parrocchiale. Tutto positivo? Si direbbe di sì, dal momento che è stata garantita la continuità dell’attività culturale, l’ottima e numerosa partecipazione, i conti in ordine. C’è però un punto che riteniamo fondamentale per garantire il futuro di questa iniziativa: i giovani, quei giovani che vorremmo coinvolgere per cedere loro il passo. Nella speranza che dalla porta sempre aperta ne entri qualcuno, auguriamo a tutti un sereno Natale: l’appuntamento è per il prossimo anno. Cineforum Badia - Vi-Vo Violino Salemi, Didonè, Dioni, Maianti


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PER UN PUGNO DI LIBRI E DI FILM Dino Buzzati, “Il deserto dei tartari” (I ed. 1940 - Mondadori 2016, euro 12) Difficile trovare, fra molti romanzi di qualità, uno che metta al centro la speranza, positiva e costruttiva. E viceversa, spesso si trovano riflessioni pessimiste, in cui l’aspettativa rosea si rivela fallimentare. È il caso del romanzo di Buzzati, ambientato in un immaginario paese che ricorda l’Austria dell’Ottocento, in cui si narra del sottotenente Giovanni Drogo. Egli viene assegnato in prima nomina alla Fortezza Bastiani, avamposto abbandonato e desolato, situato ai limiti del deserto; da lì da anni si teme un’incursione dei Tartari. Inizialmente Drogo è pieno di entusiasmo, carico di sogni di gloria: «Fino allora egli era avanzato per la spensierata età della prima giovinezza, una strada che da bambini sembra infinita… La gente grande saluta benigna, e fa cenno indicando l’orizzonte con sorrisi di intesa; così il cuore comincia a battere per eroici e teneri desideri, si assapora la vigilia delle cose meravigliose che si attendono più avanti; ancora non si vedono, no, ma è certo, assolutamente certo che un giorno ci arriveremo… O non si è per caso già arrivati? Non sono forse questi alberi, questi prati, questa bianca casa quello che cercavamo? Per qualche istante si ha l'impressione di sì e ci si vorrebbe fermare. Poi si sente dire che il meglio è più avanti e si riprende senza affanno la strada. Così si continua il cammino in una attesa fiduciosa e le giornate sono lunghe e tranquille… Ma a un certo punto, quasi istintivamente, ci si volta indietro e si vede che un cancello è stato sprangato alle nostre spalle, chiudendo la via del ritorno… Chiudono a un certo punto alle nostre spalle un pesante cancello, lo rinserrano con velocità fulminea e non si fa tempo a tornare. Ma Giovanni Drogo dormiva ignaro e sorrideva nel sonno come fanno i bambini.» Quindi per Drogo, così come per i commilitoni, la speranza di veder comparire un nemico all'orizzonte è la ragione di vita e diventa ricerca di una verità definitiva sull’esistenza. Tutto il romanzo si presenta come una simbolica rappresentazione della condizione umana. Ma nella vita di Drogo non c’è Dio e quando cadono le speranze, tutto si annulla. Laura B. Wonder - Regia Stephen Chbosky - Interpreti: Jacob Trembla Julia Roberts Owen Wilson Origin: USA 2017 - Durata 113’ Wonder, tratto dall’omonimo romanzo di R.J. Palacio, scritto per riscattare la sua fuga difronte ad una bambina diversa, racconta di Auggie, un bambino nato con una malattia rara che gli ha sfigurato il volto. Auggie ha una madre apprensiva e un padre sempre rassicurante, fuori dalle mura domestiche difende la sua immagine indossando un casco da astronauta dove gli alieni sembrano essere proprio i normali. Arriva il giorno che il piccolo deve affrontare la realtà nella scuola e presentarsi senza quel casco per lui indispensabile protezione. Un momento difficile che solo il sostegno e l’amore della sua famiglia, il suo coraggio, la sua determinazione, ma soprattutto la sua gentilezza lo aiuteranno a trovare un posto al mondo nel conquistare il cuore dei compagni. Un film che racconta delle insicurezze di ognuno, di bambini che non si sentono all’altezza, di bulletti e adulti arroganti messi a confronto con la grazia di un bambino che vuole solamente essere accettato. Si sorride e ci si commuove nel riconoscere al film il merito di evitare la facile retorica dello strappalacrime manipolando i sentimenti, per stimolare invece una nobile riflessione sulla condizione umana nel segno della speranza. Walter Salemi


CRESIME 2018

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