Dialogo e Famiglia - Febbraio 2014

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Dialogo e Famiglia Giornale dell’unità pastorale delle Parrocchie Badia-Mandolossa e Violino N˚1 - Febbraio 2014

Evangelii Gaudium


Le ceneri

2 DialogoeFamiglia Sommario La Parola del Parroco: Il gioioso vangelo di Papa Francesco . . . . . . . . . . . pag. 3 Vita della Chiesa La Evangelii Gaudium con gli occhi di un giovane. . . . . . . . . . . . . . . . » 4 Una presentazione autorevole dell’esortazione. . . . . . . . . . . » 5 Evangelii Gaudium: osservazioni di un parrocchiano. . . . . . . . . . . . . » 6 A ogni morte di Papa . . . . . . . . » 7 Vita dell’Unità Pastorale Ritiro comunitario avvento 2013. . » 9 La cattedra per i credenti e non . . » 9 In cammino verso il Natale. . . . . » 10 La Lucina. . . . . . . . . . . . . . . » 11 Educare oggi: il fondamentale binomio diritti - doveri . . . . . . . . . . . . » 12 Per non sentirsi soli.... . . . . . . . » 13 Canti nella liturgia: Pane per noi spezzato . . . . . . . » 14 Quaresima 2014: sintesi degli impegni. . . . . . . . » 15 Vita dei quartieri Luoghi di Fede: Santella all’angolo di via Badia e via Cucca. . . . . . . . . . » 16 Alla ricerca delle nostre radici: 1. Le origini del cristianesimo nella diocesi di Brescia. . . . . . . . . . . . . . . » 16 Adolescenti stupefacenti. . . . . . » 18 Verso l’estate.... . . . . . . . . . . » 19 Terza Mostra dei presepi. . . . . . » 20 Presepio vivente. . . . . . . . . . . » 21 Incontriamoci per conoscere. . . . » 22 Gruppo ricerca Badia Trenta . . . . » 23 Cronaca di vita comunitaria Cineforum: una proposta sempre in crescita. . » 24 “In the city”: esperienza natalizia degli adolescenti. . . . . . . . . . . . . . » 25 Campo Famiglie inverno 2014 . . . » 25 Festa al Violino . . . . . . . . . . . » 26 La principessa e il ranocchio. . . . » 26 Festa del Tesseramento A.C. . . . . » 27 Comunicazione funerali. . . . . . . » 27

Redazione Don Raffaele Donneschi, Don Fausto Mussinelli, Elena Rubaga, Elena Vighenzi, Edoardo Dioni, Mirco Biasutti, Beppe Maifredi, Carlo Zaniboni, Guerino Toninelli, Luigi Biemmi.

Tempo di quaresima, tempo di cambiar vita, tempo per lasciarmi rinnovare dal tuo amore, tempo per lasciarmi guarire dalla tua misericordia. Tempo di quaresima, tempo per lasciare che la tua luce penetri nella mia esistenza e riesca ad illuminare anche le zone più recondite e oscure della mia coscienza. Tempo di quaresima, tempo per ritrovare il tuo volto, per ascoltare la tua voce, tempo per ritornare da te e sprofondare nel tuo abbraccio, colmo di tenerezza. “Convertitevi e credete al Vangelo”

Orari S. Messe Unità Pastorale Feriali: ore 8.30: Badia ore 18.00: Violino

Festive: sabato ore 18.00: Violino sabato ore 18.30: Badia

ore 8.00: Badia ore 9.00: Violino ore 9.00: Mandolossa ore 10.30: Badia ore 11.00: Violino ore 18.00: Violino ore 18.30: Badia

Contatti dei presbiteri della Unità Pastorale Parroco (don Raffaele Donneschi): Parrocchia San Giuseppe Lavoratore trav. Ottava,4 - Villaggio Violino tel. (segreteria parrocchiale) 030 312620 e-mail: raffado@alice.it www.parrocchiaviolino.it Curato (don Fausto Mussinelli): Parrocchia Madonna del Rosario via Prima, 81 - Villaggio Badia tel. 030 313492 - cell. 328 7322176 e-mail: donmussi80@gmail.com www.parrocchiabadia.it

Riferimenti per gli oratori: Oratorio San Filippo Neri via Prima, 83 - Villaggio Badia Oratorio Violino via Prima, 2 - Villaggio Violino

Foto in copertina: Papa Francesco e il World Cloud della “Evangelii Gaudium”


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Parola del Parroco Il gioioso Vangelo di Papa Francesco

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on essendo un teologo, mi lascio guidare da Padre Antonio Spadaro, gesuita e direttore de La Civiltà Cattolica, nell’interpretare l’Esortazione Apostolica di Papa Francesco Evangelii Gaudium, cercando di collocarla nella dimensione pastorale che stiamo vivendo nelle nostre Comunità Parrocchiali. Padre Spadaro individua tre tensioni interne nello scritto del Papa. 1. La tensione tra spirito e istituzione Scrive Papa Francesco: «La Chiesa deve accettare questa libertà inafferrabile della Parola, che è efficace a suo modo, e in forme molto diverse, tali da sfuggire spesso le nostre previsioni e rompere i nostri schemi» (22). Lo Spirito non nega l’istituzione, ma il primo deve animare la seconda in maniera efficace, incisiva. Che tradotto per noi potrebbe significare che non possiamo considerare la Parrocchia, l’Unità Pastorale, l’Oratorio… esclusivamente per le iniziative che propongono, per le ‘cose che fanno’. Rischieremmo di perpetuare l’idea che una persona valga per quel che fa, che una Parrocchia sia ‘più o meno buona’ per le tante cose che mette in campo, al pari di una associazione benefica o di volontariato! La comunità cristiana anzitutto è sostenuta, guidata, orientata dalla Parola e in virtù dell’accoglienza di questa Parola agisce tra le persone, sul territorio, nel mondo… Non siamo ‘bravi’ perché facciamo tante cose, ma perché ci lasciamo coinvolgere dalla Parola e agiamo di conseguenza in famiglia, sul lavoro… e anche negli ambienti della Parrocchia. 2. La tensione tra differenza e unità Nel testo emerge una tensione tra differenza culturale e unità della Chiesa. Scrive il Papa: «Questo Popolo di Dio si incarna nei popoli della Terra, ciascuno dei quali ha la propria cultura» (115); «la diversità culturale non minaccia l’unità della Chiesa» (117). Il Papa stimola le comunità cristiane ad «analizzare obiettivamente la situazione del loro paese» (184). È ciò che saremo chiamati a fare in breve, come futura Unità Pastorale: co-

noscerci per quel che realmente siamo. Il Documento attuativo sulle Unità Pastorali ci invita a fare una analisi realistica della nostra situazione anagrafica, sociale, religiosa, pastorale… È conoscendo chi siamo realmente che possiamo ripartire dalle vere priorità e sapere quale è il terreno su cui Dio sparge la Parola e come possiamo lavorarlo affinché produca ‘molto frutto’. 3. La tensione tra missione e discernimento Le sfide richiedono un attento discernimento spirituale per riconoscere Dio all’opera nel mondo, come agisce: «riconoscere e interpretare le mozioni dello spirito buono e dello spirito cattivo, ma – e qui sta la cosa decisiva – scegliere quelle dello spirito buono e respingere quelle dello spirito cattivo» (51). D’altra parte non basta riconoscere che Dio è all’opera, bisogna operare per portare il Vangelo. Da qui l’esortazione: «Non lasciamoci rubare l’entusiasmo missionario!» (80). Si percepisce nei nostri quartieri, e per certi aspetti si comprende, quanto sia forte la ‘tentazione’ di rinchiudersi nelle proprie case, nel cerchio ristretto dei parenti o, al massimo degli amici, e anche il semplice invito a uscire di casa per incontrarsi con gli altri per affrontare qualche argomento (magari anche di interesse educativo), non trova molta corrispondenza. Figuriamoci come siamo lontani, parlo soprattutto per i cosiddetti cristiani praticanti, dall’entusiasmo missionario che ci dovrebbe vedere protagonisti di questa trasformazione missionaria che ci fa passare da cristiani spettatori a cristiani protagonisti. La luce della parola


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L’invito, a questo punto, è a prendere in mano, e ne sono contento, ‘che bravo Papa Francesco!’ oppure a leggere sul computer (www.vatican. penso sia molto più importante sforzarci di metva/evangelii-gaudium/it/index.html), il docu- tere in pratica i suoi insegnamenti. mento di Papa Francesco e cercare di farlo noDon Raffaele stro: non è sufficiente esclamare, lo sento spesso

Papa Francesco

Vita della Chiesa L’Evangelii Gaudium con gli occhi di un giovane

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o avuto occasione di leggere l’Evangelii Gaudium scritta da Papa Francesco. Subito ho notato, dopo una breve lettura, l’utilizzo di un linguaggio differente, che vuole dare sin dalle prime pagine una forte carica emotiva con la più grande semplicità. Non a caso, infatti, Papa Francesco fa appello innanzitutto alla “gioia che si rinnova e si comunica”, ovvero al fulcro dell’agire cristiano. Se mancasse quella gioia che spinge ognuno di noi a incontrare Gesù per seguirne l’esempio, ogni azione risulterebbe priva di significato evangelico. L’amore di Cristo è come una fiamma, un immenso incendio capace di avvolgere e riscaldare ognuno di noi. Ma questo fuoco necessita di un’origine, e questa origine è all’interno dei

nostri cuori: è la gioia e la passione che vivono, seppur a volte assopite, dentro di noi. Essi sono la spinta verso Dio! Credo dunque che l’esortazione di Papa Francesco consista nel sollecitare l’uomo ad allontanarsi dai propri interessi e dalla solitudine di una vita interiore inconcludente, affinché impari a donare la sua persona e la sua interiorità agli altri: questo significa evangelizzare. Una frase riassume bene il timore infondato della gente ad agire come Gesù: “Chi rischia, il Signore non lo delude, e quando qualcuno fa un piccolo passo verso Gesù, scopre che Lui già aspettava il suo arrivo a braccia aperte”. Davide Copeta


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Una presentazione autorevole della Evangelii Gaudium

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opo la lettera enciclica Lumen fidei, ecco un altro documento firmato da papa Francesco. Si tratta della esortazione apostolica Evangelii Gaudium. Presentato e diffuso il 26 novembre scorso, il documento raccoglie i frutti del Sinodo dei Vescovi, svoltosi in Vaticano dal 7 al 28 ottobre 2012 sul tema “La nuova evangelizzazione e la trasmissione della fede”. Ed è già un “best-seller”, molto letto e citato. Il testo è il più lungo dei documenti del Magistero della Chiesa: 270 pagine, suddivise in cinque capitoli, con 288 numeri. Non è un saggio di teologia e di dottrina, né un rigoroso manuale di pastorale con passaggi logici e concatenati. È, piuttosto, una generosa offerta di materiali che riportano subito al cuore del vangelo e spingono la Chiesa a rinnovare la sua coscienza missionaria. Come ha detto lo stesso pontefice, l’intenzione è quella di offrire all’intera comunità cristiana un testo che “ha un significato programmatico e dalle conseguenze importanti”. É un testo consegnato al termine di un anno dedicato alla fede, voluto da Benedetto XVI e, quindi, finalizzato alla comunicazione della fede, su due versanti ben distinti ma che si intrecciano: rafforzare, confermare nella perseveranza e rendere più apostolica la fede di chi è già credente, far conoscere e incontrare Cristo a chi non crede. L’una e l’altra dimensione richiedono, tuttavia, uno sforzo sul quale papa Francesco torna più volte, con parole diverse e sempre suadenti: non possiamo continuare a puntare sulla difesa dell’esistente, ma bisogna trovare strade nuove e inedite per permettere che tutti incontrino Cristo. Il documento, fra l’altro scritto con la chiarezza e la semplicità del linguaggio tipico di papa Francesco, non è certo riassumibile in poco spazio. Tuttavia alcune suggestioni sono facilmente individuabili e attraversano il testo con efficacia.

La prima riguarda la gioia. Il Vangelo è un annuncio gioioso. Il cristiano non è un vocato al dolore e alla sofferenza: anche quando porta la croce, conoscendone il significato, la porta con pace, con serenità. Per questo l’annuncio del Vangelo non deve essere percepito come un peso, ma come una priorità, una necessità. La “missione” è irrinunciabile e consiste prima di tutto nella coerenza della vita con quanto si crede. Al papa sta a cuore che ogni battezzato porti agli altri l’amore di Gesù con un entusiasmo e con modalità attraenti per l’uomo di oggi. Conseguentemente, la seconda suggestione riguarda la “conversione”: nessuno porta Cristo se prima non è lui stesso, con tutta la vita, centrato sul Signore. E la conversione non è solo personale: riguarda anche le comunità, le strutture pastorali, gli organismi della Chiesa: la riforma ecclesiale non coincide con un cambiamento di prassi burocratica, resa più snella rispetto al passato, ma nel conformare le strutture alle necessità del Vangelo. La terza suggestione è la grande attenzione che il papa riserva al mondo odierno e ai suoi problemi: portare il dinamismo dell’amore di Cristo all’uomo significa amare l’uomo del nostro tempo, conoscerne i drammi e le sofferenze. Si chiede, allora, di mettere in atto sempre scelte che includono i poveri e non li escludono rendendoli sempre più poveri. E a questo proposito è sferzante il giudizio del pontefice sugli attuali assetti economici finanziari mondiali che moltiplicano disuguaglianze, ingiustizie, miserie sociali. Il papa parla di “cultura dello scarto” e di “idolatria del denaro”. Il vangelo deve raggiungere e illuminare anche le coscienze per favorire lo sviluppo integrale di tutti e non solo di pochi. In questa prospettiva è pure fondamentale il richiamo alla cura del creato e della vita. Una ultima suggestione viene dalla conclusione della Evangelii Gaudium: lo sguardo a Maria e l’invocazione che ci porta a chiedere l’aiuto nel “cercare nuove strade perché giunga a tutti il dono della bellezza che non si spegne”. Don Gabriele Filippini Rettore del Seminario Diocesano


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Evangelii Gaudium: osservazioni di un parrocchiano

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on sono un esegeta chiamato a elaborare un commento dottrinale. Sono uno dei tanti che hanno incontrato Cristo nel corso della propria vita e da allora cerca di crescere in amicizia con Lui e con coloro che il Signore gli mette accanto in questo cammino, sia in parrocchia che in giri più larghi. Mi limiterò quindi ad esprimere le impressioni che il documento ha suscitato in me, soffermandomi in un secondo tempo sul capitolo IV che titola “La dimensione sociale dell’evangelizzazione”, perché da qualche anno mi sta particolarmente a cuore l’impatto sociale del Vangelo. Si tratta dunque di un documento in cui Papa Francesco ci comunica come lui stesso vede la proposta di fede che ogni cristiano è chiamato ad offrire agli altri, si tratta di apprendere come dovrebbe essere fatta l’evangelizzazione, quali devono essere il suo stile e i suoi contenuti. E la parola chiave qui mi sembra quella del titolo, il “gaudium”, la gioia. Una gioia così intensa, così piena, così traboccante che spinge all’”uscita da sé”, ad assumere rischi, andando decisamente verso le periferie esistenziali della nostra società. La prima conclusione che mi viene in mente è che bisogna recuperare, o almeno ravvivare, questa

GMG 2013: spiaggia Copacabana

dimensione della gioia. Infatti il pericolo maggiore viene presentato come quel “grigio pragmatismo della vita quotidiana della Chiesa nel quale tutto procede apparentemente nella normalità, mentre in realtà la fede si va logorando” (cfr. n° 83). Secondo me – ma mi sembra anche secondo il Papa – urge tenere viva la consapevolezza che l’adesione a Cristo e la partecipazione alla vita della Chiesa, van ben oltre la ricerca di una sicurezza borghese e non han niente a che fare col bisogno tutto mondano di marcare il proprio status sociale, venendo a far parte di coloro che nella vita tutto sommato ce l’han fatta e possono sentirsi, a buon diritto, a posto. Questo può dare forse una certa tranquillità, ma da questa tranquillità alla gioia dell’incontro autentico con Cristo ce ne passa! Così il Papa sente di poter invitare “ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarLo ogni giorno senza sosta perché nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore. Chi rischia, il Signore non lo delude” (cfr. n° 3). Ecco: quel che questa esortazione dice a me è di rimettere in primo piano il mio incontro con Cristo, da cui tutto si origina e prende senso, di riprendere coraggio e slancio, di rimettermi a cercare Lui in ogni situazione della mia vita, con quelle aspettative vitali che sorgono quando si è accettato il rischio di lanciarsi in una nuova avventura, una nuova scoperta, una nuova fase di crescita e di avvicinamento verso quella sorgente di amore infinito che Gesù ci ha insegnato a chiamare Padre, Abbà. Quanto alla dimensione sociale dell’evangelizzazione comincerò con alcu-


DialogoeFamiglia ne citazioni prese dal capitolo IV: Esiste “un indissolubile legame tra l’accoglienza dell’annuncio salvifico e un effettivo amore fraterno. Com’è pericolosa e dannosa questa assuefazione che porta a perdere la meraviglia, il fascino, l’entusiasmo di vivere il Vangelo della fraternità e della giustizia!” (cfr. n° 179). Meraviglia, fascino, entusiasmo sono tre componenti essenziali della gioia cristiana. “Una fede autentica – che non è mai comoda ed individualista – implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo, di trasmettere valori, di lasciare qualcosa di migliore dopo il nostro passaggio sulla terra” (cfr. n° 183). Nel numero 220 dell’esortazione, il Papa fa propria questa dichiarazione dei vescovi americani: “L’ essere fedele cittadino è una virtù e la partecipazione alla vita politica è un’obbligazione morale”.

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Ora, specialmente in Italia, la politica è in fortissimo discredito e gli stessi politici vengono percepiti dall’opinione pubblica come furbi opportunisti se non addirittura come corrotti approfittatori. Di fronte a questa situazione, che minaccia nel nostro paese la stessa sopravvivenza della vita democratica, il Papa sembra suggerire che c’è un ruolo evangelizzatore al quale le parrocchie non possono rinunciare, una funzione educatrice che formi cittadini attivi e responsabili, capaci di seguire da vicino la vita politica e l’agire delle istituzioni pubbliche, intervenendo anche direttamente su di esse, a partire da quelle locali fino a quelle nazionali, europee, e oltre, con l’intento di orientarle sempre più verso il bene comune e la fraternità evangelica. Giorgio Zecchini

A OGNI MORTE DI PAPA Papa Francesco vs Papa Benedetto: un progetto divino di continuità

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lla vigilia di Natale trovo nella mia posta una lettera, di cui trascrivo la parte più importante. “Caro don Mario … sono molto turbato per ciò che leggo su facebook sotto il profilo di un certo ... Sembra che la persona di cui sopra abbia visioni apocalittiche che attribuisce alla Madonna. In queste apparizioni considera l’attuale Papa come l’anticristo. Sono sconvolto per quanti tengono corda a lui e per come considera chi ammira il Papa e il suo operato. Cita in varie occasioni passi della Bibbia a sostegno di ciò che dice, forte delle sue convinzioni di essere un profeta o un messo per conto di Maria Santissima. A parte lo sbeffeggiare e attaccare in continuazione il Papa, l’utilizzo della Parola di Dio per avvalorare le sue tesi (da lui ritenute verità assolute) mi sembra sconfini nella blasfemia. Gradirei leggere una sua opinione sul prossimo numero di Dialogo e Famiglia”. Ci vorrebbe una risposta molto lunga e documentata, ma qualche dritta la possiamo cogliere insieme. Personalmente conosco almeno una decina di persone che mandano messaggi a nome del Padre eterno o della Vergine Maria. A Brescia si stampa addirittura un testo che sostiene che

dopo la morte di papa Pio XII (1958) nessuno dei papi seguenti sia da ritenere vero pontefice. E i toni ricalcano i contenuti e i modi apocalittici (fine del mondo, castigo finale di Dio, punizioni divine imminenti) sopra accennati nella lettera. Con accuse di massoneria e di immoralità. Di tradimento della vera fede. Nulla di particolarmente nuovo, purtroppo. Quale potrebbe essere il nocciolo del problema? Centrale è il rapporto tra la Chiesa e la società civile. Quella società che in un primo tempo tentò di cancellare Dio e la Chiesa nella rivoluzione francese. Quella società nemica e peccatrice che opera ancora “contro” mediante i governi massonici del 1800. Quelle società che fecero nascere il grande nemico che fu il comunismo (realmente) persecutore nel secolo scorso. Per giungere alla denuncia del clima di immoralità, di corruzione odierno, causati da chi trama alle spalle della Chiesa (cfr. ultimo discorso di Papa Benedetto al clero di Roma, febbraio 2013). Colpa del Concilio Vaticano II (1962-1965), quasi Dio abbia dimenticato i suoi. Ulteriore ritornello è l’invito alla “guerra santa”. I problemi non sono tutti inventati.


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Profondamente scorretto (e ateo) è il modo utilizzato: contrapporre con violenza i buoni e i cattivi dentro e fuori la Chiesa; l’utilizzo dei toni minacciosi del castigo e delle accuse di tradimento e di viltà contro papi o cristiani “venduti”; l’utilizzo di messaggi ritenuti soprannaturali. Basterebbe rileggere il discorso di papa Giovanni il 12 ottobre 1962, all’inizio del Concilio. Anche la figura dei papi viene utilizzata e strumentalizzata. Al Papa è stata affidata da Gesù la cura pastorale di tutta la Chiesa. Il suo ministero e compito è riconosciuto anche dalle Chiese di denominazione diversa. Però sia papa Paolo VI, che papa Giovanni Paolo II ritennero che invece si dovesse fare un esame di coscienza sul COME nei secoli il ministero del pontefice è stato realizzato dalle singole persone chiamate a tale compito o dai loro diretti collaboratori. E ogni pontefice (e ne abbiamo avuti di straordinari in questo ultimo secolo) ha vissuto il suo ministero affidandosi alla assistenza dello Spirito Santo e secondo il carattere e la cultura propria di ciascuno e dei tempi storici. La fede è garantita dal Signore. Le scelte concrete possono risultare problematiche e richiedono discernimento e preghiera corale di papi, vescovi, sacerdoti e cristiani laici. È distorsione del dogma dell’infallibilità del papa ritenere che

ogni cosa che un pontefice fa o afferma sia assolutamente intoccabile. È successo spesso che quando un papa interviene con il suo magistero venga “demonizzato” immediatamente perché una volta non si faceva così. In questo contesto troviamo le accuse sempre più insistenti contro papa Francesco. Ritengo (scostandomi da tante critiche) che gli ultimi pontefici non abbiano tradito il deposito di fede della Chiesa. Ma diverso fu il pontificato appassionato di Paolo VI, dal modo travolgente di Giovanni Paolo II, dalla finezza pensosa e acuta di papa Benedetto, dalla immediatezza francescana del papa attuale. Diversi anche molti dei problemi che hanno affrontato. Facciamo attenzione: mentre ci fermiamo a guardare “il colore delle scarpe del papa” ci dimentichiamo di chi è veramente la persona scelta dal Signore per la guida della Chiesa oggi e quello che il Signore OGGI ci chiede. Con il rischio di mettere al primo posto le nostre convinzioni, lasciandoci sfuggire i veri contenuti della nostra testimonianza di Gesù. Cadendo anche nella papolatria che nulla ha di evangelico. Don Mario Benedini

La comunione nella Chiesa


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Vita dell’Unità Pastorale

Ritiro comunitario Avvento 2013 “...al vedere la stella provarono una grandissima gioia”

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l pomeriggio di Avvento, domenica 16 dicembre 2013, nel teatro sotto la Chiesa del Violino, Don Sergio Passeri – Responsabile Diocesano per il Diaconato Permanente, propone una riflessione in preparazione del Santo Natale, al gruppo di genitori, educatori, adulti dell’unità pastorale Badia-Violino. L’incontro inizia con la lettura del Vangelo di Matteo (2,1-12), il Vangelo dei Magi. Segue l’esegesi del testo e dapprima una riflessione di don Sergio. Poi ci si divide in piccoli gruppi per approfondire il tema trattato. Il passo di Matteo non fornisce il numero esatto dei Magi ma la tradizione più diffusa, basandosi sul fatto che vengono citati tre doni, parla di tre uomini. In realtà, il testo greco non ne indica né il numero né tantomeno i nomi; parla solo di “Magi dall’Oriente”. Tre Re pagani vennero chiamati Magi non perché fossero versati nelle arti magiche, ma per la loro grande competenza nella disciplina dell’astrologia. Probabilmente un richiamo alle profezie dell’Antico Testamento che parlano dell’adorazione del Messia da parte di alcuni re. Nella tradizione cristiana i Magi sono indicati come i

tre uomini saggi, con i nomi di Melchiorre, Baldassarre e Gaspare. Ai Magi sono stati associati gli atteggiamenti positivi della ricerca della luce spirituale e del rifiuto delle tenebre: …”al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia”. I magi hanno continuato a cercare la Stella anche quando questa era momentaneamente scomparsa. Hanno chiesto a Erode dov’era il nuovo Re appena nato per poter andare ad adorarlo. “Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese”. Qual è il messaggio che ci portiamo a casa? Nella nostra vita perseguiamo la ricerca della vera luce, della stella che illumina il cammino della nostra vita aiutandoci a discernere la vera via. Qual è l’atteggiamento che dobbiamo avere? La speranza che la stella c’è anche quando non la vediamo, ma che riapparirà al momento giusto. E allora nei momenti di buio dobbiamo fermarci con fede e interrogarci sulle nostre scelte, ma “a bocce ferme”. Quando la stella ricomparirà, sapremo quale sarà il vero Dio da adorare. Cinzia Belotti

La cattedra per i credenti e non

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n linea con gli anni scorsi, per la preparazione al Natale, quest’anno col titolo “La Cattedra per i credenti e non” è stata prevista la catechesi, per gli adulti dell’Unità Pastorale, per chi ha fede e per chi la vuole approfondire o riscoprire, alle 20.30 presso l’aula “Don Teotti” della Parrocchia del Violino. Gli incontri, il 5, 12 e 19 dicembre, hanno sviluppano i seguenti temi: 1. È ragionevole credere? (relatore: Prof. Luca Guerra) 2. Sperare oggi (tavola rotonda con alcuni laici impegnati) 3. Cristo è la risposta: Gesù tra storia e fede (relatori: sacerdoti dell’Unità Pastorale)

Nel corso degli incontri, con una discreta partecipazione, sono stati sviluppati i tre temi che dovevano chiarire ed attualizzare l’Avvento evangelico nel contesto secolarizzato del presente storico. Il relatore e i laici impegnati, nonché i sacerdoti, hanno affrontato i rispettivi temi dando ai presenti l’occasione per, come da proposta, approfondire o riscoprire e fugare perplessità, incertezze e contraddizioni. Ovviamente non tutti i convenuti hanno dibattuto, ma l’interesse è stato vivido e certamente la formula può essere riproposta. MariaTeresa


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IN CAMMINO VERSO IL NATALE La preparazione al Natale dei nostri ragazzi

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uando mi è stato chiesto di scrivere un articolo per “Dialogo e Famiglia” sul cammino di Avvento che ha accompagnato i ragazzi alla festa del Natale, la prima reazione è stata di panico. Cosa scrivo? Perché lo chiedono proprio a me? Si sono sbagliati, sicuramente! Appurato che non c’era nessun errore di persona (grazie Don Fausto...) ho incominciato a raccogliere qualche idea per l’articolo e questo mi ha portato a ripensare e riflettere al percorso seguito durante l’Avvento, percorso che, per la prima volta, mi ha coinvolto sia come mamma che come catechista. Il cammino di preparazione al Natale per i ragazzi è stato pensato attorno al simbolo della porta. Gesù, infatti, è la porta della nostra salvezza: solo aprendo la porta del cuore si entra nella casa dell’amore, la casa di Gesù che ci dona la salvezza nascendo a Natale. Questa porta ha accompagnato i nostri ragazzi quotidianamente, la domenica in chiesa e durante la settimana in cappellina e a casa (ogni bimbo aveva la sua “porta personale”). Per ogni settimana di avvento, infatti, i ragazzi trovavano indicato sulla porta l’impegno da vivere nella giornata, la parola chiave per ricordare l’impegno giornaliero e un’immagine che richiamava il Vangelo della domenica letto durante la S. Messa. Certo, non è semplice trasmettere il messaggio di salvezza ai ragazzi, soprattutto ai bimbi più piccoli: 1) con i bimbi devi passare dalla teoria alla pratica, non puoi parlare di concetti astratti, ma devi dare loro degli impegni semplici che siano in grado di mantenere; 2) con i bimbi non puoi barare: come posso parlare di Attesa, Gioia, Fiducia, dell’Eccomi detto da Maria all’Angelo Gabriele (le 4 parole chiave) se io, genitore o catechista, per primo non seguo le “indicazioni” del Vangelo o, ancora peggio, non ci credo? Durante gli incontri di catechismo nel periodo di avvento noi catechiste abbiamo sempre richiamato questo messaggio di salvezza cercando di far capire ai “nostri” bimbi che vivere il Natale non significa solo preparare la casa con gli ad-

dobbi o correre per negozi alla ricerca dei regali ma significa, in primis, cambiare il nostro modo di vivere, aprire la porta del nostro cuore agli altri, alle persone che hanno bisogno del nostro aiuto, anche se questo richiede un grande sforzo o la rinuncia a qualche cosa che per noi è prezioso (rinuncio a giocare per aiutare la mamma a preparare la tavola; chiedo ad un compagno antipatico di giocare con me anche se preferirei starmene con gli altri,...). Per aiutare i bambini a prepararsi al meglio al Natale, durante il ritiro di Avvento abbiamo presentato loro un amico: Artabano, “Il quarto Re Magio”, che, volendo andare ad adorare Gesù e portargli in dono tre perle preziose, durante il viaggio verso Betlemme utilizza ciascuna delle tre perle per aiutare delle persone in difficoltà che si rivolgono a lui arrivando, quindi, da Gesù a mani vuote. Gesù, però, non rimprovera Artabano per questo, ma lo accoglie con grande gioia perché Artabano, con il suo gesto, ha rinunciato a qualcosa di prezioso per aiutare altre persone a stare meglio, mettendo in pratica il comandamento più importante che Gesù ci ha donato fin dalla sua nascita: il comandamento dell’amore: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”. Ma, forse, la parte più importante e faticosa in questo cammino di Avvento è stato riprendere il messaggio di salvezza a casa, quotidianamente, con i miei bambini: non solo ricordare, ogni giorno, l’impegno della giornata, ma vivere in prima persona questo impegno, dare loro l’esempio e, soprattutto, pregare insieme, rivolgendosi a Gesù per ringraziarlo, chiedergli perdono, domandargli di aiutarci ad aprire la porta del cuore. E quanta soddisfazione nel sentire il mio bimbo più grande recitare una preghiera per un amico ammalato o “promettere” al suo amico Gesù che il giorno dopo avrebbe giocato con quel compagno di classe così antipatico o che avrebbe aiutato la mamma a preparare la tavola invece di giocare! Sicuramente condividere con i propri figli un cammino di fede non è facile e richiede tanta pazienza e tanta costanza: ma è anche vero che, spesso, proprio attraverso i nostri figli e la loro fede semplice anche noi genitori riusciamo a fare un salto di qualità nel nostro modo di accostarci a Dio.


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E nel periodo di Avvento questa condivisione, questo cammino comune di preparazione alla grande festa del Natale, pur con tante cadute e tante partenze, può sicuramente aiutare genitori e figli a comprendere il vero significato della nascita di Gesù e della sua storia di salvezza: aprire il cuore agli altri per entrare nella casa dell’amore affinché non sia Natale solo il 25 dicembre, ma sia Natale ogni giorno. Elena Inselvini mamma e catechista del Gruppo Nazaret – 2° anno

Il Natale

LA LUCINA

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uguri, auguri, ciao, buona continuazione. Pronti via, si ricomincia: la famiglia, il lavoro, gli impegni, il tempo ricomincia a correre dopo la pausa serena di fine anno. Cosa mi resta? Cosa resta, di questi giorni, del bello, del buono, delle cose viste, dei suoni ascoltati, dell’ottimo cibo mangiato. Cosa rimane? Cerco un momento, un frammento del periodo natalizio che mi possa accompagnare durante l’anno. Torna alla mente l’immagine della fila di angioletti, ognuno con una piccola luce in mano, che sfilano con composta allegria durante la rappresentazione del presepio vivente al momento della nascita di Gesù. Quella piccola luce portata dai bambini con orgoglio e semplicità con il sorriso sulle labbra. Quella fiammella che rimanda agli Angeli di 2000 anni fa, serve oggi ai nostri angioletti per imparare a conoscere Gesù, ma an-

che semplicemente per non inciampare e cadere sul prato del presepe. Il ricordo di quella luce, mi rimanda alla piccola fiammella della mia fede, che spero mi accompagni, non mi faccia inciampare, mi aiuti a vivere veramente da Cristiano e da Uomo, per quanto mi è possibile, vicino alle persone che incrocio durante le mie giornate. La speranza di tenere viva la “lucina”, di farla magari crescere, di condividerla con chi mi incontra, vivendo con semplicità e convinzione il messaggio cristiano, portala con serenità e gioia, come quei bambini portavano con orgogliosa leggerezza la loro. Speriamo di essere all’altezza di quei bambini per ricordare durante l’anno il senso di questo Natale appena trascorso. Auguri, buon Natale. Mirco Biasutti

Presepio vivente al Violino


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Educare oggi: il fondamentale binomio diritti-doveri

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ell’attuale situazione sociale e culturale appare evidente che la retta capacità di giudizio morale è continuamente soggetta ad aggressioni, la più grave delle quali è il primato assunto nella mentalità moderna dal soggettivismo: la coscienza si ripiega su se stessa, orgogliosa e arrogante, tanto da farsi creatrice di norme e di valori e da non riconoscere quelle leggi che non è lei stessa a darsi. Il singolo soggetto, a partire da sé e in modo del tutto autonomo, è portato a ritenersi depositario dei confini del bene e del male, che divengono così fragili, mutevoli, indefiniti; si tende ad agire e a pensare come se tali limiti non ci fossero più. È inoltre facile constatare il verificarsi di una situazione paradossale che riguarda il vivere comunitario: da una parte si registra un insistente bisogno di socializzare, dall’altra si deve rilevare una sempre più limitata capacità di convivenza, di apertura agli altri, di accettazione. È necessario tornare a una coscienza retta, fondata su un giudizio che distingua in modo chiaro il bene dal male, che accolga norme oggettive di comportamento. La conseguenza di tale mentalità è la crescita a dismisura del senso della propria autonomia dalle leggi e dalle consuetudini: regole, norme, tradizioni sono viste come qualche cosa di negativo da superare; tutto sembra sempre opinabile, negoziabile, tutto può essere scelto. L’unico limite che – a parole – si accetta è quello di non violare la libertà altrui. Ma nella pratica quotidiana, sopraffazione e selvaggia affermazione di sé sono Famiglia (di Gustav Vigeland)

sempre più presenti e sempre più disinvolte. Inoltre questa crescita dell’affermazione prepotente della libertà individuale non riesce a nascondere una grande fragilità. La tecnologia applicata al controllo della vita sociale e personale, lo strapotere dei mezzi informatici, che fanno opinione e impongono occultamente idee e giudizi, rendono assai precaria e fragile una libertà tanto arrogante da essere, in realtà, una forma di anarchia. Occorre per questo educare la libertà e alla libertà. Educare alla libertà vuol dire far fare nell’ambito della famiglia esperienze di assunzione di responsabilità, che sono necessarie a tutte le età, sia pure con una opportuna graduazione delle richieste. Educare la libertà significa far capire che essa non consiste tutta e solo nel potere di scelta, ma è anche capacità di adesione al bene e di relazione con la libertà degli altri: l’educazione della libertà diventa quindi l’espressione della massima attenzione all’individualità della persona e alla sua socialità, perché significa formarne quelle virtù – lealtà, spirito di iniziativa, di servizio, di solidarietà- che sostengono la sua naturale apertura verso la comunità degli uomini a tutti i livelli. Come operare sul piano educativo? La domanda interpella in prima persona ogni educatore: non è possibile infatti far crescere nei nostri ragazzi una retta coscienza senza dare una testimonianza esemplare di vita. Non si chiede certo di essere perfetti: i buoni educatori sono quelli che si sforzano continuamente di esserlo, nonostante le inevitabili debolezze e i sempre possibili errori, e mostrano con serenità la consapevolezza dei loro limiti. Ma non deve venir meno la coerenza con se stessi nell’adempimento dei propri doveri, nello stile di vita impostato a spirito di dedizione e di servizio, nella capacità di ragionare con la propria testa educata a cercare la verità sopra ogni cosa. La verità deve diventare criterio di moralità, unica guida nel pluralismo esasperato e disgregante, nell’indifferenza di fronte a qualsiasi valore capace di autentica promozione umana, in tutte quelle drammatiche carenze di vero e di bene che caratterizzano la


DialogoeFamiglia vita di molti uomini oggi e che sembrano sempre più contagiare anche tanti che si dicono cristiani. Onestà e lealtà sono i presupposti dell’indispensabile recupero del senso di responsabilità personale e sociale, dalla quale sola è possibile attendersi una positiva evoluzione del vivere comune così gravemente compromesso. L’educatore infine deve saper trasmettere il senso religioso della norma morale: come si legge nella Bibbia, la legge del Signore è lampada per i passi dell’uomo, è guida sicura verso la giustizia e la pace. Soltanto in Dio si può trovare il fondamento di una retta coscienza, ispirata a quella Verità ultima che sola può orientare l’agire umano. Ogni processo di formazione morale deve inoltre essere fondato sul rispetto per l’altro, a cui vanno riconosciuti tutti i diritti fondamentali della persona in una visione della vita sociale costruita sui valori della convivenza. Bisogna coltivare la

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convinzione che la persona rafforza e manifesta il proprio valore aprendosi alla libertà e ai diritti degli altri. Una coerente e ferma educazione ai diritti umani, indispensabile per sottrarre la vita degli uomini al dominio dell’arbitrio e della violenza, mette quindi in evidenza la loro natura inscindibile di diritti – doveri, destinati a costruire una concezione del bene comune come aspirazione suprema della società. Lo scopo di un’educazione così intesa è quello di portare i nostri ragazzi a comprendere il loro dovere di rispettare la dignità di ogni uomo, di sostenere i rapporti costruttivi della comunità sociale, di favorire lo sviluppo produttivo e la dignità del mondo dello studio e del lavoro, di migliorare concretamente le opportunità dei più deboli nei confronti dei più forti. Irma Bonini Valetti

Per non sentirsi soli...

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ducare non è sempre facile, ancora di più se ci si sente soli nel farlo: ecco perchè la comunità cristiana intende offrire delle possibilità all’interno dei nostri oratori e non solo per aiutarci a dare il meglio ai nostri figli. PROGETTO “GENITORI IN PRIMA LINEA”: a seguito della assegnazione di un finanziamento regionale per il sostegno alle famiglie attiviamo da marzo a dicembre di quest’anno un progetto di sostegno alla genitorialità composto da quattro elementi seguiti da personale esperto: “CORSO DI FORMAZIONE PER GENITORI” su due livelli; SPORTELLO DI SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE; ATTIVAZIONE DI UN GRUPPO DI AUTO MUTUO AIUTO. Tale progetto è stato condiviso dall’istituto comprensivo Kennedy Ovest3, cioè tutte le nostre scuole e dalla Caritas Zonale. Per saperne di più l’incontro di presentazione del progetto sarà Giovedì 27 febbraio ore 20,30 presso l’auditorium delle scuole Kennedy. Mancare a queste possibilità significa perdere delle occasioni per non sentirsi soli!

PROGETTO “OLTRE LA SCUOLA”: a partire dal prossimo settembre vorremmo attivare presso i nostri oratori un primo tentativo di DOPOSCUOLA a servizio delle famiglie e dell’educazione dei figli. Tale servizio intende per ora coinvolgere gli alunni delle scuole medie e avrà come sede l’oratorio Badia. Se l’esito sarà positivo e le richieste nei prossimi anni continueranno si potrebbe anche estendere a diverse fasce d’età e su più luoghi. Sui nostri siti trovate tutte le informazioni necessarie: www.parrocchiabadia.it/doposcuola www.parrocchiaviolino.it PROGETTO “RIPRENDIAMOCI IL NOSTRO FUTURO”: sabato 22 e domenica 23 marzo; venerdì 4 e sabato 5 aprile presso l’oratorio Badia sarà proposto per i giovani dai 17 anni in sù della nostra unità pastorale e della città un “laboratorio attivo” su quattro grandi temi: “il volontariato”, “il creare rete”, “l’uso e abuso di sostanze”, “la legalità”. Tali pomeriggi-sere saranno animate dal gruppo giovanile di volontariato bresciano “Argogiovani” che da quest’anno è stato accolto e seguito dai nostri sacerdoti (programmi e orari saranno diffusi in seguito). “Non perdiamo l’occasione di sentirci protagonisti della nostra vita!”


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Canti della liturgia: PANE PER NOI SPEZZATO

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i potrebbe sottotitolare questo canto di comunione: “Cantare l’Amore”. È un canto ricco, che va bene per tutte le “categorie”, giovanili e no, specie quando si vuole sottolineare il mistero dell’Eucarestia. Dio è Amore! Una certezza che ci deve cambiare la vita. Amore che guida, che sostiene, che libera. Amore che si fa cibo per nutrire il suo popolo. Amore che non ammette altre strade. “In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” (Gv 4, 10). Per amore la Parola si è fatta carne, per noi il Signore si offre come vino e pane di salvezza. Quando viene ripetuto il gesto di Gesù spezzando il pane e ci comunichiamo, noi stessi diventiamo un solo corpo partecipando all’unico Pane di vita che è Cristo. Ad ogni verso il testo ripete l’invocazione gioiosa a Dio Amore, posando lo sguardo sui suoi doni e sulla necessità di lodare, pregare, cantare con stupore: infatti troppo grande per noi è Dio che ci ama. Il testo è di Marco Deflorian, la musica di Christopher Walker e fa parte del Nuovo Repertorio Liturgico Nazionale.

Rit.

Pane per noi spezzato, vino per noi versato, Parola per noi fatta carne: Dio per noi Amore, Dio per noi Amore.

1.

Dio, Amore, con noi sulla strada, Dio, Amore tu guida sicura, Dio, Amore, sapienza eterna; grande sei tu per noi.

2.

Dio, Amore, a te la preghiera, Dio, Amore, ci apri lo sguardo, Dio, Amore, tu porti pace; grande sei tu per noi.

3.

Dio, Amore, sei cibo che nutre, Dio, Amore, tu doni speranza, Dio, Amore, sei tu la pace, grande tu sei per noi.

4.

Dio, Amore, tu liberi l’uomo, Dio, Amore, sei l’unica via, Dio, Amore, a te cantiamo; grande sei tu per noi.

Scrigno di luce


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QUARESIMA 2014: sintesi degli impegni

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l cammino quaresimale di quest’anno intende ripercorrere in varie tappe la bellezza del sentirsi cristiani con il dono del battesimo celebrato e ricordato nella Pasqua. Il segno che aiuterà piccoli e grandi in tale percorso è quello di uno scrigno che custodisce il dono immenso della fede. Tale scrigno sarà arricchito domenica dopo domenica da varie “pietre preziose” che ci aiuteranno a vivere i vari impegni proposti in maniera proficua. I settimana: pietra gialla “Il deserto delle tentazioni” II settimana: pietra azzurra “La voce della profezia” III settimana: pietra verde “Il pozzo della Samaritana e l’acqua viva” IV settimana: pietra viola “Vicini nella malattia: il cieco di Gerico” V settimana: pietra arancio “L’amicizia con Gesù: resurrezione di Lazzaro” VI settimana: pietra rossa Partecipare alla vita di Gesù: dalla Passione alla Pasqua” Ricordando che mercoledì 5 marzo sarà il giorno delle ceneri, inizio della Quaresima, auguriamo un buon cammino verso la scoperta del tesoro della Pasqua! Proposte per i ragazzi delle elementari • “Domeniche in preparazione alla Pasqua” Programmma: - ore 9.15 presso ORATORIO del Violino, segue messa conclusione ore 12.15; - domenica 9 marzo: gruppo Nazaret e Cafarnao (2°-3° anno); - domenica 23 marzo: gruppo Gerusalemme e Emmaus (4°-5° anno). • Preghiera mattutina “Ciao Gesù”: - dal lunedì al venerdì ore 8.10 presso la cappellina feriale del Violino e della Badia. PROPOSTE PER I RAGAZZI DELLE MEDIE • “Domeniche in preparazione alla Pasqua” Programmma: - ore 9.15 presso ORATORIO del Violino, segue messa conclusione ore 12.15; - domenica 30 marzo: Gruppo Antiochia e Preadolescenti (1°-2°-3° media).

• Preghiera mattutina: - dal lunedì al venerdì ore 7.45 presso la casa “ex-custode” A. Papa (accanto alla scuola media Kennedy). PROPOSTE PER GLI ADOLESCENTI E GIOVANI • Preghiera mattutina: - mercoledì ore 6.45 presso la cappellina feriale della Badia. Segue colazione (inizio: mercoledì 12 marzo). • Incontri con la parola di Dio: - mercoledì dalle 19.00 alle 20.00 presso il bar dell’oratorio del Violino (inizio mercoledì 12 marzo). • Scuola della parola con il Vescovo in Cattedrale: - giovedì 13, 20, 27 marzo, 3 aprile ore 20.30. • Ritiro Quaresimale: - sabato 5 aprile nella serata. • Veglia delle Palme: - sabato 12 aprile. PROPOSTE PER GLI ADULTI • S. Messa feriale con la celebrazione delle lodi e dei vespri e riflessione. • “Catechesi in famiglia”: - Catechesi in varie famiglie della comunità (ore 20.30) martedì 11 marzo: “La trasfigurazione” martedì 18 marzo: “La Samaritana” martedì 25 marzo: “Il cieco nato” martedì 1 aprile: “La Resurrezione di Lazzaro” • Cineforum “Come è difficile diventare adulti”: - giovedì 6, 13, 20, 27 marzo ore 15.00 presso la sala don Teotti al Violino; - venerdì 7, 14, 21, 28 marzo ore 20.30 presso il Saloncino alla Badia. • Incontro testimonianza di fede per i genitori dell’Iniziazione Cristiana con la famiglia Gabrieli (genitori di Giulia Gabrieli autrice di “Un gancio in mezzo al cielo”): - domenica 9 marzo ore 15.30 teatro del Violino. • Ritiro comunitario per operatori pastorali, per i genitori dell’Iniziazione Cristiana, per tutti gli adulti: - domenica 16 marzo ore 15.00 al teatro del Violino, segue condivisione, preghiera personale, possibilità delle confessioni e S. Messa.


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Vita dei Quartieri Luoghi di Fede: Santella all’angolo di via Badia e via Cucca

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ella nostra ricerca di “Luoghi di fede” tradizionali delle nostre comunità mi sono imbattuto nella santella all’incrocio tra via Badia e via Cucca che di recente ha subito un bel restauro ad opera dei proprietari, la famiglia Franchi, che hanno valorizzato molto bene un luogo così semplice ma significativo. Da quel momento mi sono attivato per cercare delle informazioni dalle nostre “memorie storiche” su tale santella: non nego lo sconforto per aver raccolto pochissime informazioni. Proprio per questo intendo lanciare la proposta a qualcuno che avesse qualche notizia in più o qualche ricordo da mettere in luce circa questo luogo, di farsi presente, che di certo troverà spazio nelle prossime pubblicazioni.

Santella

Guerino Toninelli

Alla ricerca della nostre radici 1. Le origini del cristianesimo nella diocesi di Brescia

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partire da questo numero del nostro bollettino ci proponiamo di approfondire in maniera agile le nostre origini in termini di fede grazie alla competenza della prof.ssa Irma Bonini: ecco la traccia del progetto e il primo articolo: 1. Le origini del cristianesimo nella diocesi di Brescia. 2. Medioevo: Impero, Comuni, Pievi e Parrocchie. 3. 1400-1500: la Riforma cattolica a Brescia. 4. Seminario, parrocchie e catechesi dopo la visita pastorale di S. Carlo Borromeo. 5. La Chiesa bresciana dall’età napoleonica al Regno d’Italia. 6. Fra Otto e Novecento: fervore di opere nel cattolicesimo bresciano.

Le origini del cristianesimo nella diocesi di Brescia In un tempo distratto e per tanti aspetti superficiale come il nostro, nel quale si moltiplicano attacchi polemici nei confronti della Chiesa, vale forse la pena di ripercorrere almeno le tappe più significative della storia di quanti, nel corso dei secoli, si sono riconosciuti nel nome di Cristo e nella vita di una comunità legata profondamente a Lui dalla Parola e dai Sacramenti. Nessuna pretesa di essere esaustivi, né di voler spiegare o, tanto meno, celebrare: ci proponiamo uno sguardo a volo d’uccello per scoprire e conoscere affettuosamente – o almeno benevolmente – le caratteristiche di una visione della vita, che è giunta a noi attraverso un lungo cammino e nella quale tutti, in qualche modo, ci riconosciamo, come


DialogoeFamiglia Bassorilievo del Duomo Vecchio quando, sfogliando un vecchio album di fotografie di famiglia, ritroviamo nei luoghi, nei tratti delle fisionomie, nelle espressioni dei volti, qualche cosa che ci appartiene. La storia della diocesi di Brescia è simile a quella di molte altre del Nord Italia, eppure diversa e originale. Dei primissimi secoli restano assai scarse notizie: l’elenco dei vescovi inizia nel IV secolo, ma dei primi sette si conoscono solo i nomi. La figura più notevole, dopo Filastrio, fu Gaudenzio, suo successore (fine IV secolo), che ne esaltò lo zelo per la diffusione del Vangelo e descrisse le caratteristiche della diocesi in cui Filastrio portò a termine i suoi viaggi missionari: “Dopo quelle peregrinazioni salutari per numerose anime, meritò di accoglierlo Brescia, un tempo rozza, ma desiderosa di conoscenza, ignara di sapienza spirituale, ma lodevole per il desiderio di apprenderla”. Di Gaudenzio restano ventuno omelie, che costituiscono l’unica fonte per la conoscenza del cristianesimo a Brescia. È interessante ricordare come esse siano dedicate a Benevolo, magistrato integerrimo e buon cristiano che si era stabilito a Brescia, dopo essersi dimesso dall’incarico di segretario dell’imperatore Valentiniano II, per non sottoscrivere un decreto contro i cattolici. È certo che il popolo cristiano, oggetto delle cure del nuovo vescovo, era costituito da una comunità prevalentemente povera, in condizioni spesso disagiate, turbata da un senso di ingiustizia nel confronto con la ricchezza e la almeno apparente felicità delle facoltose famiglie pagane inserite nella vita politica e colta dell’impero ormai decadente, ma che conservava tutto il suo apparato burocratico. Gaudenzio esortava i fedeli a “non scandalizzarsi nel proprio cuore, a non mormorare contro Dio” per l’evidente contrasto fra il tenore di vita dei ricchi e le fatiche e le sofferenze di tanti cristiani soggetti al bisogno e alla povertà; egli però nello stesso tempo ammoniva con rimproveri anche pesanti i cristiani ricchi, troppo tolleranti

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Arca dei Santi Faustino e Giovita (particolare) nei confronti di abitudini e usi dei pagani e insensibili verso i fratelli di fede, curvi sotto il peso e l’incertezza di tante difficoltà. L’omelia XIII puntualizza le due principali preoccupazioni del vescovo: l’istruzione del popolo perché superasse una persistente mentalità pagana e l’educazione a una disponibilità nuova a condividere le proprie ricchezze con chi era nel bisogno. Catechesi e carità: le due linee direttrici dell’apostolato della Chiesa, così necessarie e sentite anche ai nostri giorni. Inoltre Gaudenzio curò i rapporti con la Chiesa di Milano, seguendo la linea pastorale di Ambrogio, a cui era legato da stima e amicizia, e con la Chiesa tutta, in una viva fedeltà a Roma che caratterizzerà l’atteggiamento della diocesi di Brescia nel corso dei secoli. Dal suo episcopato la Chiesa bresciana uscì in complesso forte e organizzata, tanto da poter reggere alle dure dominazioni prima dei Goti e poi dei Longobardi nell’inarrestabile crollo della autorità imperiale e delle strutture politiche e sociali dell’impero romano. Successivamente la Chiesa bresciana sembrò rientrare nell’oscurità: molto scarse sono le notizie del VI e del VII secolo. Ma proprio in quei secoli avvenne, anche se non esplicitamente documentato, il graduale avvicinamento e la conversione dei Longobardi ormai stanziati nel ducato di Brescia, come dimostra la diffusione del culto dei santi Faustino e Giovita, che si aggiunsero ai santi guerrieri più facilmente accettati da un popolo feroce e bellicoso. Nel secolo VIII, a coronamento di un significativo cammino, Desiderio, ultimo re dei Longobardi, fondò e dotò di molti beni i primi due grandi monasteri benedettini del Bresciano: san Benedetto di Leno e san Salvatore (poi santa Giulia) di Brescia, che rivestirono per secoli importanza primaria nella storia non solo ecclesiastica del nostro territorio. Irma Bonini Valetti


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ADOLESCENTI STUPEFACENTI

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irca un anno e mezzo fa è stata data agli oratori cittadini la possibilità di partecipare ad un progetto formativo che intendeva riuscire a creare una rete di aiuto all’interno della comunità per affrontare il delicato tema delle dipendenze. Solo tre oratori della “città” hanno accolto la proposta: Buffalora, Badia e Violino. Il curato, don Fausto, si è preso l’incarico di chiedere a tre persone per ciascuna comunità di partecipare ad una serie di incontri formativi sul tema delle dipendenze. Queste persone poi, in collaborazione con la Cooperativa “Il Calabrone”, hanno cercato di coinvolgere il resto della comunità con degli incontri di “lettura-analisi” del proprio territorio che si sono svolti nel mese di dicembre sia per gli adulti che per gli adolescenti. Il tema delle dipendenze è ampio e complesso: non ha un solo contenuto (droghe, alcol, videogiochi, social network…) e nemmeno un solo destinatario (adolescenti, adulti, maschi, femmine). “Dipendenti” siamo tutti quando consapevolmente o meno, attraverso l’uso ripetuto di sostanze o atteggiamenti, limitiamo la nostra libertà. I temi trattati nel corso sono stati diversi: • Lo scenario attuale sul tema sostanze stupefacenti. • Nomi, consumi, miti, false credenze. • Saper leggere il bisogno, accompagnare, orientare. • Le competenze relazionali: empatia e comunicazione efficace. • Il ruolo di referente sul tema in oratorio. L’obiettivo principale è stato quello di aprire gli occhi sul problema che, volenti o meno, interessa anche i nostri quartieri. Creare delle alleanze tra genitori ed educatori, senza delegare semplicemente ad esperti, serve a promuovere atteggiamenti di collaborazione per mettere in moto le intelligenze attraverso l’ascolto e il confronto. Lo sguardo che dobbiamo avere deve superare di certo alcune vecchie immagini (“ma ai miei

tempi….”, “ma i giovani di oggi…”) ed essere pronto, considerando la complessità del mondo, ma senza che questa diventi la giustificazione per atteggiamenti devianti e a rischio, a costruire una fotografia che ci permetta di andare oltre con prospettive e speranze. Gli incontri dal titolo “Una comunità che si prende cura di...” (per gli adulti il 25 Novembre e per i ragazzi il 3 e il 10 Dicembre) sono stati il primo passo verso questa alleanza e vista la partecipazione, circa settanta genitori e circa settanta adolescenti, è un passo assai significativo da non lasciar cadere. Ci pare opportuno condividere alcuni spunti emersi dalle letture del territorio di quelle sere e volgere poi lo sguardo verso il futuro. Gli adulti hanno fatto emergere una lettura del territorio dei quartieri di Badia e Violino dove luoghi informali (parchi e piazzette) e luoghi formali (oratori) sono allo stesso tempo risorsa e problema: risorsa in quanto esistono, ma costituiscono un problema perchè spesso non sono abitati correttamente sia dagli adulti, che mancano in tali ambienti o comunque non sono sufficienti, sia dai ragazzi. In tal senso emerge forte l’immagine di ambienti che svolgono diversi servizi utili, ma poco educativi in termini di continuità nella frequentazione. Gli adulti, infine, hanno rilevato la necessità di una maggiore formazione specifica per aiutare seriamente la crescita dei propri figli.


DialogoeFamiglia I nostri adolescenti hanno una lettura simile dove emerge la necessità di una presenza di adulti che siano davvero punto di riferimento, accompagnatori nel cammino e non sostituti o “guardiani”. I ragazzi hanno messo in luce diverse esigenze legate in particolare agli ambienti oratoriani che desidererebbero maggiormente adeguati ai tempi e con proposte sia di svago che di formazione realmente a misura delle loro esigenze. Una cosa interessante che gli adolescenti hanno messo in luce è la necessità di sentirsi coinvolti nella crescita del quartiere così che non si debba “fuggire” presto verso luoghi o proposte più accattivanti che attorno ai nostri quartieri è possibile reperire. Dalla lettura fatta possono nascere diverse iniziative e proposte: ci siamo accorti che lo spazio e le possibilità ci sono, ma forse quello che manca ancora è il sano protagonismo che porti sia gli adulti che i ragazzi a sentirsi i primi attori nella propria esperienza di vita sociale. Una prima attuazione di quanto è stato condiviso è la proposta del cammino di formazione per genitori e del doposcuola per i ragazzi delle medie nei nostri oratori come risposta immediata a bisogni che speriamo siano solo un “la” per trasformare i nostri quartieri e i nostri oratori in vivaci luoghi dove educatori, genitori e figli si

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sentono realmente “a casa” e crescano insieme superando quei limiti che possono permettere alle “dipendenze” di trovare terreni maggiormente fertili. Non va dimenticato che i nostri oratori restano costantemente impegnati nel cammino educativo per gli adolescenti attraverso gli incontri settimanali dei vari gruppi adolescenti sia alla Badia che al Violino (per la Badia la domenica sera si incontrano il primo e secondo anno delle superiori, il venerdì sera il terzo anno e un gruppo “giovani” sta muovendo i primi passi; per il Violino la proposta al venerdì sera per la terza media e la prima superiore e il cammino al mercoledì sera dell’ACG); inoltre presto si avvieranno i corsi di formazione al grest. A tali iniziative costanti si aggiungono esperienze significative nei periodi più liberi dalla scuola come a Natale o nel prossimo periodo di carnevale. Le proposte ci sono, a volte la comunicazione e il coinvolgimento non sono così efficaci, ma siamo anche convinti che i primi che devono investire in questi cammini siamo noi genitori chiamati a fare da stimolo perchè i nostri adolescenti possano davvero essere stupefacenti e non si lascino usare dagli stupefacenti! alcuni genitori di Badia e Violino

Verso l’estate... appunti da calendarizzare Per non arrivare impreparati all’estate proponiamo fin da ora la scansione delle varie attività proposte tradizionalmente dai nostri oratori: le iscrizioni e le informazioni più dettagliate saranno offerte a partire dal 2 maggio. L’estate poi si arricchirà di tante feste, tornei e animazione che verranno pubblicizzate a suo tempo. GREST dal 9 al 27 giugno presso l’oratorio Violino; dal 23 giugno al 11 luglio presso l’oratorio Badia; CAMPO JUNIOR CAMPO SENIOR CAMPO AVVENTURA

(3°-5° elementare): dal 12 al 19 luglio a Cevo; (1°-2° media): dal 19 al 26 luglio a Cevo; (3° media; 1-3 superiore): dal 27 luglio al 3 agosto: Pellegrinaggio “Cammino di san Francesco” a piedi da LaVerna sino ad Assisi;

SPERIENZA PER GIOVANI E

(dai 16 anni in su): dal 6 al 12 agosto: “Lourdes e gli ammalati” (a tale iniziativa si possono iscrivere come pellegrini anche gli adulti che lo desiderano)

CAMPO FAMIGLIE ESTIVO dal 11 al 20 agosto (le date sono ancora indicative)


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TERZA mostra dei presepi

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embra assurdo ma non mi sono mai particolarmente impegnato nell’allestimento del Presepio e degli addobbi Natalizi. In famiglia ho solo aiutato mia moglie e, successivamente, i miei figli a completare i loro lavori: ora il Presepio, ora l’albero, riservandomi il compito tecnico di posizionare le varie luci e lucine. Poi, quest’anno, la svolta. Parlando con gli organizzatori mi sono trovato coinvolto, non a ultimare la posizione delle lucine ma, addirittura, ad organizzare una mostra di ben 75 Presepi con oltre 50 espositori, con giornate di allestimento, giornate di presenza, giornate d’inaugurazione, giornate di chiusura e disallestimento. Quasi una punizione divina per il mio precedente scarso impegno… Il gruppo organizzativo, composto da numerosi volontari, offriva esempi di collaborazione dove il coinvolgimento era totale e gratificante. Allestire questa mostra, nella caratteristica chiesetta di S. Antonio sul colle dove, io e gli amici coetanei, abbiamo partecipato alle prime Messe e ai primi contatti col Catechismo (parliamo del secolo e millennio scorsi!) è stato un forte motivo coinvolgente che, piano piano, ci riportava alla mente e al cuore quei “sacri ricordi”. La campagna pubblicitaria è stata curata dai nostri sacerdoti che hanno spesso ricordato ai fedeli, negli avvisi a fine Messa, la visita alla mostra e, oltre 1.200 persone hanno aderito all’invito. Una preghiera particolare, dedicata al Bambin Gesù, è scaturita dai cori dei bambini che hanno inaugurato e chiuso la mostra: grazie quindi al Coro “Smile” del Violino e al “Chorus Angels” di Bornato, diretti magistralmente dalle rispettive maestre: Miriam Regola per il Violino e Valentina Giaconia per Bornato.

A scaldare i nostri cuori sono state anche le parole e le espressioni di fede scaturite dalle poesie dialettali dei nostri poeti concittadini, Ugo Pasqui e Domenico Gabrieli (El pö bù dei róss) a cui va il nostro totale apprezzamento. Vogliamo anche ricordare i tre espositori che ci hanno fatto dono dei loro Presepi, permettendoci di organizzare una piccola lotteria, che ha favorito una raccolta fondi per autofinanziare la mostra e destinarne una parte ad una associazione benefica. Su proposta di alcuni organizzatori ci siamo iscritti al Concorso Presepi di Brescia, che ci ha permesso di avere visibilità anche sulla stampa locale. Il giorno 18 gennaio 2014 abbiamo ricevuto un attestato di partecipazione durante la cerimonia di premiazione finale del Concorso Presepi, tenutasi in S. Barnaba, alla presenza del Vescovo Mons. Luciano Monari e del Sindaco Emilio Del Bono. Essenziale e sintetico il nostro grazie, all’essenziale e sintetico Don Raffaele, che ci ha aperto le porte della chiesetta sul colle, esponendo egli stesso alcune Natività, raccolte per il mondo che lo ha visto missionario. Vogliamo anche ricordare gli espositori che, con le loro opere, sono stati i principali protagonisti della mostra: da notare che questi artisti spaziavano da un’età di 4 anni ad un’età di over 75, ognuno con il suo Presepe, ognuno con il suo “BENVENUTO GESÙ”. NB: un doveroso grazie a tutti gli amici che, a vario titolo, hanno contribuito al successo della Mostra. A tutti un caloroso arrivederci alla prossima edizione. Gianni Maianti


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Presepio vivente

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na storia senza tempo, che si rinnova da secoli e che per un giorno è rivissuta in carne e ossa. Per raccontare il mistero dell’incarnazione di Dio con i gesti, le parole ed i silenzi. È ormai una tradizione consolidata quella del nostro Presepio Vivente inscenato nel prato accanto alla chiesa del Violino: coinvolge in modo davvero significativo un consolidato gruppo di volontari e circa 70 figuranti di tutte le età, trasformati per una sera in pastori, angeli, soldati. Il tutto sotto la puntuale e carismatica direzione dello storico regista Claudio Guglielmina. Le due rappresentazioni di questa edizione (il 29 dicembre ed il 6 gennaio) hanno offerto ai complessivi 500 spettatori dei nostri quartieri e della città uno spettacolo di qualità, arricchito quest’anno da alcune significative novità, tra cui la proiezione su un grande schermo di immagini che accompagnavano le scene proposte e la scelta di affidare il ruolo della Sacra Famiglia a due giovani famiglie dell’Unità Pastorale: Elena, Ni-

cola e la piccola Margherita del Violino (nel debutto del 29 dicembre) e Alice, Marco e Michele della Badia (nella replica del 6 gennaio). Il presepio vivente della nostra Unità Pastorale è quindi: - un’imperdibile occasione di fraternità e di crescita spirituale per i volontari della nostra grande Comunità (che bello vedere ogni anno volti nuovi e che bello se questi volti fossero sempre più numerosi!); - un grande sforzo organizzativo; - un’esperienza di fede per tutti (quest’anno un po’ “infangata”, ma non certo “gelida”). Grazie! Anche alle nostre bestioline: le pecorelle, l’asino e la mucca-bue. Il nostro presepio non è un appuntamento riservato a pochi eletti: per la prossima edizione (la 18ma!) confidiamo in nuove forze. Carlo Zaniboni


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Incontriamoci per conoscere Incontri formativi proposti dal Gruppo di Riferimento Parrocchiale

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li ormai tradizionali incontri di gennaio proposti dal Gruppo di riferimento Parrocchiale per il quartiere hanno toccato quest’anno tre temi molto diversi ma ugualmente interessanti. Il primo incontro, tenutosi il 17, ha riguardato il mondo delle nuove tecnologie della comunicazione. Fra i tanti spunti proposti dal prof. Asti sono emersi in particolare due aspetti di questo nuovo modo di comunicare: uno più narcisistico, ricerca dell’approvazione degli altri esibendo aspetti anche intimi della propria vita, a volte reali altre inventati, l’altro più sociale e culturalmente più importante legato alle enormi possibilità di scambio di informazioni e di idee. Una nota particolare: non è vero il mito secondo il quale i nativi digitali (ragazzi nati dopo l’inizio dell’era dei computer) sarebbero tutti super esperti di questi nuovi strumenti; essi invece appaiono così “tecnologici” solo agli occhi di chi ha meno confidenza con i PC. Anche i più giovani infatti utilizzano di questi nuovi mezzi solo ciò che è a loro più utile ad esempio per chattare con gli amici, ignorando tutto il mondo che sta dietro allo strumento che hanno in mano ed il suo funzionamento complessivo. Questo utilizzo “spregiudicato” e intensivo dei mezzi per comunicare senza conoscerne i meccanismi profondi di funzionamento rende i ragazzi molto fragili e manipolabili.Un potenziale rischio del mondo Internet è insito nell’accumulo di informazioni che noi stessi mettiamo in rete. Questi dati non potranno più essere cancellati, diventando di fatto proprietà delle aziende private che gestiscono i vari social. Una eventuale nostra futura esigenza di dover cancellare notizie che ci riguardano, magari imbarazzanti, per motivi

L’incontro su Don Murgioni

legati alla carriera, alla ricerca di lavoro o altro, potrà assumere per noi una tale importanza da essere disposti a pagare, magari anche somme importanti, pur di vedere eliminate queste informazioni. In Internet tutti possono fare tutto: tutti possiamo essere scrittori, musicisti, fotografi, possiamo collaborare per scrivere un’enciclopedia o sostenere idee politiche piuttosto che culturali, viene però a mancare il livello critico. La scuola deve insegnare a muoversi con basi culturali solide dentro questo mare enorme, e la politica deve urgentemente gestire, non limitare, ma regolamentare questo flusso ininterrotto e gigantesco di informazioni. Il 24 gennaio più di 80 persone hanno potuto venire a conoscenza dell’esperienza di vita scritta nel romanzo epistolare “Miei cari figli, vi scrivo” dalla giornalista moldava Lilia Bicec, residente nel nostro Villaggio, arrivata in Italia per svolgere il lavoro di badante. Il testo, grazie anche ad una vibrante lettura da parte dell’attrice Valeria Battaini, ha riportato vive, nel teatro, le sensazioni descritte nel libro. Una esperienza di vita certamente dura, una scelta imposta da stringenti situazioni economiche, dove la speranza di futuro viene a mancare. Sono emerse sensazioni di paura, coraggio, speranza, rifiuto, accettazione, amore, che hanno certamente aiutato a meglio capire il mondo e la vita delle signore che aiutano i nostri anziani. Dopo la bella presentazione, la dottoressa Bicec e l’assessore Fenaroli hanno provato a dare senso, ciascuno dal proprio punto di vista, alle parole accoglienza, legalità ed integrazione. Il 31 gennaio incontro con Anselmo Palini autore del libro “Dalla mia cella posso vedere il mare” sulla figura di don Pierluigi Murgioni. Testo che riporta l’altissima testimonianza di vita cristiana data da questo prete, grande testimone di fede e di pace, che aveva radici anche nel nostro quartiere. Teatro avvolto di una tensione palpabile, come solo le storie vere, vissute, possono creare. Tante persone ad ascoltare l’autore del libro e due compagni di prigionia di don Murgioni: don Saverio Mori e Juan Baladan Gadea oltre a Pino Murgioni. Don Murgioni un prete vicino agli ultimi, vicino anche quando costa molto, quando costa il carcere e la tortura. Un prete della Chiesa della povera gente, vicino alle periferie del mondo. Un prete che ci insegna come un vero cristiano deve pensare, dire e operare secondo la fede e la propria coscienza, con coerenza e coraggio. Tre belle serate, tre occasioni per ritrovarci e crescere insieme. Alla prossima! Mirco Biasutti


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Gruppo ricerca Badia Trenta RENDICONTO ANNUALE

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olio su tela di Antonio Paglia

La messa di S. Lorenzo

a diversi anni il Gruppo Ricerca Badia Trenta è attivo nella nostra parrocchia della Badia e, come tutti sanno, si occupa della cura e della manutenzione della chiesa di Sant’Antonio sul colle, affiancando a tale attività l’organizzazione di svariate manifestazioni culturali e di carattere storico – artistico. Il nostro impegno permette di mantenere la chiesa in uno stato decoroso per realizzare sia le nostre attività culturali sia alcune attività di carattere religioso organizzate dalla parrocchia (rosario, via crucis, ecc.). Per poter seguire al meglio la cura della chiesa, che comporta, come è evidente, anche parecchie spese, da due anni ci siamo costituiti come associazione no profit e desideriamo far conoscere a tutta la comunità il nostro bilancio. Dalla lettura del rendiconto finanziario si può notare che in cassa abbiamo qualche soldo, che però sarà al più presto speso per realizzare le copie di due quadri, attualmente nella parrocchiale, ma provenienti dalla chiesa di Sant’Antonio. Queste riproduzioni saranno ricollocate nella chiesetta con l’intento di riportarla all’antico splendore. Altri soldi serviranno per realizzare almeno le tre manifestazioni più importanti: il secondo concorso fotografico in maggio, una mostra di documenti relativi alla Grande Esposizione Industriale Bresciana del 1904 in giugno e la seconda mostra artistica dedicata agli studenti in settembre. Cogliamo l’occasione per ringraziare il gruppo che ha organizzato la mostra dei presepi, che anche quest’anno ha avuto grande successo di pubblico, e, grazie alle offerte raccolte, ha contribuito a sostenere le spese di manutenzione. RENDICONTO ECONOMICO FINANZIARIO 2013 INCASSI: € 1736,77 Quote associative: € 260,00 Erogazioni liberali: € 490,00 Attività promozionali (mostre, concerti, spettacoli): € 968,87 Interessi bancari: € 16,90 PAGAMENTI: € 1484,57 Spese per attività tipiche (manutenzioni e stampe): € 1124,11 Spese per attività accessorie: € 243,97 Spese e oneri finanziari: € 116,52 AVANZO DI GESTIONE 2013: € 252,20 TOTALE DISPONIBILE: (somma avanzo di cassa 2012 e 2013): € 1048,39


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Cronaca di Vita Comunitaria Cineforum: una proposta in crescita

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on la formazione dell’Unità Pastorale Badia-Violino anche l’iniziativa del Cineforum si è adeguata alla nuova realtà. I due cicli di incontri cinematografici svoltisi lo scorso anno, il pomeriggio al Violino, la sera alla Badia, hanno coinvolto un discreto numero di partecipanti, interessati e, come ci è sembrato, soddisfatti delle proposte. Film con argomenti religiosi e temi di attualità, allo stesso tempo non cervellotici o eccessivamente impegnativi. In questa logica si concretizza anche la proposta del prossimo ciclo, quattro film nel mese di marzo, con però un’attenzione particolare ai problemi giovanili. La speranza è di poter coinvolgere anche fasce d’età consone agli argomenti trattati e magari riuscire anche a formare un gruppo giovane che possa, coltivandone la passione, darne continuità. Sarebbe un bel risultato, anche alla luce dell’iniziativa intrapresa dalla CEI a livello nazionale con una società che rappresenta tutti i distributori: ottenere ad un prezzo politico, con una quota associativa annuale, l’autorizzazione ad usare legalmente il dvd come supporto per proiezioni a scopo culturale nelle parrocchie. A tal fine è quindi utile avere una disponibilità di cassa idonea alla necessità, come si evince nell’allegato bilancio. Di seguito pubblichiamo il bilancio attività 20112013 e il programma del prossimo ciclo che avrà come tema “Come è difficile diventare adulti”. A presto e buon cinema a tutti.

UNITÁ PASTORALE BADIA-VIOLINO

Parrocchia Madonna del Rosario Badia-Mandolossa Parrocchia San Giuseppe Lavoratore Violino in collaborazione con F.N.P. CISL BS

propongono 4 incontri cinematografici sul tema:

COM’É DIFFICILE DIVENTARE ADULTI! VIOLINO

BADIA

Giovedì 6 marzo 2014

LA SPOSA PROMESSA di Rama Burshtein Israele 2012

Venerdì 7 marzo 2014

Giovedì 13 marzo 2014

NOI SIAMO INFINITO di Stephen Chbosky Usa 2012

Venerdì 14 marzo 2014

Giovedì 20 marzo 2014

BIANCA COME IL LATTE ROSSA COME IL SANGUE di Giacomo Campiotti Italia 2013

Venerdì 21 marzo 2014

Giovedì 27 marzo 2014

UN GIORNO DEVI ANDARE Venerdì 28 marzo di Giorgio Diritti 2014 Italia 2013

Walter Salemi BILANCIO CINEFORUM 2011-2013 CASSA A FINE 2011: € 198,95 ENTRATE 2013: € 806,27 dalle offerte durante le proiezioni: € 406,27 contributo FNP-CISL: € 400,00 USCITE 2013: € 89,20 (per noleggio e autorizzazioni) VERSATI IN PARROCCHIA: € 600,00 RIMANENZA CASSA: € 316,02

Proiezioni del giovedí: ore 15.00 presso il saloncino sottostante la Chiesa del Violino trav. Ottava, 4 Proiezioni del venerdí: ore 20.45 presso il saloncino in via Prima, 83 villaggio Badia ingresso libero a tutti


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“IN THE CITY”

Esperienza natalizia degli adolescenti

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al mattino del 28 dicembre al tardo pomeriggio del 1 gennaio un gruppo di ragazzi e ragazze della nostra unità pastorale di età compresa tra i quattordici e i diciotto anni, hanno partecipato al campo esperienza invernale “In the city”, organizzato dal nostro curato don Fausto, il cui tema era la gratuità (da ciò il motto “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”). Ospitati nella casa “Comunità Incontro“ a Mompiano, abbiamo avuto la quasi completa gestione dello stabile, condiviso con le suore Ancelle della Carità. L’esperienza aveva due finalità: creare un gruppo affiatato, una sorta di comunità (nonostante la differenza di età e di contesti di appartenenza) e svolgere un servizio di supporto presso il Dormitorio di via Villa Glori, legato all’esperienza di solidarietà “Emergenza Freddo”. Questo servizio non prevedeva un contatto diretto con i senzatetto ospitati, bensì constava nel sistemare e pulire gli ambienti (camerate, bagni e cucina) al mattino o al pomeriggio. Il 29 dicembre, dopo esserci ambientati nella casa, nel pomeriggio abbiamo effettuato il servizio al dormitorio e al ritorno alla casa abbiamo affrontato il tema della gratuità, intesa come scelta, facendoci aiutare dalle parole-provocazione di Gandhi sui cristiani passivi; quindi abbiamo fatto un gioco sulla Legalità e, alla sera abbiamo concluso con la lettura del brano delle Beatitudini del Vangelo di Matteo. Il giorno 30, dopo aver compiuto il servizio al dormitorio in mattinata ci siamo confrontati sulla gratuità come servizio, riflettendo innanzitutto sulla figura di madre Teresa di Calcutta. Nel pomeriggio abbiamo svolto una caccia al tesoro per la nostra città in 6 tappe, alcune delle quali rappresentavano luoghi simbolici come un oratorio (Mompiano), un monastero, la chiesa dedicata ai santi Faustino e Giovita, etc. In serata abbiamo quindi svolto una riflessio-

ne prendendo spunto dalla preghiera per il servizio di madre Teresa mettendo in evidenza la frase che più ci aveva colpito. L’ultimo giorno dell’anno dopo il servizio, sempre in mattinata, abbiamo celebrato la messa di ringraziamento per l’anno che si apprestava a finire e quindi affrontato il tema della gratuità come talento, leggendo la storia di Domenico Savio. Nel pomeriggio ci siamo recati al Palaghiaccio a pattinare e dopo la cena e un giro in centro città abbiamo atteso la mezzanotte in castello. Una volta rientrati alla casa abbiamo festeggiato ancora il Capodanno. Il giorno seguente abbiamo celebrato la prima messa dell’anno e affrontato il tema dell’ultima giornata: la gratuità come dono di vita, leggendo una storia che spiegava in modo simbolico come vivere al meglio la propria vita. Il pomeriggio dopo l’ultimo turno di servizio al dormitorio abbiamo concluso, a malincuore, questa magnifica esperienza. Un ringraziamento particolare a Anna che ci ha aiutato nella preparazione dei pasti; alle suore che ci hanno ospitato e sopportato; a tutti noi ragazzi e ragazze che abbiamo cercato di creare un gruppo collaborativo, e abbastanza affiatato e con tanta voglia di continuare a camminare insieme! Adolescenti in the city

CAMPO FAMIGLIE INVERNO 2014 Anche quest’anno si è svolta come da tradizione la vacanza sulla neve per famiglie. La neve non è mancata, il sole invece si è dimenticato di noi. Le condizioni meteo, non troppo favorevoli, sono però state utili per valorizzare il potere aggregante della vacanza. Per gli amanti dello sci la soddisfazione e’ stata solo in parte, ma lo scopo della vacanza penso sia stato raggiunto: aggregazione e riflessioni l’hanno fatta da padrone! Con il gruppo dei genitori, accompagnato da don Fausto, si è potuto riflettere sull’educazione dei figli andando ad approfondire vari temi come l’utilizzo delle nuove tecnologie o la vita dell’oratorio. Gli adolescenti, come i bambini, non hanno certo problemi a divertirsi, soprattutto quando si ha a disposizione una struttura con ampi spazi per loro. Da qualche anno la parrocchia organizza questa vacanza per famiglie e ci porta sempre in ottimi posti. Nella fase organizzativa si cerca di pensare a rendere tutto il più comodo possibile per tutti: ricerca ed impegno non sono poca cosa, ma varie persone si impegnano per far sì che tutto funzioni al meglio. Cosa si chiede in cambio? Molto poco, la voglia di conoscere altre persone, di parlare, riflettere e stare in compagnia. Luca Morzenti


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Festa al Violino

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abato 7 dicembre, al quartiere Violino, si è svolto come ogni anno (a partire dal 1986) l’anniversario della Consacrazione della Chiesa parrocchiale di S. Giuseppe lavoratore patrono del villaggio. I parrocchiani si sono sentiti coinvolti ed hanno risposto con entusiasmo. Il programma di intrattenimento dava tanti elementi per fare si che, chi per curiosità e chi per fede, si sentisse di trascorrere una sera diversa dal solito. La messa delle ore 18 ha visto in prima fila

i sacerdoti che negli anni passati ci hanno accompagnato, dando alla celebrazione un’impronta non solo spirituale ma anche calorosa e di affetto famigliare. Finita la messa, nel piazzale, è stato acceso l’albero di Natale e per riscaldarci gli “Amici del Braciere” hanno offerto panettone e vin brulè, sempre molto graditi da tutti. La serata é proseguita in teatro con un concerto musicale dei nostri artisti locali. Le ballerine del Centro Studi Danza, dirette dalla maestra Tonina hanno fatto commuovere il folto pubblico in sala, bravissimi anche il pianista e il fisarmonicista e favolosa il nostro soprano Veronica Gasparini. Ma il diavolo ha voluto metterci lo zampino. Sí, perché all’ultimo momento il maestro di pianoforte Giacomo Piazza per un imprevisto non ha potuto dare il suo contributo. Alle 23 circa termina il concerto tra gli applausi calorosi dei presenti grati per aver avuto modo di stare insieme spensieratamente. …E la musica è finita, gli amici se ne vanno e arrivederci fra un anno... Rita Spada

La principessa e il ranocchio

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a Compagnia Teatrale “I Soliti Ignoti” dell’Oratorio S. Antonio di Brescia è nata nel 2005 e da allora si è fatta conoscere nell’oltremella bresciano. La Compagnia, nei diversi anni, si è cimentata in commedie musicali all’italiana composte dai grandi Garinei e Giovannini come “Aggiungi un posto a tavola” e “Se il tempo fosse un gambero”, senza tralasciare il pubblico dei più piccoli presentando spettacoli come “La Bella e la Bestia” e “Le campane di Notre Dame”. Con un cast tutto nuovo diretto dalla regista Sara Gritti, supportata nella regia artistica da Rita Palanti e Silvia Gritti, la compagnia ha portato in scena per la prima volta il 30 novembre e l’1 dicembre 2013 presso il teatro Colonna di Brescia la coloratissima e divertentissima fiaba musicale “La Principessa e il Ranocchio”, uno spettacolo per bambini, ma adatto a tutte le età. La preparazione dello spettacolo ha richiesto circa un anno, durante il quale il cast e lo staff tecnico de “I Soliti Ignoti” si sono impegnati a creare qualcosa di inedito nel panorama teatrale bresciano, riscontrando un enorme entusiasmo da parte del pubblico che ha applaudito calorosamente alla performance dei giovani attori. Sulla scia di tale successo, la compagnia ha replicato

lo spettacolo poco dopo, il 14 dicembre, all’oratorio S. Filippo Neri di Chiesanuova. In seguito “I Soliti Ignoti” sono stati invitati ad esibirsi sul palco dell’oratorio della Badia, dove la parrocchia, il don e i responsabili del teatro hanno accolto con grande disponibilità la compagnia, in modo tale da poter portare in scena nuovamente un incredibile spettacolo che con i suoi variopinti costumi, le travolgenti canzoni, i divertentissimi balletti e le realistiche scenografie, ha proiettato ancora una volta grandi e piccini nel magico mondo delle fiabe, lasciando tutti a bocca aperta. Se non avete ancora avuto l’occasione di vedere la fiaba musicale “La Principessa e il Ranocchio”, seguite la compagnia teatrale “I Soliti Ignoti” sul loro sito www.compagniaisi.it e sulla pagina facebook I Soliti Ignoti compagnia teatrale per conoscere le date delle prossime repliche. Inoltre se volete provare anche voi la divertentissima ed emozionante esperienza del teatro, la compagnia sta cercando nuovi componenti per la realizzazione del prossimo spettacolo. Vi aspettiamo numerosi! Annalisa Bana e Elena Portascarta


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Festa Tesseramento A.C.

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ondensare le emozioni di un’Associazione che rinasce in poche righe non è cosa semplice. A questo, a rifiorire, sta mirando la nostra AC parrocchiale di anno in anno, cercando di superare il periodo di dispersione che nei tempi passati ci ha minato nello spirito e nei numeri. La nuova AC è fatta di adulti, che come solide stelle ci mostrano il cammino, ci dimostrano che sì è possibile vivere la vita del laico credente, impegnato in parrocchia, ed essere felici. È fatta dei giovani educatori, che si dimenano tra mille impegni per riuscire a essere comunque veri amplificatori del Vangelo per i più piccoli. È fatta dai bambini e ragazzi, la nostra speranza, il nostro campo di maggiore impegno, perché l’associazionismo vive sulla trasmissione di valori, modi di vivere e di essere, impegni e parole, da una generazione all’altra. Se non rimaniamo un ente aperto, saldo nei principi ma aperto ai cambiamenti, se non cresciamo aprendoci al mondo e al nuovo, respirandolo nella sua essenza prima di giudicarlo, inevitabilmente la nostra Associazione morirà. Coloro che si sono riuniti l’8 Dicembre, coloro che hanno scelto

di affidare la guida di un così delicato processo ad un giovane di 25 anni, sono coloro che credo siano animati dal mio stesso entusiasmo, l’entusiasmo del definire “Cosa si vuole fare e perché” prima di accampare le scuse materialiste e deprimenti del Come, del Quando e del Quanto. Questa è l’energia motrice che sprizza viva dai giovani e che da essi vuole partire per animare tutta la nostra parrocchia, che vuole andare oltre le cose che si sono fatte sempre uguali e che non si possono cambiare, che vuole approdare a qualcosa di nuovo oltre tutte le sfide. È con questo messaggio di convinzione e fede che ci affidiamo nelle mani del Padre, perché possa guidare col consiglio del Suo Spirito questa genuina energia a fare del bene a partire dal piccolo delle nostre parrocchie. Consapevoli che questo cammino coinvolge tutta la comunità, anche al di fuori dell’Associazione, chiediamo a tutti, del Violino e della Badia, sostegno, apertura e condivisione, per allargarci al mondo di fuori e crescere insieme come comunità. Corrado Tregambe

Comunicazione riguardante i Funerali

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artendo dalla constatazione che in questi anni la prassi pastorale circa i defunti è profondamente cambiata e molti fratelli vengono vegliati non più presso la propria casa, per la quale la liturgia funebre prevede una specifica forma di accompagnamento alla Chiesa, ma presso gli obitori degli ospedali o delle case di riposo, riteniamo che la preghiera della visita del sacerdote e la veglia nel giorno precedente al funerale siano un atto di carità ben fatto. Quando veniamo a conoscenza che una persona è mancata, in giornata un sacerdote si reca a far visita al defunto e alla famiglia. Normalmente il giorno prima del Funerale si tiene, presso l’abitazione oppure presso i vari obitori, la Veglia Funebre di Preghiera. La preghiera per il defunto al momento della partenza dagli obitori o case di riposo è solitamente accompagnata da due o tre persone, poiché, per vari motivi la maggior parte dei fedeli aspetta il feretro in chiesa, mettendo in luce che questo non è un momento vissuto comunitariamente. Perciò constatato che il rito non prevede nulla per questo momento di pre-

ghiera che resta sostanzialmente privato e ristretto, in accordo con i confratelli Sacerdoti e con il Diacono della nostra Unità Pastorale siamo giunti alla decisione che, dal mese di febbraio 2014, non ci recheremo più presso i vari Obitori, Sale Mortuarie, Sale del Commiato a “prendere” i Defunti per l’accompagnamento in Chiesa, ma aspetteremo il defunto sulla porta della chiesa e, dopo la celebrazione liturgica, lo accompagneremo al Cimitero. Non andremo, come già avviene, al Tempio Crematorio, mentre siamo disponibili per la Benedizione dell’urna cineraria, su richiesta della famiglia. Quando il defunto è presso la propria abitazione, sita nella Parrocchia si continuerà invece a recarsi presso la casa per la benedizione e ad accompagnare in chiesa il defunto con tutta la comunità. Abbiamo comunicato ai Consigli Pastorali Parrocchiali questa proposta che è stata accolta favorevolmente. Contiamo sulla comprensione dei nostri parrocchiani. I Sacerdoti e il Diacono dell’Unità Pastorale


Santa Lucia al Violino

Centro Studi Danza

PER NON FERMARCI QUI... Oltre al Giornale-bollettino dell’unità pastorale sarebbe bello approfondire il messaggio cristiano anche attraverso la stampa cattolica che non sempre è presente nelle nostre case. Alcune famiglie, in particolare al Violino, già sono abbonate ad alcune riviste attraverso la parrocchia, vorremmo estendere questa possibilità all’Unità Pastorale costituendo un “Gruppo della Buona Stampa” con il compito di diffondere e favorire gli abbonamenti alle testate cattoliche: chi fosse disponibile a dare una mano lo può fare segnalandolo ai sacerdoti. Qui sotto trovate alcune proposte:


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