Dialogo e Famiglia - Giugno 2014

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Dialogo e Famiglia Giornale dell’unità pastorale delle Parrocchie Badia-Mandolossa e Violino N˚3 - Giugno 2014

Passi di

Unità Pastorale

“...i giorni nei quali c’è soltanto un’orma sulla sabbia sono proprio quelli in cui ti ho portato in braccio” Anonimo brasiliano


Sommario Parola del Parroco In cammino verso l’unitá pastorale: ma ci crediamo per davvero?. . . . pag. 3 Vita della Chiesa Verso il Sinodo sulla famiglia . . . » 5 “Non lasciamoci rubare l’amore per la scuola”. Il Papa incontra la scuola . . . . . » 6 Paolo VI: un beato di casa nostra. » 7 Vita dell’Unità Pastorale La fotografia della nostra comunità » 8 Vita dei quartieri Alla ricerca delle nostre radici: gli ordini mendicanti. Francescani e Domenicani e altri ordini mendicanti. . . . . . » 13 Alla riscoperta dei luoghi di fede: l’immagine sacra di S. Antonio e della Madonna con bambino nella cascina “La Colombaia” . . . . . . . . . . . » 15 Il xx anniversario del Gruppo v.p.c. Oltremella. . . . » 16 Giugno 2004 - giugno 2014... dieci anni di “Casa Famiglia” . . . » 16 Comitati di quartiere Indicazioni per l’uso . . . . . . . . » 17 (Ri)Nascono i comitati di quartiere: l’assemblea del 7 maggio 2014 . . » 18 Il Sabato del Villaggio 24-5-2014. » 18 Cronaca di Vita Comunitaria Preadolescenti in uscita: apri gli occhi del cuore… Insieme è più bello, con i ragazzi di seconda media!. . . . . . . . . . » 19 Preadolescenti in uscita: terza media ad Alone di Casto. . . » 19 Il senso del festeggiare in oratorio. » 20 La festa patronale del Violino: San Giuseppe Lavoratore. . . . . . » 20 Prima riconciliazione: sentirsi amati nell’abbraccio misericordioso del Padre. . . . . . » 21 Prima riconciliazione: le sensazioni di un genitore . . . . » 21 I bambini del gruppo Nazareth e la loro avventura . . . . . . . . . » 22 Chiusura del primo anno di ICFR. » 22 Chiusura anno catechismo. . . . . » 22

Redazione Don Raffaele Donneschi, Don Fausto Mussinelli, Elena Rubaga, Elena Vighenzi, Edoardo Dioni, Mirco Biasutti, Beppe Maifredi, Carlo Zaniboni, Guerino Toninelli, Luigi Biemmi.

Prenditi tempo per pensare perché questa è la vera forza dell’uomo. Prenditi tempo per leggere perché questa è la base della saggezza. Prenditi tempo per pregare perché questo è il maggior potere sulla terra. Prenditi tempo per amare ed essere amato perché questo è il privilegio dato da Dio. Prenditi tempo per essere amabile perché questo è il cammino della felicità. Prenditi tempo per ridere perché il riso è la musica dell’anima. Prenditi tempo per dare perché il giorno è troppo breve per essere egoisti.

Orari S. Messe Unità Pastorale Feriali:

ore 8.00: Badia

ore 8.30: Badia

ore 9.00: Violino

ore 18.00: Violino

Festive:

ore 9.00: Mandolossa ore 10.30: Badia

sabato ore 18.00: Violino

ore 11.00: Violino

sabato ore 18.30: Badia

ore 18.00: Violino

Contatti dei presbiteri della Unità Pastorale Parroco (don Raffaele Donneschi): Parrocchia San Giuseppe Lavoratore trav. Ottava,4 - Villaggio Violino tel. (segreteria parrocchiale) 030 312620 e-mail: raffado@alice.it www.parrocchiaviolino.it Curato (don Fausto Mussinelli): Parrocchia Madonna del Rosario via Prima, 81 - Villaggio Badia tel. 030 313492 - cell. 328 7322176 e-mail: donmussi80@gmail.com www.parrocchiabadia.it

Riferimenti per gli oratori: Oratorio San Filippo Neri via Prima, 83 - Villaggio Badia Oratorio Violino via Prima, 2 - Villaggio Violino

Foto in copertina: Orme sulla sabbia... Dio ci è sempre vicino.


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Parola del Parroco

In cammino verso l’unitá pastorale: ma ci crediamo per davvero?

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i sa, il cambiamento è sempre difficile! Le fossimo arrivati a capire che avevamo un po’ tutnovità comportano sempre degli ‘adegua- ti bisogno di formazione, di trovare motivazioni menti’ mentali, affettivi, relazionali… oltre comuni, di arrivare a un ‘senso comune’ del noche strutturali e, confessiamolo, facciamo tutti un stro impegno, del nostro servizio, soprattutto da po’ fatica a ‘guardare oltre’ le nostre abitudini, i parte di chi già lavora in parrocchia, sono abbanostri soliti orizzonti, le solite facce! stanza deluso. Facevo il conto che nella mia vita, ormai alla soglia Deluso perché abbiamo continuato a ‘fare’ molte dei 62 anni, ho fatto per lo meno 9 traslochi, par- cose, (avete notato la lunghissima, a volte stanlando di abitazioni; negli 11 anni e più di Brasile chevole, lista degli avvisi domenicali?), a proporho sempre avuto la borsa pronta, dovendo partire re mille iniziative, a curare ognuno il suo settoogni martedì per vire, la sua creatura, sitare le Comunità il suo gruppo… die dovendo dormire menticando che siafuori casa 4 notti, mo membra di un in altrettante case; unico corpo e che in 11 anni di Uffinon ci possiamo dicio Missionario ho sinteressare gli uni visitato decine di degli altri, pena una missionari in Afrischizofrenia, o meca e America Latina glio ancora una ‘sintrovando ospitalidrome dissociativa’ tà nelle loro case… (scusate i paroloni!) Penso proprio che per cui la Parrocchia queste esperienze è una cosa diversa mi abbiano fatto acda quello che faccio quisire il senso del io, che promuovo, a Focolare - Gabriele Marsilii provvisorio e che cui partecipo io… un po’ vagabondo lo sia diventato per acquisita anche se agisco all’interno, per conto o a nome struttura mentale, non certo per carattere, visto della parrocchia stessa! Deluso da tanti bravi che sono un ‘pigro naturale’! Ogni tanto qualche parrocchiani disponibili a fare in parrocchia … amico o confratello mi chiede: “come va con le quello che piace a loro (fatto anche bene, con comdue parrocchie, con l’Unità Pastorale?”… Ma con petenza e magari anche con passione) ma non a questo ‘curriculum’ volete che mi faccia paura o mettersi insieme agli altri, a interrogarsi e a inmi crei problema fare il parroco per due parroc- terrogare, a progettare insieme come adempiere chie? Celebrare una Messa alle 9 alla Badia e alle al compito per cui Gesù Cristo ci ha scelti e per 11 al Violino (in un anno ho fatto 4.000 chilometri cui siamo cristiani: annunciare il regno di Dio e in macchina contro i 50.000 del Brasile e i 20.000 il suo Vangelo. all’Ufficio Missionario…) pensate mi possa crea- Nel primo incontro comunitario dell’ottobre 2013 re difficoltà?... I problemi non sono certo a questi abbiamo riconosciuto questa ‘settorialità’ del nolivelli! stro impegno pastorale, ma poi non ne abbiamo Devo confessare ai miei parrocchiani della Ba- tirato le conseguenze: i catechisti hanno condia e del Violino che, dopo questo primo anno tinuato a fare catechismo e basta, i baristi a far in cui, dopo vari approfondimenti, sembrava che funzionare bene il bar e basta, i volontari nei vari


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settori a fare bene il loro servizio e basta… Il vescovo Luciano, presentandoci la sua Lettera Pastorale, ci ha aperto uno spiraglio su ciò che dovremmo essere, una comunità in missione, una comunità attenta all’annuncio della fede e una comunità consapevole che è la comunione che la rende credibile. “Il dinamismo della vita cristiana è diretto verso un traguardo che è lo stesso per tutti i credenti: la comunione con Dio; quindi: una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati. Possiamo avere obiettivi immediati diversi, ma la meta ultima è la stessa e questo ci unisce al di là delle preferenze individuali” (Come il Padre ha mandato me…, pag. 32-33). Parole sante, mi verrebbe da aggiungere, che fanno proprio al caso nostro. Volete un’altra prova di come siamo lontani da questa mentalità di comunione? In Quaresima abbiamo proposto i Centri di Ascolto in famiglia come segno di apertura e di presenza della comunità cristiana sul territorio, un segno di ‘missione’ per l’appunto. Chiedo: quanti catechisti si sono sentiti coinvolti in questa proposta? Quanti animatori, educatori, volontari… hanno capito che poteva essere un momento importante (ricordate il disegnino del primo incontro comunitario dove nei vari gruppi al centro era aperto il libro della Parola di Dio?) per uscire dal proprio ambito di servizio e ritrovarsi cristiani insieme ad altri cristiani, che magari non hanno compiti

Maestro, dove abiti? - M.I. Rupnik

o mansioni in comunità, tutti però interrogati e stimolati dalla stessa Parola? E siamo all’ultimo ciclo di incontri comunitari, quello che avrebbe dovuto guardare al futuro in vista della elaborazione di un Progetto Pastorale della prossima Unità Pastorale. Nel frattempo, come annotazione di cronaca, dei circa ottanta partecipanti iniziali, siamo scesi a trenta, che ringrazio per la costanza, per la partecipazione attiva, per la volontà di costruire insieme.... ma che non possono essere, non per colpa loro, rappresentativi di tutte le componenti e realtà che agiscono all’ interno delle due parrocchie. Mi chiedo se e come sarà possibile progettare insieme se mancano i quattro quinti (abbiamo calcolato in circa 250 le persone che in un modo o nell’altro ruotano intorno alle due comunità...) di coloro che dovrebbero costituire l’ossatura portante della futura Unità Pastorale. Seguendo le indicazioni dello Strumento di Lavoro proposto dalla Diocesi abbiamo cercato di fare una mappatura dell’esistente nelle Parrocchie e abbiamo trovato molte proposte, iniziative, gruppi, interessi (in altra parte del Giornale si trova il quadro complessivo): ciò che ci aspetta ora, la sfida vera e propria, sarà quella di animare (dare un’anima, nel senso letterale del termine) con spirito evangelico tutto questo; di entrare in una dimensione dove tutto quello che facciamo in parrocchia, dal catechismo allo spiedo, dalla Lectio Divina al torneo di calcio, dalla Celebrazione Eucaristica al Grest... abbia un obiettivo comune, annunciare Gesù Cristo e il suo progetto di bene per l’umanità. Interessante a questo proposito è stato il confronto con alcuni laici che vivono nelle loro parrocchie l’Unitá Pastorale o che si stanno preparando a realizzarla: tutti hanno parlato dell’importanza fondamentale della formazione, della condivisione di un progetto se si vuole per davvero cambiare marcia e dare un volto nuovo al nostro essere cristiani e al nostro essere chiesa. È l’augurio che faccio a tutti noi. don Raffaele


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Vita della Chiesa

Verso il Sinodo sulla famiglia

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arà dedicato alle «problematiche inedite fino a pochi anni fa» che sfidano la concezione cristiana della famiglia il Sinodo dei vescovi, in programma dal 5 al 19 ottobre 2014. Due le tappe che scandiranno l’itinerario di lavoro: la prima è proprio l’assemblea generale straordinaria del 2014, «volta a precisare lo status quaestionis e a raccogliere testimonianze e proposte dei vescovi per annunciare e vivere credibilmente il Vangelo per la famiglia». La seconda tappa è «l’assemblea generale ordinaria prevista per il 2015, al fine di cercare linee operative per la pastorale della persona umana e della famiglia». Ecco allora i temi riproposti dal documento preparatorio all’attenzione e all’impegno pastorale della Chiesa: dalla diffusione delle coppie di fatto, alle unioni tra persone dello stesso sesso; dai matrimoni misti o inter - religiosi alla poligamia; dai matrimoni combinati, alla «cultura del non - impegno». Ancora, tra le problematiche un certo «pluralismo relativista nella concezione del matrimonio, la riformulazione dell’idea stessa di famiglia correlata spesso ai fenomeni migratori, il diffondersi del fenomeno delle madri surrogate e, ancora, l’influenza dei media sulla cultura popolare «nella comprensione delle nozze e della vita famigliare». Vere e proprie «sfide poste all’evangelizzazione dalla situazione attuale, diffusa in ogni parte del

villaggio globale». Sfide «urgenti», come sottolinea il carattere stesso di straordinarietà dell’assemblea sinodale, che invitano a una riflessione tanto necessaria quanto «doverosa - si legge nel documento preparatorio - come espressione di carità dei pastori nei confronti di quanti sono a loro affidati e dell’intera famiglia umana». Il documento preparatorio contiene una presentazione generale dell’argomento. Quindi si conclude con un questionario (a cui tutti hanno potuto rispondere, ne parlammo nelle nostre due parrocchie) circa le principali sfide sulla famiglia. Nove capitoli nei quali vengono chiamati in causa i temi che maggiormente interpellano l’insegnamento della Chiesa, dalla presenza di «situazioni matrimoniali difficili» alle unioni gay, per fotografare l’atteggiamento delle Chiese particolari e locali. La domanda del questionario su questo punto «presuppone chiaramente che la Chiesa avvicina questo problema con grande apertura». Per il vescovo Bruno Forte, si tratta di rispondere all’invito a «mettersi in ascolto dei problemi e delle attese che vivono oggi tante famiglie, manifestando ad esse vicinanza e proponendo loro in maniera credibile la misericordia di Dio e la bellezza del rispondere alla sua chiamata». Consapevoli che «vivere in pienezza il Vangelo della famiglia non è facile, né scontato». don Mario

Logo Sinodo sulla famiglia 2014 - 2015


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“Non lasciamoci rubare l’amore per la scuola”

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Il Papa incontra la scuola

e care”, “Ci sta a cuore”! Questo è stato lo slogan dell’incontro di Papa Francesco con il mondo della scuola, che ha visto protagoniste centinaia di migliaia di persone in Piazza San Pietro, a Roma, lo scorso sabato 10 maggio. Uno slogan che richiama esplicitamente l’insegnamento di un grande educatore italiano, don Lorenzo Milani; e che ricorda che - nonostante le oggettive difficoltà della scuola italiana, di tutta la scuola, statale e paritaria, in particolare dal punto di vista economico - non è stata una manifestazione “contro”, ma “per”: non un lamento, ha ricordato il Papa, ma una festa, perché amiamo la scuola. Il Papa ha più volte ringraziato per questo incontro, al quale ha partecipato tutta la scuola italiana: piccoli e grandi, insegnanti, personale non docente, alunni e genitori, istituti statali e istituti paritari. Il Papa ha sottolineato di amare la scuola. «Amo la scuola perché è sinonimo di apertura alla realtà. (...) Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. (...) Ma se uno impara a imparare - questo è il segreto, imparare ad imparare! - questo gli rimane per sempre, rimane una persona aperta alla realtà!». Inoltre, rivolgendosi agli insegnanti, ha ricordato che «i ragazzi capiscono, hanno “fiuto”, e sono attratti dai professori che hanno un pensiero aperto, “incompiuto”, che cercano un “di più”, e così contagiano questo atteggiamento agli studenti». Ancora, sottolineando che noi tutti siamo in cammino e che la scuola è un “luogo di incontro”, ha ricordato: «Noi oggi abbiamo bisogno di questa cultura dell’incontro per conoscerci, per amarci, per camminare insieme. E questo è fondamentale proprio nell’età della crescita, come un completamento alla famiglia. (...) Questo fa pensare a un proverbio africano tanto bello:

«Per educare un figlio ci vuole un villaggio». (...) La vera educazione ci fa amare la vita, ci apre alla pienezza della vita». Un incontro che è stato davvero vissuto da tutti e da ciascuno come una festa e che si è concluso con un appassionato augurio da parte di Papa Francesco: «Per favore, non lasciamoci rubare l’amore per la scuola!». Massimo Pesenti Testimonianze Ognuno era con il proprio “villaggio”, c’erano quelli affaticati e stanchi, quelli più agitati, quelli placidi e tranquilli, ma sicuramente tutti accalorati e magari scottati sotto il sole cocente di maggio. Noi siamo stati leggermente irruenti, proprio quanto basta per riuscire a risalire una Via della Conciliazione già stracolma di gente. Siamo riusciti a prendere i primi posti, anche se a scuola quasi mai funziona così: i posti più ambiti sono sempre quelli in ultima fila. Ma stavolta la lezione era diversa, forse perché tutti cercavamo il modo per sentire ogni giorno la voglia di sederci nei primi banchi. Elisa Vitali, IV Liceo scientifico, Istituto Canossiano – Brescia Durante l’incontro dello scorso 10 maggio, il Papa ha affermato: «La famiglia è il primo nucleo di relazioni: la relazione con il padre e la madre e i fratelli è la base, e ci accompagna sempre nella vita. Ma a scuola noi “socializziamo”: incontriamo persone diverse da noi, diverse per età, per cultura, per origine. La scuola è la prima società che integra la famiglia». Per questo credo siano essenziali per la vita dei ragazzi la scuola, che diventa casa; gli insegnanti, che sono veri e propri “tutori”; e i compagni, che sono prima di tutto amici. È importante continuare a promuovere simili iniziative, che alimentano la nostra fede! Maria Angela Romeo, IV Liceo scientifico, Istituto Canossiano – Brescia


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Paolo VI: un beato di casa nostra

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a beatificazione di papa Paolo VI ci porta a ricordare quelle “due parole”, come lui le definì, che indirizzò ai presenti e alla comunità della Badia durante la sua visita di sabato 27 aprile 1957 al quartiere. Leggendo quel breve discorso mi sembra che siano già presenti le linee del pontificato di Papa Montini. Con familiarità rivolge agli abitanti del quartiere una parola di gioia. Agli abitanti di “questa bella piccola cittadina“ dice che è motivo di gioia il possedere una casa poiché è un benessere legittimo e doveroso, frutto di non pochi sacrifici. La famiglia ha la possibilità di vivere lietamente in pace, onestamente e di godere la gioia della convivenza familiare. Guardando le belle abitazioni costruite con l’interessamento di tutti coloro che sono stati coinvolti da Padre Marcolini, si ha “l’impressione davvero di un periodo nuovo della nostra città e starei per dire della nostra civiltà”. Il vivere onestamente, nella tranquillità, il volersi bene e la gratitudine verso coloro che hanno permesso e promosso il bene di una casa sono valori offerti e perseguibili. C’è quindi per il Papa bresciano il terreno fertile per amare la pace, il paese, i nostri concittadini e per sentirsi buoni nel cuore. Partecipando alla gioia e congratulandosi con i residenti nel quartiere il Papa aggiunge: “Prego Dio che abbia a rendere sempre stabili” il bene di una casa, il calore di una famiglia, il lavoro che permette di allietare la mensa di ogni giorno. I beni materiali sono il mezzo per vivere in pienezza la vita cristiana: ”Prego che tutti i sentimenti buoni che possono nascere da questo semplice e onesto benessere diventino sentimenti santi che traducono in noi i sentimenti di carità, di amore verso Dio che è il Padre della nostra vita e al quale la nostra vita deve essere indirizzata. Il Signore conservi questa letizia, questo benessere, questa pace, questa speranza sopra tutte le nostre case”. La “seconda parola invece è piuttosto per noi, per quelli che sono i visitatori, per le autorità, per quelli che guardano. Direi quasi, di rimprovero. Perché? Perché

PROPOSTA PER TUTTI

in particolare catechisti, educatori, animatori e volontari

“A Roma per Papa Paolo VI” nei giorni 18/19 ottobre proponiamo un pellegrinaggio in bus a Roma per la beatificazione di Paolo VI: costo: € 135,00 (sono esclusi il pranzo del sabato e pranzo e cena della domenica) (il raggiungimento di un certo numero potrebbe determinare un abbassamento del costo). Iscrizioni presso don Fausto.

Papa Paolo VI ci fa vedere che queste cose sono possibili”. Si afferma poi che le leggi dell’economia si piegano alle leggi delle necessità sociali e della carità. L’uomo deve essere al vertice degli sforzi e del lavoro di coloro che amministrano la vita pubblica. Rivolgendosi alle autorità presenti il Papa invita a superare qualsiasi forma di sfiducia e di rassegnazione. “Non dobbiamo mai essere sfiduciati quando di tratta di soccorrere dei bisogni veri e sacri della vita umana. Dobbiamo invece prendere fiducia e dire: con l’aiuto di Dio, basta osare, e la Provvidenza seguirà“. Si termina con il dire: “Ringraziamo e scopriamo la Provvidenza nella nostra vita. La Provvidenza davvero c’è quando noi siamo buoni: cerchiamo di essere, di fare il bene che la vita ci offre di fare. La Provvidenza asseconda, aiuta, favorisce e rende fecondi i nostri sforzi; li semplifica, li facilita e li corona di consolante successo”. Guardando al grande evento della beatificazione di Paolo VI, al quale la nostra diocesi si sta preparando, è per i nostri quartieri di Badia e Violino un privilegio ricordare queste parole. Sono parole di fiducia e di speranza tuttora attuali. Se vogliamo “ricordare le nostre radici”, come oggi da tante parti si suol dire, quello che è stato detto a coloro che ci hanno preceduto e a coloro che sono ancora testimoni tra noi può essere motivo di verifica, confronto e progettazione della vita attuale delle nostre comunità. Al “nostro Papa” chiediamo rinnovate e rinnovatrici benedizioni e preghiere. Don Luigi


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Vita dell’Unità Pastorale

La fotografia della nostra comunità

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elle prossime pagine vorremmo insieme entrare in una specie di grande album fatto da istantanee, apparentemente molto fredde, che ritraggono le tante attività pastorali delle parrocchie, ma che ci servono per cogliere la diversità e l’ampiezza della proposta che le comunità parrocchiali di Violino e Badia, in cammino verso l’unità pastorale, offrono. Per uniformare la proposta si è scelto uno schema abbastanza semplice e fisso così scandito: nome dell’attività, numero di partecipanti, origine-storia dell’attività e coinvolgimento nel progetto di Unità Pastorale. Lectio divina Numeri: la partecipazione alla Lectio divina che si svolge ogni mercoledì presso l’oratorio del villaggio Badia è di circa 10/20 persone. Data di costituzione: già presente al villaggio Badia da tempo una catechesi per adulti, da alcuni anni si svolge in forma di Lectio ossia con un primo momento di invocazione con la preghiera, poi la lettura spiegata del Vangelo, la riflessione condivisa dai presenti e la preghiera finale. Coinvolgimento nel cammino di unità pastorale: dal 2012 l’esperienza è stata estesa anche al villaggio Violino raccogliendo un piccolo gruppo di partecipanti. Catechesi in famiglia Numeri: in occasione della Quaresima 2014 sono stati attivati quattro punti di catechesi familiare in ogni villaggio. Quattro famiglie alla Badia e quattro famiglie al Violino hanno aperto le loro case, mettendole a disposizione di questa esperienza. Si registra la partecipazione di circa 45 persone sia nella comunità della Badia che del Violino Data di costituzione: la prima esperienza di catechesi in famiglia nasce in occasione del periodo forte di preparazione alla Pasqua 2014. Coinvolgimento nel cammino di unità pastorale: il percorso, previsto uguale per le due comunità, ha offerto quattro momenti di condivisione e di approfondimento di alcuni brani del Vangelo, in particolare quelli previsti per la domenica successiva. Il clima sperimentato da coloro che hanno partecipato agli incontri - mossi da una iniziale curiosità o desiderosi di mettere alla prova in modo nuovo la propria fede, o semplicemente invitati dal proprio vicino di casa - è stato di profonda condivisione.

Catechesi adolescenti Proposta: dopo la celebrazione del sacramento della Confermazione il cammino di formazione cristiana continua anche se segue modalità diverse. L’obbiettivo del cammino di fede e di crescita proposto agli adolescenti è quello di aiutare i ragazzi nell’acquisire il senso del gruppo e della comunità, nel migliorare le proprie capacità relazionali, nello sviluppare il senso del servizio e della gratuità, nell’ampliare i propri orizzonti per giungere ad una scelta di vita consapevole, nel formare le dimensioni del cuore e dell’affettività secondo il progetto umano proposto in Cristo. Attualmente tale cammino è proposto e seguito da un gruppo di circa 30 ragazzi nell’età adolescenziale nella parrocchia della Badia e di circa 15 nei primi anni delle superiori nella parrocchia del Violino. Coinvolgimento nel cammino di unità pastorale: dal 2012 le esperienze forti di crescita sono proposte unitariamente ad entrambe le comunità con esiti non sempre entusiasmanti; la formazione degli educatori preparati a tale tipo di proposta si rivela una sfida da portare avanti costantemente come unità pastorale.

Catechesi I.C.F.R. (iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi) Numeri: i ragazzi iscritti al percorso di I.C.F.R. per la comunità della Badia sono circa 115 (dato tratto dalle iscrizioni di inizio anno). In tale computo non rientrano i ragazzi di seconda e terza media che, pur partecipando al catechismo, non fanno più parte di questo cammino ma che contano una presenza costante di circa 50 ragazzi sulle due comunità. I ragazzi iscritti al percorso I.C.F.R. per la comunità del Violino sono circa 180. Data di inizio cammino: le comunità della Badia e del Violino hanno cominciato il percorso I.C.F.R. nell’anno 2006 (nati del 2000). Coinvolgimento nel cammino di unità pastorale: sempre più gruppi del cammino ICFR vedono il coinvolgimento di genitori e ragazzi (incontro domenicale) che si trovano in Unità Pastorale insieme al catechista e/o al sacerdote di riferimento all’oratorio della Badia o del Violino. A partire dallo scorso anno la formazione dei catechisti (magistero, ritiri) è unica; la programmazione dei diversi anni del cammino viene seguita da Don Fausto che riunisce i catechisti di Badia e Violino che lavorano sullo stesso anno di pertinenza. Si riscontrano inoltre alcuni passaggi di ragazzi da un gruppo all’altro delle due comunità per comodità di orario, possibilità permessa proprio dal lavoro parallelo che viene svolto nei gruppi di I.C.F.R..

Chiusura anno catechistico


DialogoeFamiglia Consigli pastorali parrocchiali Numeri: il consiglio pastorale parrocchiale del villaggio Badia è costituito da 22 membri e quello del villaggio Violino da 14 membri. Data di costituzione: si sono costituiti a maggio del 2010 e dal 2012, anno della nomina dei nuovi sacerdoti, si incontrano sempre in forma unitaria. Coinvolgimento nel cammino di unità pastorale: dal 2012 i consigli pastorali parrocchiali sono convocati 6/7 volte l’anno da don Raffaele in forma riunita, per affrontare tematiche come la nascita della nuova U. P., i documenti emanati dalla Diocesi intorno al Sinodo, l’attuale strumento di lavoro “Verso le unità pastorali” oltre che la lettura dell’enciclica “Lumen Gentium” e dell’Esortazione Apostolica di Papa Francesco “Evangelii Gaudium”. Consigli per gli affari economici Numeri: l’attuale CPAE del villaggio Badia è composto da 6 membri, il CPAE del villaggio Violino è costituito da 5 componenti a cui si aggiungono in entrambi i casi i sacerdoti. Data di costituzione: il CPAE della Badia si è costituito nella forma attuale nel marzo del 2012, quello del villaggio Violino è invece in carica dal 2010. Coinvolgimento nel cammino di unità pastorale: non è previsto un cammino unitario dei due consigli poiché la gestione economica delle parrocchie è destinata a rimanere sempre separata.

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Grest Violino 2014

Commercio equo e solidale Numeri: il gruppo è costituito da 5 volontarie e 2/3 persone che collaborano per i lavori pesanti relativi alla preparazione della bancarella (stoccaggio prodotti e preparazione tavoli). Data di costituzione: il gruppo spontaneo nasce negli anni 1995/1996 in concomitanza con la campagna di sensibilizzazione relativa al commercio equo e alla nascita di Banca Etica. Dal 2000 il gruppo si identifica con il nome Equazione e dallo stesso anno la Parrocchia Madonna del Rosario diventa socia della Cooperativa Solidarietà di Brescia da cui si acquistano parte dei prodotti. La bancarella di Equazione è proposta nella parrocchia della Badia ogni seconda o terza domenica del mese da settembre a giugno. Coinvolgimento nel cammino di unità pastorale: è possibile pensare ad un coinvolgimento anche del villaggio Violino, nei periodi forti o attraverso la proposta di incontri di ri-sensibilizzazione.

Attivitá caritative Le due Parrocchie della Badia e del Violino non hanno una realtà che si possa definire Caritas Parrocchiale, strutturata e organizzata secondo il modello proposto dalla Caritas Diocesana. Questo non vuol dire che non ci siano attenzioni e sensibilità verso le varie povertà presenti sul nostro territorio. Alcuni esempi: - alcuni rappresentanti delle due parrocchie integrano e prestano servizio volontario presso il Centro di Ascolto Caritas della nostra Zona Pastorale, presso la Parrocchia di S. Spirito. - Pensiamo a tutto il Volontariato che presta la sua opera presso Casa Famiglia e presso il Centro Diurno e presta la sua opera per il trasporto di anziani e disabili per visite mediche, analisi… - Alla Badia c’è un gruppo di signore che raccolgono, mettono in ordine e smistano presso altri centri di raccolta abiti usati. - Al Violino da anni opera il Centro di Raccolta Missionario, legato ai Frati Conventuali per le loro Opere Missionarie, ma che aiuta e sostiene famiglie, soprattutto immigrate, ad arredare la casa con pochi soldi… - L’Azione Cattolica Adulti del Violino, con circa 20 persone, fa parte dell’iniziativa chiamata ‘Emergenza Freddo’ che prepara e porta tutti i sabati, da dicembre ad aprile, la cena per gli ospiti del Dormitorio Comunale. In questo ultimo anno di attività si sono aggiunti alcuni parrocchiani della Badia. Da aprile a giugno il gruppo ha sostenuto una iniziativa della Caritas Diocesana che richiedeva assistenza una sera alla settimana presso il Dormitorio inaugurato recentemente presso il vecchio ‘Ospedale S. Orsola’. - Presso la Parrocchia del Violino tre signore organizzano e distribuiscono alimenti, provenienti dalla CAUTO e recapitati da altri due volontari, per nove famiglie, della Badia e del Violino. Difficile ‘dare i numeri’… ma tutte queste attività coinvolgono almeno una quarantina di persone. La sfida che ci aspetta è quella di coordinare persone e attività, fare un percorso formativo, aiutati dalla Caritas Diocesana, e arrivare a costituire una Caritas dell’Unità Pastorale che migliori gli interventi che già si fanno e arrivi anche ad altre situazioni di disagio e di povertà che pure esistono sul nostro territorio.


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Volontariato in oratorio Bar, cucina-stand, pulizie ambiente

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manutenzione

Numeri: dare un numero definito di coloro che svolgono il proprio servizio all’interno degli oratori non è semplice e rischia di essere sempre un poco parziale. Nell’oratorio del Violino si alternano nei vari turni una quarantina di baristi, una trentina di persone che aiutano con le attività legate alle feste, cinque - sei persone si dedicano alla manutenzione e pulizia dell’ambiente in maniera costante. Nell’oratorio della Badia si possono rilevare una cinquantina di baristi; poco più di una ventina di persone sono costanti nell’opera volontaria di servizio all’oratorio con la cucina in particolare gli spiedi e le feste periodiche; la pulizia del bar è seguita da circa 5 persone e degli altri ambienti da due gruppi di circa 13 persone. Nei due oratori si segnalano persone che con disponibilità provvedono a sistemare alcuni piccoli guasti in maniera volontaria e gratuita. Coinvolgimento nel cammino di unità pastorale: l’ambito di azione prevede ovviamente un coinvolgimento legato alla singola parrocchia; questo non toglie, soprattutto per quanto concerne il campo della manutenzione, come già espresso negli incontri di preparazione all’unità pastorale, che i manutentori sono disponibili a prestare la loro opera ove necessario. Volontariato in oratorio Gruppo pulizie e manutenzione della Chiesa Numeri: persone che si dedicano alla cura della chiesa sono presenti sia nella parrocchia della Badia (quattro turni di pulizie nell’arco del mese di circa una ventina di persone in tutto) sia nella parrocchia del Violino (dove si alternano circa una decina di volontari). Alcune persone, non molte per la verità, in entrambe le parrocchie si dedicano alla apertura, chiusura, gestione dell’ambiente della chiesa e dei servizi da svolgere in sacrestia: si spera in una sempre maggiore sensibilizzazione della comunità a sentire la chiesa parrocchiale come la propria casa. Coinvolgimento nel cammino di unità pastorale: l’ambito di azione prevede ovviamente un coinvolgimento legato alla singola parrocchia.

Consigli d’oratorio Numeri: il consiglio d’oratorio cerca di raggruppare almeno un rappresentante per ogni gruppo operante in ambito oratoriano. I CDO del Violino e della Badia sono composti da circa 12 persone. Data di costituzione: il CDO del Violino si è costituito nell’anno 2007 mentre quello della Badia nel gennaio del 2013. Coinvolgimento nel cammino di unità pastorale: gli ambiti oratoriani sono al momento distinti e di conseguenza anche l’operato dei due consigli d’oratorio, che hanno lavorato e riflettuto per buona parte degli incontri di quest’anno su un unico documento che è la nota pastorale della Cei dal titolo: “Il laboratorio dei talenti”, sul valore e la missione dell’oratorio nel contesto dell’educazione alla vita buona del Vangelo.

Azione Cattolica Numeri: L’Azione Cattolica presso la parrocchia del Violino oggi conta circa una cinquantina di iscritti che seguono in diversi cammini la proposta dell’AC: vi è un gruppo adulti, un gruppo giovanissimi, un gruppo 6-11 anni e infine un gruppo di educatori in formazione. Data di costituzione: L’Azione Cattolica presso la parrocchia del Violino nasce quasi contestualmente alla comunità stessa e prosegue sino ad oggi in maniera ininterrotta e con una grande tradizione formativa e membri aderenti molto significativi non solo a livello parrocchiale, ma anche diocesano. Coinvolgimento nel cammino di unità pastorale: dal 2012 la proposta dell’AC in particolare come possibile cammino di Iniziazione Cristiana per i bambini è estesa ad entrambe le comunità. Non mancano le difficoltà nell’impiantare in un tessuto diverso una realtà così radicata e forte presso una delle due comunità.

Lo sport: Associazione sportiva U.S.O. Violino e G.S.O. Badia Numeri: i ragazzi iscritti all’U.S.O. Violino sono attualmente circa 53 tra ragazzi e ragazze, distribuiti sul campionato categoria Scarabocchio, Mini Scarabocchio e primo anno di scuola calcio; le attività vengono gestite da un numero di circa 10/15 tra allenatori e aiutanti. Il G.S.O. Badia annovera circa un centinaio di iscritti ai campionati che sono guidati da circa venti tra allenatori ed aiutanti. Il G.S.O. è impegnato in diversi campi dello sport, non solo il calcio, ma anche la pallavolo femminile e nel prossimo anno la ginnastica per adulti. Data di costituzione: l’U.S.O. Violino è stato ricostituito nel 2013; il G.S.O. Badia nasce nel 2003. Coinvolgimento nel cammino di unità pastorale: una bella esperienza di unità pastorale “allargata” è quella di quattro gruppi sportivi di 4 oratori del nostro territorio (G.S.O. Badia, U.S.O. Violino, San Giacomo e Sant’Antonio) che si sono “aggregati” per offrire l’opportunità ai ragazzi di vivere l’esperienza del “calcio a 11”, speriamo che questo progetto prosegua almeno da parte delle nostre società sportive.

Sport in oratorio


DialogoeFamiglia Animazione dei canti Numeri: nella comunità del Violino sono presenti due cori, uno diretto da Francesca che raggruppa adulti chiamati generalmente per l’animazione delle celebrazioni solenni della parrocchia e uno diretto invece da Miriam e Elena che coordinano un gruppo di bambini del catechismo che animano la messa domenicale e, inoltre, propongono alcune esibizioni nel corso dell’anno. Anche nella comunità della Badia è attivo un coro di adulti a cui si sono aggiunti dallo scorso settembre un gruppo di bambini con la finalità di animare la messa delle ore 10.30; nelle altre messe domenicali e in quelle feriali si alternano diversi animatori del canto formati dal coro. Data di costituzione: i cori degli adulti di Violino e Badia sono presenti ormai da alcuni anni, il coro diretto da Miriam e Elena è nato all’inizio dell’anno catechistico 20122013. Coinvolgimento nel cammino di unità pastorale: per loro connotazione le attività corali sono parrocchiali, questo non ha impedito alcune esperienze di unità pastorale.

Lettori Numeri: i lettori della comunità della Badia sono circa 35 (che si turnano durante le messe festive) a cui vanno aggiunti quelli invitati a leggere dai catechisti durante la messa delle 10.30. A questo numero vanno aggiunti 7/8 lettori che prestano il loro servizio durante le messe feriali. I lettori della comunità del Violino sono circa 40 (che si turnano tra messe festive e feriali). Data di costituzione: i lettori di Badia e Violino si sono riuniti ufficialmente per la prima volta in data 27 settembre 2013 su invito del parroco Don Raffaele che ha presieduto l’incontro. In tale sede si è raccolta la disponibilità alla lettura e si sono esplicitate alcune linee fondamentali che dovrebbero caratterizzare tale servizio; rimane ovviamente sempre aperta a chiunque la possibilità di rendersi disponibile. Coinvolgimento nel cammino di unità pastorale: gli incontri per ora proposti, quello del 27 settembre sopracitato e altri due incontri di formazione con un esperto (12 e 26 novembre 2013) sono stati presentati in forma unitaria ad entrambe le comunità.

Gruppo famiglie Numeri: presso la comunità del Violino è attivo un gruppo di “famiglie in cammino” che si ritrova generalmente una volta al mese il sabato sera (sia genitori che figli). Durante la cena di condivisione un paio di famiglie propongono una riflessione-provocazione su un tema precedentemente scelto dal gruppo a cui segue un confronto tra i partecipanti. Attualmente sono circa una decina le famiglie che stanno vivendo questo percorso. Data di costituzione: il gruppo è nato in modo semplice e spontaneo con l’intenzione di realizzare l’esperienza di vivere relazioni di familiarità. Coinvolgimento nel cammino di unità pastorale: con l’arrivo della nuova equipe di sacerdoti l’esperienza è stata proposta anche alla comunità della Badia con qualche difficoltà di coinvolgimento.

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Gruppi teatrali Numeri: il gruppo spettacolo oratorio Badia è costituito al momento da 11 persone, sempre alla Badia è presente un gruppo teatrale denominato “le mamme” costituito da circa 10 mamme che si dilettano a mettere in scena commedie brillanti. Presso la comunità del Violino è attivo invece il gruppo teatrale “Amici e amiche del côr” che prende il nome dalla prima messa in scena del gruppo. La compagnia, tra attori e aiutanti, è costituita da circa 26 persone. Data di costituzione: il gruppo spettacolo oratorio Badia nasce ufficialmente nel 1977, quello delle mamme ha visto la genesi tre anni fa, mentre “Amici e amiche del côr” è attivo nella sua forma attuale dal 2003. Coinvolgimento nel cammino di unità pastorale: al momento non si registrano coinvolgimenti nell’ambito del cammino di unità pastorale; rimane valida la proposta lanciata da tutti e tre i gruppi a tutti i parrocchiani di Badia e Violino di provare a “calcare le scene”, indipendentemente dal gruppo teatrale.

Gruppi musicali Numeri: sono presenti nelle nostre comunità due sale musica, una alla Badia e una al Violino. Al momento sono 6 i gruppi Concerto presso Oratorio Violino

musicali composti da giovani e meno giovani che utilizzano l’ambiente della Badia. Al Violino si alternano invece 3 gruppi musicali. Data di costituzione: l’attuale sala musica dell’oratorio Badia nasce grazie all’auto finanziamento di alcuni parrocchiani nel 2009. La sala musica del Violino nasce nel 2005 circa Coinvolgimento nel cammino di unità pastorale: al momento non si registrano coinvolgimenti nel cammino di unità pastorale; auspicabile sarebbe, come espresso in occasione di uno degli incontri comunitari di cammino verso l’unità pastorale, una condivisione dei calendari che potrebbe permettere di offrire agli utenti un servizio migliore.


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Gruppo Badia Trenta Numeri: il gruppo ricerca Badia Trenta è un’associazione nata nell’omonimo villaggio che si propone di promuovere e favorire la ricerca storica, il recupero alla collettività, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico locale. Tra le attività svolte esposizioni e concorsi fotografici e altri momenti culturali. I membri dell’associazione sono una decina a cui vanno aggiunti alcuni collaboratori. Data di costituzione: il “Gruppo Ricerca Badia Trenta” si è costituito al Villaggio Badia intorno alla metà degli anni Ottanta del Novecento, con l’intento di ricordare in una pubblicazione il Trentesimo (1987) di istituzione della parrocchia, intitolata alla Madonna del Rosario. Coinvolgimento nel cammino di unità pastorale: gli appuntamenti e le proposte del gruppo vengono estesi anche alla comunità del Villaggio Violino.

Gruppo di riferimento parrocchiale per il quartiere Numeri: è attivo presso il Violino il gruppo di riferimento parrocchiale, nato con l’esigenza di leggere le necessità del quartiere e portarle all’attenzione degli amministratori cittadini in modo propositivo. Attualmente fanno parte del gruppo circa una quarantina di persone. Data di costituzione: il gruppo è nato tra il 1996 e il 1997 dalla Commissione affari sociali nominata dal Consiglio Pastorale in carica in quel periodo. Coinvolgimento nel cammino di unità pastorale: l’ambito del gruppo è strettamente legato al territorio, appare quindi scontato che l’attività sia indirizzata soprattutto a soddisfare le esigenze del quartiere, anche se alcune proposte del gruppo di riferimento parrocchiale hanno visto la partecipazione di alcuni rappresentanti della comunità della Badia come ad esempio l’incontro promosso per presentare i comitati di quartiere che nasceranno a breve per cercare di colmare il vuoto lasciato dall’abolizione delle circoscrizioni.

Cineforum Numeri: il gruppo è attivo ormai da anni presso la parrocchia della Badia e coinvolge circa una cinquantina di persone con l’obiettivo di riflettere su alcune tematiche importanti con l’aiuto della cinematografia. Data di costituzione: l’esperienza degli incontri cinematografici nasce negli anni settanta grazie alla presenza sul territorio di alcuni appassionati cinefili. Coinvolgimento nel cammino di unità pastorale: dallo scorso anno la proposta del cineforum è stata allargata alla comunità del Violino con la programmazione del ciclo di proiezioni anche presso gli ambienti “violinesi” nel pomeriggio.

Giornale dell’Unità Pastorale Badia - Violino Numeri: la redazione del bollettino comunitario “Dialogo e Famiglia” è composta da circa una decina di persone. Data di costituzione: l’attuale redazione è nata con il numero di marzo 2013. Il bollettino parrocchiale ha una tradizione consolidata nella comunità della Badia dove è presente dalla fine degli anni settanta, mentre al Violino, dopo un periodo di interruzione, sta riprendendo ora la sua diffusione. Coinvolgimento nel cammino di unità pastorale: la redazione è composta da rappresentanti di tutte e due le comunità, gli argomenti trattati raccontano la vita comunitaria di Badia e Violino e la distribuzione viene fatta su tutte e due le parrocchie.

Giochi in oratorio Alcune precisazioni della redazione Al termine di questo articolo-contenitore che racchiude le attività delle nostre comunità ci sentiamo di ringraziare di cuore tutti coloro i quali hanno inviato articoli riguardanti o i loro gruppi di appartenenza o le esperienze vissute e che non vedono pubblicati i loro scritti interamente; ci scusiamo rammentando loro che nulla andrà perduto, ma era nostra intenzione in questa sede pubblicare solamente alcuni dettagli che potessero rappresentare una sorta di mappatura delle attività presenti nelle due parrocchie. Chiediamo inoltre a voi lettori comprensione nel caso in cui avessimo dimenticato di citare dei gruppi presenti nelle nostre comunità. La redazione


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Vita dei Quartieri

Alla ricerca delle nostre radici

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Gli Ordini mendicanti. Francescani e Domenicani.

stia o al diffondersi frequente di epidemie. Inoltre, dato il carattere itinerante dei frati mendicanti specialmente francescani, la loro predicazione fece sorgere nel contado altri conventi maschili, inizialmente soggetti al convento cittadino, ma ben presto autonomi nell’ambito della provincia francescana della Lombardia: a Gargnano, a Iseo, a Breno. Verso la metà del Duecento, associato all’Ordine dei frati Minori, sorse anche un convento femminile di suore Damianite o Clarisse, non lontano dal convento di San Francesco. Nel 1300 anche i Domenicani diedero vita a un convento femminile nel quartiere di San Faustino, il convento di Santa Caterina. Nel contado acquistò fama alla fine del Duecento il convento domenicano di Nave, intitolato a San Pietro da Verona, un confratello ucciso dagli eretici presso Milano: era un convento doppio perché vivevano vicine due comunità, quella maschile e quella femminile.

ra il XIII e il XV secolo i grandi ordini monastici conobbero un periodo di decadenza dovuto a diversi fattori, ma soprattutto al venir meno dell’iniziale slancio religioso e alle lotte tra le famiglie rivali che insanguinavano le città e condizionavano anche l’ambiente dei monasteri. Ma la vita religiosa, in Europa, in Italia, nella stessa diocesi di Brescia, conobbe una nuova fioritura nel secolo XIII grazie agli Ordini mendicanti, così chiamati perché, praticando la povertà evangelica, vivevano grazie alle donazioni di privati cittadini o degli stessi comuni, che vedevano nella loro presenza uno strumento di pace e un sicuro punto di riferimento nella assistenza ai poveri, ai malati, ai viandanti. Fin dai primi decenni del Duecento, vivi ancora i fondatori, si diffusero a Brescia sia i Francescani che i DoAltri Ordini mendicanti. Gli Eremitani di menicani, che costituirono la loro prima comunità gli Sant’Agostino e i Carmelitani. uni presso la chiesetta di San Giorgio, gli altri nelle case presso la chiesa di San Faustino ad sanguinem. Già presenti in piccoli gruppi, gli Eremitani, che seMa il vescovo Guala -lui stesso un domenicano – e il guivano la regola di Sant’Agostino, vennero raccolti comune di Brescia acquistarono terreni nel suburbio nel convento di San Barnaba fatto costruire alla fine di San Lorenzo presso il fiume Garza e lì venne co- del Duecento dal vescovo Berardo Maggi: essi acstruito il convento di San Domenico, inaugurato nel quistarono sempre maggior prestigio, tanto che uno 1255. Intanto il comune di Brescia acquistava di loro, dal 1333 al 1335, fu incaricato di reggere terreni e case nella zona dei “Campi Bascome vicario la diocesi di Brescia, essendo si” intorno alle mura cittadine dietro vacante la sede vescovile; nello stesso seil borgo di San Nazzaro per costrucolo due agostiniani, Andrea II e Anirvi il convento e la chiesa di San drea III, furono vescovi della città. Francesco per i frati Minori. La I Carmelitani, Ordine mendicante chiesa fu consacrata nel 1335; sorto in Palestina al tempo delnel 1394 su un preesistente le crociate, vennero chiamati a chiostro duecentesco venBrescia dal vescovo Balduino ne edificato lo splendido Lambertini che nel 1345 fondò chiostro gotico, ancor il loro convento al confine tra oggi ammirato come le parrocchie di San Faustino uno dei più belli della e di San Giovanni; entrati in Lombardia, ad opera possesso del convento nel di Guglielmo Frizzo1346, i Carmelitani iniziani, uno dei tre maestri rono la costruzione di una campionesi impegnati chiesa dedicata all’Annella costruzione del nunciazione di Maria (ma duomo di Milano. chiamata popolarmente I due conventi di San Cristo Pellegrino accolto da due Domenicani - Beato Angelico chiesa del Carmine), che Domenico e di San Francesco divennero ben presto venne completamente sostituita nel secolo successipunto di riferimento nella vita cittadina, sia per una vo dall’imponente costruzione che oggi ammiriamo. più fervida spiritualità cristiana, sia per l’approfondi- Anche i Carmelitani acquistarono ampio rilievo nella mento degli studi di filosofia, teologia e Sacre Scrit- vita cittadina. ture, sia per il fiorire di opere di carità che coinvolge- Oltre ai quattro fondamentali Ordini mendicanti, eravano laici associati in confraternite e che sopperivano no presenti a Brescia -tra il XIII e il XIV secolo - i Caalle numerose necessità di assistenza e di aiuto dei valieri di San Giovanni di Gerusalemme (detti Cavatanti bisognosi, soprattutto durante i periodi di care- lieri di Malta), che avevano le loro case nei pressi della


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chiesa di San dagli OsservanNazzaro, intorti. Nel 1536 essi no a quella che giunsero a Breera la chiesetta scia, proveniendella Mansione ti da Bergamo il (Mansione era il cui vescovo Pienome attribuito tro Lippomano, ai loro convenc o m m e nd at a ti) questo Ordirio dell’abbazia ne si dedicava vallombrosana esclusivamente dei Santi Gerad attività ospevasio e Protadaliere. Pure sio del Mella, dediti alla cura ormai priva di degli infermi monaci, cedette erano gli Antoloro l’abbazia. I niani o AntoniCappuccini vi ti, che si erano si insediarono diffusi in tutta ma, abbandoEuropa a parnato il fatiscentire da Vienne, te complesso, città della Frantrasferirono sul cia dove avevacolle sovrastanno aperto il loro te il loro conprimo ospedale vento intitolato nel 1095. Giuna Sant’Antonio. Onofrio III approva la regola di S. Francesco - Giotto, Basilica Superiore, Assisi sero a Brescia I Cappuccini alla fine del XIV sec. ed ebbero la loro casa nel lato bresciani si diffusero ampiamente in molte località sud di via Cairoli (dopo una serie di vicissitudini la della diocesi; alla fine del Cinquecento erano così loro chiesa venne ceduta al comune che la trasformò numerosi che costituirono una nuova provincia la nella Cavallerizza, ora utilizzata come sala di lettu- quale, staccata da quella di Milano, estendeva la sua ra). Essi gestivano due ospedali: quello di San Giaco- giurisdizione su tutti i conventi lombardi a oriente mo dei pellegrini presso il ponte del Mella e quello di dell’Adda. Ebbero quindi necessità di una sede prosant’Antonio di Palazzolo presso il ponte dell’Oglio. vincializia in città e si stabilirono presso il convento dei Santi Pietro e Marcellino, un tempo appartenuto Movimenti riformatori alle monache di Sant’Agostino (ora scomparso, nella negli Ordini mendicanti. zona di Canton Mombello). Il convento divenne sede All’interno degli Ordini mendicanti, all’inizio del di uno studentato di filosofia e di teologia; durante il secolo XV, cominciarono a diffondersi dei movi- XVIII secolo vi fiorì una importante scuola di medicimenti riformatori detti dell’osservanza perché na e di chirurgia. intendevano riportarsi alla primitiva e più rigida I Cappuccini furono molto amati anche nella città e osservanza della regola. Le congregazioni dell’os- nella diocesi bresciana, soprattutto come operatori di servanza dei Domenicani finirono con l’essere as- giustizia e di pace, interpellati e ascoltati nelle consorbite dall’ordine; nel caso dei Francescani, inve- troversie tra le famiglie cittadine, e per essere sempre ce, si giunse a costituire tre ordini completamente dediti con disponibile carità ai lebbrosi e ai malati per distinti, che ancora sussistono nella triplice forma: le tante epidemie. Basta ricordare l’opera di assistendei Conventuali (presenti nel convento di San Fran- za ai malati nella famosa epidemia di peste descritta cesco), dei Minori Osservanti, oggi detti semplice- dal Manzoni, durante la quale la gestione del lazzamente Minori (a Brescia nel convento di San Gaeta- retto – a Brescia come a Milano e in tanti altri centri no) e dei Cappuccini a cui, come tradizionalmente minori – fu affidata proprio ai Cappuccini, che si diavviene nelle località in cui sono presenti, è affida- stinsero per la loro eroica dedizione. Ricordiamo infine che la presenza degli Ordini menta la custodia del cimitero. I Minori Osservanti avevano occupato inizialmente dicanti fu molto diffusa in tutta la diocesi e segnò il chiese e conventi nel suburbio, ma dal 1518 si stabili- territorio con una serie di attività caritative e culturarono nel grande convento di San Giuseppe, costruito li che lasciarono una importante traccia nella storia nel centro cittadino, ed ebbero ampia diffusione nella della nostra Terra. Feconda fu anche l’opera di altri diocesi, tanto da costituire una sede provincializia Ordini pur non molto diffusi a Brescia (Umiliati, Canonici Regolari, Servi di Maria), che contribuirono a bresciana separata da Milano. Maggiore incidenza nel territorio diocesano ebbero rafforzare la testimonianza di vita cristiana all’interperò i Minori Cappuccini, la cui riforma fu approva- no di una società in profonda evoluzione. Irma Bonini Valetti ta da papa Clemente VII nel 1528 e segnò il distacco


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Alla riscoperta dei luoghi di fede: l’immagine sacra di S. Antonio e della Madonna con bambino nella cascina “La Colombaia”

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ontinua il nostro percorso alla ricerca dei “luoghi della fede” presenti sul nostro territorio. Sullo scorso numero del bollettino avrebbe dovuto essere presente una breve storia relativa alla cappella presente all’interno della ex cascina Falconi al Violino, ora ristrutturata in un moderno residence. Purtroppo per varie ragioni non è stato possibile raccogliere dettagli e foto di questo “luogo di fede“ e stendere una relazione. Peccato perché gli abitanti della zona, soprattutto del “Violino vecchio”, erano molto devoti a questa chiesetta e riproporla anche solo con poche righe avrebbe certamente fatto piacere alle persone anziane che hanno testimoniato la propria fede in quel luogo e sarebbe potuta divenire una nuova testimonianza, ai più giovani, nel far conoscere quanto fosse radicata nei loro genitori e nonni la fede cristiana. Passiamo, ora, a riscoprire un “nuovo“ luogo di fede: si trova alla Mandolossa, nella secolare cascina “La Colombaia“, appena attraversato il Gandovere, sulla strada comunale che porta a Gussago, di proprietà Gottardi. Questa, contrariamente alle altre “edicole“ sacre che si trovano sparse e dimenticate un po’ ovunque, è tenuta in perfetto ordine: l’immagine sacra della Madonna con in braccio il Bambino è avvolta come in un corollario da una pianta di glicine e un bel cespuglio di fiori chiamati “gli angilì del paradis“ adornano per diversi mesi dell’anno il luogo. Ho avuto modo di incontrare le sorelle Gottardi, Gina e Candida, tutt’ora residenti nella vecchia cascina, che piacevolmente e cortesemente mi hanno intrattenuto raccontandomi storia, episodi e trasformazione nel tempo di questo piccolo luogo sacro. Originariamente, sul muro esterno vicino all’ingresso principale della cascina, esisteva un dipinto murale molto deteriorato, raffigurante S. Antonio, risalente a diversi anni prima della guerra e collocato su un antico affresco di cui si ignorava il soggetto. Gli abitanti della zona ne erano molti devoti e ne avevano molta cura e tutti i viandanti che vi passavano non mancavano di sostare per una breve preghiera. Con il passare degli anni, la pioggia e le intemperie hanno aggravato notevolmente i danni e nel 1968 la sig. ra Candida, scultrice, pittrice e poetessa, ha provveduto a creare una sua opera, la Madonna tutt’ora presente, in sostituzione del dipinto di S. Antonio ormai scomparso. Questa in breve la “storia“ dell’opera; credo però molto

significativo e meritevole di essere raccontato, l’episodio riferitomi dalla sig.ra Gina. Erano gli anni antecedenti la seconda guerra mondiale quando la vita, un po’ ovunque era assai misera. In molte famiglie “mancava tutto“, la scarsità di cibo portava ad evitare inutili sprechi e spingeva tutte le persone del nucleo familiare a contribuire, in forme diverse ed in base alle proprie capacità, a migliorare e sostenere il bilancio familiare. Ecco allora che in primavera, un po’ come le rondini, dalla montagna le donne scendevano al piano per vendere e barattare gli utensili ed i prodotti di artigianato prodotti durante il rigido inverno. Ogni anno, puntuali come le rondini, arrivavano alla “Colombaia” le “PALERE” friulane, donne segnate da tanti anni di duro lavoro nei boschi, ma ancora forti e dalla dolce parlata cantilenante; vestite di abiti grezzi e neri, con un fazzoletto nero in testa e a spalle le grosse gerle colme di utensili di legno per la cucina ed altri prodotti di artigianato, giravano per diversi giorni tra le circostanti cascine e nei sobborghi della città per vendere i loro prodotti. Alla sera trovavano conforto e riparo sempre presso la “Colombera“ che diventava un sicuro approdo per passare la notte in un fienile; non prima però, prosegue la sig.ra Gina, di aver fatto sosta alla Santella con l’immagine di S. Antonio al quale erano molto devote: lì tutte insieme sostavano per una preghiera, per chiedere protezione del loro lungo peregrinare, per i sacrifici che dovevano sopportare e per il ricordo ai familiari lontani rimasti in montagna ad accudire il bestiame e a svolgere le tante faccende tipiche dei giorni estivi. Anche le più giovani partecipavano assiduamente alla preghiera; a loro il compito di adornare ogni giorno il luogo con fiori di campo appena colti. Sempre loro, però, sotto sotto pensavano volentieri anche a quel poco e semplice svago che le attendeva, di lì a poco, con i giovani del posto che volentieri giungevano dalle cascine e dai borghi limitrofi per una serata in allegria. Queste donne, che durante la loro “migrazione” in pianura, erano reticenti ad entrare in qualche chiesa, consapevoli che i grandi sacrifici a cui si sottoponevano in quelle settimane avrebbero permesso di alleviare la sofferenza delle loro famiglie durante l’inverno, di fronte all’immagine di S. Antonio dimostravano tutta la loro fede e devozione. Oggi queste donne sono tutte scomparse, chi per colpa della guerra e chi nella tragedia del Vajont; a noi, davanti all’immagine della Madonna con il Bambino, insieme alle sorelle Gottardi non resta che rivolgere una preghiera in memoria della loro testimonianza di vita. Guerino Toninelli


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Il xx anniversario del Gruppo v.p.c. Oltremella

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ent’anni passano velocemente, il pensiero scorre nel fiume dei ricordi. La tuta arancione è stato il battesimo del gruppo, impegnato inizialmente per l’esondazioni al villaggio Badia. Poi nella città di Lecce causa la guerra nel Kosovo, la Romania, le inondazioni a San Benedetto Po, i terremoti in val Sabbia, in Abruzzo, a San Giacomo delle Segnate. Dalla morte e dalle disgrazie si impara a vivere. A chi ha perso tutto, dire la parola “coraggio” è una bestemmia, ne colpiamo l’orgoglio. Meglio tacere. Anche davanti alla prepotenza, ai pavidi, ed a chi sapeva già tutto…dopo... Il tempo è galantuomo. Fa testo, la signora danneggiata dal terremoto, che si è scusata con “avevate ragione” per averci apostrofato un anno prima dei “perditempo” durante una esercitazione

effettuata nel suo paese. È stato bello assistere nel teatro della Badia per il nostro XX°, alla proiezione del breve filmato dei funerali della strage, al concerto di pianoforte di Stefano Ghisleri e del grande coro di 60 elementi Voci IN-CANTO. Non capita spesso. Poca gente, peccato. La sfilata di 26 gruppi di protezione civile della provincia, degli alpini della Badia, del C.A.B. degli studenti delle scuole, e degli Scout, nelle vie del villaggio Badia ci ha ripagato. Come la cerimonia di ringraziamento presso il monumento a p. Marcolini a cui hanno partecipato, i gruppi sfilati, padre Pippo, il sindaco Emilio del Bono, il nostro Parroco, ed il cantautore Francesco Braghini che si è esibito con la canzone da lui composta “Il prete muratore”. Quel giorno cadeva il 40° anniversario dei funerali della strage della Loggia. Nel parco la tromba di un artista ha suonato il silenzio in onore dei caduti. Io mi sono permesso di ricordare quegli anni difficili, in centro dove abitavo. Non tutti sanno delle intimidazioni e delle percosse alle suore, dei danni recati alle vetrate del Duomo. Mi hanno distrutto il furgone, che allora era tutta la mia ditta. L’odio predicato degli anni ‘70 ha recato danni inimmaginabili. Meditiamo... I cittadini che vogliono collaborare con i v.p.c. Oltremella, anche per la difesa dell’ambiente e avere in omaggio il numero unico per il XX°, possono telefonare al n° 030 313467 signora Marta al mattino. Noi proseguiamo l’impegno, grazie. Eugenio Gandellini

Giugno 2004 - giugno 2014... dieci anni di “Casa Famiglia”

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abato pomeriggio 7 giugno, nel nostro quartiere si è festeggiato il 10° anniversario di questa esperienza che accoglie anziani in difficoltà del comune di Brescia ed in particolare della zona dell’oltremella. Questa realtà è nata nella ex scuola elementare Achille Papa al terzo piano, con altre importanti realtà: sale comunali della zona ovest al piano terra, il Centro Diurno integrato al primo piano, cinque mini alloggi al quarto piano, per un totale di circa 45 anziani residenti nel Comune di Brescia proprietario di questa struttura. Alla festa sono stati invitati i volontari che dall’inizio collaborano al funzionamento, vari operatori e associazioni, aderenti all’associazione A.N.T.E.A.S. che gestisce Casa Famiglia. L’intuizione di padre Ottorino Marcolini di dare la possibilità ad ogni famiglia di avere un casa, si va completando con la possibilità per gli anziani del quartiere di rimanere nella loro comunità vicini ai famigliari e agli amici con questa ottima possibilità di Casa Famiglia. Un grazie di cuore va riconosciuto agli operatori, ai tanti volontari che gratuitamente si impegnano, a tutta la comunità che riconosce in questa CASA FAMIGLIA, una fortuna per il nostro quartiere. Un cittadino volontario


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Comitati di quartiere Indicazioni per l’uso

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opo l’abolizione per legge della parte politi- consecutivi. Il voto attivo verrà espresso con una preca delle Circoscrizioni nelle città con meno di ferenza, due in caso vengano indicate preferenze con 250.000 ed il conseguente vuoto partecipati- diversità di genere, femminile e maschile. I comitati vo che si è venuto a creare, è proseguito in Consiglio saranno solo consultivi, composti da un minimo di 5 Comunale il dibattito politico sul come ripristinare fino ad un massimo di 11 componenti in proporzione e favorire il canale comunicativo tra amministrazio- alla popolazione residente nel quartiere. Vi saranno ne e cittadini. Diverse le ipotesi discusse: consiglieri molto probabilmente assemblee di zona, cioè riuniocomunali delegati ad essere riferimento per deter- ni congiunte dei comitati di quartieri vicini, per esaminate zone delminare problemala città, persone tiche riguardanti rappresentative aree più ampie delle varie realtà del quartiere di operanti in città riferimento. Tutti nominate a far i presidenti dei parte di consulte comitati dovrandi zona, consigli no riunirsi in asdi quartiere su semblea alla prebase elettiva. Tra senza del Sindaco le varie opzioni, almeno una volta la maggioranza all’anno. A Setal governo deltembre verranno la città ha optato indette assemblee per i comitati di di quartiere, nelle quartiere su base quali chi vorrà, elettiva. Negli ulpresenterà la protimi mesi si sono pria candidatura, tenute assemblee mentre ad OttoImmagine del quartiere pubbliche in ogni bre verranno inquartiere al fine di presentare le linee guida che di- dette le elezioni, che saranno molto “leggere”, stile segnano il perimetro all’interno del quale prende- primarie, senza molti costi per l’amministrazione. ranno forma le regole definitive per le elezioni dei Gli eletti lo saranno a titolo gratuito senza alcun comcomponenti ed il funzionamento di questa rinnovata penso economico. Questo per sommi capi è lo stato forma di partecipazione. Queste assemblee hanno dell’arte. Da quando sono state abolite le Circoscrirappresentato l’occasione, per i partecipanti, di poter zioni sono sicuramente emersi due fattori: la scelta proporre eventuali migliorie ed azioni correttive alle del legislatore è stata improvvida, città delle dimenlinee di indirizzo ancora non definitive. Entro l’estate sioni di Brescia non possono non avere un organo inil consiglio comunale, recepite e vagliate le osserva- termedio che favorisca la comunicazione dal basso zioni dei cittadini, delibererà il regolamento definiti- verso le amministrazioni. Da subito si è avvertita in vo. Alle assemblee erano presenti in qualità di relato- modo forte questa mancanza. Le Circoscrizioni andari sia rappresentanti della maggioranza, ovviamente vano migliorate, non abolite. Inoltre, va certamente a favore dei comitati, e rappresentanti dell’opposi- favorito l’interesse dei cittadini alla vita pubblica e, al zione, dai quali sono emerse alcune critiche all’insie- di là delle scelte che verranno fatte e dei regolamenti me del regolamento, in particolare sulla necessità di definitivi, la partecipazione sarà vera ed utile a tutti, porre un quorum, cioè un numero minimo di votan- solo se le istanze emerse dai comitati, pur rielaborati per rendere valida l’elezione e sull’opportunità o te in una lettura compatibile con l’amministrazione meno di far votare gli extracomunitari. Comunque, complessa di una città come Brescia, saranno rispetal momento, in un quadro ancora non definitivo, al- tate e valorizzate in quanto portatrici della conoscencuni elementi significativi sembrano delinearsi. Cer- za reale anche se “grezza” dei problemi della città, e tamente la composizione delle liste uniche, nelle qua- di conseguenza tradotte in atti amministrativi adeli si iscriveranno cittadini non vincolati a partiti, che guati. Per arrivare a questo risultato è indispensabile per candidarsi dovranno presentare firme a sostegno che molti si rendano disponibili alla candidatura e al della propria candidatura (probabilmente 10). Si po- lavoro successivo per il bene di tutti i nostri quartieri tranno candidare i sedicenni e gli extracomunitari che e di Brescia in generale. risiedano in città da non meno di 5 anni anche non Mirco Biasutti


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(Ri)Nascono i comitati di quartiere: l’assemblea del 7 maggio 2014

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icostruiamo la partecipazione! Con questo slogan il comune di Brescia ha convocato, nei mesi scorsi, le assemblee nei 33 quartieri della città, per illustrare la bozza della “linea guida per l’istituzione dei Consigli di quartiere”, organismi ai quali saranno affidate le funzioni consultive, propositive e di promozione dei territori, di cui si sentiva la necessità dopo la soppressione delle circoscrizioni. Il 7 maggio u.s., nella sala civica della ex scuola Achille Papa, sono stati convocati gli abitanti del quartiere Badia; la partecipazione, a dire il vero, non è stata delle più forti, ma un buon numero di persone era presente ed ha manifestato, con interventi, domande e riflessioni, il proprio interesse e la convinzione che i responsabili dell’amministrazione comunale prenderanno in considerazione tutti gli spunti e le indicazioni raccolte nelle varie assemblee per redigere il “regolamento istitutivo e di funzionamento” dei consigli di quartiere; regolamento che verrà sottoposto all’approvazione del consiglio comunale e che troverà applicazione con le elezioni che verranno indette allo scopo nel prossimo autunno. Purtroppo mi spiace sottolineare la scarsa partecipazione dei giovani anche se i pochi presenti non hanno temuto di porre domande e/o suggerimenti e indicazioni. Numeri a parte, sono stato, invece, molto colpito dalla “voglio di partecipare”; c’è ancora tanta gente pronta ad impegnarsi per il bene della propria cit-

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tà, una città che, come ha detto bene un amico, ha sempre creduto nella partecipazione collettiva nelle scelte importanti. Nell’incontro sono emerse diverse questioni e molti sarebbero i punti condivisi da citare, ma sinteticamente credo opportuno sottolineare alcuni aspetti di novità: non esiterà alcun quorum (quindi le elezioni saranno valide aldilà dell’astensionismo); sarà previsto il voto anche agli extracomunitari residenti sul territorio; il diritto di voto sarà esteso anche ai minori purché abbiamo compiuto i 16 anni, nell’intento di coinvolgere il più possibile e carpire l’attenzione dei più giovani, speranza e futuro della nostra società. Tra le note, forse un po’ meno positive, l’esiguità del numero dei consiglieri spettanti ed eleggibili dal ns territorio, solo 5 e il non ancora chiaro meccanismo istituzionale attraverso il quale le istanze dei consigli di quartiere, una volta eletti ed attivati, arriveranno all’amministrazione comunale; percorso ancora tutto da costruire, ma … un passo alla volta. Credo, a questo punto, che l’aspetto fondamentale sarà la partecipazione al voto, grande occasione di sentirsi parte attiva; un invito a tutti di recarsi alle urne il prossimo autunno: si voterà su un’unica lista di candidati esprimendo una sola preferenza; due se di genere diverso (maschio e femmina). Guerino Toninelli

Il Sabato del Villaggio 24-5-2014

ono sempre i sogni a dare forma al mondo, sono sempre i sogni a fare la realtà” questa frase del cantautore Ligabue rende sinteticamente chiaro come si sia arrivati ad organizzare la festa “Il Sabato del Villaggio” svoltasi il 24 Maggio al parco della Musica. Un’idea nata tempo fa da alcuni residenti della Badia e condivisa con alcuni abitanti del Violino; persone che hanno dato il via ad un progetto che desidera animare i quartieri attraverso due feste, una avvenuta il 24 maggio al Violino ed una che si terrà il 14 giugno alla Badia, gemellando così i due villaggi. Il tutto nella prospettiva di far nascere un’entità stabile che, nel tempo, si faccia carico di organizzare, per la comunità, altri eventi animando i nostri parchi. Questa prima festa al Violino, nel parco della musica, è stata un grande successo, sia in termini di affluenza che di qualità della proposta. Gli artisti intervenuti hanno interpretato ottimamente lo spirito dell’iniziativa, donando il meglio di sé in un’ atmosfera serena e gioiosa. Un’orchestra d’archi, un duo di chitarre e due complessi musicali hanno allietato la serata. Un doveroso ricordo teatrale ai 40 anni dalla strage di piazza Loggia, ha segnato un momento certo meno leggero ma ugualmente interessante ed emozionante. Ora grazie alla spinta emotiva ed alle risorse derivanti da questa serata si sta provando a concretizzare un’associazione che possa in futuro rendere più frequenti, interessanti e socializzanti momenti come “Il sabato del villaggio”. Gli organizzatori, “I semi del villaggio”


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Cronaca di Vita Comunitaria

Preadolescenti in uscita: apri gli occhi del cuore… Insieme è più bello, con i ragazzi di seconda media!

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uesto il tema della due giorni alla quale hanno partecipato un gruppo di 14 preadolescenti dell’unità pastorale Badia e Violino. Pur rimanendo in città, ma in un’oasi in mezzo al verde e nel silenzio rotto solo dagli schiamazzi dei ragazzi, i nostri preadolescenti sono riusciti ad assaporare lo spirito della proposta: aprire gli occhi del cuore perché insieme è più bello. È stato più bello giocare per riscoprire la collaborazione tra di loro e la sana competizione che alla fine faceva dire: “Chi ha vinto?? Chi ha vinto??”. È stato bello giocare perché è stato il mezzo immediato per conoscersi meglio e riscoprire le caratteristiche dell’altro. È stato bello girare per la città per giocare ad una

specie di “caccia ai monumenti” che, in un giorno di pioggia e di deserto come quello di pasquetta, ha permesso loro di passeggiare in piena tranquillità. È stato bello collaborare per l’allestimento della sala da pranzo così come lo sparecchiare e il riordinare dopo aver mangiato. È stato bello partecipare alle celebrazioni eucaristiche e ai momenti di preghiera di ringraziamento a fine giornata. È stato bello dormire insieme, ridere nelle stanze e origliare dietro le porte delle camere da letto per vedere se le “sentinelle” si davano il cambio così da poter correre dagli amici solo per salutarli. È stato bello non per ciò che si è fatto, ma per come lo si è fatto: INSIEME È PIU’ BELLO!!!

Preadolescenti in uscita: terza media ad Alone di Casto

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ragazzi del cammino di terza media del Violino e della Badia hanno accolto con molto entusiasmo e gioia la possibilità di trascorrere un paio di giorni insieme ad Alone di Casto il 25 e 26 aprile. Il tema proposto è stato quello dell’amicizia per scoprire la necessità di essere sostenuti gli uni dagli altri in gruppo, per affrontare al meglio le difficoltà di ogni giorno. Il laccio arancione ricevuto in segno alla fine dei due giorni come un pezzo di un’unica corda è divenuto un simbolo condiviso all’interno del gruppo e che ha migliorato anche il dialogo tra ragazzi che precedentemente non era così determinante. I nostri preadolescenti ad Alone, nonostante si siano lamentati parecchio per il ritiro dei cellulari, hanno avuto l’occasione di comprendere che si può stare anche senza il cellulare e condividere insieme con chi ci è vicino tante cose: il gioco, la passeggiata tra i monti aiutandosi a vicenda nei momenti di difficoltà nell'attraversare il ruscello, i momenti di preghiera, le idee

Terza media ad Alone diverse, il fare cose insieme ad esempio preparare per il pasto, il riordino della cucina, il vivere in comunità con i pro e i contro ecc.. Siamo speranzosi che l’occasione offerta, anche se per certi versi un pò sprecata da alcuni, in realtà porterà i suoi frutti nel tempo. I catechisti dei gruppi


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Il senso del festeggiare in oratorio

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l tempo estivo porta spontaneamente con sè la voglia di stare insieme, di divertirsi per sollevare il proprio animo dalle preoccupazioni di ogni giorno, di trascorrere ore di serenità con persone a cui ci si sente legati. Per questo nascono d’estate tante occasioni di festa, addirittura in maniera inflazionata, che coinvolgono sempre tante persone. In tale movimento s’inseriscono anche i nostri oratori che propongono iniziative diverse di festa e di ritrovo. Ma che senso ha fare festa in oratorio, rispetto alle tante altre feste? Il Vangelo è disseminato di feste. Il primo miracolo di Gesù è avvenuto a una festa di nozze, cambiando l’acqua in vino, perché fosse una festa riuscita. Spesso è proprio durante le feste ebraiche che Gesù annuncia la buona notizia del suo regno. È durante la festa di Pasqua la sua morte e resurrezione. La festa cristiana è un’esperienza comune di gioia, un canto d’azione di grazie. Si celebra l’essere insieme e si rende grazie per il dono che ci è stato fatto: l’essere comunità. La festa nutre i cuori, ridona la speranza e la forza nell’affrontare le sofferenze e le difficoltà della vita quotidiana. Il cuore dell’uomo è più grande dei limiti del quotidiano, è assetato di una felicità che è inaccessibile sulla terra; ha il gusto dell’infinito, dell’eterno, di qualcosa che dia senso alla vita umana e a quel quotidiano spesso fastidioso. La festa è come segno di quell’al di là che è il cielo. È il simbolo di quello a cui l’umanità aspira: un’esperienza di comu-

nione. Nella festa i cuori si unificano, una corrente di vita passa. È un momento di meraviglia in cui la gioia del corpo e dei sensi è legata alla gioia dello spirito. È il momento più umano ma anche quello più divino della vita comunitaria. Ecco il senso della festa cristiana che avviene in oratorio: una comunità che vive l’esperienza della comunione è capace di fare festa. Certo, in tutto questo il numero delle persone, il clima che si respira, la gioia e l’impegno del volontariato a servizio del festeggiare, fanno veramente la differenza. Vogliamo augurarci che quest’estate, ma anche le prossime, possiamo imparare sempre più a fare festa per alimentare il nostro essere comunità sia alla Badia che al Violino. Ognuno dei due oratori ha tanti motivi per vivere in pienezza la festa e per rafforzare il proprio essere comunità. Non si può negare che la festa è anche occasione per sostenere economicamente le nostre parrocchie che passo dopo passo cercano di adeguarsi all’oggi nelle strutture e nell’organizzazione. Sentiamo la festa come un’opportunità che ci rende partecipi in pieno del “costruire” qualcosa per il futuro educativo delle nostre comunità. Allora sentiamoci tutti invitati: la festa in oratorio mi coinvolge e non è questione di età o di gusti, ma di senso di appartenenza alla comunità: facciamo festa insieme per incontrarci e per incontrarLo! Buone feste estive in oratorio. Don Fausto

La festa patronale del Violino: San Giuseppe Lavoratore

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o scorso primo maggio abbiamo vissuto la festa patronale della parrocchia del Violino, intitolata a San Giuseppe Lavoratore. In mattinata abbiamo avuto la grazia di salutare e accompagnare con la preghiera don Luigi Salvetti (per motivi di salute tale momento era stato rinviato dallo scorso dicembre): la Santa Messa è stato il segno più alto e gradito per rendere grazie a don Luigi del cammino svolto tra noi. Nel pomeriggio la commedia dialettale del nostro gruppo teatrale “Amici del Cór” è stato un modo simpatico e coinvolgente per sentirci sereni anche nei contesti più difficili di vita. Infine la sera è stata l’occasione per gli animatori del grest di entrambe le parrocchie di vivere insieme un incontro del corso di preparazione: sono piccoli segni di un cammino lungo, ma possibile verso l’unità pastorale. Un sentito grazie a tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita della festa, al gruppo teatrale,

al gruppo della pesca e a tutti coloro che in qualche modo hanno condiviso questo momento così importante. I sacerdoti

La compagnia Amici del Cör Spettacolo festa patronale violino


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Prima riconciliazione: sentirsi amati nell’abbraccio misericordioso del Padre

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el pomeriggio del 18 maggio più di 50 bambini dei gruppi Cafarnao Badia-Violino hanno vissuto con emozione e un po’ di trepidazione il Sacramento della Riconciliazione. Dopo un cammino parallelo di catechesi dei due gruppi di terza elementare, anche la celebrazione della Confessione ha avuto la connotazione coI ragazzi della Prima Riconciliazione munitaria di unità pastorale, per sottolineare e confermare l’impegno che stiamo anche il male) e che spesso non seguire la sua volontà ma fare di testa nostra ci porta lontano da Lui e spezmettendo per la costruzione di questa nuova realtà. In prossimità dell’appuntamento con Dio Padre mi- za il nostro legame di figli. La bella scoperta è stata sericordioso i bambini hanno avuto modo di fare però quella di capire che Dio Padre è sempre pronto propria la parabola del Figliol prodigo scoprendo che ad accoglierci e perdonarci quando riconosciamo i Dio ci ha creati liberi di scegliere (purtroppo a volte nostri errori e siamo pronti a cambiare per cercare di non sbagliare più. Durante il sacramento i bambini, attraverso il sacerdote, hanno riallacciato simbolicamente e concretamente attraverso un nastro il loro rapporto con il Signore. Con stupore dei catechisti tanti di loro erano così soddisfatti che hanno chiesto quando avrebbero potuto rivivere la confessione… A loro la parola: “È stato emozionante ed ero molto agitata, una volta finito mi sono sentita leggera liberata dai pesi che avevo prima e mi sono sentita più vicina a Gesù.” - Alessia S. “Ho provato una gioia immensa ed ero tanto emozionata per questo mio primo Sacramento. Ho sentito Gesù nel mio cuore.” - Marta Abbraccio benedicente - Rembrandt Susanna

Prima riconciliazione: le sensazioni di un genitore

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nche quest’anno in cammino con i nostri figli, per crescere con loro, con la consapevolezza che l’educazione alla fede passa dall’esempio perché si trasmette ciò che si vive. Bruno Ferrero scrive:” Se trasmettiamo ai nostri figli solo il linguaggio della religione, o vaghe descrizioni di spiritualità senza offrire loro nulla sul piano dall’esperienza, è come se dessimo loro una descrizione di un gelato alla fragola porgendo poi un cono con dentro niente”. Fare esperienza di Dio che è Padre, della sua tenerezza verso noi suoi figli, ha guidato anche il cammino dei genitori del terzo anno Cafarnao. I nostri bambini, per la prima volta, hanno ricevuto il dono dell’abbraccio del Padre nel Sacramento della riconciliazione. È stato il primo momento unico, personale, intimo che hanno vissuto con emozione e serenità. Certamente per loro è più facile comprendere il mistero dell’Amore, del perdono e dell’accoglienza. Spesso capita che i figli diventino educatori verso i genitori, facendo si che l’ esperienza di Dio entri in famiglia. Genitori e figli in un unico cammino, per essere, insieme, alla ricerca ed esperienza di Dio. Enrica Cinelli


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I bambini del gruppo Nazareth e la loro avventura

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avorare con i bambini non è mai scontato: sono capaci di sorprenderti, non sono mai banali e sanno sempre andare a segno. Purtroppo la loro curiosità sul reale e il divino è inversamente proporzionale alla loro età e così più diventano grandi e più perdono l’attitudine alla ricerca. Si è concluso un altro anno di catechismo e per i bambini del gruppo Nazareth (2° anno di scuola primaria) il loro primo anno di catechesi. Un anno impegnativo, ricco di scoperte e di contenuti, a tratti faticoso, ma vissuto, nella maggioranza dei casi, con serietà. Il cammino del primo anno prevede alcuni temi forti che sono sempre stati affrontati in unità tra Violino e Badia attraverso gli incontri di programmazione con don Fausto e poi realizzati nella massima libertà, ma condividendo idee e materiali. • Il Signore ci tiene per mano e ci chiama per nome • I nostri nomi sono scritti in cielo (festa dei Santi) • Nel cammino non siamo soli: Gesù è il nostro amico • La venuta di Gesù (il Natale) • La storia di Gesù e i suoi insegnamenti (il Vangelo) • Il Battesimo di Gesù • I simboli del Battesimo nei Vangeli della Trasfigurazione, del Cieco nato, della Samaritana, della Resurrezione di Lazzaro. • La croce: simbolo di fedeltà al Padre, mezzo per la Resurrezione, simbolo del Battesimo, la Pasqua.

Antica piscina battesimale E la meta è stato il rinnovo delle promesse battesimali vissuto con consapevolezza il 1° Giugno durante una cerimonia importante e bella grazie anche a 5 bambini che nella stessa occasione hanno ricevuto il Battesimo. In quella occasione una mamma ha letto la preghiera che riportiamo: Signore, ti prego per mio figlio. È nato nuovo come pagina tutta bianca. Nessuno vi scarabocchi sopra: non i compagni, non la scuola, non la televisione... È nato col viso pieno d’anima. Nessuno gli rubi il sorriso. È nato originale, unico, irripetibile. Conservi sempre la sua mente per pensare il suo cuore per amare. È nato pieno di voglia di vivere. Mai perda la grinta per attaccare la vita e non subirla. È nato aperto a Te. Nessuno gli sbarri la strada, nessuno gli rubi la bussola. È nato prezioso. Perché più figlio Tuo che mio. Custodiscilo, Signore, e amalo come sai amare Tu, Padre mio e Padre suo: Padre nostro che sei nei cieli e in terra vivi nel cuore nuovo di ogni bimbo che al mondo doni. Amen. La speranza di noi catechisti è che sulla pagina bianca solo un Maestro riesca a mettere la sua firma. I catechisti


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Chiusura del primo anno di ICFR

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lla fine del mese di maggio si è concluso il cammino dei genitori e dei figli del primo anno di ICFR “gruppo Betlemme”. Per il secondo anno consecutivo le nostre due comunità parrocchiali hanno iniziato il percorso insieme in un unico gruppo con esiti assai positivi. Il cammino fatto con i genitori, grazie alla guida attenta e formata di Mario ed Egle, si è rivelato piacevole pur nell’impegno e, incontro dopo incontro, si è andati condividendo in maniera approfondita le domande di senso della nostra vita di fede. I bambini hanno avuto l’occasione di trovarsi insieme e muovere i primi passi nella conoscenza di Gesù e delle persone e luoghi che

permetteranno nei prossimi anni di cammino di incontrare il Signore della vita. Tradizionalmente si dice “chi ben comincia è a metà dell’opera”: la speranza che le nostre comunità portano nel cuore è che questi genitori siano i fautori di un futuro bello e positivo sia nella loro vita personale di fede, sia nell’impegno comunitario. Con questi sentimenti li accompagniamo nella preghiera e prepariamo il cuore a farli entrare al meglio nelle nostre comunità come una ricchezza tutta da scoprire e valorizzare. Buon Cammino! I sacerdoti ed i catechisti

Chiusura anno catechismo

“Seconda Stella a destra questo è il cammino e poi dritto, fino al mattino.”

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ome lo scorso anno la chiusura dell’anno catechistico delle comunità di Badia e Violino è coincisa con il pellegrinaggio al santuario della Madonna della Stella. Lunedì 2 giugno con un tempo che, a differenza di quanto poi successo nel corso della giornata, non faceva presagire nulla di buono, ragazzi, genitori ma anche tutti coloro i quali ormai fuori dal catechismo dei ragazzi hanno voluto partecipare, in tutto circa una sessantina di persone, si sono ritrovate presso il piazzale della scuola media Kennedy per iniziare il pellegrinaggio e già il fatto che si arrivasse da punti diversi e ci si ritrovasse tutti insieme, per camminare insieme sembrava quasi la rappresentazione concreta di ciò che le nostre due comunità sono e saranno chiamate a fare sempre più in futuro. Il pellegrinaggio era guidaChiusura anno catechistico to da don Fausto e dopo la preghiera a Maria, sotto la cui protezione venivano posti i pellegrini, la compagnia si metteva in cammino. L’ a l l e n a m e n t o dell’anno precedente aveva probabilmente lasciato il segno, poiché

la successiva ascesa al colle Selva avveniva in tempi rapidi e senza perdere nessuno per strada... L’arrivo presso il santuario, salutato da un sole che aveva ormai deciso di accompagnare i pellegrini, è stato celebrato con un pranzo al sacco, un sano riposo, i giochi dei ragazzi ed un caffè che in tanti adulti non dimenticheranno facilmente. Alle 15.00 la celebrazione conclusiva ed è proprio bello poter registrare come tante persone, sia della Badia che del Violino, siano arrivate appositamente presso il santuario per partecipare alla S. Messa; anche questo un bel segno che rappresenta comunque la volontà di esserci, di partecipare, di ringraziare il buon Dio per il dono dello stare insieme, per la fatica ma anche la bellezza che hanno accompagnato quest’anno di catechismo, per la gioia della condivisione di un cammino che fatto insieme è più bello. Infine il ritorno, la discesa verso le proprie abitazioni con il dolce ricordo di una giornata nata proprio sotto una buona…… Stella! Un partecipante all’ascesa


Violino: Grest 2014

Badia: Grest 2014


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