Sol et luna, laudate Deum - Introduzione al concerto

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SOL ET LUNA LAUDATE DEUM Kairos tou poiesai to Kyrio Il tempo nella riflessione del Canto Gregoriano Chiesa di S. Andrea in Riva – Treviso 29 maggio 2010 – ore 20.45

Introduzione al concerto

Una delle caratteristiche che affascinano (e insieme sconvolgono) del canto gregoriano è la sua assoluta libertà nei confronti di un elemento tanto importante per la sensibilità moderna, nella musica quanto nelle occupazioni quotidiane: la scansione del tempo. Questa libertà rispecchia per molti versi ed aspetti quella “grande indifferenza nei confronti del tempo” che lo storico Marc Bloch ha osservato esistere nei cronisti medievali. In realtà, se i cronisti medievali sono effettivamente avari di datazioni nei loro racconti è perché le date che interessano loro sono diverse da quelle che per noi sono rilevanti: sono le “date” di un disegno – sia esso cortese o religioso - che sottende la storia stessa ed alla luce del quale gli avvenimenti trovano senso agli occhi del cronista. Così pure la libertà del fluire delle note in un introito gregoriano è tale perché il tempo che interessa all’anonimo compositore è quello del testo che sottende e dà vita alla melodia. La struttura essenziale della mentalità del Medioevo è una struttura per analogia, per eco: l’antico Testamento rimanda al nuovo, la storia contemporanea rimanda alla Storia della salvezza, il tempo dell’uomo è eco del tempo di Dio, il kronos rinvia al Kairos. Il tempo stesso, nel medioevo è poi un tempo “diseguale”: l’anno comincia nei vari paesi a date differenti, a seconda dei diversi “stili” cronologici. Anche il giorno comincia ad momenti variabili e le ore, le vecchie ore romane più o meno cristianizzate, sono anch’esse diseguali. Tale disegualità è comunque sottomessa ad un ritmo binario, l’alternanza del sole e della luna, delle tenebre e della luce. Ed anche questa duplicità è informata dalla struttura di richiami e rinvii. La notte è il tempo dei pericoli sovrannaturali. Tempo della tentazione, dei fantasmi, del Diavolo. Le tenebre rinviano al tempo della lotta, del combattimento spirituale. Il giorno è il tempo della Grazia, dell’azione di Dio, della trasformazione delle opere umane in opera di Dio. Per questo il monaco veglia durante la notte, per trasferire nelle tenebre la valenza luminosa dell’azione divina e con ciò, affrettare la venuta del giorno (la tua notte – recita il salmista – è luminosa come il giorno). Abbiamo dunque voluto elaborare la sequenza dei brani di questa sera su questa struttura


“ad eco”, cercando di ricreare in ciò, dichiarandolo, parte dell’atmosfera ideale nella quale questa musica ha avuto origine. Una prima parte, notturna, richiama lo sforzo di elevazione spirituale dell’uomo e la sua richiesta di aiuto; la seconda, con l’avvento dell’alba, evoca la risposta della storia di salvezza che rimanda all’azione gratuita di Dio. Buon ascolto

PROGRAMMA Sol et luna (antifona, Lodi, terza domenica di Quaresima) Te lucis ante terminum (inno, Compieta, tempo di Quaresima) Immutemur (Antifona, mercoledì delle ceneri) Recordare (Offertorio, Commune Beatae Virgini) Lucis creator optime (Inno, Vespri) Factus est Dominus (Introito, VIII dom. per ann.) Terra Tremuit (Offertorio, Pasqua) Sanctus (messa XI, Orbis Factor, XI sec.) Alleluia (IV dom. di Pasqua) In omnem (Graduale, Commune Apostolorum) Aurea Luce (Inno, festa dei SS. Giovanni e Paolo) Pulcherrima rosa


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