MAC N°20
Direttore responsabile: Raffaele Donini | Progetto grafico: Alice Cesari, Dario Mantovani, Riccardo Tullini | Redazione: Via del Lavoro 25, Molinella Stampato c/o Tipografia Cava, Castel S. Pietro Terme | Aut. Tribunale di Bologna n.7901, 12 nov. 2008 | Prop. Partito Democratico Coord. Bologna
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La dirigenza socialdemocratica molto lontana dalla casa dei padri: ma alcune lezioni, seppur con ritardo le abbiamo imparate noi La socialdemocrazia molinellese è stata, in tempi lontani da questi, il luogo in cui sono cresciuti e hanno avuto spazi politici, dirigenti di primo piano da un punto di vista culturale, umano, intellettuale. Nella mente di molti giovani, che ai tempi frequentavano la politica seppur anche su fronti allora opposti, rimase impressa una datata ma attualissima suggestione che Gino Gabusi, dentro la metafora, soleva ripetere: “l’importante è andare al Nord”. Non era una visione leghista del mondo: il Nord che indicava Gino Gabusi era non solo geografico, ma anche politico. Era innanzitutto la capacità di trainare una comunità facendola andare compatta tutta nella stessa direzione. Ma era anche il riferimento alle socialdemocrazie nordiche, quelle in cui la sinistra aveva celebrato una propria Bad Godesberg, la separazione tra una sinistra di governo (socialdemocratica) e una sinistra radicale e movimentista (che aveva il difetto di guardare segue a pag. 10
LO SBIRRO Sulla gestione migranti si consuma l’ultimo strappo tra PD e Sinistra-sinistra
Una vecchia teoria diceva che le posizioni estreme fi-
umani e gli operatori di alcune ONG a bordo delle navi impegnate nelle operazioni di salvataggio. Come per tante vicende italiane, la verità non la sapremo mai, ma è entrata nell’opinione comune la convinzione che traffici poco chiari, operazioni tutt’altro che trasparenti abbiano avuto luogo tra almeno due degli attori principali agenti sulla scena: gli scafisti e le ONG. Come sappiamo è intervenuto il Governo, nella figura del titolare del Ministero degli Interni, Marco Minniti, il quale, tra le varie iniziative, ha redatto un codice di comportamento per segue a pag. 10
MOLINELLA
A COLORI
Completata la prima fase del progetto di Street Art per le vie del paese: lo scopo è creare un museo a cielo aperto Qualche mese fa attraversavo a piedi il ponte di via
Stalingrado a Bologna e credo di aver impiegato un’abbondante mezz’ora ad osservare tutti i disegni che riempiono i muri ai lati di quel tratto di strada: decine di artisti, ognuno con un proprio spazio a disposizione, hanno trasformato un semplice elemento urbano in una colossale opera d’arte lunga più di cento metri. Non avrei mai pensato che di lì a poco, questa forma d’arte che sembra appartenere solo alle grandi città (più europee che italiane, con le dovute eccezioni) sarebbe approdata anche nel Comune di Molinella, segue a pag. 10
Udite! Udite!
Cittadini di Molinella
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All’interno speciale inserto satirico
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MINNITI
niscono per toccarsi, accade così che sulla questione migranti il “sublime” sia entrato in contatto, sia stato sfiorato dall’ “infame”. Qualcuno aveva capito da tempo che nei giochi di ruolo tra scafisti (l’infame), ONG (il sublime), Ministero della Marina e Guardie Costiere varie c’era qualcosa che non andava, ma, come spesso accade in un Paese lento e macchinoso come il nostro, le cose sono andate avanti per mesi con gli sbarchi che si intensificavano giorno dopo giorno. Finchè quello che alcuni sospettavano non è diventato evidente: contatti tra i trafficanti di esseri
SPORT E VOLONTARIATO?
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A MOLINELLA PALCOSCENICO VIVACE Abbiamo chiesto all’Assessore a Sport e Volontariato Andrea Scalambra di raccontarci i dietro scena di due manifestazioni su cui La Compagnia del Caffè e l’Amministrazione hanno investito molta energia: Sportivamente e A Cena dal Volontariato.
1. Ciao Andrea, spiegaci com’è nato Sportivamente: il Festival della Cultura Sportiva che ha disseminato la città di incontri a tema sportivo. Chi l’ha ideata? Parliamo di una manifestazione “nuova”, penso non esista sul panorama locale un’iniziativa come questa. È stata pensata dalla Compagnia del Caffè, con a capo Andrea Martelli, quando circa 6 mesi fa è stato chiesto a me e al Sindaco di trovarci per parlare di questa sua nuova idea. Non avremmo mai immaginato che potesse riuscire una manifestazione di così alto spessore. 2. La sfida che ci sembra essere alla base del festival, e che ci sembra sia stata vinta in pieno, è emancipare il mondo sportivo dal preconcetto che non sia possibile farne oggetto di approfondimento, di storia, di arte. Abbiamo trovato interessante il rapporto con i social network e la selezione di alcuni docu-film che hanno davvero dimostrato questo obiettivo. Se l’obiettivo era creare un anello di unione fra sport e cultura, secondo te è riuscito? Si, sono assolutamente soddisfatto di com’è andata e credo che l’obiettivo che indicate sia davvero stato raggiunto. La manifestazione è durata cinque giorni, prevedeva 3 momenti di incontro al giorno: il pomeriggio con professionisti tecnici di tematiche specifiche, la prima serata con gli ospiti più conosciuti sul panorama nazionale e internazio-
nale, la seconda serata con la proiezione di alcuni film a tema sportivo, nel giardino della biblioteca, e una mostra in Auditorium con opere tematiche. A questo si aggiungevano momenti speciali, come la serata di chiusura firmata Team Diablo, che a causa del maltempo si è svolta in Auditorium, ma che è comunque riuscita a regalare al pubblico uno spettacolo molto piacevole. 3. Domandone: come avete convinto Sgarbi a venire a Molinella? Convincere Sgarbi, è stato merito della Compagnia del Caffè! Sicuramente ha influito molto la presentazione della manifestazione, penso che sia uno stimolo lavoro di critico d’arte quale è Sgarbi. Come lui stesso non ha mancato di sottolineare in un video che ormai circola in rete, la nostra città gli è molto cara per via del ricordo della madre che lo portava qui in giovane età. Gli ospiti che abbiamo avuto sono tutti di alto livello, non hanno mancato di appassionare gli intervenuti, che nelle varie serate sono oscillati dalle 250 alle 400 persone. Gli appuntamenti del pomeriggio, più tecnici e specifici ma altrettanto appassionanti, hanno visto un’affluenza non inferiore a 35-40 persone, che hanno avuto il piacere di interagire maggiormente con gli invitati. 4. Come si è rapportata l’Amministrazione comunale con l’organizzazione? L’Amministrazione ha accettato di offrire il proprio aiuto, che a livello economico era completamente sulle spalle degli organizzatori.
Non nascondo che come altre manifestazioni sportive anche questa rientrerà nella distribuzione di eventuali contributi, utili ad aiutare quelle manifestazioni di valore che hanno un equilibrio fra costi ed entrate difficoltoso. Ma pensiamo che siano un vero arricchimento per la città, sia perché creano interesse mediatico, sia perché portano un turismo culturale, sia perché questi aspetti si traducono in un traffico commerciale che ricade sulle attività produttive. Naturalmente non è un meccanismo immediato, ma abituando le persone ad appuntamenti come questo diventa esponenziale. Noi crediamo in questo modo di fare cultura! 5. Andrea, chiudiamo l’intervista chiedendoti un breve report di com’è andata un’altra iniziativa che ci sta a cuore, quella dedicata al mondo del volontariato. Domenica 3 settembre si è svolta la seconda edizione della Festa del Volontariato, l’abbiamo chiamata A Cena dal Volontariato. È un’iniziativa che sta ottenendo un grande risultato: far fare squadra alle varie Associazioni, che prima del 2014 erano -a detta loro- divise e sempre in competizione. 6. Anche in questo c’è un istinto di agonismo che è stato trasformato in spirito sportivo? Esatto, è proprio quello il fulcro: non esiste qualcuno che ha dei benefici maggiori rispetto qualcun altro, ma esiste un progetto comune, da portare avanti, come una squadra! Come ultima fase della festa, la divi-
sione del contributo tiene conto del ricavato tra lotteria e festa. La lotteria, che rappresenta l’ultimo atto della cena, è la forma di autofinanziamento: è proprio grazie a questo che la festa non richiede appoggi economici dai privati, che già molto aiutano le tante manifestazioni che si svolgono presso il nostro Comune. 7. Pensi che ai cittadini arrivi questo messaggio collettivo? In generale non c’è molto entusiasmo intorno alla parola “volontariato”. La cittadinanza comprende lo spirito e volentieri scende in piazza per seguire gli spettacoli e consumare la cena! Con 10 euro un molinellese partecipa all’idea di comunità, partecipa a qualcosa che rappresenta un modo da parte dell’Associazionismo di offrire una serata all’insegna dell’allegria e della conoscenza di quelle che sono le varie realtà del volontariato. 8. In questa iniziativa l’Amministrazione non è solo l’ente patrocinante, giusto? L’Amministrazione 2 anni fa ha proposto la manifestazione: siamo molto contenti e fieri di essere riusciti a trasmettere lo spirito giusto, al quale va unito il grande lavoro delle varie Associazioni. D’altronde è la loro festa, e viste le capacità delle persone coinvolte bastava spianare la strada. Questa è la riuscita della manifestazione, che non conosce gelosie, rivalità, obiettivi nascosti, ma si prefigge una sola cosa: far si che il volontariato possa insegnare. di Alice Cesari
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“MENSE SCOLASTICHE
DA SETTEMBRE 2017 NUOVO SISTEMA DI CALCOLO”
Mamma, lavoratrice e amministratore pubblico, abbiamo chiesto all’Assessore ai Servizi Educativi e alle Pari Opportunità Valentina Landi di fare il punto sulle iniziative che segue per Molinella: dal nuovo sistem di calcolo delle tariffe legate alla refezione fino alle iniziative di successo come Bimbi in festa
1. Valentina, ti occupi di educazione nel Comune di Molinella da quasi due anni, e riesci a conciliare l’impegno amministrativo con lavoro e famiglia, bravissima! Partiamo con il Convegno che arriva alla seconda edizione del ciclo I Sentieri della Scuola, promosso dall’Associazione Ludofficina in collaborazione con il Comune di Molinella. Il convegno quest’anno aveva come tema “L’equilibrio delle emozioni”, è stato un viaggio nel mondo delle emozioni dei bambini, dalle primordiali emozioni della vita intrauterina fino alle articolate relazioni nei contesti scolastici. Le tematiche proposte sono state di interesse trasversale, non mirate a specifiche fasce d’età scolastica, hanno coinvolto famiglie e professionisti di tutte le realtà educative del territorio molinellese e dei comuni limitrofi. È stata opportunità per gli operatori del settore educativo di dotarsi di strumenti tecnici e professionali utili ad affrontare e risolvere la complessità delle relazioni tra bambini e tra bambini ed adulti. Siamo soddisfatti del feedback che abbiamo avuto perché l’obiettivo era quello di dare un contributo concreto alla crescita professionale degli educatori che hanno partecipato ed un sostegno alle famiglie della nostra città. 2. I tema mensa scolastica è sempre un punto critico per ogni Amministrazione, ad ogni cambiamento proliferano fraintendimenti e letture sbagliate, ti chiediamo di fare
un po’ di chiarezza sulla rimodulazione delle tariffe della refezione scolastica. Da quest’anno scolastico come Amministrazione Comunale abbiamo deciso di intervenire in modo concreto sulla tariffazione della refezione scolastica determinando una nuova metodologia di calcolo e di individuazione della tariffa. Dal prossimo anno scolastico i genitori degli alunni iscritti al servizio di refezione devono corrispondere, a titolo di contribuzione, una retta mensile fissa (non più scorporata in quota fissa e quota variabile) determinata ogni anno dall’Amministrazione con apposito provvedimento. La retta sarà diminuita per ogni giorno di assenza dell’alunno, attualmente la quota massima è stata fissata a 145 euro. Grazie ad un lavoro di ottimizzazione e riorganizzazione del servizio mantenendo uno standard qualitativo soddisfacente del servizio, siamo arrivati ad una diminuzione della retta massima da 167 euro a 145 euro attuali. Naturalmente l’intento dell’amministrazione è quello di riuscire a ridurre ulteriormente la cifra senza compromettere la qualità del servizio. Ai fini della determinazione della tariffa da applicare ad ogni utente per il servizio extra-scolastico richiesto e per una determinazione adeguata in base alla situazione economica famigliare di quest’ultimo, viene richiesta la presentazione dell’attestazione ISEE contestualmente alla domanda di iscrizione al servizio. A partire dal nuovo anno scolastico 2017-18 l’amministrazione Comunale ha deciso di stabilire delle fasce di reddito fisse, di migliore
comprensione e con maggiori scaglioni volti ad agevolare un sempre maggior numero di famiglie del nostro territorio comunale. Questi nuovi criteri di determinazione delle nuove tariffe sono state anche sottoposte a valutazione alla Commissione Mensa, organismo di rappresentanza preposto alla verifica della qualità del servizio di refezione che esercita le proprie funzioni nell’interesse dell’utenza e di concerto con l’Amministrazione Comunale. 3. Parlaci della Commissione Mensa, quando è nata e come si rapporta all’ente? La Commissione Mensa, voluta e regolamentata dalla vigente amministrazione, si è costituita nel 2015 ed è composta da quattro genitori di bambini che usufruiscono del servizio di refezione scolastica per la scuola dell’infanzia e primaria, da due rappresentanti dei docenti rispettivamente della scuola dell’infanzia e primaria, da un Consigliere di Minoranza e dall’Assessore ai Servizi Educativi. Si tratta di un organo che assume quindi un ruolo di collegamento tra l’utenza e l’Amministrazione Comunale ed assieme a quest’ultima tiene monitorato il servizio, garantendone un buon funzionamento e valutando margini di miglioramento. Nello scorso anno abbiamo predisposto un aggiustamento in termini strumentali ed un corso di formazione per le nostre cuoche, che con la centralizzazione del servizio devono gestire una quantità maggiore di pasti rispetto a prima. Con un aumento del-
la loro produzione, che però non ha corrisposto ad un aumento di personale, è stato importante intervenire per rendere il servizio sostenibile. È stato un lavoro di grande concertazione di forze, di cui siamo soddisfatti. 4. Forte del successo delle prime due edizioni, anche quest’anno, il 10 e 11 giugno a Molinella, si è svolta la terza edizione della manifestazione Bimbinfesta, l’appuntamento dedicato al mondo dell’infanzia. Raccontaci com’è andata! L’evento, organizzato dall’Associazione Ludofficina con patrocinio comunale, si è svolto lungo via Mazzini. La tensostruttura ed i gazebo hanno trasformato il centro del paese in un’enorme area giochi. L’obiettivo di questo evento è proprio quello di creare spazi di condivisione ed aggregazione sociale. Numerosi gli eventi all’interno di Bimbinfesta grazie alla partecipazione di associazioni , asili ed aziende private che hanno messo in campo le loro esperienze e le hanno condivise attraverso laboratori ed incontri con i bambini. Tra gli eventi cito un’importante collaborazione con l’Assessorato alla Sanità di Molinella che ha portato all’organizzazione di un corso esecutori Manovre Salva Vita Pediatriche svolto dalla Croce Rossa Italiana. L’obiettivo della manifestazione anche per quest’anno sarà quello di finanziare dei progetti all’interno delle scuole, per dare nuove opportunità ai nostri bambini e sostenere le famiglie del territorio. di Alice Cesari
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Con la tarda primavera di quest’anno Franco Mainardi, ha terminato il suo mandato come Amministratore Unico di Molinella Futura Srl: la sua esperienza ha risolto tanti problemi e ha contribuito alla crescita di molti amministratori Con la primavera di quest’anno Franco Mainardi, ha terminato il suo mandato come Amministratore Unico di Molinella Futura Srl. Colgo l’occasione in queste pagine, per spendere qualche riga per ringraziare Franco per il lavoro svolto, la passione profusa in questi anni e l’impegno che non è mai venuto meno. A lui dobbiamo tutti molto, per motivazioni che cercherò brevemente di elencare. Innanzitutto Franco accettò, in quel lontano 2014, di candidarsi come indipendente in un progetto che aveva portato un grande rinnovamento nelle fila del PD e che voleva aprirsi a chi, pur venendo da esperienze diverse, poteva portare esperienza (merce rara) e una solida visione dell’amministrazione pubblica. Franco veniva orgogliosamente dalla storia del cattolicesimo popolare italiano (non c’è veramente alcun male, e non ci dovrebbe essere il bisogno di ribadirlo, nel sottolineare come la
Democrazia Cristiana abbia dato al paese un grandissimo numero di amministratori seri e competenti). Ci ha dato in questi anni la sua esperienza e la sua visione di amministratore (non ci sarebbe stata una nuova sede della scuola di musica, senza di lui, per citare una cosa tra le tante) maturata in anni diversamente difficili: fu assessore al bilancio e alla scuola di due giunte Martoni, in anni in cui la collaborazione tra DC e Socialdemocrazia molinellese viveva di alti e bassi. Scontri politici che però, avendo noi conosciuto bene Franco in questi anni, non erano mai meno che sul merito delle cose: lontano dalla pretestuosità di molti dibattiti odierni. Erano altri tempi. Una lunga storia politica arrivata nel 2014 all’incarico di amministratore unico della società partecipata del Comune: un compito durissimo, dato il tasso di indebitamento della società con il credito e con i fornitori. Franco Mainardi si è rimboccato le maniche, ha pagato i vecchi fornitori rimasti a secco nelle annualità precedenti (2012-13)
ha spalmato il debito con le banche rendendolo più sopportabile (da 78.000 euro mensili a 45.000), ha ridotto tutte le spese riducibili in un triennio. Molto lavoro è ancora da fare ma se la società è ancora in piedi gran parte dei meriti è suo. Sono stati anni difficili, in cui abbiamo dovuto mettere a posto oltre al bilancio dell’ente e delle società collegate, anche altre partite complesse e spinose: dalla partenza del forno crematorio (rispettando tutti gli standard ambientali) fino alla manutenzione del pubblico (che da anni non brillava). Tutto questo si è fatto senza mai lamentarsi pubblicamente delle situazioni pregresse, che ci toccava quotidianamente sbrogliare. Franco ha detto anche dei no, ha fissato delle regole. E secondo me ha fatto bene, insegnando il valore dei soldi pubblici e il peso delle responsabilità sia a tanti giovani amministratori che a fianco a lui hanno avuto modo di crescere in esperienza, sia ai tanti dipendenti della partecipata e del Comune stesso. Lavorare assieme a Franco
Mainardi è stato per me un privilegio: da un punto di vista amministrativo e da un punto di vista umano. A fianco all’uomo di saldi principi c’è anche il lato umano, l’uomo di spirito che sa essere lieve. Non ne ho mai fatto mistero nel dire questo: avrei preferito poter contare sul suo apporto anche nei due anni conclusivi del mandato. Ho capito la difficoltà di chi per tre anni ha sottratto il tempo alla famiglia, ai nipoti e perché no, anche al riposo. Oltre alle preoccupazioni di un incarico che farebbe tremare i polsi a molti. Franco è una persona che riesce a interpretare veramente la politica e l’amministrazione come servizio reso a una comunità. Sembra scontato, non lo è. A lui e alla sua splendida famiglia vanno i miei ringraziamenti per il lavoro di questi anni, con la speranza di poter continuare nei prossimi anni a collaborare, magari in altre forme. E ritengo che i ringraziamenti, siano dovuti da parte di tutta la comunità. di Dario Mantovani
INTRODUZIONE DI MARCO CALCINAI
EDITORIALE
Giorgio Giorgi sono io Commento di Dario Mantovani Cari cittadini e cittadine, lettori e lettrici, è giunto il momento, in questo inserto che si vuole satirico ma ché è in realtà il veicolo propagandistico per far passare le verità più atroci sotto la maschera dell’ironia, di porgevi la più terribile delle confessioni. Da anni su questo giornale, come nel dibattito pubblico, sosteniamo (io in prima persona e tanti altri con me), che il vero capo politico di ciò che resta della gloriosa socialdemocrazia locale sia Giorgio Giorgi: nato in quel lembo di terra imolese che è Emilia ma si crede già Romagna, Giorgi è stato per anni il capo assoluto delle Organizzazioni Operaie Autonome. Beneficato dalla chiamata dell’Onorevole Martoni, che lo volle con se in questi territori, Giorgi negli anni ha accumulato potere, fino ad essere considerato, molti anni dopo la dipartita del Senatore e nonostante lui si schernisca definendosi ormai un “pensionato”, il vero capo politico sia delle Organizzazioni Operaie Autonome sia dell’Unione Socialista Democratica Molinellese. Ebbene, credo sia il tempo di vuotare il sacco: Giorgio Giorgi sono io. Non potrebbe essere altrimenti. L’evidenza è nell’ordine delle cose: chi mai avrebbe avuto interesse alla radicalizzazione del movimento socialdemocratico, lasciando il centro dello scenario politico e la palma del riformismo a chi è subentrato alla guida dell’amministrazione nel 2014? Chi avrebbe interesse a un movimento socialdemocratico fratturato in correnti (peraltro in pessimi rapporti nella convivenza interna, neanche fossero il PD), diviso, che espelle i capri espiatori dopo il risultato elettorale del 2014 senza possibilità di ricomposizione? Chi ha l’interesse che il movimento a Molinella si trasformi in una parata crepuscolare di reduci, ogni 1º Maggio, di fronte a pochissime persone a osservare (seppur in buona fede) un vecchio palco in cui la parola è concessa solo a chi dentro il sindacato stesso ha un regolare contratto di lavoro, essendo quindi controllabile?
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Per una volta “Il Domani” siamo noi Nella vita capita di trovarsi a provare un discreto senso di frustrazione. Succede quando ci si trova di fronte a situazioni di cui non comprendiamo la necessità, la natura o lo scopo, quando ci sembra che qualcosa stia andando nella direzione completamente opposta al buon senso, e ci sembra di non poter fare nulla per cambiarlo. È una sensazione che ci è capitato di provare più volte leggendo il Domani di Molinella, il periodico dell’Unione Socialdemocratica Molinellese. Ora, sgombriamo il campo da equivoci: ognuno scriva ciò che vuole, come vuole e, se vuole, fino alla fine dei tempi. Ciò che crea una sensazione di frustrazione è trovarsi ogni volta tra le mani una collezione di articoletti caratterizzati sempre dallo stesso filo conduttore: usare qualsiasi argomento, anche il più lontano dalle questioni locali o dalla realtà, per attaccare l’Amministrazione Comunale o il Partito Democratico. Non ci si voglia prendere per ingenui. Sappiamo bene che si tratta del più antico gioco della politica: quando si sta all’opposizione, si attacca la maggioranza per cercare di metterla in cattiva luce agli occhi degli elettori e per potersi presentare come un’alternativa
migliore a un presente catastrofico. E allora dove sta la frustrazione? Sta nel fatto che ci si aspetterebbe un atteggiamento politicamente più maturo da parte di una realtà che ha governato per così tanti anni la nostra città. Un movimento dalla storia tanto importante, che ha occupato per anni le poltrone del potere, ha avuto certamente modo di imparare quanto la realtà sia complessa e le decisioni complicate. Ha avuto occasione di misurarsi con la complessità, e di imparare che la critica è costruttiva quando entra nel merito delle questioni, e non quando resta in superficie e si limita a dire che tutto è sbagliato. E invece continuiamo purtroppo a riscontrare da parte dei socialdemocratici atteggiamenti molto vicini al basso populismo: accuse legate a nostre presunte volontà politiche (fusioni con altri Comuni, imminenti arrivi di richiedenti asilo…) per spaventare la cittadinanza, le care vecchie fotografie a una buca o a un cassonetto, attacchi personali ben poco approfonditi o motivati, immancabili accuse di comunismo (quando buona parte di noi è nata dopo il crollo del muro di Berlino) e critiche intrise di benaltrismo (“Carini i murales, ma c’è ben altro”. Continua a pag. 2
Cappuccetto Rosso e il lupo ancor più rosso (pag.3)
Paderni e Mantovani smascherati!!!
In questa foto ritratti con Togliatti e Amendola ai tempi del Comintern
2 Il Domani di Molinella
Continua da pag. 1 INTRODUZIONE
Per una volta “Il Domani” siamo noi Eh sì, sveliamo una verità: per ogni cosa che fai, c’è sempre qualcosa di più importante, fino a giungere alla pace nel mondo). Dispiace molto, alla luce di quanto non abbiamo mai nascosto: c’è sempre stata, da parte nostra, la precisa e conclamata volontà di provare a unire la forza e il potenziale del Partito Democratico in Provincia e in Regione, con lo storico radicamento dell’Unione Socialdemocratica Molinellese nel nostro tessuto sociale. Una soluzione che avrebbe rappresentato un vantaggio per la nostra città, facendo convogliare risorse da fuori con la possibilità di gestirle in maniera efficiente sul territorio. Non abbiamo mai riscontrato la stessa volontà da parte dei nostri oppositori politici, e questo è assolutamente legittimo. Ci si può infatti aspettare che chi ha interessi particolari possa ritenere poco vantaggioso condividerli con altre realtà. Non è però detto che il rifiuto di accordi politici debba per forza portare a un modo di fare opposizione tanto superficiale, e per questo proviamo rammarico e frustrazione. Anche quando ti sembra, però, di non avere vie d’uscita, c’è sempre in realtà qualcosa che puoi fare: puoi riderci sopra. Per questo motivo abbiamo deciso di non voler aspettare il prossimo numero del Domani di Molinella, e di scriverne uno noi stessi, che troverete come inserto di Molinella a Confronto. La speranza è che, liberando i cari amici socialdemocratici dell’incombenza di muoverci attacchi poco nobili o accuse poco strutturate, permetteremo loro di dedicare maggiori energie a critiche quanto più serie e costruttive, nella convinzione che sia uno degli strumenti che più danno beneficio alla democrazia. Marco Calcinai
La confusione del giovane Gualandi I giovani sono senza dubbio una grande risorsa. La gioventù è spesso caratterizzata da aspetti positivi quali operosità, dinamismo, energia, audacia. I ragazzi capiscono prima degli adulti i cambiamenti della società, e sanno cavalcarli con maggiore destrezza. Per questo le persone di età adulta, e le organizzazioni che compongono il tessuto sociale di una comunità, dobrevvero sempre cercare di trarre quanti più stimoli possibile dall’animosità di spirito dei giovani, in grado di dare una scossa a quelle abitudini eccessivamente radicate, e di offrire nuovi punti di vista dai quali osservare la realtà. Ma poiché è saggio non fare di tutta l’erba un fascio, occorre osservare come alcuni giovani siano ben lontani dal presentare caratteristiche che possano dirsi degne di lode, e anzi sembra mettano ogni energia di cui dispongono al servizio di un unico fine: radunare nella propria persona quanti più difetti possibile. In questa tanto deprecabile categoria rientra a pieno titolo, e addirittura con merito, Lorenzo Gualandi, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Comunale. Basti guardare, in prima analisi, al suo aspetto fisico. Lorenzo ama andare a zonzo portando a spasso una lunga barba trascurata, come a voler emulare un fiero combattente dell’ISIS. Sorte non certo migliore è toccata ai suoi capelli, lasciati crescere con estrema noncuranza. Sembra appartengano più al mondo vegetale che non a quello umano, potendosi paragonare a lunghi ramoscelli di edera lasciati crescere attorno a quel vaso vuoto che è la sua testa. Riconosciamo però in lui, per quanto concerne la cura del proprio aspetto, una certa coerenza, dal momento che (con ogni evidenza) non sembra ritenere necessario riporre maggior cura nell’abbigliamento. Il Gualandi ama infatti gettarsi addosso capi con i quali una persona che dia importanza al valore della dignità non coprirebbe nemmeno una bestia bagnata. Per quanto concerne poi le sue abitudini, ci sentiamo di deprecare con forza quella che sembra essere una vera e propria passione per le attività frivole. Il giovane Lorenzo ascolta
musica rock&roll statunitense, ma non quella degli artisti più classici, che hanno reso nobile questo genere, bensì quella strillata, che ha tentato (con risultati discutibili) di proporre con un proprio complesso, di modo da poter esprimere (a platee ben poco vaste) tutto il proprio disagio sociale. Gualandi passa poi buona parte del suo tempo ad allenare una squadra di pallacanestro. È certo cosa di per sé lodevole, si dirà, il fatto di insegnare una disciplina sportiva. Peccato, davvero peccato, che non lo faccia a beneficio dei giovani molinellesi, e che preferisca invece dedicarsi a tale attività in un altro Comune, quello di Baricella, dimostrando tutto il suo disinteresse per le sorti della nostra comunità. Va inoltre sottolineato come l’anno passato abbia perso di poco il proprio campionato, nonostante abbia avuto a propria disposizione (secondo il parere degli addetti ai lavori) una squadra molto competitiva. Ciò che, infine, caratterizza la personalità di Lorenzo Gualandi, permeando ogni aspetto della sua esistenza e manifestandosi con principale evidenza nella sua attività politica, è la grande confusione. Lorenzo è un ragazzo confuso, che scrive articoli confusi, ridondanti, pieni di elaborate costruzioni sintattiche, giungendo nella totalità dei suoi tentativi a non riuscire ad esprimere un qualsivoglia ragionamento logico, lineare. Sembra di leggere i diari di uno psicopatico, che nei giorni particolarmente disturbati si scagli contro la realtà che lo circonda, confondendola con i propri psicodrammi e campando per aria idee e conclusioni. Viene dunque da concludere: è questo il genere di giovani che dovrebbe rappresentare un valore per una forza politica, quella del Partito Democratico, che ha fatto del proprio rinnovamento un cavallo di battaglia? Siamo certi che la giovinezza anagrafica basti di per sé a rappresentare un valore? O non sarebbe forse meglio dare importanza anche agli aspetti concreti di una persona, anziana o giovane che sia, e internare Lorenzo Gualandi in un centro di salute mentale? LORENZO ”RED LIGHTING” GUALANDI
Il Domani di Molinella 3
Cappuccetto Rosso e il lupo ancor più rosso È uno dei trucchi più vecchi del mondo: mascherarsi, travestirsi, assumere i panni di un qualcuno o qualcosa di amico, di vicino, di riconoscibile, di cui ci si possa fidare, per fare abbassare la guardia agli altri e poi colpirli quando sono indifesi. È la vecchia storia del lupo che si traveste da nonna di Cappuccetto Rosso, con i denti lunghi che servono però per mangiarla meglio. Il sindaco Mantovani deve averla ascoltata tante volte, quella fiaba, e siamo convinti che, quando se la sentiva raccontare da un qualche parente comunista, amasse immedesimarsi nel lupo, più che nella povera bambina. Ed è per questo, forse, che da adulto ha preso a mascherarsi: notiamo infatti un gran darsi da fare da parte sua per mostrarsi agli occhi dei molinellesi per qualcosa che non è. Tante chiacchiere sulla democrazia, sulla sicurezza, sull’insostenibilità dell’attuale sistema di accoglienza. Qualche regolamento di buon senso, come quello che per l’assegnazione degli alloggi popolari favorisce chi risiede da più tempo nel nostro Comune, o qualche finto tentativo di smarcarsi da un certo tipo di sinistra bolognese, col suo affannarsi a dichiararsi un convinto socialista di vecchia data. “Che gran garofano rosso, che hai, nonnina!” “È per ridistribuire più equamente la ricchezza, Cappuccetto Rosso”. Peccato, per il nostro sindaco, che quella
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fiaba l’abbiamo letta anche noi, che invece per natura ci immedesimavamo nella piccola nipotina indifesa, e che oggi dietro i finti panni del socialista siamo in grado di riconoscere la vera identità di Dario Mantovani: quella di un comunista! Comunista lui, comunista suo padre, comunisti i suoi amici, i suoi parenti e antenati. Comuniste le sue idee, i suoi vestiti, i suoi libri, la sua automobile. Comunista la sua casa, comunista il suo cibo, comunista persino la sua ombra. Mantovani altro non è che un dannato comunista, che nasconde dietro a discorsi intrisi di costruito buon senso quello che è il suo vero obiettivo: abolire il capitale a Molinella, imporvi la dittatura del proletariato, dare a tutti noi salari uguali, abiti uguali, idee uguali, nel totale annullamento di ogni libertà personale. Ai nostri cari concittadini, finora accecati dalle sue finzioni, dalla sua fulgida e folta chioma di capelli, dai suoi esaltati post su Facebook, dai suoi modi subdolamente simpatici, vogliamo dire: guardate bene il primo cittadino. Guardate i suoi grandi denti da comunista mangia-bambini, e tenetevene alla larga. Noi vi promettiamo che resteremo vigili, pronti come il cacciatore della fiaba ad abbattere la porta e uccidere il lupo cattivo. Marco Calcinai Cari amici della redazione del Domani, non siate permalosi: se con questo inserto abbiamo voluto strappare un sorriso a tanti molinellesi, sappiate che saremo sportivi. Aspettiamo con ansia un vostro numero elaborato con la grafica e i contenuti della Pravda!
Via Bentivogli Immagine di repertorio
Dasvidania tovarish sotsial-demokratam
Giorgio Giorgi sono io
Folle plaudenti al comizio del 1° Maggio 2017
Ebbene, questa azione politica non può che essere una strategia. Una strategia volta al rafforzamento delle forze attualmente al governo e alla marginalizzazione delle forze più estreme. Abbiamo più volte detto che le estreme, a sinistra come a destra, sono alle volte necessarie perché le proprie qualità emergano per confronto. Mi pare che questo sia un caso scolastico. E allora, in conclusione, se abbiamo più volte detto che Giorgio Giorgi è il vero capo della socialdemocrazia locale, ed è parimenti vero che tutte le sue mosse hanno come risultato l’indebolimento della stessa, è chiaro che ci deve essere un mandante. Un mandante politico: ebbene, lo confesso, Giorgio Giorgi sono io. Non posso che essere io a trarre vantaggio da un opposizione che fa di tutto per opporsi, in prima istanza, soprattutto a se stessa. La destabilizzazione del movimento socialdemocratico, provocare incertezza, rafforzare a Molinella i partiti riformisti di formazione post-ideologica e isolare le ali estreme, è una responsabilità di cui solo io posso farmi carico. Per questo pur essendo io Giorgio Giorgi e non avendo alcun dubbio di ciò, vi domando: pensate se tutto questo in questi anni fosse capitato senza esserne stato io il responsabile. La spettacolare autodistruzione progressiva dell’avversario politico: non fossi io Giorgi, sarei stato molto fortunato. O no? Dario Mantovani
SETTEMBRE 2017
Sulla gestione migranti si consuma l’ultimo strappo tra PD e Sinistra-sinistra Continua da pag. 1 le navi impegnate nelle operazioni di soccorso in mare. La sottoscrizione di questo codice da parte delle ONG è la condizione necessaria per ottenere il permesso di sbarcare i migranti raccolti in mare nei porti italiani previsti per questo genere di attività. Capita che, all’entrata in vigore del codice, a una nave di una ONG dissidente venga negato il permesso di attracco, ma il blocco viene prontamente aggirato da unità navali della Guardia Costiera che provvedono al trasbordo e allo sbarco dei migranti presenti sulla nave. Occorre forse spiegare che, mentre il regolamento e la sua applicazione fanno capo al Ministero degli Interni, titolare, come abbiamo detto, Minniti, la Guardia Costiera risponde al Ministero dei Trasporti, Titolare Del Rio. Sfiorate le dimissioni di Minniti, imbarazzo generale, figuraccia tragicomica dell’Esecutivo che dimostra plasticamente l’esistenza, dentro lo stesso PD, di almeno due distinte scuole di pensiero sull’argomen-
Completata la prima fase del progetto di Street Art per le vie del paese: lo scopo è quello di creare un museo a cielo aperto Continua da pag. 1 (...) in mezzo alla campagna tra le province di Bologna e Ferrara, proprio uno di quei posti in cui mai e poi mai penseresti di poterla trovare. Durante le ultime settimane a Molinella è stato svolto un
AVEVA RAGIONE
GINO GABUSI La dirigenza socialdemocratica molto lontana dalla casa dei padri: ma alcune lezioni, seppur con ritardo le abbiamo imparate noi Continua da pag. 1
importante lavoro che ha interessato sia il capoluogo che le frazioni. Il progetto di Street Art pianificato e promosso dall’Amministrazione Comunale aveva come idea iniziale quella riqualificare alcuni edifici dell’ex Istituto Case Popolari presenti sul territorio tramite la realizzazione di murales. Oltre a questo sono stati aggiunti altri interventi decorativi a carattere temporaneo e volontario sulle strisce pedonali circostanti. Una serie di incontri tra l’Amministrazione e i condomini ha dato il via alla riqualificazione dei primi quattro edifici per mano di Giulia Frascari, illustratrice di Selva Malvezzi che si è aggiudicata il bando di
concorso “Writers Street Art - Coloriamo Molinella 2017” con un suggestivo progetto riguardante le raffigurazioni di alcuni soggetti dei tarocchi; precedentemente Giulia aveva realizzato a Molinella un’altra opera in Via Marconi e ha decorato i locali dell’Associazione Culturale Animal Blue House di Selva Malvezzi. Oltre ai palazzi hanno attirato l’attenzione le decorazioni apportate alle strisce pedonali realizzate a Selva Malvezzi e a Molinella da una schiera di volontari: ciò che va specificato, oltre al costo irrisorio che un’ opera di questo genere comporta, è che a differenza del murales che verrà preservato queste decorazio-
ni stradali hanno un carattere non permanenente. Sul web le strisce pedonali tridimensionali di Via Marconi hanno suscitato grande sorpresa e sono state accolte favorevolmente dalla popolazione: certo c’è chi si lamenta, ma quelli ci sono sempre e c’è anche chi lo fa in maniera strumentale. Lasciamo il benaltrismo a chi ha tempo da dedicare a discussioni che lasciano il tempo che trovano. Il progetto di Street Art sarà ripreso di anno in anno ed ampliato: lo scopo è quello di continuare la riqualificazione e fare di Molinella un museo a cielo aperto.
(...) più a Est che a Nord). Erano le forme di governo che sapevano tenere assieme contemporaneità, sviluppo sociale, welfaresostenibile, serietà della classe politica e giustizia. Pragmatismo e zero subalternità alle ideologie del tempo, peraltro tutte cadute in disgrazia da lì a poco tempo (più di quanto non lo fossero già). Ma era soprattutto il Nord politico, quello indicato da Gino Gabusi, che negava l’i-
solamento e respingeva ridotte e radicalismi. È paradossale che oggi, anno di grazia 2017, ad occupare lo spazio politico indicato allora da Gabusi stesso, non sia più il partito socialdemocratico che pur aveva le ragioni della storia. E se questo non è successo qualche ragione politica ci deve essere. Tra le tante motivazioni di tale decadenza, a livello locale, la principale è una classe dirigente che procede in ordine sparso, che riesce ormai a intestarsi battaglie politiche solo sulla misurazione dell’erba nei parchi
e su altre questioni che sarebbero considerate risibili anche nei bar, dopo il terzo bicchiere di barbera. Tra le celebrazioni del 1° Maggio che ormai per capacità attrattiva si potrebbero celebrare in una cabina telefonica (a fronte di un palco che ricorda la riunione dei “vecchioni” dell’establishment sovietico ai funerali di Andropov) e i numeri del Domani, perfettamente identici uno all’altro negli ultimi 30 anni (con la spiacevole deriva che ormai vi scrive sopra quasi esclusivamente chi ha uno stipendio pagato
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.2 .10
to: quella Catto-Comunista dell’accoglienza a oltranza, e quella real-buonsensista del governo dei flussi migratori, anche con interventi decisi. Per quanto mi riguarda, appartengo alla seconda. Fin qui, la cronaca, i cui ultimi sviluppi vedono la mobilitazione di alcune ONG, impegnate nella denuncia delle condizioni disumane dei migranti nelle strutture di raccolta libiche, con l’evidente intenzione di stabilire un nesso causale tra queste e le iniziative del Governo italiano in quel Paese. La denuncia dice cose purtroppo vere, ma lo fa in modo strumentale: è dai tempi di Gheddafi che sussiste questo stato di cose, aggiungerei nell’indifferenza generale. In aggiunta arrivano prese di posizione di altre importanti figure di quel mondo che definiscono con disprezzo Minniti persona con “una cultura da sbirro”. Poco importa che, nel frattempo gli sbarchi siano diminuiti dell’ 80 per cento! Senz’altro l’intenzione dei critici del Ministro è alta e nobile: salvare vite in mare, accogliere questi disperati sono gesti di civiltà ispirati ad alti e nobili principi, ma quando il salvare vite in mare si trasforma in un servizio di trasporto su richiesta (degli scafisti, a quanto pare, che da tutto sono mossi fuorchè da alti e nobili principi), quando l’accoglienza si trasforma in un sordido bussines sulla pelle
di migranti e contribuenti, tanto da far dire a Buzzi, intercettato al telefono con un socio di “mafia capitale” che “...coi migranti se fanno più sordi che co’ ‘a droga”, allora c’è qualcosa che non va, allora, come troppo spesso è accaduto e accade in questo Paese, alti e nobili principi vanno, loro malgrado, a braccetto con malaffare e illegalità diffusa e inaccettabile. L’infame si nasconde dietro il sublime. “Aiutiamoli a casa loro”, slogan coniato dalla Lega, ma rimasto lettera morta nei lunghi anni in cui quel partito è stato al governo del Paese, potrebbe essere il principio di massima a cui far seguire azioni concrete nei paesi di origine dei flussi migratori perché il problema, comunque lo si voglia inquadrare, esiste e sta assumendo sempre più l’aspetto di una catastrofe umanitaria che riguarda un intero continente. Di fronte a questo disastro l’Italia, assieme a tutti gli altri paesi dell’Europa e oltre, deve fare la sua parte, con buona pace del partito dei “buttiamoli a mare”. Nel contempo, il nostro Paese non può essere l’unica via di fuga dall’Africa, con buona pace di Vaticano e buonisti di ogni genere, perché questo non vorrebbe dire governare i flussi, ma esserne travolti. E gli italiani hanno il sacrosanto diritto di pretendere che questo non accada! di Valentino Calori
dalle OOA) siamo di fronte a una ridotta ideologica che culminerà fra qualche anno, nel completo discioglimento di quella che storicamente è stata l’esperienza politica più importante della storia molinellese. Non era questo il Nord politico che Gabusi si intestava, e con ragioni. Ma ai tanti orfani di una società che si vuole ordinata e giusta, inclusiva e di buon senso, è bene dire che ci siamo noi a prenderci sulle spalle questa responsabilità: quella di fare una politica locale che in questa direzione va e vuole
continuare ad andare, oltre alla responsabilità di ricordare con puntualità alla dirigenza socialdemocratica quanto lontani da casa siano oggi. I riformisti devono saper essere popolari, non populisti: altrimenti non sono riformisti. Noi continueremo ad andare verso Nord. Chi vuole fare un passo di strada con noi è il benvenuto, e noi non abbiamo mai avuto la pretesa di escludere nessuno. Ma il Nord è la direzione di oggi e sarà anche quella di domani.
di Vincenzo Mione
di Stefano Mantovani
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