Ogni mattina, da fin troppo tempo ormai, mi alzo e le prime cose nelle quali incappo (e restano come sottofondo dell’intera giornata, giorno dopo giorno) sono la pandemia, i vaccini, il momento economico, il CTS, il nuovo Governo. E mi dico: ma cos’altro potrebbe succedere? Già, cos’altro potrebbe succedere se non una (nuova), profonda, importante crisi all’interno del nostro Partito? Tento un’analisi e la prendo larga partendo da un problema vero che è tale proprio perché è di tutti, non certo solo nostro, ovvero la qualità del dibattito pubblico e l’idea stessa del valore (e del significato) della critica che si è andato radicando, al suo interno. In questo momento il dibattito è ovunque, vuole raggiungere chiunque, che di per sé non è certo un male intendiamoci, ma lo vuole fare a prescindere. Mentre in realtà è, sostanzialmente, vuoto tendente al nullo. Il merito delle cose, le argomentazioni, la chiarezza delle idee, le analisi, le prospettive. Tutto subordinato all’iper schematizzazione (ed alla banalizzazione) di ogni cosa, (...)