Molinella a Confronto | Giugno 2021| n°29

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periodico d’informazione

giugno 2021

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N 29

CREDITS DIRETTORE RESPONSABILE // COMITATO DI REDAZIONE Dario Mantovani, Lorenzo Gualandi, Roberto Paltrinieri, Massimo Paderni // REDAZIONE Via del Lavoro 25, Molinella (Bo) // PROGETTO GRAFICO Dario Mantovani, Riccardo Tullini // STAMPATO c/o // AUTORIZZAZIONE del Tribunale Civile di Bologna n.7901 del 12 nov. 2008 // PROP. Partito Democratico Coord. Bologna // COMMITTENTE RESPONSABILE Gianni Grazia

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Il momento della ripartenza Dai vaccini al Recovery plan: cosa serve per ripartire davvero di Paolo Soverini

La morsa della pandemia sembra allentarsi, i contagi calano quotidianamente, così come calano i ricoveri e i decessi. Credo che le misure prese dalle autorità sanitarie, la stagione estiva, l'aumento della copertura vaccinale e l'evoluzione naturale della malattia contribuiranno in maniera determinante al ritorno alla normalità. Alla prova dei fatti, però, le prime informazioni e indicazioni ricevute si sono rivelate essere del tutto fuorvianti. Qual è stato l'impatto sui servizi sanitari? Ritengo che nel complesso il SSN abbia tenuto, i servizi ospedalieri hanno retto bene, riconvertendo molti reparti in letti COVID o addirittura in terapie intensive. Questo da un lato ha portato ad una pronta risposta ospedaliera all'emergenza, ma dall'altro ha portato al rallentamento o al blocco di tutto ciò che poteva essere rimandabile. La criticità ha pesato soprattutto sui reparti di chirurgia e di attività programmata. I servizi territoriali invece, più deboli e colpevolmente più trascurati dalle istituzioni, hanno accusato il colpo andando in affanno e mostrando tutti i (...) (continua a p. 2)

La mano invivibile Da contenitore a contenuto: la stretta via per la salvezza del Partito Democratico di Lorenzo Gualandi

Nel percorso teorico che doveva portare il Partito Democratico a trasformarsi da contenitore a contenuto, le sfide sono state tante, sfibranti, mai banali. Rifuggiamo la retorica della pandemia come opportunità, per favore: una classe dirigente degna di questo nome doveva prendersi responsabilità e oneri di una modernità

drammatica e incombente, di sfide sanitarie e poi culturali essenziali per la crescita delle nuove generazioni. E qui in mezzo ci stiamo noi, alfieri disarmati e impotenti di un simbolo deriso e bistrattato, consumato da anni di turbolenze, auto-inflitte e non. Insomma, siamo arrivati a dircelo da soli: e allora il Pd? L’irritante claim anti-piddino che per anni ci ha accompagnato e schernito, in ogni attività e campagna, o semplice richiesta di confronto, è diventato colonna portante di questa strutturale crisi di nervi collettiva, che a sua volta ha desertificato un panorama dirigenziale già in grossa difficoltà, nonostante le costanti magagne interne e brusche frenate di un Movimento 5 Stelle in implosione. E invece noi, da grandi e attenti osservatori, abbiamo individuato proprio il movimento di Grillo come interlocutore primario verso un polo progressista ed europeista, pensando che Giuseppe Conte fosse il faro di questa nave giallorossa. Una prospettiva imbarazzante: per storia, trascorsi, corpi elettorali e visioni del mondo. E soprattutto perché le fusioni a freddo sono pericolose, e quasi mai portano a risultati condivisi: e dire che proprio noi dovremmo saperlo. Affascinati dall’illusione che tutto si auto-regoli, abbiamo rasentato i muri dell’invisibilità (...) (continua a p. 3)

Ma la ripartenza non sarà un pranzo di gala Non basta dire “aprite tutto”: servono regole che consentano la sostenibilità economica di Dario Mantovani

Bene la campagna vaccinale, che viaggia a cifre tali da far sembrare l’Italia un “paese normale”. Bene il recupero di autorevolezza del Governo: che Draghi fosse un uomo ascoltato in ogni consesso si sapeva, ma il recupero della credibilità internazionale del Paese ha quasi del prodigioso. Benissimo anche la divisa del generale Figliuolo: come diceva Pessoa, “conta il risultato”. (continua a p. 2)




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