Le carte parlano A cura di Roberto D’Agostino La carta topografica possiede un fascino particolare anche per chi non è specialista. La riproduzione del territorio infatti non ha solo un aspetto tecnico. Suscita emozioni, sorprese, evoca immagini e invita alla scoperta. Ma qual è il percorso che porta dal rilievo di una zona alla sua riproduzione cartografica? Andiamo con ordine. La terra è praticamente sferica e solo un globo la riproduce esattamente. Le difficoltà di riportare una superficie curva in piano hanno visto numerose soluzioni nel corso dei secoli, nessuna delle quali ovviamente risolve del tutto il problema. Le carte a piccola scala naturalmente sono più penalizzate e così siamo abituati a vedere planisferi dove la Groenlandia è grande come l’Africa intera e altri in cui è delle dimensioni del Madagascar. Dobbiamo dire che le proiezioni usate ancora oggi (UTM) nelle carte topografiche si debbono a Mercatore (Gerard Kramer) nella seconda metà del ‘500. Per le carte topografiche o a grande scala, quelle che qui ci interessano, possiamo però considerare questi problemi come marginali. Le carte parlano ma hanno una loro lingua, iniziamo a decifrarla. Intanto, tutte sono orientate, cioè in alto hanno il Nord (N), in basso il Sud (S), a destra l’Est (E) e a sinistra l’Ovest (W). In casi particolari se il N non è in alto, è presente una freccia sulla carta che lo indica. Le carte hanno una scala, che è rappresentata sotto forma di una frazione o di un’espressione. 1:50.000 vuol dire che tutto ciò che misura 1 sulla carta è 50.000 volte più grande nella realtà, per convenzione 1 cm. = 50.000 cm. = 500 m., ma la regola vale per qualsiasi unità di misura prescelta. Le piante in genere sono quelle carte che hanno una scala fino a 1:10.000 e non servono molto a noi; invece le carte topografiche, che vanno da 1:25.000 a 1: 100.000 sono quelle che avremo fra le mani il giorno dell’escursione o quelle che (meglio!) consulteremo il giorno prima. Ma il dettaglio non basta a fare una buona carta. Stabilite le basi, dobbiamo iniziare ad andare nel particolare. Ma prima vediamo chi fa le carte. La cartografia ha una sua ufficialità. E’ l’Istituto Geografico Militare (IGM), con sede a Firenze, che produce la cartografia di stato, base di tutte le altre. La carta d’Italia IGM è divisa in 277 fogli 1:100.000 – ogni foglio in 4 quadranti 1:50.000 e ogni quadrante in 4 tavolette 1:25.000. Ogni tavola ha un proprio centro di proiezione, per cui non sono perfettamente sovrapponibili. Ma in tempi recenti l’IGM sta ristampando la carta 1:50.000 con altri criteri di proiezione e diverso formato; la nova serie è costituita da circa 600 fogli. Avrete notato che al dimezzarsi della scala quadruplica la superficie e attenzione alla definizione di “scala grande” e “scala piccola”; stiamo parlando di frazioni, per cui 1/25.000 è più grande di 1/100.000. Anche le carte IGM sono approssimative. Per i seguenti motivi che eventualmente approfondiremo: 1) la proiezione produce una distorsione via via maggiore verso i bordi che non va oltre l’1,5% in ogni caso. 2) Il reticolato chilometrico stampato sulle carte diverge al massimo di 2°14’ dal N geografico
3) Per convenzione il 90% delle curve di livello ha un errore minore del 50% sul valore medio 4) Alcuni grafici, specie le strade non sono rappresentati in scala reale 5) Le scarpate verticali sono leggermente corrette per potere essere rappresentate 6) Tra due curve di livello il terreno non è quasi mai uniforme. 7) Esiste un errore di graficismo (spessore delle linee) che nelle tavolette 1:25.000 è di 5m (sulla carta 0,2 mm.) Tutti queste sono approssimazioni tecniche. Ma le carte IGM hanno anche un problema “costituzionale”; sono carte militari e nella riproduzione del suolo previlegiano tutto ciò che costituisce ostacolo, dando scarso o nessun rilievo per es. alle colture erbacee o al terreno incolto. Particolari sottoroccia o nel folto dei boschi inoltre spesso sfuggono alla descrizione. Secondo grosso problema è l’aggiornamento. Per molte zone siamo fermi al 1956 (almeno per le versioni civili) e questo specie nelle zone antropizzate è un grosso problema. Oltre all’IGM producono autonomamente le loro carte gli enti locali, normalmente sono piante catastali ma anche - come nel caso della nostra regione - ottime carte topografiche, pensate per l’escursionismo. Queste carte anche se non hanno il dettaglio delle IGM sono spesso più aggiornate. Altre ditte private producono cartografia escursionistica. Alcune a carattere interregionale o nazionale (Tabacco, Selca, Multigraphic, Kompass, &c.), molte altre solo per ambito locale. Se le prime sono normalmente buone o molto buone, nel gruppo delle seconde si trova di tutto ma proprio di tutto. Prima di passare ai criteri che guidano la riproduzione del territorio, ricordiamo che le carte hanno delle coordinate di latitudine (N - S) e longitudine (E – W), riportate sui bordi, una scala metrica e una grafica e un reticolato che è di 1km di lato, orientato da N a S (anche se abbiamo visto non esattamente). Con l’aiuto del reticolato, delle coordinate possiamo descrivere qualsiasi punto del territorio italiano con una semplice formula. La rappresentazione del rilievo è il punto chiave della lettura di una carta. Qui ricordiamo solo i metodi principale che troviamo, a volte soli ma quasi sempre combinati. Le tinte altimetriche (nelle carte a scala piccola) – il lumeggiamento plastico da NO – il tratto forte – il tratteggio Lehmann – il piano quotato – e finalmente le isoipse o curve di livello. Vedremo quali metodi sono stati adottati dalle varie carte che confronteremo. Prendiamo ora il foglio n. 1. Si tratta di una classica tavoletta IGM – dalle note si rivela che l’aggiornamento è al 1956. Ma questo non ci preoccupa, anzi, spesso queste “vecchie” carte ci aiutano a ritrovare sentieri scomparsi non più indicati nelle carte più recenti. Vediamo che i colori utilizzati sono 1) il nero per l’opera umana, per i toponimi, per i punti quotati, per i limiti di coltura o bosco, per tutta la viabilità, per i confini, per i simboli convenzionali non legati all’acqua, per il tratto di roccia (scarpa). 2) il bistro (marrone) per le curve di livello e le scarpe entro le curve o minori.
3) l’azzurro per l’idrografia in senso lato (rii, pozzi, acquedotti, ghiacciai, &c); per i toponimi che la riguardano; per le curve di livello sui ghiacciai. 4) In bianco è il resto (sfondo) anche se la carta non ci dice come sia realmente il territorio nelle zone “bianche” Nelle carte recenti troviamo anche il verde per i boschi e le colture. Ma anche con soli tre colori notiamo come la carta cominci ad acquisire chiarezza. Se focalizziamo l’attenzione sull’idrografia possiamo iniziare a mettere in relazione le curve di livello con questa e a tentare di rilevare un bacino idrografico. E’ importante sapere infatti in quale versante ci troviamo, e le curve di livello abbinate all’acqua ce lo dicono. Notiamo come le isoipse s’infittiscano sulla sinistra dove c’è una valle profonda. Qui il rilievo è rappresentato anche da un tratteggio che rende bene la presenza della roccia. Per le convenzioni delle isoipse, vedete l’allegato. Notiamo che c’è una presenza di boschi di vario tipo, il bosco è indicato dai cerchietti variamente raggruppati. Un simbolo in mezzo a queste zone identifica la o le essenze prevalenti. Nei boschi fitti il simbolo è triplice. La pendenza del terreno comporta una rivalutazione delle distanze. Infatti un tratto di 100 m. con dislivello di circa 36 metri implica un angolo di 20° o una pendenza del 36% con alcuni semplici calcoli o con la scala grafica vedremo che la nostra strada si allunga a causa della pendenza - oltre il 100% o 45° di pendenza le isoipse non si rappresentano. Veniamo ai simboli. La viabilità è rappresentata con vari tipi di tratto, il sentiero è un tratteggio deciso e non va assolutamente confuso col tratteggio debole dei limiti di coltura o bosco. Nelle 1:25.000 moderne questi ultimi sono in verde e il problema non si pone. I simboli sono decine e difficilmente si incontrano tutti in una sola carta. Occorre un po’ di pratica per familiarizzare con la simbologia. Nelle carte non IGM la simbologia è simile ma normalmente meno dettagliata. Naturalmente nelle carte escursionistiche abbiamo tutta la simbologia legata ai sentieri. La maggior parte di queste segna i sentieri in rosso a volte sovrapposti alla viabilità (quando accade) a volte in sostituzione di questa. Nelle carte ER invece il tratto rosso scompare quando segue la viabilità ordinaria (carreggiabili, strade). Alcune carte pur ricalcando l’IGM 1956 hanno aggiornata l’antropizzazione. Non sempre quest’aggiornamento si estende agli elementi rurali (fonti, campi) per cui non si può parlare di aggiornamento vero e proprio. Nello stralcio cartografico allegato (carta regionale Emilia-Romagna) possiamo esaminare i dettagli come si presentano in una moderna e aggiornata carta escursionistica, quelle per intenderci che useremo preferibilmente nelle nostre uscite. Vedremo anche come si presenta la tracciatura dei sentieri e le differenze di rilevazione di questa carta con quella IGM.
Bibliografia Strahler, A. N., Geografia Fisica, Padova, Piccin, 1984 A. Sestini, Cartografia Generale, Bologna, Patron, 1991 (10. ed) Lodovisi, A. e Torresani S., Cartografia e informazione geografica, Bologna, Patron, 2005 (2. ed) Buisseret, D., I mondi nuovi. La cartografia nell’Europa moderna, Milano, Sylvestre Bonnard, 2004 Accademia GG.FF., Topografia, 1979-80 Alletto, F., Topografia e Orientamento, CAI, 1988 Regione Emilia - Romagna, Repertorio Cartografico, 1989 Farinelli, F., La cartografia della campagna del novecento in “Storia d’Italia, vol. 6, Atlante”, Torino, Einaudi, 1976, pp. 626 – 654 Istituto Geografico Militare, Segni convenzionali e norme sul loro uso, Firenze, IGM, 1951 http://it.wikipedia.org/wiki/Cartografia http://www.igmi.org/ (sito ufficiale IGM) http://www.igmi.org/pubblicazioni/toponomastica/pdf/ (toponomastica IGM) http://www.pcn.minambiente.it/PCN/ (portale cartografico nazionale) Sintesi delle informazioni
Storia della cartografia in 5 minuti Carte topografiche - Carta IGM e derivate Distinguere i segni convenzionali nella riproduzione del territorio Leggere l’altimetria e il rilievo Come scegliere la carta e come riconoscere e difendersi dalle cattive carte Come scoprire quale carta ci occorre Progettare un percorso sulla carta Supporti di lettura del territorio non cartacei (GoogleEarth) Allegati Stralcio IGM F° 147 IV S-O San Valentino in A.C. Tavola simboli Stampa da GoogleEarth corrispondente a IGM Bolognano Stralcio carta escursionistica 1:25.000 Regione Emilia-Romagna - CAI Curve di livello