1 minute read
Le disuguaglianze nell’uso dei medicinali
Per esempio, un indicatore molto semplice da utilizzare è il prezzo medio immobiliare del quartiere di residenza.9 Tanti lavori sono stati prodotti come frutto di collaborazione interregionale su progetti di ricerca finalizzata, ex articolo 12, o del Centro per il controllo delle malattie del Ministero della salute; altri sono frutto della collaborazione all’interno della rete degli studi longitudinali, di cui il Dep fa parte con lo studio longitudinale romano e del Lazio.
Nell’ambito delle attività di stesura dei Programmi Regionali di Prevenzione, per la Regione Lazio è stato prodotto il Profilo di Salute ed Equità,10 in cui si descrive la prevalenza delle maggiori patologie stratificata per sesso, età e livello di istruzione. Si prenda ad esempio l’ipertensione: come si può vedere dalla figura 1.1, le disuguaglianze sono più accentuate nelle donne rispetto agli uomini e le differenze di prevalenza tra maschi e femmine sono meno evidenti nella popolazione con titolo di studio più basso. Nel diabete, invece (sempre nella figura 1.1), permangono forti disuguaglianze in entrambi i sessi e la diminuzione di prevalenza negli over 85 è trainata dalla riduzione nei titoli di studio più bassi.
Ciò che emerge analizzando le differenze sociali nella prevalenza delle patologie è quanti anni di salute separano i titoli di studio estremi (figura 1.2). Un recente lavoro11 ha analizzato la prevalenza di malattie croniche per età e titolo di studio utilizzando il numero di esenzioni per patologia come proxy: come si può vedere dalla figura 1.2, i cittadini romani con titolo di studio basso hanno una prevalenza di cronicità paragonabile a quella dei residenti a Roma con titolo di studio alto che hanno dieci anni di più.