Sexting

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Gestire efficacemente un caso di sexting garantendo il supporto alla vittima: presentazione di un evento gestito dal team di Fondazione Carolina

Miriam Friedenthal

In collaborazione con Fondazione Carolina


Quando il sexting irrompe nella quotidianità A conoscenza del fatto: chi e come ne viene a conoscenza? Darsi il giusto tempo per capire di cosa si tratta. Le prime mosse: pensare prima di agire. Garantire la riservatezza e attivare il confronto e il pensiero, prima di mettere in atto procedure standard L’intervento in rete: da privilegiare un’azione corale, in cui mettere in campo le giuste risorse per quella situazione. Non è detto che attivare sempre e tutti gli attori possibili sia la cosa giusta La continuità educativa: garantire che ci sia una continuità e una sintonia tra gli interventi dei vari soggetti e nel tempo

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Accogliere un adolescente vittima di sexting Rischio colpevolizzazione e giudizio morale: fare epochè, sospendere il giudizio. Abbiamo di fronte un adolescente che soffre, non un «caso» clinico o di gossip. Dare spazio di contatto e con tatto: è necessario far sapere della nostra vicinanza come professionisti, ma anche lasciare all’adolescente la libertà di «sottrarsi» Gli adolescenti e la consapevolezza: la dimensione dello sviluppo e della formazione della mente adulta non può essere scambiata per acquisizione definitiva. L’azione «post» è sempre anche di formazione

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Garantire il giusto supporto alla vittima e alla sua famiglia Di fronte ad un «fatto» che coinvolge adolescenti e famiglie domandiamoci: chi sono le vittime? Cioè, di chi dobbiamo prenderci cura? Inutile categorizzare in vittime e colpevoli Coinvolgere i protagonisti: garantire la riservatezza, far sentire la tenerezza, favorire la parola (contro il silenzio) e salvaguardare dalla vergogna Coinvolgere le famiglie dei protagonisti: quanto le conosciamo? In che rapporti siamo? Tutto dipende dalla relazione. Ricordiamoci che anche le famiglie sono ferite Coinvolgere le altre famiglie: la vera risorsa è chi non ha subito il colpo. Favorire e promuovere una genitorialità condivisa

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La realtĂ scolastica e gli interventi in classe

Dove e come agire: la scelta fondamentale tra interventi diretti (che coinvolgono i diretti interessati) e interventi indiretti (che agiscono con e sul contesto) Lavorare sulla consapevolezza: non serve far paura, colpevolizzare, rendere edotti ma serve agire sulla consapevolezza e sulla dimensione del dolore mentale e della scelta Attenzione alla diffusione della notizia come gossip, soprattutto tra gli adulti: importanza dello sguardo di ritorno personale e istituzionale Garantire la continuitĂ educativa e la coralitĂ degli interventi

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I «risultati» ottenuti Uscire dalla logica quantitativa e performativa tipicamente aziendale per entrare nella logica di cura: non ci sono risultati da raggiungere ma persone e istituzioni di cui prendersi cura Cosa valutare: - il grado di attenzione a chi soffre (ci siamo presi cura in modo adeguato di chi soffre?) - la capacità di integrare gli interventi e di lavorare in equipe (abbiamo favorito il lavoro di equipe e siamo stati in grado di integrarci con ciò che già c’era?) - la finalità del nostro intervento (abbiamo agito per «non avere problemi» o per «prenderci cura» delle persone e delle istituzioni?)

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