CREATUSE - Manuale delle Migliori Buone Pratiche

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Manuale delle Migliori Buone Pratiche Ricerca in tema di Creatività ed attività di Sharing nelle aree urbane in Europa

CREATUSE – Creative urban sharing in Europe Progetto finanziato con il sostegno della Commissione Europea nell’ambito del programma Erasmus+

Migliori Buone Pratiche in tema di Creatività ed Attività di Sharing in aree urbane

CREATUSE


Indice Il Progetto

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Introduzione

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Prefazione

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Ricerca Preliminare

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Criteri di Selezione

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Buona Pratica 1 - Let’s Do It! (Paesi Baltici)

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Buona Pratica 2 - Refood (Portogallo)

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Buona Pratica 3 - Natura vicino all’arte (Polonia)

15

Buona Pratica 4 - Library of Stuff (Turchia)

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Buona Pratica 5 - Centro Sociale Montamarta (Spagna)

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Buona Pratica 6 - Skoros (Grecia)

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Buona Pratica 7 - Freegle (Regno Unito)

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Buona Pratica 8 -FabLab Torino (Italia)

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Terminologia

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Autori e Riferimenti

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C

Il Progetto reatuse è l’acronimo di “Creative urban sharing in Europe” ed è il titolo di un progetto che coinvolge 7 partner di 6 Paesi europei.

Il progetto è stato finanziato dal Programma Erasmus+ dell’Unione Europea per il periodo 2015-2017.

P

artenariato

Il partenariato è costituito da: Youth Europe Service (Italia), KIRSEHIR VALILIGI Regione di Kirsehir (Turchia), Aidlearn - Consultoria em Recursos Humanos Lda. (Portogallo), Euro-Idea Fundacja Społeczno Kulturalna (Polonia), Agencia para el Empleo de Madrid (Spagna), Università degli Studi di Bari Aldo Moro (Italia), Inova Consultancy ltd. (Regno Unito).

P

rogetto

Il progetto concerne l’apprendimento in tema di creatività nelle aree urbane derivante dal miglioramento dei livelli delle competenze chiave e delle conoscenze dei cittadini. Il progetto è basato su 3 elementi: Sharing (Condivisione) e Consumo Collaborativo in aree urbane visto come stile di vita alternativo e sostenibile; Creative Problem Solving, un approccio volto a stimolare soluzioni alternative in ambito urbano; Cittadinanza Attiva ed inclusione sociale attraverso lo stimolo derivante dal bisogno di beni comuni, da realizzarsi attraverso un cambiamento delle modalità relazionali tra le persone che vivono nella medesima area urbana.

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isultati del progetto

Ricerca di Buone pratiche con un Compendio in tema di creatività e sharing in aree urbane;

Guida sulla condivisione e sul consumo collaborativo con una particolare attenzione ai temi della cittadinanza attiva e della sostenibilità;

Strumenti innovativi (e-books su linee guida e risorse) e metodologie (Open Space Technology e World Cafè) tutte indirizzate alla creazione di sharable cities;

Creazione di una web community.

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Introduzione

L I

a finalità di questo documento è la condivisione di una conoscenza di base in tema di creatività e di attività di sharing nelle aree urbane.

l contenuto di questo documento

Questo documento è frutto di una ricerca preliminare di buone pratiche esistenti in Europa, in contesti e settori in cui si registra un forte supporto, in ambito urbano, alle idee di creatività e di sharing. La parte finale è dedicata alla definizione della terminologia comune nell’ambito della sharing economy.

B

uone pratiche

La ricerca in tema di creatività e di attività di sharing nelle aree urbane ha selezionato esempi di buone pratiche, ampiamente descritte, provenienti dal territorio dell’UE. La ricerca ha considerato: INIZIATIVE DI SHARING CITY: es. eventi di sharing urbano, circoli della condivisione, sistemi di collaborazione; AZIONI DELLA COMUNITÀ: es. organizzazione di comunità di scambio (vestiario), prestiti locali, condivisione di tempo, lavoro e competenze (banche del tempo), costruzione di cooperative (es. cooperative solari); SPECIFICI PROGETTI: es. Land Trust, Banche del Tempo, Circoli di Donazione, Condivisione di conoscenze e strumenti, Banca delle sementi agricole, Officine per le Biciclette, Scuole aperte, Scambio, Cooperative di lavoratori, Budget partecipativo, Cooperative edilizie e del cibo, Club per gli acquisti, Cooperative di assistenza all’infanzia, Giardini comunitari ed Economia Solidale.

A

chi è destinato

Il beneficiario-tipo di questa guida è chiunque, vivendo in un’area urbana, abbia voglia di ricercare forme alternative e creative per potersi sentire più attivo, connesso con il vicinato, oltre a trovare magari un lavoro a livello locale es. imprenditoria sociale.

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Prefazione

Il progetto si focalizza sull’apprendimento in tema di creatività in ambiente urbano. La Creatività è estremamente importante e può essere applicata praticamente in tutti i contesti della vita quotidiana. In realtà, la cosiddetta “sharing” non è altro che un ripensamento degli stili di vita non sostenibili: un approccio alternativo alla eccessiva produzione di i rifiuti ed agli eccessi di una società consumistica con la finalità di preservare l’ambiente.

Ecco dei links a presentazioni interessanti su questo tema: The sharing economy lacks a shared definition Collaborative consumption Collaborative consumption the 7 key business models by collaborative lab, Rachel Botsman

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Ricerca Preliminare

L

’habitat della creatività e dello sharing in ambito urbano Durante la fase di preparazione del lavoro di ricerca sugli esempi di Buone Pratiche è stato necessario definire 2 aspetti fondamentali: a.

la metodologia della ricerca

b.

la rassegna sul tema

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Ricerca preliminare

L

’habitat della creatività e dello sharing in ambito urbano Durante la fase di preparazione del lavoro di ricerca sugli esempi di Buone Pratiche è stato necessario definire 2 aspetti fondamentali: a.

la metodologia di ricerca

b.

la rassegna sul tema

PANORAMICA mondiale sulla situazione esistente in tema

nizzazione di comunità di scambio (vestiario), prestiti locali, condivisione di tempo, lavoro e competenze (banche del tempo), costruzione di cooperative (es. cooperative solari);

Lo SHARING CITIES NETWORK è un progetto di Shareable.net volto a collegare attivisti locali di sharing provenienti da diverse città nel mondo per divertimento, supporto mutuale.

SPECIFICI PROGETTI: es. Land Trust, Banche del Tempo, Circoli di Donazione, Condivisione di conoscenze e strumenti, Banca delle sementi agricole, Officine per le L’obiettivo è di creare un modello di sharing Biciclette, Scuole aperte, Scambio, Cooperacities attraverso la collaborazione ed il sup- tive di lavoratori, Budget partecipativo, porto tra pari. Cooperative edilizie e del cibo, Club per gli Al fine di ricercare le buone pratiche le Buo- acquisti, Cooperative di assistenza all’infanzia, Giardini comunitari ed Economia Soline Pratiche si è fatto riferimento a: dale. INIZIATIVE DI SHARED CITY: es. eventi di urban sharing, circoli di donazione, sistemi collaborativi aperti.

Rif: www.shareable.net/sharing-cities

AZIONI DELLA COMUNITÀ: es. orga-

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Criteri di Selezione I partner hanno cercato, nelle proprie regioni, ma non solo, attività rilevanti negli ambiti su cui è basato il progetto. La ricerca ha riguardato nello specifico Buone Pratiche su iniziative, progetti ed attività portate avanti da chiunque, vivendo in un’area urbana, come cittadino era alla ricerca di modi creativi ed alternativi per sentirsi più attivo, maggiormente connesso con la propria comunità, integrato nella vita e nei servizi pubblici, oltre che di opportunità lavorative locali come imprenditori sociali. I criteri di selezione degli esempi di Buone Pratiche sono: 

orientamento sociale (es. incontri ed interazione con gli altri)

reciprocità (es. reciprocità in senso stretto, donazioni), cooperazione (implica fiducia e reputazione) o mutualità (implica identificazione nella comunità)

equità (non coinvolge l’aspetto dell’utilizzo)

sostenibilità (capacità di durare nel tempo)

verde (sostenibilità ambientale)

trasferibilità (capacità di esser replicabile)

trasformazione (sociale) (valore dello sharing e della collaborazione, criticità nei confronti dell’attuale sistema di relazioni di mercato, ecc.)

pratiche esistenti da almeno 1 anno.

Organizzazione Orientamento al mercato

Peer to peer (P2P)

Business to peer (B2P)

Non-Profit

P2P Non-profit sharing es. scambio di cibo, banche del tempo

B2P Non-profit sharing i.e. laboratori condivisi tra makers

For-Profit

P2P for-profit sharing Es. Airbnb, Uber

B2P For-profit sharing Es Zipcar

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M B P

igliori

uone ratiche

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Buona pratica 1 - Paesi Baltici

Cosa: serie di eventi collettivi di pulizia Orientamento di Mercato: Non -Profit Dove: Estonia, Lettonia, Lituania e poi in tutto il mondo In essere dal: 2008

L

Da chi: il movimento civico globale Let's Do It! World profondita da svolgere nel periodo compreso dal 24 Marzo al 15 Settembre 2012.

et's Do It! è un movimento civico globale partito in Estonia, con il quale viene chiesto a persone di tutto il Mondo di aderire ad una serie di eventi di pulizia a livello locale, nazionale e regionale.

Oggi il movimento è cresciuto fino a diventare un network che copre ben 112 nazioni. I partecipanti coinvolti nelle attività promosse dal movimento ammontano a ben 13 milioni.

Let's Do It! World è stato accreditato come Il movimento Let's Do It! è stato originariamembro del Programma ambientale delle Namente concepito in Estonia nel 2008, partendo zioni Unite(UNEP). da una azione nazionale di pulizia, chiamata appunto Let’s Do It! (in Estone: "Teeme Ära!"), che mirava a eliminare 10.000 tonnellate di rifiuti illegali. Più di 50.000 volontari vi hanno partecipato per un solo giorno. Seguendo l’esempio estone altri Paesi (innanzitutto i Paesi baltici come la Lituania e la Lettonia) hanno anch’essi avviato una campagna di eventi nazionali di pulizia. Nel 2011 l’iniziativa, chiamata Let's do it! World, è stata lanciata su scala mondiale con l’intento di promuovere eventi per la pulizia apTitolo:

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Buona pratica 1 - Paesi Baltici

I criteri di questa Buona Pratica sono: Orientamento sociale, reciprocità, equità, ecologia, sostenibilità, trasferibilità, trasformazione

Le origini del movimento massivo di pu- di persone hanno partecipato alle attività di pulizia lizia Let’s Do It! Il 3 Maggio 2008 più di 50.000 persone sono uscite di casa per pulire l’Estonia, gli altri abitanti hanno, invece, seguito l’evento tramite i media. Rappresentavano il 4% della popolazione totale, 1,3 milioni, come se fossero 15,3 milioni negli USA o 57 milioni in India. L’idea ha preso presto piede nel resto d’Europa e nel mondo. La primavera successiva, nel 2009, la Lettonia e la Lituania hanno pulito le loro nazioni coinvolgendo oltre 250.000 persone partecipanti e hanno continuato anche per i 3 anni successivi, incrementando il numero di partecipanti di anno in anno. Il 20 Marzo 2010 il Portogallo ha pulito la nazione coinvolgendo ben 200.000 persone. La Slovenia ha superato il record con 270.000 persone (che rappresenta ben il 13% della popolazione nazionale). All’inizio di giugno dello stesso anno, anche Kiev, la capitale dell’Ucraina, è stata completamente ripulita. Al termine del 2011 più di 2,5 milioni

In 16 nazioni: Estonia, India, Slovenia, Serbia, Finlandia, Romania, Lettonia, Lituania, Portogallo, Bulgaria, Moldavia, Ucraina, Cambogia, Russia, Ungheria e Brasile. Fonte dell’articolo: en.wikipedia.org/wiki/Let's_Do_It!_World Molti Estoni sono profondamente orgogliosi del loro ambiente e collaborano volentieri. Non c’è bisogno di inventare nuovi strumenti high-tech per cambiare il mondo. L’esperienza del Giorno di azione civile dimostra che non c’è bisogno di migliaia di euro per cambiare le condizioni dell’ambiente.

Sito Web www.letsdoitworld.org

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Buona pratica 1 - Paesi Baltici

I criteri di questa Buona Pratica sono: Orientamento sociale, reciprocità, equità, ecologia,

sostenibilità, trasferibilità,

trasformazione

Gli organizzatori del movimento in diverse nazioni avvieranno anche un dialogo con i rispettivi governi nazionali e forniranno delle direttive concrete per riformare la gestione dei rifiuti in modo da tener conto dei principi della tutela ambientale e della sostenibilità. L’obiettivo è far transitare la gestione dei rifiuti verso una gestione delle risorse.

Sito Web www.letsdoitworld.org

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Buona pratica 2 - Portogallo Cosa: Volontariato e distribuzione di cibo Orientamento di Mercato: Non -Profit Dove: Portogallo—diverse città In essere dal: 2011 Da chi: ReFood

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dalla comunità).

Le migliaia di pasti recuperate e distribuiti ogni mese dai centri Re-food sono prodotti con un ome funziona costo di meno di 10 centesimi ciascuno (sono La nostra cultura basata sulla produzione conti- distribuiti gratuitamente). nua non è più sostenibile. 1/3 di tutto il cibo La sostenibilità economica è garantita dall’effiprodotto a livello mondiale finisce nella spazza- cacia del modello e dalla buona volontà della tura senza mai raggiungere il piatto. comunità. Una persona su otto non accede al cibo di cui abbisogna. Ciò è vero al livello globale, ma anche a livello locale: nelle nostre comunità il cibo ancora buono viene gettato via, mentre alcuni nostri concittadini soffrono la fame.

Sostenibilità Ambientale

Ogni pasto recuperato riduce l’impatto negativo della biomassa che distrugge l’ambiente nelle discariche, mentre l’attenzione sul vicinato del modello Re-food permette di massimizzare la Re-food capovolge questo trend attraverso un raccolta di cibo minimizzando l’impatto ecolosistema di sostenibilità comunitario a tre livelli: gico: la raccolta avviene prevalentemente a pieeconomico, ambientale e sociale. di o in bici. Inoltre, i veicoli elettrici donati aiuSostenibilità Economica tano a mantenere alta la produttività e basso Re-food è alimentato dalla buona volontà: tutto l’impatto ambientale. il cibo viene donato gratuitamente da partner alimentari, tutto il lavoro è effettuato da volontari, gli spazi fisici sono gratuitamente concessi ed i costi inevitabili sono, quindi, molto bassi – all’incirca € 300 al mese (facilmente reperibili Titolo:

ReFood Migliori Buone Pratiche in tema di Creatività ed Attività di Sharing in aree urbane

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Buona pratica 2 - Portogallo I criteri di questa Buona Pratica sono: Orientamento sociale, reciprocità, equità,

ecologia,

sostenibilità,

trasferibilità, trasformazione

Sostenibilità Sociale L’interazione positiva dei molti e diversi volontari, appartenenti a generazioni diverse, produce la giusta atmosfera di cooperazione e buona volontà con cui Re-food funziona quotidianamente. La prova tangibile dell’impatto sociale è l’effetto positivo sui volontari e sulla comunità nel complesso; tutto ciò insieme ad un modello organizzativo semplice ed inclusivo, garantisce la sostenibilità e la crescita esponenziale del Movimento Re-food.

La gente alimenta il processo Re-food con il contributo di un po’ del proprio tempo che viene così trasformato in valore aggiunto per gli altri. Il personale dei ristoranti investe pochi minuti di tempo nel recuperare il cibo in eccesso anziché buttarlo via…

I volontari investono poche ore a settimana nel raccogliere, preparare o distribuire il cibo... Re-food è un ente di beneficienza della comunità che opera autonomamente, gestito dai cittadini, al 100% con lavoro volontario ed ecocomunitario, con l’intento di eliminare gli scarti del cibo e la fame su base locale e di vicinato. Evoluzione Ad inizio 2011, un volontario in bicicletta raccoglieva cibo da 30 ristoranti al giorno – recuperando cibo sufficiente per 50 persone bisognose, 5 giorni a settimana. Questo volontario è stato raggiunto da altri 30 volontari in meno di 30 giorni. Alla fine dell’anno erano ben 100 i volontari. Dopo 5 anni, ci sono ben 25 Centri Re-food operanti in tutto il Portogallo con oltre 4.000 volontari (inizio 2016) e che recuperano 46.000 pasti al mese da 900 fornitori (ristorante, supermercati ed agricoltori) a favore di 2.500 persone per 5-6 giorni a settimana.

Contatti: Av. Fontes Pereira de Melo, 30 - 9º, 1050-122 Lisboa comunicacao@re-food.org

www.re-food.org/pt

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Buona pratica 3 - Polonia Cosa: Attività di Giardinaggio in luoghi d’arte pubblici Orientamento di Mercato: Non -Profit Dove: Polonia, Białystok, Danzica, Lublino, Łódź, Olsztyn, Tarnów, Varsavia, Breslavia, Zielona Góra. In essere dal: 2014 Da chi: Elizabeth Jabłooska in collaborazione con BWA Zielona Góra, Galeria Arsenał Białystok, Królikarnia Warszawa, BWA Tarnów, MS Łódź Instytut Sztuki Wyspa Gdaosk, BWA Olsztyn, Labirynt Lublin

I

- corresponsabilità nell’azione.

Grazie all’uso parzialmente rinnovato degli spazi vicini a gallerie e musei, i residenti possono l progetto prevede l’utilizzo gratuito di aree creare spazi di incontro creativi. verdi, prati e terreni vicino a gallerie e musei pubblici. L’obiettivo del progetto consiste nel Questo meccanismo si fonda sullo scambio recicoinvolgimento dei cittadini per realizzare atti- proco che promuove la collaborazione e la revità negli spazi pubblici e in interazione con sponsabilità. l’arte. I benefici che ne derivano sono: - cambiamento di approccio verso l’arte contemporanea; - maggiore vicinanza alle istituzioni artistiche; - abbattimento delle barriere tra le istituzioni culturali e i cittadini; - stile di vita sano; - cooperazione tra generazioni; - costruzione di nuove relazioni e amicizie; Titolo:

Natura vicino all’arte Migliori Buone Pratiche in tema di Creatività ed Attività di Sharing in aree urbane

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Buona pratica 3 - Polonia

I criteri di questa Buona Pratica sono: La comunicazione Il sito del progetto fornisce: informazioni a chi è interessato a partecipare a questa iniziativa; suggerimenti sul giardinaggio e sulla condivisione dell’esperienza. La piattaforma, che contiene la documentazione fotografica e la descrizione delle attività in corso, consente ai partecipanti al progetto lo scambio di conoscenze ed esperienze.

Orientamento sociale, reciprocità, equità, ecologia, sostenibilità, trasferibilità, trasformazione

Ogni giardino ha un proprio spazio sulla piatta- Che dire del giardinaggio? forma. Sul sito, inoltre, vengono pubblicati interessanti articoli culturali, commenti divertenti e Viene proposta la coltivazione di ortaggi di stagiosuggerimenti riguardanti il giardinaggio e la bone, fiori, piante da giardino e ornamentali. tanica. Il giardino è suddiviso in aiuole in ciascuna delle Qui è possibile trovare una comunità di gente quali vi è un gruppo che collabora alla sua coltivaappassionata. zione per ottenere il miglior raccolto. Il design e la struttura del giardino è fatta in modo tale da ospitare anziani, disabili e bambini. Per avviare l’attività di giardinaggio è necessario uno specifico provvedimento legislativo che, a seconda del luogo, definisce le condizioni di utilizzo del terreno.

Sito Web www.nieuzytkisztuki.pl

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Buona pratica 3 - Polonia

Azione di scambio del raccolto Gli eventi sociali organizzati in spazi liberi vicino a luoghi d’arte favoriscono: - lo scambio di coltivazioni; - la convivialità, la condivisione di prodotti coltivati e la cucina di piatti dimenticati; - l’organizzazione di eventi sociali (pasti fatti in casa, il contribuire con denaro o raccoglierlo per una buona causa); - le creazioni artistiche sostenibili, usando quello che offre il giardino; - l’organizzazione di concerti musicali; -l’organizzazione di attività educative (laboratori per scuole): - la collaborazione tra diversi gruppi generazionali. Questo progetto, realizzato in aree urbane, riporta a nuova vita luoghi abbandonati. Dal livello locale, grazie alla diffusione in molte città, può diventare un fenomeno di carattere nazionale. Finora sono stati coltivati giardini in 9 città polacche.

Il progetto è stato avviato con la collaborazione del Ministero della cultura e del patrimonio nazionale.

Sito Web www.nieuzytkisztuki.pl Migliori Buone Pratiche in tema di Creatività ed Attività di Sharing in aree urbane

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Buona pratica 4 - Turchia Cosa: Riciclo attraverso la condivisione Orientamento di Mercato: Non -Profit Dove: Turchia In essere dal: 2012 Da chi: Imprenditori da diversi strati sociali

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dei partecipanti , infatti, può chiedere denaro o fare profitto.

a condivisione mediante i social media è un movimento gestito da persone che casualmente si incontrano sulla piattaforma e che attraverso essa condividono strumenti e oggetti che non vengono più utilizzati.

La piattaforma è formata da 24.345 membri che praticano la condivisione attivamente e che informano circa i benefici che è possibile ottenere.

Sulla piattaforma è presente un menu a tendina per aiutare chi sta cercando strumenti o mateL’attività è completamente gratuita. Nessuno riali particolari. I prodotti sono elencati e pronti per essere spediti, subito dopo l’approvazione degli amministratori del sito. Il microcredito è un piccolo capitale che, senza la necessità di un titolo o di un garante, fornisce le risorse a donne con mezzi limitati affinchè diventino attive e possano generare un proprio reddito. L’idea di fondo del progetto è che tutto può essere usato purché sia in buone condizioni. Funziona in modo bidirezionale: da una parte quelli che vogliono sbarazzarsi di cose inutili e dall’altra quelli che cercano cose necessarie senza pagarle. Titolo:

Library of Stuff Migliori Buone Pratiche in tema di Creatività ed Attività di Sharing in aree urbane

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Buona pratica 4 - Turchia

I criteri di questa Buona Pratica sono: Orientamento sociale, reciprocità, equità, ecologia, sostenibilità, trasferibilità, trasformazione

La piattaforma prevede la registrazione dei par- “L’obiettivo che con Library of Stuff si intende tecipanti, che a loro volta contribuiscono al suo raggiungere è quello di ravvivare quel senso di sviluppo. condivisione e solidarietà, che esisteva nei vecLa Turchia è sede di organizzazioni e comunità chi quartieri, attraverso l’uso di Internet, dice innovative che sostengono economie di tipo al- Erdoğdu. ternativo. Eşya Kütüphanes, Library of Stuff, è Tramite il sito web, si cerca di facilitare la conuna di queste. cessione di prestiti e mutui. Si può diventare un Partita nel 2012 grazie a due giovani imprendi- membro, prestare le cose o verificare chi ha ciò tori, Aysu Erdoğdu and Ayşe Gökçe, dopo aver di cui si ha bisogno in modo da poterlo prendeconquistato il primo posto nella competizione re in prestito. Startup Weekend Istanbul, Library of Stuff è diventata una piattaforma di condivisione che funziona tramite il sito esyakutuphanesi.com e i social media. I suoi fondatori sono entrambi laureati. Sono approdati all’impresa sociale tramite i loro studi ed entrambi sono disposti ad utilizzare l’imprenditoria con fini sociali. Library of Stuff riesce a mettere in connessione creditori e debitori, che al momento sono i criteri più importanti.

Contatti: bilgi@esyakutuphanesi.com Sanayi Mah. Eski Büyükdere Cad. Tacirler İş Merkezi No:61 Kat:2 Kağıthane İstanbul https://www.facebook.com/groups/paylasiyoruz.biz http://esyakutuphanesi.com Migliori Buone Pratiche in tema di Creatività ed Attività di Sharing in aree urbane

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Buona pratica 5 - Spagna Cosa: Centro Sociale Orientamento di Mercato: Non -Profit Dove: Spagna, Madrid, Distretto San Blas In essere dal: 2007 Da chi: Centro Sociale Montamarta

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Montamarta si trova in uno dei quartieri più poveri di Madrid. I suoi principali problemi sono legati all’immigrazione, alle minoranze etniche, alla droga, all’abbandono minorile, all’abbandono scolastico, agli anziani, alla disoccupazione giovanile. Questo contesto necessita, quindi, di progetti per migliorare l’interculturalità, l'integrazione delle minoranze, la prevenzione delle dipendenze, il sostegno scolastico, l'invecchiamento attivo, lo svago alternativo, la formazione professionale e l’auto-imprenditorialità.

ontamarta è un progetto di comunità che ha migliorato la qualità della vita dei cittadini su una vasta gamma di iniziative socio-culturali create e gestite da loro stessi. Il modello di gestione collaborativa migliora la partecipazione di tutti i gruppi coinvolti: singoli cittadini, organizzazioni di quartiere, ONG e istituzioni locali. L'obiettivo principale è quello di fornire tutti i tipi di attività sociale e culturale di cui il quartiere ha bisogno, ma Il centro sociale Montamarta è nato con lo attraverso la promozione dei valori democratici scopo di far rivivere uno spazio pubblico, di e di cooperazione sociale. 900m2, abbandonato. Trenta anni fa tale spazio, realizzato attraverso l’edilizia popolare sovvenzionata, era adibito a mercato. È rimasto aperto per 5 anni, poi è stato chiuso perché non funzionava in modo abbastanza efficiente. Per oltre 20 anni l'edificio è stato abbandonato dall’amministrazione locale diventando ricettacolo di attività illegali, legate alla droga, creando allarme sociale per il quartiere. Titolo:

Centro Sociale Montamarta Migliori Buone Pratiche in tema di Creatività ed Attività di Sharing in aree urbane

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Buona pratica 5 - Spagna

I criteri di questa Buona Pratica sono: Orientamento

sociale,

reciprocità,

equità,

ecologia,

sostenibilità, trasferibilità, trasformazione

Dopo un incendio sviluppatosi in circostanze poco chiare, l’edificio è stato ricostruito, anche se ha continuato a non avere un contenuto adeguato. Nel 2011, in uno scenario di crisi socioeconomica, l'edificio viene occupato da un movimento sociale chiamato "15M", come risposta della cittadinanza contro le istituzioni. I cittadini del quartiere hanno accolto con favore l'iniziativa e hanno sostenuto gli abusivi. A sua volta, l’amministrazione ha appoggiato questa iniziativa ed è nato un nuovo spazio sociale aperto alla condivisione. Le organizzazioni di quartiere hanno guidato l’iniziativa, la pianificazione e la progettazione delle attività indirizzate a soddisfare le necessità più rilevanti. Montamarta è aperto a qualsiasi persona o associazione sia interessata ad una partecipazione collaborativa e alla condivisione dei principi. La gestione è orizzontale, persegue un modello partecipativo, che migliora la collaborazione tra coloro che vi aderiscono e che seguono le regole. Di conseguenza, i valori democratici e la

partecipazione della cittadinanza sono sostenuti in un quadro di rispetto e tolleranza. Le attività dello spazio sociale Montamarta sono state progettate per andare incontro ai diversi gruppi coesistenti nel quartiere. Alcune delle attività programmate riguardano la fotografia, la pittura, il cucito, la danza, la lettura, il teatro, il sostegno scolastico, il tempo libero e l’intrattenimento alternativo, le attività sportive come il pugilato, il calcio, lo Yoga, la bicicletta, l’informatica, il teatro delle marionette. La partecipazione a queste attività prevede un contributo monetario. Tuttavia, per le persone che non possono permetterselo sono previste delle alternative per compensarne la fruizione, ad esempio fornendo lavoro manuale nel tempo libero o partecipando ad altre attività che danno valore al centro sociale (es. donazione di libri, prodotti inutilizzati, vestiti e così via ).

Contatti: Montamarta Social Center Indirizzo: C/ Montamarta, 7 (San Blas District,Madrid, Spagna) http://evmontamarta.org Migliori Buone Pratiche in tema di Creatività ed Attività di Sharing in aree urbane

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Buona pratica 6 - Grecia

Cosa: dare ed ottenere oggetti, conoscenza e pratiche Orientamento di Mercato: Non -Profit Dove: Grecia, Atene In essere dal: 2010 Da chi: SKOROS

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consumo, il dogma "Consumo, dunque sono". Skoros (che in greco significa falena o bruco) è un collettivo di economia solidale che offre ome funziona

un'alternativa al consumismo. Situato nel quar-

Nato nel 2010, Skoros è un negozio auto-gestito tiere Exarchia di Atene, Skoros è uno spazio doe auto-finanziato (una sorta di bazar gratuito) che incarna una proposta di resistenza creativa basata, tra l’altro, sullo scambio, il riutilizzo, il cambiamento. Skoros è un negozio di consumo solidale e anti-consumista che si rivolge a tutti, a prescindere dalla propria situazione economica. Si tratta di un luogo dove dare e prendere ve tutti sono invitati a dare o ricevere prodotti e delle cose, ma anche un punto di incontro per servizi senza scambio di denaro: le persone poslo scambio di conoscenze, esperienze, pratiche. sono semplicemente entrare e prendere le cose Non si tratta né di un'organizzazione filantropi- o i vestiti di cui hanno bisogno o lasciare della ca né di una sorta di "chiesa alternativa". Si roba, come ad un amico. Come anticipato, quetratta piuttosto di un gruppo di persone che sta non è filantropia... mettono in discussione, nelle loro pratiche di Titolo:

Skoros Migliori Buone Pratiche in tema di Creatività ed Attività di Sharing in aree urbane

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Buona pratica 6 - Grecia

I criteri di questa Buona Pratica sono: Orientamento sociale, reciprocità, equità, collaborazione e sostenibilità, ecologia, trasferibilità e trasformazione

Si tratta piuttosto di economia solidale nella prendere un oggetto; insistevano a voler donare pratica. quello che consideravano il valore di mercato Lo spazio viene utilizzato anche per lezioni e equivalente di quel bene. workshop su vari argomenti (dalla modifica degli abiti a lezioni collettive di cucina). Si tratta quindi di uno spazio in cui la gente può prendere o dare beni e servizi, dove ci si conosce e si condividono esperienze.

Nonostante ciò, Skoros è diventato subito molto popolare. L’attuale crisi economica e finanziaria ha paradossalmente reso parzialmente ridondante la critica avanzata da Skoros rispetto ai consumi: la necessità di essere solidali e di avviSkoros mira a aggiungere i seguenti obiettivi: cinarsi alla vita in modo diverso è diventata quasi un’urgenza. promuovere l'economia sociale; creare gruppi di interesse sugli strumenti e i meccanismi di Di fronte a circostanze socio-economiche così consumo collettivo; sostenere il baratto/lo indiscutibilmente negative, questo è un caso di scambio di attività; creare reti di scambio. solidarietà e di condivisione collettiva. Inizialmente, Skoros era la risposta ad una società come quella ateniese sempre più orientata al commercio e al consumismo. Esso ha rappresentato una sorta di esperimento per fare le cose in modo diverso (vale a dire attraverso la condivisione, lo scambio, sostenendo valori diversi, diffondendo la solidarietà e la giustizia sociale). All'inizio l'idea di Skoros è sembrata troppo radicale: le persone erano riluttanti a entrare e Contatti: Zoodochou Pighìs e Eressoù – Exarcheia tel : 6981076913 https://skoros.espivblogs.net/what -is-skoros Migliori Buone Pratiche in tema di Creatività ed Attività di Sharing in aree urbane

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Buona pratica 7 - Regno Unito

Cosa: Riciclo e Riutilizzo Orientamento di Mercato: Non -Profit Dove: Regno Unito In essere dal: 2009 Da chi: Freegle

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utili piuttosto che farne aumentare il consumo eccessivo. Ogni gruppo locale è moderato da volontari del posto e l'iscrizione è gratuita. ome funziona

I gruppi Freegle favoriscono l’incontro tra persone che possiedono oggetti di cui vogliono sbarazzarsi e persone che, invece, li vorrebbero riutilizzare. Si tratta di un movimento dal basso costituito da persone che offrono (e ricevono) oggetti gratuitamente e nelle loro città. Un altro vantaggio delle rete Freegle è che incoraggia a sbarazzarsi della “spazzatura”, ciò di cui non si ha più bisogno promuovendo il coinvolgimento della comunità locale. L'obiettivo è quello di evitare di mandare in discarica oggetti ancora utilizzabili. La rete Freegle è composta da oltre 400 gruppi con 2.495.329 utenti in tutto il Paese. È un movimento senza alcuno scopo di lucro con sede nel Regno Unito, con un ampio e attivo seguito, che si propone di riutilizzare o continuare ad utilizzare nella comunità locale oggetti ancora

Internet costituisce un luogo virtuale per condividere tecnologia, arte e oggetti. Difatti, il cyberspazio consente di promuovere una nuova visione fondata sull’altruismo che contrasta con l'egoismo della mercificazione. Prendiamo ad esempio la condivisione del codice sorgente o dei file Napsters, che rappresenta un modo di offrire beni materiali senza sacrificarne la proprietà, i membri del Freegle fanno la stessa cosa. A differenza dei sistemi tradizionali di mercato o altri sistemi di secondo ordine (ad esempio eBay), i membri del Freegle regalano e ricevono oggetti senza alcuno scambio monetario. Freegle si configura cioè come un forum adatto a stimolare nel consumatore contemporaneo il dono e la reciprocità. È evidente che l’idea alla base di Freegle è alquanto semplice: si tratta di una grande rete di persone che regalano oggetti di cui non hanno bisogno ad altre persone cui, invece, sono utili. La rete è nata nel 2009 e da

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Freegle Migliori Buone Pratiche in tema di Creatività ed Attività di Sharing in aree urbane

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Buona pratica 7 - Regno Unito

I criteri di questa Buona Pratica sono: Orientamento sociale, reciprocità, equità, ecologia, sostenibilità, trasferibilità, trasformazione

e da allora si è allargata a tutto il Paese.

do le loro conoscenze, discutendo di come incrementare il nume-

Ogni gruppo Freegle copre una specifica area ro di persone che geografica, che può essere o un’intera contea o utilizzano la rete o parte di una città. I membri si iscrivono ad una se possono essere mailing-list, in cui possono segnalare quello che offerti sulla piattastanno cercando o che vorrebbero regalare, così forma alcuni oggetti che il donatore può scegliere il destinatario. Se (come ad esempio viene offerto un oggetto, è responsabilità di chi sostanze chimiche potenzialmente pericolose e lo riceve ritirarlo in modo tempestivo, di solito riviste potenzialmente offensive). a casa del donatore o in un luogo pubblico. Freegle ha avuto successo nella costruzione, in tutto il Regno Unito, di una comunità di centinaia di volontari che gestiscono la piattaforma. Le decisioni più importanti per il futuro del Freegle vengono discusse nei forum online e poi votate dai volontari. All'interno della comunità, i volontari si sostengono a vicenda, condividen-

Sito Web www.ilovefreegle.org Migliori Buone Pratiche in tema di Creatività ed Attività di Sharing in aree urbane

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Buona pratica 8 - Italia Cosa: spazio di mercato e laboratorio di fabbricazione digitale Orientamento di Mercato: Non -Profit Dove: Italia, Torino In essere dal: 2011

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Da chi: Officine Arduino Torino taglio laser, frese. Tali strumenti, tutti controllati da un computer, consentono la realizzazione di progetti di fabbricazione digitale, cioè possono trasformare dati e informazioni in oggetti reali e viceversa.

ome funziona:

I FabLabs sono nati per la prima volta negli Stati Uniti dall'intuizione di Chris Anderson (direttore di Wired US), che ha creato le cosiddette garage companies. Il termine è l'abbreviazione di “laboratori di fabbricazione": si tratta di laboratori di produzione digitale che forniscono servizi personalizzati a tutti gli utenti, in modo da consentire la produzione di ogni tipo di oggetto e passare dal virtuale al reale. I FabLabs sono piccole comunità di persone che, utilizzando la fabbricazione digitale, metodologie open source e pratiche collaborative, intendono dar vita a nuovi processi produttivi, nuovi modelli di business e nuove pratiche sociali inclusive. I FabLabs, infatti, possono essere considerati come laboratori di ricerca e luoghi innovativi su piccola scala che utilizzano tecnologie avanzate e strumenti sofisticati, come le stampanti 3D,

Questi laboratori di ricerca e innovazione non intendono competere con la produzione di massa, ma sono centri per la sperimentazione e la realizzazione di prototipi a basso costo. Permettono di sviluppare nuovi modelli di progettazione che possono cambiare il modo di produrre, di pensare e innovare. Un prodotto può, quindi, essere progettato su un computer e realizzato immediatamente grazie alle tecnologie esistenti. Questo processo, ovviamente, incide anche sulle catene di fornitura. Nel FabLab, infatti, chiunque abbia un progetto può provare a metterlo in pratica grazie agli strumenti di lavoro messi a disposizione della comunità: le stampanti 3D, un laser per tagliare ed incidere la plastica, il legno e il tessuto, una fresa per lavorare i materiali più duri. In altre parole, i FabLabs hanno lo scopo di dare a chiunque la possibilità di creare e costruire nuovi prodotti a partire dalle proprie idee e necessità.

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FabLab Torino Migliori Buone Pratiche in tema di Creatività ed Attività di Sharing in aree urbane

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Buona pratica 8 - Italia

I criteri di questa Buona Pratica sono: Orientamento sociale, collaborazione, trasferibilità, trasformazione, sostenibilità, ecologia, equità In Italia ci sono 42 FabLabs, ma non tutti possono essere identificati come FabLabs per l'innovazione: alcuni, in realtà, sono associazioni che promuovono la fabbricazione digitale. Il primo FabLab è nato a Torino nel 2011. L'esperienza del Fablab di Torino scaturisce da influenze ed esigenze diverse, ma con un obiettivo comune: portare la fabbricazione digitale e la cultura dell’Open Source in un luogo fisico, dove le macchine, le persone, le idee e i nuovi approcci si mescolano liberamente.

ne, attraverso l’introduzione di nuove tecnologie, nuovi servizi e nuovi processi produttivi, è uno dei fattori chiave per la crescita economica e lo sviluppo sociale.

Uno dei principali obiettivi del Fablab Torino è quello di diffondere l'alfabetizzazione digitale e la cultura del fabbing, la collaborazione con università e centri di ricerca, l’organizzazione di una serie di attività: ad esempio summer school e conferenze sulle tecnologie, sui prototipi in via di sviluppo, workshops su vari argomenti I Fablabs spesso lavorano come hub di compe- compreso Arduino, le tecnologie della fabbricatenza, dove le persone possono apprendere le zione digitale, l’elettronica di base, la modellaabilità che non hanno per realizzare i loro pro- zione parametrica, etc. getti. In questo senso, i FabLabs cercano di faci- I Fablabs sono, quindi, comunità con interessi, litare lo scambio orizzontale di competenze e professioni e competenze diverse, ma la cui geabilità. Attualmente la fabbricazione digitale nerazione di valore non è destinata solo alle continua a diffondersi in Italia e nel mondo, aziende, ma anche alla società più in generale. spianando la strada ad una possibile rivoluzione industriale. Attraverso l'innovazione sarà possibile realizzare contemporaneamente: (a) l’aumento della competitività delle imprese (b) la creazione di nuovi posti di lavoro (c) l’incremento del reddito pubblico. Secondo molti, infatti, l'innovazioContatti: Via Egeo 16, 10145 Torino email

info@fablabtorino.org

www.fablatorino.org

https://www.facebook.com/fablabtorino Migliori Buone Pratiche in tema di Creatività ed Attività di Sharing in aree urbane

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Terminologia

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onsumo Collaborativo (o sharing economy)

La locuzione definisce un modello economico basato su di un insieme di pratiche di scambio e condivisione di beni materiali, servizi o conoscenze. Wikipedia L’idea non è una novità. Intere comunità e città nel mondo stanno utilizzando le nuove tecnologie per costruire un network per noleggiare, prestare, scambiare, barattare, donare e condividere prodotti su una scala in passato impossibile. Da Airbnb a Zipcar e Taskrabbit, il consumo collaborativo sta portando l’economia, il consumismo ed il modo di vivere verso una qualità della vita più soddisfacente e sostenibile. collaborativeconsumption.com

S

haring (Condivisione)

È l’utilizzo condiviso di risorse o spazi. In senso stretto, si riferisce all’uso alternato o congiunto di un bene intrinsecamente limitato, come ad esempio un pascolo comune o una residenza condivisa. Include anche il processo di divisione e di distribuzione connessa. In senso più estensivo il termine può riguardare il dare qualcosa anche gratuitamente e a titolo definitivo (car sharing e bike sharing, la condivisione del cibo, ecc.). Wikipedia

P

ooling

Il termine si riferisce alla gestione delle risorse raggruppate (beni, attrezzature, personale, sforzo ecc.) al fine di massimizzare i vantaggi e/o ridurre al minimo il rischio per gli utenti. Il termine è usato in molte discipline (carpooling, ecc ...). Wikipedia

T

ime banking (Banca del Tempo)

Abbreviato come BdT, si intende un particolare tipo di associazione che si basa sullo scambio gratuito di "tempo". Questa attività (a mission non definita) coinvolge persone diverse per età, condizioni sociali e culturali. Tutti gli scambi sono gratuiti ma è previsto un rimborso spese (per esempio, per i mezzi di trasporto o eventuali materiali utilizzati nel lavoro svolto) e quota associativa, per lo più annuale, variabile da Banca a Banca. Ogni ora viene valutata per un'ora, indipendentemente dal valore monetario del tipo di prestazione svolta. Ciascun socio, quindi, mette a disposizione qualche ora per fornire ad un altro socio una certa competenza. Le "ore" messe a disposizione vengono "calcolate" e "accreditate" o "addebitate" nella Banca. Può succedere così, che non sia la stessa persona a "rimborsarle", ma un'altra. Wikipedia

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Terminologia

B

aratto / Scambio

Il baratto, in economia, è un'operazione di scambio bilaterale o multilaterale di beni o servizi fra due o più soggetti economici (individui, imprese, enti, governi, ecc.) senza uso di moneta. Di solito è bilaterale, ma può essere anche multilaterale. Di solito esiste parallelamente ai sistemi monetari in uso. Wikipedia

C

oworking

È uno stile di lavoro che riguarda un ambiente condiviso di lavoro, spesso un ufficio, mantenendo l’indipendenza nella propria attività. Il coworking consente il raduno sociale di un gruppo di persone che lavorano in modo indipendente, ma condividono valori e sono interessati alle sinergie che si possono realizzare a contatto con persone di talento. Wikipedia

C

rowdfunding

Il crowdfunding (dall'inglese crowd, folla, e funding, finanziamento) o finanziamento collettivo in italiano, è un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro per sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni. È una pratica di microfinanziamento dal basso che mobilita persone e risorse. Il termine trae la propria origine dal crowdsourcing, processo di sviluppo collettivo di un prodotto. Il crowdfunding si può riferire a iniziative di qualsiasi genere, dall'aiuto in occasione di tragedie umanitarie al sostegno all'arte e ai beni culturali, al giornalismo partecipativo, fino all'imprenditoria innovativa e alla ricerca scientifica. Il crowdfunding è spesso utilizzato per promuovere l'innovazione e il cambiamento sociale, abbattendo le barriere tradizionali dell'investimento finanziario. Negli ultimi anni, sempre più spesso è stato invocato come una sorta di panacea per tutti i mali e un'ancora di salvezza per le economie colpite dalla crisi finanziaria. Wikipedia

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ohousing

Il termine è utilizzato per definire gli insediamenti abitativi composti da alloggi privati corredati da ampi spazi comuni (coperti e scoperti) destinati all'uso comune e alla condivisione tra i cohousers. Tra i servizi collettivi vi possono essere ampie cucine, lavanderie, spazi per gli ospiti, laboratori per il fai da te, spazi gioco per i bambini, palestra, piscina, internet cafè, biblioteca e altro. Wikipedia

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CREATUSE – Creative Urban Sharing in Europe Erasmus+ KA2 Partenariati Strategici nell’ambito dell’Educazione degli Adulti Progetto n. 2015-1-IT02-KA204-014775

Questo progetto è stato finanziato con il supporto della Commissione Europea. L’autore è il solo responsabile di questa pubblicazione (comunicazione) e la Commissione declina ogni responsabilità sull’uso che potrà essere fatto delle informazioni in essa contenute.

Pubblicazione Gratuita

Autori: CREATUSE Pubblicato da: CREATUSE www.creatuse.eu

Design Grafico: Euro-Idea Fundacja Społeczno Kulturalna Revisione: Università degli Studi di Bari Aldo Moro , Youth Europe Service

“Buone Pratiche in tema di Creatività ed Attività di Sharing in aree urbaneʺ è stata realizzata nell’ambito del progetto Erasmus+ KA2 Partenariati Strategici per l’Apprendimento degli Adulti “CREATUSE” ed è sottoposto a licenza Creative Commons—Attribuzione - Non commerciale Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale (CC BY-NC-SA 4.0)

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