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CASAGRANDE

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BAUER

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Sul Lago Dorato

Consentiteci la parafrasi di un grande classico cinematografico. Ci è venuto spontaneo, parlando della residenza Tertianum Du Lac di Lugano-Paradiso. Un cantiere valorizzato dalla tecnologia IC-Pile applicata con l’ausilio delle potenti perforatrici C Series XP-2 del costruttore di Fontanafredda (Pn)

Da sinistra, Fabio De Paoli con Vincenzo Fabiano

Ci si può anche innamorare, di un luogo fatato che si affaccia su uno specchio d’acqua smaltato dall’oro di un sole pomeridiano. Ma la fatica di costruirla, una dimora incantevole come la residenza per anziani Tertianum, con il suo fascino de luxe distribuito tra la terra costiera e il lago di Lugano, è tutta da celebrare. Noi lo facciamo, con la complicità dell’ingegner Fabio De Paoli di Casagrande e l’apporto tecnico di competenza profuso da un mix di imprese straordinarie. Senza contare l’opera della coppia protagonista in campo, costituita dalle due perforatrici C9 XP-2 e C16 XP-2, impegnate all’unisono in una complessa opera di fondazione speciale. I promotori della Residenza Tertianum Du Lac (il gruppo argiovese Swiss Prime

Vincenzo Fabiano

L’area del cantiere, a Lugano-Paradiso Site) hanno investito oltre 44 milioni di franchi in una scommessa ardita. Quella che ha previsto la demolizione dell’originario hotel Du Lac (chiuso dal 2011) e di una villa retrostante, sul lato a monte della strada cantonale che attraversa il lungolago di Lugano, per edificare, nello stesso luogo, un complesso residenziale-sanitario per la terza età che prevede 60 appartamenti e 40 camere di cura, oltre a un ristorante di ricercata eleganza. L’impianto sarà composto da due stabili, uno a lago – che riprende i volumi dell’hotel Du Lac – e uno a monte. Incaricata della difficile opera di realizzazione delle fondamenta per il Tertianum, la dinamica e già riconosciuta impresa svizzera SDF SA, di cui è titolare e direttore l’italiano Vincenzo Fabiano, approdato in Svizzera come perforatore per diventare figura tecnica di spicco nelle lavorazioni del sottosuolo e approdare oggi all’avanguardia operativa più sofi-

XP-2, oleodinamica cardine e gestione avanzata

Le perforatrici XP-2 series - come i modelli C9 e C16 osservati in cantiere a Lugano - si possono ben definire come veri e propri impianti idraulici di potenza. Adottano la tecnologia Full Load Sensing (FLS) che, a differenza dei comuni sistemi di gestione idraulica, tramite una retroazione tra pompe e distributori, porta in pressione solo la quantità di olio richiesta istantaneamente dall’applicazione in corso. Questo modulo permette, quindi, di gestire la richiesta di potenza e di ridurne le dissipazioni, ottenendo un risparmio di carburante fino al 25% (calcolato su un ciclo di lavoro teorico). Il sistema SPM - Smart Power Management - è deputato a gestire la potenza stessa della macchina e, in abbinamento, all’impianto idraulico Full Load Sensing favorisce l’uso calibrato della propulsionemotore e la riduzione dei consumi. Il sistema di comando e controllo implementato sulle macchine XP-2 offre una serie di vantaggi per l’operatore: monitoraggio di tutte le funzioni, diagnostica dei sistemi di lavoro e costante monitoraggio dello stato dei sensori e dei componenti. Facile e rapida, la conversione dei modelli XP-2 in diverse modalità operative, con una semplice personalizzazione delle funzioni di lavoro e una mappatura rapido del campo di coppia e dell velocità delle teste EP di perforazione. L’assistenza remota con diagnostica e monitoraggio dei parametri di lavoro è basata sulla nuova piattaforma online Casagrande FleetMaster.

sticata nelle opere di fondazione. L’appalto fa capo all’impresa di costruzioni generali Garzoni, una realtà familiare che rappresenta l’eccellenza dell’edilizia più importante in Canton Ticino. Il progetto del Tertianum è tra i più ambiziosi portati avanti in questo periodo di ripresa delle grandi realizzazioni residenziali; il complesso in questione è diviso in due corpi di fabbrica interrelati, con una zona (Berg) a monte della stessa strada cantonale che unisce la parte nord e sud della città, e una zona a lago (See) connessa alla prima da un tunnel di spinta che evita il sezionamento della strada con diaframmi (scelta che avrebbe creato problematiche rilevanti all’opera, anche nella fase di cantierizzazione), insediandosi a -6 m sotto la quota lago, come fondo scavo e come platea. “Abbiamo previsto la realizzazione di dieci pozzi nel lato Berg e di altri dieci nel lato See, a lago, tutti a una profondità di 10 m (quindi per 2,53 m al di sotto della quota di scavo) - ci spiega Vincenzo Fabiano, nella disamina del piano affidato all’ingegner Stefano Morandi, progettista delle opere speciali, delle paratie e delle fondazioni del Tertianum, in qualità di consulente della direzione lavori - I pozzi servono a coadiuvare la fase di scavo con una duplice funzione: quella di abbassare il livello di falda e quella di togliere pressione

all’acqua stessa. All’interno di una serie di tubi, sono insediate delle pompe che hanno il compito di emungere l’acqua in modo continuo. Una volta raggiunto il fondo dello scavo, verrà gettata la platea, realizzando una sorta di ‘scatola chiusa’. Sempre in relazione all’opera di scavo, una volta arrivati alla quota prestabilita, si introdurrà il tunnel di collegamento tra i due edifici, inserendolo in falda, dal piano, per una larghezza pari a quella della carreggiata stradale”. Mantenendo la quota dell’acqua lacustre al di sotto della quota di spinta, quindi, le squadre in cantiere potranno lavorare in condizioni

il più possibile ‘asciutte’, soprattutto nella fase decisiva di varo del manufatto-tunnel in calcestruzzo, passando da Berg a See, sotto la strada cantonale. A tale scopo, saranno utilizzate anche delle resine speciali

Gli I-C Pile, con il gargame in evidenza lungo il tubo

in grado di creare una sorta di tampone protettivo contro le venute d’acqua. Veniamo dunque alle nostre protagoniste, le due perforatrici XP-2 di Casagrande, impiegate con due modalità di intervento. “Dapprima, le macchine hanno realizzato quel perimetro scatolare di pali di fondazione che abbiamo già citato, in funzione dello scavo nella parte interrata che servirà da base per l’elevazione del fabbricato - riprende il direttore di SDF - La perforazione si è svolta per pali CFA da 600 mm, a circa 12 metri di profondità nella zona Berg, con uno scavo medio di 7,5-8 m. Partendo da una quota di -6,7 m, si è arrivati quindi a 24 m, dove la ‘cucitura’ del perimetro si è compiuta effettuando delle colonne jetting che evitassero l’ingresso dell’acqua”. Due perforatrici importanti, quelle messe in opera dal team SDF - il modello C9 da 30 ton e il modello C16 da 38 ton - configurate alternativamente per una perforazione a rotazione e a martello fondo foro, in ragione della presenza nel terreno di granulometrie piuttosto spesse. E arriviamo a un altro momento tecnico forte delle fasi operative di fondazione. “La C9 XP-2, in particolare, sta attuando una tipologia di perforazione molto innovativa, in prossimità della zona See a lago - specifica Fabio De Paoli - Si tratta

della posa di un’armatura con giunto a gargame che costituisce una barriera formata da una tipologia di pali denominata I-C Pile, fornita dalla società LTM del gruppo GeoLSA di Ciserano, in provincia di Bergamo”. Vogliamo saperne di più e la fortuna, in questo caso, ci assiste. In cantiere, incontriamo proprio l’ingegner Simone Rossetto, della divisione commerciale GeoLSA. “Si tratta di una soluzione molto efficace proprio per la realizzazione di sottopassi, a evitamento di scavi inopportuni e onerosi in prossimità di vie trafficate - ci illustra Rossetto - L’ I-C Pile System prevede l’infissione con martello fondo foro di una serie di pali o micropali, interconnessi tra loro in modo da formare una parete, anche a tenuta stagna, se occorre. Gli elementi I-C Pile, in buona sostanza, consistono in tubi d’acciaio sui quali sono saldati dei gargami dal profilo speciale. Se necessario, il profilo femmina del gargame può essere riempito, come in questo caso, con una resina sigillante eco-compatibile che permette di ottenere una tenuta stagna fino a cinque bar di di pressione differenziale rispetto all’applicazione standard”. Nella zona See, dunque, con l’infissione degli I-C Pile, la perforatrice C9 XP-2 di Casagrande ha creato una sorta di diga protettiva contro il muro d’acqua, infiggendo una serie di I-C Pile da 16 m di lunghezza a partire da uno scavo di -8 m sotto la quota-lago. “La paratia che ne risulta non ha bisogno di controventature,

La paratia di I-C Pile infissi sul fondo del lago

cioè non ha la necessità di sostegni superiori dal momento che sono stati realizzati anche dei tiranti opportuni, consolidando la zona nel lato strada e chiudendo poi il perimetro nella parte successiva, sul lato See”, aggiunge Fabiano. L’operatività della perforatrice Casagrande si è realizzata senza rotazione - l’unica rotazione si è realizzata tramite un utensile interno di trascinamento dell’I-C Pile, che scende nel terreno senza problemi, dal momento che risulta saldamente agganciato al palo già posato. “La particolarità degli I-C Pile è quella di poter assicurare una tenuta idraulica senza compromessi, in ragione del sodalizio di un palo con l’altro. - sottolinea infine Vincenzo Fabiano - La lavorazione effettuata dalla C9 XP-2 di Casagrande, per un intervento speciale come questo, si è rivelata perfetta. Parliamo di una perforatrice ideale per l’esecuzione di opere di consolidamento e la realizzazione di ancoraggi, micropali e jet-grouting. Grazie al nuovo design dell’articolazione, la C9 assicura velocità e rapidità di esecuzione in ogni fase di cantiere. La flessibilità è totale, anche in posizionamenti complessi della macchina. Parliamo, in sintesi, di un modello polivalente, adatto a squadre di lavoro dinamiche e a imprese che cercano sempre un supporto tecnico superiore a nuove metodologie da adottare in campo. Senza alcun dubbio residuo e sempre senza problemi, secondo un modo funzionale eclettico e user-friendly”.

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