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Silvio Berlusconi: l’icona ‘libertina
Alla luce delle numerose ‘fake news’ e viste le tante confusioni palesate in questi anni dalle forze sovraniste, diviene necessario individuare una nuova sintesi culturale e dottrinaria del centrodestra italiano, per riuscire a limitarne gli umori più retrivi e tornare ai princìpi autentici del conservatorismo moderato
Il centrodestra italiano necessita di rinforzare la sua ‘gamba’ laico-liberale. Continuare a favorire la demagogia tribunizia della Lega e di Fratelli d’Italia, sin quasi a provocare un vero e proprio appiattimento di tutto il mondo moderato intorno a visioni ampiamente superate, è un’operazione che rischia di generare un vero e proprio cortocircuito per l’intero Paese, soprattutto in tempi di ‘pandemia’. Ecco perché è più che mai necessario riportare il centrodestra entro gli ambiti della liberaldemocrazia, in cui Silvio Berlusconi potrebbe ricoprire, questa volta, un ruolo di ‘padre nobile’. Nei confronti dei molti cultori e cantori dei valori della nazione e dell’estetica dello Stato forte, la ‘corda’ sta cominciando a spezzarsi: senza il ‘retroterra’ di un’autentica cultura liberale, in grado di abbattere una serie di consuetudini e mentalità, le destre sovraniste rischiano solamente di riproporre quelle obsolete logiche ‘dissimulatorie’ che hanno sempre costituito il tessuto sub-culturale del qualunquismo più contraddittorio e privo di princìpi. In mancanza di un simile processo di rielaborazione del moderatismo italiano, il sovranismo non può far altro che tradire, nella sostanza, la propria anima autoritaria e ‘piccolo borghese’, né più e né meno come tanti altri fenomeni economici, politici, filosofici o religiosi che hanno attraversato la nostra controversa Storia nazionale. Gli errori delle destre sovraniste sono sotto gli occhi di tutti: a) un’eccessiva acquiescenza, se non condiscendenza, verso un propagandismo astratto, totalmente demagogico; b) una deroga assoluta nei confronti di ogni tema concernente le libertà pubbliche, in favore di un ordine sostanzialmente ‘immobilista’ della società; c) il ricorso continuo a un ingannevole ‘minestrone clerico-statalista’, assai distante dai reali interessi del popolo italiano. Tutto questo sta caratterizzando negativamente le destre italiane, configurando una totale assenza di ‘colonna vertebrale’ culturale, per riuscire a prevedere come mutare se stesse rispetto al proprio carattere opportunistico e demagogico. Tutte caratteristiche che stanno connotando interi ‘pezzi’ della Lega di Matteo Salvini e dei Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, come movimenti di mera protesta, basati su meri atteggiamenti. Il sovranismo, in sostanza, non è altro che l’ennesima ‘etichetta’, salutata la quale può consentire la realizzazione di qualsiasi contenuto, persino di matrice rivoluzionaria. Un po’ come quando, in una partita a scacchi, si prentende di rimettere al loro posto tutti i ‘pezzi’ prendendo a calci la ‘scacchiera’. Martina Tiberti
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