4 minute read

Espansione e innovazione dell’economia agricola

Il settore agroalimentare necessita di un piano nazionale per un rilancio che tuteli il prodotto ‘Made in Italy’ e la conservazione agro-tecnica in vista dei progetti previsti dal Recovery Plan

Espansione e innovazione

Advertisement

dell’economia agricola

Foto di Bruno /Germany da Pixabay

Irecenti provvedimenti nazionali e internazionali in campo agroalimentare stanno riformulando, in questo periodo di pandemia, la riorganizzazione del nostro sistema normativo sulla base di incentivi a favore della produzione agricola. A tal proposito, interpretiamo la voce delle categorie di appartenenza di tale settore su quel accadrà nel prossimo futuro. Innanzitutto, l’agricoltura - e tutto ciò che è a essa è legato – sarà sempre più connesso alla ricerca. E l’Italia, sul versante della biodiversità, è enormemente sviluppata, poiché considerata uno dei primi Paesi al mondo nel settore agroalimentare, per la sua produzione di altissima qualità. Proprio durante una recente giornata si è discusso, a Roma, dell’importanza e del futuro delle nuove tecniche e dell’adozione delle stesse nel comparto agricolo, per favorirne la massima espansione al termine della pandemia. Innanzitutto, è stato chiarito che lo scopo principale dei lavori, in campo normativo, debba esser quello di un riallineamento tra le nuove tecniche, dato lo sviluppo del settore. Le riflessioni su quanto accaduto nell’intero anno 2020 hanno, infatti, condotto a un crollo della domanda interna e una contrazione dei consumi di cibi e bevande nel settore agricolo, così come avvenuto per banchetti ed eventi catering, i quali hanno evidenziato un netto calo. È la stessa filiera zootecnica a esser stata investita dall’emergenza Covid. Dunque, è necessaria la salvaguardia di un settore così importante, soprattutto a fronte delle esportazioni. La Fao, come polo agroalimentare, è riuscita ad aiutare il rifornimento alimentare per le famiglie italiane, durante questa pandemia, a fronte dell’attività di 740 mila aziende agricole e 230 mila negozi al dettaglio. Ed è stata favorita l’innovazione tecnologica delle imprese, per far arrivare il cibo a domicilio. L’attività privilegiata del digitale è stata premiale. Anche il rapporto della Caritas di dicembre 2020 ha reso conto dell’impraticabilità di campo di molti eventi che erano stati organizzati. Ma proprio l’aumento della povertà ha dato vita a un progetto con la stessa Caritas, per stare vicino a chi soffre e a chi è in condizione di indigenza, non sottovalutando le conseguenze psicologiche di questo fenomeno. Il Governo Conte bis aveva preso misure un po’ estemporanee, come il ‘Cura Italia’, la Legge rilancio, e il decreto di agosto. Ma c’è da dire che il carattere inedito della pandemia ha caratterizzato la fatica delle misure intraprese, per poter arginare e frazionare il fenomeno. La massa notevole di risorse messe in campo dal ‘Recovery Plan’ dovrebbe essere, almeno sulla carta, la ‘chiave di volta’ della situazione. Ripensando al periodo del nostro secondo dopoguerra non possiamo che fare un paragone rispetto a quanto accaduto in passato, con il ‘boom’ economico dei decenni successivi. Dobbiamo quindi uscire da questo periodo statico, che si è protratto per troppo tempo, arrivando a un’economia circolare. Sarà un punto strategico, al pari dei nuovi contratti di filiera, per la riconversione delle imprese verso un’economia sostenibile, investendo miliardi di euro in settori strategici per l’agricoltura, come per esempio la predisposizione logistica per il miglioramento delle materie di stoccaggio e lo sviluppo del sistema integrato. La macchina della pubblica amministrazione è fondamentale, per svolgere questo ruolo in funzione applicativa. Soprattutto, l’introduzione di giovani, aperti alle nuove culture e alle lingue, può rappresenta un primo apporto. Un secondo elemento di coesione collettiva può essere l’immagine di un Paese unito e solidale, pronto ad aiutare le classi sociali più svantaggiate. In sostanza, dobbiamo affidarci alla personalità di Mario Draghi e alla natura innovativa che caratterizza i nostri giovani, per rilanciare il Paese. Accanto agli aspetti or ora menzionati, di non minore importanza dovrà essere il supporto delle aziende verso un’apertura alle piattaforme digitali e ai social network, per contrastare la chiusura professionale causa Covid e, soprattutto, per poter raggiungere i consumatori. La multifunzionalità come fattore d’analisi della rete rurale e degli agriturismi ha, infatti, risposto positivamente proprio grazie a questa modalità. Lo spostamento sarà sempre più verso un’agricoltura sociale, coinvolgendo anche persone con disabilità. Un altro punto importante potrebbe essere rappresentato da un nuovo rapporto fiduciario con il consumatore. Per poter seguire le variazioni della domanda, il settore dev’essere inoltre in grado di rispondere a un consumatore più consapevole, che ricerca prodotti che abbiano un aspetto etico, sani e rispettosi dell’ambiente. Gli stessi devono derivare, oltremodo, da un’agritecnica sostenibile. Individuare nuove forme di supporto economico per le aziende agricole, insomma, diverrà indispensabile per questo settore: non si può pensare solo ai piani di sviluppo agricoli, ma devono essere coinvolte le istituzioni sin da subito, a cominciare dalle regioni, per individuare nuove forme di credito ad hoc per i vari comparti produttivi. Dop, Igt e Doc (Denominazione di origine controllata; Indicazione geografica tipica; Denominazione di origine protetta, ndr) rappresentano un capitale mobilizzato per le aziende, dati i tempi di conservazione, valorizzando la qualità, le tradizioni e le particolarità al fine di tutelare il nostro punto di forza: il Made in Italy. Attenzione, però: in periodi di crisi come quello attuale, il vero rischio da cui guardarsi diviene quello della possibile infiltrazione, nel sistema agricolo, della criminalità organizzata. L’agromafia è una realtà importante. E il business di tali organizzazioni è pari al 10% dell’intero fatturato italiano, ponendosi come fenomeno da non sottovalutare e, anzi, da combattere. Infine, l’importanza strategica dei dottori agronomi rappresenta sempre più una delle possibilità di rilancio economico per il nostro Paese, insieme allo sviluppo del marketing. Il mantenimento della nostra tradizione alimentare dev’essere, pertanto, coniugata con l’innovazione. E si ribadisce che puntare sui giovani sarà la carta vincente di questa possibile rinascita, per mantenere viva la nostra tradizione in campo agroalimentare.

This article is from: