“ZEOLITE”ALPHA TACKLES - POWER PRO SHIMANO - BOLOGNESI ARTICO MENSILE - ANNO 24° - NUMERO 8 AGOSTO 2009
IT € 5,50
Poste Italiane S.p.A. - Sped.Abb.Post.- D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Firenze 1
Trota torrente
Una trota da
stuzzicare
2009
Itinerario tecnico
Ponzano Romano
PESCA AL COLPO
Bolognese VS roubaisienne A PESCA CON BARBETTA
SommarioAgosto In questo numero... La copertina
SCIENZA
34
ANTEPRIMA SHIMANO 2009/2010
di Luca Ciuffardi, Mauro Zavaldi Marco Veziaga
di Francesco Capomassi
38
A PESCA CON BARBETTA di Stefano Falciani
PESCA AL COLPO
44
DERBY ROMAGNOLO 50
56
CATTURE DAL MONDO
34
14 18
CARPFISHING
26
di Alfonso Vastano
PROVE TEST
62
ARMATI DI TUTTO PUNTO di Alfonso Vastano
ALPHA TACKLES “ZEOLITE” POWER PRO - SHIMANO BOLOGNESI – ARTICO 4
TROTA TORRENTE
68
UNA TROTA DA STUZZICARE di Carlo Bergamelli
28
114
82
22
di Stefano Falciani
CARPFISHING NEWS
110
In collaborazione con Navionics
20
24
104
a cura della Redazione
MAREE
di Stefano Passarelli
ESCHE E PASTURE
AGONISMO
a cura della Redazione
di Francesco Guazzi
DRESSING ARTIFICIALI
98
GATUN LAKE: A PESCA NEL CANALE DI PANAMA
VETRINA PESCA IN
di Roberto Ferrario
BASSFISHING WORLD
92
di Antonio Varcasia
di Giovanni Todesco
POSTA MAIL
ITINERARIO TECNICO
ITINERARIO ESTERO
A CACCIA DI TAGLIE “OVER SIZE”
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86
di Fernando Bernardini
5
di Fernando Carnevale
ITINERARIO ITALIA
UN “FIASCO” DI PESCE!
PESCA AL COLPO
A DOMANDA RISPOSTA
TRA LE PIETRE DEL TORRENTE I parte
di Alessandro Righini
LEDGERING
6
82
I PREDATORI DI CA’ DEL LAGO
di Alessandro Scarponi
di Fernando Carnevale e Francesco Di Veronica
NEWS
PESCA A MOSCA
di Massimiliano Nepori
GETTING STARTED WITH LEDGERING - II parte EDITORIALE
76
L’ELEGANTE PINNA BLU
PESCA AL COLPO
Un bellissimo peacock bass (Sargento) catturato a spinning nelle acque del canale di Panama, habitat inedito dove questi pesci proliferano insieme a snook e tarpon, un itinerario da sogno a mosca o a spinning... Foto di Antonio Varcasia
ATTUALITÀ
TROTA LAGO
ESCHE NATURALI E TIPOLOGIE D’INNESCO - II parte di Emanuele Di Sanza
72
Editoriale Anno 24 - n. 8 agosto 2009 Direttore Responsabile: Ugo Passalacqua Direzione editoriale: Francesco Capomassi - francesco.capomassi@alice.it Alfonso Vastano - alfonso.vastano@alice.it Coordinamento editoriale: Daniela Ferrando Stefano Falciani Stefano Passarelli Hanno collaborato a questo numero: Alessandro Righini, Alessandro Scarponi, Antonio Varcasia, Carlo Bergamelli, Emanuele di Sanza, Fernando Bernardini, Fernando Carnevale, Francesco Di Veronica, Francesco Guazzi, Giovanni Todesco, Horacio Clare, Luca Ciuffardi, Marco Veziaga, Mauro Zavaldi, Massimiliano Nepori, Roberto Ferrario, Stefano Falciani, Stefano Passatelli. Foto in studio: Francesco Capomassi & Alfonso Vastano
Redazione: Via XX Settembre, 60 - 50129 Firenze E-mail: info@ediservice.it - www.ediservice.it Progetto grafico e impaginazione: Aldo Raveggi Videoimpaginazione: Waika srl (grafica@waika.it). Pubblicità: Trends & Words srl Sede legale ed amministrativa: via Saliceto, 22/e 40013 Castelmaggiore (BO) tel. 051 632 88 01 – fax 051 632 88 09 e-mail: bologna@trends-words.it Ufficio di Milano Direzione Commerciale: via Stelvio, 70 20159 Milano tel. 02 398 202 22, fax 02 398 202 23 e-mail: milano@trends-words.it Pesca In - Mensile di pesca e natura - è una pubblicazione Ediservice srl. EDISERVICE srl - Via XX Settembre, 60 – 50129 Firenze Telefono 055 462 52 93, fax 055 463 33 31 e-mail: info@ediservice.it – web: www.ediservice.it Prezzo di copertina: € 5,50 Numeri arretrati: € 11,00 Per la richiesta di numeri arretrati, versamento in ccp n. 42759290 intestato a Ediservice srl Ufficio abbonamenti: Licosa S.p.A. via Duca di Calabria, 1/1 - 50125 Firenze tel. 055.6483201- fax 055.641257 e-mail: laura.mori@licosa.com Abbonamento annuo (12 numeri): Italia € 50,00 Europa e Paesi del Bacino Mediterraneo € 88,00 Americhe e restanti Paesi dell’Asia e dell’Africa € 112,00 Versamento da effettuare su ccp n. 343509 Stampa: Mediagraf Spa - Noventa Padovana (PD) Concessionaria per la distribuzione Italia: A&G Marco S.p.A. - Via De Amicis , 53 - 20123 Milano Tel. 02.25261 - Fax 02.27000823 Concessionaria per la distribuzione all'estero: Johnsons International News Italia S.p.A. Via Valparaiso, 4 20144 - Milano - Tel. 02.43982263 - Fax 02.43916430 Registrazione del tribunale di Firenze n. 3446 del 29.3.1986
Umbertide:un esempio da seguire
Sicuramente le notizie nefaste attirano sempre l’attenzione del grande pubblico, tuttavia è con grande piacere che quando possiamo mettiamo al corrente i nostri lettori di eventi positivi con l’intenzione di evidenziare i modelli da seguire e le lodevoli iniziative rivolte alla tutela delle nostre acque, del nostro patrimonio ittico e, di conseguenza, della nostra passione. Un esempio sotto gli occhi di tutti è il caso del parco fluviale di Umbertide. Tutti gli anni nel mese di Agosto si svolge nel tratto di Tevere prospiciente la ridente cittadina umbra l’International Fishing Show. Questa manifestazione, arrivata ormai alla 10° edizione, è diventata con il tempo una “classica” del panorama agonistico italiano. Che sia un evento tanto atteso lo dimostrano le qualificate ed ogni anno più numerose richieste di partecipazione. I fortunati pescatori si ritrovano a confrontarsi in uno spazio che sembra nato apposta per ospitare una competizione piscatoria. Molti di loro, sebbene incantati dalla bellezza del paesaggio circostante e stupiti dalla funzionale comodità del campo di gara, non si rendono bene conto che questo posto, che sembra nato esclusivamente per soddisfare le loro esigenze, è stato invece progettato, creato e mantenuto come spazio polifunzionale e goduto come area verde dall’intera collettività. In meno di dieci anni la perseveranza di un uomo ha portato a dei risultati incredibili. Le varie amministrazioni e gli enti preposti alla tutela idrica e ambientale hanno saputo ascoltare ed hanno capito che “l’idea” di Sandro Zucchini forse poteva diventare una reale opportunità non solo per i pescatori ma anche per tutte le realtà economiche del paese. Alberghi, agriturismi e strutture ricettive hanno visto negli ultimi anni incrementare le presenze dovute all’esercizio della pesca e all’organizzazione di competizioni. Il campo gara si è man mano ampliato e dai primi 80 posti del 1996 si è passati, nel breve volgere di pochi anni, a più di 200. Nel 2005 è stato inaugurato il primo campo gara europeo per portatori di handicap pavimentato con materiali speciali con quaranta piazzole munite di punti di ancoraggio per le sedie a rotelle. Sempre nel 2005 il campo gara sul Tevere è stato sede del Mondiale di pesca al colpo per Clubs. Nel 2006, oltre ad ospitare le finali del Campionato Italiano, il campo gara è stato ulteriormente ampliato verso valle prima nella zona denominata Trivilino e successivamente in quella delle Stioppe per un totale di 280 posti. Sono stati bonificati interi tratti di sponda prima inaccessibili garantendo sempre un comodo accesso alla stessa. La strada lungo il campo gara collega senza interruzioni il primo picchetto con l’ultimo. La manutenzione viene svolta regolarmente ed ogni primavera tutti si danno da fare per riparare gli eventuali danni causati dalle piene invernali. Sembra che tutta la cittadinanza si mobiliti per la nuova stagione che sta per arrivare per cercare di rimettere a lustro l’intero complesso. Le semine di pesce, accuratamente selezionato, garantiscono ore di svago anche ai non agonisti e tutto il complesso a primavera già funziona a pieno regime. Le sponde sono periodicamente ripulite ed i cestini porta-rifiuti regolarmente svuotati. La vigilanza è presente, attenta e disponibile. Le varie associazioni collaborano insieme per un fine comune e, senza tema di smentita, sembra di essere in un altro mondo. La collaborazione fra Regione Umbria, Provincia di Perugia, Comune di Umbertide, Genio Civile e FIPSAS va avanti nei programmi e negli investimenti ed ogni nuova stagione è foriera di novità e positive sorprese. In questo paradiso del pescatore altre attività prolificano. Associazioni che promuovono il cicloturismo, la canoa, il trekking, le gite eno-gastronomiche e molte altre riescono a trovare i giusti punti d’incontro e tutti si sentono partecipi al progetto e realizzati nelle proprie aspettative. Il resto lo fa l’incantevole scenario delle colline umbre e le dolci curve del Tevere. Forse ci vorrebbero tanti Sandro Zucchini lungo i nostri fiumi, o forse semplicemente Amministratori capaci di ascoltare e pianificare le proposte intelligenti. Umbertide: un esempio straordinariamente concreto di capacità imprenditoriale, lungimiranza, tutela e corretta gestione del territorio progredito e andato avanti lasciando da parte gli interessi personali ed i tornaconti elettorali e avente come fine ultimo quello di mettere a disposizione della gente un’opportunità. Un’opportunità che loro hanno saputo cogliere …… meditate gente, meditate.
Stefano Falciani
Elenco inserzionisti
© 2009 Printed in Italy - Tutti i diritti sono riservati Finito di stampare nel mese di agosto 2009
Adinolfi 3° cop., Akua pag. 55, Antiche Pasture pag. 23, Co.m.e.t.a. pag. 8, Colmic 4° cop., D.a.f.-
Proprietà:
pag. 67, Milo Pag. 11, Montain Bike pag. 10, Paioli pag. 13, Passione Pesca pag. 61, Shimano pag.
Al pag.21, Fischwasser Oesterreich pag. 9, Fishing Italia pag. 19, Fly Fishing & Spinning Distibution 15/17, Stoppioni pag. 7/107, Team Bazza pag. 105, Trabucco pag. 3, Tubertini 2° cop.
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NewsPesca
il pescatore
Largo ai giovani arrabbiati!!! l 17 agosto 2008, un anno fa, noi per la prima volta nella nostra vita ci ritrovavamo parte di un’associazione, più esattamente della nostra associazione, nata con lo scopo di tutelare, coltivare e migliorare la nostra grandissima passione: la pesca sportiva.
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La peculiarità di quest’evento sta nel fatto che noi associati siamo tutti rigorosamente studenti under 21 e ci siamo uniti per dare vita in concreto a ciò in cui crediamo. Siamo tutti giovani, molto giovani, e crediamo che questo sia il nostro punto di forza, ma non tutti credono lo stesso. Capita spesso di vederci “sbattere la porta in faccia” perché i nostri interlocutori sottovalutano noi ed il nostro potenziale. Ora, anche solo per coerenza, in uno sport dove l’età media dei suoi partecipanti è rasente la “pensionabilità” … crediamo sia chiaro che la nostra associazione rappresenti il futuro. Il punto è come vogliamo che sia questo futuro? A noi le cose come stanno non piacciono in generale e non siamo disposti ad accettare un avvenire degradante. Ci chiamiamo A.S.D. Pesci Biancorossi, operiamo nella provincia di Varese
sul lago Maggiore, sul lago di Lugano, sul lago di Varese, sul fiume Tresa, sul Ticino e su tutti i corsi d’acqua, gli stagni e le pozzanghere in cui sia possibile pescare e anche dove non è apparentemente possibile … noi ci proviamo. La determinazione non ci manca. Contiamo a malapena 30 iscritti e non abbiamo riserve economiche considerevoli, ma come avrete capito, questo non ci può fermare. Abbiamo un compito e siamo determinati a portarlo a termine. Noi vogliamo, prima di tutto, dare fiducia a nostri coetanei mossi dalla stessa passione consigliandoli a seguire il nostro esempio o ad aggiungersi tra le file dei nostri; in secondo luogo crediamo che questo sia fondamentale per portare nella pesca del domani dei valori essenziali troppo spesso calpestati: mi riferisco al rispetto per l’ambiente e per i nostri “avversari pinnuti”. Spiegare ad un uomo over 60 perché è dannoso e controproducente mangiare tutto ciò che si cattura è sicuramente più arduo che farlo capire e soprattutto osservare ad un ventenne. Non solo, questo non deve essere visto come un obbligo, ma come un imprescindibile valore morale al quale sembri assurdo rinunciare. La sensibilizzazione delle
generazioni a venire è uno dei punti fondanti su cui si basa la nostra lotta. Per questo motivo abbiamo intenzione di portare le nostre idee anche nei licei della provincia, oltre che nelle manifestazioni a cui partecipiamo. Infine, nostro compito è anche non permettere che questo sport rimanga un’attività secondaria a tutto, etichettata dai molti come obsoleta e solo per vecchi. Per dimostrare il contrario vogliamo far vedere a tutti il lato divertente della pesca, promuovendo il prossimo settembre, nel paesino di Vedano Olona (VA), un’ attività che darà la possibilità a chiunque di cimentarsi in gare di lancio e in avventure di pesca in alto mare in 3D. Sempre a tal fine ci stiamo indirizzando verso le tecniche più dinamiche e spettacolari e per questo più amate dai giovani, come lo spinning e il casting, organizzando anche delle gite nelle località meno battute in compagnia di esperti del settore. Guardateci! Noi siamo qui! Abbiamo 20 anni e un sogno, chiunque si voglia aggiungere a noi è ben accetto, Abbiamo solo bisogno che voi ci ascoltiate. PER LE VOSTRE SEGNALAZIONI A “STRISCIA IL PESCATORE”: francesco.capomassi@alice.it alfonso.vastano@alice.it
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NOTIZIE, RECENSIONI SITI DAL WEB
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NewsPesca Si è tenuta il 19 e 20 giugno seTula e dell’Enel, proprio per le sue AVVENIMENTI ElaMANIFESTAZIONI LOCALI
2° Eco-tournament al black bass da natante S conda edizione dell’Eco Tournament Black Bass Coghinas, organizzata dalla Ass. No Profit Nuraghe Blu, che ha visto la partecipazione di nove equipaggi contendersi il prestigioso titolo di Campione sardo del “mitico” lago del Coghinas. Questo bacino è ormai una delle poche mete italiane che non tradisce mai le aspettative con i suoi bass di taglia importante e con le sue numerose catture. Il tournament prevedeva due giornate di pesca da nove ore ognuna e si è potuto fregiare del patrocinio della Regione, delle Province di OlbiaTempio e di Sassari, del Comune di
caratteristiche di compatibilità e di promozione di tutto il territorio circostante il Coghinas. Una volta partiti dalla zona di alaggio, le imbarcazioni si sono sparpagliate in tutto il lago e nei suoi bracci nascosti alla ricerca degli hot spot. Il caldo è stato protagonista della prima giornata mettendo in difficoltà la resistenza dei persici e dei bassmen, regalando tuttavia numerose catture fra cui i team potevano scegliere solo i tre esemplari più grossi per la pesatura ufficiale, rigorosamente tenuti in vita grazie a vasche del vivo debitamente ossigenate. La classifica parziale vedeva quindi al comando la
coppia Botti–Sartori, che ha catturato anche il big di 1,77 kg, seguita da Quintavalla– Civinini e da Scarpa–Mura. La seconda giornata vede subire un’avaria al motore per la coppia di Oschiri Batzu–Pischedda che ne implica lo scivolamento di una posizione in classifica. Solo al momento della pesata si rivela al molto pubblico accorso il sorpasso in testa. Infatti, con un big di 2,42 kg, Mirko Civinini porta alla vittoria il suo compagno Luca Quintavalla; totale pesate dei due giorni 10,21 kg. Secondi Botti–Sartori con 9,65 kg e terzi Tutato–Grappeggia con 7,59 kg. Alla premiazione, realizzata nella splendida cornice dell’agriturismo Pedru Caddu, l’assessore di Tula Riccardo Salis ha consegnato i numerosi premi tecnici degli sponsor, fra cui Colmic che ha realizzato un modello di canna denominata
2a Edizione della pesca alla trota per bambini
A
nche quest'anno si è svolta a Gavi la 2° edizione del raduno di pesca alla trota in torrente per i bambini da 0 a 14 anni; molti sono stati i partecipanti, circa 40 piccoli pescatori che si sono dati battaglia lungo le sponde del tor-
rente Lemme coadiuvati dai volontari delle società di pesca organizzatrici. Alle 9 circa si è dato il via alla gara e subito il pesce non si è fatto aspettare, esemplari di trota iridea, anche di grossa taglia, alcuni ben sopra il chilo, hanno dato un bel da
fare ai piccoli partecipanti molti dei quali alla prima esperienza di pesca. La gara è durata fino alle 11 con un susseguirsi di catture per poi spostarsi tutti nella sede della Croce Rossa di Gavi e proseguire nella premiazione accompagnata da un piccolo ristoro; cappellini, magliette e medaglie erano a disposizione di tutti i bambini come ricordo della giornata di pesca, mentre i primi otto che hanno ottenuto il maggior quantitativo in peso del pescato sono stati premiati con attrezzatura di pesca fino ad arrivare al primo premio che consisteva in una mountain bike: i primi 3 hanno ricevuto inoltre coppa e targhe della manife-
“Coghinas”, Trabucco, Asso ed AZ Shop. Inoltre, in linea con lo spirito di promozione del territorio, son stati omaggiati di prodotti tipici tutti gli equipaggi iscritti e per questo si ringraziano in particolare le aziende Lucrezio R e Cantina Giogantinu Berchidda. Infine, la Nuraghe Blu ha dato appuntamento sin da ora alla prossima edizione fissata per il 18/19 giugno 2010 e che vedrà il coinvolgimento di altri due laghi del nord Sardegna per la creazione del Circuito Sardinia Cup. Per maggiori informazioni: www.nuragheblu.it. Antonio Varcasia stazione. Così la splendida giornata, le acque cristalline del Lemme ed il lavoro svolto dai volontari delle società organizzatrici hanno fatto si che la manifestazione riuscisse alla perfezione: tutti i bambini e i genitori a seguito sono tornati a casa con il sorriso sulle labbra, un bel bottino di trote ed un ricordo piacevole della giornata. Vogliamo altresì ringraziare tutte le persone che hanno aderito all'iniziativa, i negozi di Gavi, in particolare l'Officina Fabbro Rizzato che ha donato il primo premio, la Marangoni Stampi, la Croce Rossa di Gavi e la Cassa di Risparmio di Alessandria per i trofei. E con l'augurio che il prossimo anno questa manifestazione si ripeta ancora più fastosa, salutiamo e ringraziamo tutti i piccoli partecipanti.
NewsPesca CURIOSITÀ DAL MONDO
La robotica al servizio dell'ambiente otrebbe essere questo, in sintesi, lo slogan che accompagna l'ultima creazione di un gruppo di ricercatori britannici della Essex University che ha messo a punto un pesce-robot in grado di ricoprire un ruolo fondamentale nella lotta all'inquinamento marino, pronto, dopo oltre due anni di collaudi, ad entrare in esercizio. Di aspetto simile ad una carpa e caratterizzato da una livrea blu-argentea, il corpo del pesce, che può essere lungo fino a 1,5 mt, racchiude in sé un complesso sistema di propulsione che ricalca fedelmente quello utilizzato dai veri abitanti del mare. Numerosi sensori permettono di compiere analisi sulle acque circostanti per evidenziare eventuali fonti di inquinamento pericolose per l'ecosistema; i dati vengono poi inviati ad un centro di raccolta per mezzo di una rete WiFi. Una delle molte particolarità del pesce-robot risiede nella sua completa autonomia, può cioè muoversi indipendentemente, senza alcuna assistenza da parte dell'uomo o interazione con esso, grazie ad un sistema computerizzato integrato nel corpo stesso. Molto più versatile ed economico, circa €25000,00 per ogni esemplare, di un mini-sommergibile, dispone di diverse ore di autonomia, valore ampiamente sufficiente a scandagliare in modo adeguatamente approfondito una striscia di mare. I ricercatori non hanno al momento fornito indicazioni riguardanti i motivi che li hanno spinti a realizzare un simile accostamento cromatico che non passa di certo inosservato, nemmeno nei fondali… (notizia da fonte internet)
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AVVENIMENTI E MANIFESTAZIONI LOCALI
Trofeo del 25° Anniversario - Killer Fish 7 giugno 2009 scorso si è disputata al lago "La SorD omenica gente" di Cassano Valcuvia (Va) una gara a spinning denomi-
nata Trofeo del 25° Anniversario di Fondazione, organizzata dalla società Killer FIsh di Vedano Olona (Va) in collaborazione con Luciapuma e Clan Pesca che hanno offerto la premiazione. Una bella giornata di sole ha accolto i pescatori e le pescatrici che con entusiasmo hanno dato vita a una gara combattuta ma sempre con un occhio di riguardo al puro divertimento e alla correttezza che sempre di più contraddistingue i pescatori a spinning. Questi i primi 3 classificati: Castelli Andrea (1°); Rigione Cristian (2°); Lumassi Adam (3°).
Adomanda
Risposta *
A cura di “Nando”
Fernando Carnevale
Curiosità, notizie, tecnica e approfondimenti di ledgering con il nostro esperto
Un’ attrezzatura minima Gentilissimo sig. Nando, mi chiamo Angela e sono rimasta molto colpita dalle belle foto sulla rivista. Questo metodo di pesca lo trovo rispettoso della natura, forse appena diverso dal solito e comunque più leale. Sono alle prime armi, seguo con interesse le prove di pesca al colpo femminile anche se siamo ancora poche e sto leggendo la vostra rivista per orientarmi. Per un principiante che si voglia avvicinare a questo sport quale potrebbe essere l'attrezzatura minima necessaria, dalle canne, ai mulinelli e ai pasturatori e soprattutto come variano i costi. Vorrei indirizzarmi verso una pesca in acque interne. Grazie e aspetto di leggere la risposta sul prossimo numero.
Ciao Angela, mi fa molto piacere che a scrivermi sia una donna, appassionata e interessata di pesca e soprattutto di ledgering; ti ringrazio per i complimenti e credo di poterlo fare anche a nome di tutta la redazione. I consigli che tu mi chiedi sono semplici ma complessi allo stesso tempo, sarebbe importante conoscere i tuoi spot abituali, la morfologia delle acque, lente, medie, veloci, e da quale tipo di pesci esse so-
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no frequentate. Cercherò di consigliarti nel modo più pratico possibile e, quando ne avrai possibilità, riscrivimi in modo da poter essere più specifico per meglio caratterizzarti le aree che tu frequenti. Ti faccio un piccolo elenco dell'attrezzatura base che potrebbe esserti utile: ■ una medium feeder rod, canna con potenza di lancio fino a 80-90 gr, lunga da 12' a 13' piedi – 3,65 mt/3,96 mt; ■ un mulinello serie 3000/4000, dipende dalle case costruttrici, caricando le due bobine di diametro 0,18 e 0,22 mm per coprire tutte le evenienze; ■ i pasturatori devi
averne almeno di tre tipi; Open end, pasturatore aperto ai lati per sfarinati, ti consiglio Gripmesh della Drennan, come secondo Oval blockend sempre della Drennan e infine il famoso Kamasan balck cap, questi ultimi due sono pasturatori chiusi per bigattino; ■ per creare i tuoi terminali ti consiglio finali dallo 0,12 allo 0,16 mm; ■ ami per bigattino dal 16 al 20, ti consiglio ami a filo mediamente grosso, per granturco, invece, misure dal 12 al 14. Il tuo negoziante ti potrà consigliare la marca. Per iniziare ti consiglio, inoltre, un tubicino anti tangle, anti groviglio, che ti darà la possibilità di avere una pescata
serena in attesa che la tua esperienza ti permetta di usare lenze e approcci più sofisticati. Il tutto per una attrezzatura di media qualità che dovrebbe oscillare tra i 200 e i 250 euro. Certo, mi rendo conto che potrebbe essere valutata come una risposta molto “corta” e davvero poco chiara, comunque è già un primo indirizzo che ti serve soprattutto per avere un orientamento mentale a quello che potrebbe essere una semplice preparazione iniziale. Molto lo potrebbe fare il negoziante che ben conosce i materiali del caso e molto si può fare con un esperto del settore o comunque un club di appassionati di ledgering. Sono sempre disponibile a qualsiasi altro tuo bisogno di chiarimenti o consigli, a presto e in bocca al lupo. Nando
Pellet Salve Nando. Sono Alberto Cassanelli e ho letto che per le esche tu usi tanti materiali diversi: io ero abituato ad usare solo il bigattino ed invece vedo che un buon pescatore alterna molte esche diverse. Mi puoi spiegare il funzionamento delle pellet e come si innescano? Quali pesci le preferiscono? Puoi indicarmi quali sono le esche prefeCiao Alberto, nel ledgering moderno e comunque nella pesca in rite dai pesci che troviamo nelle nostre acque interne? generale nascono per esigenze tecniche e tattiche approcci ed esche di nuova generazione che permettono catture a volte inimmaginabili, specialmente in spot dove vi è molta pressione di pesca e con i pesci che prendono assuefazioni alle esche convenzionali. La pellet è un'esca della nuova generazione e probabilmente del futuro, studiata e testata, come al solito, dagli inglesi, che hanno dovuto superare la diffidenza dei pesci nelle loro "fisheries e commercial", carpodromi. Per parlare di pellets ci vorrebbe tutta la rivista ed è in cantiere un articolo in questo senso nei prossimi mesi, tuttavia, per darti una risposta pratica in modo che tu possa pescare nell'immediato, ti consiglio pellets da 4/6/8 mm, sia morbide, che puoi innescare direttamente all'amo o su Rig o sugli appositi anellini di silicone commercializzati dalla Stonfo, o pellets dure da innescare anch'esse su anellino o rig, utili quest'ultimi in presenza di minutaglia che disintegrano quelle morbide. Tutti i pesci sono attratti dalle pellets, carpe, carassi, cavedani, savette, barbi ne sono letteralmente innamorati. Il binomio di presentazione eccellente sono "method feeder" tradizionali o gli ultimi "flat method feeder". Spero di esserti stato utile e fammi sapere. Nando
PostaMail PESCA AL COLPO
Info per Ostellato Gentile Sig. Francesco, sono Daniele, un giovane agonista della pesca al colpo di Milano. Tra qualche settimana dovrò recarmi per una gara sociale con il gruppo con cui pesco sul canale Circondariale di Ostellato. Mi dicono che si prendono tante Breme e, siccome è un pesce nuovo per le mie esperienze di pesca, vorrei alcuni consigli per poter fare una bella pescata. Ti ringrazio anticipatamente per la tua risposta. ✔
Risponde Francesco Capomassi
(francesco.capomassi@alice.it)
Dunque, Daniele, ho girato la tua richiesta ad Alessandro Scarponi, nostro collaboratore della Romagna e profondo conoscitore del canale in questione. Questa è la mail che ci ha scritto in risposta al tuo quesito.
con che tecnica dovete pescare, ma sicuramente la roubaisienne è quella che rende di più perché il pesce è abituato a pascolare a tiro dei
Caro Daniele sono contento del fatto che abbiate scelto il Circondariale per fare una bella gara sociale. Il canale in questo periodo è davvero generoso e, se peschi bene, ti permetterà di fare diversi chili di breme. Non ho capito
13 mt. Dunque questa è la lenza tipo che devi preparare: elastico in punta dello 0,9; lenza madre con filo dello 0,12 e finale da 25 cm dello 0,10. Monta un amo del 16 a pancia larga tipo 12038 o un 14 della serie 2. Usa un galleggiante tipo gli R-Inox di Trabucco, quelli rossi, sono quelli che abitualmente uso io. Le grammature vanno da 0,50 a 2 gr. La geometria della piombatura è la seguente: pallino sull’asola a 12 cm, un altro pallino a 8 cm, un altro a 4 cm, un altro e il bulk a tarare. Logicamente, se il galleggiante sarà da 0,50 gr, il pallino sull’asola dovrà essere del n°11. La pesca della breme è facile ma occorre pasturare bene e preciso, per questo ti consiglio l’uso della scodella. Devi pescare sopra dove scarichi la pastura. Se ti sposti fuori dalla zona della pasturazione non prendi niente. Esistono pasture spe-
Scrivete direttamente ai nostri esperti e loro saranno lieti di rispondervi e aiutarvi a risolvere i vostri dubbi, pronti a svelarvi i loro segreti, in un filo diretto che arricchirà sicuramente i nostri lettori ma anche chi come noi si dedica con passione al proprio lavoro. cifiche da breme molto valide che dovrai usare. La pastura da carassi non va bene perché è dolce e la breme ama mangiare salato. Che altro dire, se l’acqua corre ricordati di trattenere la lenza sulla zona pasturata e di tarare bene il galleggiante. La mangiata della breme è inconfondibile perché spesso il galleggiante, anziché affondare, fuoriesce con una vistosa starata. Quello è il momento di ferrare. Spero di averti soddisfatto. A presto. Alessandro Scarponi
PESCA AL COLPO
Una roubaisienne “all round” Ciao Giovanni, sono Andrea e scrivo dalla provincia di Latina, volevo innanzitutto complimentarmi con tutta la redazione di Pesca In per la nuova veste della rivista che appare rinfrescata nella grafica e nei contenuti e che trovo molto interessante. La domanda che volevo porti riguarda l’acquisto di una canna roubaisienne dato che la mia è ormai giunta all’età pensionabile, essendo un attrezzo datato 1996. La questione è la seguente: io di solito frequento sia il fiume che i canali dell’agro pontino e saltuariamente anche qualche carpodromo: vorrei comprare una canna che vada bene per tutte le occasioni ma che sia anche abbastanza maneggevole e sufficientemente leggera: Che tipo di attrezzo mi consigli? Grazie e a presto. ✔
Risponde Giovanni Todesco (giovanni.todesco@hotmail.it)
Dunque Andrea, oggigiorno in fatto di roubaisienne, ma anche genericamente per ciò che riguarda tutte le canne da pesca, esiste una panoramica e un assortimento tale che ti posso assicurare ce n’è per tutti i gusti. Tutte le case hanno in catalogo attrezzi di diversa levatura che in genere
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vanno dalle poche centinaia di euro per le canne più robuste e dall’azione meno prestante, alle svariate migliaia di euro per le canne al top, tutto dipende da un parametro che non hai ben specificato nella tua e-mail: quanto vuoi spendere? Il consiglio che ti do è quello di orientarti comunque su di un attrezzo di buona levatura anche se non proprio al
top di gamma, in genere le seconde o terze canne sono attrezzi definiti “all round”, ossia che si prestano ottimamente sia per le pesche sul “bianco” che sui pesci di grossa taglia o per il carpodromo. Inoltre, considerando il fatto che almeno nelle competizioni ufficiali la limitazione della “rouba” è fissata a 13 mt, con un buon attrezzo tuttofare si
hanno le caratteristiche di sufficiente robustezza, ma al contempo di quella buona prontezza e leggerezza che hai richiesto. Se inoltre decidessi di partecipare a qualche competizione, con una rouba di media fascia sarai sempre in condizione ottimale di pesca: infatti, di solito le case produttrici offrono un’ampia gamma di kit per equipaggiare queste canne e permettere quindi di sfruttare lo stesso attrezzo sia in carpodromo, dotandolo di punte specifiche da carpa, che in fiume o comunque su pesce bianco con kit più leggeri. In definitiva, con una spesa prossima ai 1000 euro o poco più si possono comprare canne estremamente versatili e che possono coprire un po’ tutte le esigenze.
PostaMail TROTA LAGO
TROTA LAGO
Montatura per la tremarella Camola Ciao Emanuele, mi chiamo Roberto e sono un ragazzo di 25 anni. Vorrei cominciare a pescare a tremarella le trote nei laghetti artificiali e, considerando che ho a disposizione una bolognese in carbonio lunga 5 mt, potresti consigliarmi il tipo di montatura da utilizzare con questa canna? Ciao e grazie mille!!! ✔
Risponde Emanuele Di Sanza (emanueledisanza@libero.it)
Ciao Roberto, sono contento che un mio coetaneo si voglia avvicinare alla pesca della trota in lago e sappi che per qualsiasi consiglio sarò sempre disponibile. Adesso veniamo alla tua domanda: dunque, innanzitutto ti dico subito che la bolognese sicuramente non è l’attrezzo migliore per la pesca a tremarel-
la, infatti per eseguire al meglio questa tecnica è necessaria una canna specifica, molto più sensibile della tua bolognese, ma considerando che attualmente è l’unica canna che hai a disposizione, la montatura che ti consiglio è quella con il galleggiante. La lenza puoi costruirla in questo modo: 1) Galleggiante da 3 gr montato sulla lenza madre dello 0,16 mm 2) Spallinata di piombini per tarare il galleggiante 3) Girella tripla 4) Terminale lungo 40-50 cm dello 0,16-0,14 mm 5) Amo n°6 serie 4 Tubertini Questo tipo di lenza e molto versatile e sicuramente ti darà ottimi risultati. Ciao a presto.
Ciao Emanuele, sono Luca il ragazzo che ti ha chiesto dei consigli su “come evitare di perdere tante trote”. Volevo innanzitutto ringraziarti per aver risposto alla mia lettera, che tra l’altro è stata pubblicata lo scorso mese, e inoltre volevo dirti che i tuoi preziosi consigli hanno dato i loro frutti. Ti disturbo nuovamente perché spesso, nel piccolo lago che frequen-
to, mi capita di vedere alcune trote che inseguono la mia camola ma non l’attaccano, perciò mi chiedo. come posso incentivare la trota ad attaccare la mia esca? Ti ringrazio nuovamente per l’attenzione e spero al più presto di ricevere una tua risposta.
✔ Risponde Emanuele Di Sanza (emanueledisanza@libero.it) Ciao Luca, mi fa piacere sentirti di nuovo e sono molto contento che i miei consigli ti abbiano aiutato a risolvere il tuo problema. La tematica che mi stai descrivendo non mi è affatto nuova, infatti spesso mi capita di assistere a scene in cui le trote inseguono l’esca fino alla sponda del lago senza attaccarla. Personalmente credo che per far fronte a questa situazione bisogna curare l’innesco alla perfezione, cercando di garantire una rotazione perfetta, ma la cosa fondamentale è sicuramente la sostituzione della tipologia di esca: infatti, nella pesca alla trota lago oltre alla camola del miele ci sono molte esche, tra cui il lombrico, il caimano sia nero che bianco, la camola della farina ecc … Cura l’innesco e prova a cambiare il tipo di esca quando le trote non hanno più voglia di attaccare la tua camola e vedrai che l’abboccata non si farà attendere. Ti saluto cordialmente e attendo tue nuove.
SPINNING
Ancorette e scatole Salve Capomassi, vorrei sapere se c'è qualche controindicazione a sostituire l'ancoretta tripla, posizionata in pancia delle esche, con una doppia. A me sembra che ne guadagni sia lo stivaggio in scatola che il nuoto. Mi da un Suo parere in merito? Mi consiglia anche delle scatole di plastica per gli artificiali? Grazie e cordiali saluti. P.C. (Catanzaro) ✔
Risponde Francesco Capomassi
(francesco.capomassi@alice.it)
Direi proprio di no, non ci sono controindicazioni particolari per la sostituzione dell’ancorina tripla di pancia delle esche artificiali in genere, con una doppia. Mi rendo certamente conto che la collocazione delle esche nella scatola comporta spesso sia la problematica dell’ottimale assortimento dei vari modelli e delle lunghezze, spesso difficol16
tose soprattutto per le ampiezze delle palette oltreché delle lunghezze, sia il necessario stivaggio a fronte delle ancorine che quasi sempre non si riescono a bloccare con efficacia e si accavallano aggrovigliandosi tra loro: a volte, nel tirare su un’esca fuoriesce un intero pacco di roba che fa saltare i nervi e perdere anche tempo. Io più che mettermi lì a cambiare le ancorine di centro e a spendere inutili
quattrini, non sono neanche facili da reperire ormai, opterei per due soluzioni molto efficaci e tutto sommato anche gradevoli in termini visivi e organizzativi: acquisterei senz’altro dei “cover treble hooks”, ovvero dei piccoli supporti di plastica rigida colorati e sagomati in forma triangolare che s’inseriscono agevolmente nelle ancorine evitandone sia l’arruffamento con le altre esche, sia consentendo
la protezione dalle punture accidentali; in genere sono forniti in comode confezioni della misura più adatta. Oltre a questo mi orienterei sulle tipiche scatole della Plano, porta artificiali di quelle con gli scomparti componibili e che alloggiano un discreto numero di esche. Due di queste scatole bastano per un mix di scelta: inoltre, possono essere comodamente inserite all’interno di una borsa a tracolla.
Catturedal
Mondo
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A cura di Roberto Ferrario
Le foto più curiose, le catture più emozionanti e i pesci più strani presi nei mari e nei fiumi di tutti i continenti.
Jigging in Brasile Il Capt. Julio Macie ci ha inviato delle immagini relative ad una sua recente battuta di pesca. Ormai la tecnica del “jigging” ha spopolato in tutti i mari del mondo ed anche qui in Brasile vicino a Rio de Janeiro ha dato risultati eccellenti. Partiti all’alba per raggiungere una sperduta
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e lontana secca, Julio ed alcuni suoi clienti hanno avuto un bel da fare con numerose ricciole, qualche bella cernia di fondale ed alcuni jack. Il pesce più grosso è stato una ricciola intorno ai 25 kg. Un paio di pesci misteriosi hanno spezzato invece il trecciato da 50 lb ….
Snook Lo snook è un predatore abbastanza simile sia per fattezze che per abitudini alla nostra spigola. Questo pesce appartenente alla famiglia dei centropomidi e lo si può trovare sia sulla costa pacifica americana che su quella atlantica. Ci sono 12 specie diverse di snook, ma riconoscerle una dall’altra è una vera impresa. E’ un feroce predatore che preferisce l’acqua salmastra e non disdegna sia piccoli pesci che crostacei; soprattutto ama sostare sotto i pontili o nelle vicinanze dei piloni degli stessi. Sembra prediliga particolarmente l’ombra ed è molto attivo quando ci sono forti cambi di marea: infatti, è un predatore molto più aggressivo di notte che di giorno e lo si può insidiare facilmente sia con l’esca viva che con l’artificiale. Tra le migliori zone di pesca per i grossi snook ci sono la Florida, l’Honduras, il Costarica, Panama e numerose isole caraibiche tra cui Cuba e Porto Rico. Le due immagini raffigurano due esemplari di buon peso entrambi catturati sulla sponda pacifica del Costarica; il primo è stato catturato da Joan Vandergriff mentre pescava alla foce di un fiume nei pressi di Golfito con un lavoro di circa 25 minuti per avere la meglio su questo esemplare di 14,23
kg; sempre in Golfito, Betsy Bullard ne ha catturato invece uno di 16,98 kg utilizzando un piccolo pesce vivo come esca. L’attuale record del mondo IGFA per questa specie è di 21,54 kg.
Triangolo d’Oro
L’amico Jean Francois ancora una volta si è immerso nella giungla più sperduta al confine tra Birmania e Thailandia, il famoso Triangolo d’Oro, zona alquanto poco sicura in quanto da decenni controllata dai signori della droga che qui coltivano piante stupefacenti. Era da diversi mesi che pianificava questa sua nuova avventura e la mail che ho ricevuto viene proprio mandata da questa remota zona grazie ad un cellulare GPRS collegato al suo computer. Jean Francois con un piccolo gruppo di amici è circa a metà del percorso che intendono fare e ci ha inviato un aggiornamento sulle catture effettuate fin qui. “Raggiungere queste zone è stata una vera e propria impresa con notevoli difficoltà sia a livello di strade che di logistica. La prima sosta è stata sul fiume Salawir e sul fiume Gnaow e qui siamo riusciti a catturare un buon numero di golden mahseer, anche se non di taglia elevata. Oggi stesso ho agganciato tre grossi Thai masheer e, nonostante avessi un trecciato da 30 lb, sono riusciti a spezzarmi il filo come se nulla fosse. La consolazione di oggi è che abbiamo ottenuto due nuovi record mondiali con un piccolo e rarissimo Hemibagrus filamentus che è un particolare tipo di pesce gatto, ed un Stracheyi Mahseer di 2,42 kg. Domani ci dirigeremo verso il Thai Karen territory nei pressi di Chiang Mai per altri 5 giorni di pesca. Al prossimo aggiornamento, ciao.”
World
Bassfishing
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a cura di Francesco Guazzi francesco.guazzi@gmail.com
Elite Tournament Trail 2009
MEMORIAL FRANCESCO SGRÒ vento teso, ha visto al primo posto Tenchini - Bertolini 5 Pesci 9,92 lb, al secondo posto Riello - Ashlock 5 pesci 8,24 lb ed al terzo posto Debbi - Ruggi pesci 4 8,21 lb. Il Big Bass di giornata se lo è aggiudicato Carlo A. Tenchini con un pesce di 4,88 lb. Il terzo giorno la partenza prevista alle 6,00 viene posticipata a causa delle pessime condizioni meteo, vento molto sostenuto proveniente da Sud e onde notevoli; al4-5-6 del meN eise giorni di giugno si è svolta, nelle splendide acque del lago di Bolsena, una delle più prestigiose competizioni per il Bass Fishing italiano, l’Elite Tournament trail, dedicata alla prematura scomparsa di uno dei più forti ed amati Bassman italiani: Francesco Sgrò. Al loro arrivo i partecipanti si sono trovati di fronte un lago profondamente “condizionato” da un vero e proprio nubifragio che per tre giorni aveva imperversato sulla zona, innalzando il livello dell’acqua fino ad un paio di centimetri dal bordo della banchina, almeno 30-40 cm in più del livello “normale”. L’enorme volume d’acqua riversata nel lago ha prodotto l’effetto di un brusco e quanto indesiderato abbassamento della temperatura che è passata dai 22/23 C° della settimana precedente ai 17/18 C°, senza contare l’effetto sulla trasparenza che dai soliti 6-7 mt è passata a 0,5-2 mt. In tali non facili condizioni i concorrenti hanno comunque fatto delle buone pescate, tanto che, sia nel primo che nel secondo giorno di gara, solo tre equipaggi sono rientrati in porto 20
senza catture. Il primo giorno, caratterizzato da vento crescente, si è concluso con i primi tre equipaggi distanziati di pochi grammi, al primo posto Minaldoni - Pincardini 5 pesci 11,08 lb, al secondo posto Torsoli - Fanfani 3 pesci 11,03 lb + 1 penalità (pesce fuori misura) ed al terzo posto Debbi - Ruggi 5 pesci 10,77 lb. Il Big Bass, che risulterà anche il Big del Torneo, se lo aggiudica Michele Fanfani con uno splendido Bass di 5,37 lb. Il secondo, giorno sempre con
PRIMI CLASSIFICATI
Classifica ELITE 2009 PIAZZ. SPONSOR
ANGLER 1
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24
MINALDONI PINCARDINI RUGGI DEBBI MANCINI DELLA CIANA BANDINELLI REZZI FANFANI TORSOLI BERTOLINI TENCHINI PEROSILLO BELLI CANUTI SERGENTI GUAZZI BELLONCI PAPA BARBETTA CAMBI BRUCCOLERI RIELLO ASHLOCK UZZOLI COLETTI BORGATO ZANATO DOMINICI BENASSI MARTINO SEGURA CASSANI AITA BEVILACQUA HOWARD MASINI FARINELLA MARTELLI MARTELLI ARTANIDI CALANCA NICOLAY HELIN RONDININI DI FEO DALLA BARTOLA VECCHIONI
MORETTI PETROLI JACKALL BROS - ADO LURES USANAUTICA.COM-AKUA PRO TEAM COLMIC FLYNG FISH - TEDESCHI EDITORE SHARP LA PECHE MOLIX AKUA PRO TEAM BASS DIVISION MOLIX JACKALL BROS ALFA TACKLES MOLIX ALFA TACKLES MOLIX MOLIX ALFA TACKLES BAIT AKUA PRO TEAM PESCANAUTIC-NORIES-ECOGEAR MOLIX-EVERGREEN-LELLI LINO E F.
ANGLER 2
LBS DAY 1 LBS DAY 2 LBS DAY 3 TOTALE
11,08 10,77 7,57 7,11 11,03 2,44 3,49 8,15 2,16 5,78 7,87 0 6,57 6,5 1,7 2,18 1,17 0 1 1,66 0,91 0 1,94 1,64
8,09 8,21 7,84 6,21 1,7 9,92 8,08 3,39 7,81 4,06 1,29 8,24 1 0 4,22 3,21 4,21 4,36 3,11 0,82 1,47 2,04 0 0
X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X
19,17 18,98 15,41 13,32 12,73 12,36 11,57 11,54 9,97 9,84 9,16 8,24 7,57 6,5 5,92 5,39 5,38 4,36 4,11 2,48 2,38 2,04 1,94 1,64
le 6,30 visto un netto miglioramento, l’organizzazione ha deciso di dare il via alla gara. Subito dopo la partenza delle imbarcazioni, purtroppo, la situazione meteo è nuovamente peggiorata con vento mol-
SECONDI CLASSIFICATI
TERZI CLASSIFICATI
to forte e onde veramente alte, tant’è che verso la metà della mattina, visto il perdurare della situazione avversa, con tre imbarcazioni già ritiratesi ed altre sei o sette rientrate con difficoltà in porto, l’organizzazione decideva di annullare la gara provvedendo anche a recuperare le altre barche nei porti di Marta e Capodimonte in cui avevano trovato riparo. Una barca, durante il tentativo di rientro in porto, ha persino rotto il motore su uno scoglio finendo, fortunatamente senza conseguenze per l’equipaggio, sulla spiaggia. Per la classifica finale valgono quindi le pesate dei primi due giorni che suggellano la vittoria della coppia Minaldoni – Pincardini, mentre al secondo posto la conferma della fortissima coppia Ruggi – Debbi, per finire con la terza posizione di Mancini – Della Ciana.
L’ESCA DEL MESE
Flick Shake Worm
Il Flick Shake Worm è la risposta “Jackall” ad una tecnica che sta diventando sempre più popolare negli Stati Uniti ed in Giappone, la tecnica del Wachy Rig Jig Head. La struttura curva del Flick Shake Worm favorisce, in combinazione con le Wacky Jig Head sempre sviluppate da Jakall, le naturali contorsioni dell’esca stessa durante la caduta, rendendola particolarmente adescante. L’esca è composta da una mescola salata cui è stato aggiunto anche uno scent che richiama gli odori del pesce foraggio. IL Flick Shake è anche adatto al Drop Shot e allo Shaky Head Rid. Disponibile in tre misure: 3,8–4,8–5,8 pollici.
Dressingartificiali
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A cura di Stefano Passarelli
Montature, astuzie e innovazioni per le esche artificiali
Dressing
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peschiamo in laghi gestiti in maniera privata, i Q uando cosiddetti “reservoir”, e tentiamo la cattura delle trote
più grandi, spesso ci confrontiamo con pesci piuttosto sospettosi e poco propensi ad inseguire i nostri artificiali. In questi casi solitamente una testina piombata, jig, arricchita con un’esca siliconica e fatta lavorare molto lentamente nei pressi del fondo, risolve nel migliore dei modi l’esito della nostra battuta di pesca. Però… c’è un piccolo particolare da non trascurare: in quasi tutte le riserve non è consentito l’utilizzo di esche siliconiche. Come fare allora per risolvere questo inconveniente? Nessun problema, si può ovviare realizzando una valida alternativa alla gomma con un dressing interamente nuovo. Mano dunque al classico morsetto per concretizzare, passo dopo passo, un dressing quanto mai efficace nelle situazioni di pesca appena descritte. 2
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■ 1. Posizioniamo la testa piombata sul morsetto dopo
aver rimosso la porzione di piombo presente sul gambo dell’amo. ■ 2. Copriamo il gambo dell’amo con il filo di montaggio, quindi fissiamo il kristal flash portandoci in avanti e ribaltiamo le fibre di kristal posteriormente. ■ 3. Priviamo del calamo una piuma di marabou, quindi fissiamo la soffice piuma prima anteriormente poi posteriormente. ■ 4. Fissiamo la strip di coniglio, quindi avvolgiamola sul gambo dell’amo. ■ 5. Arrivati a ridosso della testa, fermiamo con il filo di montaggio, quindi tagliamo l’eccedenza. ■ 6. Chiudiamo con alcuni nodi, quindi con l’aiuto di uno spillo di servizio passiamo il collante. Abbiamo così ultimato la costruzione di un jig realizzato con materiali estremamente soffici e mobili, quanto mai idonei ad un utilizzo in acque ferme.
Esche&pasture
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a cura di Stefano Falciani
La pastura per i piccoli pesci A partire da questo mese affronteremo in tre tappe un argomento che continua 1 a Parte ad appassionare il mondo della pesca al colpo: le pasture per i piccoli pesci. Data la complessità della questione abbiamo deciso di suddividere il testo in più parti iniziando dagli elementi fondamentali necessari alla composizione del mix di base da proporre ai nostri piccoli amici. n tutte le tecniche di pesca al colpo una buona pratica nella scelta e nell’utilizzo delle pasture risulta molto spesso determinante. La composizione dei vari mix di sfarinati da proporre ai nostri amati pinnuti è oggetto di studio e di approfondimento da parte di tutti gli addetti ai lavori e le aziende del settore sono sempre alla ricerca di nuove ricette da proporre sul mercato. Se nella pesca al pesce di taglia l’utilizzo della pastura si rivela a volte marginale, nelle tecniche rivolte alla cattura dei piccoli pesci risulta invece determinante. La scienza, al riguardo, oltre a confermarci che tutte le specie ittiche hanno il gusto e l’olfatto estremamente sviluppati e sono in grado di distinguere nitidamente i
I
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diversi sapori, ci rivela che la comune alborella è capace di percepire il gusto dolce del saccarosio con un’intensità circa 900 volte superiore a quella dell’uomo. Quest’affermazione ci induce quindi a pensare che la scelta e il giusto utilizzo di uno sfarinato condizionerà pesantemente il risultato dell’uscita piscatoria a triotti, alborelle & Co.
I quattro ingredienti base Che siano pasture commerciali o prodotti fatti in casa, questi mix di farine sono costituiti da un numero abbastanza limitato di ingredienti base, con marginali ed alle volte ininfluenti aggiunte. Molti agonisti sono abituati a valutare la qualità della pastu-
ra non tanto dalla resa effettiva di un mix in gara o durante le prove comparative effettuate, ma seguendo i propri gusti e, non di rado, le mode del momento. Aggiungere il 10% di un aromatizzante gradevole all’olfatto umano, ad una pastura con ingredienti base non freschi, non la farà diventare automaticamente buona. Un altro aspetto che influisce sulla resa effettiva di una pastura è il giusto meto-
FARINA DI PANE
do di miscelazione in rapporto al suo specifico modo d'impiego. Miscelando in modo errato una buona pastura correremo il rischio di renderla mediocre e non congeniale al tipo di pesca che ci approssimeremo a fare. Sono solamente quattro gli ingredienti fondamentali per ottenere una buona pastura da alborelle: il pane, la farina di crisalide del baco da seta, il biscotto e la farina di mais.
PANGRATTATO
BOZZOLO E CRISALIDE DEL BACO DA SETA
Il pane Il pane insipido è un elemento fondamentale per quasi tutti i tipi di pastura ed è per questa sua dote di “neutralità” che viene inserito anche nei mix per i piccoli pesci. Prima di addentrarci nello specifico sarà bene distinguere le varie tipologie di sfarinato che prenderemo in considerazione a seconda dell’utilizzo che ne dovremo fare, distinguendole in due gruppi: le pasture da superficie e quelle da mezzo fondo e da fondo. Il pane che utilizzeremo sarà differente perché diverse dovranno essere le sue proprietà meccaniche. Per le pasture da superficie utilizzeremo un tipo di pane che ci permetterà di ottenere delle farine con proprietà spiccatamente sleganti, mentre per le altre farine con proprietà moderatamente leganti. Il non plus ultra per le pasture da superficie è il pane belga che, dato il suo potere disgregante ed il suo valore nutritivo relativamente modesto, viene inserito nelle miscele in percentuali che possono arrivare al 40%. Anche dal comune grissino si ottiene una farina chiara e leggera e con un basso potere le-
FARINA DI MAIS (INTERNO)
CRISALIDE DEL BACO DA SETA
gante, adatta quindi per questo tipo di pasture. Il comune pane toscano, preventivamente essiccato e poi finemente triturato, è il pane meno usato nei mix da superficie. Nel caso lo si voglia comunque utilizzare, dovremo tenere conto della sua collosità, bilanciando il mix con l’aggiunta di altre farine disgreganti ed utilizzandolo in dosi non superiori al 20%. Per quanto riguarda le pasture da mezzo fondo e da fondo ci indirizzeremo invece nei tipi di pane più comuni. Le farine ottenute dalla macinazione del pane toscano, dei panini all’olio e del pan carré potranno essere utilizzate in percentuali anche del 50%.
La farina di crisalide del baco da seta Ottenuta dalla macinazione del bacoccio, ha proprietà estremamente disgreganti ed un colore che varia dal nocciola al marrone. Il metodo di macinazione di questo prodotto influisce notevolmente sulla resa finale. La farina dovrà essere ottenuta tramite una macinatura molto lenta per non riscaldare il prodotto che altrimenti perderebbe le sue caratteristiche di fragran-
FARINA DI MAIS
FARINA DI BISCOTTI (FETTA BISCOTTATA)
za ed aroma. Molto spesso infatti si trovano in commercio farine triturate grossolanamente, di colore molto scuro e poco profumate, che non si addicono assolutamente ad essere inserite nel composto. Sia per le pasture da superficie che per le altre, la farina dovrà essere fresca, dall’odore pungente e macinata molto finemente. La percentuale utilizzabile nelle pasture da superficie sarà dal 30 al 40%, mentre per quelle da mezzo fondo e da fondo dal 20 al 25%. Se vi accingerete ad acquistare una pastura da alborelle non giudicate la presenza del bacoccio dal colore più scuro del composto. Alle volte la presenza di farina di carruba scurisce tutto lo sfarinato dandoci l’impressione che contenga molta crisalide. Il metodo infallibile è forare la confezione ed annusare… ..non si sbaglia quasi mai.
La farina di biscotti Non tutti i tipi di farine di biscotti si addicono ad essere inserite nella nostra pastura da alborelle. I prodotti che utilizzeremo dovranno contenere una quantità limitata di grassi, uova e zucchero. I biscotti secchi come gli Oro Sai-
FIOCCHI DI MAIS
FARINA DI BISCOTTI (WAFER)
wa, i wafer, le cialde dei coni gelato e le fette biscottate, previa un’accurata macinatura sono i più idonei ad essere utilizzati in percentuali fino al 25/30%. L’uso di biscotti con più alto contenuto zuccherino, come i Pavesini o i frollini, andrà dirottato verso le pasture da mezzo fondo e da fondo e comporterà una diminuzione nella percentuale di utilizzo.
Le farine di mais Tutte le farine di mais hanno un basso potere legante e calorico e ben si addicono ad essere utilizzate in alte percentuali. La semplice farina gialla, il tourteaux e il fiocco di mais finemente macinati, potranno fare al caso nostro apportando alla nostra pastura scarso potere nutritivo e spiccate doti disgreganti. La quantità impiegabile dovrà essere accuratamente valutata e varierà in base alle percentuali di utilizzo delle farine sopra descritte. Nei prossimi numeri prenderemo in considerazione le farine complementari e gli aromi da aggiungere al nostro composto destinato ai piccoli pesci al fine di renderlo più adescante e completo.
TORTEAUX DE MAIS
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CarpfishingNews
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a cura di Alfonso Vastano
Notizie e consigli dal mondo del carpfishing, la tecnica di pesca più innovativa per la cattura delle grosse carpe e non solo. conquistato il bronzo. Infine, un applauso alla squadra abruzzese meritevole di menzione per la prova sfortunata, avendo mancato il podio per qualche centinaio di grammi. La compagine pescarese era composta da Marco Di Muzio, Nino Di Lello, Massimo D’Emilio e Alessandro La Valle.
Premiazione e ringraziamenti
Coppa Italia una volta l’IdroA ncora scalo di Milano ha ospitato una manifestazione di carpfishing di grande rilievo: la Coppa Italia a squadre per società. Presenti 20 formazioni ognuna delle quali formata da 2 coppie, in rappresentanza delle province che nell’annata 2008 hanno svolto l’attività inerente la specialità. In questa occasione il pescato è stato minore rispetto alla 1° prova di Club azzurro e sicuramente le cause sono da ricercarsi in due fattori decisivi: l’inizio della frega che ha spinto un gran numero di carpe nella zona chiusa alla pesca dove c’è abbondanza di canneti, e un ipotetica ma probabile distrazione del pesce attirato da altre competizioni che si sono svol-
te in concomitanza sul bacino milanese. Detto questo, i quaranta box sono stati disposti su entrambe le sponde dove, però, si è registrato un pescato assai differente: in sostanza, nella sponda A sono state catturate 64 carpe, 500 kg di pesce, mentre in quella B, lato Tribune, ben 325, 720, il tutto per un totale di 64 pesci di cui 44 carpe regina, 18 specchio e 2 amur. La cattura più grande registrata è stata quella di un amur di quasi 15 kg. Sicuramente la prima notte, quella tra venerdì e sabato è stata quella più produttiva; tuttavia è necessario puntualizzare che le carpe allamate, rispetto a quelle portate al guadino, sono state molte di più, un fattore che forse dovrebbe far ri-
■ In alto, finalmente le premiazioni e il podio, un momento sempre atteso ed emozionante. Sotto, una panoramica dell’idroscalo di Milano durante la manifestazione. Di lato, una delle tante fasi della pesatura, un’operazione sempre delicata che va eseguita con la massima cura.
flettere dal punto di vista tecnico, ma che conferma la buona presenza di pesce nel bacino, grazie anche all’ultima immissione, circa 10 quintali di carpe, di pochi mesi fa. Alla fine della competizione il titolo tricolore è andato alla squadra A della Cannisti Senago (Daiwa). I senaghesi, in pratica, hanno saputo valorizzare il fattore campo. Il quartetto, la formula prevede che vengano sommati i piazzamenti realizzati da ciascuna coppia nel proprio settore, ha realizzato un peso complessivo di 23,280 grammi. La squadra tricolore era composta da Cristiano Persichella, Alessandro Cavallaro, Cristian Rivolta e Marco Dal Bò. Ottima anche la prestazione delle altre due squadre che hanno conquistato il podio, ovvero la ASD Garisti Azzanesi classificatasi al 2° posto e la S.PA.L Lucca che ha
Le premiazioni, eseguite nella nuova sala Azzurra del parco dell’Idroscalo messa a disposizione dell’Amministrazione Provinciale, sono state effettuate alla presenza dei Consiglieri federali Angelo Cofferati e Fernando Landonio, nonché Presidente della sezione milanese ospitante, e dell’assessore Alberto Grancini. Un sentito ringraziamento, infine, va al Nucleo dei Sommozzatori della Protezione Civile della sezione di Milano che per tutta la durata della competizione ha fornito assistenza ai concorrenti ed a tutti i componenti della società organizzatrice, Milano 75.
Classifica 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 26
Cannisti Senago (Daiwa) ASD Gr. Garisti Azzanesi (Tubertini) S.P.A.L. Lucca (Daiwa-Stonfo) Only Carp Club Mi-Ba Pesca Sport C.F.C. Gold Carp ASD Carpfishing Club Novara A.S.D. Sangro Carp G.S.P.M. Montenovo Rainbowcarp
MI PN LU PE FE VE NO CH AN CR
UNO SGUARDO AL MERCATO Boilies Sonar - Milo Sempre attenta alle esigenze dei pescatori, la ditta Milo, in collaborazione con il Team MClass, un gruppo di specialisti della carpa dotati di una grande esperienza maturata sul campo, ha studiato e realizzato un prodotto di altissima qualità. Tutte le boilies hanno come base una miscela di farina di pesce alla quale sono stati aggiunti aromi differenti. Questo prodotto è particolarmente digeribile per la carpa, caratteristica molto
importante che induce i pesci irresistibilmente a ritornare sul luogo pasturato. Inoltre, un particolare molto importante che riguarda la lavorazione: l’aroma viene aggiunto prima dell’ebollizione, potendo così dissolversi più facilmente rispetto a ciò che avviene nelle boilies nelle quali viene integrato solo successivamente. In definitiva, tutte queste caratteristiche rendono le boilies Sonar un prodotto molto efficace ed affidabile in qualsiasi situazione, anche in condizioni particolarmente difficili.
Piombi intelligenti – Indystone Nuovi e rivoluzionari nella concezione, i piombi da carpfishing realizzati e commercializzati da Indystone risultano assai efficaci, garantendo buone prestazione di lancio e ottima tenuta. Tuttavia, la caratteristica principale risiede nel fatto che, una volta inserito il finale all’interno del piombo tramite il fissaggio di una normale clip con un sistema brevettato, il tutto garantisce una rapida ed efficace azione del piombo all’abboccata grazie al collegamento diretto del terminale al baricentro della zavorra. Inoltre, questi particolari piombi risultano facilmente sostituibili con altri di diversa grammatura e consentono un recupero sicuro anche in caso di rottura del terminale.
Giovani avventure Nella foto Lorenzo Rosi mostra la sua bella cattura avvenuta a maggio in uno specchio d’acqua del Padovano. Si tratta di una carpa specchi di 14,5 kg, catturata con una canna Leon Hoogedijk Black Power 12' 2.75 lb e attrezzata con un mulinello Shimano Ultegra con filo ECP Carp Hunter dello 0,31. Esche utilizzate: boilies Richworth gusto keltia. Tempo di recupero: 15 minuti. Complimenti Lorenzo!
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CANNE BOLOGNESI
a cura della Redazione
Sicuramente di grande qualità, la nuova serie di bolognesi AB 9060 della Artico si distingue per la grande leggerezza e l’azione estremamente rapida oltre che per il fusto di diametro eccezionalmente sottile. In sostanza, una canna che consente una precisione estrema nel lancio, nella ferrata e permette un’azione di pesca sempre al massimo in qualsiasi situazione, anche la più difficile. dall’evoluzione delN ata la precedente AB 9020
che sostituisce nell’ampia gamma di canne Artico, la nuova bolognese AB 9060 è un attrezzo dotato di caratteristiche tecniche di grande livello. Leggera e scattante, consente una grandissima precisione nel lancio e la massima prontezza in caso di abboccata, con ferrate efficaci e molto rapide. Queste caratteristiche vanno a vantaggio di una gestione perfetta dell’attrezzo durante il combattimento, garantendo una pres-
sione progressiva in modo tale da poter assorbire anche tutte le vibrazioni. In altre parole, rappresenta uno degli ultimi “gioielli” nati in casa Artico e siamo certi che non mancherà l’appuntamento con il pubblico sempre attento alle novità di qualità.
Caratteristiche tecniche Serie di canne dotate di un fusto estremamente leggero ma al tempo stesso molto sottile, realizzato in Carbonio altissimo modulo antistress M55J–
M40J–TR3320, materiale di grande qualità, adatto ad una canna di alta fascia. L’estetica rinnovata è piacevole e discreta ed è disponibile in diverse lunghezze e nella versione nuda o montata. Se completa, viene fornita con fodero e puntale paracolpi compresi. Il numero delle sezioni si differenzia a seconda della lunghezza prescelta, così come il numero degli anelli. E’ disponibile in 4 modelli: 5,00 / 6,00 7,00 / 8,00 mt. Modello 7 mt: ■ 7 sezioni ■ 10 anelli di cui 7 fissi e 3 scorrevoli a ponte singolo ■ La placca è a baionetta regolabile con legature bicolore
Prova in pesca Affidabile in tutte le situazioni, la nuova bolognese AB 9060 della Artico è risultata particolarmente affidabile e facile da gestire grazie anche ad un perfetto bilanciamento. Adatta a tutti ma perfetta per un pubblico esigente che richiede all’attrezzo leggerezza e rapidità di reazione. Permette di gestire il pesce con costante e progressiva pressione assorbendo tutte le vibrazioni. E’ veramente il top anche per l’affidabilità.
Scheda tecnica Modello: bolognese AB 9060. Azienda: Artico. Materiale: Carbonio altissimo modulo antistress M55J– M40J-TR3320. Lunghezza: 5,00/6,00/7,00/8,00 mt. Placca porta mulinello: a baionetta regolabile. Prezzo indicativo: 350,00 euro
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Distribuito da: Artico S.r.l. Via Malignani 2 33170 - Pordenone Tel. 0434 598205 - Fax 0434 572889 info@artico.it - www.artico.it
Esperienza, tecnologia e grande tradizione contraddistinguono le canne da pesca realizzate da Artico, dove le continue ricerche mirate al perfezionamento e all’impiego di nuovi materiali caratterizzano il lavoro di questa grande azienda. In questa logica, nasce la nuova bolognese Epoca 9050, un attrezzo rivolto al futuro, realizzato con materiali di assoluta qualità, gli stessi che la Ferrari utilizza per la realizzazione delle note vetture di Formula 1. davanti ad una veS iamo ra e propria fuoriserie
del settore, una canna dotata di qualità e caratteristiche tecniche eccezionali. Artico è riuscita, grazie alla squisita disponibilità dei tecnici Ferrari, ad avere un lotto dei loro materiali per togliersi una curiosità: vedere dove si può arrivare costruendo un attrezzo con il top del materiale e soprattutto con le loro resine che sono il vero segreto dell’azienda. Ovviamente alla qualità del materiale è stata abbinata la straordinaria tecnica costruttiva che la ditta Artico è in grado di produrre attraverso una lavorazione dove ogni singolo elemento viene costruito con strati sovrapposti di materiali diversi e con svariate angolature, proprio come un abito di
alta sartoria. Il risultato è quello di avere un prodotto unico ed irripetibile.
Caratteristiche tecniche Top di gamma della nuova serie di bolognesi dedicate alla pesca in mare e alla trota. Epoca 9050 Ferrari è un connubio di potenza, leggerezza e robustezza associati a ingombri e diametri molto ridotti: può lanciare zavorre fino a 30 gr e sostenere combattimenti con pesci di grossa taglia anche con fili di diametro sostenuto. Tutto questo grazie alla tecnologia dei materiali Ferrari e a i nuovi esclusivi sistemi di lavorazione Artico E.O.B (ergonomically optimized balance) e T.L.T. (transversal layer technology). La canna viene fornita
Prova in pesca In questa occasione abbiamo provato la 6 mt in diverse situazioni e anche su pesci di taglia. La risposta è stata eccellente, specialmente sul piano della precisione del lancio e sulla potenza del recupero. Sicuramente un prodotto di grande rilievo in grado di soddisfare il pescatore e l’agonista più esigente e ricercato.
Scheda tecnica Modello: bolognese Epoca 9050. Azienda: Artico. Materiale: Hyper Carbon Fibre MTMK 13A10 Ferrari + M40B+IM30. Azione: rigida. Lunghezze disponibili: 5,00/6,00/7,00/8,00 mt. Prezzo: In base alla tipologia di montaggio richiesto. nuda per permettere all’utente una scelta personalizzata del tipo di anelli e del loro montaggio. In alternativa, su richiesta, può essere acquistata già montata dalla casa produttrice.
Negozi consigliati Emporio Pesca di Daffra & C.Sn Via casette, 20 27040 Campospinoso - PV Tel: 0385-277948 Caccia Pesca Sport Polverini Andrea Zona e/a n.22 - Indicatore 52100 Arezzo Tel: 0575-368070 Gente Di Mare di Piazza Mario Via Mesina Marina,409/a 90100 Palermo Tel: 091-6215740
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ESCHE
a cura della Redazione
Alpha Tackles
“ZEOLITE” Nuova linea di esche artificiali Zeolite, della Hirauchi Minnows – Japan, di Alpha Tackles. Tackles è un’azienA lpha da con un catalogo di materiali per la pesca a chiara vocazione “artificiale”. Lo spinning e il casting sono le due tecniche di punta che contano una disponibilità bene adeguata all’esigenza. Canne, mulinelli, monofili, ami per inneschi, hard & soft bait, abbigliamento specifico,
tutto rivolto sia alla pesca in acque marine che dolci, non ultima la parte riguardante le innovative tecniche legate al vertical jigging. La linea di esche artificiali Zeolite si evidenzia per un interessante rapporto tra qualità dei materiali e prezzo consigliato, specie in considerazione della frequente necessità del rias-
sortimento box artificiali personale, allorquando capita sovente di perdere esche in profondità o di tentare la sorte
osando in aree sensibilmente intricate e rischiose per delle esche di questo tipo.
Caratteristiche Si tratta di esche dal disegno accurato, con squamature e impressioni in rilievo esterno che enfatizzano le peculiarità dell’imitazione fino nelle branchie. Il corpo è in classico materiale plastico duro, cavo all’interno, con i due gusci che sono combacianti e che, per alcuni modelli, alloggiano le plancette laterali che mettono in risalto i riflessi olografici, mentre per altre serie ci sono realizzazioni semi-trasparenti con verniciature sovra impresse o, se totalmente coperti, con verniciature opa-
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Prova in pesca Lancio e capacità di nuoto sono ottimali, con le condizioni di filo intermedio, 0,28 mm, e quasi assenza di vento contrario. Gli artificiali si muovono bene, utilizzati in prova in acque ferme o a lento moto, e prendono subito acqua scendendo in profondità e le vibrazioni sono avvertibili in canna. cizzate, di tipo “mat”. Gli incavi che sono ricavati all’interno del corpo alloggiano le sferette in acciaio utilizzate sia per la bilanciatura dell’esca, sia per dare l’assetto durante il lancio, sia infine, per le sonorità in acqua provocate dal movimento laterale durante il recupero. Occhi in rilievo, ancorine brunite, split rig.
Scheda tecnica Esche Zeolite in catalogo: Jerkbaits & Finesse baits; Lipless crank; Pencil walker; Diving minnows; Crank baits; Bubbling cranks. Modello
Lunghezza cm.
Peso gr.
Tipo
Note
Stick Hero-Max Stick Hero-Xs Navimax Veteran-ZZ8 X-Bow Jk Divelive-X75 Hog Dog –XB JS-60 Echo-XZ60 Echo-STR60 ZZ-Bandit Bandit Dive-XX Noiser Mag-XL Noiser Mag
10,5 10 10 8 7 7,5 8 6 6 6 6 5 8 5
16 10,5 16 10 14 10 8,7 10,5 14 14 10,5 10,5 14 10,5
Jerkbait Floating Jerkbait Floating Jerkbait Slow sinking Jerkbait Floating Lipless Sinking Diving minnow Floating Pencil walker Surface floating Shallow crank Floating Crank bait Floating Jointed crank Floating Crank bait Floating Diving crank Floating Bubbling crank Floating Bubbling crank Floating
Negozi consigliati Sport Sile S.r.l. Via Internati 43/45 31057 - Silea - TV tel 422 361226 fax 422 469847 info@sportsile.it www.sportsile.it
Distribuito da: Alpha Tackles Europe Ltd Via Colognolese 1/A 50065 - Pontassieve - FI Tel. 055 8392980 Fax 055 8392983 sales@alphatackles.eu www.alphatackles.eu
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FILO - TRECCIATO
a cura della Redazione
Power pro
SHIMANO
Dopo Sufix e prima ancora il marchio G-Loomis, ecco una nuova e clamorosa acquisizione di Shimano che, con l’ingresso di Power Pro, si annette un brand di elevato livello mondiale, molto famoso per la qualità dei trecciati prodotti. di “InnoL ' acquisizione vative Textiles”, praticamente il creatore e artefice del braided line Power Pro, ha indubbiamente fornito a
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Shimano American Corporation, un trampolino di lancio per rafforzare ulteriormente il proprio pacchetto di attrezzature da pesca all’inter-
no del business globale, con un’esposizione molto più amplificata. In una recente intervista ad un magazine inglese, Dave Pfeiffer, presi-
dente della Company, ha inteso ribadire che questa acquisizione è l’inizio di una maggiore partecipazione di Shimano nel contesto del
mente, a distanza di pochi anni, la tecnologia è stata applicata con successo anche al mondo della pesca attraverso il marchio Power Pro.
Scheda tecnica
mercato dei fili da pesca, intendendo con questo evidenziare l’interesse di un ampliamento della presenza del marchio in questo importante settore. La qualità di Power Pro è nota agli angler di mezzo mondo per essere una linea di braided molto buona e affidabile, soprattutto particolarmente fine, a dispetto dei diametri utilizzati, che rasentano le grandezze dei corrispondenti in nylon. L’Innovative Textiles nasce nel 1992 per soddisfare la crescente richiesta di fili tecnici per l’utilizzo dei Kites e degli aquiloni, tuttavia, successiva-
La fibra di Spectra è un materiale particolarmente denso che non può mantenere eternamente la colorazione o comunque avere una tinta permanente. Il colore incapsula semplicemente il filo e tenderà naturalmente a sbiadire o a sparire con il passare del tempo. Questo è assolutamente normale e non ha nulla a che vedere con le capacità della treccia e le performance tecniche che rimangono invariate. Tuttavia, si può eseguire un’eventuale nuova colorazione, utilizzando un normale marker per tinte di quelli permanenti e resistenti agli elementi liquidi come l’acqua. La confezione è completa di un comodo dispenser in plastica rigida che, oltre ad agevolare una fuoriuscita meglio controllata del filo per l’imbobinamento, è provvisto di un minicutter già inserito, utile per eseguire il taglio all’altezza desiderata. La bobina, inoltre, può rimanere alloggiata nella confezione e il filo opportunamente bloccato grazie alle strisce adesive che sono fornite nel packaging. Altresì, tutti i nodi che servono e i consigli d’uso sono inseriti in un piccolo opuscolo, sempre all’interno della confezione.
Distribuito da: Shimano Italy Fishing S.r.l. Via Privata Maestri del Lavoro 29 20025 - Legnano - MI Tel. 0331 742711 Fax 0331 465687 www.shimano.com
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ITTIOLOGIA
Apparentemente delicato ed etereo, il temolo pinna blu manifesta invece una marcata selettività durante enfatizzano le caratteristiche e la difficoltà di pesca. Tuttavia, questo bellissimo autoctono italiano è molto autorizzata al depauperamento dei fiumi, ma anche grazie alla solita mano dell’uomo. 34
I
■ Un bellissimo e raro esemplare di temolo pinna blu italiano ed un tipico ambiente da timallidi. Luoghi simili all’estero sono mete ambite e a caro prezzo da parte dei pescatori a mosca.
e
l temolo (Thymallus thymallus, Linnaeus 1758) è un pesce d’acqua fredda appartenente alla sottofamiglia dei Timallidi, che fa capo alla famiglia dei Salmonidi, di cui in natura se ne rinvengono cinque specie e quattro sottospecie. Thymallus thymallus ha tra le sue sottospecie Thymallus t. thymallus, detto anche “temolo europeo”, il cui areale si estende dalla Gran Bretagna agli Urali e dalla Scandinavia ai Balcani, per terminare nel nord Italia dov’è presente nei maggiori bacini fluviali che si immettono nel fiume Po in sponda sinistra. Il ceppo autoctono italiano, tipico dei fiumi del nord dell’Italia, è il cosiddetto temolo padano che ha la caratteristica fondamentale di avere una grande pinna dorsale dai riflessi blu elettrico, da cui gli è valso l’appellativo di “Pinna Blu”, ed una livrea dorsale tendenzialmente olivastra con sfumature che passano dal nero-blu fino al verde oliva, con accenni dorati in prossimità delle pinne pettorali e pelviche. Oltre alla particolare colorazione della pinna dorsale vi è anche una tendenza a presentare variazioni della livrea tendenti al grigio scuro durante il periodo riproduttivo. Il pinna blu manifesta una marcata selettività durante l’alimentazione, tale da farlo diventare la preda più ambita da parte di moltissimi pescatori a mosca che ne enfatizzano le caratteristiche e la difficoltà di pesca. La sua vista acuta lo rende un animale assai selettivo, in grado di riconosce dettagliatamente qualsiasi insetto o imitazione di esso posti nel suo raggio d’azione. Altro ceppo è invece il temolo danubiano, alloctono in Italia e introdotto nei fiumi dalle pratiche di ripopolamento, che a differenza del suo stretto cugino italiano ha la caratteristica di avere una grande pinna dorsale dal colore rosso acceso con riflessi verde chiaro e grandi bolli di colore rosso alternati a sfumature nere. Il dorso del temolo danubiano, la cui provenienza è chiaramente attribuibile al bacino del Danubio, è tendenzialmente grigio chiaro su riflesso argenteo ed è caratterizzata da una particolare macchia di color vinaccia posta nell’area centrale di entrambi i fianchi, che si fa più intensa nei maschi durante il periodo riproduttivo. Anche la pinna caudale degli individui adulti assume una colorazione rossa che, unitamente alle altre caratteristiche sopra descritte, lo rende facilmente distinguibile rispetto al suo omonimo padano.
l’alimentazione, tale da farlo diventare la preda più ambita da parte di moltissimi pescatori a mosca che ne rarefatto grazie alle ampie schiere di uccelli ittiofagi quali i ben noti cormorani, specie protetta e Testo di: M. Zavaldi e L. Ciuffardi - Foto di: M. Zavaldi e M. Veziaga
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risultato di questa misura di tutela, ormai protratta nel tempo, è che il numero di questi uccelli sul nostro territorio, grazie anche a colonie non più migratrici, è cresciuto a tal punto da far contrarre drasticamente la fauna ittica, tra cui le popolazioni di questa specie di salmonide. Altro fattore negativo che grava sul timallide sono le alterazioni ambientali causate dall’uomo negli ecosistemi acquatici, tra cui la costruzione di dighe, sbarramenti, prelievi idrici, escavazione di inerti e inquinamento. Essendo questo pesce assai esigente in fatto di integrità dell’ambiente fluviale e di qualità dell’acqua, considerato inoltre che necessita di tre particolari tipi di habitat differenziati a seconda dello stadio vitale di larva, giovane ed adulto, è facilmente comprensibile come esso possa andare incontro ad un decremento demografico in gran parte dei nostri ecosistemi ove la presenza della mano dell’uomo e dei suoi interventi antropici risulti oramai una realtà quotidiana. In ultimo è da segnalare anche il problema dovuto alla competizione con le specie ittiche, soprattutto alloctone, e quello derivante dai ripopolamenti. Nel primo caso, nonostante la
■ Il temolo è una specie eletta per la pesca a mosca. Nella foto, il Dr. Mauro Zavaldi con un esemplare catturato nel fiume Kupa (Croazia).
I suoi nemici Nonostante il temolo sia una specie assai ricercata e apprezzata dal mondo della pesca sportiva, al giorno d’oggi è, come molti altri pesci, estremamente rarefatta ed in serio pericolo a causa di alcune problematiche che ne mettono a repentaglio la sopravvivenza. Tra le prime cause della sua rarefazione ritroviamo la pressione predatoria esercitata su questi animali da
parte degli uccelli ittiofagi, tra cui in particolare il cormorano (Phalacrocorax carbo, Linnaeus 1758). A causa della tendenza di questo pesce a vivere negli spazi aperti delle spianate dei grandi fiumi in piccoli branchi facilmente predabili, l’attività alimentare del cormorano rappresenta una tra le cause principali di alterazione delle popolazioni di timallidi in Italia e nel continente europeo. In Italia il cormorano risulta legalmente protetto e il
■ Un particolare della pinna di un temolo padano. Da notare i riflessi di colore blu elettrico che gli hanno attribuito l’appellativo di “pinna blu”.
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■ Un temolo pinna blu del fiume Sesia (Vercelli). Questo corso d’acqua ospita una delle popolazioni di temoli padani più numerose d’Italia, ma fortemente a rischio di estinzione.
pratica d’introduzione di varie specie ittiche per la pesca sportiva sia un’operazione di routine in tutti i nostri ecosistemi, i continui ripopolamenti con trote fario e soprattutto le continue e massicce introduzioni di iridee nei tratti a vocazione del temolo hanno concorso pesantemente allo sbilanciamento e ad una alterazione della naturale competizione interspecifica, il più delle volte a danno del Temolo stesso. Nel secondo caso, laddove numericamente i temoli padani erano rimasti in un numero esiguo di esemplari, si è provveduto ad introdurre timallidi danubiani, con la conseguente interazione genetica e la nascita di ibridi a causa della facilità di incrociarsi tra loro.
Le soluzioni Seppure questo fattore abbia contribuito alla scomparsa in molti fiumi nostrani del ceppo padano, l’introduzione del pinna rossa in alcuni ambienti ove
il pinna blu risulti ormai irreversibilmente scomparso può comunque rappresentare una pratica da non escludere, quantomeno in termini di mantenimento della specie in acque ancora vocate ma oramai inidonee ad ospitare esemplari del ceppo nativo. Nonostante ci sia un aumento considerevole d’interesse verso questo salmonide da parte dei pescatori, degli ittiologi e degli enti locali, la strada verso la sua tutela e ripresa demografica è comunque ancora lunga, ma rappresenta sicuramente una meta da raggiungere. Al fine di sostenere il recupero del temolo, nel nostro Paese è presente ormai da anni l’Associazione italiana per la difesa del temolo: si sta parlando
dell’Associazione Thymallus, il cui obiettivo è quello di promuovere la cultura e la tutela di questa specie ittica attraverso convegni e apposite attività di carattere tecnico, didattico e scientifico; finalmente i grandi sforzi compiuti dai rappresentanti del sodalizio stanno iniziando a dare i loro frutti. A capo dell’associazione Thymallus, sede italiana della famosa Grayling Society inglese, troviamo il Dr. Nicola di Biase, esperto conoscitore di questo pinnuto, autore di vari libri ed articoli sul tema nonché impareggiabile attivista nelle varie azioni rivolte alla sua salvaguardia. Tutte le informazioni su quest’associazione sono reperibili sul sito web: www.thymallus.it.
■ Un temolo con una ferita da uccello ittiofago. Sebbene questo pesce sia sopravvissuto all’attacco di un uccello ittiofago, le ferite arrecate da questi volatili sono molto spesso letali, a causa delle successive infezioni o lacerazioni profonde degli organi vitali. In basso, due temoli danubiani o “pinna rossa”. Da notare la colorazione rossa della pinna dorsale e la macchia color vinaccia sulla livrea laterale. Queste caratteristiche li rendono inconfondibili rispetto ai loro cugini padani.
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PESCA AL COLPO
Il grande pescatore ed agonista ora in forza all’A.P.S. Bellaria Igea Marina accompagnato dai suoi compagni di squadra Andrea e Stefano ci ha invitati sull’Oglio, nei pressi di Pontevico, per una pescata a bolognese. Testo di Stefano Falciani - Foto di Alfonso Vastano
L'
appuntamento era fissato per le 8,30 a ridosso del ponte ferroviario a pochi passi dalla statale che dal paese bresciano porta verso Cremona. In nostra compagnia c’era anche Enzo Zappalaglio che, dopo essersi calato nelle vesti di un perfetto cicerone, ci ha illustrato le caratteristiche principali di questo bel tratto di fiume. Enzo, essendo titolare del negozio di caccia e pesca “Il Cormorano” ubicato in Via Brescia 67 a Pontevico, è solito infatti frequentare questo posto e ne
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conosce a menadito tutti gli anfratti. Il fiume in questo tratto ha una profondità di circa tre metri e sembra il posto ideale per pescare con la canna ad anelli ed il mulinello. Il flusso di corrente è ancora vivo, segno evidente che la neve, caduta abbondantemente quest’anno, continua a sostenere i volumi d’acqua ed i livelli di questo splendido fiume. L’acqua dell’Oglio, anche se un po’ alta, è meravigliosa. L’ampia curva dell’alveo fluviale comincia alla nostra sinistra dopo un tratto di corrente ab-
bastanza sostenuta e termina alla nostra destra proprio sotto i piloni del ponte della ferrovia. Proprio davanti a noi la corrente vivace sembra smorzarsi un po’ rallentando e creando invitanti e promettenti rigiri. Il verde intenso della rigogliosa vegetazione delle sponde si riflette sulla superficie appena increspata da una leggera brezza e le sagome delle grandi vetrici, allineate lungo la sponda opposta, sembrano immobili spettatori di questo splendido spettacolo della natura fatto di luci e di colori.
Attrezzatura specifica I nostri amici, intanto, cominciano ad allestire le postazioni di pesca. Siccome si approssimeranno ad una pescata con le gambe “a mollo”, tutto l’occorrente dovrà necessariamente essere disposto sulle pedane da allestire al fianco di ciascun pescatore. Il regolamento particolare vigente nella regione Lombardia prevede un limite massimo di 500 gr di bigattini e quindi la nostra pasturazione di richiamo dovrà essere integrata
con diversi chili di pastura. Giampietro infatti è già all’opera e in meno di cinque minuti ha miscelato 4 confezioni di Cavedani-Barbi al formaggio e crisalide che dovrebbero essere sufficienti per un paio di ore di pesca. A ruota anche Andrea e Stefano preparano i secchi con gli sfarinati e li dispongono sulle rispettive basi d’appoggio. E’ giunto il momento di approntare le bolognesi. Si tratta delle nuove Maxx Reel di 6 e 7 mt, ideali per pescare in questo posto. L’azione semi-
rigida di questi attrezzi si addice perfettamente alla tecnica della passata con l’uso di grammature relativamente modeste. I mulinelli sono caricati con il nuovo filo della linea Barbetta World Champion che la ditta Carson commercializza con successo. Si tratta dell’Ultra Soft Line Maxx Reel dello 0,14 mm. Giampietro si prepara approntando due montature. Una di 2,5 gr per pescare dove verrà concentrata la pasturazione ed una più pesante di 4 gr per provare leggermente
più al largo. La geometria delle lenze in questione è abbastanza differente. Quella di grammatura inferiore è costituita da una “spallinata” di piombini dell’8 disposti leggermente ad aprire in 70 cm di lenza, con gli ultimi due distanziati di circa 10 cm. Mentre la piombatura della seconda prevede l’utilizzo di una torpille di 3 gr che è seguita da 8/10 pallini del 7 disposti sempre ad aprire in 50/60 cm di lenza. I galleggianti della serie B Giampietro Barbetta, distribuiti dalla
ditta Carson, sono ideali per la tecnica della passata in acque così veloci. Il requisito fondamentale per farli rendere al meglio è che siano accuratamente tarati per far si che l’antenna, procedendo nel flusso di corrente, fuoriesca dalla superficie dell’acqua solamente di un paio di cm. I tre, per sfruttare al meglio la scia di larve che ruzzoleranno verso valle, si sono disposti in fila distribuiti in una quarantina di metri e, al segnale convenuto, danno inizio alle danze. 39
A pesca con Barbetta Finalmente si comincia a pescare
■ Andrea mostra orgoglioso una bella savetta dell’Oglio. Nei nostri corsi d’acqua questo ciprinide è ormai una rarità.
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Dopo un accurato confezionamento diverse bocce di pastura farcite di bigattini finiscono nel fiume creando, nella lunga lama d’acqua fino a quel momento silenziosa e tranquilla, un apparente caos fatto di “tonfi” e spruzzi. In mio stupore viene smorzato dalle parole di Giampietro che mi spiega che questo tratto, che potrebbe sembrare a prima vista incontaminato, viene abitualmente frequentato da diversi agonisti che non si trattengono di certo dal pasturare in abbondanza abituando i pesci al tam-tam di richiamo. Le specie che popolano questo tratto di Oglio sono tante: cavedani e barbi sono quelle predominanti, anche se il nostro obbiettivo sono le sospettose e sempre più rare savette. Gli esemplari più grossi sfiorano il chilo di peso e per essere salpati con gli esili terminali serve una dimestichezza,nel giostrare gli attrezzi del mestiere fuori dal comune. Dopo le bocce di sfarinato vengono gettate sulla linea di passata anche delle minuscole palline di bigattini incollati. Serviranno per “portare in scia” qualche goloso cavedano che, come di solito accade, arriverà per primo sul lauto banchetto. La taratura dei galleggianti risulta effettuata in modo eccellente, tanto che la parte superiore dell’antenna fuoriesce il tanto
che basta per essere “letta” a dovere. Barbetta ci spiega che in questo tipo di pesca la nostra principale attenzione dovrà essere posta alla giusta ed equilibrata disposizione dei pallini sulla lenza. Quest’ultima dovrà avanzare nel flusso di corrente in modo che l’innesco la preceda. La conferma che la piombatura è stata costruita correttamente la avremo guardando la parte superiore dell’antenna del segnalatore che si disporrà inclinandosi leggermente verso monte. Con l’archetto del mulinello aperto, Giampietro accompagna il sopravanzare del galleggiante rilasciando poche spire di nylon alla volta e la trattenuta della lenza più leggera viene anche aiutata da un leggero venticello che spira in senso contrario alla corrente. Le passate dei tre si susseguono, ma di pesci neanche l’ombra.
Reattività Mentre il campione rimugina sul da farsi, una partenza improvvisa, seguita da un altrettanto fulminea ferrata, mi fa sobbalzate. Ma è un falso allarme ed Andrea, imprecando, recupera la lenza. “Sono cavedani”, sentenzia Barbetta con voce sicura come a certificare di aver capito tutto. Mentre noi ci guardiamo di sottecchi, quasi divertiti da una simile affermazione, lui è già al box intento a sostituire il terminale. Mi domando an-
che come possa aver veduto la mangiata di Andrea che è posizionato a valle a una ventina di metri di distanza. Imperterrito e sicuro di quello che sta facendo sostituisce il terminale montandone uno dello 0,07 con amo del 24 sul quale innesca un bigattino di traverso. La lenza, lanciata sulla linea pasturata, entra in pesca, si stabilizza e docilmente comincia la sua corsa verso valle. Un metro, anche meno e ….. il galleggiante si stara. La risposta è una schioppettata. La frizione canta ed il sorriso sornione di Giampietro vale più di mille parole. Un bel cavedano sui 600 gr aggalla a una ventina di metri e, dopo altre due o tre testate, si fa portare docilmente al guadino. Uno a zero e palla al centro. “Fra il dire e il fare lui non ha fatto passare nemmeno un minuto”. Alfonso che mi accompagna nell’uscita sintetizza con queste due parole i nostri comuni pensieri. Un agonista di così alto livello, infatti, è abituato a prendere decisioni ed a tramutarle immediatamente in fatti concreti. La reattività è una dote che solo i più grandi riescono a fare propria e l’esperienza accumulata in tanti anni di agonismo ad alto livello e su tutti i campi gara d’Italia e d’Europa si nota anche in questi apparenti dettagli. Un normale pescatore sicuramente sarebbe arrivato lo stesso alla medesima conclusione, ma in tempi assai più lunghi. Anche se alternate a clamorose “padelle”, le catture di cavedani da parte del “Giampi” si susseguono e gli altri, sbigottiti da una simile “macchina da pesca”, assistono impotenti allo spettacolo. Stefano, per sentirsi utile, aiuta Barbetta a guadinare i cavedani mentre Andrea, non sentendosi ancora battuto, dopo aver rialimentato il fondo con numerose palle di pastura, continua imperterrito nella sua pescata.
Arrivano le savette Alla fine della passata l’asta gialla del suo galleggiante ha un sussulto che, però, lui non ritiene degno di attenzione. Giampietro, che anche questa volta con la coda dell’occhio è riuscito a scorgere l’impercettibile tocca, rimugina fra se e bisbiglia: “Non vorrei che…”. Passa una frazione di secondo ed anche il suo galleggiante rallenta la normale corsa come fermato da un ostacolo sul fondo. La sua bolognese scatta all’indietro e la curva della canna certifica l’avvenuta allamata. La frizione parte sibilando e le potenti testate del pesce costringono il campione ad allentare ulteriormente il freno del mulinello. La sagoma di un’enorme savetta si fa scorgere sotto la superficie dell’acqua, ma l’ennesima zuccata rompe l’esile finale lasciandoci tutti con un palmo di naso. Come se nulla fosse successo e facendo trasparire una flemma davvero invidiabile, Giampietro cambia canna. Impugna l’altra bolognese con la montatura più pesante, vi sostituisce il terminale e rilancia. Su un finale di 30 cm dello 0,09 ha montato un amo del 18 sul quale ha pizzicato due larve vivaci e scodinzolanti. Un metro, due……tre. Zach. Partenza fulminea e liscio clamoroso. Le larve, sola-
■ I cavedani, attirati dal lancio di piccole palline di bigattini incollati, sono i primi ad entrare in pastura.
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A pesca con Barbetta nare verso il fondo. La sapiente strategia di recupero lo premia e, dopo un minuto di crepacuore, il muso arrotondato di un savettone di 700 gr varca l’imboccatura del suo capace guadino.
Gorghi e rigiri di corrente ■ Stefano ha dovuto fare i conti con i numerosi gorghi sulla sua linea di passata, ma alla fine si è rifatto con diverse grosse catture.
Le lenze di Gianpietro
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mente spuntate, evidenziano la mangiata da parte di una savetta, e questo fatto invece di deprimere i tre sembra infondergli nuovo entusiasmo. Le lenze, come disposte su un unico binario, sondano il fiume poco distante dalla linea pasturata. Stefano ferra e slama, Giampietro ferra e liscia, Andrea ferra e… “Allora ci sono davvero”. Gli spruzzi a fior d’acqua e l’attrezzo piegato fino a metà ci fanno immediatamente voltare verso di lui e la violenta risposta del pesce ci fa pensare al peggio. Andrea con maestria piega la canna verso destra permettendo al pesce di ritor-
A Stefano gli girano le scatole. Non si arrende all’idea di vedersi relegato in fondo al gruppo. Giampietro lo rincuora e gli fa notare un aspetto ai più sfuggito. Essendo il primo della fila, Stefano ha la passata continuamente disturbata dai numerosi gorghi presenti lungo la linea di pesca. La sua montatura è molto spesso in balia dei “rigurgiti” di corrente provenienti dalla sua sinistra. In queste condizioni conviene allora allargare ulteriormente il raggio d’azione andando ad insidiare i pinnuti dove il flusso di corrente, sebbene più sostenuto, è più uniforme. Con pazienza certosina Stefano ricomincia tutto da
■ Giampietro con l’ennesimo cavedano…la classe cristallina di una vera e propria macchina da pesca.
capo e dopo aver copiosamente ripasturato rilancia speranzoso la sua insidia più a largo. Una, due, tre passate e il suo galleggiante improvvisamente affonda. La ferrata è immediata e altrettanto lo è la prima fuga del pesce che in un battibaleno si è portato via 20 mt di filo. Con destrezza Stefano smorza le testate del pesce addolcendo con il movimento calibrato dell’avambraccio l’azione della
sua 7 mt e dopo poco l’ennesima grossa savetta viene portata a tiro di guadino. La soddisfazione per lui è grande e la contentezza gli si legge in volto. Non passa nemmeno un minuto che Giampietro ferra rispondendo ad una veloce affondata del galleggiante. Ora i metri di filo usciti fuori dal mulinello sono una trentina e la potente fuga del grosso pesce, che sembra non si sia nemmeno accorto di esse-
re allamato, non si smorza. “Questo è un barbo”, sentenzia Giampietro intento ad assecondare le continue testate. La lotta però dura ancora per pochi istanti. Il terminale cede e il pesce riacquista anzitempo la libertà. “Vabbè era troppo grosso” glissa il campione con aria fatalista. La pescata è andata avanti per un’altra mezzoretta. Il tempo
■ Un bella foto di gruppo con al centro il padrone di casa Enzo che alla fine della pescata ci ha rifocillato con salumi, formaggi ed un buon bicchiere di vino.
necessario ad Andrea e Stefano di colmare un poco il precedente svantaggio. Poi tutti a rifocillarci. Pane ancora caldo e saporiti salumi innaffiati da un buon vino. Il cicerone Enzo si è trasformato in un perfetto “padrone di casa” che non fa mancare proprio nulla ai commensali accorsi alla sua tavola. E’ davvero la maniera giusta per terminare quest’uscita. Natura, pesci ed allegra compagnia…… cosa chiedere di più dalla vita? 43
PESCA AL COLPO
I
In Romagna è piovuto molto nelle settimane tra fine maggio e inizio giugno, impedendo di fatto per un lungo periodo l’esercizio della pesca agli amanti dei furbi cavedani e dei potenti barbi. In queste settimane l’alternativa al fiume è stato il canale dove i pesci presenti hanno assicurato sempre abbondanti pescate e comunque poco importa se a far affondare il galleggiante sono breme e non cavedani, l’importante è andare e catturare. Il tempo di metà giugno ha girato per il
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Due tecniche a confronto per due pesci difficili: barbi e cavedani. Un’interessante sfida sul fiume Savio tra due attrezzi d’eccellenza di casa Daiwa: una bolognese e una roubaisienne. Testo e foto di Alessandro Scarponi http://matchfishingitaly.blogspot.com/
verso giusto e così anche le limacciose acque dei fiumi romagnoli, come il Savio e il Bidente, hanno ritrovato la rinomata trasparenza, certamente la migliore condizione per insidiare i pesci tra i più sportivi in assoluto nel nostro paese quali sono i cavedani e i barbi. At-
tendevamo con impazienza queste condizioni necessarie per effettuare un’uscita di pesca anche allo scopo di testare alcune attrezzature recentemente prodotte dalla Daiwa, come la nuova roubaisienne Tournament Airity, firmata dal campione del mondo di pesca
al colpo William Raison, e la bolognese Daiwa Advanced Plume da 6 mt. Eravamo curiosi di vedere il comportamento di queste canne alle prese con una pesca difficile come appunto quella del cavedano e per questo test è stato scelto il fiume Savio, nel tratto che
scorre proprio nell’abitato di Mercato Saraceno, piccolo Comune della vallata cesenate che s’incontra percorrendo la super strada E45. A questa battuta di pesca hanno partecipato, oltre al sottoscritto, anche Ivano Rossi che è uno dei tre titolari insieme a Luigi e Cesare del negozio Hunting & Fishing di Scarpellini situato a Savignano sul Rubicone, Arcadio Buscarini e Giancarlo Mazzoni della società Valle Savio di Cesena, profondi conoscitori di questo fiume e forti agonisti di pesca pratica. Il Savio è un emissario del lago di Quarto, nasce dal monte Coronaro, massiccio del monte Fumaiolo, e termina la sua corsa nel mare Adriatico in località Lido di Savio a Ravenna, dopo aver percorso e bagnato numerose
località tra le quali la città di Cesena. Lungo ben 90 km, raccoglie le acque di più vallate grazie ai suoi numerosi torrenti e affluenti. Bellissimo e facilissimo da percorrere è il tratto di fiume che scende dalla diga di Quarto fino alla Centrale idroelettrica. E’ particolarmente indicato per la pesca grazie ai suoi numerosi gorghi ricchi di diverse specie ittiche. Molti sono i cesenati e i ravennati che in questo tratto di fiume, proprio grazie alle sue acque limpide ed alla sua rilevante valenza paesaggistico am-
bientale, alternano le loro giornate trascorse nel caos della frenetica riviera romagnola ad altre piacevolissime a stretto contatto con la natura nella calma più totale. Il Savio in condizioni normali è un fiume la cui corrente è ridotta ai minimi termini grazie al controllo del flusso esercitato dalla diga di Quarto. Ci troviamo in uno striscio denominato dai pescatori locali “lo striscio delle oche” ed è situato proprio all’interno della ridente cittadina di Mercato Saraceno, dietro al campo sportivo da cal-
■ La pesca del cavedano con lenze leggerissime trova la massima esaltazione con una canna ad innesti fuori dal comune come la Airity, l’ultima nata in casa Daiwa. Questa roubaisienne, firmata da Will Raison, è capace di assicurare leggerezza e prontezza nella ferrata, proprio quello che ci vuole per insidiare pesci con terminali finissimi.
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Derby romagnolo tra bolognese e roubaisienne
cio. Per raggiungerlo bisogna percorrere la SS E45 e uscire a Mercato Saraceno, entrare nel centro storico del paese e, una volta raggiunto il campo sportivo, siete arrivati. Il posto di pesca in questione è quello che vi troverete davanti contrassegnato da un’imponente rupe di pietra. Questo posto vale la pena segnalarlo perché ha delle caratteristiche particolarmente interessanti anche dal punto di vista tecnico. E’ comodo per pescare in quanto è facilmente raggiungibile con l’auto che può essere parcheggiata a pochi metri di distanza in un ombreggiato parcheggio e può accogliere diversi pescatori: inoltre, lo “striscio delle oche” è un posto molto frequentato dagli amanti della pesca pratica ma anche da quelli della pesca al colpo perché riesce sempre a regalare buone pescate. Vista la facilità che questo tratto offre a tutte le tecniche di pesca, abbiamo deciso di organizzare una sfida a cavedani con due tecniche diverse per vedere quale fosse la più competitiva: da una par-
te Ivano con la roubaisienne Tournament Airity della Daiwa e dall’altra Arcadio con la bolognese Daiwa Advanced Plume da 6 mt.
Ultimi preparativi In questo tratto del Savio il pesce non manca e i cavedani possono variare dai 2-3 hg fino ai 2 kg e, se poi entrano i barbi, il divertimento è assicurato. Qui convivono barbi nostrani e barbi europei. I primi possono arrivare a qualche etto di peso mentre i secondi a qualche chilo. Il barbo europeo è un vero e proprio concentrato d’energia, una furia della natura una volta allamato. Ogni tanto salta fuori anche qualche carpa che riesce con il suo spirito combattivo a mettere in difficoltà anche il più navigato dei pescatori. Insomma, quando il galleggiante affonda sul Savio nello striscio delle oche, non si sa mai chi possa essere stato, tra l’altro, in quest’area ben riparata, il pesce mangia anche in pieno inverno quando le temperatu-
re diventano proibitive. Ormai tutto è pronto e la giornata lascia presagire che sarà una bella sfida perché non capita tutti i giorni di trovare le migliori condizioni per una battuta di pesca. La lenza utilizzata da Arcadio sulla bolognese è molto fine, galleggiante da 0,20 montato su madre lenza dello 0,10, terminale da 0,8 e amo del 25 senza ardiglione della Gamakatsu serie 20 gp. La piombatura è distribuita in 25 cm utilizzando pallini del 13, con il primo sull’asola e gli altri a stringere verso l’alto. Qui il pesce è furbo e sospettoso e quindi va cercato ed invitato a mangiare con lenze invisibili. Solo quando si fanno vivi i barbi è conveniente ingrossare la lenza passando alla canna di scorta, più robusta, sulla quale dovrà essere montato un filo non inferiore allo 0,16. In questo posto il cavedano è talmente battuto al punto tale da renderlo sospettoso all’inverosimile: quando mangia aspira il bigattino e lo rilascia subito, costringendo il pescatore a numerose ferrate
Leggere ed affidabili, anche dopo molti lanci la stanchezza è assente 46
a vuoto. Il segreto è quello di pescare con galleggiante quasi completamente affogato, se non addirittura immerso sotto il pelo dell'acqua. La toccata del cavedano è spesso impercettibile, mentre quella del barbo o della carpa è quasi sempre decisa e prepotente; la mangiata del barbo la si legge subito sul galleggiante che accenna ad andare sott'acqua, si ferma e poi risprofonda per un metro sott'acqua. Tiri, e nove volte su dieci non lo prendi … vuol dire che hai una lenza troppo pesante. Ivano, invece, sulla punta a quattro pezzi di canna ha montato una lenza con galleggiante da 0,20 su madre lenza dello 0,11 e finale dello 0,9 e amo del 24 senza ardiglione.
Le attrezzature Per la pesca del cavedano serviva una canna leggera e pronta nella ferrata, come lo è la Tournament Airity della Daiwa. Sono due gli obiettivi raggiunti dalla Daiwa con questo innovativo prodotto: rispettare i nuovi regolamenti che limitano la lunghezza a 13 mt ed offrire una canna tra le più sottili e leggere al mondo. I tecnici Daiwa hanno inoltre privilegia-
■ La fase di recupero di un discreto cavedano catturato a passare in prossimità della sponda opposta. E’ li che si nascondono i pesci più grossi che, una volta allamati, mettono a dura a prova le lenze sottili.
to l’aspetto tecnico di affiancare ad una “downwforce” eccezionale tutta l’affidabilità necessaria per affrontare le impegnative specie di pesci del mutato panorama ittico italiano. L’attrezzo viene costruito nello stabilimento scozzese di Wishaw e per la costruzione della nuova canna si è optato per l’impiego del carbonio esclusivo Daiwa “super MSG” e dello ”ITS” (integrated taping system). La canna Tournament Airity ha nel quarto, quinto e sesto pezzo il suo punto di forza perché queste sezioni sono strategiche per la canna assicurandone rigidità, robustezza e resistenza alla compressione. La canna bolognese utiliz-
■ Una giornata sul fiume per effettuare la pesca pratica richiede poche cose, contrariamente alla pesca al colpo: stivali alla coscia, canna con mulinello, marsupio per gli accessori di ricambio, il cestello con la fionda fissa per le esche e la nassa per conservare il pesce.
zata da Arcadio invece è la Advanced Plume, ovvero la canna ideale tra le bolognesi di casa Daiwa, realizzata con carbonio di altissima qualità. Azione pronta e reattiva quanto una canna da spinning… proprio il top per la pesca dei cavedani con fondali medio bassi e terminali sottili, davvero una canna da pescatori VIP.
Inizia la tenzone Alle 15,30 la pesca ha inizio, il sole risplende su tutta la Romagna e tra poco su questo posto arriverà anche
l’ombra che renderà ancora più gradevole il tempo trascorso in riva al fiume. La pasturazione è fatta da piccole ma continue manciate di bigattini, 10/12 per volta, e sull’amo sia Ivano che Arcadio hanno innescato il caster. All’inizio questa esca ti permette di evitare l’alborella che, pur non numerosa, tende nelle prime battute ad attaccare l’esca viva. Arcadio allama il primo, un cavedano sui tre etti che piega tutto il vettino della canna Daiwa Advanced Plume; il pesce dalla livrea argentata fa un po' di rumore ma poi si arrende. Stiamo nello striscio delle oche circa un'ora e le catture si susseguono senza tregua. La roubaisienne è perfetta, pesca meglio della bolo perché in questo posto la lenza leggera viene accompagnata in corrente lungo la scia della pasturazione. La bolognese Tournament VIP, invece, ha dalla sua la possibilità di gestire le fughe dei grossi pesci attraverso l’ausilio della frizione del mulinello. Dopo un'ora di pesca diversi cavedani sui tre etti di media sono finiti nella nassa di entrambi i cannisti insieme ad un pezzo vicino al chilo catturato 47
Derby romagnolo tra bolognese e roubaisienne
■ A sinistra il mulinello Daiwa modello Specialist 2500, provato nella sfida di pesca in fiume, ha superato brillantemente il confronto con altri mulinelli a bobina chiusa assicurando maggiore fluidità nella scorrevolezza del filo. Sopra fanno bella mostra di sé gli accessori utilizzati e provati in questa uscita di pesca sui cavedani e alcuni grossi barbi.
■ Ecco l’idroelastico utilizzato dal campione del mondo Will Rasion con il quale, al mondiale per nazioni di pesca al colpo effettuato l’anno scorso a Spinadesco, è riuscito a portare a guadino tanti pesci di piccola e grossa taglia. A destra, una geometria tipo di piombatura molto adatta per la pesca in acqua a corrente medio lenta proprio come quella del Savio a Mercato Saraceno.
a roubaisienne. La battaglia con questo bel pesce è stata dura e nella circostanza la canna Airity ha mostrato tutta l’affidabilità dichiarata. Un ruolo importante l’ha svolto l’idroelastico della Daiwa, quello azzurro utilizzato da Raison ai mondiali di Spinadesco nel 2008, che ha ammortizzato a meraviglia le fughe verso la corrente del grosso cavedano. Alle 17,00 sul posto 48
di pesca è arrivata l’ombra e verso sera di solito entrano i barbi attirati dalla continua pasturazione effettuata. La pesca del barbo può essere fatta in due maniere: la prima appoggiando tutto il terminale e il primo pallino completamente sul fondo; la seconda pescando a galla. Si, avete letto bene … qui i barbi si catturano a galla come i cavedani. Il baffuto si alza dal fondo per
incontrare con più facilità le esche lanciate a mano per la pasturazione; basta un metro d’acqua e calare la lenza subito dopo il lancio dei bigattini e la nostra esca si confonderà con le altre lanciate e la mangiata sarà assicurata. Detto fatto, le mangiate adesso sono un po’ più rade ma di calibro diverso. Il pesce grosso sembra entrato in zona di pesca. In questo caso non ha senso con-
tinuare ad utilizzare lenze sopraffine da cavedano, meglio ingrossare; infatti Ivano ripone la Airity e allunga la nuova canna da carpe Daiwa SR4 che è in grado di affrontare pesci extra-large. Le caratteristiche di questo attrezzo sono la rapidità d’azione ed una equilibratura di eccellente livello. E’ il top della gamma TDSR con un peso contenuto di 850 gr a 13 mt di estensione. La lenza
in questo caso è formata da un filo diretto dello 0,16 con amo n°16 su cui sono innescati 2 bigattini bianchi. Due manciate di bigattini più cariche e subito il galleggiante affonda deciso, si ferra e capiamo che attaccato all’amo c’è un grosso barbo. L’elastico regge bene e la lotta si fa dura. La canna si sta comportando benissimo curvando in modo armonioso. Il barbo inizia a spingere sull’acceleratore infilandosi dentro alcune ramaglie sull’argine opposto vincendo la sfida con il pescatore. Anche Arcadio sta cercando di catturare un grosso barbo, forza con la pasturazione di bigattini lanciati a mano, abbassa la piombatura raccolta in 10 cm e fa calare la lenza in prossimità di un rigiro d’acqua. Decide di cercare il pesce grosso non nel centro della corrente del fiume dove la profondità è maggiore, ma dove l’acqua torna indietro. Arcadio conosce bene le abitudini dei barbi del Savio e di li a poco, infatti, si ritrova con un grosso
pesce in canna. La fuga del pesce verso la sponda opposta e immediata e violenta tanto da mettere a dura prova anche la frizione del mulinello. La frizione emette un suono prolungato che fa capire come difficile sarà la battaglia. Alla fine, dopo 20 minuti di combattimento, il barbo è vinto. E’ di taglia maxi dal peso vicino ai 2 kg. Anche il mulinello Daiwa ha fatto bene la sua parte completando l’opera, così, verso le 18,00 la sfida si è chiusa.
Finale inaspettato Si va alla verifica del pescato e con grande stupore la bilancia fa registrare pesi davvero interessanti. Vince questa insolita sfida la bolognese di Arcadio con oltre cinque chili di pesce, mentre la roubaisienne di Ivano chiude due pesci in meno. Una bella pescata davvero quella effettuata sul fiume Savio a Mercato Saraceno, dove sono state verificate le caratteristiche tecniche di alcuni
■ Una bella panoramica di tutta l’attrezzatura utilizzata in questa simpatica “sfida” dove si sono messe in luce, oltre alla bravura dei partecipanti, le grandi qualità dei prodotti impiegati.
prodotti Daiwa che stanno incontrando grande consenso tra gli appassionati pescatori. Risultato: promosse a pieni voti sia la bolognese Daiwa Advanced Plume sia le due roubaisienne Tournament Airity e la SR4. Un ringraziamento al centro autorizzato per la vendita dei prodotti Daiwa Scarpellini “Hunting & Fishing” situato a Savignano sul Rubicone. 49
LEDGERING Parallelamente ad un approccio rivolto alla generalità delle specie, esiste un approccio volto alla ricerca e selezione degli esemplari di taglia di una singola specie. Dopo un’introduzione alle tecniche specialistiche, questa seconda parte sarà dedicata ad una delle tattiche e uno dei feeder più devastanti: il method feeder! Testo e foto di Fernando Carnevale e Francesco Di Veronica
Getting started 2 Parte with Ledgering a
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i norma è difficile, nell’ambito della pesca sportiva, riuscire a datare con precisione l’inizio di un qualcosa e ad individuarne i protagonisti. Basta chiedersi ad esempio chi ha inventato la bolognese o la barbara e in che anno. Per le tecniche specialistiche è possibile. Probabilmente alcuni lettori conoscono questa storia, molti altri no. Quella che vi racconterò è la storia dell’inizio degli approcci e delle tecniche specialistiche che stanno prendendo e prenderanno sempre più piede nella nostra penisola. Nel lontano 1952 un signore in-
glese di nome Dick Walker fece una cattura che avrebbe rivoluzionato la pesca. Catturò la prima carpa superiore alle 40 lb, poco più di 44 per l’esattezza, circa 20 kg, in un’epoca in cui era impensabile che una carpa potesse raggiungere tali dimensioni. La soprannominò “Ravioli” a causa della quantità di cibo del quale si pensò potesse alimentarsi. Le sue dimensioni colpirono talmente che fu portata allo zoo di Londra dove fu esposta in un grosso acquario e in cui visse per altri vent’anni. Lo staff dello zoo la chiamò “Clarissa”. L’anno successivo, intor-
no al signor Walker, divenuto una leggenda nella pesca anglosassone, si formò un gruppo di pescatori che iniziarono a mettere insieme le loro conoscenze per studiare e capire il metodo per ripetere quella cattura. Questo è ricordato come il primo gruppo di pescatori dediti alla ricerca di esemplari di taglia di una sola specie, il gruppo che ha aperto la via verso la creazione di altri gruppi dediti
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■ Due method feeder pronti per andare in acqua. Nel primo la microboilies è nascosta, nell’altro è sul metodo ma esterna. Il contrasto di colore tra pastura ed esca serve a mettere in risalto quest’ultima.
alla ricerca della taglia. Da allora si sono formati diversi “Specialists Groups” e non esiste specie in UK che non abbia un’organizzazione completamente dedita ad essa.
Devastante: una palla di pastura con in mezzo l’innesco, l’inganno perfetto! Non solo gruppi, ma sempre più singoli pescatori si specializzarono in una specie, studiandone comportamento ed alimentazione in maniera quasi scientifica. Di conseguenza, ■ Chi può resistere ad una mini boilies da 8 mm servita su un piatto colmo di pastura? Questa presentazione si ottiene con i method piatti (ultimi in basso). Al centro i più classici method con le alette.
nel tempo i produttori iniziarono a studiare e produrre attrezzi per assecondare le esigenze di queste discipline e soddisfare la domanda crescente. Questa è l’origine del carpfishing, del barbel fishing, del tench fishing, del catfishing, per parlare di qualcosa di molto attuale, e di tutte le discipline specialistiche rivolte alla selezione degli esemplari di taglia di una specie e delle attrezzature ad esse dedite, le Specimen e Specialist Rods, ovvero Carp Rods, Barbel Rods e così via. Il carpfishing viene oggi considerato per le sue peculiarità tecniche e le specificità non replicabili una tecnica a sé stante, come anche il catfishing.
Il method feeder Questo è l’inizio di una serie dedicata alle tre principali classi di pasturatori di cui non possiamo assolutamente fare a meno per la nostra tecnica e dei quali presenteremo le caratteristiche principali per dare a chi inizia una piccola guida alla scelta. Una cosa però deve essere chiara sin da subito: un pasturatore non è solo un mezzo per portare la cibatura sul fondo, ma è uno strumento per ottenere una determinata presentazione di pastura ed esca in un determinato contesto. Se non abbiamo presente questo non riuscire52
mo mai a spiegarci il perché dell’infinita varietà di pasturatori presenti sul mercato e non riusciremo mai a capire quali scegliere in determinate situazioni e come utilizzarli. Quale miglior pasturatore per spiegare questo concetto se non il method feeder? Il method feeder o frame feeder, pasturatore con telaio, o metodo, a differenza degli altri pasturatori per sfarinati, non ha una struttura contenitiva cilindrica o a rete ma ha un telaio piombato attorno al quale la pastura va pressata fino a formare una palla. Ciò da la possibilità al pesce di alimentarsi, prendere particles, mais, pellets direttamente dal feeder, non essendone impedito dalla struttura cilindrica degli altri pasturatori da sfarinati. Questo è molto importante, infatti, se noi osserviamo il comportamento di un pasturatore aperto una volta sceso sul fondo, noteremo che la pastura, sciogliendosi, si dispone all’interno o appena fuori la sua struttura. Un pesce attratto dalla pastura la prima cosa che farà, spesso molto prima che questa si sia disciolta, è aggredire con colpi e testate il feeder per cercare di prendere il suo contenuto. Queste testate, boccate, si riverberano sul quiver facendolo vibrare e piegare decisamente qualora un bel pesce riesca a spostare il pasturatore.
A queste false mangiate molto spesso si ferra senza successo, trovando l’esca intatta, che in realtà non è stata mai aggredita, lasciandoci un pochino perplessi. Questo comportamento è tipico di ogni specie, cavedani, carpe, breme, gardon e avviene con ogni feeder. Capita questa dinamica, alcuni pionieri decisero di realizzare un pasturatore senza ostacoli per il pesce, vicino al quale o all’interno del quale nascondere l’esca con un corto finale. Giunta sul feeder e dopo aver iniziato ad alimentarsi, qualsiasi preda non ha scampo, a ridosso del pasturatore o tra la pastura sciolta prenderà l’esca, spessissimo per prima e senza alcun sospetto. Per le carpe in assoluto è una tattica devastante, specie se sono in competizione alimentare come nei carpodromi, ma anche per molte altre specie che si cibano sul fondo, rispetto alle quali con esche appropriate il method feeder consente di selezionare solo gli esemplari di taglia, siano carassi, breme, tinche ma non solo.
Come caricare un metodo piatto ■ 1. Mettere in una mano il metodo e nel palmo dell’altra un po’ di pastura ■ 2. Pressare con due dita il metodo sulla pastura stringendo la mano ■ 3. Il risultato è un metodo con le alette appena coperte ■ 4. Mettere dell’altra pastura sul palmo della mano e poggiare al centro di essa l’innesco semplicemente sollevando la mano con il metodo ■ 5. Pressare nuovamente il metodo sulla pastura coprendo l’esca aiutandosi con le dita per dare la forma ■ 6. Ecco il risultato: l’esca è tra il primo strato che copre le alette e il secondo. Non appena quest’ultimo si scioglie l’esca è immediatamente visibile su un tappeto di pastura. 1
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■ Le carpe sono i clienti principali del method feeder ma non sono gli unici: tutte le specie possono essere insidiate a method usando le dovute proporzioni. Questa regina è caduta su un method auto costruito dall’autore.
Le tipologie Due sono le tipologie di method più diffuse sul mercato, i method con alette e i method piatti. I primi hanno tre alette plastiche verticali unite attorno ad una sezione cava, un tubino dove passare la lenza madre ed un piombo centrale. I secondi sono invece piatti con piombo sotto esteso e delle piccole alette orizzontali, alette che in entrambi servono per trattenere la pastura. Il vantaggio dei piatti è che, avendo il piombo sotto, una volta in acqua si posizionano sempre con questo a terra rivolgendo pastura ed esca verso l’alto, mentre negli altri è possibile che l’esca nascosta tra la pastura finisca tra le due alette poggiate a terra, rendendo più difficile e laborioso per il pesce raggiungere l’innesco. Oggi anche i method feeder classici ad alette verticali sono realizzati con piombo decentrato su una o due di queste, in modo da garantire la presentazione dell’esca verso l’alto. Alcuni method fee54
der sono dotati di un elastico centrale ammortizzatore utile ad assorbire le reazioni del pesce. I migliori sul mercato sono i Drennan In-Line Method Feeders, i Fox Carp Feeders, e i Korda Bait Up Method Feeders, mentre per i piatti i Korum Carp Feeders, I Preston In-Line Flat Method Feeders ed infine I Fox Flat Bed In-Line Method Feeders, tutti e tre disponibili anche nella versione con elastico.
Le montature L’argomento è molto ampio e vario, ci limiteremo ad indicare due montature di base. La stragrande maggioranza dei method feeders sono in-line, cioè con filo passante all’interno. Possono essere montati Running o Semi-fixed. Nel primo caso si passa la lenza madre all’interno del method, poi si mette una perlina in gomma di battuta e si lega una girella, facendo attenzione ad inserire la perlina nell’occhio della girella. A questa poi si lega il finale, che dovrà essere sempre
corto, tramite un’asola, sia che si nasconda l’esca nel metodo sia che si lasci fuori per una lunghezza pari a quella del metodo, al di massimo 25-30 cm; il metodo sarà libero di scorrere sulla lenza madre, quest’ultima mai inferiore allo 0,22 mm. Nella montatura semi fissa non va messa la perlina di battuta e la girella va infilata nella sede bassa, apposita, del method feeder fino a lasciare fuori l’occhio della girella dove applicare il finale. Dobbiamo solo far attenzione a scegliere la girella che si incastra perfettamente nel foro; alcuni produttori la distribuiscono insieme al metodo, come Drennan. In questo caso il metodo non è scorrevole ma semi fisso sulla lenza madre. I finali,
nella montatura semi fissa, ma quello che diremo è valido sempre anche se le scorrevoli ci danno un margine per scendere, non devono essere mai realizzati con diametri sottili, visto che sul finale, praticamente privo di elasticità data la ridotta lunghezza, grava lo strappo in fase di mangiata che è molto violento e l’intero combattimento. Per questo motivo mai scendere sotto lo 0,20 mm usando in alternativa al nylon trecciati da 10 lb, 12 lb e 15 lb, salendo se si ha a che fare con carpe extra large. Di norma si usano in abbinamento ai method feeders boilies, pellets e mais, essendo una tattica rivolta principalmente alle carpe. La pastura dovrà essere piuttosto collosa e abbastanza tenace da modellarsi bene sul metodo senza staccarsi durante la fase di lancio, ma non essere troppo dura da impiegare eccessivo tempo prima di sciogliersi in acqua e scoprire l’esca. Al suo interno possiamo aggiungere particles ma non bigattini, perché col loro muoversi causano lo sfaldamento della pastura prima che questa sia giunta sul fondo, oltre a notevoli difficoltà nello stringerla sul metodo. Infine, dobbiamo sempre tenere a mente che le montature semi fisse sono auto ferranti: il pesce si allama da solo contro il peso del metodo che è bloccato e, sentendosi punto, parte velocemente: è d’obbligo quindi tenere aperta la frizione per evitare che la canna finisca in acqua e non ferrare con forza, basta sollevare appena la canna e iniziare il combattimento. In bocca al lupo!
Cosa non si deve fare Mai utilizzare un metodo con elastico ammortizzatore in ambienti con ostacoli in acqua o sul fondo. I metodi con elastico sono fissi, in caso di rotture sulla lenza madre il metodo resta appeso al pesce tramite il finale provocandone la morte a causa dell’impossibilità di liberarsene. Questo non avviene coi metodi semifissi e scorrevoli.
PESCA AL COLPO Un’uscita inconsueta per la tecnica della pesca al colpo all’interno di un carpodromo e nel bel pieno della calura estiva, alla ricerca però di pesci di taglia insieme ad un grande campione: Massimo Ardenti. Testo e foto di Giovanni Todesco
A caccia di taglie
“OVER SIZE” 56
■ L’autore con una carpa di 12 kg: la cattura di pesci del genere, specie se effettuata con attrezzatura leggera, è sempre motivo di grande soddisfazione.
S
iamo nel periodo più caldo dell’anno e affrontare un’uscita di pesca che non sia in notturna comporta davvero molto sacrificio: le elevate temperature non invogliano ad effettuare lunghe sessioni in riva al fiume o al lago se non ne vale veramente la pena o se non siamo obbligati dagli appuntamenti agonistici, tuttavia, quando l’occasione è di quelle veramente “speciali”, allora qualche ora con la canna in mano anche sotto il solleone la si può trascorrere, a patto che ci si organizzi bene riparandosi dalla calura con un buon ombrellone e svariati litri di bevande fresche pronte a lenire le nostre “sofferenze”. L’occasione buona l’abbiamo avuta quando, decisi a lottare con pesci veramente grossi, siamo venuti ai laghi Tredenari a Torrimpietra (RM) in compagnia di un vero “guru” della pesca al colpo: il campione Massimo Ardenti, un fuoriclasse in tutte le tecniche che ogni tanto non disdegna di fare il “tira e molla” con prede di grande mole. Abbiamo chiesto a Massimo quali fossero le tecniche migliori per insidiare le grandi carpe estive e lui ci ha risposto senza esitazione: a galla con il bigattino e a bolognese con il pastarello.
■ Il campione romano Massimo Ardenti ci ha guidato in questa sessione di pesca ai laghi Tre Denari, uno degli spot più conosciuti e frequentati nel centro Italia per la cattura di carpe di grandi dimensioni.
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A caccia di taglie “over size” te con la canna roubaisienne, mentre l’innesco del pastarello trova nella canna bolognese il miglior connubio possibile. Nei carpodromi la scelta tecnica può ricadere sull’uno o sull’altro sistema indifferentemente, si tenga conto sempre che la “rouba” offre una precisione di pesca senza pari, mentre la “bolo” concede qualche margine in più di successo nei confronti di pesci molto grandi o particolarmente “infuriati”.
■ Nulla va lasciato al caso se si vuole portare a buon fine la cattura: l’attrezzatura deve essere di primo ordine e ogni particolare va curato con la massima attenzione.
Roubaisienne a galla
Tecniche a confronto I due sistemi, entrambi ad alto potere catturante, hanno caratteristiche tecniche molto diverse e procurano vantaggi e svantaggi a seconda della
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chiave di lettura del pescatore e in funzione delle condizioni ambientali e climatiche. La pesca in superficie con i bigattini, usati sia per innesco che come forma di pasturazione, va effettuata categoricamen-
Viste le probabilità di incontro con pesci dalla mole notevole, è buona norma farsi trovare preparati e adottare attrezzature di prim’ordine. Dimentichiamo a casa tranquillamente le canne di prima fascia e mettiamo mano sui “muletti”, o canne da carpa che siano, qualora queste fossero dotate di vettino tradizionale non esitiamo a toglierlo del tutto, montando l’elastico direttamente sul sottovetta: se invece la nostra canna è dotata di vettone, effettuiamo il taglio in modo che il foro d’uscita risulti di almeno 5 o 6 mm. Per quanto riguarda le montature non conviene scendere nel diametro dei travi al di sotto dello 0,18 mm, preferendo anche lo 0,20 o 0,22 mm. I galleggianti da impiegare dovranno essere rigorosamente a filo passante e con un’antenna robusta e di grosso diametro: lo stress su-
bito dal segnalatore durante la cattura di una carpa di svariati chili è enorme e, se adottassimo modelli tradizionali con l’anellino, questi verrebbero letteralmente “affettati” dal grosso filo in tensione, non parliamo poi di cosa succede quando nel pieno della lotta la carpa si slama improvvisamente e l’elastico rientra violentemente nella vetta generando un attrito enorme tra l’antenna del galleggiante e l’acqua e provocandone la rottura immediata. Le grammature difficilmente oltrepasseranno il mezzo grammo di piombo e la scelta più azzeccata ricade spesso su di uno 0,20 o 0,30 gr. La piombatura dovrà essere più semplice possibile ed è bene che venga realizzata con un bulk secco ed al massimo un pallino sull’asola di giunzione del finale o, nel caso di lenza diretta, a 25-30 cm dall’amo. La scelta di quest’ultimo deve ricadere su modelli dalla provata resistenza e dalla forma ad uncino tipo N 500 Colmic, serie 808 Tubertini, serie 44N Casini, tanto per fare degli esempi. Gli elastici, e qui viene il bello, hanno un ruolo fondamentale nella pesca ai pesci di taglia molto grande, una marcia in più l’hanno sicuramente i modelli cavi nelle misure comprese tra i 2,5 e i 3 mm: il loro fattore di allungamento è infatti nettamente superiore a quello dei modelli tradizionali e la gestione di prede nell’ordine dei 5-6 kg risulta nettamente facilitata. Se poi in canna ci troviamo una carpa di peso superiore ai
Lenze per pesca a galla
Lenza per pastarello
■ In ordine: i galleggianti a filo passante con antenna di diametro generoso sono i più adoperati per le pesche “forti”. Anche i modelli da trota privi di antenna e dal corpo compatto, con l’estremità superiore verniciata di color fluorescente, possono fare ottimamente il loro dovere. Segnalatori per la pesca con il pastarello. Particolare sul tubicino di un galleggiante a filo passante, sinonimo di robustezza e affidabilità.
■ In alto gli schemi di lenza usati da Massimo Ardenti per la pesca a galla e con il pastarello. In basso elastici ammortizzatori a confronto: in arancione il cavo da 2,8 mm, in giallo il tradizionale in lattice da 2 mm.
Cosa non si deve fare La cattura di pesci del peso nell’ordine dei 7/8/10 e più kg è subordinata all’attrezzatura con la quale ci presentiamo all’appuntamento, ma dipende molto anche dall’abilità del pescatore di saperli portare a guadino: regola n° 1, mai tentare di aggallare la preda lontano da riva e dove possibile effettuare il recupero tenendo la canna bassa e parallela alla superficie facendo tenere fondo al pesce, solo così avremo possibilità di domarlo. Regola n° 2, non tentare di effettuare la guadinata al volo senza aver tirato fuori dall’acqua la testa del pesce, le ripartenze improvvise sono molto spesso difficilmente controllabili.
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A caccia di taglie “over size” ■ Le grandi carpe degli impianti sportivi sono molto smaliziate e difficilmente abboccano ad un innesco eseguito in modo approssimativo: le offerte di cibo devono essere di ottima qualità e dalla presentazione impeccabile. Di lato, assortimento di pasture specifiche per la pesca alla carpa. In basso, particolari sugli inneschi del bigattino per la pesca a galla e del pastarello.
10 kg, allora ci renderemo realmente conto dei numerosi vantaggi che dà un ammortizzatore di questo tipo rispetto ad uno di vecchia concezione.
La pasturazione alla base del successo Massimo ci spiega che nella ricerca dei grossi esemplari è determinante la forma e la quantità di pasturazione: pesci del genere vanno stimolati con abbondanti fiondate di larve sfuse proprio sul galleggiante; pensare di affrontare una sessione del genere con meno di 2 kg di bigattini potrebbe voler dire riuscire a pescare bene solo per un’ora o poco più. Le abboccate vanno cercate anche stimolando visivamente i pesci con continui inviti dell’esca: le carpe dei laghetti, soprattutto se di grandi dimensioni, hanno già conosciuto l’amo molte volte e, dovendo montare monofili di diametro sostenuto e ami non proprio minuscoli, dobbiamo stimolarle ad aggredire il ciuffetto di larve con con-
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tinui saliscendi della montatura, alzando la canna fino quasi a far emergere l’amo per poi farla ridiscendere. Le mangiate saranno molto spesso precedute da una serie di false tocche che ci segnalano l’arrivo dei pesci nella zona pasturata. Una volta allamato il pesce, sarebbe buona norma, almeno nelle prime fasi del combattimento, continuare a fiondare larve per non disperdere l’eventuale branco che si sia messo in pastura.
Con il pastarello Esca principe per la carpa ma vietata in competizione, il pastarello costituisce un richiamo irresistibile, specialmente nel periodo del grande caldo; il suo utilizzo come innesco è strettamente correlato alla pasturazione effettuata con gli stessi sfarinati usati per il suo confezionamento. Il suo impiego ideale prevede l’uso della canna bolognese sia per poter esplorare zone d’acqua fuori dalla portata della canonica 13 mt, sia per far fronte,
con l’ausilio del mulinello, alle sfuriate dei pesci più grandi. Massimo suggerisce di confezionare l’impasto destinato all’innesco bagnandolo un po’ più del dovuto e lavorandolo in modo da ottenere un composto molto morbido al tatto, tale da reggere appena l’innesco e un lancio sottomano: il motivo, ci spiega, risiede nel fatto che le carpe dei laghetti gradiscono più di quanto si pensi un’esca molto morbida, ed in secondo luogo si aumenta la probabilità di ferrare correttamente il pesce. La montatura dovrà essere costruita su di un buon 0,20-0,22 mm caricato sul mulinello, con un galleggiante di provata affidabilità di peso variabile tra i 3 e i 5 gr, zavorrato con circa la metà del piombo necessario a tararlo, amo legato direttamente al trave di misura compresa tra un n°2 ed un n°6. L’appoggio in terra sarà limitato a qualche centimetro e talvolta si ottengono ottimi risultati anche presentando questo tipo di innesco sollevato dal fondo o addirittura a galla: ecco
quindi l’importanza di non tarare eccessivamente il segnalatore che potrebbe dover sostenere il peso dell’esca staccata da terra.
Forti emozioni La pesca con tecniche “leggere” a pesci di mole importante sa regalare emozioni forti e l’adrenalina che si sprigiona quando una carpa di 12 kg fa allungare l’elastico è tanta; quando il galleggiante affonda, allacciamo le cinture di sicurezza e prepariamoci a combattimenti che talvolta possono durare parecchi minuti, una volta guadinati però, liberiamo i pesci subito dopo la cattura e la foto di rito: questi infatti soffrirebbero a dismisura una prolungata detenzione in nassa e, soprattutto con le temperature estive, adottiamo le solite accortezze da buoni pescatori sportivi nello slamare le prede e nel farle riossigenare adeguatamente prima del rilascio, loro sapranno regalarci attimi emozionanti anche la prossima volta.
CARPFISHING
ARMATI di tutto punto
N
el vasto panorama delle tecniche di pesca, sicuramente il carpfishing, più di ogni altra disciplina, per essere praticato al meglio necessita di una vasta gamma di accessori tali da consentire, oltre ad una perfetta azione di pesca, il piacevole soggiorno sulle sponde del lago, in alcuni casi per lunghi periodi. Sicuramente l’estate induce anche i pescatori più pigri ad affrontare sessioni di pesca prolungate; del resto, in una
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tecnica come il carpfishing, spesso per ottenere buoni risultati, quando il lavoro e gli impegni familiari lo consentono, è preferibile protrarre le nostre battute di pesca per aumentare le possibilità di successo. Per soggiornare molto tempo in riva ad un lago o ad un fiume, però, e rendere piacevole la nostra sosta, è necessario disporre di un’attrezzatura adeguata per allestire la nostra postazione in modo razionale ed efficace, senza lasciare nulla al ca-
Poche discipline si avvalgono di una quantità di attrezzatura quanto il carpfishing, una tecnica che, indipendentemente dalle canne e dai mulinelli, necessita di tutta una serie di accessori, molti dei quali assai sofisticati e spesso costosi. Vediamo insieme di cosa abbiamo realmente bisogno e come scegliere l’attrezzatura migliore. Testo e foto di Alfonso Vastano
so e, cosa assai importante, nel pieno rispetto della natura. In altre parole, considerando anche il periodo di meritata vacanza, per molti di noi è questo il momento di programmare le nostre uscite più importanti, studiare a fondo gli itinerari possibili, ma soprattutto è il momento di visionare tutta la nostra attrezzatura ed eventualmente fare nuovi acquisti. Un’operazione fondamentale, sia per i pescatori più esperti, sia per quelli alle “prime armi”
che intendono iniziare “l’avventura” in questa stupenda disciplina che è il carpfishing.
Una scelta importante Superfluo puntualizzarlo, le canne e i mulinelli, come in ogni tecnica di pesca, ricoprono un ruolo importantissimo e spesso è pro-
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Armati di tutto punto
prio dalla loro bontà che dipende il buon esito delle nostre battute di pesca. Detto questo, i carpisti italiani, pur essendo molto esigenti, spesso non hanno le idee troppo chiare, pretendono molto dalla loro attrezzatura senza però effettuare scelte precise e mirate sul reale utilizzo della stessa, con il risultato che in molti casi si trovano ad impiegare attrezzi non adeguati alla situazione specifica, indipendentemente dalla qualità dell’attrezzo stesso. In sostanza, se siamo particolarmente attratti da battute di pesca impegnative, svolte in condizioni difficili, come per esempio grandi laghi, attuando un’azione di pesca a lunga distanza o in presenza di ostacoli è necessario utilizzare canne potenti, di libraggio adeguato, in grado di sostenere recuperi impegnativi e capaci di contrastare la forza e la fuga di pesci di grossa taglia. Inoltre, se pretendiamo dai nostri attrezzi prestazioni di lancio esasperate, è indispensabile optare per modelli particolari, realizzati e concepiti per tale scopo. In questo caso la scelta non è facile e gli attrezzi andrebbero scelti in base alla struttura fisica, tenendo conto dell’altezza
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e della lunghezza delle nostre braccia. Il tutto si dovrebbe tradurre nel posizionamento esatto della placca portamulinello che, indicativamente per un individuo di altezza media che si aggira intorno al metro e settanta, è di circa 70 cm sul calcio, una posizione che permette una perfetta leva in fase di lancio. Al contrario, se abitualmente operiamo in fiume o piccoli canali, spesso abbiamo la necessita di utilizzare canne meno potenti, più morbide, in grado di ammortizzare le fughe laterali del pesce.
di buon diametro. Molti i modelli che possono essere impiegati e particolarmente apprezzati risultano i mulinelli provvisti di baitrunner, un meccanismo che consente, una volta reimpostata la frizio-
Mulinelli di ultima generazione Certamente uno dei settori maggiormente in evoluzione, quello dei mulinelli rappresenta oggi un comparto che ha fatto registrare, negli ultimi anni, un incremento sorprendente di modelli e di novità tecnologiche, alcune delle quali veramente eccezionali e impensabili solo pochi anni fa. Nello specifico, per quanto riguarda il carpfishing abbiamo bisogno di attrezzi particolarmente robusti ed affidabili e in grado di contenere grandi quantità di filo
■ Oggi il mercato offre una vasta gamma di mulinelli adatti al carpfishing, alcuni dei quali specificatamente dedicati a questa disciplina, nella struttura e anche nel look.
■ In alcune occasioni abbiamo bisogno di canne molto potenti, in grado di lanciare piombi pesanti o addirittura il rocket, un particolare pasturatore che serve per gettare in acqua grandi quantità di granaglie a notevole distanza.
ne, di sganciare la bobina liberando la fuoriuscita del filo. Una volta iniziato il recupero, con il semplice girare della manovella il meccanismo si disinserisce e le prestazioni del mulinello ritornano normali. Oggi il mercato, anche in questo settore, ha fatto notevoli passi in avanti ed esistono mulinelli che presentano questo ricercato meccanismo in testa alla bobina, inserito a ridosso della frizione: una soluzione che velocizza il suo utilizzo e semplifica notevolmente tutta l’azione di pesca. In ogni caso, quale che sia la nostra scelta, evitiamo modelli troppo piccoli e delicati, in quanto ci ritroveremmo spesso in grosse difficoltà e in molti casi potrebbero essere la causa della perdita dell’ambita preda. Infine, è questo l’attrezzo dove non è consigliabile optare per modelli troppo economici, non ne vale la pena. Diffidiamo quindi dei mulinelli a poco prezzo anche se dotati di un numero elevato di cuscinetti, una caratteristica che in molti casi, data la scarsa qualità dei componenti, risulta controproducente e che comporta, dopo poco tempo, un peggioramento della funzionalità dell’attrezzo.
Primi passi Come abbiamo accennato in precedenza, il carpfishing si avvale di una quantità elevata di accessori, molti dei quali, è inutile negarlo, molto costosi.
Va di conseguenza che la scelta debba sempre essere accurata e valutata attentamente, per non ritrovarsi poi a dover sostituire attrezzature inadeguate e poco efficienti. E’ questo il motivo per cui molti car-
pisti prestano nella scelta e nella sistemazione della propria attrezzatura una cura quasi maniacale e per molti di loro l’allestimento del campo rappresenta un vero e proprio rito. Altrettanto importanti,
■ Il rod-pod, un accessorio di grande importanza che deve sempre garantire la massima stabilità anche su terreni molto accidentati. Il materassino, indispensabile per le operazioni di slamatura, deve essere di misura adeguata a contenere agevolmente il pesce.
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Armati di tutto punto
Cosa non si deve fare Nella scelta della nostra attrezzatura evitiamo di seguire le “mode”, spesso ci portano ad acquistare prodotti di cui poi ci pentiamo, se non altro perché ci accorgiamo non essere indispensabili o poco adatti alle nostre esigenze. Nello specifico, per quanto riguarda la tenda e la branda, ricordiamoci che la prima deve essere assolutamente impermeabile e la seconda deve offrire ampie garanzie di comodità, meglio quindi se dotata di piedini regolabili. In ogni caso, non risparmiamo pochi euro su questi prodotti convinti della loro poca importanza: in realtà il confort nella nostra disciplina gioca un ruolo assai importante.
quindi, risulteranno tutti gli altri accessori riguardanti la nostra tecnica che dovranno essere scelti con cura, prestando la massima attenzione alla loro funzionalità e alla qualità, senza sottovalutare l’aspetto estetico, un fattore che nella nostra disciplina ricopre spesso un ruolo di rilievo.
gamma infinita di modelli, da quelli più ricercati e molto costosi, a quelli con prezzo assai ridotto. Attenzione, però, anche in questo caso è necessario che siano garantite alcune doti fondamentali: in pratica, un’assoluta impermeabilità e un suono ben udibile anche a grande distanza.
Rod pod
Accessori vari
In primo luogo, il rod-pod deve racchiudere in sé alcune caratteristiche fondamentali: la più importate è sicuramente la stabilità legata alle varie tipologie di terreno. E’ preferibile munirsi di ottimi picchetti, magari in acciaio inox, piuttosto che acquistare un rod-pod di qualità discutibile e scarsa efficienza.
Inoltre, occhio al guadino: ampio e robusto, dovrà essere dotato di manico sufficientemente lungo e presentare una rete a maglia sottile che non rovini il pesce durante il recupero. Infine, di non secondaria importanza, l’attrezzatura che riguarda il campeggio e la buffetteria. A riguardo oggi le migliori aziende di settore offrono una vasta gamma di prodotti, tutti di altissima qualità e adatti ad ogni esigenza. Borse e zaini di tutte le forme e
Avvisatori Stessa cosa dicasi per gli avvisatori: oggi il mercato offre una
dimensioni, materassini, ecc, realizzati con tessuti idrorepellenti e antistrappo di sicura efficacia, pratici da usare e belli da vedere. A tale proposito è bene ricordare che questi materassini devono essere ampi e ben imbottiti per preservare il pesce durante le operazioni di slamatura e mentre effettuiamo le foto di rito. Ottimi i modelli a “barca” che presentano le sponde laterali molto alte, un accorgimento che evita alla carpa di scivolare via dal materassino e consente un facile trasporto. Inoltre, non dimentichiamo di scegliere con
■ Per salpare in modo adeguato e senza recar danno al pesce, è necessario impiegare un guadino molto ampio e dotato di rete idonea, specificatamente studiato per la pesca delle grosse carpe.
Tanti accessori, piccoli e grandi ma tutti assolutamente indispensabili 66
cura il sacco porta pesci: anche in questo caso deve essere quello adatto a contenere senza danneggiarlo il pesce in vivo. Detto questo, ricordiamoci sempre che ogni qual volta è possibile è bene liberare immediatamente il pesce e, in ogni caso, mai mettere più di un esemplare per sacca. Infine, può sembrare superfluo e poco importante, ma nella preparazione della lista del materiale, cerchiamo di non dimenticare tutti quei piccoli accessori che rendono piacevole il soggiorno in riva al lago.
TROTA TORRENTE Un punto di riflessione utile per fare un esame di alcuni particolari spesso ignorati o lasciati alla superficialità. Guardare per riuscire a comprendere quello che la natura offre, ovvero leggere l’acqua e interpretare situazioni, possibilità...e dunque innescare ad arte e lavorare con astuzia, proponendo “giri” d’esca che servono a stanare l’aggressività tipica della trota più apatica. Testo e foto di Carlo Bergamelli
Una trota da
STUZZICARE 68
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l fiume è una realtà in continuo mutamento in ogni stagione, ma a volte anche da un giorno all’altro può offrire condizioni diverse, per colore, quantità e temperatura dell’acqua, per cambiamenti che può subire da piene che rimodellano parti di esso e, diciamolo pure, per interventi dell’uomo che costruiscono infrastrutture o “rubano” l’acqua con captazioni modificando il regolare flusso della stessa. Tutto questo mette alla prova noi pescatori e c’induce a cambiare continuamente attrezzature, tecniche ed esche per adeguarci al meglio alle condizioni d’ogni singola uscita. Per fare ciò serve esperienza ed essere in grado di leggere il fiume. Leggere il fiume vuol dire, oltre ad individuare le postazioni più ovvie delle trote, ad esempio un lato della corrente dove l’acqua rallenta o dove la profondità è maggiore, le classiche buche o le lame con acqua lenta ecc. ecc., anche quelle più difficili, come gli ostacoli posti sul fondo, le schiume formate da sassi semi affioranti dove molte volte si celano delle tane o giri d’acqua e turbolenze superficiali che ingannano l’occhio ma sotto di loro l’acqua rallenta formando postazioni ideali. Capisco, non è facile, specialmente per coloro che si avvicinano solo adesso a questa disciplina o per chi ha sempre e solo pescato nel sistema più classico, tuttavia con qualche suggerimento, passione, caparbietà e con il giusto tempo, si arriverà a guardare il fiume in modo diverso. Prima si notavano solo le postazioni migliori, le più ovvie, sicuramente le più belle ma anche le più frequentate dai pescatori e di conseguenza le più disturbate. Dopo, sono certo che si pescherà ancora in questi tratti, ma non si farà più l’errore di spostarsi da una buca all’altra con la montatura tra le mani e lo sguardo perso nel vuoto, ma si scruterà il fiume cercando di individuare qualsiasi eventuale postazione, immergendo la montatura in posti a volte quasi assurdi e meravigliandoci quando in alcuni di questi qualche trota addenterà la nostra esca. L’esperienza porterà poi a selezionare queste postazioni garantendo più concretezza alla nostra tecnica, facendo risparmiare tempo, perlustrando così un tratto maggiore di fiume, con l’ovvia conseguenza di incrementare la possibilità d’abboccate. Detto questo, cioè guardare per riuscire a comprendere quello che la natura ci offre, è mio intento parlarvi di una variante alla classica pesca in passata.
Tecniche alternative Predichiamo sempre sull’importanza di presentare l’esca nel modo più naturale possibile, di emulare lo scorrimento del cibo come se fosse trasportato dall’acqua, è vero per carità, ed è in assoluto la condizione più addescande e forse anche la più difficile da mettere in pratica, ma non sottovalutiamo la possibilità di presentare l’esca nella maniera più comoda possibile per la trota, specialmente dove ci sono condizioni di acque molto veloci. Trovarsi un boccone a portata di bocca senza doverlo inseguire spendendo troppe energie, in molti casi e più di quanto possiate immaginare: accende nella trota l’istinto di addentarlo. Oppure il movimento improvviso di un potenziale boccone, con pochissimo tempo a disposizione per decidere cosa fare, può indurla ad attaccare. Molte volte questo boccone non è identificato per quello che è effettivamente, un verme o delle camole, ma scambiato per una preda di tutt’altra natura. La rotazione dell’esca impressa dall’acqua con l’ausilio di un innesco ben effettuato simula appunto
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Una trota da stuzzicare
■ In alcuni momenti stagionali dove la trota si muove bene in caccia quasi aperta, è spesso preferibile diversificare il modo di proporre l’esca, lavorandola a recupero controcorrente e facendola roteare, piuttosto che eseguendo la classica passata. Si ingenera così un movimento molto stimolante e che imita il guizzare di un pesciolino o di un insetto alato, quasi uno spinning con esche naturali, ma dai risultati molto più adescanti del classico “ferro”.
un pesciolino o una farfalla o una qualsiasi altra forma d’invertebrato che la trota magari non riconosce, ma che gli fa esplodere quella carica d’aggressività e di predazione che è caratteristica della specie. Sarà capitato anche a voi alcune volte di effettuare passate naturali e, nel momento che iniziate il recupero o se non è troppo veloce anche durante il medesimo, che qualche trota insegua la vostra esca. Ebbene, ci possono essere condizioni nelle quali è più addescante la pesca a recupero che in passata.
La pesca “a tirare” È capitato diverse volte dopo temporali, quando il livello e il colore dell’acqua ritornavano alla normalità e le trote avevano la pancia piena, di notare che queste ignoravano il verme che scorreva naturalmente, ma lo aggredivano se si recuperava controcorrente facendolo roteare. Un’altra condizione, principalmente loca70
lizzata in classici tratti di fiume contornati da numerosi pioppi che nel mese di maggio liberano i propri fiori di colore bianco che raggruppati in batuffoli si appoggiano sull’acqua .., beh ragazzi io non lo so, ma pescando a “tirare” con le camole proprio in quel periodo, le abboccate si susseguono ad un ritmo certamente anomalo. È una tecnica che dà molte soddisfazioni specialmente nel
periodo di maggiore attività delle trote, maggio/giugno e settembre o in quei frangenti dove anche lo spinning è redditizio. Del resto, simpaticamente si potrebbe chiamare “pesca a spinning con esche naturali”. Il concetto è lo stesso, simulare una potenziale preda, con esche metalliche nel primo caso o con esche naturali nel secondo, con il vantaggio, nel secondo caso, che
Inneschi tradizionali
con la possibilità di usare canne lunghe e svariati tipi di piombature si possono raggiungere postazioni altrimenti difficili per il classico spinning, come ad esempio fondali con turbolenze o posti nascosti da detriti e vegetazione o in torrenti “sporchi” dov’è indispensabile rimanere ad una certa distanza ed il lancio è praticamente impossibile. Detto questo, non voglio assolutamente mettere sullo stesso piano le
due tecniche, ci mancherebbe, resta solo un concetto di massima. Una prerogativa che accomuna le due tecniche è anche la spettacolarità visiva. Molte volte si vede la trota inseguire l’esca a velocità elevata o staccarsi dal fondo salendo fino in superficie e questo fa battere forte il cuore, ampliando di non poco l’emozione. Nelle competizioni alla trota fario, questo sistema di pesca è indispensabile per stimolare materiale d’allevamento e, per merito dei garisti, si è perfezionato il sistema d’innesco, miscelando a volte esche diverse per ottenere un effetto cromatico e un tipo di rotazione il più adescante possibile. Queste esperienze, trasportate nella pesca alle selvatiche, hanno aperto una nuova finestra sul modo di interpretare la pesca e aggiunto una variante importante che in molti casi aiuta a completare il bagaglio tecnico di parecchi pescatori. Questo per affermare che se prima durante una battuta di pesca arrivavo di fronte ad una buca, facevo cinque – dieci passate e catturavo, bene, altrimenti mi spostavo. Ora, dopo le passate faccio anche due o tre inviti e, se ottengo risultati, incremento questa tecnica nelle successive postazioni. È un’arma in più, come del resto la scelta dell’esca.
■ Mai fermarsi alle prime battute durante una passata, specie con le selvatiche, ma provare a stimolarne l’istinto aggressivo, proponendo nuovi inviti con degli inneschi diversi e dagli effetti cromatici più evidenti, oltreché con risultati di roteazioni più ampie. E’ un’arma in più a disposizione del bagaglio tecnico del pescatore, come del resto la scelta dell’esca.
Alcuni suggerimenti Negli ultimi anni l’industria ha sviluppato prodotti atipici, molte volte innaturali, tipo camole del miele vive o liofilizzate e in svariati colori, gialle, rosse, verdi, oppure il caimano bianco, conservato in diverse soluzioni. Chi si sarebbe sognato qualche anno fa di pescare le selvatiche con le esche citate, eppure oggi
Inneschi colorati
esiste questa possibilità che ripeto è una variante, ma molte volte completa il gap lasciato dagli amatissimi vermi e dalle delicate camole classiche. Detto questo, devo attirare la vostra attenzione sulla qualità delle esche. È fondamentale che siano sode, toniche, per effettuare un innesco capace di roteare e di durare per un tempo sufficiente o per resistere allo stress del lancio. Curare l’in-
nesco e specialmente cambiarlo appena si deteriora, ottimizza l’azione di pesca che altrimenti sarebbe vanificata dalla nostra superficialità. Pescare bene con esche deteriorate può essere peggio che pescare male con esche in buono stato. Altro particolare di vitale importanza è la forma che diamo all’innesco. Singole o doppie, corte o lunghe devono sempre formare una “L“ con l’astina orizzontale leggermente rivolta verso il basso, per subire l’attrito dall’acqua in modo tale da farle ruotare su se stesse. Qualsiasi montatura può essere utilizzata per praticare questa tecnica di pesca, ovviamente dovrà essere proporzionata alla quantità d’acqua e alla larghezza del fiume o torrente, ma, particolare assolutamente indispensabile, tutte dovranno essere munite di girelle doppie o triple sempre in ottimo stato per evitare il fastidioso attorcigliamento del filo terminale. 71
TROTA LAGO Prosegue in questa seconda parte la conoscenza delle diverse tipologie di esche naturali e delle loro modalità d’innesco per la pesca alla trota in laghetto. E’ una prerogativa fondamentale per saper affrontare al meglio tutte le possibili condizioni e cercare di avere sempre degli ottimi risultati. Testo di E. Di Sanza - Foto di E. Di Sanza e D. Menegoni
2a Parte
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■ Spesso sono proprio le trote più grandi ad essere le più sospettose, ma variando la tipologia di esca potremo trovare la giusta soluzione al problema.
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ono molte le esche naturali valide nella pesca a striscio alla trota, ognuna di queste ha caratteristiche diverse che la rendono più o meno efficace in una determinata situazione: infatti, proprio per questo motivo in questa seconda parte dell’articolo dedicato alle varie tipologie di esche naturali e alla loro modalità d’innesco, andremo ad analizzare le varianti alla camola del miele e alla camola della farina e ovviamente vedremo le possibili combinazioni cromatiche ottenibili dall’utilizzo di due diverse tipologie di esca.
■ Per affrontare la pesca a lunga distanza nei grandi laghi abbiamo bisogno di eseguire inneschi molto resistenti, in grado di sopportare le forti sollecitazioni della fase di lancio.
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Esche naturali e tipologie d’innesco do di dargli una forma a “L” e in questo modo incrementeremo la rotazione in acqua. L’amo di cui abbiamo bisogno deve essere a gambo lungo o medio, come ad esempio la serie 20 Tubertini del n°8-9 o la serie 4 Tubertini del n°5-6.
Il caimano nero
■ Il lombrico è un’alternativa molto valida per pescare in acque limpide, quando le trote sembrano non essere interessate alle esche chiare.
Il lombrico Il Lumbricus terrestris, usualmente chiamato lombrico, vive principalmente nei terreni argillosi, scavando piccole gallerie e fertilizzando il terreno. Questo tipo di verme è veramente eccezionale quando peschiamo in laghi dove l’acqua è limpida: inoltre, se innescato correttamente, in acqua possiede un’eccellente rotazione. Molti garisti, quando si pesca su tanto pesce, per velocizzare la fase VERME+CAMOLA DEL MIELE
d’innesco utilizzano il tronchetto di lombrico, cioè innescano solo la testa del verme facendola salire sulla paletta dell’amo e creando un tandem con una camola del miele. In questo modo si possono fare catture a ripetizione innescando soltanto una camola a “calzetta” perché il verme, essendo molto resistente, tende a rimanere sull’amo. Personalmente utilizzo i lombrichi di piccole e medie dimensioni sia per pescare a LOMBRICO
tremarella nella corta distanza, quando le trote sembrano non essere interessate alle esche chiare, sia nella pesca a bombarda, quando devo raggiungere elevate distanze: infatti, grazie alla sua resistenza, l’innesco rimane intatto anche dopo molti lanci forzati. L’innesco va eseguito facendo entrare la punta dell’amo nella testa del verme e facendola fuoriuscire a circa metà del corpo: a questo punto si può tagliare la parte in eccesso del verme cercan-
Questo tipo di larva ha una colorazione marrone con alcune striature più scure tendenti al nero e, grazie alla robusta corazza di cui è munito, è possibile effettuare degli inneschi in grado di resistere anche alle forti sollecitazioni che si verificano durante la fase di lancio, tipiche della pesca a lunga distanza con la bombarda. Un altro grande vantaggio che quest’esca ci offre è sicuramente l’elevata rotazione in acqua: infatti, anche con un’azione di recupero molto lenta, il caimano mantiene un’eccellente movimento rotatorio. Purtroppo, se da una parte la sua solidità ci aiuta a raggiungere distanze elevate, dall’altra potrebbe infastidire la trota, spingendola a rifiutare ripetutamente l’esca, pertanto va utilizzato quando le trote sono aggressive e attaccano il boccone con violenza e decisione. Per innescare il
CAIMANI NERI
■ Il tandem verme-camola è un innesco che ci permette una combinazione cromatica indispensabile quando abbiamo la necessità di pescare trote apatiche.
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caimano abbiamo bisogno di un amo robusto a gambo lungo, come ad esempio la serie 20 Tubertini del n°8. L’innesco deve essere effettuato infilando l’amo dalla coda e facendolo uscire appena sotto la testa. Molti garisti per pescare su tanto pesce utilizzano il tandem “tronchetto” di caimano più camola, in quanto risulta molto resistente: quindi, grazie ad esso si possono effettuare più catture senza la necessità di innescare nuovamente o innescando solo la camola a “calzetta”. Per realizzare il tronchetto bisogna tagliare le due estremità del caimano e vuotarlo del suo contenuto.
Il caimano bianco E’ un’esca che si ottiene bloccando la mutazione del caimano: infatti, questo tipo di larva periodicamente cambia la propria pelle e per pochi minuti assume una colorazione bianca e la sua corazza diventa decisamente più morbida. Durante questa fase gli allevatori, bloccano la mutazione immergendo le larve bianche in una soluzione salina e mantenendole a basse temperature. A causa del complesso processo di preparazione, il caimano bianco
non è facilmente reperibile: infatti, viene utilizzato quasi esclusivamente dagli agonisti che 5-6 giorni prima della gara provvedono ad ordinarlo direttamente agli allevatori. Personalmente credo che il caimano bianco sia un’esca micidiale per tre principali motivi che possono anche essere visti come i suoi tre maggiori punti di forza: ■ Il colore bianco: questa colorazione accesa lo rende altamente visibile sia in acqua limpida che torbida. ■ La forma: innescandolo dalla coda o anche dalla testa, il caimano assume la cosiddetta forma a “L”, che gli conferisce in acqua una rotazione eccezionale, in grado di stimolare l’istinto predatorio anche delle trote più apatiche. ■ La consistenza: il caimano bianco, a differenza del normale caimano, ha una corazza molto più tenera, quindi la trota, una volta preso tra le fauci, difficilmente lo rifiuta. Queste caratteristiche lo rendono un’esca perfetta per pescare sia a tremarella sulla corta distanza con grammature leggere, sia nella pesca a bombarda sulla media distan-
TRONCHETTO DI CAIMANO+CAMOLA DEL MIELE
Cosa non si deve fare ■ Non sostituire la tipologia di esca quando non percepiamo più nessuna mangiata, poiché le trote spesso non hanno voglia di inseguire lo stesso tipo di esca, perciò, variando l’innesco, potremo stimolare nuovamente l’istinto predatorio della “nostra amata”. ■ Aprire il contenitore o la bustina dei caimani bianchi molto tempo prima dell’inizio della gara, in quanto, nel momento in cui le larve entrano a contatto con l’aria, gradualmente assumono sempre di più un colorito marrone. ■ Utilizzare esche artificiali nelle gare ufficiali FIPSAS, poiché sono severamente proibite. Pescare con un innesco non “curato”, altrimenti non si riesce a stimolare la trota e di conseguenza non la si induce ad attaccare la nostra esca. ■ Utilizzare esche scure come il lombrico o il caimano nero in presenza di acqua particolarmente torbida, in quanto le trote potrebbero non notare la nostra esca o avere difficoltà ad inseguirla. ■ Pescare trote di piccole dimensioni, 90-110 gr, con inneschi voluminosi, perché impiegherebbero troppo tempo per ingoiare l’esca e si rischierebbe di ferrare a vuoto.
za con grammature fino a 20 gr. L’innesco viene effettuato infilando l’amo o dalla testa o dalla coda e facendolo fuoriuscire dal corpo della larva a circa 2/3 della sua lunghezza. L’amo ideale è a gambo lungo e filo abbastanza sottile, ad esempio la serie 20 Tubertini del n°9. Purtroppo ha
una durata limitata a poche ore dopo l'apertura del sacchetto, in quanto le esche gradualmente assumono un colore sempre più marrone con il passare delle ore; per questo motivo il mio consiglio è quello di aprire il contenitore pochi minuti prima dell'inizio del turno.
Caimano bianco, un’esca fondamentale per i turni di “ricerca”. CAIMANO BIANCO
INNESCO CAIMANO BIANCO
■ Il tandem caimano-camola rappresenta il tipico innesco utilizzato per affrontare i turni di gara su tanto pesce.
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ANTEPRIMA
NOVITA’
PUBBLICITAʼ REDAZIONALE
Stagione 2009/2010
SHIMANO Consuetudine vuole che a questo punto dell’anno Shimano riunisca la stampa specializzata per esporre quelle che saranno le imminenti novità della prossima stagione. Consuetudine pienamente rispettata con l’arrivo di materiali, tecnologie e innovazioni che la multinazionale nipponica propone senza eccessi di clamori anche questa volta, mostrando inedite e stimolanti novità.
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Testo e foto di Francesco Capomassi
a sensazione è quella di un giusto momento di stabilità nella proposizione di prodotti e innovazioni. I tempi sono oggi maturi per un inserimento mirato di cose e materiali che di fatto stanno andando di pari passo con le tecnologie fin qui esposte e che sono collocate nei diversi settori: innovazioni che trovano opportuni ampliamenti, più stabilità e in speciale modo, affinità con un catalogo di attrezzature che oltre a rinnovarsi o a evidenziare piccoli restyling, si espande con nuovi modelli e accessori in perfetta risposta alle attuali richieste del mercato.
Nuove Tecnologie applicate ai mulinelli Tra le diverse soluzioni tecnologiche fin qui adottate, sia nei precedenti cataloghi che nell’attuale, meritano indubbiamente di essere segnalati questi due nuovi inserimenti molto significativi 76
di un’attenzione continua per la qualità dei materiali da pesca, siano essi di fascia elevata o intermedia: ■ Nuovi corpi in “Ci4” La robustezza e la rigidità del corpo in metallo ad un peso di gran lunga inferiore. Direttamente dalle competenze tecnologiche richieste dall’ultra esigente mondo del ciclismo da competizione, acquisite grazia alle sette vittorie nella corsa più dura di tutte, il Tour de France. Corrosione nulla, una vita più lunga ed un look stupendo. Questi sono i motivi per cui Shimano è orgo-
gliosa di introdurre il Ci4 anche nel mondo della pesca. Il Ci4 è un materiale creato dalla fusione contemporanea del carbonio e della poliammide. Inizialmente sviluppato per la divisione Ciclismo, in particolare per il rinforzo della forcella, può considerarsi la più importante tecnologia applicata alla costruzione dei mulinelli da pesca e, più nello specifico, dei nuovi Twin Power e Rarenium frizione anteriore e nel nuovo Twin Power Try-drag. Il risultato è un mulinello i cui precisi meccanismi interni sono contenuti in un corpo che li protegge allo stesso modo del metallo ma con un peso decisamente inferiore, che oltretutto riduce di molto l’affaticamento del pescatore durante l’azione di pesca incrementando contemporaneamente il feeling ed il bilanciamento con la canna da pesca. ■ Nuovi mulinelli con tripla frizione “Tri-drag” Frizione anteriore o frizione posteriore … o entrambe? Per il 2010 è in arrivo la novità che darà il meglio di questi sistemi. Dopo un’intensa ricerca, lungo sviluppo e continue revisioni, Shimano è pronta per la sua Tridrag. Tri-drag significa tripla frizione. Anteriore, posteriore e da combattimento, tutte e tre assieme in uno stesso mulinello, il Twin Power. Nessuno mai prima è stato in grado di dare al pescatore un controllo diretto e rapido a portata di dito durante ogni singola fase dell’azione di pesca. Un’intensa campagna di prove sul campo ha portato a soluzioni davvero inedite: dopo aver chiuso completamente sia la frizione posteriore che quella da combattimento, si setta la frizione anteriore al valore prescelto, in accordo con la resistenza del filo che si ha in bobina, le caratteristiche della canna e la reazione che potrebbe avere il pesce che si vorrebbe prendere, dopodiché va riportata la frizione posteriore in azione di pesca. Una volta allamato il pesce, in base a quello che richiede il combattimento, si può agire direttamente sulla frizione posteriore e su quella da combattimento che sono universalmente note come le più semplici e rapide nei settaggi durante l’azione di pesca, soprattutto nei momenti critici di una battaglia con un grosso pesce, senza rischiare di rompere il filo precedentemente settato con la frizione anteriore sul suo carico limite. Un ulteriore vantaggio è dato dal fatto che è possibile utilizzare il mulinello o semplicemente con la frizione anteriore, notoriamente più potente (spinning), o solo con il
pacchetto di frizione posteriore, più dolce e manovrabile (pesca al colpo-trota lago, etc.), basterà dunque chiudere completamente la frizione anteriore per agire solo con il pacchetto posteriore o viceversa, chiudere completamente la posteriore ed agire solo con la frizione anteriore sulla bobina.
Mulinelli ■ Mulinelli a frizione anteriore Esce di scena Aspire FB ed Exage Fa, entra il nuovo Twin Power SW; Twin Power CI4 FA; Rarenium CI4 FA; Exage FB.
Sono due i mulinelli Twin Power che incorporano la tecnologia Ci4, il TPC14 2500FA ed il TPC14 4000SFA. Il corpo è in alluminio con il rotore in Ci4, mentre gli ingranaggi sono in alluminio forgiato a freddo. Oltre a questo i nuovi TP possono vantare un supporto rigido per la frizione, il Floating shaft II, il Super stopper II ed i cuscinetti AR-B totalmente schermati. La bobina, forgiata a freddo, ha differenti anodizzazioni con trattamenti più profondi lì dove serve maggiore protezione contro la corrosione ed ha una capacità di 160 e 140 mt di filo dello 0,25. Nella misura 4000 è presente una bobina di tipo match, a capacità minore, così come richiesto dal mercato. Mulinelli a frizione posteriore Escono di scena Aspire RB, Stradic GTM RB, Super GT RB ed entrano, Twin Power CI4 RA; Stradic GTM RC; Super GT RC; Exage RB.
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■ Stradic GTM RD E’ sempre estremamente difficile rimpiazzare il vecchio Stradic GTM con un nuovo modello contenente significativi miglioramenti. Tuttavia è arrivata la nuova serie dei GTM RC che include la nuova taglia 1500 che affiancherà i rinnovati 2500, 3000 e 4000. Le nuove caratteristiche includono il corpo ed il rotore in XT-7, la bobina AR-C forgiata a freddo, gli ingranaggi Diecast, un archetto a profilo conico oltre ad
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Stagione 2009/2010 Shimano una bobina di ricambio in XT-7. Come il modello TPC14 anche la bobina del modello 4000 ha un profilo più stretto in modo da avere la medesima capienza del modello 3000. ■
Baitrunner a frizione posteriore Esce il modello Baitrunner Aero GTE C, sostituito dalla nuova serie Baitrunner XT-RA, comprendente I modelli 6000, 8000 e 10000.
Sonora è sicuramente “pesante” in termini di caratteristiche costruttive. Bobina A-RC ALU COLD FORGED. Tecnologie applicate alle canne Turn + Zoom Il sistema “Turn and Zoom” permette al pescatore di cambiare la lunghezza del calcio semplicemente svitando il manico. Il calcio in questo modo si allungherà o si accorcerà a seconda dei gusti del pescatore che quindi potrà ottenere un bilanciamento perfetto in ogni tecnica praticata.
■ ■ Baitrunner XT-RA I mulinelli di questa serie, degni successori dell’Aero GTE Baitrunner che ormai ha fatto il suo corso, hanno rapporti di recupero pari a 4,9:1 ed una capacità che va da 240 fino a 380 mt di 0,35. Le caratteristiche principali prevedono: il corpo ed il rotore in XT-7, gli ingranaggi in Zinco Diecast, il Varispeed oltre ad una bobina in alluminio forgiata a freddo con una in alluminio di ricambio. ■ Baitrunner a frizione anteriore Entrano i modelli, “USA” Baitrunner D, Baitrunner DL-FA, Baitrunner ST-FA. ■ USA Baitrunner D Conosciuti ovunque come i “Baitrunner USA”, questi nuovi quattro mulinelli BTR D, nelle taglie 4000, 6000, 8000 e 12000 hanno praticamente raggiunto l’impossibile. E’ stato migliorato e rinnovato un vero classico senza perdere nulla del look e delle performances dei modelli precedenti che li hanno portati all’apice dell’indice di gradimento dei pescatori di tutto il mondo. Le caratteristiche principali includono il corpo ed il rotore in XT7, l’archetto mono pezzo, la bobina A-RC e gli ingranaggi in alluminio forgiati a freddo, la frizione stagna, i cuscinetti AR-B schermati, la porta per la manutenzione e la manovella singola in alluminio. Rapporto di recupero 4,8:1–4,5:1. ■ Mulinelli da spinning “USA” Fanno il loro ingresso una bella gamma di mulinelli da spinning Shimano, direttamente dal mercato americano, sia a frizione anteriore che posteriore. Frizione anteriore: Spirex FG; Sedona FD; Sonora FB; Solstace FI; Frizione Posteriore: Spirex RG. ■ Sonora FB Con il sistema propulsion, i cuscinetti AR-B ed il Super Stopper II. Il leggerissimo mulinello
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Geofibre E’ una missione costante quella dei progettisti Shimano di introdurre ogni anno novità tecnologiche in ogni fascia di prezzo. Sebbene spesso la si prenda in considerazione nello sviluppo dei prodotti solo al top di gamma, si è ben consci che non tutti i pescatori possono permettersi attrezzature di livello top. Ed è precisamente per questo motivo che viene introdotto il concetto di Geofibra. La Geofibra è un componente derivato da prodotti naturali capace di conferire ai fusti di fascia media un alta rigidità ed un elevata resistenza alla compressione e alla trazione. Può considerarsi la naturale evoluzione del sistema Fine Crystal Carbon che Shimano utilizzava per le canne di fascia economica. ■
■ Ultra sound Sanding System Originariamente sviluppato per le roubaisienne della serie Technium, è ora disponibile in quasi tutti i modelli Shimano. Si tratta di un processo unico che conferisce alla superficie delle sezioni una consistenza “setosa” che comporta attriti quasi nulli durante lo scorrimento della canna sui rulli in tutte le condizioni possibili, dalle giornate calde e soleggiate fino a quelle piovose. Dona oltretutto alle sezioni anche un grip maggiore per poterle estrarre meglio e combattere più comodamente il pesce allamato.
Canne ■ Specimen Tribal Via dal catalogo le Tribal XTR-A, Tribal A, Tribal Lite Multi AllRound e Tribal Lite Multi Travel STC; fanno il loro ingresso la
questo le Aspire CX hanno il manico in sughero Power Cork, gli anelli Fuji SIC, la possibilità di regolare la bilanciatura ed un tubo rigido per il trasporto.
Telescopiche ■ Tele azione 2 Escono Antares BX TE2, Technium BX TE2. Entrano le nuove Antares CX TE2, Technium CX TE2. ■ Antares CX TE 2 Carbonio XT250+Biofibra, Shimano alignment system, cimino Taftec, Shadow Diaflash. Tele azione 4.
nuova Tribal Ultra, Tribal XTR-B, Tribal B, Tribal A Lite Multi AllRound, Tribal A Lite Multi Travel S.T.C. ■ Tribal Ultra Il marchio Tribal, massima espressione di Shimano nel carpfishing degli ultimi anni, incontra la tecnologia Ultra, il nostro nuovo ed inimitabile concetto di canna da pesca di caratteristiche superiori. Il risultato che ne consegue è davvero stupefacente. Carbonio XT400LRC. Nuovo porta mulinello in alluminio forgiato a freddo con profilo triangolare; Anelli in titanio Fuji (nuovo tipo); cosmetica Oriental Art.
Spinning Lasciano la scena le canne Fireblood, Aspire BX, Technium DF BX, Forcemaster, Hyperloop AX. Entrano le nuove, Lesath Ultra, Aspire CX, Technium DF CX, Technium DF CX Salmon, Forcemaster AX, Vengeance, Joy Xt, Joy. ■
■ Lesath Ultra “Ultra” equivale a qualità eccellente basata sul concetto “Oriental Art”. Le canne da spinning Lesath Ultra trasudano classe pura in ogni componente. Il loro fusto in carbonio XT500LRC assieme alle più innovative guide Fuji in titanio, il nuovo porta mulinello ed il manico in sughero di altissima qualità, singolo per i modelli 210 e 240 e diviso in due parti fino alla 270 e più. L’azione tipicamente giapponese ed un tubo rigido per il trasporto sono di serie per tutti i modelli Lesath Ultra, con potenze di lancio che vanno dalla 7-21 gr. fino alla 50-100, capaci di coprire ogni possibile situazione di pesca. Guide Fuji in titanio, carbonio XT500LRC. ■ Aspire CX Con l’impressionante numero di 20 modelli diversi, la famiglia delle Aspire CX Shimano ha coperto ogni possibile esigenza di utilizzo, dotando queste canne in due pezzi di altissima qualità, con fusto in carbonio XT300LRC in biofibre. Il range di azioni, da quella leggera all’ultra pesante, ha potenze di lancio che vanno da 3-14 gr fino a 50-100 gr, con lunghezze da 210 a 330 cm. La nuova tecnologia “Turn and Zoom” utilizzata su questa serie di canne è solo una delle caratteristiche di rilievo: oltre a
Escono, Aspire BX TE 5/ TE5GT, Speedmaster AX TE5/TE5 GT, Catana CX TE5/TE5GT, Alivio TE GT5. Entrano le nuove Aspire CX TE 5 – TE 5 GT; Speedmaster BX TE 5 – TE 5 GT; Catana DX TE 6 / TE 5 GT. ■ Aspire CX TE 5 Con carbonio XT300LRC + Biofibra.
■ Tele azione Heavy Escono dal catalogo, Speedmaster TE9 GT, Catana TE7 XXH, Nexave AX TE GT11 XXH, Beastmaster Oceanic. Entrano Speedmaster BX TE9 GT, Beastmaster AX Oceanic. ■ Speedmaster BX TE9 GT Carbonio XT200+Biofibra, anelli Shimano Ti-Lite hardlite, porta mulinello Fuji, S.A.S.
■ Trota telescopica Esce Aspire Tele-Trout e Forcemaster tele-Trout. Entra Aspire AX Tele-Trout, carbonio XT300+Biofibra, anelli Shimano Ti-Lite, porta mulinello Fuji, cimino Taftec, S.A.S.
■ Trota 3 pezzi Via,Aspire 3 pezzi e Beastmaster 3 pezzi. Fa il suo ingresso, la nuova Aspire AX 3-pezzi, carbonio XT300LRC+Biofibra, anelli Shimano Ti-lite tic, porta mulinello Fuji, S.A.S.
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Stagione 2009/2010 Shimano Accessori ■ Occhiali Nuovi modelli in catalogo. Nexave, Beastmaster AX, Speedmaster, Tribal Extreme. Tribal Xtreme, con logo Tribal sulle tempie, montatura verde, lenti marroni polarizzate. ■ Monofili Nuovi monofili Technium Spinning, Technium Match, Technium Surf Casting. Technium spinning, monofilo giapponese in colore clear, molto tenace, diametri da 0,14 a 0,40 mm. ■ Buffetteria Nuovi prodotti di derivazione giapponese, quali zainetto, borsa porta artificiali da spinning, borsa porta accessori, borsa porta mulinello da spinning, porta finali. In catalogo anche borse in EVA impermeabile, secchio, vaschette porta esche e pasture, foderi per porta canne HFG, borsone grande, borsone frigo e porta accessori.
■ Abbigliamento Nuovi indumenti primo strato, T-shirt in manica corta o lunga, Quick Dry, trattamento anti batterico e tessuto ad asciugatura velocissima. Nuovi sandali da pesca in colore blu, leggerissima suola in gomma antiscivolo, molto confortevoli.
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PESCA A MOSCA
Tra le pietre del torrente 1 Parte a
L
a capacità di decodificare in maniera rapida ogni situazione che il torrente ci pone davanti è senza dubbio l'essenziale e forse l’unica vera chiave di lettura possibile per far fronte alle diverse condizioni
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di pesca in questi ambienti. Questa attitudine, figlia legittima dell'esperienza, assume un concetto più ampio del semplice saper pescare: essa è infatti la matrice genetica alla quale saranno subordinate tutte le nostre azioni, un insie-
me di leggi non scritte ma ugualmente concrete che ogni pescatore sente radicate dentro di sé, un insieme di sensazioni e attente riflessioni atte a scomporre ogni particolare di rilievo cercando per ogni situazione la corretta
contromisura. La nostra presenza dovrà risultare la meno invasiva possibile, caratterizzata da brevi e silenziosi spostamenti lungo le sponde, il nostro sguardo dovrà soffermarsi su tutto ciò che possiamo veder galleggiare come ad
Acque mosse, correnti veloci, massi affioranti, pietre sommerse e bassa vegetazione, sono solo alcuni tra gli aspetti più insidiosi che determinano il meraviglioso scenario del torrente di montagna. La sua conformazione impervia, regolata da precise leggi naturali, fa di questo luogo uno degli ambienti più affascinanti e al tempo stesso difficili che il pescatore a mosca possa mai incontrare. Testo e foto di Massimiliano Nepori
■ Un classico scenario del torrente di montagna, una buca impervia tra rocce e vegetazione. Una giovane iridea, lascito di qualche immissione, ingannata con un’imitazione di effimera. Sotto: il gusto antico di una cattura classica pescando con il Bambolo.
esempio il fogliame, qualsiasi cosa possa darci la possibilità oggettiva di capire il percorso compiuto dalle risorse alimentari. Questa componente è fondamentale quando la nostra azione di pesca si svolge in caccia, ovvero senza la pre83
Tra le pietre del torrente
La mosca del mese: Sedge CDC SPECIFICHE DEL DRESSING ■ Amo: dritto, gambo lungo ■ Sottocorpo: foam bianco ■ Testa: pallina polistirolo in calzetta ■ Corpo: CDC alternato a capriolo e cervo.
Questo dressing imita le grandi mosche dette “terrestrial” tipiche dei periodi estivi. senza in superficie di una schiusa capace, quest'ultima, di attirare la nostra preda al di fuori della propria zona di stazionamento alla ricerca di cibo. In sintesi, per senso dell'acqua si intende un insieme omogeneo di tecnica e risolutezza capace di offrire il massimo risultato con il minimo sforzo, una qualità, questa, che si acquisisce col tempo e soltanto dopo aver preso confidenza con questo meraviglioso scenario di pesca che è il torrente. Per comprendere al meglio ogni tipo di situazione e calcolare la relativa contro-
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misura da attuare è doveroso vagliare e approfondire ogni singolo concetto espresso, consapevoli del fatto che ogni buca, ogni raschio e ogni corrente analizzata sarà sempre e inevitabilmente diversa dalla precedente.
Lo studio delle correnti Porgendo la nostra attenzione alle correnti superficiali è assolutamente importante cercare di comprendere al meglio quelle che sono le loro dina-
miche principali: come già espresso, la presenza sull'acqua di fogliame o piccoli ramoscelli ci offre la possibilità di capire quali percorsi esse disegnino in funzione di pietre affioranti, massi e qualsiasi altro ostacolo naturale presente. Nella maggior parte dei casi le pietre affioranti fungono da elemento positivo ai fini della nostra azione di pesca e ci permettono di posare la nostra coda sopra di esse, limitando al massimo il fattore dragaggio. Se da un lato queste ci offrono per così dire un solido appiglio, è molto importante cercare di individuare quelle che rimangono costantemente in emersione: questa suddivisione è essenziale in quanto, se noi facessimo la medesima operazione su di una pietra semi-affiorante, rischieremmo di veder spazzata via la nostra coda e, nella peggiore delle ipotesi, essa potrebbe impigliarsi tra le rocce stesse. Un’attenta valutazione rivolta appunto alla diversificazione di tali pietre è di vitale importanza oltre che per le ragioni sopra elencate anche per lo studio delle correnti che esse sono in grado di generare. Prendiamo il caso di una grossa pietra posta al centro di una corrente: questa con la sua presenza divide di fatto la corrente principale in due rami distinti dando origine talvolta a situazioni assolutamente positive come gli “occhi”, zone caratterizzate
da una corrente meno evidente, veri hot spot della nostra preda che riesce ad alimentarsi facilmente senza sprecare inutilmente preziose energie, in altri casi invece è possibile che queste correnti formino dei veri e propri vortici e sarà nostra perizia evitarli al meglio, al fine di non veder la nostra coda risucchiata sotto la superficie e magari incastrata sotto qualche ramo o qualche pietra sommersa. Se è vero che il torrente ci propone di continuo scenari differenti e altrettanti differenti modi di affrontarlo, esso ci propone spesso anche quelle aree definite come buche, zone in cui il fiume crea delle piccole anse caratterizzate da una corrente più moderata dove la nostra azione può essere per certi versi diversamente pianificata, o per meglio dire suddivisa attentamente in precise zone di caccia. Osservando questi spazi, possiamo tranquillamente diversificare tre diverse zone di interesse principale, il fine buca, ovvero la parte terminale di essa che si troverà esattamente davanti a noi, il centro e la testa della buca. Questa fondamentale suddivisione sarà la base portante di tutta la nostra azione di pesca garantendoci di sondare ogni possibile risorsa senza correre il rischio di compromettere con un lancio affrettato l'intera buca. È per questo motivo che, avvicinandoci lentamente ad essa, inizieremo a lanciare il nostro artificiale cercando di non posare mai la coda parallelamente alla sponda, usando lanci corti e precisi, riducendo al minimo la negatività del dragaggio, controllando direttamente il movimento del nostro finale, ribaltandolo e raggruppandolo a seconda delle necessità. Presentare la nostra imitazione in maniera laterale ci offrirà quello che viene comunemente chiamato “effetto sorpresa”, ovvero riuscire a presentare nel cono visivo della nostra preda solo
Il Surgeon Knot Che lo si chiami Surgeon Knot o lo si traduca nel più comprensibile Nodo del Chirurgo, la sua estrema facilità di realizzazione e il suo largo impiego non cambia di certo. Unico vero amico dei pescatori a mosca e non solo, questo nodo rappresenta il modo più veloce per realizzare una congiunzione assolutamente tenace e dalle dimensioni contenute, realizzabile senza alcun problema anche in condizioni di luce sfavorevole dove l'esecuzione ad esempio di un Blood Knot potrebbe non risultare altrettanto semplice. Di norma il Surgeon rappresenta certamente il primo nodo a cui il neofita si avvicina e sicuramente l'ultimo di cui poi ne dimenticherà i passaggi costruttivi. Efficacia, tenacia e semplicità: ricetta perfetta per un risultato altrettanto perfetto! la mosca e il finale ben raccolto, mentre la coda, posata appunto lateralmente, non desterà mai nessuna azione di disturbo. Se le buche rappresentano una vera e propria zona fertile, non bisogna certo dimenticare di sondare tutte quelle correnti laterali che spesso si protendono sotto il generoso riparo della vegetazione, offrendo evidentemente alla nostra preda non solo un valido rifugio ma anche un apporto di cibo costante. Alla luce di questa situazione, non è raro osservare come un piccolo insetto caduto accidentalmente in acqua da tale vegetazione possa rivelarsi un pasto sostanzioso e non impegnativo per la trota che vi staziona. E’ qui, dunque, il compito di affilare le armi, cercando nella precisione di un lancio penetrante lo strumento essenziale per risolvere brillantemente questa delicata situazione, tentando, per quanto possibile, di animare la nostra imitazione, simulando appunto i movimenti scomposti di un
insetto caduto in acqua all'improvviso. Altre zone che definirei interessanti sono costituite dai raschi, punti in cui le correnti del fiume disegnano un percorso quasi omogeneo originando una tensione superficiale piuttosto costante anche se solitamente è possibile trovare nella loro parte centrale le aree delineate da una velocità più rilevante. Affrontando queste situazioni in assenza di segnali in superficie ci rifaremmo alle stesse considerazioni espresse poco sopra per descrivere l'azione di pesca nelle buche. Tutt'altra tecnica verrà invece adottata in presenza di attività in superficie, quando sarà appunto più facile determinare il percorso degli insetti in acqua e, grazie alle bollate, comprendere la corretta ubicazione delle nostre prede.
La coda per la secca La scelta di una coda galleggiante di tipo DT (Double Taper), leggera e perfettamen-
Il Nailles Knot Altrimenti detto “Nodo senza Chiodo”, è un nodo che unisce ad una rapida ed intuitiva esecuzione, come si può desumere dal disegno, uno dei modi meno invasivi per congiungere con successo il finale con la nostra coda di topo. Questo nodo, fratello minore del Nail Knot, non prevede la foratura della coda, garantendo al tempo stesso capacità di tenuta al pari di altri e forse più blasonati metodi di congiunzione. La differenza sostanziale tra il Nail e il nostro Nailles consiste nel fatto che nel primo avremo un finale perfettamente in linea con la coda, mentre nel secondo finale e coda risultano essere leggermente disassati e quindi non sullo stesso piano.
te calibrata per la canna prescelta, sarà orientata su misure del numero 4 per quanto concerne la pesca in superficie, passando tranquillamente a quelle del numero 3 e 2 che forniranno, nelle mani del lanciatore esperto, uno strumento ancora più tecnico e delicato. Cercando nella nostra coda sempre più precisione e performance, è consigliabile l'utilizzo di un liquido idrorepellente che, attraverso l'ausilio di una spugnetta, si potrà distribuire sui primi 8/10 mt, proseguendo questa operazione lungo quasi tutta la totalità del finale, evitando di “ingrassare” il tippet, parte terminale del finale, che dovrà invece avere la possibilità di restare talvolta leggermente sommerso. Questa lubrificazione permetterà alla coda di scorrere meglio tra gli anelli della canna aumentando la semplicità e la fluidità del lancio e garantendone costantemente un perfetto galleggiamento.
Una coda per la ninfa Rivolgendo invece la scelta della coda alla pesca con la ninfa, risulta importante specificare quanto l’azione si può svolgere prevalentemente con il massimo di un metro di coda fuori dalla punta della canna, fattore che consente di tenere sempre un contatto diretto con l'artificiale seguendone continuamente il percorso sul fondale ed imprimendo ad esso i movimenti che si ritengono essere i più efficaci e adescanti. La scelta della coda, alla luce di questa azione di pesca nascosta e per così dire “di rapina”, sarà indirizzata su code galleggianti piuttosto leggere e a profilo DT o WF, con misure comprese tra il numero 3 e il 4, consci del fatto che sarà quasi unicamente il finale ad entrare in pesca e a determinare la quasi totalità della nostra azione di pesca. Un'attrezzatura leggera come in questo caso aiuta ad interpretare positivamente qualsiasi segnale proveniente dall’imitazione sul fondo. Fine 1° parte 85
ITINERARIO ITALIA
I predatori di
CA’ DEL LAGO
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ire che i pescatori dividono i loro interessi in tante tecniche di pesca è scoprire “l’acqua calda”, ma trovare un luogo dove poter passare una giornata di pesca pescando a spinning, a carpfishing o sfruttando le classiche e tradizionali tecniche di pesca al colpo non è facile, soprattutto
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se il luogo non è il classico “laghetto vasca”. La voglia di levarsi di dosso la ruggine da carenza di catture accumulata durante questo piovoso inverno e la curiosità di visitare l’oasi di “Ca’ del Lago” ci ha facilmente convinto, anche perché ad accompagnarci in questa nostra sessione c’era il Campione Italiano di pesca in
Belly Boat 2008 Marcello Lodi, ottimo conoscitore del lago e soprattutto delle tecniche riferite ai predatori che in esso vivono.
L’oasi di Ca’ del Lago Ca’ del Lago è un’oasi naturalistica che si sviluppa su 600.000 mq, di cui ben
250.000 sono acqua! Ben tredici isole si ergono dalle acque del lago e sotto le loro sponde intricate foreste di alberi sommersi offrono riparo e un’ottima zona di caccia a lucci e black bass. Oltre ai sopramenzionati lucci e black bass, in questo bacino è decisamente elevata la presenza di carpe, anche di grossa taglia. Ca’ del
Alla ricerca di luoghi ideali dove passare delle belle giornate di pesca, siamo andati all’Oasi “Ca’ del Lago”, vero paradiso per chi ama lo spinning ai predatori, ma anche luogo ottimale per sessioni di carpfishing o di pesca tradizionale ai grandi ciprinidi. Testo e foto di Alessandro Righini
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I predatori di Ca’ del Lago
Catch and release e un regolamento preciso...questo il segreto del successo Lago è un’oasi No-Kill e un rigido regolamento di pesca impone un etico catch and release per preservare il patrimonio ittico faunistico del luogo. Il lago offre: quindici postazioni biposto per la pesca tradizionale o carp fishing con l’utilizzo massimo di tre canne a testa; cinque permessi giornalieri per lo spinning con un area di utilizzo di circa 3 km per la pesca da terra; venticinque ettari di superficie lacustre da sfruttare per mez-
■ Per questo bellissimo bass la bilancia si è fermata a quasi 2,5 kg, una bella cattura non rara in questo splendido lago.
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zo d’imbarcazioni a remi o dotate di motore elettrico. Naturalmente l’oasi è fornita di un ottimo ristorante per il giusto riposo del mezzodì. L’oasi si trova a Cinto Caomaggiore (VE). Si raggiunge percorrendo l’autostrada A4 Venezia – Trieste e, all’altezza di Portogruaro, si imbocca la A28 Portogruaro- Pordenone, uscendo poi a Sesto a Reghena.
In barca con il maestro Giunti al lago all’orario di apertura decidiamo di effettuare due sessioni di pesca, una, la mattina, pescando dal-
Il parco esche Raffrontarci con i predatori come lucci e bass, specialmente quando si dimostrano apatici, implica essere provvisti di una buona scorta di esche di diversa natura. Con i lucci, nella nostra battuta, abbiamo avuto un discreto successo con cucchiai rotanti di media dimensione, ma sappiamo per certo che in questo bacino la pesca con grandi shad ha dato e continua a dare a diversi pescatori ottimi risultati. Sempre nella nostra sessione di pesca a Ca’ del Lago abbiamo provato con dei minnow lipless, dei classici minnow suspending da 13 cm, con degli snodati e con dei jig arricchiti con dei twin tail, grub doppia coda, e con degli immancabili ondulanti, sempre efficaci con gli esocidi e non solo. Per dovere di cronaca, oltre che sui rotanti abbiamo visto un paio di abboccate soltanto sui jig arricchiti. Con i bass abbiamo provato con diverse esche siliconiche e jig, ma l’unico attacco con successiva cattura lo abbiamo visto con un jig montato con un grub nero di discrete dimensioni.
la barca ed una, il pomeriggio, cercando di fruttare al meglio i tre chilometri di sponde dell’oasi. Naturalmente, giacché la mia attitudine di pesca mi porta a una maggiore conoscenza delle tecniche mari-
ne piuttosto che di quelle delle acque interne, salgo in barca con Marcello, in modo tale da essere anch’io in condizione di pescare al meglio, cercando di mettere in pratica i suoi preziosi insegnamenti de-
rivati da decenni di esperienza. Saliamo in barca e iniziamo a battere lo specchio d’acqua vicino al pontile di attracco delle barche. Visto che è un po’ presto per tentare “full time” con i bass, le nostre at-
tenzioni si rivolgono ai lucci. Iniziamo a pescare con esche diverse, un classico cucchiaio rotante per me e un jig grub twin tail, doppia coda, arricchito con uno skirt, gonnellino, in modo da renderlo più voluminoso. Nella prima ora di pesca non succede niente: le esche, dopo alcuni lanci, vengono cambiate in modo tale da cercare quella che possa dare risultati concreti. Un paio di attacchi su di un rotante alleggerito non hanno dato seguito alla cattura, ma ciò ci induce a insistere proprio con tal esca e alla fine arrivano i risultati. In un paio d’ore catturiamo quattro o cinque lucciotti da chilo, chilo e mezzo, ma il pezzo grosso non ha intenzione di farsi vedere. L’ambiente è bellissimo, sia quello di superficie come quello sommerso. L’acqua è quasi perfettamente limpida e l’aiuto degli occhiali polarizzati ci permette di vedere, anche un paio di metri sotto la superficie, i rami che s’intersecano quasi a formare una sorta di foresta sommersa, habi-
■ Sicuramente i lucci sono tra le prede più ambite presenti in questo bacino. In questo caso si tratta di un esemplare di dimensioni modeste, ma non è difficile incappare in pesci di grossa taglia.
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I predatori di Ca’ del Lago
Il rotante modificato Per poter pescare in ambienti difficili, ricchi di ostacoli sommersi, volendo sfruttare la pesca nello strato d’acqua immediatamente sopra i rami, possiamo provare ad alleggerire i nostri rotanti togliendo la zavorra, sostituendola con delle perline e togliendo l’ancorina sostituendola con un amo anti alga su cui monteremo un grub di appropriate dimensioni. Il materiale occorrente per effettuare tali modifiche consiste in: ■ monocavo d’acciaio (piano wire) da 50-60 lb ■ ami da vermone di misura 5/0-6/0 muniti di anti alga ■ grub da 3”
COME PROCEDERE ■ Si taglia il filo d’acciaio del cucchiaio e si toglie la zavorra.
■ Utilizziamo uno spezzone di circa venticinque centimetri di lunghezza di piano wire; ad una estremità si realizza un’asola dove provvederemo ad inserire uno split ring, anellino spaccato, di adeguate proporzioni dove inseriremo l’amo. ■ Inseriamo ora delle perline in modo tale che l’estremità inferiore della paletta o delle palette se intendiamo modificare un tandem, non vadano a toccare l’amo. ■ Non rimane che realizzare una seconda asola sul piano wire e il nostro nuovo ondulante alleggerito sarà pronto.
Da notare che impiegando il monocavo d’acciaio di tale lunghezza potremo evitare di montare il classico cavetto tra la lenza ed il cucchiaio stesso che a volte ci fa accavallare l’esca sulla lenza madre. Come ultimo suggerimento, si consiglia di impiegare delle perline non troppo piccole in modo tale da tenere distanziata la paletta dell’asse centrale in acciaio: così facendo aumenteremo lo sfarfallio del cucchiaio anche in fase di caduta oltre che durante il recupero. tat ideale per lucci e bass nelle prime ore del giorno. E’ proprio per far lavorare il nostro ondulante sopra l’intrico dei rami che dobbiamo volutamente alleggerirlo privandolo
della zavorra. Alla fine della mattinata contiamo una decina di lucci catturati e successivamente rilasciati, così come prevede il regolamento del lago. Ritornati
al pontile di attracco ci accorgiamo che sotto di esso un bel lucciotto “frescheggia” all’ombra dell’assito e qualcuno cerca addirittura di pescarlo proprio lì.
Tre chilometri di spinning Dopo la pausa pranzo, che a causa dell’ottimo cibo e buon vino qualcuno avrebbe ■ Molto grande e adatto allo spinning, oltre che in barca, il lago consente di percorre oltre tre chilometri di sponda, una situazione ideale per gli amanti di questa disciplina.
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decisamente voluto prolungare, si pesca dalla sponda e le postazioni da cui lanciare sono veramente molte. Si usano svariate esche come minnow suspending da 14 cm, grub siliconici e i soliti cucchiai ondulanti. Le sorprese iniziano quando è avvistato un grosso bass, e quando diciamo grosso intendiamo parlare di un pesce che sicuramente sfiora i 4 kg: ci proviamo, ma non c’è niente da fare, è troppo presto e la loro attività è decisamente scarsa. Solo uno, più tardi, cederà alla tentazione di un grub, è un bel pesce ma non è certamente uno dei tanti mostri che abitano il lago. Ritornando ai nostri lucci, ci accorgiamo che, al contrario delle ore della mattinata, nel pomeriggio si sono spostati dal sottosponda cercando acque libere. Anche pescando da terra attacchiamo diversi pesci e alcuni decisamente lontani dalla riva. A raffronto di un buon numero di catture, una quindicina di lucci, vi è da dire che non siamo troppo fortunati
con la taglia e solo un paio di pesci sono veramente degni di nota con soggetti intorno ai 4/5 kg: peccato perché sappiamo per certo che diversi soggetti superano abbondantemente i 10.
Cosa non si deve fare A Ca’ del Lago per la pesca dei predatori non si possono impiegare pesci esca vivi, inoltre le prede devono essere slamate con la massima cura in modo tale da poterli rilasciare provocando loro il minor danno possibile.
■ Un altro bellissimo esemplare di bass catturato pescando da terra. Per svolgere al meglio l’azione di pesca è consigliabile utilizzare un’attrezzatura leggera e adeguata alla preda che intendiamo insidiare.
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ITINERARIO TECNICO
Un “FIASCO” di pesce! In questo itinerario andiamo a scoprire quali sono le potenzialità di un campo gara giovane che può dare molto all’agonismo del centro Italia: il Tevere a Ponzano Romano. Testo e foto di Fernando Bernardini www.sampei71.com
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Un “fiasco” di pesce! ■ Lo smontaggio della propria roubaisienne per il recupero del pesce è sempre al sesto o settimo pezzo dell’attrezzo: bisogna quindi fare molta attenzione nel maneggiare la canna in queste parti delicate, non stringendo troppo il carbonio.
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isto il titolo, una piccola premessa è doverosa: “fiasco” è l’appellativo dato alla zona di cui si parla, non per la sua vocazione a rifilare fregature, ma per la caratteristica forma che disegna il percorso del fiume. A me piace molto questo spot, forse perché ha segnato l’inizio della mia attività agonistica: bisogna ammettere, però, che proprio sotto questo aspetto presenta molte lacune. Spero che questi personali ricordi non influenzino troppo il mio racconto, ma riescano a descrivere le forti potenzialità che offre questa piccola fetta di campagna romana, priva di smog e traffico e ricca di relax allo stato puro. Questo tratto di Tevere, denominato Ponzano dal medesimo comune in cui ricade, è croce e delizia di tanti agonisti del Lazio, per la sua pronunciata disparità durante le competizioni ed è, da qualche anno, escluso dalle gare di maggior rilievo, quali eccellenza e zonale, pagando eccessivamente per la cattiva gestione dei calendari federali, che fissano le date nei mesi in cui la specie ittica predominante è in frega, e per la diffi-
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coltà di ripopolare un tratto di fiume così vasto e soggetto a numerose piene.
Il campo gara Istituita la zona a campo gara permanente FIPSAS per opera di Marco Genna che con dedizione e impegno si è prodigato alla sua ideazione, si è capito subito che questo tratto di fiume poteva fornire una valida alternativa ai campi gara già esistenti, sia sotto
il profilo numerico, sia per quanto riguarda la fauna ittica. Il campo gara è diviso in 4 zone: purtroppo, però, ogni anno bisogna fare i conti con le piene invernali che spesso mutano l’aspetto e la conformazione delle sponde rendendole inagibili o distruggendole completamente. Per questo motivo e per i picchetti con maggiore fondo che si trovavano nella parte finale, lo scorso anno la quarta zona è stata spostata in un
altro tratto di fiume, nel comune di Poggio Mirteto Scalo, pochi chilometri più a monte di Ponzano Romano. Le caratteristiche sono le stesse, sia per l’ambiente che per la fauna ittica, c’è da dire però che questa “quarta zona” è sicuramente curata e controllata meglio rispetto alle altre tre, forse favorita della presenza della riserva naturale Tevere - Farfa, bellissimo esempio di gestione di aree naturali.
■ I gardons sono i veri e propri protagonisti di queste acque, monopolizzando a volte l’intera pescata senza che altri pesci possano intervenire.
Molti tipi di prede La specie da insidiare durante le competizioni è sicuramente il gardons generalmente di ottime dimensioni, capace di raggiungere anche il chilogrammo di peso. Dopodiché troviamo il cavedano ad arricchire queste acque con la sua astuzia, con esemplari considerevoli. Inoltre sono presenti scardole, carassi, tinche, barbi, carpe, breme, quest’ultime solo da poco scoperte nel tratto di fiume in questione, alborelle, lucci, sia il perca che il “papera”, black bass ed infine l’acerina, specie ormai quasi estinta o quantomeno introvabile nei nostri corsi d’acqua, ma che qui trova ancora un habitat perfetto dove potersi riprodurre. Purtroppo bisogna segnalare la presenza da qualche anno di esemplari di siluro che, anche se ancora di modeste dimensioni, sono destinati a divenire razza predominante di queste acque, non potendo intervenire in nessun modo essendo Ponzano troppo dispersivo affinché qualsiasi rimedio sia efficace. Non ho molta simpatia per i siluri, non per un discorso tra
autoctono e alloctono, ma per la fine che hanno fatto i vari corsi d’acqua dove questo super predatore si è stabilito, diventando in molti casi specie unica e predominante e lasciando minore spazio alle altre forme di vita.
■ Bisogna stare attenti ad alcuni periodi dell’anno, quando i gardons vanno in frega spostandosi per la riproduzione in zone dove l’acqua è più bassa e facendo diminuire la loro presenza, soprattutto nelle competizioni.
Come si pesca La caratteristica principale del tratto di fiume in questione è la distanza che separa il nostro galleggiante dal fondo, su alcuni picchetti si può arrivare ai 9,5 mt di profondità! Questa caratteristica fa di Ponzano un itinerario non facilissimo da affrontare, soprattutto per chi da poco si è avvicinato alla pesca con la roubaisienne, in quanto spesso capita di dover recuperare un pesce con 8 pezzi di canna rivolti verso il cielo. Veniamo ora alla parte tecnica, parliamo sicuramente della canna francese, la roubaisienne, vero e proprio attrezzo ormai indispensabile per una sessione di pesca agonistica o semplicemente amatoriale. Oltre a
Le lenze per Ponzano
questa non sono da sottovalutare la bolognese e l’inglese, quest’ultima da utilizzare soltanto in condizioni particolari, ovvero con corrente lenta o assente e al centro del fiu-
me. Di contro la bolognese ha due impieghi principali: o poco fuori la linea di pesca della roubaisienne, maggiormente da quando è in vigore la limitazione a 13 mt ma in questo caso deve essere lunga almeno 8 mt per coprire il gap derivato dal fondo, oppure al centro del fiume, con galleggiante scorrevole e in questo caso una 5 mt ci agevolerà le operazioni di lancio non sempre facili e libere da alberi sulla sponda.
In questa tabella alcune lenze da impiegare a Ponzano per la pesca al gardon. Le prime tre da sinistra sono da considerarsi con condizioni di velocità d’acqua normali, tipo fino a 5 gr, utilizzando galleggianti di forma classica, tipo “menta” di Colmic. Le restanti due, con condizioni d’acqua più veloci, tipica di Ponzano nel periodo invernale. Il controllo della passata ed il suo lavoro corretto nell’acqua fanno si che a Ponzano difficilmente la pesca risulti povera.
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Un “fiasco” di pesce!
Notizie utili
Ricettività
Raggiungere il campo gara è facilissimo: basta uscire al casello Ponzano/Soratte dell’autostrada A1 Roma - Firenze e seguire le indicazioni per Ponzano Romano o campo gara FIPSAS. Dopo circa 1 km si incontra il bivio dov’è ben evidente l’indicazione girare a sinistra, con la direzione da prendere per raggiungere il fiume e il campo gara. Siamo nella provincia di Roma, quindi per poter pescare non c’è bisogno di nessun particolare tipo di permesso, ma basta essere in possesso della normale licenza per acque interne.
Galleggianti & co. La corrente media del fiume è generalmente lenta, da circa 2,5 gr, grammatura ideale per rimanere bloccati correttamente, condizione però non sempre costante durante tutto l’anno, soprattutto in inverno. Bisogna quindi prepararsi ad andature d’acqua più veloci, fino ad arrivare ad un massimo di 30 gr a vela, condizione però sconsigliabile da perseguire visto la mole d’ac-
qua. Inoltre, con queste condizioni di corrente è difficile che il fiume sia pulito e quindi in questi casi meglio declinare verso un’altra meta. Nel periodo primaverile/estivo la fascia di grammature del galleggiante da usare varia da 1,5 fino a 5 gr con forma cosiddetta a goccia od ovetto classica per passate e trattenute, montato su un trave del diametro dello 0,12 mm: la serie menta di Colmic è perfetta per questo tipo di pesca
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oppure la serie “Ponzano”, creata da Massimo Ardenti, appositamente per questo campo gara. I galleggianti piatti si sposano perfettamente a queste acque, che siano piastre o vela, risultando spesso preferibili a quelli di forma classica, eseguendo una corretta azione di pesca con qualsiasi condizione di corrente. Per quanto riguarda la piombatura, ricordando la notevole profondità di queste acque, si consiglia sempre la
creazione di un bulk di pallini o l’utilizzo di torpilla/pallettone, su qualsiasi grammatura scelta per il nostro specifico caso, questo per facilitare le operazioni di entrata in pesca della lenza in rapporto alla corrente che abbiamo. Per le grammature fino a 5 gr il consiglio è di usare comunque una piombatura a pallini, sempre con la formazione di un bulk in modo da poter gestire liberamente la dislocazione degli stessi, facendo il
■ I prodotti usati e le fasi di preparazione della pastura, quest’ultima da preparare sempre in funzione delle condizioni d’acqua, dosando a dovere la bagnatura, non rovinando la meccanicità della stessa che altrimenti, vista la profondità dell’acqua, può causare lo spostamento dei pesci più a valle del nostro punto di pesca.
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classico raggruppamento, per poi aprirsi verso il basso della nostra lenza, gestendo quest’apertura in rapporto alle esigenze del pesce. Un finale del diametro dello 0,9 mm ed un amo del n°18 Serie 2 Tubertini o serie N957 di Colmic concludono la lenza tipo per Ponzano. Non è necessario affinare la lenza vista la profondità e la specie che andiamo ad insidiare, cioè il gardons, che di norma è poco diffidente. Magari per una pesca specifica al cavedano si può optare per una leggerezza maggiore, senza esagerare però. Quello che fa la differenza è soprattutto come si presenta l’esca al pesce, ovvero la passata và eseguita lentamente, facendo dei continui “stop and go”, soffermandosi soprattutto nel punto in cui abbiamo effettuato la pasturazione e poco a valle.
■ Franca Tagliaferri, campionessa del mondo di pesca al colpo. In questa foto è con una bellissima carpa presa a roubaisienne su oltre 7 mt d’acqua, in corrente, lasciandole quel giorno soltanto un secondo di settore. Grande!
arabica in modo da non sbriciolarsi durante la scesa verso il fondo. L’esca principe è sicuramente il bigattino, alternato a qualche passata con il verme di terra, mentre il mais non ha mai dato buoni risultati. La pasturazione non và
mai fatta a monte dell’azione di pesca, ma bensì nello spazio che c’è tra la punta della roubaisienne e l’astina del galleggiante posizionando la canna sull’apposito sostegno del panchetto. Spero di aver descritto al me-
glio Ponzano, un posto ricco di risorse che chiede solo di non essere trascurato come qualche volta succede a molti che, lasciando buste e barattoli in giro, dimostrano la loro noncuranza per lo splendido ambiente in cui ci si trova.
Esche e pasture Un ulteriore capitolo va aperto infine per la pasturazione, effettuata a base di sfarinato specifico per i pinnuti d’oltralpe. Molti riscontri trova la pastura del grande Van Den Eynde nella versione turbo black e brown, magari tagliata con una classica da fondo molto legante, valida per acque con tanto fondo e corrente. Molto importante è l’uso del bigattino incollato che deve essere ricco di breccia e saldamente unito con gomma ■ Pastura e bigatto in colla con quarzite sono i metodi di pasturazione da impiegare per una corretta sessione di pesca. I loro lancio in acqua deve essere sempre calibrato in base alla velocità dell’acqua e alla profondità, in modo da non disperdere in modo vano la loro funzione.
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ITINERARIO ESTERO
GATUN LAKE: a pesca nel
CANALE di
PANAMA
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Panama, il più piccolo dei paesi dell’istmo centroamericano, centro nevralgico del traffico marittimo fra i due oceani e fra due mondi completamente diversi, è considerato dagli appassionati come una delle mete più interessanti per il turismo alieutico. Testo di Antonio Varcasia – Foto di Antonio Varcasia e Horacio Clare
■ L’autore, insieme alla guida pro Horacio “Chicho”, con un bellissimo peacock bass, dai colori stupendi. Panama può apparire come un’insolita location di pesca, in realtà i due oceani in comunicazione attraverso il bacino artificiale del lago Gatun offrono spot unici e soprattutto ricchi di pesci predatori.
B
astano poche centinaia di chilometri di terra in cui davvero si può arrivare a pescare gran parte dei pesci appartenenti alla mitologia alieutica, dagli arrembanti rostrati sulla costa del Pacifico a ovest, ai nevrotici tarpon nelle acque turbie delle foci e dei canali di quella atlantica o caraibica. Grazie a quell’opera ingegneristica che è il canale di Panama, dal 14 agosto del 1914 questi due oceani sono in comunicazione attraverso uno dei bacini artificiali più grandi del mondo, il Lago Gatun. Di fatto questo enorme lago fa parte integrante del canale per ben 33 km, il canale è invece lungo in totale ben 81,1 km, immerso in una vegetazione tropicale rigogliosa con un’estensione di oltre 425 kmq che serve per le operazioni di chiusa, giacché per ogni transito sono necessari ben 202.000 metri cubi della sua acqua. Il canale è infatti attraversato da migliaia di navi all'anno per un tonnellaggio di decine di milioni di tonnellate in entrambi i sensi. Il pedaggio dovuto per la navigazione è la principale fonte dell'economia dello stato di Panama.
Muchos peces Forse a causa dell’abbondanza di pesce in acqua salata a cui secondo storia e tradizione sembra che il paese centroamericano debba il nome, pare infatti che in lingua creola il vocabolo Pa99
Gatun Lake: a pesca nel canale di Panama na-mà significhi proprio “muchos peces”, c’è un aspetto di Panama forse meno noto che tuttavia vale davvero la pena di andare a scoprire, ovvero la pesca nel canale di Panama. Formato da un insieme di ca-
nali e laghi, questa distesa d’acqua, in gran parte dolce e in parte salmastra, è un mix fra antropizzazione spinta e scenari tipici tropicali, dov’è possibile insidiare sia a mosca che a spinning, ma anche con esche
naturali per chi lo preferisce, alcuni insospettabili predatori, realizzando una sorta di “tropical slam” costituito da peacock bass, snook e tarpon. Se le ultime due specie non fanno notizia in quanto ci troviamo in un’area dove sia il silver king che gli snook popolano abbondantemente le lagune ma anche i grandi fiumi navigabili che sfociano nelle coste caraibiche tanto da costituire meta privilegiata per i cultori della pesca di questi due affascinanti predatori nelle acque turbie circondate dalla foresta tropicale, il peacock bass è invece una sorpresa per chi come il sottoscritto è abituato a vede■ Ancora un bellissimo peacock, così come nella foto in basso. La pesca è eseguita in banks di erbe semi affioranti a contatto della vegetazione frontale. Il peacock è pesce molto aggressivo che regala forti emozioni specie a galla con le esche da top-water.
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re questo pesce negli scenari tipicamente amazzonici dell’america del sud.
Il sargento Effettivamente il peacock di Panama costituisce un’eccezione dovuta ad una delle tante pazzie fatte dal genere umano per soddisfare il proprio istinto o le proprie passioni, quando circa una settantina di anni fa venne introdotto nelle acque panamensi in laghetti artificiali di alcuni privati quasi per scherzo. Non fu invece uno scherzo quando la popolazione di peacock, nello specifico stiamo parlando di Cicla monoculus, una delle sette specie presenti a livello mondiale di questo variopinto animale, durante una piena fece il suo ingresso nelle acque color caffellatte del canale. Il predatore dalla sgargiante livrea non è uno dei giganti amazzonici, infatti raggiunge dimensioni massime comprese fra i 5 ed i 7 kg, con una media che è generalmente fra 1 e 2, tuttavia, al pari dei suoi congeneri, ha una spiccata aggressività ed un’attività predatoria incessante che, unite alla sua straordinaria capacità riproduttiva, fecero si che in pochi
anni diventasse il pesce più comune di questo specchio di acque, incurante delle navi da crociera o degli imponenti mercantili che gli passano sulla zucca. Un problema per le centinaia di specie endemiche di piccoli pescetti delle acque dolci di questo ecosistema che viene costantemente vigilato dalla Smithsonian Tropical Research Institute (STRI), uno dei poli scientifici più importanti a livello mondiale per lo studio della biodiversità animale tropicale e non solo, che ha sede sempre qua nel canale, però spostato verso il lato di Colòn, sull’isola di Barro Colorado. Gli indios Kuna hanno accolto questo predatore aggressivo, chiamato sargento, scoperchiando le loro pentole e i pescatori sportivi sfoderando le loro canne da bass, magari aggiungendo un pit-stop di uno/due giorni, quando prima o dopo un viaggio, su una delle due coste.
Snook e tarpon Il peacock quindi, seppur spadroneggiando nelle vaste aree spesso poco accessibili del lago Gatun e limitrofi, costituite da intere foreste allagate durante la costituzione del cana-
le che rendono la navigazione in questi spot molto difficoltosa e decisamente “a vista”, non ha vita facilissima, in quanto deve condividere il suo territorio con una vera e propria macchina da guerra, amante degli stessi scenari e che spesso raggiunge dimensioni davvero imbarazzanti, lo snook o se preferite, dato che siamo in acque latine, il robalo. Quest’ultimo, che ricorda lontanamente per le sue abitudini di caccia e di vita, può vivere tranquillamente in acque completamente dolci, salma-
stre o salate da cui è originario, la nostra spigola, occupa la stessa nicchia biologica, in un chiaro esempio di confluenza evolutiva ed è il nemico numero uno del sargento, ma anche un ottimo avversario per chi ama pescare di precisione fra tronchi sommersi e ninfee di dimensioni XL, magari stando attenti ai largatos, coccodrilli e caimani, che abitano queste acque insieme a delle graziose tartarughe acquatiche che tuttavia non sembrano avere lo stesso tipo di menù giornaliero delle no-
stre, essendo carnivore e piscivore al 100%. Infine, bisogna spendere qualche parola per il Re. Si perché non c’è niente di più imbarazzante, o di eccitante, dipende dai punti di vista, di allamare un tarpon di una cinquantina di chili mentre state a pesca di peacock bass con la vostra cannetta in light tackle per poter skippare qualche worm in mezzo agli arbusti o ai tronchi sommersi. Lo stesso effetto di agganciare un siluro di due metri mentre state insidiando un black bass, con la differen-
■ Un po’ di tutto. Non c’è dubbio, infatti, che il peacock sia la preda più interessante e che spadroneggi un po’ ovunque anche se non ha vita facile all’interno del canale, in quanto si trova a condividere aree di caccia insieme allo snook, che può vivere bene in acque dolci… ma non manca persino l’imprevisto con il mitico tarpon!
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Gatun Lake: a pesca nel canale di Panama za che il sabalo real, così com’è conosciuto da queste parti, è una specie di locomotiva che salta fuori dall’acqua cercando in tutte le maniere di liberarsi del fastidioso contrattempo e, come sapete, gran parte delle volte, grazie anche alla sua bocca lignea, ci riesce. I tarpon nel Gatun Lake non sono cosi abbondanti come i pesci di cui abbiamo già parlato, ma ci sono, specie fra aprile e maggio e soprattutto nella parte del lago che dà verso l’Atlantico. Risalgono alla ricerca di cibo e spesso rimangono involontariamente imprigionati fra le chiuse, tanto che Panama costituisce l’unico luogo al mondo dove questi giganti preistorici sono stati pescati anche nelle acque del Pacifico.
■ In basso al centro, i tarpon, sul Gatun Lake, non sono così abbondanti come il peacock o lo snook, ma la loro presenza, specie tra aprile e maggio, è molto più interessante e continua, soprattutto nella parte del lago che guarda verso l’Atlantico.
L’attrezzatura Ho avuto la fortuna di scorrazzare nel canale di Panama
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con uno dei personaggi più rappresentativi di questa terra in campo alieutico, ovviamente si tratta di Horacio Clare, nientemeno che l’IGFA world record holder del peacock bass (sargento) in queste acque, ed esperto pescatore da cui ho potuto imparare molto. La pesca a spinning nel Gatun lake per una persona abituata a pescare i nostri Black bass è abbastanza semplice: infatti, il sargento è un predatore molto aggressivo e molto meno sofisticato dei nostri boccaloni. Le esche di superficie la fanno da padrone, sia perché vedere un fragoroso attacco in acque ferme è un’emozione da non perdere, sia perché spesso, come già detto, si pesca su profondità inesistenti, circondati da tronchi emergenti e piante acquatiche che renderebbero l’utilizzo di minnow un problema. Invece molto bene la gomma, spesso spiombata, senza una reale preferenza di forme e colori. Più che prenderli, l’obiettivo sul Gatun è catturare quelli
■ Attrezzatura robusta, esche sia di superficie che da profondità, ma anche tanta gomma da utilizzare in ambienti molto difficili e spesso inaccessibili con canne intermedie, da 7 piedi per un oncia, agevoli nell’utilizzo e interessanti nella potenza per aumentare il piacere della tecnica e della sensibilità.
grandi: infatti, a causa del costante prelievo, la taglia media è spesso piccola e trovare i big è un operazione che costa, in quanto bisogna esplorare aree meno battute, a volte al limite dell’accessibilità, ma che spesso regalano emozioni da ricordare. Come canne sono l’ideale quelle corte, max 7 piedi, con un’azione medium-fast e una potenza di lancio che non superi l’oncia, a cui abbinare mulinelli sia a bobina fissa
Piante acquatiche, tronchi emergenti, intrichi vegetativi, situazioni ideali per le esche di gomma
che rotante, a seconda dei gusti e delle preferenze. Per chi usa il trecciato è importante fare un bel finale in fluorocarbon da 30-50 lb, dipende dal tipo di “substrato” in cui si pesca e alla possibile presenza di altri “inquilini” come abbiamo visto pocanzi. A mosca l’attrezzatura ideale è una canna per coda #7-8 se volete un compromesso per poter combattere con una certa scioltezza anche gli snook di taglia, mentre per i tarpon, sia con questa tecnica che a spinning, è necessario, specie nella stagione in cui questi si fanno più numerosi, portare una canna dedicata, coda #10-12 e a spinning una canna ad azione fast con un buon backbone e potenza di lancio sulle 2 once. Fra le cose da non scordare a casa, occhiali polarizzanti, creme solari e repellenti, infatti non dimenticatevi che siamo in pieno tropico, il regno dei mosquitos per eccellenza!
Come arrivare Raggiungere Panama è abbastanza semplice: infatti, con Iberia si può arrivare via Guatemala o Costa Rica, piuttosto che passare per Miami: in questo modo si eviteranno le lunghe prassi doganali americane. Il lago Gatun si trova a circa un’oretta di macchina da Panama City; sono presenti diversi Resort ed Hotel, tuttavia vi consigliamo vivamente un soggiorno presso il Gamboa Resort, presso l’omonima chiusa. Immerso in una vegetazione lussureggiante e con a disposizione lancie a motore e guide da pesca, propone anche una serie di attività nella foresta pluviale, incluso un corso di sopravvivenza nella stessa con gli Indios locali. Potete visitare la home page dell’hotel, che è un vecchio insediamento degli operai che lavorarono al canale completamente ristrutturato, o contattare il suo responsabile Edgar Perez. ■ Una bella serie di catture utilizzando esche sia di superficie che a mezz’acqua. Il Gatun, permette di pescare in un ambiente molto ricco di predatori che nel risalire dall’Atlantico rimangono spesso trattenuti all’interno dalle chiuse, diversificando dunque una presenza di pesce davvero notevole e stimolante per il pescatore di spinning e mosca.
Gamboa Rainforest Resort Tel: +507 206-8888 +507) 314-5000 http://www.gamboaresort.com
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Agonismogare LA PAROLA ALLA FEDERAZIONE
Savona: un 2009 iniziato alla grande stagione inizia con Q uesta il rinnovo della conces-
sione per cinque anni con l’amministrazione provinciale delle acque precedentemente da noi gestite: fiume Bormida di Pallare, torrente Maremola, torrente Pennavaire, torrente Neva, ai quali siamo riusciti ad aggiungere: torrente Pora, torrente Erro e nuovamente il fiume Bormida di Millesimo nel comune di Calizzano per un totale di circa 50 km. Nei comuni di Carcare e Zuccarello sono istituite due zone riservate ai tesserati giovani. La gestione di queste 104
acque, con il decisivo contributo dello “sfai” che speriamo si rinnovi anche per le prossime stagioni, ci permetterà nel 2009 di raggiungere un importante numero di tesserati per una piccola provincia come la nostra. Tutte le acque sono in concessione come riserve turistiche, l’accesso alle quali prevede esclusivamente il possesso della tessera FIPSAS e del segna catture distribuito gratuitamente, ed infatti sono frequentate da numerosissimi pescatori delle regioni e province limitrofe. Con il rinnovo del consiglio
si sono cercate forze nuove sia per il settore mare che per la didattica subacquea ed il settore sub che necessitavano di un potenziamento. L’agonismo acque interne ha ricevuto nuovo impulso dalla possibilità di utilizzo del campo gara storico fiume Bormida di Murialdo per qualsiasi manifestazione e dall’impegno delle nostre società. L’agonismo mare entra ora nel vivo e con i nostri atleti siamo certi che raggiungerà i traguardi degli ultimi anni. L’attività giovanile acque interne ha ricevuto particolare impulso dai tratti di fiume loro riservati e da corsi di pesca organizzati in Valbormida: nelle ultime mani-
festazioni Trofeo Odella a Carcare e Trofeo Sampei a Zuccarello si sono avute rispettivamente cinquantasei e trentadue presenze con il risultato di ventuno nuovi tesserati FIPSAS. Queste manifestazioni sono state organizzate con il sostanziale contributo della Saint Gobain Vetri, della Italiana Coke e della Continental AP che da anni ci sostengono nella nostra politica verso i giovani, nove dei quali parteciperanno prossimamente ai campionati italiani trota torrente di categoria. Per ultimo il magnifico fine settimana della trota torrente nel quale i Garisti 93 Sarfix hanno vinto per la sesta volta il Campionato Italiano a squadre sul Volturno, mentre sull’Orco, nell’ultima prova dello Zonale A di trota torrente a squadre, i Garisti 93 Sarfix, La sirena Artico e U.P. Bragno Sarfix si sono classificate nelle prime quindici. Moltissimi sono ancora i problemi da risolvere, ma come si dice chi ben comincia.. Paolo Ghiso Presidente FIPSAS Sez. Savona
CALENDARIO AGONISMO AGOSTO Date e campi di gara possono essere suscettibili di cambiamenti, verificare sempre il sito on line della FIPSAS. PESCA AL COLPO Campionato italiano a box per squadre di società di pesca al colpo ■ 29-30 agosto cavo Lama - MO Trofeo di serie a/4 per squadre di società di pesca al colpo ■ 1-2 agosto fiume Metauro - PU Trofeo di eccellenza centro ■ 30 agosto bacino di Bomba - CH CARP FISHING E PESCA AL SILURO Club azzurro di carp fishing a coppie ■ 1-2 agosto lago di Corbara - TR ATTIVITÀ INTERNAZIONALI ACQUE INTERNE Campionato del mondo di pesca al colpo per disabili ■ 8-9 agosto Ponte de Sor - Portogallo Campionato del mondo femminile di pesca al colpo ■ 22-23 agosto Fiuma – Loc. Mandria - Emilia Romagna
Campionato di eccellenza centro e Trofeo di serie A5 tanti rinvii, final- scorso anno sempre al TuraD opo mente al via i campio- no, dando un maggiore risalnati del Trofeo serie A5 ed Eccellenza centro nello splendido scenario del lago del Turano. Le condizioni del bacino, eccezionalmente alto di livello a causa delle piogge invernali molto abbondanti, hanno costretto gli organizzatori prima a posticipare gli eventi e poi a ridurre le zone da utilizzare per le gare, ponendo le stesse in due giorni distinti. La serie A5 ha dato buoni risultati, vedendo vincente la squadra B della Fisher Maniac con 11 penalità, seguita dalla squadra B del Team Blue Marlin e dalla A della Stella Marina con 12 penalità entrambe. Nell’Eccellenza centro si confermano i ragazzi della Blue River squadra B con sole 6 penalità, stesso punteggio dello
to al risultato negativo della squadra A che, con un passivo di 30 penalità, segna una giornata da dimenticare in fretta. Buoni i risultati di Tolentino 79 e P.C. Bastia che rincorrono i ragazzi della Blue River B. Da segnalare il passo falso delle due squadre Lo Svasso che portano a casa 28 penalità ciascuna. Reggono Blue Marlin e Goldenfish, rispettivamente con 19 e 20 penalità. I pesi portati alla bilancia sono buoni, con un pescato medio che si aggira attorno ai 7 kg, avvalorando gli sforzi degli organizzatori intenti a far disputare nel miglior modo possibile queste due gare. Peccato però che in alcuni settori il picchetto preso in sorte sia stato decisivo ai
fini del piazzamento, segnando in anticipo il destino dell’agonista. Ottima prestazione di Campili Andrea, Lenza Dannunziana, che riesce a far segnare il maggior peso di questa prima prova dell’Eccel-
lenza centro, dando vita ad un vivace duello con Massimo Ardenti e lasciando al forte agonista romano un buon secondo di settore. Fernando Bernardini
Agonismogare a prima parte della stagione agonistica della specialità della trota lago ha già dato molte risposte anche se, come sempre, i campionati “importanti” si concluderanno a fine anno. Dopo due prove l’APS La Fonte 93 della provincia di Verona comanda la classifica progressiva con un minimo vantaggio su Termovapor, ASD Soffritti, Team Nord Est, Team Blue Marlin Roma, Garisti Club, Villaclarense, Top Team, C. C. Castiglionesi e Nuova Cannisti Chiaravallesi. La sfida come sempre è molto serrata e solo chi saprà ottenere continuità di risultati potrà ambire al titolo italiano, prova ne è che la prima uscita, svoltasi sul lago Smeraldo in provincia di Latina, ha visto la vittoria “in casa” del Team Blue Marlin Roma con solo sette penalità tecniche, mentre nella seconda prova sul nuovo campo di gara del lago Bocche del Naviglio in provincia di Brescia ha vinto la bresciana Termovapor con un risultato eccezionale di sei penalità tecniche giocando “in casa” anche in questo caso. Ora, la Termo-
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A cura di Angelo Ramella
vapor ha scalato la classifica progressiva sino al secondo posto con un totale di 28 punti (22+6) e il Team Blue Marlin Roma è sceso al quinto posto con 30,5 punti (7+23,5), posizioni ottime ma caratterizzate da due exploit, mentre la continuità ha premiato l’APS La Fonte, prima con 26,5 punti (11,5+15), l’ASD Soffritti, terza con 28 punti (16+12) e il Team Nord Est, quarto con 28,5 punti (16,5+12) che possono essere considerate le favorite per la conquista del Campionato Italiano di Società 2009.
Classifica progressiva dopo due prove SOCIETÀ APS LA FONTE 93 - VR TERMOVAPOR - BS ASD SOFFRITTI - VB TEAM NORD EST - PD ASD TEAM BLUE MARLIN ROMA - RM APS GARISTI CLUB - PD VILLACLARENSE - BS TOPO TEAM - MC C. C. CASTIGLIONESE - VA ASD NUOVA CANN. CHIARAVALLESI - AN
PUNTI 26,5 28 28 28,5 30,5 32,5 34,5 34,5 35 39,5
11,5+15 22+6 16+12 16,5+12 7+23,5 14,5+18 20+14,5 17,5+17 17+18 23,5+16
n una bella giornata di sole si sono svolti i campionati italiani riservati alle categorie Master e Donne sul campo di gara permanente del torrente Mella a Bovegno nella bresciana Valtrompia. Buona la partecipazione dei master che ha raggiunto e superato quota 80, ma assolutamente deludente di contro la partecipazione delle donne che ha raccolto la presenza di solo 12 gariste nonostante non ci fosse alcuna forma di qualificazione provinciale. Ciò nonostante, il campionato femminile è stato tecnicamente ed agonisticamente di rilievo sia per risultati ai fini della classifica, sia per il pescato uguale se non migliore di quello dei master. Dato il numero esiguo delle presenze, è stato stabilito un unico settore di gara per cui si è assistito ad una lotta vera, dell’una contro tutte. La prima prova ha visto la vittoria di Monica Vabai della Garisti 98 Brescia con la cattura di 12 trote, davanti a Francesca Fuselli della V.A.P.A. e Daniela Bettoni della Scuola Pesca Valle Imagna con 11. Decisamente migliore la prova della seconda giornata con un sole chiaro e limpido come le acque del torrente Mella che, dopo un furioso temporale notturno, stava pian piano diminuendo di portata. Giada Lenatti, giovane garista della Mallero Valmalenco, ha prevalso nella seconda prova con la notevole cattura di 26 trote, precedendo la nuova campionessa 2009 Monica Vabai con 22 catture e Classifica campionato donne Garisti 98 Brescia 3 Sabina Milan con 20. La Vabai, grazie ad un primo ed un secondo po- Vabai Monica Lenatti Giada Mallero Valmalenco 6 sto, ha conquistato il titolo italiano e con lei sono salite sul podio Giada Fuselli Francesca V.A.P.A. 7 Team Garisti 2001 8 Lenatti e Francesca Fuselli. I Master sono stati suddivisi per sorteggio Milan Sabina Daniela Scuola Pesca Valle Imagna 10,5 computerizzato in quattro settori e nella prima prova sono risultati vin- Bettoni Colongo Romilda Valdossola Fishing Team 12,5 Cannisti Senago 15 citori Dotta Carlo della Ben Fin con 26 catture, Invernizzi Luigi della Tre Superchi Graziella Maria Bec Fin 16 Pievi con 24, Lufino Matteo della Stone Fish Club con 26 e Briano Ivo Deluca Giraudo Gabriella Bec Fin 17 de La Sirena con 18. Si sa che per conquistare il titolo italiano di ogni Arisi Nadia Team Novara Pesca 17 Graziella Valdossola Fishing Team 21 specialità bisogna partire con una vittoria, per cui Dotta, Invernizzi, Lu- Grossi Bianco Valentina Garisti Rivarolo 23 fino e Briano partivano la domenica mattina con i favori del pronostico. Il sorteggio però aveva in serbo una sorpresa poiché Dotta e Briano Classifica campionato master Invernizzi Luigi Tre Pievi 2 si sono trovati a gareggiare nello stesso settore. Poteva essere per loro Dotta Carlo Bec Fin 2,5 La Sirena 2,5 un’ottima occasione di eliminare un pretendente vincendo il settore, Briano Ivo Marietta Decimo La Marmorata 3 ma il caso ha voluto che finissero la gara a pari catture e quindi con Lufino Matteo Stone Fish Club 4 Carpenenda 5 piazzamento condiviso pari a 1,5 penalità tecniche. Così, mentre Lufi- Fucina Natalino Valerio Gardonese 6 no finiva terzo nel proprio settore, Invernizzi Luigi non si lasciava scap- Lazzarini Mutti Luigino Gardonese 6,5 Valle Imagna 7 pare l’opportunità di vincere settore e titolo italiano. Con lui sul podio Morlotti Leone Viazzo Marco Agonistica Valsesia 7 sono saliti Dotta e Briano.
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Classifiche
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è concluso sul torrente S iChiusella, nell’omonima vallata torinese, con la disputa della quarta ed ultima prova, il Trofeo di serie A/1 della specia-
lità della trota torrente. Le prove precedenti si sono svolte sul torrente Pioverna in Valsassina, sul Fiume Bormida a Calizzano e sul torrente Mella in Valtrom-
pia a Bovegno. Ha conquistato il Trofeo 2009 la società Avis Lavone della provincia di Brescia che ha vinto le prime due prove e si è difesa egregiamente nelle ultime due, rimanendo sempre in testa alla classifica progressiva di trofeo. Vittoria quindi strameritata. A contendere il risultato finale ci hanno messo anima e determinazione la SPSD Val Pellice, la SPS I Galecc, la SPS Sà Fario, il GPS Giorgio Galimberti, la SPS Mulinello, il Club Pesca Valle San Martino, l’Hobby Sport, La Sirena ed il Bec Fin, che hanno occupato costantemente le prime posizioni di classifica progressiva terminando nell’ordine sotto elencato. Le prima quattro squadre classificate hanno conquistato il passaggio al campionato italiano di società del prossimo anno.
Classifica del Trofeo di Serie A/1 Avis Lavone - BS Spsd Val Pellice - TO Sps I Galecc - BG Sps Sa’ Fario - MI Gps Giorgio Galimberti - BS Sps Molinello - BG Club Pesca Valle San Martino -BG Asd Hobby Sport - BS Scpsd La Sirena - SV Aps Bec Fin -CN
57,5 62 74 74,5 93 95,5 97 100 101 111
Agonismogare
DENTRO L’AGONISMO
Campionato italiano individuale seniores:
“la sagra dei pesci gatto”! della festa civiN elle giorno della nascita della repubblica italiana si è svolta sul fiume Arno a Pisa la seconda prova del campionato italiano individuale seniores. La gara è stata distribuita in tre zone distinte e lontane tra loro, denominate San Lorenzo alle Corti, Sassi e Castelfranco, al fine di ospitare i 250 agonisti usciti dalla selezione del cavo Lama. Una gara durissima, quella svolta in Arno, non solo perché la maggior parte dei concorrenti, in particolare quelli che partecipano al campionato di Eccellenza Nord, dimorava in Toscana già da diversi giorni, ma perché ha obbligato tutti i garisti a congrue e costose pescate da diversi chili, considerato che ogni giornata di pesca, anche se trattasi solo di allenamento, costa non meno di 200 euro pro capite, tra bigattini, lombrichi, mais, esche varie, pasture, brecciolino, colla e accessori vari, senza contare poi i costi del vitto e dell’alloggio. Dunque questa trasferta lascia il segno non solo nel fisico ma anche nelle tasche, e con i tempi che corrono per molti è stata dav108
vero un’avventura oltre le proprie possibilità. In ogni caso, da questa gara in Arno dovevano uscire i 100 finalisti per la doppia sfida di Spinadesco che dovrà assegnare il tricolore. E come tutti sappiamo il campione italiano entrerà di diritto tra i papabili che potranno vestire la maglia azzurra della nazionale insieme al gruppo uscente della stessa e ai componenti di vertice del club azzurro. Insomma, in Italia per arrivare alla maglia della nazionale occorre affrontare una durissima selezione e non basta, perché poi la scelta finale spetta alla Commissione tecnica della federazione FIPSAS. Ciò detto, è giusto fare un’analisi della gara svoltasi il 2 giugno in Arno: intanto le condizioni meteo hanno girato al bel tempo e nella parte della mattinata la temperatura è stata anche molto gradevole. Le condizioni dell’acqua erano ottimali con una leggera corrente che imponeva nella prima parte della gara l’uso di galleggianti a vela molto pesanti, fino a 15 gr. Pian piano che il tempo passava la corrente diminuiva e anche il livello del-
l’acqua scendeva di qualche centimetro consentendo una pescata con lenze decisamente più leggere. Addirittura nella parte finale della gara si sono viste lenze molto leggere anche se le condizioni variavano da zona a zona. Il pesce che ha dominato la gara è stato il “gatto”, proprietario assoluto dei fondali del fiume. A San Lorenzo per la verità si sono visti catturare, senza uniformità, anche muggini di taglia non eccessiva. La gara è iniziata alle ore 10,15, anticipata dai soliti 5 minuti riservati alla pasturazione pesante, e qui si sono viste due scuole di pensiero: la prima prevedeva una pasturazione pesante con lancio di notevole pastura a mano a 12 mt di distanza e qualche palla di bigattini in colla; l’altra linea di condotta prevedeva la pasturazione come se si stesse già pescando, quindi niente super fondo ma pallina regolare come si usa fare durante la gara. E a conti
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di Alessandro Scarponi
www.matchfishingitaly.blogspot.com
fatti si può dire che entrambe hanno pagato perché di pesce in questo fiume ce n’è tanto e quindi non sono sbagliate nessuna delle due impostazioni. In ogni caso, la lenza classica che è stata usata prevedeva fili molto robusti con madre lenza costruita con dello 0,25 e terminale con filo dello 0,18–0,20. Logicamente ami esagerati come solo in mare si vedono, per consentire il carico di esche maxi come i lombrichi chiamati “mamme”, il fiocco di 10/12 bigattini o il chicco di mais rosso per insidiare i cefali. I pesi realizzati individualmente a fine gara sono stati notevoli e per qualcuno l’ago della bilancia si è fermato anche oltre i 20 kg. Quindi, gatti di tutte le taglie e le pezzature e tra questi qualche carassio, qualche carpa e qualche muggine. L’unico inconveniente, criticato un po’ da tutti, riguardava l’accesso con l'auto ai posti di pesca, assai difficile in molti casi e meno male che non è piovuto. Con la realizzazione della gara di Eccellenza nord e del Campionato italiano individuale si chiude il sipario sulle competizioni di alto livello in Toscana. La carovana dell’agonismo nazionale adesso si sposterà nel canale Fissero Tartaro in provincia di Modena e anche lì saremo presenti per raccontarvi con commenti, foto e interviste le gesta dei campioni nazionali della pesca al colpo.
l 23 e 24 maggio 2009 si è svolta sul fiume Lamone, in Romagna, la quinta edizione del Campionato Italiano Individuale di Pesca pratica in fiume. A questa competizione nazionale hanno partecipato 138 concorrenti, la metà circa di quelli che avevano partecipato all’edizione del 2008 sul fiume Ronco Bidente. Un numero d’iscritti inferiore alle aspettative vista l’alta partecipazione registrata negli anni passati. La Federazione dovrà certamente analizzare le ragioni di questo forfait di massa e correre al riparo, apportando i necessari correttivi in previsione della prossima edizione. D’altra parte, un campionato italiano è pur sempre un evento importante che dovrebbe suscitare l’interesse di tutti gli appassionati italiani della pesca pratica in fiume. Pare che a qualcuno non sia piaciuta la scelta del campo di gara del Lamone, ritenuto poco pescoso a causa della siccità dell’anno scorso che di fatto ha prosciugato il letto del fiume da Brisighella a valle, provocando una consistente riduzione di tutta la fauna ittica. Altri hanno criticato il regolamento attuale che di fatto prevede una gara di qualificazione al sabato e la finale in prova unica alla domenica. E’ una scelta giusta quella di promuovere alla finale i migliori classificati, ma molti pescatori vorrebbero che le penalità acquisite nella gara del sabato potessero essere mantenute e sommate a quelle realizzate nella gara della domenica per fare in modo che il titolo di campione italiano venisse assegnato al pescatore che dimostri le migliori capacità in due prove. La pesca sul fiume Lamone è la tecnica per eccellenza, là dove abilità, estro, fantasia ed esperienza risultano determinanti per avere successo nelle uscite sul fiume. Si pescano pesci capaci di regalare forti emozioni come il barbo comune (Barbus plebejus), i furbi cavedani dalla pinna gialla, con esemplari che arrivano anche al mezzo chilo di peso, e grosse carpe diffidenti ma sempre pronte a sfidare le lenze dei pescatori. Dopo Stefano Paganelli, vincitore nel 2006, Giuseppe Pellacani nel 2007 e Claudio Burnazzi campione 2008, a laurearsi campione d’Italia di pesca pratica in fiume edizione 2009 è stato Fiorenzo Gentilini, garista appartenente alla società Lenza Forlivese (Artico). Fiorenzo Gentilini nasce a Marradi 47 anni fa, dipendente in una azienda di Faenza, gestisce con la moglie Roberta il negozio di pesca situato proprio a Marradi. Amante della pesca da sempre, Fiorenzo si dedica inizialmente alle gare di pesca “trota torrente” fin dall’età di 14 anni, mentre de-
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cide di dedicarsi alle gare di pesca pratica solo verso i 30 anni di età, insieme ad alcuni amici del luogo. Le sue società di pesca sono state la “FARIO” di Marradi, la “Val D’Amone” di Brisighella e da due anni veste i colori della Lenza Forlivese. La passione per la pesca la apprende fin da bambino quando con alcuni coetanei trascorre molte ore lungo il fiume di Marradi. Dopo il matrimonio con Roberta decide di avviare un’attività di commercio di attrezzature da pesca "La galleria dello sport" Tel. 055-8045831. Fiorenzo quando è libero dai turni di lavoro in fabbrica aiuta la moglie nel negozio e spesso trova anche il tempo per andare a pescare nel suo Lamone. Nella lunga carriera di agonista ha vinto tante medaglie d’oro e con la sua squadra anche diversi titoli provinciali; inoltre, a livello individuale ha vinto tre titoli provinciali settore “trota torrente”. Allora Fiorenzo ci puoi dire com’è maturato questo successo…? Questa vittoria rappresenta per me il coronamento di una vita trascorsa a fare gare di pesca. E’ il successo più importante della mia vita che difficilmente potrà ripetersi. Il sabato, nella gara di qualificazione, grazie al sorteggio sono partito per primo su dieci concorrenti e, avendo la possibilità di scegliere il posto nel mio settore, ho deciso di pescare in una buca piena di carpe, cavedani e barbi in località Pistrino chiamata la buca pali. La lenza che ho utilizzato per pescare in questa buca, dove sono riuscito a catturare 7 cavedani e una carpa sui 2,5 kg per un peso complessivo di 2,860 kg, era così composta: per insidiare i cavedani ho usato una canna di sei metri modello Maver R F 155 con mulinello Maver Mustad, lenza dello 0,6, galleggiante Maver modello Ronco da 0,20 e amo del 24 serie H222; invece per insidiare le carpe ho usato una canna da 8 mt modello Maver Spring montando una lenza dello 0,25 con amo del 10 serie C012 e galleggiante da 0,75 gr. Ho innescato sempre il caster di mia produzione, sia per la pesca del cavedano che per quella della carpa. Il sabato ho chiuso la gara con un bel secondo di settore che mi ha permesso di raggiungere la qualificazione alla gara della finale. La domenica il sorteggio ha voluto farmi partire per terzo. Ho scelto uno striscio profondo 70/80 cm d’acqua situato presso Ponte Marignano sul confine tra la Romagna e la Toscana. Per insidiare i cavedani ho usato una lenza da 0,20 gr, finale dello 0,7 e amo n°24 innescando i soliti caster. Dopo 20 minuti che pescavo cavedani mi sono entrate le carpe e così, dopo avere cambiato canna, ne ho agganciate 6 e 5 di queste sono state guadinate. Alla fine della pescata, durata tre ore, ho realizzato 10,620 kg tra carpe e cavedani e ho vinto il settore.
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Maree
Le tabelle sono realizzate in collaborazione con Navionics
Agosto 2009 ■ I valori riportati nelle tabelle si riferiscono alle ore del culmine di alta marea in alcune località italiane. Essendo, però, estrapolati esclusiva-
mente da componenti astronomici, possono essere soggetti a piccole variazioni dovute a fenomeni meteorologici, e in particolare alla pressio-
ne atmosferica ed al vento. A tale proposito, quindi, è possibile rilevare sul luogo piccole differenze rispetto ai valori riportati. Le maree di seguito
GIORNO
IMPERIA
GENOVA
LA SPEZIA
LIVORNO
1/S 2/D 3/L 4/M 5/M 6/G 7/V 8/S 9/D 10/L 11/M 12/M 13/G 14/V 15/S 16/D 17/L 18/M 19/M 20/G 21/V 22/S 23/D 24/L 25/M 26/M 27/G 28/V 29/S 30/D 31/L
05:25 - 19:11 06:21 - 19:50 07:09 - 20:23 07:49 - 20:59 08:25 - 21:26 08:57 - 21:57 09:29 - 22:22 10:04 - 22:56 10:35 - 23:22 11:10 - 23:58 11:58 - ----00:28 - 12:46 01:04 - 14:04 01:53 - 15:50 03:00 - 17:21 04:32 - 18:25 05:52 - 19:25 06:59 - 20:01 07:51 - 20:49 08:43 - 21:33 09:17 - 22:10 10:04 - 22:43 10:50 - 23:24 11:28 - 23:56 12:28 - ----00:28 - 13:18 01:12 - 14:42 01:18 - 16:29 03:17 - 17:45 05:25 - 19:12 06:21 - 19:51
04:49 - 18:30 05:49 - 19:11 06:33 - 19:50 07:17 - 20:26 07:53 - 20:55 08:25 - 21:26 09:01 - 21:57 09:31 - 22:26 10:10 - 22:54 10:48 - 23:28 11:33 - 23:56 12:28 - ----00:41 - 13:40 01:24 - 15:06 02:45 - 16:43 04:00 - 17:46 05:23 - 18:41 06:19 - 19:36 07:15 - 20:20 07:59 - 20:57 08:51 - 21:35 09:33 - 22:12 10:16 - 22:44 11:06 - 23:24 11:50 - ----00:08 - 12:58 00:53 - 14:13 01:36 - 16:01 03:13 - 17:01 04:49 - 18:31 05:49 - 19:12
04:25 - 18:18 05:29 - 19:03 06:21 - 19:38 07:05 - 20:11 07:45 - 20:47 08:17 - 21:10 08:57 - 21:41 09:27 - 22:08 10:04 - 22:40 10:44 - 23:12 11:24 - 23:36 12:20 - ----00:24 - 13:20 01:16 - 14:50 02:12 - 16:22 03:40 - 17:29 05:04 - 18:33 06:11 - 19:13 07:07 - 20:01 07:55 - 20:41 08:42 - 21:22 09:25 - 22:00 10:16 - 22:36 11:00 - 23:16 11:50 - 23:54 12:45 - ----00:28 - 13:50 01:16 - 15:25 02:40 - 16:49 04:25 - 18:19 05:29 - 19:04
05:17 - 18:51 06:17 - 19:34 07:01 - 20:07 07:45 - 20:38 08:21 - 21:07 08:57 - 21:41 09:27 - 22:10 10:00 - 22:40 10:35 - 23:06 11:10 - 23:46 11:54 - ----00:20 - 12:46 00:57 - 14:00 01:53 - 15:26 03:00 - 16:57 04:28 - 18:05 05:48 - 18:57 06:59 - 19:44 07:47 - 20:32 08:30 - 21:10 09:13 - 21:53 10:04 - 22:34 10:41 - 23:10 11:28 - 23:49 12:24 - ----00:28 - 13:18 01:12 - 14:34 02:05 - 16:05 03:37 - 17:17 05:17 - 18:52 06:17 - 19:35
GIORNO
Porto EMPEDOCLE
MESSINA
TARANTO
BRINDISI
1/S 2/D 3/L 4/M 5/M 6/G 7/V 8/S 9/D 10/L 11/M 12/M 13/G 14/V 15/S 16/D 17/L 18/M 19/M 20/G 21/V 22/S 23/D 24/L 25/M 26/M 27/G 28/V 29/S 30/D 31/L
00:41 - 14:02 01:29 - 14:35 02:17 - 14:55 02:37 - 15:27 03:05 - 15:50 03:31 - 16:10 03:57 - 16:32 04:26 - 16:58 04:50 - 17:20 05:30 - 17:38 06:06 - 18:06 06:38 - 18:25 08:20 - 18:16 11:31 - 21:16 12:32 - ----00:01 - 13:33 00:57 - 14:09 01:45 - 14:47 02:25 - 15:10 03:13 - 15:45 03:43 - 16:14 04:21 - 16:48 04:54 - 17:18 05:46 - 17:46 06:30 - 18:10 07:10 - 18:02 08:49 - 17:54 12:21 - 23:23 00:41 - 13:13 00:49 - 13:41 01:29 - 14:05
11:05 - ----00:01 - 11:49 00:19 - 12:25 00:42 - 12:57 01:11 - 13:25 01:35 - 13:49 02:06 - 14:15 02:26 - 14:40 02:54 - 15:03 03:22 - 15:30 03:40 - 15:58 04:22 - 16:30 05:04 - 16:35 05:58 - 17:36 07:50 - 21:25 10:05 - 23:00 11:29 - 23:51 12:13 - ----00:19 - 12:57 01:07 - 13:30 01:37 - 14:05 02:10 - 14:33 02:50 - 15:06 03:12 - 15:38 03:56 - 16:10 04:24 - 16:37 05:07 - 16:56 05:32 - 15:24 09:17 - 22:17 10:31 - 23:31 00:01 - 11:48
01:11 - 13:25 01:50 - 13:59 02:19 - 14:31 02:50 - 14:57 03:19 - 15:25 03:39 - 15:49 04:06 - 16:16 04:30 - 16:40 04:50 - 17:03 05:30 - 17:34 06:06 - 18:02 06:38 - 18:25 07:52 - 18:18 09:53 - 22:15 12:03 - ----00:13 - 12:45 01:11 - 13:33 01:55 - 14:09 02:37 - 14:49 03:10 - 15:25 03:45 - 16:01 04:21 - 16:37 04:54 - 17:10 05:38 - 17:42 06:06 - 18:14 06:37 - 18:43 07:36 - 19:58 11:53 - 23:55 01:11 - 12:25 01:11 - 12:57 01:42 - 13:39
114
01:11 01:41 02:21 02:54 03:23 03:54 04:22 04:46 05:18 05:50 06:30 07:18 08:24 10:39 12:03 00:01 01:05 01:59 02:47 03:29 04:05 04:38 05:17 05:54 06:37 07:22 08:38 11:05 01:11 01:11 01:46
-
13:35 14:10 14:39 15:05 15:29 15:57 16:20 16:44 17:07 17:30 17:54 18:21 18:16 20:24 23:35 12:55 13:39 14:17 14:57 15:33 16:01 16:37 17:10 17:42 18:06 17:54 17:58 23:31 12:29 13:25 13:43
CIVITAVECCHIA
trascritte sono ad esclusivo utilizzo per la pesca sportiva. Le ore di previsione sono espresse tenendo conto dell’ora solare del nostro fuso orario, quindi durante i mesi estivi, quando è in vigore l’ora legale, è necessario aggiungere un’ora ai dati della tabella.
NAPOLI
CAGLIARI
PALERMO
05:45 - 18:59 06:45 - 19:42 07:29 - 20:19 08:09 - 20:59 08:45 - 21:22 09:17 - 21:53 09:48 - 22:22 10:14 - 22:52 10:56 - 23:22 11:32 - 23:58 12:04 - ----00:28 - 12:46 01:12 - 14:00 02:12 - 15:26 03:21 - 17:01 04:55 - 18:13 06:15 - 19:25 07:11 - 20:01 08:03 - 20:45 08:51 - 21:28 09:39 - 22:10 10:17 - 22:43 10:58 - 23:24 11:44 - 23:56 12:32 - ----00:28 - 13:18 01:16 - 14:30 02:28 - 16:05 03:53 - 17:37 05:45 - 18:60 06:45 - 19:42
05:41 - 18:55 06:45 - 19:42 07:25 - 20:19 08:01 - 20:59 08:45 - 21:22 09:09 - 21:53 09:41 - 22:22 10:12 - 22:52 10:48 - 23:22 11:23 - 23:54 12:02 - ----00:28 - 12:46 01:12 - 13:52 02:08 - 15:22 03:21 - 16:57 04:51 - 18:13 06:11 - 19:10 07:07 - 20:01 07:59 - 20:45 08:43 - 21:24 09:27 - 22:06 10:04 - 22:43 10:54 - 23:24 11:28 - 23:56 12:24 - ----00:28 - 13:18 01:16 - 14:26 02:24 - 16:01 03:53 - 17:37 05:41 - 18:56 06:45 - 19:42
05:33 - 18:55 06:45 - 19:38 07:21 - 20:15 08:01 - 20:59 08:33 - 21:18 09:09 - 21:53 09:35 - 22:22 10:14 - 22:52 10:44 - 23:22 11:10 - 23:54 11:58 - ----00:28 - 12:38 01:08 - 13:52 01:53 - 15:22 03:12 - 16:57 04:44 - 18:09 06:04 - 19:10 07:03 - 20:01 07:55 - 20:45 08:43 - 21:24 09:21 - 22:06 10:04 - 22:43 10:50 - 23:24 11:28 - 23:56 12:20 - ----00:28 - 13:10 01:16 - 14:21 02:05 - 16:01 03:40 - 17:45 05:21 - 18:25 06:45 - 19:13
05:33 - 18:51 06:33 - 19:34 07:13 - 20:07 07:57 - 20:42 08:29 - 21:18 09:05 - 21:41 09:33 - 22:14 10:08 - 22:40 10:39 - 23:08 11:10 - 23:42 11:54 - ----00:16 - 12:44 00:57 - 13:48 01:53 - 15:14 03:08 - 16:47 04:39 - 18:05 05:56 - 18:57 06:59 - 19:48 07:51 - 20:32 08:37 - 21:16 09:21 - 21:53 10:04 - 22:34 10:46 - 23:10 11:28 - 23:49 12:16 - ----00:28 - 13:06 01:12 - 14:17 02:05 - 16:01 03:37 - 17:17 05:09 - 18:13 06:25 - 19:05
ORTONA
ANCONA
TRIESTE
VENEZIA
14:06 - 23:57 14:35 - ----01:49 - 14:47 02:17 - 15:10 02:49 - 15:27 03:19 - 15:53 03:44 - 16:14 04:18 - 16:32 04:50 - 16:38 05:30 - 17:02 06:14 - 17:10 07:14 - 17:09 08:04 - 16:20 12:31 - ----12:59 - ----13:35 - ----00:13 - 14:09 01:29 - 14:28 02:21 - 14:57 02:55 - 15:27 03:39 - 15:53 04:13 - 16:17 04:54 - 16:30 05:42 - 16:54 06:29 - 16:55 07:22 - 16:27 10:17 - ----13:28 - ----13:13 - ----00:17 - 13:31 01:46 - 14:00
12:10 - ----12:30 - 18:57 12:22 - 20:01 12:42 - 20:53 12:42 - 21:37 12:54 - 22:28 13:09 - 23:00 13:25 - 23:39 13:36 - 23:58 13:52 - ----00:57 - 14:00 01:24 - 14:26 14:45 - ----14:42 - ----15:10 - ----11:19 - 16:40 11:39 - 19:07 11:39 - 20:27 11:51 - 21:31 12:07 - 22:39 12:27 - 23:35 12:43 - ----00:24 - 13:04 01:20 - 13:18 02:20 - 13:42 03:38 - 13:58 13:48 - ----13:20 - ----12:17 - ----11:19 - 17:51 11:15 - 18:28
08:22 - 18:37 08:59 - 19:21 09:11 - 19:53 09:30 - 20:29 09:51 - 21:01 10:18 - 21:28 10:34 - 21:56 10:54 - 22:23 11:18 - 22:54 11:44 - 23:25 12:04 - 23:56 12:40 - ----00:16 - 13:22 02:18 - 14:34 08:52 - 16:29 08:09 - 18:03 08:13 - 18:59 08:45 - 19:51 09:08 - 20:35 09:37 - 21:19 10:08 - 22:00 10:36 - 22:35 11:04 - 23:16 11:28 - 23:56 11:50 - ----00:28 - 12:41 01:18 - 12:44 14:24 - ----08:42 - 17:15 08:07 - 18:31 08:26 - 19:15
09:59 - 19:41 10:07 - 20:29 10:38 - 21:05 10:50 - 21:41 11:11 - 22:13 11:34 - 22:43 11:53 - 23:11 12:13 - 23:39 12:38 - 23:58 13:04 - ----00:28 - 13:32 01:16 - 14:04 02:16 - 14:45 03:10 - 05:22 17:36 - ----09:05 - 18:59 09:43 - 20:07 09:55 - 21:03 10:27 - 21:51 10:56 - 22:31 11:27 - 23:15 11:48 - 23:52 12:24 - ----00:24 - 12:56 01:16 - 13:26 01:58 - 13:58 02:34 - 14:01 07:51 - 14:08 09:22 - 18:19 09:23 - 19:35 09:38 - 20:23