PETHERAPY LAB MAGAZINE 7

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M A G A Z I NE

Petherapylab IL MAGAZINE UFFICIALE DI

Anno 2 - Numero 7 SETTEMBRE 2015

I rapaci di Casteltirolo

I GORILLA DEL VIRUNGA

CECIL (2001 - 2015)

GLI ASINELLI DEL LAGO

LA SUA STORIA HA scosso TUTTI il mondo (SOLO ora) si mobilita per limitare la caccia grossa


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Editoriale di Marco Sivero

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Petherapylab

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MAGAZINE ON-LINE DI CULTURA ANIMALE ORGANO UFFICIALE DI PETHERAPY LAB ANNO 2 - NUMERO 7 - SETTEMBRE 2015 EDITORE: Associazione Rapid Dogs Rescue Onlus

Direttore Editoriale: MARCO SIVERO - Art director, grafica e impaginazione: DANIELE COLZANI Segretaria di redazione: EMANUELA CATTANEO - Redazione: PAOLA LUSSO Hanno collaborato: MIRELLA ARIATA - KATIA CEREDA - DANIELA MARIANO - TITA SIGNORELLI - LAURA PAVONE - ARIANNA RADICE- LAURA RANGONI - BETTY VON HOENNING O'CARROLL - DANIELA ZAINA - ALDINOby360 - ALMO NATURE - ART HOUSE TESSUTI ALPINI - ASSOCIAZIONE PET LEVRIERI ONLUS - CAT SUITE HOME - CCF CHEETAH CONSERVATION FUND - COLLEZIONE I CUCCIOLI - ENPA ENTE NAZIONALE PROTEZIONE ANIMALI - FORTESAN - I FALCONIERI DEL GRIFONE - KEMECO - LA BOTTEGA DEI COLORI - NEKO CAFè - PATATINO.IT - PIZZARDI EDITORE - PRIMAVERA SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE - RADIOBLABLA NETWORK - SHIATSU PETS - ZAMPASUZAMPA

PER CONTATTARE LA REDAZIONE

petherapylab@gmail.com

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La fotografia

della redazione di Petherapy Lab

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Congo, esemplare di 40 anni, è l'ultimo maschio dei rinoceronti bianchi settentrionali. Ed è un sorvegliato speciale. A vegliare su di lui 24 ore su 24 nella riserva naturale Ol Pejeta Conservancy ci sono le guardie armate che, armi in spalla, impediscono ai bracconieri di avventarsi su di lui e ucciderlo. Proprio per dissuadere i cacciatori dal fargli del male Congo è anche stato privato del suo corno, che ha un immenso valore nel mercato nero asiatico. Con lui nella riserva ci sono 4 femmine, ma fino ad ora ogni tentativo di accoppiamento non è andato a buon fine.

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Ultim'ora della Redazione

Schiusa a sorpresa sulla spiaggia: AD AGRIGENTO nate 61 tartarughine

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Eccezionale schiusa di uova di tartaruga marina 'Caretta caretta', sulla spiaggia di Zingarello, a poca distanza da Punta Bianca, sulla costa di Agrigento, dove è la prima volta che viene documentato un simile evento. Ne da' notizia l'associazione Mare amico. Nelle scorse settimane una tartaruga ha deposto 98 uova senza che nessuno se ne sia accorto e l'altra mattina di buon ora sono nate e si sono dirette in mare. Non tutti i rettili della nidiata erano vivi e alcuni sono stati aiutati dai bagnanti a raggiungere il mare. Secondo Salvo Grenci del progetto "Tartalife", che ha tra i partner anche l'ex Provincia di Agrigento, 61 uova si sono perfettamente schiuse mentre altre, a causa di una mareggiata, sono state sepolte dalla sabbia e sono rimaste intrappolate nel nido.

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7 Pizzardi Editore S.p.A. - Milano Š 2015

www.pizzardieditore.it


Fotostorie della Redazione

IL MIMETISMO DEI GATTI... DOVE SONO

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ONO?

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Realtà

di Emanuela Cattaneo

CASTELTIROLO DAL 1989 LA CASA DEI RAPACI E DEI GUFI 12


www.gufyland.com/it/

L'aggettivo rapace (dal latino rapax-acis, derivato di rapĕre) significa "rapire", "sottrarre con avidità " o "prendere con la forza". 13


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ulla collina di Castel Tirolo, l´assolata terrazza di Merano che sovrasta il panorama del Burgraviato e l´imboccatura della Val Venosta, sorge una struttura unica nel suo genere in Alto Adige: il Centro Recupero Avifauna Castel Tirolo. Il centro, e stato fondato nel 1989 a Villa Ottone in Valle Aurina da Willy Campei, ed é stato trasferito a Castel Tirolo nel 1998. I dintorni di Castel Tirolo offrono migliori condizioni climatiche e logistiche per la cura e il rifugio dei rapaci feriti o in difficoltá. Inoltre si collega eccelentemente alla tradizione della falconeria, praticata da nobili e principi. Oggi come oggi la protezione degli uccelli e dei rapaci rientra nell´ ambito del progetto di protezione degli animali e di ecologia attiva. Il Centro Avifauna, che é un'iniziativa privata, si é prefissato di operare per la protezione attiva degli uccelli.

Il centro Recupero avifauna I due esperti, Willy, Florian e l´aiutante Helga, hanno preparato ampie voliere, studiate per le diverse esigenze delle numerose specie di

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rapaci presenti, ed hanno curato e ripristinato l´ambiente naturale circostante. Dall´Agosto 1998 sono cominciate le visite di cittadini e turisti incuriositi. Il centro, e stato fondato nel 1989 a Villa Ottone in Valle Aurina da Willy Campei, ed é stato trasferito a Castel Tirolo nel 1998: i suoi dintorni offro-

no migliori condizioni climatiche e logistiche per la cura e il rifugio dei rapaci feriti o in difficoltá. Inoltre si collega eccelentemente alla tradizione della falconeria, praticata da nobili e principi. Oggi come oggi la protezione degli uccelli e dei rapaci rientra nell´ ambito del progetto di protezione degli animali e di ecologia attiva. Il Centro Avifauna, che é un'iniziativa privata, si é prefissato di operare per la protezione attiva degli uccelli. Compiti del centro Il compito primario del centro di recupero avifauna é di curare uccelli feriti e indifesi per poi reintrodurli in natura. Ogni anno vengono portati circa 250 uccelli feriti al centro. Circa la metá di questi possono essere rilasciati. Gli altri uccelli incapaci di tornare a vivere nel proprio habitat naturale rimangono nel centro dove trovano una nuova casa in una delle ventiquattro voliere. Qui possono essere osservati dai visitatori, che con il loro ingresso contribuiscono in gran parte al finanziamento del centro


Dimostrazioni di volo La parte piú affascinante durante la visita del centro di recupero avifauna é la dimostrazione di volo che viene resa possibile grazie alla favorevole posizione collinare. Quotidianamente alle ore 11.15 e alle 15.15 vengono lasciati volare liberamente sulla collina di Castel Tirolo diversi uccelli sani (nati in cattivitá e provvisti di regolare certificato). Durante la dimostrazione di volo, della durata di ca. 40 minuti (dipendentemente dalle condizioni atmosferiche) i visitatori hanno la possibilitá di vedere aquile, avvoltoi, falchi, gufi e poiane in azione, di conoscerli da vicino e la possibilitá di essere informati sulla vita di questi meravigliosi animali, sui pericoli a cui sono esposti attraverso la civilizzazione (fili di alta tensione, traffico, etc.) e sulla protezione delle specie. É bene sapere che gli uccelli, specialmente i rapaci, svolgono un ruolo importante nel ciclo della natura.

Le caratteristiche principali dei rapaci sono rappresentate dal fatto che cacciano utilizzando il becco e gli artigli e dal fatto di avere un potente senso della vista. 15


Protezione della natura Ogni anno vengono portati circa 250 uccelli feriti al centro. Circa la metá di questi possono essere rilasciati. Gli altri uccelli incapaci di tornare a vivere nel proprio habitat naturale rimangono nel centro dove trovano una nuova casa in una delle ventiquattro voliere. Qui possono essere osservati dai visitatori, che con il loro ingresso contribuiscono in gran parte al finanziamento del centro. ADOTTARE UN RAPACE Presso il Centro Recupero Avifauna è anche possibile aderire al progetto di adozione di un rapace: con il tuo sostegno finanziario (deducibile dalla dichiarazione dei redditi) potrai contribuire al mantenimento del "paziente" in termini di cure mediche, cibo, tutto ció che serve per il suo benessere e inoltre aiuterai anche il Centro a continuare la sua importante attività. Ecco di seguito le quote di adozione suddivise per categoria di rapace: 1) Rapaci di grosse dimensioni come aquila reale, aquila delle steppe, grifone e gufo reale: 25 € al mese 2) Rapaci di dimensioni medie come poiana, nibbio, civetta delle nevi, falco pellegrino, caracara, avvoltoio dal collo rosso e urubu: 15 € al mese 3) Rapaci di piccole dimensioni: barbagianni, civetta, gheppio e allocco: 10 € al mese.

Centro Recupero Avifauna Castel Tirolo www.gufyland.com/it/ info@gufyland.com FB Gufyland Tel.: +39 0473 221500 16


Greifvogel-Flugschau

Rapaci in volo

im Pflegezentrum für Vogelfauna Schloss Tirol

Dimostrazione al Centro Recupero Avifauna Castel Tirolo

Öffnungszeiten:

Sommer: April - November Täglich außer Montag 10.30 - 17.00 Uhr Flugvorführungen um 11.15 und 15.15 Uhr

Winter: geschlossen

Orari d’apertura:

Estate: aprile - novembre Ogni giorno tranne lunedí ore 10.30 - 17.00 Dimostrazioni di volo ore 11.15 e 15.15

Inverno: chiuso

Operating hours:

Auge in Auge Natur erleben • • • • • •

Flugvorführung Vogelpflegestation Greifvogellehrpfad Naturerlebnis Botaniklehrpfad Panoramablick

Faccia a faccia con la natura • • • • • •

Dimostrazione di volo Centro di cura Percorso naturalistico A contatto con la natura Percorso botanico Vista panoramica

Summer: April + November Daily (Mondays closed) 10.30 a.m - 5 p.m Birds Show 11.15 a.m and 3.15 p.m

Winter: closed

500 Tel. 0473 221

Greifvogel Flugschau Dimostrazioni di volo di Rapaci Flight show near castle Tirol 11.15 + 15.15 Uhr/ore/Time

Schloßweg / Via Castello 25 • I-39019 Dorf Tirol (Südtirol) / Tirolo (BZ) Tel. 0473 22 15 00 • Fax 0473 20 64 22 • www.gufyland.com

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Fotostorie della Redazione

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QUANDO L'UOMO SI "TRAVESTE" DA ANIMALE

hi ha detto che il prossimo passo evolutivo degli esseri umani sia obbligatoriamente quello di trasformarsi in macchine? Questa teoria evolutiva è stata messa in discussione da queste straordinarie immagini che ritraggono due contorsionisti che diventano più animali contemporaneamente grazie al body painting. Autrice delle opere Emma Fay un’artista britannica di 27 anni che dal 2011 si dedica all’arte di dipingere sul corpo. Le sue opere, delle quali ha dato un assaggio ai fan su Facebook, sono realizzate attraverso l’applicazione di

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colori a base d’acqua sul corpo di modelli e modelle a cui chiede di assumere alcune posizioni per ricreare nuove forme e sembianze. Dopo aver entusiasmato il pubblico alla 24esima edizione del World Biggest Coffee Morning, durante la quale ha trasformato gli esseri umani in stoviglie da colazione, eccola alle prese con la mutazione dell’uomo in animale per l’ultimo progetto The Marvel of the Nature. Sembrerebbe un passo indietro nell’evoluzione, se non fosse per la bellezza dei dipinti, davvero tutti da ammirare. Eccoli!


http://emma-fay.co.uk/ EMMA FAY e l'arte del "body-paint" Emma Fay, 27enne artista concettuale, giĂ apprezzatissima nel campo del body paint ha ideato una evoluzione della disciplina unendo il contorsionismo alla pittura dei corpi dando vita a nuove forme

sempre piÚ complesse. In questo caso la Fay, si è sbizzarrita con animali e insetti che appaiono come per magia non solo grazie alla pittura, ma anche alle acrobazie del contorsionismo.

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N ET W OR K

Petherapylab Magazine

social

WEBSITE

Il network di chi ama gli animali, vive con gli animali, vive per gli animali.

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Petherapylab

21 petherapylab@gmail.com


Pet-news 1

di Daniela Zaina - http://amicadeglianimali.it

1) E' RONNY (OOPS I DID IT AGAIN...) il cane più bello del mondo

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l World Dog Show 2105 ha visto sfilare cani di razze differenti provenienti da tutto il mondo. Sul podio quest’anno è salito “Ops I Did It Again” (Del Cuore Impavido) noto come Ronny, un Bearded Collie di 3 anni nato in Italia e residente in Russia (dove si terrà la prossima edizione). Grazia e bellezza i criteri in base ai quali l’ex presidente dell’Enci (Ente Nazionale della Cinofilia) Francesco Balducci ha assegnato il premio. Medaglia d’argento a Kuros Firework, un barbone nano di origine svedese. Terzo un piccolo levriero italiano di nome Lady Godiva (Dei Raggi Di Luna).

2) ISTITUITO NEL MATO GROsSO, IL SANTUARIO DEGLI ELEFANTI

3) IL GORILLA dallo "sguardo tenebroso" FA strage di cuori (e non solo sul web)

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iciott’anni, sguardo tenebroso e fisico scolpito: ecco Shabani, il sexy-gorilla che sta facendo strage di cuori allo zoo di Higashiyama, in Giappone. È arrivato nel parco nel 2007 ma è solo nell’ultimo periodo che sta riscuotendo successo di visitatori tanto da diventare una vera e propria star, soprattutto per il pubblico femminile. E sui social impazzano le condivisioni delle sue pose da “macho”.

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ntro il prossimo anno, il Brasile ospiterà la prima riserva di elefanti dell’America Latina. Il luogo scelto è lo Stato di Mato Grosso, nella regione centro-occidentale del Paese, non lontano dalle grandi piantagione di soia e da un parco nazionale. «L’idea - ha spiegato, secondo quanto riferisce l’agenzia AFP, Junia Machado presidente della Ong Santuario de Elefantes Brasil - è di creare un istituto sul modello dell’Elephant Sanctuary Tennessee degli Stati Uniti». Per farlo, l’organizzazione non governativa ha acquistato una proprietà di 1.100 ettari nel cuore della foresta, che presenta anche una serie di fonti d’acqua dolce. Inizialmente, ad abitarlo saranno tre esemplari di femmine d’elefante, tra le quali una di 50 anni di età, di specie asiatica, per decenni utilizzata nei circhi in Argentina e Cile. Le altre due hanno circa 40 anni e vivono dal 2011 in una fattoria in Paraguay.


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Reportage

di Elisabetta von Hoenning O'Carroll

I GORILLA DEL PARCO VIRUNGA

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www.virunga.org

Il Principe e la guerra santa contro i mali del mondo africano

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l Parco Nazionale Virunga è ormai un campo di battaglia per i conservazionisti che lottano contro le milizie di ribelli, i bracconieri ed una potente società petrolifera. Nel mese di dicembre del 2014, durante una sessione del Parlamento Europeo e degli Stati ACP (Africa Caraibi e Stati del Pacifico) ho avuto il piacere di ascoltare il direttore del Parco Nazionale del Virunga, Emmanuel de Merode, e di vedere in anteprima il documentario VIRUNGA. Ecco un breve resoconto della situazione. Betty von Hoenning Il 15 aprile del 2014, alle 3.45 del pomeriggio, Emmanuel De Merode, nato

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in Belgio ma educato in Gran Bretagna, direttore del Parco Nazionale di Virunga, nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), lascia la città di Goma per un giro nel quartier generale della zona settentrionale del Parco, a Rumangabo. Una volta la strada era asfaltata, ma vent’anni di conflitti armati continui in questa zona del Congo orientale hanno fatto danni. Oggi, è un percorso irto di rocce e solchi fangosi, percorribile solo con veicoli a quattro ruote motrici. De Merode è solo alla guida della Land Rover che porta l’emblema del Parco, un gorilla di montagna. Dopo

45 minuti di guida raggiunge uno dei pochi percorsi immersi nella fitta vegetazione tropicale. Vede un uomo alla sua destra, che alza un AK-47 e apre il fuoco. Altri spari arrivano dalla direzione opposta... Otto colpi sul veicolo. 4 sul parabrezza. Uno sparo lo colpisce al petto, spezzando 4 costole e perforando il polmone, dopo aver trapassato il fegato. Un’altra pallottola lo colpisce all’addome. Il motore della Landrover si spegne. De Merode imbraccia il suo stesso AK-47, esce dal veicolo e si nasconde nella vegetazione. Spara all’impazzata, finchè i suoi assalitori fuggono.


”Restai li’ venti minuti, ma sapevo di essere ferito gravemente, e se non fossi andato in ospedale me la sarei vista brutta”, ricorda. Due persone, vedendo che i suoi abiti erano imbrattati di sangue, neppure si fermano. Infine riesce a fermare un motociclista. Dopo diversi passaggi, due ore dopo arriva all’ospedale di Goma. Da li’ viene portato in volo a Nairobi. Oggi ammette di essere fortunato ad essere ancora vivo. “Se la pallottola mi avesse colpito un po’ piu’ a sinistra, probabilmente non ce l’avrei fatta. Sarei restato paralizzato, e non sarei riuscito a nascondermi nella foresta, quindi mi avrebbero preso.” Eppure, a distanza di cinque mesi, gli autori sono ancora sconosciuti. Un mistero. De Merode (foto sotto), 45 anni, è un principe belga; cresciuto in Kenya, ha studiato a Downside e alla Durham University, prima di dedicarsi alla conservazione in Africa, diventando, nel 2008, direttore del Parco di Virunga. Si è dedicato alla ricostituzione del piu’ antico parco nazionale, Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco, che ha visto al suo interno la lunga carneficina del Congo, infestato di miliziani armati e

saccheggiato per il legno e la fauna selvatica. Le 3000 miglia quadrate del Virunga comprendono montagne innevate, ghiacciai, vulcani, foreste, savane e la maggiore biodiversità al mondo, con circa un terzo dei 900 gorilla di montagna esistenti in tutto il Pianeta. “Sarei felice di vivere il resto della mia vita qui”, afferma Merode nel suo inglese privo di accento, di questo parco che continua ad affascinarlo. Emmanuel de Merode ha seguito la sua missione con un coraggio e una determinazione che smentiscono il suo aspetto affabile e mite. Egli è riuscito a rendere i ranger corrotti e

demoralizzati un esercito disciplinato e ben armato. Ha rifiutato di abbandonare Rumangabo quando fu invasa nel 2012 dagli M23, l’ultimo gruppo di ribelli che terrorizzava la regione, ed ha vissuto in una tenda negli ultimi 6 anni, mentre la moglie e le sue due figlie si erano rifugiate a Nairobi. De Merode rifiuta l’ipotesi di un attentato, ma certo è che i suoi sforzi per salvare Virunga gli hanno procurato molti nemici: una dozzina di gruppi di ribelli che ancora abitano il parco; i bracconieri che hanno sterminato migliaia di elefanti ed ippopotami; figure potenti che hanno annesso illegalmente il territorio; e infine coloro che hanno tagliato le sue foreste per il carbone, un’industria potente in un paese che dispone di poca energia elettrica. Il Parco Nazionale Virunga, che in passato era conosciuto come Albert National Park, è stato istituito nel 1925 dal Re Alberto del Belgio. A tutto cio’ si aggiunge la Soco International, una società britannica la cui sede si trova di fronte al Ritz di Londra, nel quartiere di Mayfair. Per diversi anni, de Merode ha contrastato le attività estrattive di petrolio da parte della Soco nel parco.

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Egli afferma che le trivellazioni rappresenterebbero “un disastro potenziale non solo per Virunga ed il suo fragile ecosistema, ma per lo stato di diritto, per la stabilità della regione e per tutti i parchi nazionali del Congo”. La Soco nega qualsiasi responsabilità in merito all’attacco, mentre i suoi potenti sostenitori congolesi non possono essere esclusi dalla lista dei sospetti. Chi si oppone alla Soco afferma che la società ha usato l’intimidazione, i ricatti, gli arresti, la violenza e perfino gli assassinii per portare avanti i suoi interessi. Hanno identificato in de Merode il piu’ strenuo oppositore della Soco, e appena prima di lasciare Goma quel pomeriggio di aprile, aveva appena affidato al suo avvocato un fascicolo contenente i risultati degli ultimi 4 anni di indagini sulle attività criminose della Soco, che dovevano essere trasmesse al Procuratore dello Stato. Dopo l’aggressione, altri oppositori della Soco hanno ricevuto messaggi minatori che avvertivano che avrebbero fatto la stessa fine di de Merode. Inoltre, tra coloro appoggiano la Soco ci sono anche elementi dell’e-

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sercito congolese, che controllano tra l’altro proprio il tratto di percorso in cui de Merode è stato aggredito. I soldati hanno bloccato la scena del crimine, impedendo cosi’ ai ranger del parco Virunga di intervenire con i cani da fiuto, per portare a termine le proprie indagini. “La Soco e i suoi amici hanno piu’ volte identificato nella figura di de Merode il maggiore ostacolo, e gli amici della Soco comprendono alcuni individui veramente pericolosi”, afferma Daniel Balint-Kurti,un ricercatore che indaga per conto di una ONG britannica, la Global Witness. Tutte le ONG piu’ importanti si sono impegnate strenuamente per bloccare le attività nefaste della Soco, che ha cercato con tutti mezzi possibili di convincere le popolazioni locali che il Parco stesso era d’accordo con l’estrazione. Ci sono stati ricatti, corruzione, intimidazioni, finchè, sotto la crescente pressione dell’UNESCO e dei media, la Soco ha bloccato le sue

attività pur affermando che forse, lo stesso Parco avrebbe finalmente accettato le sue attività se queste non fossero state dichiarate pericolose per l’ambiente e le popolazioni locali. Infatti, oltre all’ecosistema, le attività estrattive costituirebbero un grave danno per quelle legate alla pesca nel lago Edward, che per i locali è fonte di sostentamento. Il film-documentario “Virunga”, prodotto da Leonardo di Caprio, e presentato nel novembre del 2014, offre una visione emozionante ed attenta della situazione attuale, con prove documentate delle azioni della Soco. (virungamovie. com) La guerra è ancora in atto: una battaglia è stata vinta, ma certamente i nemici della natura e degli animali del Parco Virunga stanno ancora tramando per trovare nuove scappa-

toie. Il Principe intanto resta al suo posto. Circondato dai suoi fedeli ranger, lotta quotidianamente per difendere il Parco, la sua fauna, e in particolar modo, i gorilla di montagna, che costituiscono una ricchezza inestimabile.

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Pet-news 2

di Daniela Zaina - http://amicadeglianimali.it

4) SVOLTA STORICA IN NEPAL: BASTA SACRIFICI ANIMALI AL TEMPIO

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n tempio indù nel sud del Nepal, vicino al confine con l’India, ha deciso di interrompere per sempre il sacrificio di animali durante un famoso festival religioso. Lo hanno annunciato in un comunicato le associazione di protezione degli animali Animal Welfare Network Nepal e Humane Society International (Hsi)/ India che da anni si battono contro l’antica e cruenta tradizione. Il festival di Gadhimai, che si celebra ogni 5 anni nel villaggio di Bariyapur e che attira decine di migliaia di induisti, è considerato il più grosso “macello di animali” al mondo. Lo scorso anno, quando si è tenuta la cerimonia, sono stati sgozzati 200 mila animali, tra bovini, capre, polli, maiali e piccioni, per ingraziarsi la divinità locale secondo una pratica che dura da oltre due secoli.

5) LA prima CASA DI RIPOSO IN ITALIA PER ANZIANI che OSPITA I CANI

6) HUGO BOSS dice no alle pellicce

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a celebre casa di moda tedesca sposa la causa “fur-free” ed eliminerà completamente le pellicce animali da ogni futura collezione. La decisione era già stata preannunciata nel Bilancio di Sostenibilità 2014, e grazie alla collaborazione tra l’azienda e la Fur Free Alliance, oggi Hugo Boss ha ufficialmente annunciato la decisione unendosi così a una lista crescente di marchi e rivenditori fur-free, tra cui Tommy Hilfiger, Calvin Klein, Stella McCartney, Zara e Asos e, tra gli italiani, Elisabetta Franchi, Geox, Miniconf.

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l primo Dogcamp è stato aperto a Binasco, nel milanese, all’interno della Residenza Heliopolis, gestita, come altre 593 in Europa (una sessantina in Italia) dal gruppo francese della sanita’ Korian, che ha acquisito le strutture sanitarie e socio-sanitarie di Segesta. Presto la maggior parte delle residenze italiane del gruppo avranno il loro spazio per i cani. «La nostra sfida è quella di costruire servizi rivoluzionari adatti ai senior di oggi, quelli che hanno fatto la rivoluzione di ieri», ha spiegato Mariuccia Rossini, ad e presidente Korian Italia. Nell’area Dogcamp i cani vengono seguiti anche da esperti cinofili. A Binasco una decina di ospiti ha gia’ portato il suo amico a quattrozampe. «Ora la nostra vita e’ davvero piu’ felice - ha detto un pensionato -. Separarsi da lui era stato molto doloroso».


Il centro di recupero delle tartarughe marine ti aspetta. DOVE SIAMO L’accesso al pubblico è: Lato mare: dal cancello a lato della ciclabile fra i bagni 42 e 44 Lato monte: via Torino 7/a, zona Terme di Riccione

RETE REGIONALE EMILIA ROMAGNA PER LA CONSERVAZIONE E LA TUTELA DELLE TARTARUGHE MARINE

Puoi raggiungere il Centro Adria Ospedale delle Tartarughe. Da Riccione e Rimini: Autobus 11 (capolinea Riccione Terme) e 125, fermata Terme Da Cattolica e Misano: Autobus 125, fermata Terme

PROPOSTA 3/ soluzione 2 colori

Fondazione Cetacea Viale Torino 7/A, 47838 Riccione Tel. 0541-691557 fax. 0541-475830 e-mail informazione@fondazionecetacea.org www.fondazionecetacea.org

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Storie

di Emanuela Cattaneo

LA PASSIONE DI SILVANA HA SALVAT

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ei non ha problemi ad ammetterlo: «È come una dipendenza. Sento che il mio compito è salvarli tutti». Silvana Valentino-Locke, inglese di origine italiana, ha 55 anni e vive a Downe, in una villa con il marito, i due figli e 122 gatti. 52 sono ospiti fissi dentro casa, 40 vivono in un rifugio nel giardino e 30 in un altro in un campo confinante. Sono tutti trovatelli, che lei cura e nutre: nella sua vita, ne ha salvati 600 e ha trovato casa ad altri 7 mila esemplari. Il suo amore per i felini è nato quando aveva 11 anni e ha accudito la sua prima micia, incinta. Vent’anni fa ha cominciato invece a farlo in pianta stabile, dopo essersi trasferita in campagna. «Ho deciso di trasformare la rimessa

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in un rifugio per gatti. Arrivavano che erano tanto malati, e mi impegnavo a rimetterli in sesto. Poi, però, mi affezionavo e finivo per tenerli tutti», ha raccontato in un’intervista al Mirror. Ognuno ha la sua storia, da Squiggly che è nato con il cordone ombelicale stretto intorno a una zampina posteriore, che gli è stata amputata, a Victor, trovato cucciolo pieno di pulc, a vivere sotto le assi del pavimento di una casa abbandonata. Tutti i gatti sono controllati e sterilizzati, e Silvana racconta di spendere circa 90 mila sterline all’anno per prendersi cura di loro, assieme a due «tate» a tempo pieno che vivono nella villa. La loro giornata comincia alle 6.30, aprendo scatolette, pulendo cassette, lavando, spazzando e rispondendo alle


TO 7000 GATTI

chiamate di chi trova gatti bisognosi. Villa e rifugi sono lindi e immacolati: «Mio marito Tony ama trovare la casa pulita e io lo rispetto». Marito e moglie dormono con otto mici nel letto e Tony è il più grande sostenitore di Silvana: mette metà dei fondi necessari, gli altri arrivano da donazioni e beneficenza. Anche i figli, Daniel e Tony Junior, ammirano il lavoro di rescue della madre. Vorrebbero che si prendesse una pausa, rallentasse un po’. Ma Silvana non può farlo. «Devi essere un po’ pazza per fare quello che faccio io. Ogni volta che ricevo una telefonata su un gatto abbandonato, non posso dire no. Questo è il lavoro della mia vita, e mi sento molto fortunata ad avere una famiglia che mi sostiene».

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Attualità di Daniele Colzani

CECIL 2001-2015 LA SUA STORIA HA MOBILITATO IL MONDO INTERO PER DIRE "BASTA" ALLA CACCIA GROSSA

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www.zimparks.org/

UN PELUCHE CREATO PER SALVARE GLI ULTIMI leoni DALLA CRINIERA NERA Cecil, il leone simbolo dello Zimbabwe ucciso e decapitato dal dentista americano Walter James Palmer, diventa peluche. L’animale di pezza ha la stessa criniera nera che aveva reso celebre il felino del parco nazionale Hwange ed è prodotto dall’azienda di giocattoli Ty Inc. Come annunciato dalla compagnia, i soldi ricavati dalla vendita del pupazzo andranno all’unità di ricerca sulla conservazione della natura dell’Università di Oxford. Cecil infatti era coinvolto in un progetto di ricerca dell’ateneo anglosassone.

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a Casa Bianca è stata la prima a scendere in campo e nell’apposita sezione del sito ufficiale (https://petitions.whitehouse.gov/petition/ extradite-dr-jan-seski-pennsylvania-authorities-zimbabwe-ill e g a l - t ro p hy - h u nt i n g - t h re ate ned-species) ha lanciato una petizione per l’estradizione di Walter James Palmer: l’assassino di Cecil, il leone più amato del Parco Nazionale Hwange nello Zimbabwe. Ora è lo stato africano a chiedere che venga avviata la procedura. E su Facebook il medico è diventato il simbolo del male. Alla petizione “ufficiale”, che ha superato le 150.000 firme, si affianca quella lanciata da Petition Site (http://www. thepetitionsite.com/821/738/351/ demand-justice-for-cecil-the-lionin-zimbambwe/) che in pochi giorni ha raggiunto 1 milione di adesioni. Il dentista del Minnesota ha staccato un assegno da 55mila dollari

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per poter braccare il leone Cecil, ucciderlo e poi staccargli la testa da tenere come trofeo. Palmer, ha riconosciuto di avere ucciso in Zimbabwe il leone Ce-

cil ma ha detto ignorare che fosse protetto spiegando di essersi fidato del parere delle guide locali secondo cui la caccia era legale (va aggiunto che il felino di 13 anni era anche


coinvolto in un progetto di ricerca dell’Università di Oxford, dotato dal ’99 di collare con sensore Gps per essere sempre localizzato). Palmer, già condannato in passato per avere sparato ad un orso nero in Wisconsin, ha rilasciato un comunicato dopo essere stato identificato dalle autorità dello Zimbabwe, che lo starebbero ricercando. L’uomo sostiene di non essere stato ancora contattato, neppure dalle autorità statunitensi. si è avvalso della complicità di altre due persone, un cacciatore professionista e il proprietario di una fattoria, che sono stati portati in tribunale con l’accusa di caccia illegale.

ECCO LA CACCIATRICE CHE FA INFURIARE IL WEB Sabrina Corgatelli, una ragioniera italoamericana cacciatrice per passione. Il suo profilo Facebook è costellato di fotografie dei suoi trofei di caccia e di inni alle armi con le quali si occupa di finire gli animali. La sua storia è diventata virale per l’immagine di lei che fieramente posa vicino ad una bellissima giraffa morta, ma di scatti sulle bestie della savana uccise ce ne sono moltissimi: antilopi, coccodrilli, facoceri e quanto altro. I commenti contro di lei stanno aumentando in tono vertiginoso, condannando la sua passione, ma la donna sembra non scomporsi e promette “altro materiale di cui parlare”: vale a dire che presto potrà postare altre fotografie. E se le persone la criticano, Sabrina non si fa grossi problemi e si fa difendere (udite udite) addirittura dalle parole della Bibbia, con questo brano dalla Genesi: “Ogni cosa che si muove e vive, sarà cibo per te. Così come ti ho dato le piante, ti ho dato tutto”.

NO COMMENT!!!

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Ultim'ora della Redazione

"DIVIETO DI CACCIA", anzi no, è solo limitatA!!! e vogliono distruggere le nostre risorse naturali». «Gli animali non dovrebbero essere uccisi con un’arma né con una freccia. È un peccato - ha affermato il presidente Avevo sette o otto anni quando mi hanno proibito di uccidere un animale con arco e frecce. Mi hanno detto che si trattava di creature di Dio che non possono essere uccise». Tuttavia, è stato lo stesso presidente dello Zimbabwe a sacrificare due elefanti per la sua festa di compleanno lo scorso febbraio, servendo poi agli invitati la loro carne.

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o Zimbabwe fa un passo indietro sul divieto di caccia, almeno parzialmente. Il Paese africano ha infatti revocato parzialmente le restrizioni sulla caccia a leoni, leopardi ed elefanti, appena una settimana dopo averle imposte sull’onda delle polemiche per l’uccisione del leone Cecil per mano di un dentista statunitense. Lo ha fatto sapere l’Associazione delle guide e dei cacciatori professionisti dello Zimbabwe, con un comunicato. Il divieto di caccia grossa resta in vigore in alcune zone, come quella in cui sono stati uccisi di recente due leoni tra cui Cecil, e in due zone nel parco naturale Hwange. I cacciatori locali e i loro clienti stranieri dovranno essere accompagnati da guardie dei parchi nazionali, per poter ammazzare leoni, leopardi ed elefanti, ha riferito l’associazione. “Dopo alcune discussioni tra i dirigenti dei safari e le autorità dello Zimbabwe, la sospensione della caccia grossa è stata annullata in

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tutto il Paese”, si legge nella nota. I vincoli resteranno attivi in alcuni luoghi, come Antoinette Farm e Railway Farm 31, parchi privati alla frontiera del parco Hwange. Ma mentre lo Zimbabwe fa un passo indietro, il suo presidente, Robert Mugabe (nella foto), pubblicamente continua a criticare duramente l’uccisione del leone Cecil: «Questi vandali - ha detto in un discorso davanti a veterani di guerra nella capitale Harare - vengono da tutto il mondo


PER CONTATTARE LA REDAZIONE

Petherapylab

39 petherapylab@gmail.com


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Attualità di Daniele Colzani

tutti contro l'aumento nella plastica nei mari

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a Surfrider Foundation Europe ha un messaggio semplice per tutti i consumatori: “Tu compri, il mare paga”. Questo lo slogan della campagna pubblicitaria che mira a combattere e a debellare i circa 5.250 miliardi di particelle di plastica che attualmente contribuiscono ad inquinare gli oceani. Secondo il comunicato stampa di Surfrider, le azioni umane di tutti i giorni sono da biasimare. I tamponi di cotone gettati nella toilette, le microsfere di cosmetici o detergenti che intasano gli scarichi, gli imballaggi di plastica che avvolgono il pane e sicuramente i sacchetti usati per trasportare i prodotti fuori dai negozi, sono solo alcuni dei

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maggiori inquinanti dei nostri mari. E i responsabili siamo solo noi. Surfrider vuole che il pubblico sappia chi sta pagando il prezzo per il consumo irresponsabile e ha deciso di trasmettere il messaggio attraverso una serie di immagini potenti e controverse. Le foto mostrano degli animali marini con una pistola puntata alla tempia: “26 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggi in plastica finiscono negli oceani ogni anno. Cambiamo il nostro modo di consumare”, spiegano. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, innumerevoli animali marini vengono uccisi o danneggiati dall’inquinamento perché ingeriscono la plastica o

ne rimangano impigliati. Il Centro per la salvaguardia della biodiversità riferisce che, ogni anno, i pesci nel Pacifico settentrionale ingeriscono da 12.000 a 24.000 tonnellate di plastica, mentre centinaia di migliaia di uccelli marini ingeriscono plastica e infine muoiono di fame. “L’inquinamento dell’oceano inizia con l’acquisto dell’oggetto, che saranno poi scartati come rifiuti”, si legge nel comunicato. Le persone migliorare la salute del mare con “l’adozione di alcuni comportamenti eco-friendly: riducendo il loro consumo di prodotti di plastica; riutilizzandoli; riciclando i rifiuti e rifiutando di accettare l’onnipresenza della plastica”.


www.surfrider.eu/en/home

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Recensioni di Laura Pavone

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"25 MODI PER CUCINARE UN TOPO"

na premessa importante: il gatto è un carnivoro obbligato. Questo significa che esso si nutre di carne per necessità, non essendo in grado - dato il suo intestino piuttosto corto - di digerire completamente e conseguentemente assorbire le sostanze nutritive che sono contenute nei vegetali. Il sano sviluppo fisico di un gatto e la sua stessa sopravvivenza dipendono inoltre dalla taurina, aminoacido contenuto nella carne (fegato e cuore innanzitutto). Ma c’è di più…chiunque abbia avuto il privilegio di condividere la propria vita con un gatto (meglio sarebbe dire “di averne avuto uno come graditissimo ospite”), sa bene che queste piccole tigri da salotto possono essere davvero esigenti in fatto di cibo. Orson Bean evidentemente lo ha capito e ha pazientemente selezionato e raccolto in un libro, che è davvero un piccolo gioiello, le ricette che delizieranno il palato del felino di casa. Ingrediente principale è ovviamente il topo, declinato in una serie di sublimi varianti. In effetti, la lettura di questo specialissimo ricettario è consigliata a tutti coloro che si considerano semplicemente appassionati di cucina, anche se non (non ancora…) gattofili convinti, perché le ricette che vengono presentate sono assolutamente autentiche (è sufficiente sostituire la carne di topo con qualcosa di

equivalente ma di più idoneo al palato umano e il gioco è fatto!). E così - accompagnati dalla splendide e simpaticissime illustrazioni “gattesche” – ci addentriamo nel goloso trattato culinario: 25 piccoli tesori di alta cucina, provenienti dai quattro angoli del pianeta, ciascuno introdotto da una breve presentazione che ne svela le origini e racconta le curiosità e gli aneddoti ad esso legati. Ed ecco spiegato ad esempio come cucinare un perfetto “Topollo fritto” leggero e croccante, come preparare i meravigliosi “Ratwurst alla birra” da accompagnare ai crauti, e naturalmente come servire il delizioso “Topuzzello in carrozza” di italica tradizione. Non possiamo non ringraziare “la Micia”, gatta dell’Autore, che con grande disponibilità (e infinita pazienza…) si è messa a disposizione

del suo umano, assaggiando ogni pietanza, intervenendo in suo aiuto con piccoli aggiustamenti nei dosaggi degli ingredienti e non lesinando suggerimenti da vera esperta. Il volume (titolo originale: “25 ways to cook a mouse for the gourmet cat”) rientra a pieno titolo nelle migliori pubblicazioni gastronomiche in circolazione, unendo alla completezza delle spiegazioni quelle considerazioni – buffe, argute, ironiche, spassose – che chi conosce bene i gatti non può non cogliere, riconoscendone l’assoluta verità.

LA SCHEDA-LIBRO 25 MODI PER CUCINARE UN TOPO, per il gatto buongustaio / elaborati, commentati e illustrati da Orson Bean, acquerellati da Susannah Bean, tradotti e ricucinati per i gatti italiani da Andrea Di Gregorio. Autore: Orson Bean Ed. Sonzogno TASCABILI, 1994

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Il Cheetah Conservation Fund opera per salvare il mammifero più veloce del Pianeta

Visita i GHEPARDI del CCF

Otjiwarongo, Namibia

P.O. Box 1755 Otjiwarongo, Namibia Tel.: +264 (0) 67 306225 Fax: +264 (0) 67 306247 ccfinfo@iway.na www.cheetah.org Per prenotare le attività spedisci una mail a visit@ccfnamibia.org

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Realtà

di Paola Lusso

L'ASINERIA

CON VISTA SUL LAGO

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www.asinodellago.it

Un asino maschio può incrociarsi con una giumenta per generare un mulo e un cavallo maschio può incrociarsi con un'asina per generare un bardotto 47


L

’azienda agricola “L'Asino del Lago” è una piccola fattoria che sorge sulle colline che circondano il lago di Iseo e più precisamente a Solto Collina (Bergamo). . I responsabili la chiamano asineria: sembra una parola inventata, ma in realtà è una parola francese italianizzata. In Francia le asinerie sono molto numerose: un’asinerie, o asineria che dir si voglia, è di fatto una scuderia che ospita uno o più asinelli. Le dimensioni sono diverse, ma il concetto è più o meno lo stesso: offrire un riparo confortevole e sicuro agli amici pelosi dalle lunghe orecchie. Come dice il nome dell’azienda, gli asini sono gli indiscussi protagonisti , ma nella fattoria si coltivano ortaggi e piante aromatiche, come i piccanti peperoncini, la salvia, il rosmarino, il timo, la maggiorana e l'erba cipollina o le più profumate menta e melissa, ma anche le spezie meno conosciute come coriandolo, aneto, anice e cumino. Vi crescono inoltre alcune piante di piccoli frutti, soprattutto lamponi e more, e da quest’anno anche tantissimi fiori ed erbe officinali da trasformare in taglio tisana. Abbiamo incontrato la titolare, Stefania Savardi, e le porgiamo una serie di domande. D. Stefania ci racconti un po' di sé e di come nasce l'idea dell'asineria?

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Fin da piccola ho sempre avuto una passione per gli asini. Ho deciso che avrei voluto lavorare con gli equini a 16 anni, e da allora ho svolto un lungo

e capillare lavoro preparatorio: sapevo cosa volevo fare, ma non volevo fare il passo più lungo della gamba e sapevo che prima di affrontare la pratica, come in tutte le professioni, avrei dovuto avere alle spalle una solida teoria. Volevo essere preparata, non buttarmi nel vuoto, perché per carattere sono determinata ma non amo improvvisare. E così, durante gli anni dell’università, dove ho studiato Scienze Agrarie specializzandomi proprio in zootecnia, ho approfondito le tecniche di allevamento e studiato tutto ciò che trovavo sulle caratteristiche e sulla produzione del latte d’asina. Il tutto è culminato con la tesi della laurea specialistica incentrata proprio sull’allevamento dell’asino, confrontando anche la realtà italiana con quella francese, un paese che dal punto di vista dell’allevamento equino e del mondo che gli gira intorno


è avanti anni luce rispetto al nostro. L’anno successivo alla laurea ho acquistato la mia prima asinella con il suo puledrino, e da lì è cominciata la vera e propria parte pratica. Ho svolto negli anni molti altri lavori, ma ogni giorno insie-

me ai miei asinelli imparavo piano piano come rapportarmi con loro, come mungere, come addestrarli, e dopo un paio d’anni ho aperto la mia azienda agricola e ho cominciato il lungo lavoro che ha portato a trasformare un hobby in professione. D. Quali attività svolgete con gli asinelli? L’azienda è nata in origine per la produzione di latte d’asina, ma in poco tempo le nostre attività si sono diversificate. Abbiamo venduto alcuni dei puledri nati in azienda come animali da compagnia a chi cerca un asinello per amico, ma altri abbiamo deciso di tenerli, e con loro abbiamo iniziato ad allargare il nostro ventaglio di proposte. Negli anni ci siamo resi conto di quanto gli asini siano animali poco conosciuti e di quanti pregiudizi si portano dietro: si crede che siano animali testardi, cocciuti, che scalciano con facilità, ma sono appunto solo pregiudizi. Vogliamo che le persone possano scoprire quanto siano speciali e affettuosi, e

allora abbiamo puntato inizialmente sulle famiglie. E così abbiamo creato “Un Giorno da Asini”: organizziamo giornate dedicate alla scoperta dell’asino e della natura, in cui i bambini imparano ad approcciarsi ad animali di grandi dimensioni, a non averne timore. Insegniamo loro come prendersi cura di loro, come spazzolarli e coccolarli, come condurli in passeggiata da terra in sicurezza, e infine come cavalcarli per brevi giretti.

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E poi, mentre passeggiamo nel bosco, facciamo delle soste durante le quali, in collaborazione con una ragazza che organizza bellissimi lavoretti ecologici e ecoartistici, insegniamo ai bambini tante cose sull’ambiente, sul riciclo creativo, sul ciclo delle stagioni, e proponiamo letture animate che facciano scoprire ai bambini “il piacere della lettura… con gli asini nella natura”!

AZIENDA AGRICOLA L'ASINO DEL LAGO www.asinodellago.it info@asinodellago.it Tel. +39 347 1492726 FB Az. Agr. L'Asino del Lago

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Quest’anno vorremmo fare un passo in più e proporre delle settimane estive in fattoria: cinque giorni intensivi per bambini che vogliono fare una full immersion nella natura per imparare a coltivare le verdure e i fiori, ma soprattutto per imparare a diventare dei perfetti piccoli asinari! D. I vostri asini sono animali particolari?

Non scegliamo asini di una razza particolare. Sebbene esistano delle razze riconosciute con i relativi registri anagrafici, la stragrande maggioranza degli asini italiani sono meticci, a differenza di quanto avviene per i cavalli. Noi abbiamo scelto di allevare asini di dimensioni medie e medio-grandi, sia perché si ipotizza che nell’asino la quantità di latte prodotto sia diretta-


Diventate follower sul profilo Twitter Zenzero del Lago @AsinoDelLago https://twitter.com/AsinoDelLago Seguite gli scatti su Instagram asino_del_lago per le istantanee https://instagram.com/asino_del_lago/ Pinnate le foto su Pinterest e scoprite animali, fiori, prodotti e mille altre cose della vita in fattoria Blog per il diario della vita in fattoria http://asinodellago.blogspot.it/ sentiamo ripetere più spesso da chi viene in fattoria è “ma come sono tranquilli questi asini, non scalciano e non mordono”: non puoi pretendere di lasciare un asino da solo al prato per anni e poi pensare che non si spaventi se un bambino gli corre incontro urlando! Bisogna averci a che fare ogni giorno, in modo che si abituino alla vita quotidiana, alle persone a gli altri animali. E perché gli asini siano così tranquilli, devono essere sicuri che non ci siano pericoli: un asino che si sente al sicuro sarà sempre un asino socievole. D. Come è organizzata la vostra giornata? La mattina è dedicata prevalentemente ai lavori in campo: pulizia dei box e dei prati, alimentazione e un po’ di coccole. Inoltre in primavera dobbiamo dedicarci anche ai lavori nell’orto e nei campi di piante offici-

mente proporzionale alla grandezza della fattrice, sia perché si adattano meglio alle attività con i bambini. La cosa importante è soprattutto il carattere: ogni animale ha un peculiarità tutte sue, e asini cresciuti insieme e allevati nello stesso modo manifestano caratteristiche ben diverse, un po’ come avviene con i cani e gli altri animali domestici. In più dobbiamo ricordare che, etologicamente parlando, gli asini sono prede e quindi tendono ad essere sempre sul chi va là. Cresciamo i nostri puledri in modo

che diventino adulti socievoli, sicuri di sé e non paurosi, e cerchiamo di migliorare il carattere anche degli asini che arrivano in fattoria già da adulti, e magari con una situazione non ottimale alle spalle: ci vuole pazienza e contatto quotidiano, ma lavorando anche con i bambini dobbiamo essere sicuri che lo scatto improvviso di un piccolo, l’abbaiare di un cane, una moto che arriva a tutta velocità non spaventino gli asini creando situazioni potenzialmente pericolose. In effetti una delle cose che ci

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nali, preparando il terreno, seminando e trapiantando. Le prime ore del pomeriggio le dedichiamo alle pratiche burocratiche, all’amministrazione quotidiana e al marketing, aggiornando social e blog. Prepariamo le confezioni con i cosmetici, curando anche i più piccoli dettagli estetici, e insacchettiamo aromi e tisane. In estate passiamo gran parte del pomeriggio a raccogliere le erbe officinali, sfruttando per ogni specie il momento della giornata più adatto. Verso il tardo pomeriggio ricomincia la routine del grooming, somministriamo la cena agli asini, li riportiamo dai prati al paddock che comunica con i box in modo che possano ritirarsi per la notte quando vogliono, e nel periodo della lattazione mungiamo. Il fine settimana spesso partecipiamo alle fiere, soprattutto dall’inizio dell’autunno fino a Natale e in primavera, mentre in estate organizziamo tante attività per famiglie. E poi ci sono tutte le faccende saltuarie ma necessarie, che variano in funzione della stagione: i prati da sfalciare e affienare, la concimazione, la germinazione dei semi, l’addestramento costante degli asini, ecc. Insomma, le giornate sono sempre piuttosto piene! D. Oltre agli asini, voi

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avete altre attività legate all'azienda agricola. Ce le illustra insieme ai vostri prodotti? L’allevamento degli asini è la nostra principale attività, ma non è la sola. Con il latte e i fiori di malva che coltiviamo produciamo una linea di prodotti cosmetici ipoallergenici per viso e corpo indicati, oltre che per chi ama curarsi con prodotti naturali, anche per chi ha una pelle delicata o problematica, con couperose, eczemi, psoriasi, perché il latte d’asina ha

straordinarie qualità in questo senso. E poi abbiamo una coltivazione di piante officinali che seguiamo con metodo biologico, produciamo circa una settantina di prodotti diversi fra tisane, aromi per la cucina, spezie e miscele varie. Abbiamo anche un grande orto, e dalla primavera alla tarda estate attiviamo un servizio di consegna a domicilio di cassette con la nostra frutta e verdura che i clienti possono prenotare di settimana in settimana. Quando abbiamo aperto l’azienda agricola abbiamo scelto di caratterizzarla secondo una specifica filosofia, quella del benessere, e tutto ciò che facciamo segue questa logica: i cosmetici al latte d’asina sono ipoallergenici, le erbe aromatiche e le spezie aiutano a insaporire le pietanze limitando l’uso del sale, le tisane fatte con le piante officinali sono dissetanti e salutari, frutta e verdura coltivate senza pesticidi aiutano l’ambiente e la consegna a clienti dei dintorni valorizzano il km zero. Nel prossimo articolo Stefania Savardi ci spiegherà come allevare nel pieno rispetto degli animali e del loro benessere.


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A

GLI ASINI OSPITI

nimali spesso ingiustamente bistrattati dalla storia e dalle tradizioni popolari, sono i protagonisti indiscussi dell’azienda. Conosciamoli uno ad uno. Cannella Taglia medio-grande, colore grigio sorcino, muso e interno zampe chiari e riga mulina ben in evidenza, e orecchie molto pelose! E' arrivata in azienda insieme a Lenticchia qualche anno fa, quando era già adulta.

Quando è arrivata, Cannella era in procinto di partorire il suo primo puledro, Timo, ed era un tipo indipendente ma si capiva che sotto sotto aveva un carattere socievole. E infatti sono stati sufficienti alcuni mesi di coccole quotidiane ed attenzioni per valorizzare le sue caratteristiche di asinella tranquilla e socievole. Si è integrata perfettamente nel branco e ha reagito molto bene all'addestramento. Anche lei, ad anni alterni come è una fattrice che da bellissimi puledrini, ma è una mamma giovane e tende ad essere attenta la-

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sciando però che i suoi cuccioli scoprano il mondo senza troppe limitazioni: insomma, una mamma moderna! Lenticchia Taglia grande, grigio sorcino, muso e interno zampe chiari e riga mulina ben in evidenza, e la nostra asina più grande. E' arrivata in azienda insieme a Cannella, anche lei già da adulta. Quando è arrivata in asineria era la più selvatica, molto guardinga e difficile da avvicinare. Ma d'altronde, nei suoi quattro anni di vita aveva già cambiato quattro proprietari: come poteva avere un carattere diverso? C'è voluta tanta pazienza e costanza per conquistare la sua fiducia, ma in alcuni mesi è diventata un'altra: ora si lascia strapazzare di coccole, e se non le dai attenzioni ti da dei colpetti con il muso per reclamare la sua dose di carezze. Pare avere capito che stavolta è proprio arrivata a casa. Se appena arrivata non si separava mai da Cannella, ora ha trovato un feeling speciale con Zenzero: è un piacere vederli giocare insieme! Anche lei ha reagito molto bene all'addestramento, e dopo un inizio incerto ora è la più spavalda quando si esce in passeggiata, e vuole andare alla scoperta del mondo in prima fila! E grazie alle sue qualità è diventata l’asinella amica dei bambini che nel basto porta sempre tanti libri avventurosi da leggere nel bosco! Zenzero Zenzero è venuto alla luce in una fresca serata di fine maggio di tre anni fa. Il colore del suo mantello volge al sorcino scuro con delle belle sfumature focate, una bella pancia chiara e due occhioni teneri. Vuole sempre le coccole, adora farsi spazzolare e ti segue come un cagnolone esuberante. E’ un asinello molto socievole e anche molto, molto curioso: la sua testolona spunta sempre dove meno te lo aspetti!

E’ capace di trascurare la sua razione di fieno se nota che stiamo facendo qualcosa di diverso dal solito, solo per venire a vedere cosa succede. Ma quando arrivano frutta e pane secco, si ingegna al massimo per avere un boccone più degli altri! Risponde al suo nome, e quando lo chiami ti corre incontro e ti risponde sempre con il suo verso tutto particolare. Grazie al suo bellissimo carattere è diventato la mascotte della fattoria: in poche parole, è un asinello adorabile! Timo Timo è nato a inizio aprile del 2013, e anche se ha già due anni si sente ancora un cucciolotto. Ha un pelo lunghissimo, color sorcino molto chiaro. E le sue zampotte sono tutte tigrate. E' un asinello indipendente, il meno goloso fra tutti, ma non per questo disdegna coccole e carezze! Si è affezionato tantissimo a zia Lenticchia, che per lui è stata quasi una mamma, e ama giocare con Zenzi correndo nei


prati, ma l’agilità non è proprio il suo forte! Rifugge l'acqua con orrore, e nelle belle giornate ama sdraiarsi in mezzo al prato a rosolarsi al sole. Nonostante sia ancora un puledro è bravissimo con i bambini: si lascia condurre alla lunghina senza scomporsi, li segue con tranquillità, ma se sul suo cammino trova qualcosa che non lo convince non si muove di un passo. Non riesce ancora a ragliare bene, il suo verso assomiglia più a un grido, acuto e potente, ma confidiamo nel tempo sperando che migliori: è ancora così giovane!

un’asina di taglia medio-grande. Ora dobbiamo cominciare a insegnarle le fondamenta dell’educazione, come il seguirci alla lunghina e dare il piede per la pulizia dello zoccolo, ma si fida già completamente di noi e quindi le basi ci fanno ben sperare! Vaniglia La piccola Vaniglia è più di un’asinella: se tutti gli animali della nostra azienda fanno parte della famiglia, Vaniglia ne è un pezzo fondamentale. Come Melissa, anche lei è nata la scorsa estate, ma a differenza degli altri la sua vita è stata fin da subito in salita: a causa di una malattia improvvisa e fulminante che l’ha portata via in poche ore, ha perso la sua mamma quando aveva solo due settimane. E così è stata adottata da noi: l’abbiamo cresciuta con il biberon,

e le prime settimane abbiamo dormito con lei nel box, dal momento che doveva mangiare ogni ora sia di giorno che di notte. E anche quando i pasti si sono distanziati, abbiamo continuato a nutrirla a orari regolari, andando avanti e indietro da casa all’allevamento tante volte ogni giorno e ogni notte. Piano piano siamo riusciti introdurla nel branco, anche senza la sua mamma, e lei ha trovato il suo posto fra gli altri asini, ha socializzato con tutti gli animali e le persone, ma di sicuro è anche l’asinella più viziata e continua ad accompagnarci quasi ovunque. Oggi Vaniglia ha circa otto mesi, e la costanza ci ha ampiamente ripagato: è un’asinella sana e in forze, ha un pelo lunghissimo che la fa assomigliare a un grosso peluche, un ciuffo ribelle sulla fronte e il carattere più dolce che c’è!

Melissa Melissa è una delle due puledrine nate lo scorso anno: anche lei color sorcino chiaro, è vivace, slanciata, agile e scattante, ma ama anche le lunghe e riposanti dormite in mezzo al prato, solitamente in posizioni quasi improponibili, ma lei sta comoda così! E’ una gran coccolona, ma mostra già un bel caratterino dominante. Tuttavia, la sua socievolezza ha aiutato Vaniglia a uscire dal guscio, e ora sono due cuginette che amano giocare insieme. Ha una vocina già bella potente, ereditata dalla mamma, e sicuramente diventerà

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Attività

di Stefania Savardi (Responsabile Azienda Agricola Asinelli del lago)

Allevare nel pieno rispetto degli animali e del loro benessere

T

ante persone pensano che l’allevatore sia un uomo o una donna con pochi scrupoli, per cui gli animali sono solo fonte di reddito, spremuti fino all’osso fino a quando possono produrre e poi semplicemente macellati. Beh, non è così. Neanche lontanamente. O almeno non è così per me nè per tanti altri allevatori che conosco. Voglio dire che si può vivere e lavorare insieme agli animali, e che si può farlo senza sfruttarli. Semplicemente, si collabora. Che è la nostra parola chiave. Innanzitutto iniziamo col dire che i nostri animali sono seguiti quotidianamente, hanno box in cui ripararsi la notte o col maltempo, o comunque quando vogliono, perchè sono liberi di entrare e uscire, e hanno a disposizione anche una tettoia esterna se vogliono ripararsi senza rientrare in box. Vengono alimentati seguendo una dieta attenta, perchè non è vero che un asino mangia di tutto. Pascolo in estate, ottimo fieno in inverno. E mai mangime per cavalli, che per gli asini risulta essere troppo energetico e per questo rischioso, ma un mix di cereali studiati ad hoc. Razioni dosate per ciascuno e solo quando serve, che non significa fargli patire la fame ma al contrario non rischiare che la loro golosità li porti alla morte per colica. E poi vaccinazioni, sverminazioni, visite mediche, cura dello zoccolo e tutto quanto di ordinario e straordinario gira intorno alla gestione di un equino. E’ vero, in azienda produciamo latte d’asina, e per farlo è necessario che le asine partoriscano. Ma seguiamo una rigida gestione dei parti, per fare in modo che le femmine non debbano essere coperte tutte tutti gli anni. Questo significa che abbiamo più asine di quelle che sarebbero strettamente

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necessarie per le nostre produzioni, ma significa anche che non restando gravide ogni anno hanno una diversa qualità e prospettiva di vita. E’ un costo? Certo, ma perchè se anche un animale non produce continua comunque a mangiare, bere, necessitare di cure quotidiane. Ma va bene così, perchè noi collaboriamo con loro, non li sfruttiamo. Abbiamo scelto di non fare latte alimentare perchè, viste le minime quantità di latte prodotte dalle asine, per avere un allevamento economicamente sostenibile dovremmo avere tantissimi animali, gravidi a ciclo continuo, con una conseguente produzione di puledri che sarebbe obiettivamente difficile vendere non da macello. I nostri piccoli numeri, le nostre poche nascite, ci permettono di gestire con più

tranquillità anche i puledri. Alcuni li teniamo, altri li vendiamo. Ma li vendiamo come non DPA, che è la dicitura legale che ne impedisce la macellazione considerandoli come animali sportivi o da compagnia, in modo che vadano a proprietari che li vogliono non come animali da carne ma come amici di vita. E’ un costo? Certo, perchè il prezzo di vendita è sicuramente inferiore, e la rapidità di vendita anche, ma va bene così. Perchè noi collaboriamo con loro, non li sfruttiamo. Inoltre vendiamo animali che siano svezzati all’età che reputiamo più adeguata. Le linee guida dell’allevamento equino suggeriscono di non svezzare un puledro prima dei sei mesi. Dalla nostra esperienza ho notato che se questa può essere un’età forse


sufficiente dal punto di vista strettamente alimentare, non lo è assolutamente dal punto di vista dell’equilibrio psicologico del cucciolo e dell’animale adulto che diverrà. Non separiamo un puledrino dalla sua mamma, e quindi non lo vendiamo, prima dei 14-15 mesi di età, perchè almeno per il suo primo anno il cucciolo ha bisogno della presenza della mamma, della sicurezza che lei gli infonde e degli insegnamenti che lei gli dà ne ha bisogno per diventare un adulto sicuro e, appunto, equilibrato. Non mungiamo la fattrice per un intero anno, perchè dopo i 7-8 mesi di lattazione la produzione diventa veramente molto ridotta. Di conseguenza, per i 6-7 mesi successivi la femmina non può essere utilizzata per altre attività, e non è produttiva. E’ un costo? Certo, perchè dalla fine della mungitura fino a quando il puledro ha passato l’anno l’asina non può essere utilizzata per altre attività, e quindi non è produttiva, ma va bene così. Perchè noi collaboriamo con loro, non li sfruttiamo. Ma siccome putroppo anche noi

dobbiamo vivere, e in qualche modo guadagnare, abbiamo cercato soluzioni per cercare di arginare i costi rispettando il benessere degli animali. E così, negli anni in cui le femmine sono “a riposo” e non hanno puledri, le utilizziamo nelle attività con i bambini e con le famiglie. Semplici passeggiate, qualche giretto a sella, tante coccole e una lunga e costante lotta per far capire quanto sia sbagliata la triste nomea che l’asino si porta dietro per tradizione. E fare una passeggiata nel bosco, prendersi le coccole dei bambini e dei loro genitori, farsi strigliare e spazzolare da chi viene in fattoria, fare dei semplici giretti nel recinto con i bambini in sella non sono di certo fonte di stress per gli animali, anzi!!! Avete mai visto il particolarissimo rapporto che si crea fra un asinello e un bambino? E’ magia. E ora veniamo alla produzione di latte. Come abbiamo detto, abbiamo scartato la produzione di latte alimentare perchè abbiamo scelto di non seguire pratiche intensive. Ma come funziona

la mungitura? Prima di tutto bisogna sapere che l’asina è biologicamente e fisiologicamente un animale molto diverso dal bovino, per cui le regole che valgono per la mucca non valgono per gli equini. Per fare latte, l’asina ha bisogno della vicinanza e della stimolazione visivo-olfattiva prodotta dal cucciolo, e dalla sua suzione. Quindi non si può allontanare un puledro appena nato dalla mamma asina, come si fa con i vitelli, e avere latte. Allora come facciamo? Per i primi due mesi lasciamo tutto il latte al puledrino, che sta sempre in compagnia della mamma, e dopo la prima settimana viene gradualmente immesso con lei anche nel branco. All’inizio del terzo mese, iniziamo a separare gradualmente il cucciolo dalla fattrice per un’oretta, al mattino, lasciandoli in due recinti confinanti, in modo che possano vedersi, annusarsi, e avere la certezza di esserci l’uno per l’altra. La fattrice non resta mai sola nel suo recinto, nè lo rimane il puledro. Entrambi restano in compagnia di altri

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asini nel loro paddock, e chi sta con chi lo decidiamo di anno in anno in funzione del carattere degli animali e dei rapporti che si creano nel branco. La visione della mamma rassicura il cucciolo, e la presenza di altri asini lo incoraggia a giocare, a distrarsi e poi a rilassarsi e a farsi dei sani pisolini in tutta tranquillità e sicurezza. Nel giro di qualche giorno arriviamo a una separazione di un paio d’ore, durata che sarà la stessa per alcune settimane. Al termine delle due ore, mungiamo il latte e poi rimettiamo insieme pulerdo e mamma, che restano insieme per il resto della giornata e fino all’indomani mattina. Il latte prodotto in questo periodo di tempo varia di asina in asina, ma siamo nell’ordine dei 200 grammi circa. Sì, avete letto bene: 200 grammi. Mano a mano che passano le settimane aumentiamo le ore di distacco: tre, quattro, fino ad arrivare a circa sei ore verso il sesto mese, e a una produzione massima di circa 600-700 grammi. Questo significa che noi togliamo al puledro fino a un massimo del 10% del latte, e raggiungiamo la percentuale massima solo verso il raggiungimento del periodo di possibile svezzamento biologico. Nelle ore in cui non può succhiare il latte della mamma, il cucciolo ha a disposizione erba fresca o fieno, in funzione della stagione, e gli somministriamo uno speciale latte granulare per puledri vitaminizzato e studiato proprio per le necessità di cavallini e asinelli. Tanti studi suggeriscono di ripetere la routine della separazione due volte al giorno, ma noi preferiamo farlo una volta sola, anche per non stressare troppo il puledro. Questa modalità di gestione rappresenta un costo? Certo, ma va bene così. Perchè noi collaboriamo con gli asini, non li sfruttiamo. E quando ci sono problemi? Se un animale ha un problema non ce ne disfiamo, non lo vendiamo o peggio ancora non lo macelliamo. Abbiamo con noi un maschio che ha una zampa debole fin da cucciolo, e che per questo spesso prende storte e ha bisogno di

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alcuni giorni di cure e isolamento dagli altri. Sappiamo bene che se lo vendessimo probabilmente avrebbe vita difficile, così stiamo studiando per lui una “carriera” che gli permetta di non essere economicamente un peso, ma rispettando le sue necessità e le sue caratteristiche. Abbiamo una femmina che, per un difetto congenito, non rimane gravida con facilità, senza entrare nei dettagli, basti sapere che può restare incinta e portare a termine la gravidanza senza problemi solo se l’ovulazione avviene

risolvere i problemi o almeno arginarli senza dovere e volere mai mandare i nostri asini al macello. A questo punto magari ci sarà ancora qualcuno che risponderà che un asino, come tutti gli animali, deve vivere libero e senza fare nulla. A loro ricordo che fino a dieci anni fa gli asini erano a un passo dal raggiungere il limite considerato come a rischio di estinzione. Perchè gli asini, le mucche, le capre e le pecore, non sono animali selvatici che vivono nelle foreste, e bisogna rendersi conto che se non vengono allevati dall’uomo sono destinati a scom-

da uno dei due lati possibili. Ma niente da fare se l’ovulazione avviene dall’altra parte. Questo significa che può rimanere gravida oppure no, ed è solo il caso a deciderlo. Ma la teniamo lo stesso con noi. E nel frattempo è diventata l’asinella bibliotecaria amica dei bambini e delle storie lette nel bosco. Tutto questo ha un costo? Certo, ma va bene così. Perchè, ancora una volta, noi collaboriamo con loro e non li sfruttiamo, accettiamo “la buona e la cattiva sorte”. E ragioniamo insieme su come

parire. E allora non è forse meglio, per loro e per noi, una vita in cui si può collaborare? In cui noi lavoriamo con loro, e questo ci permette di mantenerli e far loro condurre una vita dignitosa? Certo non saremo mai ricchi, lavorando così. Ma piano piano questo modo di lavorare ci sta consentendo di raggiungere un equilibrio anche economico, ci permette di dormire sereni e di vivere facendo il lavoro che amiamo in sintonia con i nostri amici orecchie-lunghe. A noi non sembra poco, e a voi?


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Il gatto del mese

Testi tratti dal sito www.ragdollmilano.it

RAGDOLL, bambola di pezza dai profondi occhi blu

L

'origine di questa dolcissima razza ancora oggi è avvolta nel mistero. Ad allevare i primi Ragdoll fu la signora Ann Baker fondatrice della razza. Secondo le sue testimonianze i primi cuccioli nacquero a River Side in California nel 1963, da Josephine (foto a lato) una gatta bianca, tipo angora che apparteneva alla sig.ra Pennels, una vicina di casa di Ann Baker. Questa gatta era piuttosto schiva e i suoi cuccioli le assomigliavano ma un giorno venne investita da un auto riportando un trauma cranico, fu curata e guarì. I cuccioli nati dopo quell'incidente erano miti, socievoli e rilassati. Da una successiva cucciolata la sig. ra Baker scelse tre cuccioli, Buckweat una gattina nera, Fugianna una bicolore e Raggedy Ann Daddy War bucks, il primo mitted per iniziare ad allevare con l'affisso di Raggedy Ann. Nel 1975 Ann Baker brevettò i suoi gatti con il nome di Ragdoll e fondò l'IRCA (International Ragdoll Cat Association). Nulla di certo sappiamo su chi siano i papà dei Ragdoll, ma si suppone che si tratti di un Persiano, un Burmese e un Sacro di Birmania. In Italia

i primi esemplari arrivarono all'inizio degli anni '90. Oggi i Ragdoll sono sempre più apprezzati grazie alla loro bellezza ma soprattutto grazie al loro carattere stupendo. IL CARATTERE Il Ragdoll è un gatto affettuoso, estremamente dolce e mansueto. Ama il suo padrone con tutto il suo cuore e lo segue ovunque, adattandosi anche a fare lunghi viaggi pur di stargli accanto, lo aspetta davanti alla porta e non se ne separa mai. L'allevatrice Ann Baker

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Curioso e intelligente studia ogni mossa del suo compagno in modo discreto e attento senza mai risultare invadente. Incline alle fusa, ama molto le coccole e il contatto fisico, la sua particolarità consiste nella capacità di rilassarsi totalmente quando viene preso in braccio fino a diventare molle come una “bambola di pezza”, traduzione del nome Ragdoll. Ama passare ore in braccio al suo padrone soprattutto a pancia all'aria, in alcune occasioni ha delle pose veramente buffe, è un adorabile coccolone perfetto per la vita di appartamento, se si decide di lasciarlo aggirare all'esterno è opportuno tenerlo costantemente d'occhio Essendo un gatto molto pacifico, paziente e gentile è particolarmente adatto a vivere insieme ad altri animali domestici, con i quali instaura in breve tempo rapporti di amicizia, o in famiglie con bambini piccoli ed è l'ideale per tutte quelle persone che desiderano avere una tenera presenza nella loro vita. Proprio per tutte le qualità che vi abbiamo fino ad ora descritto viene spesso utilizzato anche nella Pet teraphy ed è consigliato per le persone anziane.


GLI STANDARD DELLA RAZZA Il Ragdoll è un gatto di taglia grande, alcuni maschi arrivano a pesare 8/9 chili, con una ossatura lunga e imponente. Il suo è uno sviluppo lento che dura anche fino ai 3-4 anni di età Il pelo è semilungo soffice e setoso, con un collare importante, la coda lunga e folta, piuttosto spessa alla base e proporzionata al corpo. Le zampe sono lunghe e muscolose e quelle posteriori sono più alte delle anteriori, i piedi sono rotondi e presentano ciuffi di pelo tra le dita. La testa è triangolare e larga con una zona piatta tra le orecchie. Il muso è arrotondato e di lunghezza media, il naso è senza stop, il mento ben sviluppato. Le orecchie sono a punta arrotondata, leggermente inclinate in avanti e mediamente pelose. Gli occhi grandi, ovali del blu più intenso possibile rapportato al colore del mantello. LE VARIETÁ Le varietà riconosciute nel Ragdoll si differenziano per la colorazione delle punte e sono sostanzialmente tre:

1) COLOURPOINT I soggetti di questa varietà presentano le colorazioni tipiche del siamese, ovvero le punte (orecchie, muso, zampe e coda) presentano una pigmentazione più scura rispetto alle altre parti del corpo che resta di un colore più chiaro in armonia con le punte. In questa varietà è assente il bianco. 2) MITTED o GUANTATO I soggetti di questa varietà sono anche loro colourpoint ma in più hanno le zampe guantate di bianco che in quelle anteriori devono essere uguali e in quelle posteriori devono arrivare al garretto. Il bianco si manifesta anche sul mento e da questo parte una striscia bianca che attraversa la pancia fino alla base della coda. Possiamo infine trovare una fiamma bianca tra gli occhi o sul naso. 3) BICOLORE I bicolori hanno tutta la parte inferiore del corpo bianca, zampe pancia e collare compresi e presentano una V rovesciata ugualmente bianca e preferibilmente simmetrica tra gli

occhi La colorazione scura figura su parte del muso, orecchie e coda. Il corpo è più chiaro delle punte. I COLORI • SEAL POINT: il colore delle punte è marrone scuro-foca con le estremità che possono arrivare fino al nero. • BLUE POINT: il colore delle punte è blue grigio scuro. • CHOCOLATE POINT: il colore delle punte è marrone chiaro. • LILIAC POINT: il colore delle punte è grigio – rosato. • RED POINT: il colore delle punte è rosso. • CREAM POINT: il colore delle punte è crema. • TORTIE POINT: il colore delle punte non è uniforme ma presenta un disegno tigrato che forma una M sulla fronte e sopra il naso. • TABBY O LINX POINT: il colore delle punte non è uniforme ma presenta un disegno tigrato che forma una M sulla fronte e sopra il naso. • TORBIE POINT: il colore in quest'ultimo ha le stesse caratteristiche del Tortie ma presenta anche la caratteristica tabby. Bisou del Fairydolls, esemplare "Blue Tabby Bicolore"

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Rossella del Fairydolls, esemplare "Seal Bicolor High Mitted"

Rufus del Fairydolls, esemplare di "Blue Mitted con fiamma"

ELLONI" I TRE "FRAT OLLS DEL FAIRYD

62 Rupert del Fairydolls, esemplare di "Seal Bicolor High Mitted"


Sebastian del Fairydolls, esemplare di "Seal Mitted con fiamma"

Camillo del Fairydolls, esemplare "Blue tabby point+white" Ruben del Fairydolls, esemplare "Blue tabby point con white"

63 Wallace del Fairydolls, esemplare di "Blu point bicolor"


Sissi del Fairydolls, esemplare "Blue bicolor"

Gandalf del Fairydolls, esemplare "Blue Tabby Mitted"

Corinne del Fairydolls, esemplare "Seal torbie mitted"

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L'allevatrice Laura Pezzopane del Fairydolls Ragdoll Cattery di Milano con Velhia (a sinistra) esemplare "Seal bicolore" e Virgilio esemplare "Blue bicolore"


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Il gatto del mese 2

di Laura Pezzopane del Fairydolls Ragdoll Cattery Milano

LA FAVOLA DEL FAIRYDOLLS

L

a mia passione per gli animali nasce con me, sono figlia unica e da bambina sognavo un soffice, morbido e tenero compagno di giochi. Tante volte ho chiesto ai miei genitori un gattino o un cagnolino ma loro non erano molto propensi. L’estate la trascorrevamo al mare in un piccolo paese in Abruzzo. Negli anni ottanta il randagismo da quelle parti era parecchio diffuso e io non perdevo occasione per cercare di aiutare tutte quelle povere creature che di amore non ne avevano mai ricevuto, puntualmente mi attaccavo a qualche micetto e quando finivano le vacanze mi struggevo al pensiero di dovermi separare da lui, con la consapevolezza che l’anno successivo non l’avrei ritrovato. L’estate dei sette anni incontrai Pucci, il mio primo gatto, era un bell’esemplare, probabilmente un incrocio tra un certosino e un persiano, viveva con una coppia di mezza età al piano terra nel ns condominio e aveva sui sette mesi. Quando l’estate finì queste persone pensarono bene di scaricare il micetto che rimase per giorni a gironzolare disorientato all’interno del loro giardino. Non so se furono le mie lacrime a intenerire i miei genitori o il gesto ignobile commesso dai due a far sì che Pucci entrasse a far parte della nostra famiglia. Decisamente un’esperienza meravigliosa, questo micio aveva un carattere dolcissimo e divenne il mio compagno inseparabile. Purtroppo venne a mancare otto anni dopo e io soffrii moltissimo. I miei non volevano assolutamente concedermi un altro gatto e mia nonna materna per consolarmi mi regalò un Siberian Husky. Avevo un cane tutto mio, Bora. Incominciai a documentarmi sulla razza e mi feci regalare un abbonamento a Quattrozampe. Andavo a vedere esposizioni e ascoltavo affascinata i discorsi degli allevatori. Qui nacque il mio desiderio profondo di allevare. La passione per

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Lonerock Phoenix del Fairydolls, esemplare " Lilac Tabby Bicolore"

gli Husky non aveva però cancellato il mio amore per i gatti e la voglia di avere un altro micio. Un giorno sfogliando Quattrozampe mi imbattei in un articolo sui ragdoll. Avevano intervistato Florence Lombardi, allevatrice bravissima che stimo moltissimo, la prima ad aver portato in Italia questa razza magnifica. All’epoca il ragdoll era un perfetto sconosciuto, si parla dei primi anni novanta, e quando lessi le caratteristiche di questo possente e affa-

scinante gentilgatto decisi che quello sarebbe stato il prossimo componente del mio nucleo familiare. Non fu possibile, i miei genitori furono irremovibili, così attesi qualche altro anno per realizzare il mio sogno, continuando a carpire notizie su questi splendidi mici. Nel 2002 incontrai Maurizio, mio marito, e gli espressi il desiderio di avere un ragdoll. Bora era mancata qualche mese prima e io lavorando non potevo concedermi un altro cane. Passarono due anni e final-


mente portammo a casa il nostro primo cucciolo, Matisse un maschietto seal Colorpoint da show. La sua dolcezza ci conquistò oltre ogni immaginazione, avevo sentito tanto decantare il carattere del ragdoll ma mai avrei immaginato di incontrare una creatura così amorevole e intelligente. Decidemmo di dargli una compagna e visto che non sapevamo deciderci tra due cucciole le prendemmo entrambe, adesso avevamo tre ragdoll. Da lì in poi la ns famiglia si è un po’ allargata, Matisse era sterile e così prendemmo Maverick in America dall’allevamento Soulmates. Nacquero i primi cuccioli e buona parte rimasero con noi, ci avvalemmo di un paio di monte esterne per ampliare la linea. Alleviamo con grandissimo amore nel rispetto delle ns gatte, facendo una selezione sui riproduttori, lo scopo di un buon allevatore dovrebbe sempre essere quello di migliorare la razza; negli anni ho imparato a selezionare solo gatti con distribuzione di colore sul mantello corretta e con una buona struttura ma soprattutto ho imparato a valutare l’indole di ogni cucciolo. I ragdoll sono gatti profondamente buoni e dall’animo gentile, ma sono

La "famiglia" del Fairydolls Ragdoll Cattery di Milano al completo. Da sinistra Ginevra, "mamma" Laura, Ludovica, "papà" Maurizio e ovviamente... un ragdoll

sempre esseri viventi con una loro personalità, i miei criteri di scelta si basano innanzi tutto sul carattere, poi sulla perfezione del marking e della struttura. Quando le persone arrivano da noi desiderose di adottare un cucciolino io cerco sempre di conoscerle e di capire che tipo di compagno stanno cercando, e di consigliarle per il meglio. Maschio? Femmina? Seal, Chocolate, Blue, Lilac, Red, Cream? Vivace e giocherellone o profondamente calmo? Spesso le persone restano basite

Horus Lady Isabelle, esemplare "Seal tortie color Point" e Lonerock Phoenix con i loro cuccioli

di fronte a tante diverse combinazioni che non riescono nemmeno a immaginare, certo noi qualche esemplare adulto da mostrare lo abbiamo ma non certo uno per ogni tipologia. Alla nascita i ragdoll sono tutti bianchi ed è impossibile riconoscerne colore e varietà, ma con il passare dei giorni le caratteristiche si delineano abbastanza chiaramente. Seal (marrone scuro), blue (grigio acciaio) e red (rosso arancio) sono colori più decisi, conosciuti come tradizionali, chocolate (marrone chiaro), lilac (grigio rosa) e cream (arancione pallido) sono diluiti ossia più tenui rispetto ai primi tre. I diluiti possono nascere solo da soggetti diluiti o carrier del gene diluito. Un trucco per scoprire se un cucciolo sia tradizionale o diluito è osservargli le orecchie dall’alto, se l’orecchio presenta una colorazione omogenea si tratta di un tradizionale, se è un diluito avrà colorato più intensamente il bordo e all’interno risulterà quasi bianco. Le varietà sono molto semplici da individuare e già dopo pochi giorni si è in grado di classificare se il cucciolo sia colorpoint (punte colorate assenza di bianco sul corpo, naso in tinta con il corpo), mitted (guanti e stivaletti bianchi, mento bianco e striscia bianca sulla pancia, naso in tinta con il corpo) o bicolore (zampe e pancia bianca, V rovesciata sul muso e naso

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Ludovica interagisce con Trilli del Fairydolls, esemplare "Seal mitted"

rosa). Solo nelle femmine può essere presente il gene rosso o cream unitamente al colore tradizionale o diluito che genera delle gatte a tre colori che vengono definite Tortie. Ultimo step il gatto può essere tigrato e in questo caso viene definito tabby, torbie sono le femmine tortie tigrate. Il segreto per riconoscere un tigrato è osservare il bordo interno dell’orecchio se è bianco è tigrato se segue il colore del mantello non lo è. Certo la prima cosa che generalmente colpisce di questa razza è l’aspetto estetico, ed è abbastanza frequente che chi vuole adottare un gattino abbia già un desiderio preciso. Mio marito ed io siamo soliti parlare a lungo e poniamo diverse domande per capire chi abbiamo di fronte, e cerchiamo per quanto possibile di consigliare il cucciolo più adatto. uolo molto importante gioca l’empatia che si forma tra il cucciolo e colui che vuole adottarlo, di solito scaturisce qualcosa che ci indica che quello e proprio quello è il nostro futuro compagno di vita La cosa più importante però deve sempre rimanere il carattere. I maschi in genere sono più coccoloni e serafici, le femmine magnifiche compagne di vita attente e mai invadenti risultano però più vivaci.

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Questa razza è poi molto indicata per anziani, dato il loro carattere affettuoso e mansueto, e per i bambini ai quali concedono qualsiasi cosa. La nostra famiglia si è allargata a dicembre 2010 con la nascita della nostra primogenita Ginevra e a set-

tembre 2012 è arrivata anche Ludovica. Io sono rimasta senza lavoro e così sono diventata una mamma a tempo pieno a tutti gli effetti, sia umani che pelosi. Il grande amore che mi lega alle mie figlie e ai miei gatti mi consente di far vivere tutta la famiglia in un equilibrio perfetto. Loro hanno una vera e propria passione per tutti gli animali e condividono naturalmente ogni momento con i nostri mici. I gatti dal canto loro sembrano gradire anche quando vengono tempestati dai baci e dagli abbracci della più piccola, che ci si sdraia perfino sopra, fanno le fusa e se lei si sposta la seguono, ne hanno comunque un grande rispetto pur essendo così piccole. E’ meraviglioso vederli insieme e personalmente ritengo che le mie bimbe siano molto fortunate anche se poi devo spiegare loro che non tutti gli animali sono come i nostri gatti. A volte gestire gatti e famiglia è

Ginevra con Daisy del Fairydolls, esemplare "Blue tabby bicolore"


Ginevra e Rupert del Fairydolls

Ludovica e Cosmo del Fairydolls

stancante ma se vi state chiedendo se lo rifarei la risposta è sì mille volte ancora, provate a condividere la vostra vita con un ragdoll e vi chiederete come facevate prima del suo arrivo. Purtroppo allevare significa fare anche una selezione, cambiare i riproduttori per migliorare le linee e per non affaticarli troppo, e a volte bisogna fare delle scelte e separarsi da qualcuno. Vi assicuro che è profondamente triste e dentro ti resta un vuoto e un gran senso di colpa. Però ci sono persone meravigliose disposte ad accogliere questi gatti che vanno “in pensione” che io desidero ringraziare di cuore per l’amore che danno ai nostri mici. In particolare nel mio cuore ci sono due dei nostri primi

gatti Rossella e suo fratello Rupert, amati immensamente dalle loro nuove "mamme" Emanuela Cattaneo e Mariangela Ghirardi. Un grazie va anche a tutte le persone che hanno adottato uno dei piccolini del Fairydolls che ci dimostrano affetto e stima, tenendoci informati e mandandoci periodicamente foto, ci rendete felici e orgogliosi Un’ultima cosa importantissima, quando scegliete un cucciolo andate sempre di persona a vedere dove vive, come viene trattato e chiedete sempre le certificazioni sanitarie Ricordate chi ama i propri animali li cura come membri della famiglia, non gioca con la salute, li tiene nel pulito e li nutre adeguatamente. Dovrebbero essere cose scontate ma non sempre è così.

FAIRYDOLLS RAGDOLL CATTERY - MILANO www.ragdollmilano.it - info@ragdollmilano.it - FB Fairydolls Ragdoll

Il Ragdoll Cat Club Italiano è una associazione amatoriale, volontaria e senza scopo di lucro, fondata con l'essenziale ausilio del maggior numero dei principali allevamenti. Le finalità del Club sono indirizzate essenzialmente alla salvaguardia della razza Ragdoll tramite selettivi programmi di allevamento, con una attenzione particolare al benessere ed al totale rispetto dei gatti, alla serietà di comportamento ed alle metodiche di allevamento degli allevatori aderenti. il suo "CODICE ETICO" riguarda la regolamentazione su: ambienti di allevamento; standard sulla qualità di vita dei gatti; salute degli adulti e dei cuccioli; assistenza veterinaria; riproduzione; cessione di cuccioli o di gatti adulti; controllo agli allevamenti. www.ragdollclubitalia.it

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Il punto di Paola Lusso

L

BAMBOLA DI PEZZA A CHI?

o guardi, il ragdoll con quelle sue pose buffe, magari a pancia in su, zampe anteriori come fossero le manine di un neonato, la panciotta e il muso tondo, gli occhioni blu sempre un po’ meravigliati. E sì è proprio un bambolotto. Poi, d’improvviso, vede un insetto, fa uno scatto che nulla ha da invidiare a tutti i felini del mondo ed eccolo lì, con la sua preda. Ma chi è davvero il ragdoll? Cos’ha in

comune e cosa di differente con gli altri gatti? Indubbiamente il ragdoll è di indole pacifica, socievole con gli esseri umani e anche con gli altri animali. E’ un giocherellone, molto legato alle persone che condividono con lui l’abitazione. Segue gli umani come un’ombra, partecipando a tutto ciò che avviene in casa: “sbriga” con noi le faccende domestiche, corre alla porta se arriva qualcuno, stà con gli ospiti, partecipa alle no-

Rachel del Fairydolls, esemplare "Blue colorpoint"

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stre abluzioni, sedendosi sul bordo della vasca, gioca coi bambini, è, insomma una costante presenza che non ci fa mai sentire soli. Se non abbiamo tempo per lui, ci viene a cercare, ci chiama, vuole che gli porgiamo attenzione, che giochiamo con lui, che gli facciamo le coccole. Può capitare che, se non lo guardiamo, diventi noioso, miagoli insistentemente, fino a quando non gli dedichiamo del tempo. Ha bisogno della nostra compagnia e noi piano piano ne veniamo catturati e non possiamo più fare a meno della sua. Eppure, eppure.....è un gatto. A volte non si abbandona in braccio, a volte non vuole neanche starci in braccio, a volte (raramente) vuole stare per conto suo, a volte si arrampica, a volte graffia quello che non deve graffiare, a volte è spericolato (troppo), a volte non ha pazienza, a volte si ricorda di essere un individuo ben preciso, col suo proprio carattere, le sue inclinazioni, la sua psicologia. Già, perché quando parliamo di ragdoll comprendiamo un’infinità di piccoli individui, ognuno con la sua personalità. E chi conosce i gatti (e i ragdoll non fanno eccezione) sa bene come possano essere diversi tra loro! Ci sono ragdoll timidi e ragdoll spavaldi, ragdoll mangioni e ragdoll inappetenti, ragdoll pigri e ragdoll che non stanno fermi un minuto. E allora? Chi è il ragdoll? E’ davvero una bambola di pezza? No, non è una bambola, né di pezza, né di nessun altro materiale. Il ragdoll è innanzitutto un individuo con caratteristiche sue proprie, a cui si aggiungono le caratteristiche della specie, è un gatto insomma, a tutti gli effetti, ma (e qui mettiamoci un grande “ma”) con una marcia in più. Chiunque ha la fortuna di condividere la propria vita con un ragdoll sa quanta serenità, quanta gioia, quanto amore sono in grado di donare queste meravigliose creature dai profondi occhi blu.


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Pet-news 3

di Daniela Zaina - http://amicadeglianimali.it

7) L'AMORE INCONDIZIONATo di un cucciolo per la sua mamma

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uesta foto sta sciogliendo cuori da una parte all’altra del mondo. Il cucciolo di koala e sua madre sono stati investiti da un’auto nel Queensland, in Australia. Dopo l’incidente, Lizzy e Phantom sono stati soccorsi dall’Australia Zoo, dove la mamma è stata sottoposta ad un intervento chirurgico a un polmone collassato. Il cucciolo, uscito illeso dallo schianto, è rimasto aggrappato a lei per tutto il tempo dell’intervento, e anche ora che Lizzy è in convalescenza, il piccolo Phantom non accenna ad allontanarsi.

8) un drone utilizzato per “SPIARE” BALENE E CAPODOGLI

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9) a washington in campo la polizia anti-oche

er la prima volta un drone, messo a punto dai ricercatori del Cima, il Centro internazionale in monitoraggio ambientale del Campus di Savona, sarà mandato in missione per fotografare e filmare mai così da vicino i giganteschi mammiferi del Mar Ligure. Una svolta tecnologica per la ricerca con due sfide lanciate dai biologi: riuscire a raccogliere su una sorta di spugna montata sul drone le sostanze nel soffio di capodogli e balene per iniziare una mappatura genetica e misurare con la massima precisione la lunghezza dei mammiferi, grazie a foto dall’alto.

A

l National Park Service di Washington ci sono due nuovi aiutanti molto efficienti: si tratta di Scotty ed Elvi, due border collie che hanno il compito di scacciare le numerose oche canadesi che minacciano di sporcare con le loro feci il laghetto del Lincoln Memorial. I due cani, che hanno sempre una gran voglia di correre, si mettono all’inseguimento delle oche per farle allontanare dal monumento. E il sistema sembra davvero funzionare.

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Il primo Cat Cafè italiano La casa di sette mici aperta anche agli umani...

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Fotostorie della Redazione

la natura dimentica i colori...

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l fenomeno dell'albinismo è un'anomalia congenita, consistente nella depigmentazione parziale o totale della pelle, dei peli e dei capelli, dell'iride e della coroide. Si può manifestare nell'uomo e in molti vertebrati (mammiferi, uccelli, pesci). Nel mondo animale ha una frequenze d'incidenza spesso molto bassa. Tuttavia pùo essere rischioso in questo ambito poiché i pigmenti sono sostanze chimiche in grado di proteggere l'animale dal sole e perché il colore bianco annulla la funzione mimetica del mantello rendendo l'animale subito visibile ed esposto a pericoli. Dalla zebra al leone, dal koala al serpente, in questa gallery si possono ammirare dei rarissimi esemplari albini

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"FIOCCO DI NEVE", il gorilla albino Lo sapevate che nella Storia è esistito un solo gorilla albino conosciuto all'uomo? Si chiamava Fiocco di Neve (Snowflake) ed era vissuto per circa 40 anni nello Zoo di Barcellona, dove è morto nel 2003. Fu trovato dal cacciatore catalano Benet Manè alla frontiera tra il Camerun e la Guinea equatoriale nel 1966 ed il suo vero nome era Nfumi Ngui. Fu portato quindi al centro di ricerche zoologiche di Ikunde. Direttore del centro era un biologo catalano, Jordi Sabater Pi. Fiocco di neve fu trasportato, quindi, allo zoo di Barcellona dove è rimasto per 37 anni. Quando venne trasferito allo Zoo della città catalana, fece molto scalpore. Nel marzo 1967, Nfumi Ngui apparve sulla copertina del National Geographic Magazine e venne battezzato da tutti “Fiocco di Neve”. Ha avuto 22 figli dall' unione con tre esemplari di gorilla di montagna (nessuno albino) e sette nipoti. Pesava ben 187 kg, ed era alto 1 metro e 63. Era diventato il simbolo della città di Barcellona, amato da tutti e per poco non si è trasformato a mascotte olimpica nei Giochi del 1992. Il Comitato olimpico Samaranch, e i suoi collaboratori, alla fine preferirono un disegno per non legare l' immagine dei Giochi a un essere vivo che prima o poi sarebbe morto. Nel 2001 gli era stato diagnosticato un rarissimo tumore alla pelle e i veterinari che lo avevano in cura, visto il progresso inarrestabile della malattia, hanno deciso, nel 2003, di ricorrere alla eutanasia per evitargli un' agonia estremamente dolorosa. Molte ricerche basate su studi specializzati, tentarono di scoprire le cause dell’albinismo dell’animale, ma nessuno fu mai riuscito. Pare che, ultimamente, un gruppo di ricercatori spagnoli hanno scoperto che tali cause sono dovute al gene SLC45A2, collegato e presente anche nel albinismo di altri animali (cavalli, topi, galline e alcuni pesci). Ma nel caso specifico di Fiocco di Neve si deve aggiungere che esso sembra essere il risultato di un incrocio tra gorilla parenti (zio e nipote nel nostro caso).

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Pet-news 4

di Daniela Zaina - http://amicadeglianimali.it

10) PAMELA ANDERSON NUDA 11) NELLA MILANO DELL'EXPO CONTRO GLI SPRECHI DELL’ACQUA ARRIVA IL "FIDO CUSTODE

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on è la prima volta per Pammy, protagonista, nuda e bellissima, di tante campagne a favore dell’associazione no-profi a sotegno dei diritti animali. Questa volta la bionda attrice, molto impegnata sul fronte della difesa degli animali e vegetariana lei stessa, posa in uno scatto “artistico”, che rende omaggio al grande regista Alfred Hitchcock. “Carne e industrie di latticini consumano metà dell’acqua del paese”, dice il messaggio di protesta. “Produrre un chilo di carne di manzo significa utilizzare l’acqua di circa sei mesi di docce”:l ’acqua utilizzata per gli allevamenti e i campi seminati per nutrire gli animali viene presa dirottando i fiumi e prosciugandoli, come sta avvenendo in California, dove si sta vivendo una dei periodi di siccità più drammatici di tutti i tempi.

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uesto è il nome del primo cimitero per animali di affezione nella città di Milano. Immerso nel verde del Parco Sud Milano, fra il Parco di Trenno e il Bosco in Città, il cimitero, di prossima apertura, metterà a disposizione di tutti coloro che vogliono garantire una degna sepoltura al proprio animale domestico un’area verde interamente destinata all’ultima dimora di cani, gatti e di tutti gli animali di affezione. Il Fido Custode metterà a disposizione un servizio di sepoltura per animali domestici di tutte le taglie. Il servizio prevede non solo la sepoltura dell’animale ma anche, se richiesto, il ritiro a domicilio con rilascio della certificazione veterinaria obbligatoria e la cremazione individuale. Gli animali saranno sepolti in un’area verde interamente dedicata, dove sarà possibile far loro visita tutti i giorni, dalle ore 9 alle ore 18. Trovate tutte le informazioni utili sul sito http://ilfidocustode.it, o scrivendo a info@ilfidocustode.it

12) L'AMICIZIA OLTRE L'OSTACOLO

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ashew e Laila sono animali diversi ma legati dallo stesso destino: entrambi sono rimasti orfani di genitori e vivono al Colombus Conservation in Kenya. Il primo, un esemplare di galagone (o “scimmietta notturna”) è stato tristemente abbandonato dalla mamma quando era ancora troppo piccolo per potersi nutrire da solo. Liala, un esemplare di cercopiteco (animale prettamente diurno), si è visto invece uccidere la madre dai cani da caccia durante un’operazione illegale dei bracconieri. Per loro fortuna i due sono stati portati nella struttura della Ong che ha deciso di prendersi cura di loro.

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Il cane del mese

di Loris Seno del Fra Det Gamle Kejserrige

boston terrier, UN MIX di tenacia, forza e intelligenza

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l Boston Terrier ha origine nella città di Boston, da dove prende il nome. I primi esemplari erano stati selezionati come cani da combattimento incrociando dei Bulldog con cani di tipo terrier di piccola taglia, creando gli antenati delle razze che oggi conosciamo come Bull Terrier e Pit Bull Terrier. Nel 1865 il signor Robert C. Cooper di Boston, acquistò un cane di nome

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Judge di circa 15 kg, dall’aspetto ben proporzionato, a macchie nere e collo bianco, coda ad uncino e orecchie a conchiglia. Il suo aspetto era molto simile ad un bulldog ma con la taglia contenuta di un terrier. Il primo si chiamava Pipio. Judge fu incrociato con una cagnetta di White English Terrier (ormai estinto) di nome Gyp, compatta, dalla testa squadrata e corta.

Dall’unione nacque Eph, mantello tigrato a chiazze bianche, le caratteristiche morfologiche del padre, ma col peso della madre. Successivamente Eph fu accoppiato con una cagnetta di 9 kg, Kate, che possedeva testa corta, coda ritta e mantello tigrato dorato. Da questo incrocio nacque Tom, circa 10 kg, macchia bianca sul muso, così come piedi e petto, coda cor-


ta “uncinata”, mantello color tigrato scuro. Questo, a detta degli esperti fu il primo vero esemplare di Boston Terrier. Lo Standard della razza Lo standard del Boston Terrier prevede tre taglie suddivise in peso e non in altezza al garrese: 1) cani sotto i 6,8 kg 2) dai 6,8kg ai 9kg 3) dai 9kg e non superiore agli 11. Il Boston Terrier è un cane vivace, molto intelligente, compatto, di pelo liscio, con la testa corta, la coda corta e ben proporzionato; il mantello può essere di colore Nero Brindle bianco, Brindle (tigrato) e Bianco, il Brindle può avere varie tonalità, non sono ammessi cani di color topo, fegato, bianchi o cannella. La macchiatura del mantello si suddivide in: Macchie richieste: striscia bianca attorno al muso, striscia bianca fra gli occhi, fronte bianca. Macchie desiderate: striscia bianca attorno al muso, lista regolare bianca tra gli occhi e sulla testa, collare bianco, petto bianco, bianco in parte o su tutti gli arti anteriori, e sui posteriori sotto il garretto.

Il corpo del Boston è piuttosto corto e ben strutturato e proporzionato, gli arti forti e giustamente flessi, coda corta. Il cane dà l’impressione di tenacia, forza e attività, con grande stile; camminata sciolta e aggraziata La lunghezza della gamba deve essere proporzionata a quella del corpo per dare al Boston Terrier il suo notevole aspetto quadrato. Il Boston Terrier è un cane robusto e non deve apparire affusolato o grossolano, è un cane amichevole e vivace, eccellente temperamento e un alto grado di intelligenza, fa sì che sia un compagno inso-

stituibile. Il Cranio del Boston Terrier è quadrato, piatto sulla sommità, senza rughe; fronte scoscesa Stop ben definito. Tartufo nero e largo, occhio scuro, orecchi piccoli, posso-

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no essere sia portati integri oppure Tagliati (il taglio degli orecchi viene ancora praticato nel paese di origine della razza). Carattere: l Boston è un cane sveglio, attivo e vivace, con questo non voglio dire che sia una peste, Il suo carattere è quello di un cane affettuosissimo, buono, si può dire anche : “appiccicaticcio” perché cerca il contatto del proprio proprietario. E’ adattabile alla vita di città e a quella di campagna, infatti vive benissimo in appartamento, ma esprime tutta la sua energia e vitalità al aperto dove può correre e saltare. Non è un cane che può vivere costantemente in giardino soprattutto d’inverno perché essendo un cane a pelo raso e privo di sottopelo patisce il freddo. Il Boston terrier non è un cane che abbaia molto come spesso accade per le razze di piccola taglia. Se un Boston abbaia sicuramente ci sta avvisando di qualcosa.

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Nonostante la taglia ridotta è un cane temerario, non ha paura di nessuno ed e fiero di sé. E’ un cane socievole con i suoi simili ed anche con altri animali. E’ facile da tenere pulito perché perde poco pelo e tende a non puzzare. Tornando al carattere, il Boston terrier è un cane intelligentissimo e quindi facile da addestrare, negli Usa viene anche utilizzato per l’obedience ed essendo un cane molto agile viene utilizzato anche per l’agility. Per maggiori informazioni riguardanti lo standard si può consultare il club che tutela la razza oppure l’Ente Nazionale Cinofilia Italiana (www. clubcanicompagnia.it - www.enci.it) LA STORIA DEL Fra Det Gamle Kejserrige La mia prima esperienza con il Boston Terrier risale al 2000, casualmente sfogliano una rivista del Club Cani Compagnia nella quale era descritta la razza, vidi uno sguardo che mi colpì,


era quello di Candy Von Hirslenbach. Di lì a poco riuscii a contattare il suo proprietario ed allevatore e a prendere proprio una figlia di Candy. Fu così che arrivò Elisabeth dell’Avigan e, assieme a lei, l’inizio di questa splendida avventura che dura da 15 anni. Elisabeth era la mia compagna di vita, con me veniva ovunque, a lavoro in vacanza ed in ogni posto io andassi. Grazie a lei conobbi la razza ed iniziai fin da subito ad amarla. Il Boston Terrier è un perfetto compagno di vita, attento, dolce ed allegro. Giorno dopo giorno mi appassionai sempre di più e decisi che questa sarebbe stata la razza che avrei voluto allevare. Elisabeth oltre ad essere una meravigliosa compagna, aveva una dote innata per le gare, quando entrava in un ring camminava a testa alta come se volesse dire sono entrata io guardatemi, caratteristica che non aveva nella vita di tutti i giorni poiché camminava sempre con il naso appoggia-

to al terreno per annusare. Io ed Elisabeth frequentammo assiduamente le esposizioni cinofile ottenendo diversi titoli in Italia ed all’estero. Con lei ebbi le prime due cucciolate, nella prima nacque Elys e dopo 15 mesi nella seconda cucciolata Etien, I quali parteciparono a moltissime esposizioni in Italia ed Europa e conseguirono moltissimi titoli. Etien fù il primo Boston Terrier di origine Italiana a partecipare alla prestigiosa National in America e a vincere la propria classe. Proprio con Elys ed Etien iniziammo ad esporre i Boston Terrier con il nostro affisso Fra Det Gamle Kejserrige, da allora abbiamo collezionato svariati titoli in tutta Europa ed America voglio ricordare First Lady Fra Det Gamle Kejserrige nipote di Elisabeth Dell’Avigan che ha vinto per due anni consecutivi il titolo Europeo e classificata miglior femmina, la fila di campioni è lunghissima in questi anni fino ad arrivare ai più recenti Unforgettable Vision

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Fra Det Gamle Kejserrige “ Visa� la prima Boston Terrier made in Italy che ha concluso il Campionato Americano ed il Gand Campionato Americano in solo due week end. Battendo cosi tutti i record. Purtroppo alcuni anni fa Elisabeth ci ha lasciato, ma ritroviamo una parte di lei nei suoi nipoti e pronipoti.

Allevamento Italiano della razza Boston Terrier Fra Det Gamle Kejserrige Kennel di Loris Seno Padova - Tel. (+39) 348.1990484 info@bostonterrier.it www.bostonterrier.it

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Recensioni di Laura Pavone

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"L'UOMO CHE PARLAVA CON I LUPI"

n genere gli uomini vogliono rendere gli animali che amano simili a sé; io avevo sempre desiderato il contrario. Questo è Shaun Ellis, inglese di Norfolk, classe 1967, noto in tutto il mondo come l’”uomo-lupo”, colui che ai lupi ha dedicato l’intera esistenza, rinunciando a quella vita sociale che noi definiremmo “normale” (ma cosa è veramente “normale” se non trovare ciascuno il proprio posto nel mondo?). Dopo anni di esperienza in Inghilterra e negli Stati Uniti, il suo interesse per questi meravigliosi animali cresce ogni giorno: vuol comprendere ancor più a fondo la loro biologia, la loro etologia, il modo di comunicare e di esistere fino a desiderare di “essere” uno di loro. Sente l’esigenza di fare qualcosa che nessuno mai ha fatto prima: vivere “da lupo” in un branco di lupi. Torna negli Stati Uniti e tra mille domande, dubbi, timori… “Una mattina d’autunno partii dal campo alle prime luci dell’alba e presi il vecchio sentiero che seguiva il Salmon River. Si trattava dello stesso sentiero che il leggendario capo Joseph aveva fatto prendere ai Nasi Forati per sfuggire alla cavalleria americana nel 1877…”. Inizia così l’avventura dell’uomo che vaga per la foresta cer-

pericoli esterni, come l’attacco di un orso - vive così per circa due anni, fino a che capisce di dover lasciare quella che è diventata per lui come una famiglia e tornare a casa. Nella mente e nel cuore di Shaun l’esperienza vissuta si è impressa in maniera profonda, indelebile: continuerà nella sua Inghilterra a occuparsi dei “suoi” lupi, arrivando a svezzare “da lupo” alcuni cuccioli rimasti senza madre, sostituendosi a lei in tutto ciò che è loro necessario “in quanto lupi”. C’è chi l’ha definito pazzo, incosciente, affetto da megalomania o semplicemente strambo e c’è chi l’ha

mente un sensazionalista e di “interferire” con la Natura e le sue leggi, ma lui è sempre andato dritto per la sua strada. E’ difficile raccontare di questo libro, perché ti prende l’anima… è difficile raccontare del suo autore, perché un personaggio come Shaun Ellis rappresenta qualcosa di unico… ma soprattutto è difficile trovare le parole giuste per raccontare di lupi, animali intelligenti, timidi, coraggiosi, elusivi, disciplinati, generosi, con una socialità tanto complessa e affascinante da far restare a bocca aperta noi animali umani, troppo spesso orfani delle nostre origini su questa Terra che ci è Madre. Forse lo spirito del lupo, animale totemico per eccellenza, sta nel suo sguardo obliquo, così profondo e magnetico, nel quale i popoli che hanno condiviso con lui la storia e vita quotidiana, riconoscevano la saggezza antica di chi porta dentro di sé la memoria di tutto ciò che è, che è stato e che sarà.

LA SCHEDA-LIBRO L'UOMO CHE PARLAVA CON I LUPI

cando i lupi e che alla fine li incontra: dapprima tollerato dal branco, infine accettato come membro effettivo - al punto da venir protetto rispetto ai

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compreso, sostenuto, incoraggiato; è stato duramente attaccato da alcuni rappresentanti del mondo scientifico, che l’hanno tacciato di essere sola-

Storie e avventure della mia vita nel branco ("The man who lives with wolves) Autore: Shaun Ellis Edizioni Rizzoli TASCABILI, 1994 Pag. 300 - Prezzo 17,50 euro


Stop al greyhound racing! Stop alla caccia coi galgo! foto di Massimo Mantovani

Associazione Pet Levrieri ONLUS

Adotta un levriero rescue, aiuta chi si batte contro lo sfruttamento dei greyhound e dei galgo Per adozioni, informazioni e donazioni: Informazioni generali: info@petlevrieri.it - Adozioni: adozioni@petlevrieri.it - Donazioni: donazioni@petlevrieri.it contatti: +39 338 9541011 - +39 345 4543054

www.petlevrieri.it

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Focus

di Laura Pavone

IL CINGHIALE

LA CACCIA NE AUMENTA IL NUMERO

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oi Homo sapiens sapiens (???) ci siamo costruiti il mondo in cui viviamo, un mondo sempre più tecnologico, veloce, che amplifica le differenze anziché mitigarle, dove il benessere esiste solo in poche isole felici e dove il denaro detta legge, incurante del rispetto, della solidarietà, della comprensione verso tutte le forme di vita. Lo chiamiamo “progresso”, ma lo è veramente? L’impressionante crescita demografica iniziata il secolo scorso ci ha portati a occupare (antropizzare) qualsiasi parte di territorio libera, per abitarla o coltivarla, per sfruttarne o estrarne le risorse. Acqua, terra e aria fanno le spese della nostra vorace corsa verso quella che rischia di essere la fine di tutto.

Abbiamo sovvertito l’ordine naturale delle cose e troppo spesso cerchiamo di porre rimedio alle criticità che ne derivano in modo superficiale e sommario, senza tener conto che il più delle volte questo peggiora il problema anziché risolverlo. Un esempio tra tutti è quello degli animali selvatici: private dell’ancestrale equilibrio che la Natura ha creato, alcune specie (ad esempio i grandi predatori, come in Italia è il lupo) rischiano di scomparire, mentre altre (grandi erbivori ungulati come daini e caprioli, ma anche roditori come scoiattoli e nutrie) crescono enormemente di numero. Nel primo caso il motivo sta, tra l’altro, nella drastica riduzione del territorio a disposizione, occupato da allevamenti e coltivazioni e nel quale è sempre più difficile spostarsi a causa della sua crescente

frammentazione dovuta alle numerosissime arterie stradali (autostrade, statali e vie di scorrimento veloce sono una trappola mortale per gli animali, che – ovviamente!!! – non le riconoscono come barriere da cui tenersi lontani, ragionando essi in termini di areale), nel secondo caso una serie di concause fa sì che ci si trovi a dover fare i conti con popolazioni di animali in sovrannumero. Uno dei casi più eclatanti è quello dei cinghiali, ormai talmente numerosi nel nostro paese da causare, nel loro – sacrosanto - tentativo di sopravvivere, ingenti danni alle coltivazioni. La soluzione, a voler essere pratici, è semplice: ucciderli. Anche se una fetta sempre più consistente della popolazione (sia in Italia sia a livello europeo) è apertamente contraria a questa pratica, giudicata inutile e brutale, il cosiddetto “esercito delle doppiette” è sempre pronto a difendere quello che considera a tutti gli effetti uno sport (insomma, al

Il cinghiale (sotto forma di scrofa semilanuta) è anche uno dei simboli della città di Milano: come riferito nel libro Emblemata di Andrea Alciato, edito nel 1584, durante gli scavi per edificare le mura difensive della città venne dissotterrato proprio uno di questi animali 90


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pari del calcio e del tennis, con la differenza che laddove questi ultimi misurino la maggior abilità fisica di contendenti parimenti dotati fisicamente, dall’altra parte ci sono bipedi grandi e grossi armati fino ai denti “contro” volatili del peso di pochi grammi e completamente inermi), una passione per la Natura (che viene letteralmente disseminata di velenosissimo piombo) nonché un vero amore nei confronti della fauna selvatica (la quale, in quanto amata viene sistematicamente ammazzata). Sono convinta, ed è un mio parere personale, che nella maggior parte dei casi queste siano scuse, più o meno consapevoli, che celano in realtà quell’antica e mai sopita necessità dell’umano di dimostrarsi “forte” e in grado di procacciarsi “il cibo” come ai tempi dei nostri avi che, però, non potevano contare come noi su giganteschi e fornitissimi supermercati! Chi tenta di ragionare su queste tematiche inevitabilmente viene tacciato di emotività e di non comprensione dei meccanismi che, in definitiva, pretendono l’intervento, cruento magari, ma necessario, dell’uomo come

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unica soluzione. Viene da chiedersi: e allora come mai dopo tanti decenni di caccia serrata il numero dei cinghiali continua incessantemente a crescere, tanto che ormai non solo vivono ai margini dei centri abitati ma addirittura vi entrano, creando situazioni di potenziale pericolo, per loro e per noi? Forse una spiegazione c’è e non sono in molti a conoscerla: la caccia in realtà fa aumentare il numero dei cinghiali. Ma come è possibile? Chi lo dice (ma soprattutto ne porta le prove)? Nella rivista venatoria "Wild und Hund" (n. 23/2002), Norbert Happ, grande esperto di cinghiali ed egli stesso cacciatore, asserisce che “relazioni sociali disordinate con estri non coordinati e moltiplicazione incontrollata sono da imputare esclusivamente all'esercizio della caccia", dunque in definitiva “l'aumentata riproduzione è causata dall'uomo". Nel 2009 il Journal of Animal Ecology pubblicò un articolo frutto di uno studio durato ben 22 anni da parte di ricercatori francesi che si svolse, parallelamente, in due territori distinti: un’estesa area nel dipartimento

dell’Haute Marne (Francia) nella quale i cinghiali erano sottoposti a caccia molto intensa e un’area dei Pirenei dove avveniva esattamente il contrario (caccia poco intensa). L’osservazione sul territorio e la comparazione


dei dati raccolti in quasi due decenni diede il seguente risultato: la caccia aumenta il numero di cinghiali. La fertilità dei cinghiali è molto più elevata quando la caccia è intensa: la maturità sessuale viene raggiunta pri-

ma, quando gli animali hanno meno di un anno di eta' e, di conseguenza, un peso medio inferiore. All’opposto, nelle aree soggette a caccia poco intensa la moltiplicazione dei cinghiali è minore e la maturità sessuale viene raggiunta più tardi, con un peso medio più elevato (S.Servanty et al., Journal of Animal Ecology, 2009). Queste conclusioni trovano d’accordo anche il prof. Josef H. Reichholf, Direttore della Sezione Vertebrati del Museo Statale Zoologico di Monaco di Baviera, il quale ritiene che la caccia causi una più intensa moltiplicazione degli animali selvatici rispetto alle condizioni naturali. Il cibo gioca un ruolo fondamentale nel mantenere il giusto equilibrio numerico nelle popolazioni di cinghiali e, poiché la caccia ha luogo soprattutto in autunno ed in inverno, se in un territorio vengono uccisi molti animali, i sopravvissuti avranno una maggiore disponibilità di cibo. Ma gli animali meglio nutriti si riproducono prima, in primavera, e danno una discendenza più numerosa (Suddeutsche Zeitung, 28 gennaio 2009).

Inoltre i cacciatori mediante foraggiamento legale (e talvolta anche illegale) forniscono un cibo “innaturale”, che non tiene conto delle stagioni (normalmente i cinghiali hanno a disposizione campi di mais per non più di un mese all'anno, mentre, solo nel Baden-Wurttemberg, vengono sparse ogni anno 4.000 tonnellate di mais, che corrispondono circa a 100 chili per cinghiale ucciso) e questo non può che contribuire alla loro moltiplicazione. Infine, la struttura sociale stessa di questi animali, che è molto sensibile, viene influenzata dalla caccia: in ogni branco normalmente esiste un’unica femmina dominante, la quale va in estro una sola volta all'anno. Il cosiddetto sincronismo di estro fa sì che le altre femmine del gruppo siano feconde contemporaneamente. Inoltre essa trattiene i giovani ed impedisce in tal modo maggiori danni alle coltivazioni. Se la femmina dominante viene uccisa, il gruppo si disperde, gli animali senza guida irrompono nei campi, tutte le femmine diventano feconde più volte nell'anno e si riproducono in modo incontrollato.

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Scoperte della Redazione

i bizzarri microrganismi che formano il plancton

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na spedizione durata tre anni e mezzo ha svelato tutti i segreti delle migliaia di specie di microrganismi che formano il plancton oceanico e che, grazie alla fotosintesi clorofilliana, producono il 50% dell’ossigeno del pianeta. La scoperta è stata fatta dal ricercatore italiano Daniele Iudicone, scienziato della Stazione Zoologica di Napoli Anton Dohrn, che ha studiato e rivelato le nuove frontiere del mondo planctonico attraverso i campionamenti rilevati a bordo della goletta Tara, durante la spedizione finanziata da Tara Expedition, “Tara Oceans”.

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Iniziative della Redazione

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L'ADOZIONE DEL CANE POLIZIOTTO G

eneralmente il cane è affidato al conduttore con il quale ha condiviso anni di esperienze, ma non sempre il poliziotto ha la possibilità di vivere in compagnia del suo ex compagno a quattro zampe. Così è nata l'idea dell'adozione. Quando ci sono cani disponibili, la Polizia pubblica sul proprio sito la scheda di adozione. A chi ha intenzione di adottarne uno, per prendersene cura, consigliamo di visitare la pagina istituzionale www.poliziadistato.it. Gli ex cani poliziotto possono essere adottati sia da privati cittadini che da associazioni ma è necessario, in ogni caso, che siano persone che abbiano esperienza con cani da guardia o da difesa. Nelle schede sono descritti anche i profili psicologici dei cani in adozione per consentire a chi vuole prenderli con sé una valutazione appropriata dell'impegno che intende assumere.

MODALITà PER L'ADOZIONE DI UN CANE POLIZIOTTO Se aspirate a prendere con voi uno dei cani dovete compilare la domanda di adozione B1 presente sulla pagina del sito www.poliziadistato.it/articolo/view/10128/ (e riportata nelle prossime due pagine) e inviarla per consegna diretta, raccomandata A.R. (o via fax (06/985623317) al Centro di Coordinamento dei Servizi Cinofili c/o Istituto per Ispettori - Via S. Barbara, 94 00048 Nettuno - (Rm) (PEC: centrocoordservizicinofili. rm@pecps.poliziadistato.it). Se per qualche motivo ci ripensate o non avete più la possibilità di adottare un cane è obbligatorio compilare la dichiarazione di revoca che va inviata allo stesso indirizzo. Dopo aver valutato le schede il Centro deciderà le assegnazioni. All'atto del ritiro il futuro padrone sosterrà un colloquio di verifica della compatibilità caratteriale con il cane e della capacità necessaria alla gestione dell'animale. Se entro 15 giorni l'interessato non procederà al ritiro del cane verrà considerato rinunciatario e l'ex poliziotto a quattro zampe sarà assegnato ad un altro cittadino. BUONA ADOZIONE!!!

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Relazioni

di Laura Borromeo - Studiosa del comportamento felino

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LA CODA DEL GATTO

olto spesso si parla dell’importanza e del significato del movimento della coda nei cani, ma lo si fa molto poco per i gatti. Si sa che la coda dà al gatto più stabilità ed equilibrio nei movimenti, ma l’altro aspetto molto rilevante è che gli consente di comunicare con il mondo che lo circonda. La coda segnala gli stati d’animo e le intenzioni che il gatto prova per gli

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umani, per altri gatti o qualsiasi animale che ne sappia recepire il significato. Prima di tutto non vanno interpretati i movimenti della coda del gatto con lo stesso criterio che si usa per il cane, perché si cadrebbe in grossi equivoci. Per esempio, quando il gatto muove la coda oscillandola da destra a sinistra e viceversa, significa che

è agitato, nervoso, in allerta o interessato. E’ implicito che si debba leggere il linguaggio del corpo nella sua interezza perché, osservandone solo una parte come la coda, non si riuscirebbe ad avere la visione completa dello stato emotivo del gatto. Così, se il gatto oscilla la coda mentre guarda fuori dalla finestra, verosimilmente sta osservando una potenziale preda


ed è in allerta, mentre se muove la coda nello stesso modo in presenza di un altro gatto significa che non è proprio a suo agio e sta decidendo se andarsene o scacciare l’intruso. Una postura che tutti i proprietari hanno notato nel proprio gatto è la coda ritta, perpendicolare al corpo con, a volte, una leggera curvatura ad uncino della punta. Di solito il gatto va incontro al padrone in questo modo e si strofina sulle sue gambe; e questa è sicuramente la postura più equivocata. E’ il classico rituale di saluto che anche i gattini fanno alla mamma quando ritorna, ma molte volte il proprietario lo interpreta come una richiesta di cibo e proprio da qui possono nascere problemi di obesità: il proprietario infatti, confondendo il linguaggio, al posto di ricambiare semplicemente il saluto, offre del cibo all’animale. Di facile interpretazione è il gatto che mette la coda attaccata al corpo, stando completamente acquattato in un angolo: questo è sicuramente sinonimo di paura. Quando la coda avvolge le zampine anteriori mentre il gatto è seduto come una sfinge, significa che è rilassato, a volte addirittura assopito. I gatti riescono ad appisolarsi anche da seduti se sono in un ambiente che sentono sicuro e assumono proprio questa postura da statuetta egiziana. Che dire della buffa postura chiamata “il gatto di Halloween”, che soprattutto i gattini assumono facendosi grossi e sollevando tutto il pelo compreso quello della coda che così

dritta sembra uno scopino? I gattini cercano di spaventare il potenziale nemico facendogli credere di essere molto più grandi di quanto siano davvero e, nel proprietario, inducono sicuramente un sorriso di tenerezza verso questo piccolo bluff che convince solo il gattino. Il gatto tutto allungato e schiaccia-

to sul terreno, con la coda perfettamente dritta in terra protesa dietro il corpo, sta sicuramente predando; precisamente è nella prima parte della sequenza predatoria, che prevede un certo tempo per osservare la preda, restando a lungo immobile, così da poter decidere il miglior momento per spiccare il balzo e catturarla. Il gatto si comporta nello stesso modo anche con i giochini con cui viene intrattenuto in casa, perché di fatto sono delle finte prede sulle quali si diverte ad esercitarsi e che tanto sono utili al benessere del gattoche vive in casa. E’ fondamentale, dunque, saper osservare e comprendere i movimenti della coda del nostro micio, per poter leggere i suoi messaggi e rendere agevole la convivenza, soprattutto all’interno delle case, a beneficio di un legame affettuoso e più sereno. Per maggiori informazioni e approfondimenti www.lauraborromeo.it

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Pet-news 5

di Daniela Zaina - http://amicadeglianimali.it

13) salvato orso di tre mesi trovato senza mamma

14) Depp adotta un pipistrello

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’attore (che rischia 10 anni di carcere per aver introdotto illegalmente i suoi cani in Autralia), è stato contattato dall’Australian Bat Clinic, specializzata nella cura delle volpi volanti, attraverso un volontario dell’associazione che lavora nell’entourage della produzione e ha accettato la proposta di prendersi cura finanziariamente del piccolo di pipistrello, che è nato prematuro e ora sta crescendo sempre più forte. La volpe volante è stata chiamata Jacki Sparrow in onore del suo padre adottivo.

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n orsetto di tre mesi è stato avvistato dentro la Zona di Protezione Esterna del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm), in località Prati d’Angro, mentre tentava di attraversare una strada che porta al Comune di Villavallelonga. Immediato l’intervento del Corpo forestale dello Stato che, prima di catturarlo, ha monitorato a distanza tutti gli spostamenti dell’esemplare nella speranza di avvistare la sua mamma

15) GLI Studenti SONO stressati? QUI CI SI CURA CON I MAIALINI

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l nuovo trend che potrebbe sbarcare anche in Italia per alleviare lo stress degli studenti universitari? La piglet room. Gli allievi dell’Università di Nottingham hanno infatti allestito uno spazio all’interno del campus nel quale rilassarsi prima e dopo gli esami in compagnia di sette maialini. La trovata è stata acclamata sui social.

16) IL WWF LANCIA UN forte GRIDO D'allarme

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li animali stanno letteralmente lanciando l’allarme e si affiancano agli oltre 280.000 cittadini europei che sono accorsi in difesa delle Direttive Habitat e Uccelli aderendo all’azione Nature Alert #AllarmeNatura, promossa da oltre 100 associazioni, tra cui in prima fila c’è il Wwf. Alcune specie a rischio, in un nuovo video pubblicato da Wwf Italia su http://www. wwf.it/keepnaturealive.cfm, sono state filmate mentre emettono strani segnali di pericolo. Ogni animale che compare nel video è infatti a rischio ed e’ attualmente protetto dalle leggi europee, che sono ora in fase di revisione. Se le regole europee saranno indebolite le vite di queste specie saranno in serio pericolo.

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Un altro obiettivo da raggiungere insieme: sostenere progetti di Pet Therapy! Per ogni foto che caricherai sulla webapp Altri Scatti, noi di Maxi Zoo doneremo 1 euro a AIUCA - Pet Partners - Programmi Assistiti dagli Animali (AAA AAT AAE). Scopri tutti i dettagli del regolamento sul sito >> app.altriscatti.com 103


Dalla parte dei più deboli a cura dell'Oasi dei Mici Felici

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l'OASI DEI MICI FELICI UN SOgno divenuto realtà

'oasi è uno di quegli esempi che, in un mondo difficile come il nostro, in cui purtroppo molti animali trovano cattiveria ed indifferenza, genera speranza in tutti coloro che gli animali li amano davvero e che adorano i gatti. OASI come: Orgoglio di avere creato una realtà come questa Amore per gli animali e per la natura Soddisfazione per ogni creatura che viene salvata Intraprendenza nell’affrontare sempre nuove avventure. L’Oasi dei Mici Felici è tutto questo e molto altro ancora: un luogo di pace e di vanto dove i nostri cari mici (= MININI* vedi Oasipedia) possono trovare un rifugio caldo ed accogliente d’inverno e fresco d’estate. In questo paradiso, nel corso di molti anni, sono approdati numerosi gatti randagi, abbandonati, spesso affamati, malati,

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dimenticati da tutti, che nel tempo hanno formato una colonia sempre più numerosa ed omogenea. L’oasi ha accolto molti gatti anche dalla Spagna, dalla Bosnia, dal sud Italia, da mille altri luoghi. Tutti i gatti sono stati presi da situazioni difficili, di degrado, di maltrattamento, di rischio di morte... Arianna ed un meraviglioso Team ogni giorno, in ogni stagione e con ogni tempo prestano assistenza a questi simpatici ed affettuosissimi abitanti: tutti quanti qui ricevono cure, coccole, attenzioni, cibo in abbondanza e si provvede anche alla loro sterilizzazione. Tutto ciò è sempre avvenuto senza

alcun finanziamento pubblico,ma con il prezioso ed indispensabile aiuto delle persone di buon cuore, diventate parte della meravigliosa famiglia dei «minini”che conoscono l’oasi attraverso fb ed il sito e l’hanno visitata personalmente (gli zii).


OASIPEDIA - 1

• MININI: Minini è la parola più bella del mondo... La uso da quando ho iniziato a parlare e da quando, ancor prima di nascere, ho scoperto di amarli... In questa parola c’è tutto l’amore: minini... • CODINO A GANCINO: predisposizione del gatto dell’oasi, a mantenere eretta la coda, con lieve flessione nella parte terminale, testimonianza di serenità e di benessere; • CODINO A SCOVOLINO: manifestazione di paura e diffidenza, in cui i peli del codino perpendicolare all’orizzonte, si rizzano, non tutti, in segno di concentrazione; • CONDOMININIO: disposizione dei minini nelle varie cucce e nei veri piani • ENERGIE MININICHE: ricarica energetica per affrontare la giornata • FARCIRE UN MININO BEN BENE: locuzione che sta a significare che un minino, sottopeso, proveniente da una situazione di sofferenza, dev’essere nutrito abbondantemente e con cibo altamente proteico, affinchè aumenti di peso e possa essere sottoposto ad un intervento chirurgico, che richieda quindi, anestesia, come, per esempio, una sterilizzazione; • FARSI LA FORCHETTINA CON LA ZAMPA: Modalità di nutrimento del minino : mentre

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OASIPEDIA - 2 mangia allunga timidamente la zampina, e la ritrae a mo’di forchetta, poi cattura un pezzettino di cibo e lo porta alla sua bocca alla velocità della luce... • GATTI MUGNAI: I gatti rossi (hanno il colore della crusca); • GATTOSTOPPISTI: minini che approdano all’oasi, visibilmente ambientati, ma mai visti prima d’ora da mamma Ari; • IMPRONTA MININICA: impronta d’amore dei minini dell’oasi, ricordo indelebile che rimarrà nel tempo; • KUKINI: colpetti di testa e di fronte che il minino ti fa per trasmetterti il suo benessere... Quando poi agisce che sei sovrappensiero, allora può anche spaccarti il naso. • MEDAGLIA AL VALOR MININICO: quella che virtualmente si conferisce ad uno zio, il cui apporto è stato particolarmente fondamentale per la vita dell’Oasi • MININOS: Gatti spagnoli che hanno come unica colpa quella di essere nati lì, salvati da un inferno, dall’amore degli zii dell’oasi ; • MININI SATELLITI : minini non sempre presenti e stanziali, che di certo, in orari e periodi insoliti, arrivano ed attingono alla fonte dell’oasi • MININO PIMPINNELATO: simpatico, dai buffi modi di fare, pittoreschi e giocosi • MININI/SQUALETTI: minini con una fame pazzesca, da sfamare immediatamente • MININUANCE: Sfumature meravigliose dei manti dei minini dell’Oasi dei Mici Felici

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Il «motore» è un puro amore nei confronti di queste creature meravigliose ed una totale dedizione mirata al loro benessere. Il loro “regno” viene costantemente abbellito e non mancano le migliorie per renderlo sempre più accogliente, sia con interventi quotidiani, sia con giornate di lavoro periodiche in cui molte persone si ritrovano ed aiutano il team. Ogni micio ha il proprio nome e la propria storia. Nell’oasi si può solo trarre energia positiva: dal ruscello che scorre alle primule sbocciate nel bosco, dai mici che giocano felici a nascondino tra i rami degli alberi, all’aria pura che si respira... La missione dell’oasi è aiutare i

mici ad inserirsi totalmente nella colonia, col solo scopo di farli vivere felici in libertà, e nel contempo protetti da un rifugio e cucce confortevoli. Il motto è: FELICITÀ È AMARLI.

FB OASI DI MICI FELICI WWW.OASIMICIFELICI.ORG


OASIPEDIA - 3

• OASITE: Virus che dilaga e sta facendo una vera e propria epidemia, attenzione, ripeto, attenzione... Se ne resta contagiati fulmineamente e non si guarisce più, nè esistono vaccini o medicinali per combatterlo. Chi lo contrae, è ZIO o ZIA per sempre!!! • OASIZZATI: coloro che hanno dipendenza da Oasi • OASIGETTONATO: minino poco o molto gettonato nei commenti o nella prossima adozione a distanza, ma sempre molto amato come tutti gli altri suoi fratellini dell’oasi, a parimerito, da zii e mamma. • OASITERAPIA: Video new age da vedere ed ascoltare per ricevere pace interiore e serenità • PACE: È la condizione degli zii dei minini, delle mamme e dei papà del "minino", che trovano il loro cuore appagato, quando entra nel cuore dell’Oasi”. • PAPÀ/MAMMA DEL "MININO": Chi ha adottato a distanza uno dei minini dell’Oasi. • SETTIMANA OASIGMISTICA: Quando un minino non si trova e Arianna, stile james bond dei poveri, da lontano lo coglie nascosto, e chiede agli zii di trovarlo nella foto scattata • SFIGOASI: incapacità degli zii e della mamma dei minini di beccare anche solo due numeri buoni, proprio la sera in cui si vinceva anche col 2! • STRUFFOLARE UN MININO: agguantare un minino e stropicciarlo dalla coda alle orecchie con relativo e godurioso sbaciucchiamento finale ...il

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DOVE SIAMO "Dov’è l’Oasi?" è la domanda che ci sentiamo rivolgere più spesso, siamo nell’entroterra ligure. In pagine web e su facebook non forniremo mai maggiori dettagli: come potete vedere dalle foto e dai video i mici godono di una notevole libertà, quindi dov’è esattamente l’Oasi lo scriviamo solo in privato e solo a persone che intendono veramente venirci a trovare. Tutte queste precauzioni sono indispensabili per tutelare la colonia da eventuali male intenzionati. Le visite devono essere concordate in anticipo, non è infatti possibile accedere autonomamente all’Oasi, inoltre viste le ridotte dimensioni delle strutture non è ammissibile un numero eccessivo di persone presenti in contemporanea. Salvo festività infrasettimanali o casi particolari, l’Oasi è visitabile solo di domenica, previo appuntamento. Se vuoi venirci a trovare contattaci parlandoci un po’ di te ed indicando in quale periodo pensi di essere disponibile. Chi vuole offrire cibo ai nostri «squaletti» può contattarci inviandoci

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OASIPEDIA - 4 minino potrebbe essere in pó incazzoso alla fine, ma l’umano tanto felice ahahahahah • TOTOASI: Tentativo disperato da parte di zii e di mamma dei minini, di trovare numeri vincenti in base ad avvenimenti felici che riguardano l’oasi, in cui tutto è magia e fortuna, al solo scopo di vincere tanti tanti tanti soldi !!! • VOCE CHE SI INSTUPIDISCE: la mia voce quando giro un video... versi e frasi stupidi, ma... è più forte di me :) • ZIO/ZIA: Chi ha cliccato sul mi piace della pagina facebook e segue tutte le vicende dell’Oasi. un messaggio privato sulla nostra pagina Facebook... e solo lì vi daremo i dati necessari. COME AIUTARCI • Donazioni tramite Paypal: https://www.paypal.com/cgi-bin/webscr?cmd=_s-xclick&hosted_button_id=2V4WDXMEB63WS • CONTO CORRENTE BANCARIO intestato ad ASSOCIAZIONE OASI DEI MICI FELICI ONLUS IBAN: IT52E0503432220000000000329 BIC/SWIFT: BAPPIT21Q69 (per bonifici dall’estero, serve saperlo!) • POSTE PAY titolare: arianna azzolini - numero carta: 4023 6006 1699 0554 - codice fiscale: ZZLRNN72L65D969N • Acquisti su Zooplus: acquistate pappe ed altri prodotti partendo da questo link: www.zooplus. it/shop/gatti/partner/zap209936

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Attività

di Elena Masson

DOG SWEET DOG "IL GUSTO A TRE RUOTE"

L

'impresa "Dog Sweet Dog" ha come oggetto la commercializzazione in forma itinerante di prodotti alimentari per cani. In particolare si tratta di snack, il cui nome non deve trarre inganno. Gli snack, pur assomigliando ai nostri dolciumi, sono in realtà prodotti con finalità di integrazione alimentare e di cura della salute dei cani (pulizia dei denti, trattamento dell’alitosi, cura del pelo etc.). Accanto ai prodotti principali è poi prevista la vendita di oggettistica per animali: guinzagli, collari, antiparassitari,etc. Uno degli aspetti più accattivanti di questo progetto riguarda il mezzo con cui viene commercializzato il prodotto: l’Apecar Piaggio. Il veicolo è stato allestito sulla falsa riga di quanto avviene nel settore dello street food: due dei portelloni del furgonato si aprono e il cassone si alza per far spazio ad un ban-

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cone semimobile, nei quali vengono esposti i prodotti. Non è stato facile assumersi il rischio di intraprendere una simile attività e decidere di aprire quella che noi chiamiamo una “Snackery itinerante per cani”. Una delle motivazioni maggiori per affrontare quest'avventura in un simile momento di crisi è stata la voglia di lavorare per i cani: a ben vedere infatti i nostri clienti sono proprio loro! Toccare con mano la gioia e la riconoscenza dei nostri clienti è davvero una grandissima gratificazione. Del resto, dopo anni di esperienza a contatto con il pubblico mi sono resa conto che spesso si cerca di vendere cibo per cani e oggettistica come necessità: quest’attività punta invece ad una clientela che cerca la qualità del prodotto con l’intenzione di rendere felice il proprio amico a quattro zampe.


Il miglioramento della qualità di vita di noi donne, nella nostra duplice veste di lavoratrici e donne di famiglia, è stata l'altra grande molla di questo progetto. E’ noto che il mondo del lavoro di

oggi, con i suoi ritmi frenetici, tende a fagocitare molti fra gli altri aspetti della vita delle persone. Una donna, però, non dovrebbe essere costretta a scegliere in maniera drastica tra crescita lavorativa e cura della famiglia ed è in quest’ottica che si inserisce la nostra idea di impresa. L’attività che intraprendiamo of-

fre infatti piena libertà organizzativa: l’assenza del vincolo rappresentato da un luogo di lavoro fisso ci permette di organizzare al meglio le nostre attività quotidiane, non solo lavorative, dandoci pertanto la possibilità di essere appagate sia a livello professionale che a livello familiare.

FB Dog Sweet Dog Ape Per informazioni elena.masson@libero.it dogsweetdogape@gmail.com

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Professione Benessere

di Daniela Mariano - (operatore shiatsu certificato Apos e DBN NR A01815

il giorno che la "princi" mi ha adottata

C

ari lettori, nel mio percorso di conoscenza applicato sui nostri amici animali, non posso non parlarvi della Princi. Valencia della Principina, questo è il suo nome un po altisonante ed ap-

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partiene ad una cavalla italiana di 27 anni con del purosangue inglese negli zoccoli e l’anima campagnola. Ed è lei che ha adottato me. Quando iniziai il mio percorso di massaggio e Shiatsu sui cavalli la Princi era


la cavalla con la quale facevo lezione e contemporaneamente mi esercitavo con massaggio e Shiatsu. La Princi aveva terminato la sua carriera di cavallo da completo per un problema alla schiena e per l’arpeggio. Quest’ultimo è un movimento a scatto delle zampe posteriori. In questi anni di trattamenti costanti e con un a gestione più libera cioè paddock, passeggiate. Il suo problema è nettamente migliorato. Non dimenticando che soprattutto con il cavallo la gestione del suo benessere è merito della squadra composta dal veterinario, dall'istruttore, dal maniscalco e dal proprietario. Nello specifico il fatto di essere abituata a massaggiarla mi ha permesso d’intervenire nell’insorgere di una colica nell’attesa del veterinario

e chi conosce i cavalli sa quanto le coliche siano pericolose. L'utilizzo dello shiatsu mi ha permesso d'individuare come un'improvvisa zoppia, dopo che il veterinario e il maniscalco avevano escluso problematiche fisiche, fosse in realtà collegata a uno squilibrio di fegato e vescica biliare intesi come meridiani nella MTC. Indicazione che mi età arrivata dopo che mi ero tranquillizzata dalla pressione sui punti Shu e poi convalidata dalla mia amica veterinaria che utilizza l’agopuntura. I punti Shu o di associazione sono punti collocati accanto alla colonna vertebrale che sono associati ad un meridiano e permettono a seconda di come si presentano per semplificare ad esempio duri o molli di fare

in modo che la nostra attenzione si focalizzi sul meridiano associato oppure anche al suo “fratello”. Ad esempio Polmone Grosso Intestino. Altra considerazione ho imparato che quando devo ascoltare i miei animali e quindi sono emotivamente più coinvolta devo liberare la mente per poter ascoltare senza cercare una soluzione. Loro poi in modo preciso ci sanno indicare se stiamo facendo la cosa giusta, girandoci intorno, il cavallo toccandoci con il muso. Basta avere fiducia nel messaggio che ci vogliono dare possiamo aiutarli a vivere in salute che per me è sempre equilibrio tra corpo e mente. Grazie a tutti i cavalli che ho incontrato anche ultimamente Ringo e Obesonne in particolare.

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Arte & dintorni di Tita Signorelli

FRESCO PROFUMO IL MUSO DI UN LABRADOR SPOFONDA NELLA NEVE

L

a mia presenza qui nasce da questo hayku. Sono una pittrice mi chiamo Tita. La mia arte è da sempre indirizzata alla ricerca della fusione tra il segno ed il colore e solitamente trovo la mia ispirazione scandagliando il mondo umano. Cerco di visualizzare le infinite sensazioni provenienti dai frammenti di essere che mi circondano e che identifico come piccoli universi di emozioni in movimento. Da diversi anni ho focalizzato la mia ricerca artistica oltre la curva del mondo alla scoperta di nuove sensazioni racchiuse nel fascino orientale e li ho incontrato l’haiku. L’haiku è una forma poetica giapponese molto semplice nata nel XVII secolo che elimina fronzoli lessicali e retorica, traendo la sua forza dalle suggestioni della natura cristallizzandone particolari

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nell’attimo presente. E da ciò la mia idea: trasferire con poche pennellate direttamente sulla tela, senza tratti preparatori, la bellezza e la carica emotiva presente intimamente in un animale, la sua essenza naturale. È questo è il risultato di un'emozione dove l'animale diviene protagonista assoluto, nella sua carica fisica ed affettiva. L’idea giapponese è che l’haiku dovrebbe poter essere espresso in un solo respiro, una sorta di meditazione trasmessa in un’immagine. Ecco allora comparire su tela le mie meditazioni.. sui gatti, sui loro occhi, sui cani e sui cavalli, i conigli... colori forme e sensazioni che appaiono dipinte in scene rapide e intense... e questo è solo l’inizio... vado oltre.

Tita Signorelli vive ed opera a Torino - Per info: tel 338.3100187 - signorelli.tita@gmail.com

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Tradizioni di Paola Lusso

I

LA GRANDE TRANSUMANZA IN ALTA VALCAMONICA

l tema di Expo2015 è "Nutrire il Pianeta" e l’Alta Valle Camonica con l’Ecomuseo Alta Via dell’Oglio non può certo ignorare l’Evento. La montagna anche se troppo spesso trascurata e dimenticata, è sempre stata protagonista insostituibile nell'alimentazione. Con i suoi pascoli, i suoi pastori e le sue genti ha contribuito da sempre a sostenere le popolazioni sia di montagna, sia di pianura. “La Grande Transumanza d’Alta Valle Camonica“ è il progetto di Ecomuseo alta via dell’Oglio con il quale intende dare il suo contributo a“ EXPO2015 “ ma contemporaneamente dare all’opinione pubblica l’importante messaggio/allarme sulla attuale situazione di sofferenza della montagna, sulla necessità di riscoprire i valori della pastorizia, i vantaggi derivanti dalla risorsa “Pastore - Pecora“

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le negative conseguenze derivanti dall’abbandono dei pascoli nel tentativo di ridurre o almeno contenere l’avanzata della globalizzazione a tutti i costi. Pastoralismo e transumanza per risvegliare il concetto di produrre in modo ecologico, consumare in armonia con la natura. IL PROGRAMMA DELLA MANIFESTAZIONE (in via di ufficializzazione) - 9 ottobre 2015: Arrivo nel pomeriggio del gregge (circa 1200 pecore, Pastore Tullio Bezzi), proveniente dal Tonale, a Ponte Di Legno e sosta/ pernottamento zona Cabinovia Pontedilegno -Tonale. - 10 ottobre 2015: ore 10,00 avvio transumanza su percorso cittadino di Pontedilegno e proseguimento per raggiungere nel pomeriggio Temù, località sosta pernottamento.

- 11 ottobre 2015: ore 8,00 avvio transumanza su percorso Temù – Centrale Enel – Diga, Vezza d'Oglio, percorso per tutto il paese. Sosta e pernottamento. - 12 ottobre 2015 - partenza per Incudine o proseguimento Transumanza moderna: su camion. Durante la Grande Transumanza si svolgeranno una serie di iniziative collaterali di intrattenimento e di proposta culturale ed economica, tra le quali vogliamo ricordarne alcune: 1. Rassegna gastronomica con piatti e prodotti tipici (a cura del gruppo Alpini di Ponte di Legno, presso il palazzetto dello sport di Ponte di Legno); 2. mercatino dei prodotti tipici locali; 3. proiezione di film a tema; 4. conversazioni-dimostrazioni con prof. Michele Corti, ruralista e Prof.


Giovanni Mocchi, musicologo; 5. spettacolo con gruppi di scampanatori; 6. intrattenimento con musicanti di strada; 7. mostra itinerante delle campane e campanacci - Prof. Mocchi; 8. Laboratorio di Feltratura per bambini; 9. Laboratorio filatura lana; 10. Tosatura ; 11. concorso fotografico/videoclips.

© Ecomuseo dell'Alta via dell'Oglio

Ecomuseo alta via dell’Oglio, in collaborazione con i comuni dell’Alta Valle Camonica e con l’unione dei comuni, in occasione della “GRANDE TRANSUMANZA 9-10-11 ottobre 2015”, al fine di coinvolgere tutte le genti, Camuni e non, nelle svariate attività dell’Ecomuseo stesso, organizza i seguenti concorsi: - Fotografia - Video clip

Regolamento 1 - I concorsi sono aperti a tutti ; 2 - la partecipazione è gratuita; 3 – ogni autore può partecipare con un massimo di tre opere inviate via mail all’indirizzo di posta elettronica concorsograndetransumanza@libero.it; 4 – le opere dovranno avere: a) fotografia definizione 300 dpi; dovrà essere indicato nome e cognome dell’autore con indirizzo, telefono, titolo dell’opera; b) videoclip, durata massimo di 5 minuti su DVD; 5 – le opere dovranno essere inviate per posta o consegnate a mano in busta chiusa entro il 15 novembre 2015 a: Ecomuseo

IL SIGNIFICATO DEL SIMBOLO DELL'ECOMUSEO

La denominazione che si è scelto per l’Ecomuseo vuole connotare la specificità territoriale dei 6 Comuni aderenti, tutti accomunati dalla presenza dell’asta del fiume Oglio dalle sorgenti (si forma infatti a Ponte di legno dalla fusione delle acque dei torrenti Frigidolfo e Narcanello) sino al primo rilevante salto di quota subito dopo l’abitato di Incudine, nel territorio di Monno. Il territorio, ricchissimo di arte, storia, tradizioni e folklore radicati e partecipati, declinati in un tourbillon di aspetti che interagiscono tra loro e, specie negli ultimi decenni, divenuti elementi d’interesse in termini di appetibilità turistica dell’area. Il tutto insistente su ambienti e paesaggi turistici straordinari costituenti un tutt’uno socioeconomico che oggi è anche una attrattiva turistica assai rilevante. Alla denominazione che interpreta la territorialità si è voluto associare un elemento legato alla cultura e alla storia dei luoghi su cui l’Ecomuseo insiste, inserendo un oggetto ritrovato durante alcuni scavi archeologici degli anni 70 dal Prof. Mirabella Roberto nel centro storico dell’abitato di Vione, di chiara origine longobarda. Si tratta di una splendida fibula ornamentale in bronzo, che presenta 5 lobi nella parte superiore. La fibula aveva il compito di trattenere lembi diversi del vestito e in qualche misura rappresenta la volontà dell’Ecomuseo di costituire un contenitore che riunisca diversi “lembi” di territorio dai connotati spesso diversi ma tenuti assieme da una fibula ideale con l’intento di divulgare, conservare e promuovere col proprio operato i saperi e le tradizioni di paesi uniti sul piano culturale e per creare sempre nuovi stimoli. (© Ecomuseo dell'Alta via dell'Oglio)

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alta via dell’Oglio, piazza Vittoria, 1 – municipio di Vione BS indicando sul plico “ concorso grande transumanza 2015“ 6 - Le opere anche se pervenute in ritardo non saranno restituite ma resteranno di proprietà dell’Ecomuseo Alta via dell’Oglio, che potrà disporne per qualsiasi utilizzo a scopo divulgativo e di valorizzazione senza alcun fine di lucro, impegnandosi a menzionare il nome dell’autore. 7 - Ogni autore è responsabile di quanto è oggetto delle proprie opere e ne autorizza le pubblicazione. 8 - Le opere saranno esaminate e giudicate da apposita giuria nominata da “Ecomuseo Alta via dell’Oglio “ il verdetto sarà insindacabile ed inappellabile ad ogni effetto. 9 - Tutte le opere verranno espo-

ste al pubblico in una mostra organizzata allo scopo e in tale occasione saranno premiati gli autori. 10 - Ogni partecipante al concorso, con la sottoscrizione della scheda di partecipazione, accetta incondizionatamente il presente regolamento. 11 - Premi: al primo classificato di ogni settore una targa speciale e utilizzo delle sue opere nelle varie attività di comunicazione dell’Ecomuseo per l’anno 2016, menzionandone l’autore. 12 - A tutti i partecipanti verrà rilasciato attestato di partecipazione. Soggetti proponenti Ecomuseo alta via dell’Oglio Ecomuseo della resistenza Soggetti partecipanti Comuni di Pontedilegno - Temù –

Vione – Vezza d’Oglio – Incudine – Monno – Edolo / Pro loco di: Pontedilegno – Vezza d’Oglio / Comunità Montana e BIM di Vallecamonica / Parco Adamello e la preziosa collaborazione di numerosi enti, associazioni, organismi, privati cittadini: dal Pastore Tullio Bezzi al Corpo Forestale dello Stato, dall’Unione dei Comuni Alta Valle Camonica al comando Carabinieri, dal Parco Regionale Adamello al Parco Nazionale dello Stelvio, dalla Polizia locale alla Protezione civile, dal comando Vigili del Fuoco al dipartimento di Veterinaria ASL ValCamonica, dai Media (Radio, TV, Giornali, Riviste ) alle Proloco alle scuole ai tanti volontari di associazioni, es. gruppi Alpini dell’Alta Valle, o aziende e/o e/artigiani e/o privati.

segreteria@ecomuseoaltaviaoglio.org - Tel. 0364906154 (Municipio di Vione) www.ecomuseoaltaviaoglio.org - FB Ecomuseo Alta Via dell'Oglio

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Tradizioni - 2 a cura di Ella Studio

DOLOMITI IN TRANSUMANZA: FESTA

I

I rito antico che segna il passaggio all’autunno nell’area vacanze Alpe di Siusi, dove il 3 e il 4 ottobre 2015 il bestiame vestito di fiori scende a valle, per dar vita ad una festa fuori dal tempo. Il passaggio all’autunno, con tutti i suoi caldi colori e freschi profumi, tra le Dolomiti (Patrimonio Mondiale UNESCO) dell’area vacanze Alpe di Siusi (Seiser Alm/Südtirol) è segnato da un rituale antico, simbolo dell’identità di un territorio che dal legame con la natura ha tratto la propria origine. Nei primi giorni di ottobre, quando l’aria si fa più frizzantina, in cucina si preparano le prime zuppe, e i boschi si tingono di sfumature gialle, rosse ed arancioni, le mucche tornano a valle, dando vita alla tradizione della transumanza. Il passaggio dagli alpeggi alle valli per gli abitanti dei

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paesi che identificano l’area vacanza Alpe di Siusi è una grande festa, che si ripete con lo stesso entusiasmo da un lontano passato. Sabato 3 ottobre 2015 un allegro corteo di pastori e di bestiame decorato di campanacci e di cappelli fioriti sfila all’Alpe di Siusi e a Castelrotto, tra gli odori della cucina locale, musica e mercati contadini. Alle 10.00 in punto, circa 250 capi invadono le strade dell’Alpe di Siusi a Compaccio, stessa cosa accade a Castelrotto dove le mucche vengono accolte festosamente, tra i suoni della banda musicale e i profumi del mercato, gli odori dei krapfen appena sfornati. Tra i maestosi animali in corteo non è difficile riconoscere l’esemplare più bello, scelto tra tutti gli altri per sfoggiare gli addobbi più importanti. Il giorno successivo, domenica 4


A PER le regine dell'alpe di siusi

ottobre, il rito della transumanza si ripete a Fiè allo Sciliar e a Tires al Catinaccio. A Fiè il suono dei campanacci annuncia l’arrivo in paese di 120 capi adornati di corone di fiori e di colori. Partono alle 10.00 dalla Malga Tuff, attraversando paesaggi emozionanti, per poi unirsi alla festa che esplode nel borgo. Alle 11.00, invece, pecore e mucche partono dal Prato Platzliner a San Cipriano (Tires al Catinaccio), nel mezzo delle meraviglie del Parco Naturale Sciliar-Catinaccio, per scendere a valle circondate da musica e prelibatezze gastronomiche tirolesi.

Alpe di Siusi Marketing (Seiser Alm/Südtirol) Tel. 0471709600 info@alpedisiusi.info www.alpedisiusi.info 123


Realtà

della Redazione

a Oslo l'autostrada con PUNTI DI RISTORO PER gli insetti

u

n percorso cittadino costellato di fiori e piante per nutrire gli insetti e assorbire la CO2. E' il progetto realizzato dalla Società di Giardinaggio di Oslo in collaborazione con diverse associazioni ecologiste. Api, calabroni e compagni troveranno ogni 250 metri circa un punto di "ristoro" che metta a disposizione cibo sufficiente per superare lo "stress" causato dalle manipolazioni umane sull'ambiente. Tonje Waaktaar Gams, della Società di giardinaggio, ha spiegato che nelle città in generale vi sono "poche occasioni di impollinazione e spesso, affermano gli esperti, gli insetti muoiono letteralmente di fame; e senza di loro si hanno gravi danni anche alle coltivazioni". Gams e la sua squadra hanno piazzato così vasi di fiori sui tetti e sui terrazzi della abitazioni lungo un percorso che attraversa da est a ovest la città di Oslo. L'obiettivo è favorire la biodiversità, la riduzione dell'impatto ambientale e la sopravvivenza degli insetti anche in ambienti a loro ostili.

L'iniziativa ha registrato la partecipazione di molti ecologisti, che hanno piantato fiori nelle loro proprietà lungo l'autostrada dei calabroni. Secondo i dati, sebbene inferiore a quanto

IL MONDO SI MOBILITA per salvare le api Tre insetticidi della famiglia dei neonicotinoidi sembrano essere la causa di uno dei problemi più gravi di sempre che interessa il settore agricolo e la biodiversità: la moria delle api. Il governo americano e la Commissione europea si stanno muovendo per salvare gli insetti impollinatori fondamentali per la sicurezza alimentare nel mondo e per la biodiversità visto che l’impollinazione garantisce la riproduzione di più dell’80 per cento delle specie vegetali tanto che si stima che il contributo economico che le api regalano al settore agricolo, secondo i dati dell’Unione mondiale per la conservazione della natura, sia pari a 22 miliardi di euro l’anno. Recentemente anche l’amministrazione Obama ha deciso di creare una task force che coinvolge diversi dipartimenti degli Stati Uniti per “capire, prevenire e salvare” le api americane dal declino. Oggi sarebbero 2,5 milioni, nel 1947 erano 6 milioni. Il budget messo a disposizione per il 2015 sarebbe di circa 50 milioni di dollari, un’inezia rispetto al contributo economico che le api danno all’economia americana.

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sta avvenendo ad esempio negli Stati Uniti, il fenomeno della progressiva estinzione di alcune specie di insetti (6 su 35) è purtroppo ben conosciuto in Norvegia e in altri Paesi europei.


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Terapie di Arianna Radice (operatore REIKI 1/2 livello)

Sabina Oggioni, dott.ssa in scienze motorie, maestra di Reiki metodo Usui, diplomata in massaggio infantile

IL REIKI SUGLI ANIMALI

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a parola Reiki è di origine giapponese e significa ENERGIA VITALE UNIVERSALE. E’ formata da due parole: REI e KI, che in realtà sono due simboli che compongono il simbolo di Reiki: REI (Indica l’energia Universale) e KI (Indica l’energia Individuale) Reiki è sia una tecnica di guarigione sia un percorso di crescita personale. E’ un’antica disciplina che ha fra gli obiettivi l’armonizzazione del corpo, del cuore e della mente. Viene spesso definito “tecnica di AUTO-GUARIGIONE”. E’ una semplice tecnica che può praticare chiunque sia stato iniziato al 1° livello di Reiki. L’energia viene canalizzata attraverso le mani di chi pratica la disciplina del Reiki e tende a fluire spontaneamente nel corpo di chi la riceve. Il corpo fisico trae grande beneficio dal ricevere un trattamento di Reiki atti-

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vando il naturale processo di guarigione; in seguito ne trae beneficio sia la parte psichica mentale che quella emozionale. Oltre alle persone, Reiki può essere utilizzato con grande beneficio anche sugli animali e addirittura anche sulle piante. Gli animali, essendo molto sensibili alle energie del cosmo, accolgono Reiki con naturalezza e con ottimi risultati. Gli animali domestici, molto spesso si ammalano anche a causa dello stress. Un ambiente famigliare in cui regnano tensione, risentimento, rabbia, ecc. aggiunge un forte carico di stress agli animali che ne fanno parte. Gli animali aiutano le persone e la terra assorbendo le energie negative. Un modo piacevole e semplice per curare ed amare i nostri animali è proprio il trattamento di Reiki. Gli ani-

mali, non avendo pregiudizi di nessun tipo né chiusure mentali, sentono e percepiscono benissimo che c’è d’amore. Quando si inizia a trattare un animale con Reiki, la prima cosa da fare è quella di entrare in sintonia con lo stesso. A seconda di quanto sono ammalati, gli animali rimarranno distesi ad accogliere l’energia del trattamento di Reiki per il tempo che loro sentiranno necessario. Poi di colpo, quando ne avranno abbastanza, si alzeranno e se ne andranno. Il gatto, essendo un animale molto sensibile, è particolarmente incline a scappare via. Vi sarà capitato di osservare un gatto mentre dorme e che ad un certo punto si alzi di scatto, ringhi e soffi verso qualcosa che a noi sembra non esistere. La sensibilità sensoriale, consente al gatto di vedere oggetti o fenomeni


che i sensi umani non percepiscono. Reiki può essere utilizzato davvero in tante situazioni: • Mantenere il benessere psico-fisico dell’animale; • Indurre il rilassamento, alleviando lo stress; • Accelerare la guarigione in animali feriti o malati o da recupero post-operatorio; • Aiuta a ridurre il dolore; • Aiuta a ridurre problemi comportamentali e di aggressività; • Aiuta gli animali maltrattati a superare i trami subiti; • Serve a ridurre gli effetti collate-

rali di trattamenti medici; • Serve a sostenere ed accompagnare il processo di morte. In alcune Nazioni stanno nascendo e in alcune altre sono già operativi dei Centri attrezzati per il trattamento di Reiki sugli animali. Ricordo però, che Reiki non è un sostitutivo di diagnosi e cure veterinarie, ma bensì un ottimo supporto.

E' possibile fare all'animale un trattamento simile a quelli utilizzati con le persone, ma difficilmente si farà trattare per tutto il tempo richiesto.

Di solito è quindi opportuno trattare l'animale sulla zona o sull'organo malato o ferito. Solo se l'animale rimane ancora ad accogliere Reiki è possibile trattare altre parti del corpo secondo un trattamento strutturato o lasciandosi guidare dall'intuito. In una visione improntata all'olismo va considerata la valenza emotiva e psicologica dell'animale, soprattutto perchè non ha sviluppato caratteristiche di razionalità, proprie invece dell'essere umano. Veterinari che sposano un approccio olistico hanno ben presente che l'animale è un compagno di viaggio dell'uomo e che è

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dotato di sensibilità particolarmente sviluppate tali a volte da stupirlo, soprattutto se cerca nel comprenderle con la razionalità. Questo affinamento sensoriale dell'animale è frutto dell'evoluzione della specie. L'animale nel suo percorso conoscitivo e nelle sue scelte non usa la razionalità ma gli altri sensi, primo fra tutti l'olfatto. Come nell'uomo anche gli animali hanno i Chakra. Chakra è un termine sanscrito, significa ruota, vortice o disco e rappresenta un vortice di energia collocato in corrispondenza di sette punti, considerati vitali. Nel trattamento di Reiki si possono trattare i sette principali che sono localizzati similmente a quelli dell'essere umano. I chakra corrispondono ai gangli nervosi, alle ghiandole del sistema endocrino e sono in corrispondenza ad alcuni organi del corpo. Interessano la sfera emotiva, influenzano il respiro, il battito cardiaco, il metabolismo e l'attività ghiandolare. L'animale si può trattare con il trattamento dei Chakra (vedi box a lato).

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TRATTAMENTO DEI CHAKRA NELL'ANIMALE Si inizia dalla testa, appoggiando in sequenza le mani sulla sommità del capo, sulla fronte, sulla gola, sul torace, sullo stomaco, sulla pancia e sulle pelvi: posizioni corrispondenti ai sette chakra. Il tempo di permanenza di ogni posizione è di circa 5 minuti. Ogni chakra rappresenta una propria dimensione e l'insieme dei chakra dà origine ad un canale energetico dove potrà fluire l'energia di Reiki. Dove sono i Chakra ? 1) Primo Chakra o Muladhara (radice) situato alla base della colonna vertebrale, nella zona del perineo, sul pavimento pelvico. E' connesso alle ghiandole surrenali e associato al senso della sopravvivenza. 2) Secondo Chakra Svadhistana (dolcezza) è nella parte inferiore dell'addome, sopra gli organi sessuali, è in stretto collegamento con la sessualità, il desiderio, ma anche con la paura e l'ansietà. Il suo elemento è l'Acqua e le funzioni che lo riguardano sono connesse ai liquidi: circolazione, eliminazione urinaria, sessualità, riproduzione. 3) Terzo Chakra Manipura (gioiello) è all'altezza del plesso solare,sopra all'ombelico. la funzione che rappresenta è la trasformazione. A livello corporeo, si manifesta con il metabolismo, che consente la trasformazione degli alimenti in energia. Il terzo chakra è associato al pancreas. 4) Quarto chakra Anahata (non colpito) ha sede nella zona cardiaca e più precisamente sul cuore, il punto centrale del sistema dei chakra. La ghiandola collegata a questo chakra è il timo, dal greco thymós, "anima": è un piccolo organo linfoide situato nel torace dietro lo sterno. 5) Quinto chakra Vishudda (purificazione) ha sede nella gola ed è il centro del suono e della comunicazione. La ghiandola associata è la tiroide, situata alla base del collo. 6) Sesto chakra Ajna (Centro del comando) è situato nel centro della fronte, appena sopra gli occhi, corrisponde al terzo occhio. E' il centro della vista e l'elemento associato è la luce. Rappresenta il percepire, l'intuizione, il sentire l'ambiente che ci circonda. Vi è associata l'ipofisi che governa il sistema endocrino. 7) Settimo Chakra Sahasrara (mille petali) è situato sulla sommità della scatola cranica, vi è associata l'epifisi, una ghiandola a forma di pigna (corpo pineale) situata nella parte dorsale dell'encefalo. Reiki è una pratica che consente di mettere in contatto REI e KI, creando un potente ed inesauribile flusso di energia anche nell'organismo dell'animale Ogni carenza di energia vitale dell'animale viene colmata di nuova forza; gli organi interni attraversano un periodo di vera e propria rigenerazione cellulare. L'animale si può trattare anche con il trattamento di Reiki dei Cinque Organi: si procede appoggiando le mani sull'animale in sequenza nella zona dei reni, dei polmoni, del fegato, della milza e si arriva infine sul cuore. E' consigliato per il ripristino della funzionalità degli organi.

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Le ricette di Laura Rangoni

101 ricette per i nostri amici cani - parte 5 1) Briciole di alici su letto di riso Ingredienti: 50 g di riso • 200 g di filetti di alici • 1 cucchiaio di olio di girasole • 50 g di fiocchi di cereali • 1 vasetto di yogurt • 1 carota • 1 zucchina • un pugno di fagiolini verdi Preparazione: Tagliate a dadini piccoli la carota e la zucchina e mettetele a bollire in mezzo litro di acqua per una mezz’oretta almeno con i fagiolini a tocchetti. Scolate le verdure e schiacciatele con i rebbi di una forchetta. Nell’acqua di bollitura delle verdurine fate cuocere il riso, fino a quando sarà molto morbido. A parte controllate accuratamente i filetti di alici per sincerarvi che non vi sia alcuna lisca, poi fateli cuocere per un quarto d’ora in un po’ d’acqua, schiacciandoli con i rebbi di una forchetta finché non saranno disfatti. Unite il cucchiaio di olio e i fiocchi di cereali e lasciate che assorbano il brodo di bollitura delle alici. Mescolate le verdurine con il riso e le alici, mantecate con lo yogurt e servite tiepido.

2) CASSERUOLA DI FRATTAGLIE E GNOCCHI DI PATATE

3) CONCHIGLIE CON BRASATINO IN SALSA

Ingredienti: 50 g di gnocchi di patate • 100 g di frattaglie miste di vitello • 80 g di trita di manzo • 1 cucchiaio di olio di girasole • 50 g di ricotta • 50 g di riso soffiato • 1 carota • 1 zucchina Prreparazione: Tagliate a dadini piccoli la carota e la zucchina e mettetele a bollire in mezzo litro di acqua per una mezz’oretta almeno. Scolate le verdure e schiacciatele con i rebbi di una forchetta. Nell’acqua di bollitura delle verdurine fate cuocere gli gnocchi, fino a quando saranno molto morbidi. Sbollentate per una decina di minuti le frattaglie di vitello (potete scegliere tra polmone, milza, fegato, cuore, animelle, ecc), tagliate a bocconcini piccoli, in un po’ di acqua, quindi scolatele. In una casseruola mettete il cucchiaio di olio e un poco del brodo di cottura delle frattaglie e fate stufare la trita di manzo. Al rimanente brodo di carne unite il riso soffiato e lasciate che si gonfi ben bene. Mettete nella ciotola gli gnocchi, le verdurine, i bocconcini di frattaglie, la trita stufata, il riso soffiato e mantecate con la ricotta, che avrete ammorbidito con un cucchiaio di acqua tiepida. Mescolate e servite tiepido.

Ingredienti: 50 g di conchiglie • 180 g di trita di manzo • 20 g di fegatini di pollo • 10 g di lardo • 1 cucchiaio di olio di girasole • 1 vasetto di yogurt • 50 g di riso soffiato • 1 carota • 1 zucchina • 1 patata Preparazione:Tagliate a dadini piccoli la carota, la patata sbucciata e la zucchina e metteteli a bollire in mezzo litro di acqua per una mezz’oretta almeno. Scolate le verdure e schiacciatele con i rebbi di una forchetta. Nell’acqua di bollitura delle verdurine fate cuocere la pasta, che deve risultare molto morbida e un po’ collosa. Tritate il lardo e fatelo sciogliere in una pentola, quindi unite la trita e un bicchiere d’acqua e lasciatela stufare dolcemente. 10 minuti prima di spegnere il fuoco unite i fegatini sminuzzati e il riso soffiato e lasciate che assorba il brodo di bollitura della carne. Mettete nella ciotola le conchiglie, le verdurine, il brasatino di trita e fegatini, il riso soffiato e mantecate con l’olio e lo yogurt. Mescolate e servite tiepido.

Nota dell’autrice: gli ingredienti si riferiscono a due pasti, quindi la razione giornaliera, per cane di taglia media. Per cani di taglia piccola dimezzare le quantità, per cani di taglia grossa raddoppiare le quantità). omunque, consiglio di sentire il veterinario prima di sperimentare un cambio di alimentazione, che può stressare il nostro amico peloso.

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Arte a 4 zampe della Redazione

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FUMO E INCENSO PER RITRATTI "ANIMALESCHI"

ebecca Keers è un’artista davvero originale. Appena 21enne, infatti, è già conosciuta in tutto il mondo per le sue opere d’arte fotografiche: come si può vedere in queste immagini che costituiscono il suo portfolio, Rebecca ha creato degli animali in movimento con il fumo dell’incenso e li ha immortalati con la sua macchina fotografica. Ecco quindi cosa è nato dall’incontro di queste due passioni: quella per l’obiettivo e quella per la natura.

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Storie

di Wally Saggin

UN PICCOLO PASSEROTTO REGALA UNA GRANDE EMOZIONE

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ualche anno fa ho trascorso un paio di giorni a Parigi e tra le migliaia di cose che si possono vedere in questa grande città ricordo di essere stata colpita da un vecchietto, con ogni probabilità un barbone, che ai piedi di Montmartre trascorreva tutto il suo tempo accerchiato da un numero indecifrato di passerotti. Dalle sue mani mangiavano senza alcun timore e addirittura riposavano sull’erba, grandi e piccoli, a pochissimi cm da lui. Rimasi meravigliata della semplicità con la quale quell’uomo riusciva a vivere in mezzo a quei bellissimi animaletti e se devo dire la verità invidiavo, in senso buono ovviamente, la sua possibilità di accarezzare quelle bellissime creature senza che queste scappassero spaventate come fanno di solito. Dopo tre anni però qualcosa di simile è successo anche a me. All’epoca dei fatti frequentavo un

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compagno il quale stava cercando casa e un giorno abbiamo visto insieme un appartamento molto carino che sarebbe diventato di lì a poco la sua nuova abitazione. Il giorno in cui l’agente immobiliare ce lo illustrò notammo subito che sopra il balcone del bagno c’era un passerotto che cantava ininterrottamente. Lì per lì pensai che fosse una casualità ed invece non era proprio così. Il mio compagno acquistò l’appartamento ed io trascorrevo parecchio tempo da lui e decidemmo di acquistare del mangime per il passerotto. Una volta messa la pappa in bella vista non ci volle molto per vedere il numero dei passerotti aumentare. Era bellissimo vederli arrivare sul davanzale e mangiare, per non parlare poi di quant’era carino sentirli cinguettare. Inizialmente li spiavo da un paio di metri, poi man mano mi avvicinavo

sempre di più. Di lì a qualche mese iniziarono ad arrivare anche le neo mamme con i loro piccolini ed era fantastico vedere come nutrivano i loro piccoli proprio lì a pochi cm da me. Poi mamma passerotto volava e si posava sul tetto della struttura di fronte alla casa e chiamava di continuo il suo piccolo perchè lui imparasse a volare. Mi faceva sorridere vedere la voglia di lanciarsi del piccolo per andare dalla sua mamma ma al tempo stesso la sua paura nell’affrontare quel breve tragitto. Si metteva sul bordo del davanzale, faceva un passetto in avanti per lanciarsi, apriva le sue piccole ali ma poi barcollando faceva di nuovo un passo indietro. Andava avanti così per dei minuti interi e quando finalmente prendeva coraggio e partiva scendeva molto in basso ma poi riusciva a riprendere quota per raggiungere finalmente la


sua meta. Tra i piccoli c’era un passerottino che aveva una piuma che sporgeva e noi l’avevamo chiamato Pelucco. Lui arrivava ogni giorno a volte insieme agl’altri e a volte da solo ed era commovente vederlo finchè con il suo becco batteva nel vetro per chiamarmi. Mai avrei immaginato che sarei riuscita a conquistarmi la fiducia di queste piccole e bellissime creature. Non fu difficile per me tornare a pensare spesso a quel vecchietto di Parigi e capire che anche i passerotti che nel nostro immaginario sono animaletti schivi in realtà sono semplicemnte esserini che hanno bisogno di acquisire fiducia in noi e che questo è possibile per tutti e credetemi, averli così vicini da poterli toccare e vedere che ogni giorno ti vengono a chiamare è bellissimo e ti fa sentire fortunato perchè noi non sappiamo cinguettare nè loro parlare eppure i sentimenti, la fiducia e l’amore si possono trasmettere comunque gli uni verso gli altri ed è semplicemente “ Fantastico!”

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Storie

della redazione

Il Pit Bull che ha cambiato la vita a un ragazzo autistico

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’autismo l’aveva portato ad isolarsi dal mondo e a rimanere solo. Poi Joey Granados ha incontrato il Pit Bull Roxy, e la sua vita è improvvisamente cambiata. Joey è un ragazzo autistico che dall’età di sette anni, quando gli hanno diagnosticato la malattia, si era chiuso dentro se stesso. Ha sempre avuto difficoltà a comunicare e socializzare con gli altri, finché non ha espresso a sua madre il desiderio di adottare un cane. La mamma Amanda ha cominciato così a cercare online qualche annuncio di adozione, e si è imbattuta nella foto di Roxy su Facebook. È stato un colpo di fulmine. I due sono andati al «Best Friends Animal Society», nella città americana di Kanab, nello Utah, e appena hanno visto il Pit Bull venire incontro a Joey, hanno capito che il cane avrebbe fatto parte della loro famiglia. «Mio figlio non ha mai avuto un tale feeling ed empatia con nessun altro prima di Roxy dice Amanda -. E questo è meraviglioso per una persona autistica»

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Rassegne

di Daniela Fabietti - Foto di Tiziana Niespolo

A "Quattrozampeinfiera" padrone e amico peloso sono le star

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ue giorni per divertirsi insieme, padrone e amico peloso, per giocare in acqua, correre all’aperto e imparare a conoscere lo splendido mondo animale tra divertimento, novità e tanto shopping. Tutto questo e altro ancora è Quattrozampeinfiera, il più importante evento dedicato a tutti gli amanti di cani e gatti. Dopo aver fatto tappa a Napoli, lo scorso aprile, la kermesse si sposta a Milano, il 3 e 4 ottobre presso il Parco Esposizioni Novegro. I padroni potranno cimentarsi con i loro amici fedeli nelle varie attività sportive con le piscine destinate all’AquaDog tra tuffi e acrobazie ed assistere a dimostrazioni di salvataggio. Ballare nel ring della Dog Dance, esercitarsi nella DogAgility, imparare l’attività di riporto con il Retrieving, capire la disciplina dello Junior Handling, giocare con lo Scent Game e tanto altro ancora. Di tutto e di più a Quattrozampeinfiera, seconda edizione Partenopea, tanti i prodotti da acquistare direttamente dalle aziende più rinomate di mangimistica, accessori, prodotti per la salute, integratori a quelle di servizi innovativi e di tendenza. Ma non finisce qui, ampio spazio sarà dato anche al fashion nella Luxury Box, un’area cult dove scoprire le eccellenze e i lussi di ogni giorno e tutto ciò che fa tendenza. Per essere sempre sull’onda dei social, sarà possibile con il Pet Selfie,

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inviare uno scatto e diventare protagonista della pagina Facebook Quattrozampeinfiera. Non può di certo mancare il salone di bellezza dove poter far toelettare i vs cani da famosi esperti e imparare tutto sulla loro igiene. Tra le aree più attese, il Dog Carpet Show, sul quale si alterneranno spettacoli, intrattenimento e incontri con esperti. Sul carpet, oltre alla musica e al divertimento, una passerella di alcune delle razze caninine italiane riconosciute dall’Enci e la possibilità di vivere un momento di celebrità in compagnia del proprio cane! Novità di quest’anno la nuova area del Dog World con le migliori razze canine internazionali che affiancherà il Felis World, un intero padiglione dedicato al gatto e al suo mondo. L’ o c c a s i o n e perfetta per conoscere i nostri amici a quattro zampe e le loro diverse razze, preferenze e abitudini per imparare a vivere in armonia con loro. I visitatori potranno testare l’affidabilità del proprio cane con

gli esperti giudici ENCI che presenzieranno il ring dedicato al CAE1 – Cane Buon Cittadino. Insomma Quattrozampeinfiera è un evento unico nel suo genere, organizzata dalla società Tema Fiere, una fiera pensata per essere a misura di cani e gatti. L’unica manifestazione alla quale partecipare col proprio amico peloso. Per informazioni e per scaricare il Buono sconto per l'acquisto dell'ingresso visitate il sito www.quattrozampeinfiera.it


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IL POTERE DEL MIAO - Marina Mander “Amare il prossimo come se stessi: non di più, né di meno”: in questo atteggiamento al tempo stesso di sublime narcisismo e di infinita generosità è racchiuso il vero potere del miao. Chiunque abbia condiviso la vita con un gatto per un periodo breve o lungo non potrà che riconoscerlo. I gatti “sono poco interessati alle dinamiche del potere, non si sentono né superiori, né inferiori a nessuno, non comandano e non si fanno comandare, fanno davvero fatica a capire perché gli umani si affannino tanto nelle questioni di supremazia, quando basta sostituire la parola ‘potere’ con la parola ‘benessere’ e tutto fi la liscio come un bel pelo appena spazzolato. Perciò sono molto interessati a quello che possono fare per il proprio benessere e per quello di chi gli sta vicino. Se il benessere si trasforma in malessere, preferiscono andarsene, non trascinano matrimoni falliti per anni. E non ingaggiano infinite battaglie legali per gli alimenti perché sanno che, anche su una strada, saranno capaci di procurarsi qualcosa da mangiare”. Editore: Libellule Mondadori - Pagine: 142 - Prezzo: 14,00 euro PRIMI PASSI a 6 zampe - Antonio Agus Antonio Agus, istruttore cinofilo e docente nei corsi di formazione per istruttori, inizia il suo percorso nel 2002. Inizialmente intraprende l'attività di agility, che in seguito abbandonerà per problemi di artrosi della sua pastorina tedesca, Joy. Con l'arrivo del pastore belga malinois BraveHeart passa all'utilità e difesa nella quale gareggia con ottimi risultati pur rifiutando l'utilizzo di metodi coercitivi. Successivamente, con lo stesso cane, gareggia anche in agility e in obedience. Nel 2013 partecipa con la Nazionale Italiana di Obedience al mondiale FMBB in Slovenia. Antonio, dal 2010, è anche organizzatore oltre che di corsi di formazione per istruttori cinofili in Veneto anche di seminari con ospiti internazionali. Negli anni si è dedicato sempre di più ai cani problematici, sia ospitati nei canili sia di privati, recuperando diversi soggetti ritenuti irrecuperabili o per i quali era stata proposta la soppressione da parte di educatori e comportamentalisti. Editore: Altea - Pagine: 120 - Prezzo: 18,00 euro ESOTICO A CHI? - Diego Cattarossi Nell'immaginario collettivo il migliore amico dell'uomo resta il cane. Il lupo domestico infatti si è plasmato sulla specie umana sin dalla notte dei tempi e si è diffuso in tutto il mondo con una miriade di razze e varietà. Il cane ed il gatto sono considerati da chiunque animali domestici a pieno titolo e non ci si stupisce più nel trovarli a loro agio all'interno delle nostre abitazioni. Un po' meno scontato è considerare come animale da compagnia un camaleonte o un pitone, un falco o una poiana, un pappagallo o un piccione, una tartaruga o un ratto. Diego Cattarossi è un veterinario che si dedica alla cura dei nuovi animali da compagnia che con sempre maggiore frequenza si trovano all'interno delle nostre case. Queste specie, fino a pochi anni fa praticamente sconosciute fuori dai ristretti gruppi di appassionati allevatori, oggi stanno vivendo un periodo di espansione numerica anche nel nostro paese. Leggendo questo libro è possibile conoscere in modo leggero, ma allo stesso tempo molto istruttivo, il variopinto mondo degli animali esotici da compagnia. Pagine: 150 - Prezzo: 9,60 euro

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