E zine giulius Anno 2 N° 4

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e-zine

l’amico degli animali Giulius N. 4 - Aprile 2014

Chi è l’MVC

La visita oculistica

Gallipoli


Sommario

Tricocefalosi

Animali Domestici - In guardia contro le zecche - Il randagismo Nutrizione - I cuccioli e l’alimentazione Salute - Un utile controllo da programmare - A proposito di globuli rossi - Coniglio e vaccinazioni L’angolo dell’esperto - La visita oculistica Informazioni scientifiche - Tricocefalosi Razze feline - Bengala Razze canine - Bracco francese tipo pyrenees di taglia piccola Viaggiando - Gallipoli Info Utili - Chi è il medico veterinario comportamentalista

Il randagismo

L’angolo della lettura - Quattro zampe e un amore Curiosità - Il museo dei crimini ambientali - Lapponia, strage di renne negli incidenti stradali - Un cane sempre più tecno - Record di velocità animali

l’amico degli animali EDITORE Demas Srl - Cir.ne Orientale 4692 00178 - Roma - Tel. 06.41.79.05 info@demas.it - www.demas.it Supplemento di Petnet Magazine Tribunale civile di Roma N.363/2009 del 02.11.2009 In attesa di registrazione Per visualizzare e scaricare il magazine è necessario aver installato Adobe Reader (download gratuito dal sito www.adobe.com).

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Animali Domestici

IN GUARDIA CONTRO LE ZECCHE

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e passeggiate primaverili in campagna con il nostro cane possono talvolta riservare la sorpresa di qualche incontro sgradito. Ritornati a casa, diamo un’occhiata al suo mantello per verificare l’eventuale presenza di qualche ospite indesiderato. Bella stagione, temperature in crescita, umidità favoriscono lo sviluppo delle zecche.

Stabiliamo alcune regole base di comportamento da seguire alla fine della nostra passeggiata. 1. Controlliamo con attenzione non solo il mantello del cane, ma anche parti del corpo le quali, il più delle volte, sfuggono ad un primo esame. Mettiamo l’animale a pancia all’aria e diamo un’occhiata sotto le ascelle o alla zona inguinale dove le zecche amano rifugiarsi, forse anche perché trovano condizioni ambientali più favorevoli alla loro permanenza. Da non trascurare un esame delle orecchie, all’interno delle quali il parassita trova ugualmente facile rifugio. 2. Se troviamo una o più zecche, dobbiamo provvedere a rimuovere manualmente il parassita. Bagniamo con alcool o olio minerale la zona in cui lo abbiamo rinvenuto, muniamoci di una pinzetta con cui operare una trazione, afferrando il parassita nel punto più vicino alla cute. Evitare di afferrare la zecca per il corpo, in quanto in questo modo rischiamo di schiacciarne il contenuto all’interno della pelle del cane, favorendo l’eventuale trasmissione di agenti patogeni o la manifestazione di reazioni locali di natura allergica. 3. Se ci accorgiamo in ritardo della presenza di zecche sul corpo del cane, portiamolo dal nostro veterinario di fiducia, che valuterà l’opportunità di eseguire test sierologici volti a mettere in evidenza la possibile trasmissione da parte delle zecche di malattie di natura infettiva. 4. Seguiamo sempre il principio che prevenire è meglio di curare, per cui adottiamo delle misure profilattiche contro le zecche. Sono in commercio prodotti estremamente validi ed efficaci, in grado di agire contro questi ectoparassiti. Essi hanno un’estrema facilità di applicazione, non danno luogo ad effetti indesiderati e sono in grado di esplicare un’azione protratta nel tempo che richiede solo alcuni “richiami“. A.C.



Animali Domestici

L

Il randagismo

a causa principale del fenomeno del randagismo è rappresentata dall’abbandono di animali: la nascita di cucciolate non gradite o comunque troppo numerose e che quindi trovano difficilmente collocazione, porta i proprietari a disfarsi dei piccoli dopo lo svezzamento, quindi in età tale da poter sopravvivere. La presenza di animali randagi nella società costituisce un problema di ardua gestione perché causa inconvenienti igienico−sanitari oltre a rappresentare un pericolo per la sicurezza dei cittadini (i cani possono causare aggressioni, morsicature, o incidenti stradali). Tutto ciò si somma agli stenti e alle sofferenze che tali animali sono costretti a sopportare perché rimasti senza proprietario. Inoltre i cani, essendo animali sociali e gregari, quando sono randagi tendono ad organizzarsi in branchi con precisa struttura gerarchica. Anche i gatti in libertà hanno mutato le loro abitudini di vita solitaria raggruppandosi in “colonie feline”, anche numerose, legate alla concentrazione del cibo in determinate zone urbane. La legge 281/91, nata per prevenire il randagismo, assegna dei compiti specifici ai Comuni ed ai Servizi Veterinari delle ASL. Il Comune deve predisporre i servizi per la custodia dei cani vaganti (che vengono accalappiati ad opera del Servizio Veterinario della ASL) e per la tutela delle colonie feline. Nel caso in cui il Comune non disponga di un canile proprio, stipulerà una convenzione con un canile autorizzato e provvederà al mantenimento dei propri cani che vi verranno ricoverati. Alla ASL spetta l’assistenza sanitaria ed è responsabile della vigilanza sulle strutture, sulle condizioni igienico sanitarie e di benessere degli animali. Alcuni Comuni hanno anche istituito, all’interno dei parchi pubblici, delle aree verdi destinate all’attività ludica dei cani all’interno delle quali questi possono muoversi senza guinzaglio e senza museruola, sotto la responsabilità del proprietario o detentore. Inoltre ogni Comune deve dettare nel proprio regolamento d’igiene le direttive sul comportamento da tenere in specifiche circostanze (così per la distanza minima a cui devono essere tenuti i cani dai giochi destinati ai bambini, ecc.). La Legge 281/91 prevede anche l’obbligo di iscrizione dei cani in Anagrafe canina, presso i Comuni o le ASL, con lo scopo di identificarli, mediante l’impianto di un microchip sottocute e la contestuale registrazione nella banca dati regionale. Questo strumento consente di far ritrovare il cane al detentore nel caso di smarrimento, di responsabilizzare il proprietario e di censire la popolazione canina esistente sul territorio. Ogni variazione (smarrimento, morte, trasferimento di proprietà o di residenza) va segnalata al Servizio Veterinario della ASL che provvede all’aggiornamento dei dati in anagrafe, entro i termini stabiliti dalle normative regionali. Dott.ssa Francesca Bellini Dott.ssa Alessia Liverini



Nutrizione

I CUCCIOLI E L’ALIMENTAZIONE

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uando portiamo a casa un cucciolo una delle nostre prime preoccupazioni è come e con cosa alimentarlo. Le attività più importanti di un cane nelle prime settimane di vita sono mangiare e dormire ed è fondamentale rispettare i suoi ritmi. Andiamo per gradi ripercorrendo brevemente i cambiamenti relativi alla nutrizione di un cucciolo di cane dalla nascita fino al raggiungimento dell’età adulta. Il primo evento importante nella vita di un cane è la ricerca della mammella e la prima suzione che normalmente avviene subito dopo la nascita. Il cucciolo in condizioni di normalità prenderà il latte dalla madre fino alla terza-quarta settimana di vita circa. Il secreto mammario varia durante questo periodo, i primi giorni viene definito colostro ed è ricchissimo di anticorpi attraverso i quali viene trasferita immunità passiva al neonato, un altro componente importante del colostro è il lisozima che previene la crescita di alcuni tipi di batteri, a livello intestinale, potenzialmente dannosi per la salute del soggetto. L’assunzione del colostro è spesso determinante per la sopravvivenza stessa del cucciolo e deve avvenire entro le prime 48 ore di vita perché con lo sviluppo del tratto gastroenterico il cucciolo non è più in grado di assorbire gli anticorpi. Col proseguire dei giorni la concentrazione di proteine decresce piano piano così come quella dei grassi ed in generale il valore energetico totale del latte cala gradualmente con il progredire della lattazione. Anche la concentrazione di lattosio scende e con essa cala anche la capacità che ha il cucciolo di digerirlo ed assorbirlo. Lo svezzamento avviene a circa 3-4 settimane di vita e si fa iniziando ad aggiungere in maniera graduale crocchette bagnate con acqua calda in modo da ammorbidirle e sminuzzarle, queste vanno date diverse volte al giorno e la ciotola va tolta dopo trenta minuti in modo che il cucciolo sia stimolato a mangiarle quando vengono servite. A sei settimane circa possiamo arrivare a dare l’alimentazione secca. Passata la fase dello svezzamento inizia quella dell’accrescimento che sarà molto diversa in base alla razza, ma soprattutto alla taglia, ad esempio un Chihuahua può essere considerato adulto già a 10 mesi, mentre un Alano ancora a due anni sta completando la sua crescita. In generale possiamo dire che i cuccioli crescono molto rapidamente nei primi mesi di vita e che hanno un fabbisogno di nutrienti ed energia che è circa il doppio rispetto a quello da adulto. Il cibo per cucciolo deve essere altamente digeribile in modo tale da fornire il giusto apporto nutrizionale mantenendo però un volume ridotto, questo facilita l’assorbimento a livello intestinale e fa in modo che le feci siano ben formate e di ridotta quantità. Se si decide di alimentare il cucciolo con una dieta casalinga è giusto tenere presente che questa ha bisogno di essere integrata con vitamine e minerali, mentre non si deve fare aggiunte di nessun tipo se si opta per un mangime per cuccioli che è per definizione un alimento completo. Le crocchette di buona qualità sono arricchite con vitamine soprattutto quelle del gruppo B, importantissime per la crescita; sali minerali tra i quali calcio e fosforo hanno un ruolo rilevante e acidi grassi essenziali. La razione giornaliera deve essere suddivisa e somministrata in 4 volte nei primi due mesi, in 3 volte dai tre ai sei mesi, mentre dal settimo mese in 2 volte. Team Nutro Dott.ssa Alessandra Caralla



Salute

UN UTILE CONTROLLO DA PROGRAMMARE

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sei mesi di età è opportuno andare dal nostro veterinario per un controllo generale. Durante la visita il cucciolo sarà pesato per un controllo della sua crescita, saranno esaminati occhi, orecchie, zampe e denti. Intorno ai 6 mesi si ha il cambio di dentatura. Sarà necessario controllare i trattamenti vermifughi e quelli contro i parassiti esterni. Non deve mancare un discorso sull’alimentazione. Il veterinario darà consigli utili su eventuali variazioni da apportare alla sua dieta. Si parlerà anche di sterilizzazione. Necessario è poi provvedere all’impianto del microchip obbligatorio per legge : un minuscolo, invisibile dispositivo facile da posizionare, in grado di facilitare il ritrovamento dell’animale in caso di smarrimento. Altro fattore da prendere in considerazione anche se nel nostro Paese è poco utilizzato è quello di procedere alla stipula di una polizza assicurativa per animali domestici. Se si possiede una polizza casa in genere questa copre i problemi legati ad eventuali morsi verso terzi, ma oggi è possibile anche assicurare il nostro amico a 4 zampe nei confronti di eventuali cure ed interventi veterinari. A.C.



Salute

A PROPOSITO DI globuli rossi

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globuli rossi, o eritrociti, sono cellule piccole, prive di nucleo, hanno dimensioni ridotte (diametro: 7µm nel cane / 5,5-6µm nel gatto), normalmente rimangono nel circolo sanguigno per alcuni mesi: da 2 a 5 mesi a seconda della specie animale. I globuli rossi svolgono principalmente tre funzioni: il trasporto dell’ossigeno ai tessuti, il trasporto dell’anidride carbonica a livello polmonare ed il cosiddetto tamponamento degli ioni idrogeno, meccanismo chimico utile per mantenere la corretta omeostasi interna. Gli eritrociti sono in grado di trasportare ossigeno perché contengono una molecola chiamata emoglobina, capace di legarlo a se. La produzione di globuli rossi avviene nel midollo osseo e richiede un’elevata quantità di ferro. L’assorbimento del ferro varia a seconda dell’età, dello stato di salute degli animali e della quantità ingerita con gli alimenti. La maggior parte degli eritrociti circola nel sangue per un periodo di tempo definito, correlato al peso corporeo ed alla rapidità del metabolismo. Con il tempo le cellule “invecchiano” e sono distrutte da altre cellule presenti soprattutto nella milza. Quando la distruzione dei globuli rossi è eccessiva e/o la loro produzione a livello midollare risulta insufficiente, la quantità totale degli eritrociti circolanti diventa minore rispetto alla norma: questo fenomeno va sotto il nome di anemia. Al contrario un aumento della concentrazione di globuli rossi viene definita eritrocitosi. A.C.

L’anemia emolitica L’anemia emolitica viene definita come una forma di anemia in cui si hanno basse concentrazioni di emoglobina nel sangue o a causa di un’emolisi eccessiva (distruzione dei globuli rossi) o perché la risposta rigenerativa del midollo osseo non ce la fa a stare dietro all’emolisi in atto. Le cause di anemia emolitica in cani e gatti vengono distinte in extravascolari (i globuli rossi sono distrutti dai monociti fagocitari) e intravascolari (i globuli rossi sono distrutti da anticorpi, farmaci, tossine…). Possono poi essere congenite o acquisite, dipende dall’età di insorgenza. I sintomi di anemia emolitica nei pet con anemia congenita potrebbero manifestare un decorso più lungo, mentre nelle anemie acquisite i sintomi sono decisamente più veloci e gravi: pallore delle mucose; ittero; splenomegalia; trombocitopenia; petecchie; ecchimosi.


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Salute

CONIGLIO E VACCINAZIONI

è

opportuno vaccinare i conigli contro due temibili malattie infettive , la mixomatosi e la malattia emorragica virale. Si tratta di affezioni di natura virale molto diffuse non solo nel nostro Paese. Dovremo rivolgerci per questa necessaria incombenza al nostro veterinario di fiducia, il quale stabilirà la frequenza delle vaccinazioni, secondo l’età, la situazione locale ed il tipo di vaccino. Prima di essere sottoposto a vaccinazione il coniglio dovrà essere visitato al fine di accertare l’assenza di sintomi di

malattia e previamente vermifugato. Numerosi professionisti preferiscono somministrare i due tipi di vaccini a distanza di circa 15 giorni uno dall’altro, per ridurre al minimo un’eventuale comparsa di effetti collaterali come scarso appetito, dolore locale. Anche se il coniglio vive in appartamento e non ha contatti con altri soggetti, è sempre consigliabile vaccinarli tenendo presente che la trasmissione dei virus può essere veicolata attraverso l’intervento di insetti vettori, che possono fungere da serbatoio dell’agente infettivo. A.C.


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L’angolo dell’esperto

L’esperto Risponde LA VISITA OCULISTICA

Gentile Professore, il mio cane ha bisogno di una visita oculistica. Cosa si individua in questo animale? (Iacopo C. Battipaglia) è importante per il veterinario seguire una corretta impostazione per una visita oculistica di base. Per esami che richiedono approfondimenti strumentali od interventi mirati sarà opportuno chiedere l’intervento di veterinari esperti nel settore specifico. La visita deve essere preceduta da una raccolta accurata sia della storia del paziente (anamnesi recente e remota) sia di quella concernente specificatamente gli occhi. L’anamnesi generale deve prendere in considerazione: la razza del soggetto in esame, dato che si possono avere patologie oculari su base ereditaria; l’età, dal momento che in un soggetto anziano può frequentemente comparire una cataratta, mentre nei giovani si possono presentare problemi a carico della palpebra, il sesso; lo stato di salute in generale; l’eventuale assunzione di farmaci; la provenienza dell’ animale; l’ambiente in cui vive; ecc. L’anamnesi oftalmologica deve prendere in considerazione il motivo per il quale l’animale è portato in ambulatorio come ad esempio la presenza di lacrimazione, un occhio chiuso, un cambiamento di colore dell’occhio; il tempo di insorgenza del problema; se la lesione è mono o bilaterale; se l’animale ha avuto già problemi oculari. Nella valutazione della capacità visiva si presterà attenzione a come l’animale si orienta nella sala visita sia alla luce sia nella penombra; a come reagisce alla minaccia. Da valutare vari riflessi quali: l’abbagliamento, illuminando alternativamente i due occhi con una fonte luminosa intensa; il riflesso palpebrale, toccando delicatamente la cute della palpebra al centro e di lato si stimola la sua chiusura; il riflesso corneale, la sua sensibilità si determina mediante chiusura delle palpebre in risposta ad uno stimolo con le dita. Può anche essere eseguito l’esame dell’apparato naso – lacrimale, cercando di determinare la componente acquosa del film lacrimale, la valutazione della pervietà dell’apparato naso – lacrimale con lo scopo di accertare un normale deflusso da parte dei dotti. Importante la misurazione della pressione all’interno dell’occhio. Tale indagine è eseguita utilizzando una specifica strumentazione, che viene appoggiata sulla cornea, previa applicazione di una goccia di anestetico. Da prendere in esame sono: conformazione, posizione, movimento delle palpebre e stato della congiuntiva. Per quest’ ultima di rilievo è apprezzarne il colore, l’eventuale presenza di corpi estranei o di secrezioni anomale.


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Informazioni Scientifiche

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Tricocefalosi

tricocefali, come il Trichuris vulpis, si localizzano nell’intestino cieco del cane, nel quale possono dar luogo all’insorgenza di una infiammazione acuta o cronica. Possono colpire cani di tutte le età, la loro diffusione è favorita dalle caratteristiche di longevità e resistenza delle uova del parassita, che può sopravvivere nell’ambiente esterno per alcuni mesi o anni. Le uova dei tricocefali, emesse nell’ambiente, in presenza di condizioni ambientali favorevoli (temperatura ed umidità) evolvono in larve infestanti e, se ingerite dall’animale, si trasformano nell’intestino in parassiti adulti. Le manifestazioni cliniche nel cane sono in funzione del grado di infestazione. I trichuridi si infiggono nella mucosa intestinale, dove si nutrono di sangue, per cui, se presenti in modo massivo, sono in grado di causare un’enterite emorragica accompagnata da uno stato di debilitazione acuta o cronica. La diagnosi si basa sull’evidenziazione delle caratteristiche uova del parassita mediante esame delle feci. La terapia farmacologica si fonda sul ricorso ad antielmintici a largo spettro di azione. Prof. Alessandro Ciorba


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Razze feline

Bengala

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a razza Bengala è stata ottenuta in tempi piuttosto recenti dall’incrocio tra gatti domestici e gatti selvatici. La caratteristica principale di questa razza è il mantello maculato che ricorda quello del leopardo. E’ un gatto robusto e muscoloso, dalla forma allungata, di taglia grande e potente. Da cuccioli hanno il pelo più lungo che da adulti. Essendo una razza di recente costituzione, è consigliabile scegliere esemplari con genitori dal mantello ben maculato e, se si vogliono gatti socievoli e affettuosi, si dovranno scegliere tra i figli di genitori con lo stesso carattere. Vivono fino a 15 anni circa. Curiosi e attivi, hanno bisogno di spazio per il gioco e per stare appartati. Possono adattarsi anche alla vita in appartamento a condizione che venga messo loro a disposizione uno spazio dove sgranchirsi i muscoli e affilarsi le unghie. Anche se amano la compagnia (dell’uomo e di altri gatti), manifestano un carattere indipendente. Veloci e attenti, sono ottimi cacciatori e quindi sono attratti da pesciolini nell’acquario e uccelli in gabbia. La familiarizzazione con l’uomo deve iniziare fin da piccoli; animali che rimangono in compagnia solo della madre e dei fratelli hanno difficoltà ad entrare in relazione con l’uomo. Non devono essere lasciati per troppo tempo in casa da soli perchè soffrono la solitudine. Caso abbastanza raro tra i gatti, amano l’acqua. Il pelo corto del Bengala non necessita di cure particolari; solo durante la muta è bene spazzolare con maggiore frequenza per eliminare i peli morti. è bene spuntare le unghie regolarmente usando apposite forbicine. Se necessario pulire le orecchie usando un prodotto specifico.

standard di razza Categoria: Pelo Corto. Corporatura: grande (maschi fino a 8-9 kg e femmine fino a 6 kg); lungo e muscoloso, è dotato di ossatura robusta. Arti: quelli posteriori sono leggermente più lunghi di quelli anteriori; zampine ben sviluppate e tonde. Coda: media, piuttosto tozza, con punta nera arrotondata. Testa: allungata e piccola in proporzione al corpo; mento molto visibile e faccia lunga. Naso: grosso, con canna lunga e stop appena accennato; cuscinetti dei baffi ben sviluppati. Orecchie: piccole e leggermente protese in avanti, ben distanziate e con poca peluria. Occhi: grandi e a mandorla. Mantello: pelo corto, morbido e folto. Il mantello può essere a macchie o striato.


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Razze canine

Bracco Francese Tipo Pyrenees di Taglia Piccola

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l Braque Francais Type Pyrénées è chiamato anche “Bracco di piccola taglia”. La sua provenienza è comune a tutti i Bracchi della Francia, cioè deriva dal ceppo del “Braque Francais”. Cane di media taglia, dolicomorfo dolicocefalo. Classificato morfologicamente come tipo Braccoide. Il suo aspetto è nobile. È un po’ al di sotto della taglia media. È una razza di solida costruzione, robusta e con arti forti. La sua struttura ha giusti rapporti ed è molto ben proporzionata. Il suo aspetto è tipico di un Braccoide francese. è considerato da molti un perfetto ausiliare dell’uomo. È molto fedele ed ubbidiente all’uomo. Si sente in perfetta simbiosi con il suo padrone, il che gli permette di svolgere il suo dovere in modo esemplare, durante una battuta di caccia. È una razza di grande resistenza fisica, si adatta senza problemi a qualsiasi situazione climatica e a qualunque zona, terreno o luogo selvatico. Il suo olfatto è talvolta sorprendente. Possiede tutte le qualità necessarie per essere considerato una ottima razza da ferma. Eccellente anche come compagno.

Standard di razza

Altezza: da 56 a 65 cm. Peso:da 25 a 32 kg. Tronco: torace largo visto di fronte, disceso fino all'altezza del gomito, costole arrotondate. Il dorso è largo, dritto, a volte un po' lungo. La groppa è leggermente obliqua rispetto alla linea del dorso. I fianchi sono piatti e poco rialzati. Testa e muso: non pesante. Il cranio, piatto o appena leggermente convesso, presenta un solco mediano poco accentuato. Il muso è dritto, largo, rettangolare. Tartufo: grosso, di colore marrone. Denti: bianchi, completi nello sviluppo e nel numero. Collo: di lunghezza adeguata, leggermente arcuato nella parte superiore. Orecchie: di lunghezza media, attaccate all'altezza dell'occhio, non sono troppo larghe all'attaccatura. Occhi: di colore marrone o giallo scuro. Arti: anteriori dritti, larghi e muscolosi. Gomiti ben proporzionati. Posteriori con garretti larghi, mediamente flessi. I piedi sono compatti, quasi rotondi. Spalla: muscolosa. Muscolatura: asciutta, ben sviluppata. Coda: generalmente accorciata. Pelo: piuttosto grosso e folto, più sottile sulla testa e sulle orecchie. Colori ammessi:bianco con macchie di un marrone più o meno scuro con o senza macchiettature. Possono esistere focature chiare sopra gli occhi, sulle labbra e sugli arti.


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Viaggiando

Gallipoli

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a città di Gallipoli, situata sulla costa occidentale del Salento, affacciata sul mar Ionio, è divisa in due parti rispettivamente chiamate Borgo e Centro Storico, unite tra loro da un ponte. Il Borgo corrisponde alla parte moderna della città ed è situato su di un promontorio, mentre il centro storico si trova su un’isola di origine calcarea. La parte antica di Gallipoli è circondata da bastioni e mura di difesa lunghe circa un chilometro e mezzo. L’assetto urbanistico del centro storico è caratterizzato da vie strette e tortuose. Gallipoli, tra le mete turistiche predilette della penisola salentina, è molto apprezzata sia per le sue bellezze naturalistiche sia per quelle monumentali. Il litorale di cui si fregia Gallipoli è tra i più affascinanti d’Italia ed è formato da basse scogliere alternate ad ampie spiagge costeggiate dal lungomare. Tra le bellezze naturalistiche spicca l’isola di Sant’Andrea. Tra le sue bellezze monumentali e artistiche ricordiamo, invece, il Castello Angioino e il Rivellino, la Cattedrale di Sant’Agata, la Chiesa del Sacro Cuore, la Chiesa del Carmine, di San Francesco da Paola, di Santa Cristina, di Santa Teresa da Altavilla, la Fontana Greca. Gallipoli è d’estate invasa dai turisti, attratti dal mare cristallino, dalla natura, dall’arte, dalla cucina. Oltre al turismo la principale attività economica è rappresentata dalla pesca che fa di Gallipoli un’autentica città marinara. Ottima la cucina. Buona visita da Alessandro Ciorba


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Info Utili

Chi è il Medico Veterinario Comportamentalista

è

un medico veterinario che ha seguito un particolare percorso (corsi di formazione, master universitari, scuole di specialità) grazie al quale, in base alle credenziali acquisite, viene riconosciuto dalla FNOVI (Federazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) come ESPERTO IN MEDICINA COMPORTAMENTALE. Il suo ruolo è molto importante sia nella prevenzione di eventuali problemi comportamentali e possibili episodi di aggressività, che nel percorso riabilitativo vero e proprio, svolto in collaborazione con un istruttore formato adeguatamente nelle patologie comportamentali. La visita del MDVC dura almeno un’ora e mezza e serve per comprendere a pieno la vita dell’animale in questione (cane, gatto o coniglio, se non pappagallo), la relazione creata con la famiglia, le eventuali anomalie presenti. Per semplicità in questo articolo ci riferiremo al cane. Ci sono dei campanelli d’allarme che fanno subito pensare a problemi di iperattività (morso non inibito, cane che non dorme mai), di deprivazione sensoriale (cane fobico che scappa, morde o è depresso), di competizione con gli esseri umani o con altri suoi simili (cane che morde per far valere le sue ragioni). Questi campanelli si possono evincere già in una normale visita di controllo, anche da cucciolo, nel qual caso sarebbe bene che il medico curante riferisca il caso al DMVC. Stessa cosa se un educatore/ istruttore si accorge che ci possa essere un qualche problema nel suo allievo. è di fondamentale importanza sia la collaborazione tra educatore cinofilo e DMVC nell’ottica di prevenzione di patologie comportamentali, che quella con l’istruttore cinofilo durante il percorso riabilitativo. Infatti il DMVC emette una diagnosi e prescrive delle aree in cui l’istruttore saprà lavorare a seconda del caso. In certi casi viene prescritto un farmaco che aiuterà il cane ad avere meno ansia e ad imparare meglio i nuovi stati mentali che andrà sperimentando. In ogni caso non


vogliamo avere un cane sedato e “rimbambito” poiché è inutile e controproducente! In altri casi si potrà prescrivere un rimedio naturale o omeopatico…. oppure non sarà necessario nulla. Fondamentale è il percorso pratico effettuato quando al cane è stato prescritto un farmaco, poiché solo l’associazione tra terapia comportamentale e farmacologica produrrà gli effetti desiderati…. Insomma, non esiste una pillola magica! Alla base di tutto ciò ci deve essere la compliance con i proprietari e la loro volontà di cambiare aiutando il cane nel suo percorso. Ecco che l’istruttore cinofilo, a mio avviso, in quest’ottica sarebbe più corretto chiamarlo Riabilitatore cinofilo o Cinoterapeuta. Il lavoro che vien fatto nell’ambito della Scuola Italiana di medicina Comportamentale ricalca l’impostazione della medicina umana, dove lo psichiatra emette una diagnosi e prescrive una terapia, meglio se complice con lo psicoterapeuta che segue il paziente nel percorso psicologico. Purtroppo ultimamente noto una crociata contro i veterinari comportamentalisti da parte di alcuni settori della cinofilia: attenzione, il veterinario comportamentalista non è un dispenser di farmaci, bensì valuta attraverso un’accurata anamnesi e diagnosi se è o non è il caso di prescrivere un farmaco comportamentale. Naturalmente l’obiettivo non è quello di rendere l’animale sedato e inconsapevole del mondo che gli sta attorno, come purtroppo tanti credono. Questa opinione è nata dall’uso dei primi psicofarmaci e dal meccanismo di azione di alcuni più moderni, i quali inizialmente potrebbero provocare sonnolenza e scarso appetito. In questo caso il proprietario dovrà subito informare il DMVC che valuterà se sia meglio abbassare la dose o aver pazienza e tener duro finchè il farmaco non faccia effetto a pieno regime (una settimana o al massimo due). In fin dei conti in questo caso si parla di un farmaco che aiuta ad apprendere meglio nuovi comportamenti proprio perchè stimola addirittura la nascita di nuovi neuroni! Dott.ssa Elena Sorini Medico Veterinario Esperto in Medicina Comportamentale


L’angolo della lettura

Quattro zampe e un amore

“E

ddy non dimenticherà mai il giorno in cui, tornando da scuola, trovò a casa un cocker spaniel dal manto dorato. Erano andati a prenderlo il papà e la mamma e glielo avevano fatto trovare proprio il giorno del suo compleanno. Eddy era il bambino più felice del mondo.” Eddy oggi vive in un agriturismo immerso nelle colline emiliane, con la donna che ama, in compagnia di molti animali. Ma il suo percorso esistenziale è stato molto accidentato: la scomparsa del padre, le incomprensioni con il resto della famiglia, la difficoltà nello scoprire qual è il suo posto nel mondo e tutte le altre tensioni che animano qualsiasi giovane alla sincera ricerca di sé. Eddy, per sua fortuna, non è mai stato solo: ha sempre avuto una grande passione per i fratelli e le sorelle del regno animale. Una passione ricambiata soprattutto dai cani. Proprio la presenza continua e fedele di tanti amici a quattro zampe scandirà le tappe della sua crescita, fino al passaggio decisivo: quello che dall’amore per gli animali conduce inevitabilmente all’amore per la vita e le persone che si incontrano lungo il cammino.

quattro zampe e un amore Edoardo Stoppa Mondadori editore

Edoardo Stoppa, il fratello degli animali di “Striscia la notizia”, racconta la storia di un ragazzo che, esattamente come lui, crede che gli animali siano stati creati dalla natura per rendere migliore il mondo degli uomini. E ci riescono ogni qualvolta gli esseri umani glielo permettono.

Edoardo Stoppa, (Milano, 20 novembre 1969) si è fatto conoscere dal grande pubblico come fratello degli animali in qualità di inviato di “Striscia la notizia” sempre in soccorso degli animali. Precedentemente ha lavorato per “National Geographic” e ha realizzato reportage in molti Paesi al mondo. Ha inoltre ideato e condotto diverse trasmissioni, tra cui “Shock” su Sky Vivo, “Io amo viaggiare” su Marco Polo (Sky). Con Mondadori ha pubblicato Per fortuna che ci sei (2011).


Curiosità

IL MUSEO DEI CRIMINI AMBIENTALI

è

stato inaugurato lo scorso 6 Marzo il primo Museo del Crimine Ambientale (MACRI), realizzato dal Corpo forestale dello Stato e dal Bioparco di Roma. Il Museo, unico nel suo genere in Europa, ha l’obiettivo di sensibilizzare il grande pubblico sui reati che spesso deturpano il patrimonio ambientale. Basti pensare che, nel corso dei primi sei mesi del 2013, il Corpo forestaledello Stato nei suoi molteplici settori di intervento ha complessivamente accertato 5.095 reati ambientali e 13.970 illeciti amministrativi. La struttura, divisa in sette sezioni (incendi, inquinamento e rifiuti, bracconaggio, taglio illegale, CITES, maltrattamento animale e tecniche investigative) permette ai visitatori di conoscere più da vicino la gravità di fenomeni come il commercio illegale di fauna e flora in via d’estinzione, attività che sempre più spesso sono associate alla criminalità organizzata, mettendo in risalto gli strumenti di cui dispone lo Stato per combattere simili forme di illegalità. Si tratterà di uno spazio interattivo dove Forestali e cittadini potranno incontrarsi anche per dibattere i delicati temi relativi alla salvaguardia del territorio e degli ecosistemi. “Il museo non è soltanto un’esposizione statica di reperti ma un punto d’incontro per ricerche, dibattiti e attività di divulgazione ed educazione ambientale rivolte soprattutto ai giovani - spiega il Capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone - mi auguro, inoltre, che la struttura possa diventare un nuovo polo didattico con valenza scientifica. La Forestale concentrerà il suo impegno anche nel raggiungimento di questo obiettivo”.

IL PERCORSO DI VISITA Il MACRI si sviluppa su circa 400 metri quadri in cui sono stati ricreati numerosi contesti ambientali che rappresentano i fenomeni criminali e i danni prodotti sull’ambiente. Il visitatore è accolto da un breve filmato in cui l’etologo Danilo Mainardi interviene sulle tematiche del Museo. Il percorso è corredato da diversi pannelli in duplice lingua che offrono per ogni argomento una spiegazione chiara, arricchita da dati e curiosità. Nella parte centrale della struttura si trovano le teche espositive dedicate alla CITES (Convenzione che regolamenta il commercio internazionale di specie di flora e fauna in via di estinzione) e contenenti, tra gli altri, esemplari imbalsamati, parti e prodotti derivati, confiscati e custoditi dal Servizio CITES della Forestale, che vengono esposti e mostrati al pubblico per la prima volta. I reperti provengono dalle innumerevoli operazioni di polizia giudiziaria effettuate dal personale del Sevizio CITES del Corpo forestale dello Stato negli ultimi venti anni, sia sul territorio nazionale che internazionale. Si stima che attualmente siano conservati dal Corpo forestale dello Stato oltre 71mila reperti. In prossimità delle teche, con l’ausilio di testi di facile lettura e delle immagini, sono illustrati i più importanti fenomeni criminali ai danni delle specie protette, obiettivo principale dell’attività di contrasto condotta dal Servizio CITES attraverso i suoi uffici dislocati sul territorio e presso le dogane (traffico illegale di avorio, pelli e pellicce, trofei, medicina tradizionale, conchiglie, etc..). Altre teche sono dedicate al bracconaggio e al reato di maltrattamento animale e contengono gli strumenti di cattura più utilizzati nella caccia illegale.


Curiosità

Lapponia, strage di renne negli incidenti stradali

I

n tutta la Scandinavia vi è un serio problema per gli automobilisti costituito dalla presenza di alci e renne sulle strade. A causa di ciò è stato messo a punto il cosiddetto «test dell’alce», che verifica la capacità di un’auto di tenere la traiettoria dopo una violenta sterzata per schivare un ostacolo improvviso, come ad esempio un alce. In Lapponia sono ben 4.000 le renne che muoiono ogni anno travolte dalle auto. Sono soprattutto animali che vivono allo stato semibrado. I branchi sono controllati con gli elicotteri dagli allevatori, la cui associazione ha escogitato un metodo ingegnoso per dare uno stop agli incidenti e alla moria di animali: colorare con un particolare spray fosforescente le corna delle renne, in modo che gli animali possano essere veduti anche da una grande distanza da parte degli automobilisti. L’Albedo Reflective è prodotto da un’azienda svedese, specializzata in spray per biciclette, vestiti, scarpe. La sostanza colorante non è visibile ad occhio nudo alla luce del sole, ma

di notte. Se si tiene presente che per molti mesi dell’anno la Lapponia è quasi sempre al buio, la soluzione prospettata dovrebbe far diminuire notevolmente gli incidenti tra auto e renne. Con i ringraziamenti di Babbo Natale. A.C.

UN CANE SEMPRE PIù TECNO

I

n Giappone Ntt Docomo, il principale operatore telefonico, sta mettendo in commercio un “collare smart”, con Gps e connessione 3G, insieme a una piattaforma che elabora le informazioni. Il dispositivo Pet Fit Tag pesa circa 30 grammi, è largo 5 centimetri e costerà, insieme alla piattaforma che riceve il segnale e lo invia allo smartphone o al tablet del padrone, circa 190 euro. Sulla base degli spostamenti registrati è possibile sapere quanto si è mosso il cane, se ha dormito, se ha bisogno di più esercizio, la temperatura del luogo dove si trova. È possibile per i

proprietari accedere ai dati di 900 alimenti differenti per cani e interloquire con veterinari per quesiti di varia natura. Da segnalare poi la nascita di un guinzaglio “intelligente” per evitare incidenti stradali. Per far sì che gli amici a quattro zampe siano visibili anche da lontano nelle ore più buie, ecco il guinzaglio dotato di un sistema luminoso. Progettato dalla Flexi, il guinzaglio `Vario´ è provvisto di un sistema di luci led anteriori e posteriori per illuminare la strada, e una cinghia led per segnalare la presenza del cane agli automobilisti anche a lunga distanza. A.C.


Un aiuto in più nella scelta del veterinario di fiducia: le strutture certificate. Districarsi nelle offerte di servizi è sempre piu’ difficile, piu’ che mai se in gioco non c’è un oggetto ma la salute di un essere vivente, del nostro compagno di vita a 4 zampe. Ecco perché chi ha un pet deve essere messo in grado di avere degli strumenti di giudizio comprensibili ed immediati senza dover necessariamente essere esperto conoscitore del settore e delle questioni tecniche. Oggi proprietari hanno un aiuto in più nella difficile scelta di chi dovrà prendersi cura dei loro amici pelosi! Quale? Cercare quelle strutture che si sono messe in gioco e hanno chiamato un ente terzo “super partes” a dichiarare che il lavoro vene svolto nel rispetto di specifici requisiti, in spazi adeguati e con strumentazioni adeguate! Questo è il meccanismo su cui si basano le certificazioni volontarie, come la ISO 9001, una certificazione “di sistema” che attesta che la struttura ha individuato e gestisce in modo ottimale tutti i processi aziendali, o la certificazione “Buone Pratiche veterinarie” basata sul manuale di Buone Pratiche Veterinarie, redatto da ANMVI (Associazione Nazionale medici veterinari Italiani) con il patrocinio della FNOVI (Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani) e dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. Secondo questo schema certificativo i servizi erogati dalla struttura vengono suddivisi in varie aree (area medica, area chirurgica, diagnostica per immagini, pronto soccorso e medicina d’urgenza, ricovero e degenza, laboratorio) e la struttura ottiene la certificazione solo per le aree che sono totalmente conformi, sia strutturalmente che organizzativamente al manuale BPV…..una bella garanziLe strutture certificate mettono a disposizione della clientela una carta dei servizi, che illustra in modo completo e trasparente quali sono i servizi erogati e le specie curate, in funzione delle reali competenze dei veterinari e della tipologia di strumentazione posseduta. noltre la carta dei servizi fornisce informazioni sullo staff della struttura, sulla gestione dei pazienti durante visite e ricovero, modalità di accesso alla struttura e alle prestazioni, richiesta di preventivi e tutto quello che può essere utile sapere della struttura.

Obbiettivo fondamentale delle strutture che selgono di certificarsi è il rapporto trasparente con la clientela, che prevede l’impegno dei veterinari nell’informare i proprietari in modo completo e dettagliato rispetto ad ogni procedura eseguita. Il Cliente ha a disposizione cartella cliniche ,refertazioni ed esami eseguiti, inoltre le strutture predispongono un sistema di archivio delle cure prestate ai piccoli pazienti. Le certificazioni danno garanzia circa l’adeguatezza della struttura rispetto ai servizi erogati…..perchè non basta essere “belli e puliti” per lavorare bene, occorre avere adeguata preparazione, procedure stabilite, organizzazione precisa, compiti assegnati e srumenti e macchinari sempre efficienti. Questo è quello che l’ente di certificazione attesta al rilascio dei certificati! Cercando strutture certificate ISO 9001 e Buone Pratiche Veterinarie i proprietari potranno trovare l’eccellenza nella medicina veterinaria, e dunque il meglio per i loro amati pelosi! Seguendo il motto “la loro salute la nostra missione” un gruppo di veterinari Italiani ha fondato un network di strutture, Gruppocvit, che oggi è presente su scala nazionale con un centinaio di affiliati. Tutte le strutture veterinarie affiliate a Gruppocvit hanno scelto di rispettare i requisiti delle norma ISO 9001 e del manuale Buone Pratiche Veterinarie, preferendo così l’eccellenza delle certificazioni nella Medicina Veterinaria. Il Gruppo è sottoposto a verifiche e controlli de parte dell’ente di certificazione, riconosciuto a livello nazionale e internazionale, che verifica l’adeguatezza dei servizi, delle prestazioni, delle strutture e del personale. Un modo in più per garantire tranquillità e serenità ai proprietari che affidano alle cure di questi professionisti i loro beniamini. Gruppocvit è formato da realtà diverse tra loro, che vanno dall’ambulatorio, alla clinica, all’ospedale veterinario.

Per trovare la struttura più vicina visitate il sito www.gruppocvit.it


Curiosità

Record di velocità animali

1 L’animale terrestre più ve-

loce è il ghepardo che per brevi tratti può raggiungere una velocità di 120 km/h.

1

2

3

4

5

6

7

8

2 Il mammifero più veloce in acqua è l’orca che raggiunge una velocità di 55,5km/h. 3 Il mammifero più lento sulla terraferma è il bradipo tridattilo che raggiunge velocità comprese tra 0,1 e 0,16 km/h. 4 L’animale più lento in assoluto è la lumaca che raggiunge la velocità di 0,05 km/h. 5 L’uccello più veloce in volo è il Rondone codacuta che raggiunge i 170 km/h. 6 L’uccello più veloce in pic-

chiata è il Falco Pellegrino che è stato cronometrato a velocità di 324 km/h.

7 Il pesce più veloce è il pesce vela che può raggiungere una velocità di 109 km/h

8 Il cavallo più veloce del

mondo ha raggiunto la velocità di 70,76 km/h.


Pet Quiz La clindamicina è un:

a

La digiunite è un'infiammazione di:

a

c

41

27

insetto

b

c

contatto

inalazione

c

b fegato ovino

succo d'uva

arancio

grande

b

piccola

c

media

La glicina è un:

a

b

carboidrato

grasso

c

aminoacido

L'arteria safena si trova in corrispondenza di:

c

collo

Le risposte corrette: 8)a

cavità toracica

7)c

b

6)a

arti

5)b

a

4)a

8

b

Il leonberger è un cane di taglia:

a 7

19

La Vitamina B12 è contenuta soprattutto in:

a 6

milza

La babesiosi è trasmessa da:

a 5

c

intestino

Le ossa della testa del cane sono:

a 4

b

occhio

3)c

3

repellente

2)b

2

c

b vermifugo

antibiotico

1)a

1


DOVE L’ECCELLENZA È IL VALORE PIÙ SEMPLICE È nato Demas, il nuovo sito italiano rivolto al mondo veterinario. Demas vuole rappresentare un valido ed utile strumento di servizio per il professionista. Il sito si presenta ricco di rubriche di varia natura e sarà costantemente aggiornato sulle novità del mercato e della professione veterinaria.

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