Editore Demas Srl - anno III numero 5 - VIETATA LA VENDITA
Magazine
Salute
PIA A O C TUIT A GR
Fra raffreddore, tartaro e acne come aiutare i nostri animali
Speciale Natale Sotto l’albero regali, giochi e gli utili consigli dei veterinari
Buone Feste
VASTO CATALOGO ONLINE L’ ESPERTO RISPONDE BACHECA ANNUNCI NEWS PETNET.IT il primo portale italiano dedicato al mondo degli animali da compagnia. Il sito rappresenta una affermata realtà nel panorama italiano di Internet. Vi proponiamo un e-commerce dove troverete tutto quello di cui avete bisogno, scegliendo i vostri prodotti da un catalogo di oltre 27’000 ARTICOLI. Un grande negozio online APERTO 24 ORE SU 24 con tante offerte e sezioni completamente gratuite quali: L’ESPERTO RISPONDE, BACHECA ANNUNCI, NEWS, e tante altre!
• INFORMATORE FARMACEUTICO ONLINE GRATUITO •SEZIONE CORSI E SEMINARI • INFORMAZIONI E NEWS CONTINUE • VASTO CATALOGO ONLINE
VOLETE UN’INSERZIONE PUBBLICITARIA DELLA VOSTRA AZIENDA SU PETNET MAGAZINE?
PER CHI VUOLE ESSERE SERVITO COMODAMENTE A CASA PROPRIA E’ nato VetNet, il nuovo sito italiano, realizzato da DEMAS srl per il medico veterinario. Vet-Net vuole rappresentare un valido ed utile strumento di servizio per il professionista. Il sito si presenta ricco di rubriche di varia natura e sarà costantemente aggiornato sulle novità del mercato e della professione veterinaria. Tra i vari servizi offerti merita di essere segnalato L’INFORMATORE FAR� MACEUTICO ON�LINE, con aggiornamenti periodici durante tutto l’anno. Su Vet-Net il professionista potrà trovare INFORMAZIONI CONTINUE su nuove strumentazioni e materiale di consumo utili all’attività professionale. TUTTO IL MATERIALE POTRÀ ESSERE ORDINATO ON LINE.
CONTATTATECI E VI FORNIREMO TUTTE LE INFORMAZIONI PER LA VOSTRA PUBBLICITÀ. DSE concessionaria pubblicitara per Petnet Magazine info: petnetmagazine@gmail.com
Editoriale
A
bbiamo il piacere di festeggiare i 2 anni della nascita di PetNet Magazine, uscito a suo tempo “timidamente” nel panorama delle iniziative del mondo editoriale destinate ai nostri amici animali, ma che grazie a Voi, affezionati lettori, ha da subito conosciuto un’ottima accoglienza. Ciò ci ha confortato nel proseguire nell’iniziativa e nel migliorarla con il tempo. Abbiamo così apportato modifiche ed inserito nuove rubriche nella speranza di essere sempre più vicini ai vostri interessi e soddisfare la vostra curiosità e dare una risposta ai vostri dubbi ed ai quesiti, che sempre più numerosi giungono al nostro esperto sul sito WWW.PETNET.IT Auguri a tutti di cuore. Siamo prossimi all’inizio di un nuovo anno, il 2012, che ci auguriamo possa portare salute e benessere a tutti gli esseri umani ed a tutti gli animali, a qualunque specie essi appartengano, che ci sono vicini nella nostra vita quotidiana. Abbiamo trascorso un anno non facile per tutte le turbolenze economiche finanziarie che lo hanno caratterizzato, ma le prossime festività devono contribuire a portarci serenità e coltivare ancora di più gli affetti familiari. In questo periodo di feste non dimentichiamo i nostri piccoli amici più o meno pelosi e offriamo loro una piccola speciale ricompensa, che non può in alcun modo ripagare tutto l’affetto che spontaneamente ci danno ogni giorno. Non dimentichiamo, se possibile, cani e gatti ospitati nei canili e gattili, pubblici e privati. Natale è anche tempo di doni e perciò, se pensiamo di regalare o regalarci un animaletto per dividere con lui la nostra esistenza, possiamo sì acquistarlo in un negozio specializzato o presso un allevatore, ma anche rivolgerci ad un ricovero e scegliere qui il nostro futuro compagno/a. Un’alternativa, se non abbiamo tempo da dedicare ad un animale o la nostra casa mal si concilia con una corretta convivenza uomo – animale, è quella di adottarne uno a distanza. Nel settore della cura e benessere animale la nostra azienda vuole esservi sempre vicina: è da decenni al servizio del medico veterinario e dei proprietari degli animali di ogni specie ed è in grado di fornire un’ampia gamma di prodotti per ogni loro esigenza. Buon 2012! Fabrizio Foglietti, Managing Director Demas
EDITORE Demas Srl Cir.ne Orientale 4692 00178 - Roma - Tel. 06.41.79.05 info@demas.it - www.demas.it ANNO 3 - NUMERO 5 Novembre / Dicembre 2011 Tribunale civile di Roma N.363/2009 del 02.11.2009 DIRETTORE RESPONSABILE Carlo Liguori
COMITATO DI REDAZIONE Alessandro Ciorba Fabrizio Foglietti Francesco Foglietti Antonello Castelli Cristina Foglietti Filippo Foglietti GRAFICA IMPAGINAZIONE STAMPA DSE Srl Via Antonino Pagliaro, 58 00133 Roma Tel. 06-72630409
Demas Srl è titolare esclusiva di tutti i diritti di pubblicazione e diffusione. L’utilizzo anche parziale da parte di terzi è vietata. La Direzione non si assume la responsabilità per eventuali errori presenti negli articoli pubblicati nè delle conseguenze dirette e indirette che possono causare. Alcune delle foto presenti su PetNet Magazine sono state prese da Internet. Chiunque abbia legittimi diritti di copyright sulle immagini, può contattare l’indirizzo: petnetmagazine@gmail.com
10
L’albero di Natale e la sua storia
Sommario 54
Sorrento
48
La cavia
14 Animali Domestici Aiuto il gatto ha il raffreddore L’acquario in casa 18 Nutrizione Grassi sì grazie, ma essenziali 20 L’angolo dell’esperto Attenzione ai calcoli 22 Medico di famiglia Utilizzo appropriato delle risorse sanitarie: necessità o virtù? 24 Il calendario Il Calendario Demas 26 La rubrica della salute Gli esami di laboratorio: questi sconosciuti Non dimentichiamoci dei denti
4
Speciale Natale 6 Consigli per le feste
10 L’albero di Natale e la sua storia
12 Un nuovo arrivo in famiglia
44
Un consiglio per il nostro benessere
12
Un nuovo arrivo in famiglia
16
L’acquario in casa
29 L’angolo delle idee regalo 31 Il fumetto Shopping di Natale 39 L’angolo della fitoterapia Piantaggine 40 Comportamento Possibili cause dell’aumento dell’aggressività nel cane - 2° parte 42 Razze canine Gli aristocani: il Bolognese e il Maltese 44 Benessere Un consiglio per il nostro benessere 46 Dermatologia Anche cane e gatto possono soffrire di...acne 47 L’angolo della fotografia Pet agility
48 Animali Esotici La cavia 47 L’angolo della lettura 101 storie di cani Storie vere di animali con l’anima e di uomini senza L’amore lascia il segno 54 Viaggiando Sorrento 56 A tavola con la veterinaria Risotto tropicale 57 Gli animali e la Legge La compravendita di animali 58 Curiosità 64 Pet Quiz 65 Pet Oroscopo
5
Speciale Natale
Consigli per le feste Prof. Alessandro Ciorba
A
nche quest’anno possiamo pensare di poter trascorrere un periodo di riposo e tranquillità circondati dai nostri cari e dai nostri amici animali, che sempre numerosi popolano le nostre abitazioni. Sono infatti prossime le festività natalizie e di fine anno. Ci lasciamo alle spalle un 2011 non certo privo di apprensioni nella speranza che il 2012 possa registrare un miglioramento per tutti. Nonostante le legittime preoccupazioni, non possiamo e non dobbiamo dimenticarci dei nostri cani e gatti e tenere presenti i possibili rischi che possono mettere a repentaglio la loro salute od il loro benessere. è proprio a partire dalle nostre case che dobbiamo tenere presenti alcuni consigli di carattere pratico per non incorrere in eventuali spiacevoli inconvenienti.
BOTTI DI FINE ANNO
Arriva il 2012, che ci auguriamo sia per tutti portatore di felicità, benessere e salute e la notte del 31 dicembre, immancabile in ogni luogo, arriva il momento dei «botti di Capodanno». Gatti e soprattutto cani sono particolarmente sensibili a questi rumori improvvisi e violenti, possono essere preda di vero e proprio panico e reagire con comportamenti istintivi, come ad esempio cercare di fuggire il più lontano possibile, ma nello stesso tempo si espongono a seri rischi per la loro incolumità. Possono così ad esempio fuggire per le strade, rischiando di essere investiti da automobili di passaggio, oppure provare un impulso improvviso a scappare dall’abitazione scavalcando il balcone o la finestra. Che fare? Organizziamo la nostra bella serata di fine anno e per non iniziare l’anno nuovo con qualche problema in più teniamo il nostro piccolo amico peloso, seppure per un periodo limitato in un luogo confortevole e rassicurante, magari facendolo entrare in casa se vive all’esterno; manteniamo un atteggiamento sereno e non premiamo cane o gatto con carezze di rassicurazione, che l’animale potrebbe interpretare come una legittimazione del suo stato di paura. È possibile comunque prevenire gli stati di ansia, rivolgendosi in anticipo al medico veterinario che potrà consigliare rimedi omeopatici, fitoterapici o farmaci in grado di limitare l’ansia.
CIOCCOLATA STOP
Vogliamo gratificare i nostri pet con snack, bocconcini, ossa e quanto altro offre il mercato? Facciamolo pure. Abbiamo solo
6
l’imbarazzo della scelta. Supermercati e negozi per animali ci propongono un’ampia gamma di doni. Magari possiamo rinnovare la cuccia o il “guardaroba” del nostro cane. Siamo in pieno periodo festivo, ma facciamo attenzione alla cioccolata. La teobromina contenuta nel cioccolato è tossica per i cani, che sono incapaci di metabolizzarla. Parliamo naturalmente di quantitativi elevati perché possano esercitare un effetto nocivo. Esempio: un cane di circa 20 Kg di peso soffrirà qualche disturbo intestinale dopo aver mangiato circa 250 g di cioccolato al latte, aritmia cardiaca se ne mangia mezzo chilo. Col cioccolato fondente le dosi sono inferiori, essendo questo più ricco di cacao. Se non vogliamo quindi rinunciare a gratificare i nostri amici pelosi andiamo dal nostro pet shop di fiducia ed acquistiamo leccornie appositamente studiate e realizzate per loro.
REGALI
è Natale ed un pensierino sotto l’albero generalmente non manca neanche per lui o lei (cane o gatto che sia). Se gli acquistiamo un pensiero facciamolo con un po’ di attenzione nel senso che cerchiamo di non comprare una pallina di gomma di piccole dimensioni se abbiamo in casa un cane di grossa taglia e così via. Se poi dopo avere acquistato i pensierini per tutta la famiglia ci avanza ancora qualche euro, magari rinunciamo a qualche dolcetto (se ne avvantaggerà la linea ed il fegato), ma non dimentichiamoci di cani e gatti poco fortunati. I nostri canili e gattili sono pieni di animali abbandonati ed allora, per ricordarci fattivamente di loro, offriamo un
7
Speciale Natale
contributo concreto alle associazioni che si occupano tutto l’anno di loro.
PIANTE PERICOLOSE
Certamente non ci si pensa, ma è veramente ampio il numero delle piante che possono esercitare un’azione tossica per cani e gatti (vedi elenco). Durante le feste sono portate comunemente in regalo se ad esempio siamo invitati a pranzo ed a tutti piace in questo periodo abbellire la pro-
8
pria abitazione con fiori e piante, talora provenienti da luoghi remoti. L’ingestione di una parte anche piccolissima di esse può causare avvelenamenti mortali. Per evitare pericoli basta prendere dei semplici accorgimenti e tenere le piante al di fuori della portata degli animali ricordandoci che, specialmente i cuccioli, mordono e giocano con qualsiasi oggetto abbiano alla loro portata.
Speciale Natale
ATTENTI ALL’ALBERO
L’albero di Natale ha in gran parte sostituito il presepe nelle nostre case divenendo il simbolo più diffuso delle festività natalizie. Le sue luci scintillanti e le decorazioni di ogni tipo possono nascondere piccoli grandi trabocchetti per i nostri amici a quattro zampe che possono essere particolarmente attratti da palline colorate e fili illuminati, rischiando di rimanere folgorati o di andare incontro ad un possibile soffocamento in seguito all’ingestione di addobbi “indigesti”.
OSSA, FRITTI, ECC.
Attenzione ai bocconcini rubati mentre si cucina o che grazie ad una bella tavola più frequentemente imbandita si possono somministrare con troppa generosità. Guardiamoci da ossa, retine degli arrosti, alimenti fritti, carne di maiale cruda, ecc. Sono potenziali pericoli che possono provocare tutta una serie di inconvenienti più o meno seri, talora mortali. Non eccediamo quindi nel voler ricompensare il nostro animaletto e non scordiamoci di tenere a portata di telefono il numero del nostro medico veterinario, informarci se eventualmente va in vacanza e provvedere ad avere a disposizione il numero del suo sostituto.
CANI SMARRITI
Piante pericolose • Palma da sago (Cycas Revoluta) • Gigli, tulipani (tossici soprattutto per i gatti) • Azalea/rododendro (letale) • Oleandro (letale) • Semi di ricino (letale) • Ciclamino (in alcuni casi letale, la più alta concentrazione di questo componente tossico è posizionata tipicamente nella parte della radice della pianta) • Kalanchoe (pianta grassa) • Tasso (letale) • Stella di natale • Dieffenbachia (specialmente tossica per i gatti) • Vischio • Bacche di Agrifoglio • Lauroceraso (contiene cianuro) • Ortensia
Il periodo delle festività natalizie spesso coincide con viaggi di piacere o spostamenti presso parenti, amici o stazioni di villeggiatura. In questo periodo, così come durante l’estate, cresce anche il fenomeno degli abbandoni. No comment, dato che tanto è stato scritto e detto in merito per condannare questo inqualificabile gesto. Se quindi ci si dovesse imbattere in un cane smarrito si dovrà avere cura di avvicinarlo con attenzione, senza compiere gesti bruschi, tentare di rassicurarlo, magari offrendogli del cibo e mettersi in contatto con il servizio veterinario della Asl locale. Una volta raccolto e portato al canile potrà essere semplice risalire al proprietario tramite il tatuaggio od microchip e, qualora non ne fosse in possesso, è il canile il luogo dove i proprietari potranno cercarlo ed andare a riprenderlo. Essere proprietari responsabili significa anche e soprattutto prevenire ogni possibile rischio per gli animali con i quali abbiamo scelto di condividere ogni momento della nostra vita. A. C.
9
Speciale Natale
L’albero di Natale e la sua storia L’
immagine dell’albero ed in particolare l’abete, sempreverde, come emblema del rinnovarsi e del perpetuarsi della vita è un tradizionale primitivo tema pagano, presente sia nell’antichità sia nel periodo medioevale e, successivamente in qualche modo assimilato dal Cristianesimo. Presso molti popoli, come gli Indoeuropei, l ‘Albero Cosmico rappresenta la manifestazione divina del cosmo. Alcuni commentatori cristiani lo identificarono addirittura con Gesù Cristo o Sant’Antonio da Padova. Non è stato provato con sicurezza che l’uso moderno dell’albero durante le festività di fine anno derivi da queste tradizioni. In ogni caso si pensa che il tutto abbia origine in tempi a noi più vicini intorno alla metà del ‘400 a Tallinn, in Estonia, allorché fu eretto un grande abete nella piazza del Municipio, Raekoja Plats, attorno al quale giovani uomini e donne ballavano insieme alla ricerca dell’anima gemella. Nel ‘500 in Germania si ritrovano notizie relative a manifestazioni simili. Si narra come nella città di Brema un albero fosse decorato con mele, noci, datteri e fiori di carta. La città di Riga si è autoproclamata sede del primo albero di Natale della storia. è stata infatti ritrovata una targa scritta in otto lingue, secondo cui il “primo albero di capodanno” fu addobbato nella città nel 1510. Un teologo luterano ha affermato che nell’albero di Natale certamente ritroviamo i miti dell’albero, simbolo del rinnovarsi della vita, legato ad antiche popolazioni non solo europee, ma anche la tradizione degli alberi innalzati, ornati di frutti e di altri simboli cristiani, davanti alle cattedrali. In occasione di questi eventi si mettevano in scena episodi biblici. Precedentemente a questa prima apparizione “ufficiale” dell’albero di Natale si ha notizia di un gioco religioso medioevale, celebrato proprio in Germania il 24 dicembre, il “gioco di Adamo e di Eva”, in cui piazze e chiese erano riempite di alberi di frutta e simboli dell’abbondanza per ricreare l’immagine del Paradiso. In seguito gli alberi da frutto furono sostituiti con abeti dal momento che questi ultimi avevano una innata valenza “magica” per il popolo. Gli abeti infatti erano e sono contraddistinti dal fatto di essere sempreverdi, caratteristica che, secondo una tradizione, deriverebbe proprio dallo stesso Gesù come ringraziamento per averlo protetto mentre era inseguito da nemici. Forse a questa credenza si può far risalire la consuetudine secondo la quale, sempre in Germania, l’abete era anche il luogo in cui erano posti i bambini portati dalla cicogna. L’uso di candele per addobbare i rami dell’albero è attestato già nel XVIII secolo. Per molto tempo, la tradizione dell’albero di Natale rimase tipica delle regioni a nord del Reno anche se per i cattolici era considerato un uso protestante. Furono gli ufficiali prussiani, dopo il Congresso di Vienna, a contribuire in seguito alla sua diffusione. A Vienna l’albero di Natale apparve nel 1816, per volere della principessa Henrietta von Nassau-Weilburg, ed in Francia fu introdotto nel 1840 dalla duchessa di Orléans. Attualmente la tradizione dell’albero di Natale, analogamente a molte altre tradizioni natalizie correlate a questo particolare
10
periodo, è sentita in modo particolare nell’Europa di lingua tedesca. Ricordiamo l’usanza particolarmente diffusa dei così detti mercatini di Natale, oggi presenti comunemente in molte nostre città. L’albero di natale è ormai universalmente accettato anche nel mondo cattolico e molto spesso lo troviamo affiancato al tradizionale presepe. Riprova di ciò è anche la tradizione, introdotta durante il pontificato di Giovanni Paolo II, di allestire un grande albero di Natale nel cuore del cattolicesimo mondiale, piazza San Pietro a Roma. D’altra parte un’interpretazione allegorica avanzata dai cattolici spiega l’uso di addobbare l’albero come una celebrazione del legno in ricordo della Croce che ha redento il mondo . Questo significato porta ad una stretta similitudine dell’albero con il pilastro cosmico, denominato Yggdrasill dalla mitologia nordica, inteso cioè come fonte della vita, delle acque eterne, cui è vincolato il destino degli uomini: La similitudine tra albero sacro e Croce fu usata anche dai missionari cristiani tra l’VIII e X secolo per convertire i popoli germanici in Europa centro-settentrionale. La massima diffusione dell’albero di Natale si è avuta però nei primi anni del Novecento e questi è divenuto progressivamente un elemento costantemente presente nelle nostre case, venendo a rappresentare il simbolo del Natale probabilmente più comune a livello planetario. A.C.
Una leggenda americana racconta di un bambino che, alla ricerca di un ceppo di legno da bruciare nel camino, si perse in un bosco la vigilia di Natale. Oltre a tutto iniziò a cadere una fitta nevicata. Nel bosco, ormai spoglio di foglie, vide un albero ancora verdeggiante e si riparò dalla neve sotto di esso: era un abete. Il piccolo si addormentò ai piedi del tronco e l’albero abbassò i suoi rami fino a far loro toccare il suolo in modo da formare come una capanna, che proteggesse dalla neve e dal freddo il bambino. La mattina dopo i compaesani trovarono il bambino che dormiva tranquillo sotto l’abete, tutto ricoperto di cristalli che luccicavano alla luce del sole. In ricordo di quel fatto, l’abete fu adottato a simbolo del Natale e da allora in tutte le case è addobbato ed illuminato, quasi per riprodurre lo spettacolo che gli abitanti del piccolo villaggio videro in quel lontano giorno. Da quello stesso giorno gli abeti nelle foreste avrebbero mantenuto, la caratteristica di avere i rami pendenti verso terra.
11
Speciale Natale
Un nuovo arrivo in famiglia
S
iamo nel periodo delle feste e molti bambini chiedono a Babbo Natale un animale da compagnia. Non è infrequente che la scelta ricada su un gatto, ritenuto in certo modo più facile da gestire in un appartamento anche in considerazione del suo status di animale “indipendente”. Comunque si tratta di una nuova presenza , che non può essere trattata come un qualunque giocattolo del tipo usa e getta. Dobbiamo assumerci qualche piccola responsabilità e partire dal presupposto che la famiglia si è arricchita di un nuovo membro. Quando arriva in casa un gattino, dobbiamo tenere presenti tante piccole, grandi cose: di come alimentarlo, di vaccinarlo ,di proteggerlo dall’attacco di parassiti interni ed esterni, di abituarlo a vivere con noi in appartamento, di comprendere le sue esigenze di animale inserito in un contesto in qualche modo anomalo, in cui sono scomparsi alberi, prati, prede. In questo quadro è importante imparare, sin dall’inizio, a realizzare con lui un rapporto corretto, a trattarlo adeguatamente, in maniera tale che riconosca in noi un amico. Dovremo cercare di evitare movimenti troppo bruschi, abbracci eccessivamente intensi, tutto ciò cioè che possa in qualche modo innescare una
12
sorte di sindrome di allarme e fargli ritenere di avere di fronte un potenziale nemico. Dovremo dimostrare il nostro affetto ed il desiderio che stia con noi nelle dovute maniere. Se desideriamo prenderlo in braccio, sarà opportuno accarezzarlo prima con delicatezza, per saggiare la sua disponibilità ad interagire con noi. Per rassicurarlo possiamo parlargli sottovoce, non perché il gatto comprenda quanto gli stiamo dicendo, ma perché saprà comprendere il tono della nostra voce. A questo punto se non dimostra segni di insofferenza, lo possiamo afferrare tenendo una mano sotto il torace e con l’altra sostenendogli la parte posteriore del corpo. Lo possiamo anche stringere al petto sempre sorreggendo la parte posteriore, con delicatezza e decisione, ma avendo cura magari di afferrare le sue zampe anteriori, per evitare che in un impeto improvviso di voglia di libertà ci possa graffiare. Non dobbiamo dimenticare che il gatto per quanto possa volerci bene ha sempre un forte senso di autonomia decisionale. Quindi se notiamo, nonostante il nostro desiderio di coccolarlo, che di ciò proprio non ne ha voglia, sarà meglio lasciarlo andare, perché tanto, prima o poi, verrà lui da noi a reclamare la sua dose quotidiana di affettuosità. A.C.
*VUKYVNLU :L ]LKP ULS M\[\YV KLS [\V JHUL \U WV» WP KP TV]PTLU[V
Condrogen® protegge e rinforza le articolazioni. Condrogen® è un supplemento nutrizionale per la protezione completa delle articolazioni dei cani. La sua formula brevettata, frutto della ricerca Innovet in ortopedia veterinaria, protegge la cartilagine e, nello stesso tempo, rinforza il tono dei muscoli che sostengono le articolazioni, rendendole così più stabili e funzionali. Condrogen® trova utile impiego sia nei cuccioli di razze predisposte alle malattie ortopediche fonte di artrosi (es. displasie) che nei soggetti adulti sottoposti ad intenso sforzo fisico o sovraccarico articolare (es. cani da sport, da lavoro o in sovrappeso). La capacità di movimento del tuo cane in futuro dipende anche da ciò che puoi fare per lui oggi.
Chiedi consiglio al tuo Veterinario di fiducia.
13
Animali Domestici
Aiuto il gatto ha il raffreddore!
A
rrivata la stagione fredda è comune che il gatto presenti degli starnuti, a volte rari nel corso della giornata a volte più frequenti ed accompagnati da altre manifestazioni. Chiunque di noi, proprietario di un bel micio, si pone il dubbio se ci si debba preoccupare o meno. La risposta non è sempre a portata di mano e richiede un minimo di riflessione. Potremmo infatti trovarci di fronte al sintomo iniziale di una malattia infettiva virale / batterica tipica del gatto, che è proprio caratterizzata dalla comparsa di starnuti, ma che ben presto è seguita da altri fenomeni quali aumento della temperatura; secrezione nasale all’inizio sierosa che, poi, assume caratteri maggiormente consistenti per divenire più densa se non addirittura purulenta; infiammazione a carico degli occhi con chiusura quasi delle palpebre; difficoltà respiratoria. In questo caso è meglio non perdere tempo, prendiamo il gatto e rechiamoci rapidamente dal nostro veterinario. Se vogliamo evitare di trovarci di fronte ad una malattia infettiva temibile dovremmo avere avuto l’avvertenza di sottoporre il nostro micio ad una semplice precauzione vaccinandolo contro gli agenti responsabili di queste affezioni respiratorie. Non sempre però siamo in presenza di una malattia seria ed uno starnuto non è necessariamente sinonimo di una grave affezione. Può semplicemente essere da mettere in relazione con l’inalazione da parte del gatto di polveri o con il fatto che è venuto a contatto con sostanze irritanti, che possono essere state utilizzate in casa per la pulizia dei pavimenti, per lucidare mobili, per una disinfezione o disinfestazione se abbiamo notato la presenza di qualche pulce o zecca. In questo
14
caso il problema sarà il più delle volte passeggero e si risolverà da solo con l’allontanamento dall’ambiente della causa scatenante. Diversa può essere la situazione se siamo in primavera ed il nostro piccolo amico è andato a spasso per giardini o campi ed inizia a starnutire, al suo rientro inizialmente in modo sporadico ma, poi, sempre più decisamente dimostrando anche un notevole fastidio, accompagnato da un grattamento più o meno deciso con le zampe del naso. Di fronte ad un tale evento e ricordandoci che il gatto è un gran girandolone, sarà meglio far compiere un accertamento diagnostico dal veterinario con lo scopo di accertare se tante volte un corpo estraneo come ad esempio un forasacco non sia penetrato nelle cavità nasali. In questo caso quanto più pronto è l’intervento, consistente nell’asportazione dell’intruso, tanto minori saranno le possibili conseguenze cui potrà dar luogo il corpo estraneo. Altre cause che possono provocare la comparsa di starnuti possono essere dovute alla presenza di funghi, parassiti, tumori delle cavità nasali ed ognuno di questi fattori richiede certamente una terapia mirata volta a rimuovere il fattore che ha provocato la comparsa degli starnuti. Non esiste, pertanto, una terapia aspecifica contro lo starnuto, questo è un campanello di allarme di cui dobbiamo servirci per trarne delle indicazioni utili; può essere il segnale di una banale infiammazione del naso, ma anche di un problema più serio che richiede un preciso e pronto intervento. Non affrettiamoci quindi a volerlo eliminare, ma osserviamone frequenza, caratteri, evoluzione per riferire eventualmente il tutto al nostro veterinario, affinché possa intervenire in maniera mirata. A. C.
15
Animali Domestici
L’acquario in casa Dott.ssa Veronica Croce
U
n acquario dà alla casa un valore aggiunto. Si tratta di un elemento di arredo suggestivo e variopinto, che regala all’ambiente un punto di luce dal sapore esotico e che non esaurisce il suo valore nel solo piano estetico. Chi possiede un acquario, infatti, oltre a godere dell’effetto distensivo e rilassante che il movimento fluido dei pesci esercita sull’osservatore, intraprende un hobby stimolante e molteplice ed inizia un percorso che incrementa il proprio bagaglio di conoscenze e di esperienze nel campo animale. La costruzione di un acquario ed il suo mantenimento sono passatempi accattivanti ed alla portata di molti, che richiede un discreto impegno in termini di tempo e una buona dose di pazienza e propensione all’apprendimento. Il primo importante concetto da comprendere è che l’acquario NON è un mero “contenitore d’acqua” in cui ospitare i pesci, ma si tratta in realtà di un vero e proprio cosmo, un ecosistema ricreato nel proprio salotto in cui tutti gli elementi interagiscono in armonia fino a stabilire un perfetto equilibrio di carattere chimico-fisico, che coinvolge l’acqua, i pesci, le piante con il loro substrato, i batteri e la luce. Il compito dell’acquariofilo è quello di creare le adeguate condizioni affinché questo equilibrio si crei e si mantenga nello spazio ristretto della teca. è consigliabile che il neofita si orienti verso un acquario di acqua dolce, più semplice da costruire e da gestire, nonché meno costoso di uno marino. Il primo passo è quello di informarsi sulle caratteristiche e le esigenze dei pesci che si intendono ospitare nella vasca, sia che si tratti di specie particolarmente esotiche, sia di quelle di più comune commercio. Le informazioni da reperire riguardano la du-
16
rezza dell’acqua richiesta, la temperatura a cui l’acqua deve essere mantenuta e il tipo di alimentazione. In linea generale l’acqua dell’acquario deve essere mantenuta ben pulita: la vasca quindi va dotata di un impianto di filtraggio per la purificazione. Un filtro si compone di una pompa a motore e di un vano dove alloggiare il materiale filtrante: il meccanismo a motore convoglia l’acqua attraverso i materiali filtranti (spugnette, lana di vetro, resine) e la restituisce all’acquario purificata. I pesci che vengono ospitati negli acquari sono in genere di origine tropicale, per cui necessitano di temperature tropicali (in genere tra i 25 e i 28°C); per mantenere la temperatura ai valori desiderati basta acquistare un termostato per acquari, da inserire nella vasca dopo avere impostato il range voluto. L’illuminazione sarà fornita da lampade al neon, che varieranno nell’intensità nel colore e nella temperatura a seconda del tipo di piante e di ambiente costruito nell’acquario. Infine qualche consiglio sulla posizione ideale per l’acquario in appartamento. L’acquario tropicale deve essere posto nei pressi di una presa di corrente a cui collegare con facilità le componenti elettriche, è bene lasciare spazio sufficiente per muoversi comodamente al di sopra ed intorno ad esso facilitando così le manovre di pulizia e sistemazione dei vari elementi. La base d’appoggio deve essere solida per sostenere saldamente il peso di tutta la struttura ed è anche importante assicurarsi che la vasca sia in piano. Infine l’acquario richiede un ambiente bene illuminato, ma non nelle immediate vicinanze di una fonte di luce diretta, come una finestra, in modo da non favorire la crescita repentina di alghe infestanti.
17
Nutrizione
Grassi sĂŹ grazie, ma essenziali T
rasmissioni televisive, quotidiani, riviste per signore parlano spesso di rimedi piĂš o meno efficaci per essere sempre in forma, non invecchiare o tenere lontano malattie di
18
vario genere. Da tempo sono di gran moda nell’alimentazione umana gli acidi grassi essenziali. Tutto ha origine da lunghi studi compiuti alla fine degli anni ‘70 negli eschimesi (gli innut), che
Prof. Alessandro Ciorba
Nutrizione
si cibano prevalentemente di pesce. Equipe di cardiologi dimostrarono come in questa popolazione fosse molto bassa l’incidenza di malattie cardiovascolari. Da allora sono state compiute numerose ed approfondite indagini, che hanno comprovato il reale effetto positivo di questi acidi anche nei nostri piccoli animali. Determinati acidi grassi (acido linoleico, acido alfa linolenico, acido arachidonico) sono detti essenziali (EFA), in quanto indispensabili in piccole quantità per assicurare un buono stato di salute. Gli acidi grassi della serie omega-3 sono normalmente presenti negli alimenti marini, in alcune piante ed, anche, in taluni prodotti animali quali pollo, tacchino ed uova. L’acido grasso omega-3 maggiormente presente nel mondo vegetale è l’acido α-linolenico (presente soprattutto nei vegetali a foglia verde, nei legumi, nella frutta secca, nelle noci, in alcuni oli come quelli di lino e di soia, nell’estratto di colza o ravizzone) che deve essere trasformato nell’organismo per esplicare un effetto benefico. L’acido arachidonico (omega 6) si rinviene solo in modesti quantitativi in determinati grassi di origine animale. Olio di girasole, di semi di soia, di grano e mais sono buone fonti di acidi grassi insaturi come l’acido linoleico (omega 6). Il mantenimento di un ottimale rapporto di omega-3 / omega-6 è di rilevante importanza nella prevenzione di alcune condizioni patologiche e nella terapia sia di forme patologiche ad eziopatogenesi immunoallergica sia di particolari forme patologiche legate ad errori del metabolismo lipidico. Questi acidi grassi subiscono particolari modificazioni nella loro composizione chimica, che portano alla formazione di derivati come gli omega 3 e 6, che hanno importanti funzioni per l’organismo animale. Questi entrano a far parte di numerosi eventi come l’infiammazione, la coagulazione del sangue, la contrazione di determinati muscoli, ecc. Gli omega 3 sono di particolare importanza per lo sviluppo e la maturazione del cervello, dell’apparato riproduttore e di parti dell’occhio (retina). Un’alimentazione sbilanciata può portare a trasformazioni anomale di questi acidi grassi e quindi all’insorgenza di problemi patologici, mentre una non idonea conservazione di un mangime può provocare una loro carenza nell’alimento. Varie sono le manifestazioni patologiche legate ad una carenza di acidi grassi es-
senziali nei nostri animali e possono essere rappresentate da: minore sviluppo corporeo, secchezza della cute con presenza di abbondante forfora, fragilità dei globuli rossi, alterazioni a carico dell’apparato genitale maschile, aumentata mortalità nei cuccioli, possibili malformazioni del feto, comparsa di infiammazioni della pelle e dell’orecchio. L’effetto degli EFA nell’organismo è in funzione della dose che è somministrata e generalmente gli effetti si vedono nel medio termine, cioè a distanza di qualche tempo dal loro consumo quotidiano. Nel complesso metabolismo degli EFA giocano un ruolo significativo fattori quali vitamine e minerali. è necessaria una loro contemporanea somministrazione affinché gli acidi grassi essenziali possano esercitare la loro azione. Tra i minerali sono da ricordare il magnesio, la cui carenza è però rara nel cane e lo zinco, la cui deficienza aggrava le alterazioni della pelle e facilita la comparsa di infezioni superficiali. Bisogna tenere presente come molto spesso una carenza di zinco sia da mettere in relazione con un mancato assorbimento in sede intestinale a causa di un’alimentazione troppo ricca in cereali. Tra le vitamine sono da ricordare la Vitamina A, la quale esercita un’importante azione sullo sviluppo ed un’adeguata nutrizione delle mucose; la biotina, la cui mancanza induce la diminuzione dell’appetito ed un minore sviluppo corporeo nel cucciolo; la Vitamina B6, il cui deficit provoca la comparsa di lesioni della pelle simili a quelle osservabili nel corso di una carenza di EFA ed accentua la sintomatologia se associata a quest’ultima; la Vitamina E, considerata un antiossidante naturale per eccellenza in grado di proteggere le membrane delle cellule dall’attacco dei radicali liberi.
19
L’angolo dell’esperto
Attenzione ai calcoli
Prof. Alessandro Ciorba Università degli Studi di Perugia
Gentile Professore, Da sette anni ho un bel gatto soriano, che è stato sempre bene grazie alle cure mie e del mio veterinario. Da poco tempo ha però presentato un problema: quando faceva la pipì miagolava, stentava a farla e compariva nella stessa qualche goccia di sangue. Il veterinario mi ha detto che nel gatto con l’età è frequente la formazione di piccoli calcoli, ha fatto l’esame dell’urina e mi ha consigliato di dargli un mangime particolare. Ora il gatto sta meglio, ma vorrei avere più notizie in merito. Anna T. (Ascoli Piceno) Un problema particolarmente serio per il gatto è rappresentato dalla presenza di calcoli e tappi di muco nelle vie urinarie. In seguito a tale situazione si possono verificare delle vere e proprie emergenze allorché si crei un’ostruzione delle vie urinarie. Questa è più frequente nel maschio e spesso va incontro a recidive. Il gatto, se vive in libertà, si nutre soprattutto di piccoli mammiferi e con questo tipo di alimentazione non si ha alcun problema relativamente alla possibile comparsa di calcoli urinari. Ciò è dovuto al fatto che nell’urina si ha un ambiente acido, mentre i calcoli tendono a formarsi quando nell’urina si crea un ambiente (tecnicamente si parla di pH) alcalino. Quest’ultima possibilità è legata al fatto che il gatto in casa è portato a consumare più pasti durante la giornata e ciò comporta modificazioni della situazione urinaria favorevoli alla comparsa di una calcolosi. A scopo preventivo nei mangimi, perciò, sono state aggiunte sostanze in grado di acidificare opportunamente l’urina. I calcoli che possono formarsi nelle vie urinarie del gatto sono fondamentalmente dal punto di vista della loro composizione di due tipi: Struvite od Ossalato di calcio.
Fattori rischio
• Razza Alcune razze feline, come il Burmese ed il Persiano, sono maggiormente predisposte alla formazione di calcoli di ossalato di calcio. • Sesso La femmina va incontro meno comu-
20
nemente a tale problema rispetto al maschio e ciò è fondamentalmente riconducibile alle particolarità anatomiche delle vie urinarie del gatto. • Sterilizzazione Un gatto castrato presenta un rischio sette volte maggiore di sviluppare calcoli di ossalato di calcio e tale evento si pensa che possa essere messo in relazione con uno stile di vita troppo sedentario e l’obesità. • Età I gatti giovani vanno più frequentemente incontro alla formazione di tappi di struvite, quelli con un’età compresa tra i 7 ed i 9 anni sono più a rischio di sviluppare calcoli di ossalato. • Sovrappeso Le affezioni delle vie urinarie si riscontrano più comunemente nei gatti obesi e ciò è da porre in relazione con il fatto che questi dormono per più tempo ed urinano meno frequentemente. • Stile di vita In base ad una statistica nordamericana i gatti che vivono in appartamento sono più esposti al rischio di insorgenza di calcolosi.
Ulteriori possibili fattori di rischio
Circa un terzo dei gatti nei quali si sviluppa calcoli di ossalato di calcio presenta nel sangue un livello elevato di calcio. La quantità di calcio presente nell’acqua (durezza) non sembra influire in particolare modo sulla formazione di calcoli di ossalato, in quanto l’evento è ampiamente compensato da un’adeguata urinazione. Sembra che alcuni batteri ed i lattobacilli nell’intestino siano in grado di fa-
vorire la degradazione dell’ossalato.
Segni clinici di ostruzione nel gatto
• Lambimento della zona genitale • Il gatto tende a nascondersi, diventa aggressivo • Eccessiva stanchezza • Difficoltà all’urinazione associata a frequenti miagolii • Vescica ingrossata • Secrezione dal pene
Prevenzione dei problemi di calcolosi
Il primo rimedio è di cercare di diluire l’urina. Ciò si può ottenere grazie all’ingestione di una quantità maggiore di acqua con lo scopo di provocare una minzione più frequente ed impedire un ristagno dell’urina con possibile precipitazione di elementi favorenti la formazione di calcoli. Per indurre il gatto a bere più spesso si possono adottare alcuni piccoli accorgimenti, come: • Aggiungere un po’ di sale nell’alimento. Un lieve aumento della quantità di sodio non ha conseguenze negative sulla pressione del sangue o la funzionalità renale; • Mettere a disposizione acqua pulita in vari punti della casa e/o del giardino; • Se possibile, dato che taluni gatti amano l’acqua corrente, consentire all’animale di bere ad una fontana o ad un rubinetto; • Preparare piccoli cubetti di ghiaccio con il sugo di carne od il liquido contenuto ad esempio nelle scatolette di pesce.
Un aiuto in più nella scelta del veterinario di fiducia: le strutture certificate. Districarsi nelle offerte di servizi è sempre piu’ difficile, piu’ che mai se in gioco non c’è un oggetto ma la salute di un essere vivente, del nostro compagno di vita a 4 zampe. Ecco perché chi ha un pet deve essere messo in grado di avere degli strumenti di giudizio comprensibili ed immediati senza dover necessariamente essere esperto conoscitore del settore e delle questioni tecniche. Oggi proprietari hanno un aiuto in più nella difficile scelta di chi dovrà prendersi cura dei loro amici pelosi! Quale? Cercare quelle strutture che si sono messe in gioco e hanno chiamato un ente terzo “super partes” a dichiarare che il lavoro vene svolto nel rispetto di specifici requisiti, in spazi adeguati e con strumentazioni adeguate! Questo è il meccanismo su cui si basano le certificazioni volontarie, come la ISO 9001, una certificazione “di sistema” che attesta che la struttura ha individuato e gestisce in modo ottimale tutti i processi aziendali, o la certificazione “Buone Pratiche veterinarie” basata sul manuale di Buone Pratiche Veterinarie, redatto da ANMVI (Associazione Nazionale medici veterinari Italiani) con il patrocinio della FNOVI (Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani) e dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. Secondo questo schema certificativo i servizi erogati dalla struttura vengono suddivisi in varie aree (area medica, area chirurgica, diagnostica per immagini, pronto soccorso e medicina d’urgenza, ricovero e degenza, laboratorio) e la struttura ottiene la certificazione solo per le aree che sono totalmente conformi, sia strutturalmente che organizzativamente al manuale BPV…..una bella garanziLe strutture certificate mettono a disposizione della clientela una carta dei servizi, che illustra in modo completo e trasparente quali sono i servizi erogati e le specie curate, in funzione delle reali competenze dei veterinari e della tipologia di strumentazione posseduta. noltre la carta dei servizi fornisce informazioni sullo staff della struttura, sulla gestione dei pazienti durante visite e ricovero, modalità di accesso alla struttura e alle prestazioni, richiesta di preventivi e tutto quello che può essere utile sapere della struttura.
Obbiettivo fondamentale delle strutture che selgono di certificarsi è il rapporto trasparente con la clientela, che prevede l’impegno dei veterinari nell’informare i proprietari in modo completo e dettagliato rispetto ad ogni procedura eseguita. Il Cliente ha a disposizione cartella cliniche ,refertazioni ed esami eseguiti, inoltre le strutture predispongono un sistema di archivio delle cure prestate ai piccoli pazienti. Le certificazioni danno garanzia circa l’adeguatezza della struttura rispetto ai servizi erogati…..perchè non basta essere “belli e puliti” per lavorare bene, occorre avere adeguata preparazione, procedure stabilite, organizzazione precisa, compiti assegnati e srumenti e macchinari sempre efficienti. Questo è quello che l’ente di certificazione attesta al rilascio dei certificati! Cercando strutture certificate ISO 9001 e Buone Pratiche Veterinarie i proprietari potranno trovare l’eccellenza nella medicina veterinaria, e dunque il meglio per i loro amati pelosi! Seguendo il motto “la loro salute la nostra missione” un gruppo di veterinari Italiani ha fondato un network di strutture, Gruppocvit, che oggi è presente su scala nazionale con un centinaio di affiliati. Tutte le strutture veterinarie affiliate a Gruppocvit hanno scelto di rispettare i requisiti delle norma ISO 9001 e del manuale Buone Pratiche Veterinarie, preferendo così l’eccellenza delle certificazioni nella Medicina Veterinaria. Il Gruppo è sottoposto a verifiche e controlli de parte dell’ente di certificazione, riconosciuto a livello nazionale e internazionale, che verifica l’adeguatezza dei servizi, delle prestazioni, delle strutture e del personale. Un modo in più per garantire tranquillità e serenità ai proprietari che affidano alle cure di questi professionisti i loro beniamini. Gruppocvit è formato da realtà diverse tra loro, che vanno dall’ambulatorio, alla clinica, all’ospedale veterinario.
Per trovare la struttura più vicina visitate il sito www.gruppocvit.it 21
Medico di famiglia
Utilizzo appropriato delle risorse sanitarie: necessità o virtù?
di Aldo Mozzone Medico di Famiglia - Scuola Nazionale Formazione Quadri FIMMG
V
iviamo un periodo difficile dal punto di vista economico e ciò ha inevitabilmente riflessi anche sulla spesa sanitaria che rappresenta, lo ricordiamo circa il 70 – 80 % dei costi totali che devono sostenere le Regioni italiane e che è in costante aumento. I cittadini chiedono però, legittimamente, che su tutto si risparmi meno che sulla salute. Il punto da chiarire allora è questo: è possibile contenere i costi sanitari senza danneggiare la salute degli abitanti del nostro paese? Per rispondere a questo quesito occorre fare alcune considerazioni. La prima è che abbiamo la fortuna di vivere in un paese complessivamente ricco, con risorse economiche, nonostante tutto, e professionali molto buone. Per la tutela della salute spendiamo molto sia come servizio pubblico sia come privati cittadini. è corretto pensare che, a differenza di molti paesi in via di sviluppo, dove un maggior impiego di risorse in sanità consentirebbe un miglioramento netto della salute, in Italia un impiego razionale e controllato delle risorse attualmente messe in campo per il settore sanitario sarebbe più che sufficiente a garantire cure di elevato livello per tutti. La seconda considerazione è che esiste anche in sanità una certa spinta al consumo dovuta in parte alla promozione da parte dei produttori di tecnologie (farmaci, apparecchiature diagnostiche, strutture sanitarie) in parte alle ansie crescenti, e non sempre giustificate, dei cittadini generate dalla paura di dover fare i conti con la malattia. La concomitanza della crescita sia della domanda sia dell’offerta di
prestazioni genera inevitabilmente il crescere dei consumi. Il terzo punto è che la disponibilità di tecnologie sanitarie, per fortuna, è sempre più ampia. Abbiamo a disposizione strumenti accurati e farmaci sempre più validi, ma ciò naturalmente ha dei costi molto consistenti. La produzione di farmaci biotecnologici utilizzati in molti campi, ad esempio nella cura dei tumori, accresce la disponibilità di armi potenti per combattere le malattie, ma comporta anche costi davvero importanti. Per non correre il rischio di arrivare quindi al punto di dover rinunciare alle migliori cure possibili occorre impiegare bene le risorse economiche che abbiamo, evitare gli sprechi e tutto ciò che non è appropriato, corrispondente cioè a reali bisogni di salute. In condizioni di impiego oculato delle risorse allora probabilmente la spesa sanitaria, comunque destinata un po’ a crescere per i motivi che abbiamo elencato prima, potrebbe essere mantenuta sotto controllo. Già nel 1994 R.H. Brook sul British Medical Journal, una rivista scientifica di altissimo livello mondiale e che condiziona le opinioni dei medici, scriveva: “Senza metodi per individuare le prestazioni non appropriate, la possibilità di garantire la copertura sanitaria per tutti potrebbe venire meno”, sottolineando in questo modo che nel prossimo futuro sarebbe diventato inevitabile individuare e garantire solo le prestazioni essenziali. Nel Box 1 riporto alcune caratteristiche che permettono di definire appropriato una prestazione diagnostica.
Box 1 Le prestazioni sanitarie per essere considerate appropriate devono: essere accessibili a tutti essere sostenute scientificamente rendere minimi i rischi per utenti e operatori essere efficaci ed economiche rispondere alle preferenze individuali compatibilmente con i vantaggi complessivi della comunità
22
Medico di famiglia
Ma il coltivare i principi di appropriatezza nell’impiego delle risorse nel campo sanitario non è solo un problema economico; in realtà è anche una garanzia per la
ta l’esecuzione di una mammografia che voleva eseguire, senza che ce ne fosse indicazione, solo per “stare tranquilla”. In quella occasione ho dovuto precisare che
Box 2 ALCUNI EFFETTI COLLATERALI DEGLI ESAMI INUTILI induzione di interventi aggressivi (per risultati falsi positivi) rassicurazione ingiustificata (per risultati falsi negativi) costi della non qualità liste di attesa per eccessiva richiesta di prestazioni disuguaglianza nell’accesso alle prestazioni
salute dei cittadini. Le prestazioni sanitarie non sono infatti mai prive di possibili “effetti collaterali”: non bisogna esporre il cittadino a questi possibili rischi se le prestazioni non sono sicuramente utili per la sua salute Per raggiungere questo obiettivo è necessaria un più attento utilizzo delle indicazioni provenienti dalla Medicina basata sulle prove di efficacia (EBM), cioè con soluzioni maturate dopo studi che hanno ricevuto un consenso internazionale da parte dei paesi più avanzati dal punto di vista medico, tenendo ben presente i suoi limiti di applicabilità, ed una capacità, da parte di chi lavora sul territorio e nell’ospedale, di costruire e seguire percorsi di diagnosi e cura concordati. Il cittadino da parte sua è chiamato ad un utilizzo corretto dei servizi che gli vengono messi a disposizione. è un dato di fatto ad esempio che, per vari motivi, c’è un esagerato ricorso alle cure del Pronto Soccorso anche per patologie che non lo richiedono. In certi casi infatti è un modo per aggirare liste di attesa scoraggianti per effettuare visite o esami diagnostici. Un obiettivo così importante e complesso, come quello di garantire una crescita costante dei livelli di appropriatezza in sanità, può essere raggiunto solo grazie ad un impegno convinto e coerente da parte di amministratori della cosa pubblica, operatori sanitari, cittadini e anche di chi ha legittimi interessi privati in questo delicato settore. Mi è capitato recentemente di dover rispondere ad una lettera pubblicata su Specchio dei Tempi, rubrica del giornale “La Stampa” di una giovane signora che si lamentava di presunti tagli sulla prevenzione sanitaria perché le veniva nega-
non esiste nessuna volontà di non concedere esami necessari, ma che vi è, se mai, una maggior attenzione che in passato nell’evitare esami inutili e dannosi. La mammografia nelle donne con meno di 45 anni ad esempio, se non in casi selezionati, espone a radiazioni pericolose senza produrre nessun beneficio dimostrato per la salute. Gli esami diagnostici, compresi quelli del sangue, devono essere prescritti dal medico quando sono in grado di contribuire ad una reale tutela della salute, seguendo le indicazioni scientifiche internazionali e non per placare ansie irrazionali. In sanità le risorse sprecate sono sottratte a chi ne ha veramente bisogno e gli esami inutili creano liste di attesa inaccettabili di cui tutti paghiamo le conseguenze. I principali beneficiari di scelte appropriate sono i cittadini, perché le scelte che corrispondono ad un reale bisogno di salute li garantiscono da interventi sanitari inutili e dannosi. L’inappropriatezza consuma risorse economiche senza dare alcun vantaggio ai cittadini, ma solo inefficienza e malasanità. Per questo non stupitevi se vi dovesse capitare che il vostro medico di fiducia vi neghi degli esami: si tratterà di test inutili per il vostro problema, che non cambierebbero le decisioni di chi vi cura, I medici sono impegnati a consigliarvi solo esami veramente utili e vantaggiosi per il vostro problema. Un consiglio sicuramente valido è quello di consultarsi sempre con il proprio medico, del quale si ha fiducia, e che è competente nel scegliere ciò che realmente può giovare alla nostra salute. Il farsi condizionare troppo dalle pubblicità o dalle chiacchiere con gli amici, potrebbe rivelarsi nocivo.
23
Il Calendario
Il calendario Demas
A Calendario
24
Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
Giugno
Luglio
Agosto
Ottobre
Novembre
Dicembre
dei nostri amici a quattro zampe. Avere questo calendario è molto semplice. Se siete a Roma recatevi presso una delle sedi della Demas oppure se lo desiderate in questo periodo, quando ordinate i nostri prodotti, non dimenticate di richiedere gratuitamente anche il calendario 2012. Buon Anno!
Maggio
al servizio del medico veterinario e dei proprietari degli animali di ogni specie ed è in grado di fornire la più ampia gamma di prodotti per ogni loro esigenza. Nel calendario trovate le vignette che accompagnano ogni mese le avventure del nostro Giulius e dei suoi amici oltre a dei piccoli consigli in pillole sulla salute
Settembre
rriva il 2012 e Demas ha pensato di realizzare una sua piccola “opera”: un calendario pensato per gli amici di tutti gli animali. La nostra azienda vuole esservi sempre vicina nel settore della cura e benessere animale. è infatti da decenni quotidianamente
No
, No happy!
Dal latte Zylkène®. Anti-stress naturale. Zylkène® è l’anti-stress naturale per cani e gatti che sfrutta le proprietà rilassanti del latte per ridurre gli stati d’ansia o di stress dovuti a temporali, petardi, viaggi, visite dal veterinario, soggiorni in pensione, cambiamenti in famiglia, stress da adozione, coabitazione con altri animali. Zylkène® è un mangime complementare venduto in Farmacia. Chiedi consiglio al tuo veterinario.
Capsule 75 mg > gatti e cani fino a 10 Kg Capsule 225 mg > cani da 10 a 20 Kg Capsule 450 mg > cani oltre i 20 Kg
25
La rubrica della salute
Gli esami di laboratorio: questi sconosciuti L’esame delle urine
Gli esami di laboratorio costituiscono la routine in una visita veterinaria di un qualsiasi animale. I proprietari dei nostri amici a 2 e 4 zampe sono consci della loro importanza e necessità per cercare di giungere ad una diagnosi di certezza e quindi poter intraprendere una terapia mirata. Tra i test che comunemente sono eseguiti vi è l’esame delle urine. è un esame fondamentale , i cui risultati devono essere correttamente interpretati e correlati non solo con le manifestazioni cliniche che l’animale presenta al momento dell’accertamento, ma anche e soprattutto con le altre analisi eseguite ed i risultati di eventuali accertamenti strumentali (radiografie, ecografie, ago aspirati, Tac, ecc.). Un punto fondamentale è rappresentato da un corretto prelievo delle urine. Se ciò non è eseguito adeguatamente si possono avere esiti falsati o non utili. Si può quindi raccogliere ed usare l’urinazione spontanea, utile per tutta una serie di determinazioni, ma non per l’esecuzione di un test batteriologico, volto cioè alla ricerca di germi patogeni presenti eventualmente nell’urina e quindi alla conseguente individuazione dell’antibiotico più efficace per l’eradicazione di
26
un determinato germe. Generalmente si preferisce avere a disposizione per le determinazioni analitiche un campione di urina , prelevato al primo mattino. In questo momento l’urina è più concentrata e le sue caratteristiche sono meno influenzate da alimentazione, assunzione di acqua od attività fisica. L’esame delle urine dovrebbe essere eseguito, se possibile, entro 2 ore dal loro prelievo o sino a 12 ore se refrigerate. Solo il medico veterinario poi può procedere ad altre tipologie di prelievo, che possono comportare anche una blanda sedazione dell’animale e che consistono nell’applicazione di un catetere o di un prelievo direttamente dalla vescica.
Il Referto
I risultati dell’analisi dell’urina si riferiscono ad un’ampia gamma di valori. Vediamone in sintesi alcuni. Significativo è il colore dell’urina. Normalmente è giallo paglierino. L’intensità del colore dipende dalla concentrazione di vari componenti chimici presenti nel campione o dal suo volume complessivo. Modificazioni nel colore sono da mettere in relazione con eventi patologici, ma possono anche essere legati all’alimentazione.
Importante è la valutazione del peso specifico. Da solo non è di particolare utilità, ma esprime la capacità del rene di concentrare l’urina. Deve essere messo in relazione con i dati clinici e soprattutto con gli esami del sangue. Può consentire di confermare o meno una minzione troppo frequente e/o abbondante, valutare la capacità renale di conservare acqua od altri elementi necessari per l’organismo, consentire l’interpretazione di altri parametri urinari. Un’eccessiva eliminazione di glucosio può far ritenere che l’animale sia affetto da diabete, pancreatite, stress (specialmente nel gatto). Di particolare rilievo è la valutazione quantitativa e qualitativa della presenza di proteine nell’urina. Tale dato sta ad indicare la possibilità che si sia verificato un danno renale e cioè che questo organo abbia una scarsa capacità di trattenere questi importanti principi nutrizionali. L’esame microscopico del sedimento può permettere di riscontrare la presenza di globuli rossi, germi, cilindri ialini (strutture amorfe che stanno a significare uno stato di sofferenza di determinate strutture renali), cellule infiammatorie (indice di un infezione in atto) o tumorali. Alessandro Ciorba
La rubrica della salute
Non dimentichiamoci dei denti dei gatti
N
el gatto la dentatura si compone di una prima dentizione da latte di 26 denti e di una seconda definitiva di 30; questa si suddivide in incisivi (3), canini (1), premolari (2-3) e molari simmetrici per ogni arcata. I primi denti compaiono all’età di 3 settimane e sono completi alla sesta settimana. La sostituzione di questi avviene dal terzo mese e mezzo circa per terminare con i molari che spuntano dopo il quinto-sesto mese di vita. Spesso si recano dal veterinario proprietari di gatti che lamentano problemi sanitari legati ai denti. La formazione di placca dentaria e quindi di tartaro è un evento oltremodo frequente, dovuto al fatto assai semplice da comprendersi che il gatto non può lavarsi i denti dopo i suoi numerosi pasti durante la giornata. Molto spesso il proprietario se ne avvede a causa dell’alito pesante e sgradevole che proviene dalla bocca di un gatto con questo tipo di problema, per cui non risulta molto gradevole la convivenza e soprattutto lo stare particolarmente vicini. Oltre a ciò, se non si interviene esistono delle complicazioni assai più gravi legate al permanere di una situazione del genere a carico del cavo orale. Placca e tartaro possono rappresentare l’inizio di una serie di situazioni patologiche via via più gravi, come: - un’infiammazione delle gengive, le quali diventano di un colore più rosso e tendono a sanguinare; - una stomatite, un’infiammazione cioè che si diffonde dal dente progressivamente a tutta la cavità ora-
le, per cui l’animale non potrà più alimentarsi, comparirà febbre, con conseguente intervento terapeutico a base di antibiotici; - una parodontite, un’infiammazione cioè di denti e gengive, con retrazione gengivale e successiva possibile caduta dei denti. Il gatto, che vada incontro ad un’infiammazione di una parte della cavità orale, cambierà necessariamente le sue abitudini alimentari, rifiuterà di mangiare alimenti solidi come la crocchetta e tenderà ad accettare solo qualcosa di morbido da mettere sotto i denti. Tale evento chiude negativamente il cerchio della situazione, perché il nutrire il gatto solo con scatolette piuttosto che con cibi più consistenti, impedirà che questi ultimi esercitino quell’azione abrasiva che può contribuire durante la masticazione ad una sorta di auto pulizia dei denti. Tutto ciò porterà che più agevolmente si accumulerà in bocca una folla di germi, in grado di produrre la pericolosa placca dentaria, la quale può, inoltre, rappresentare un problema non solo a livello orale, ma anche generale in quanto i germi possono, attraverso la via sanguigna, diffondersi ad altre regioni dell’organismo provocando infezioni a distanza. Esistono oggi in commercio delle paste enzimatiche per piccoli animali da utilizzare per la pulizia dei denti, ma tale operazione non è di facile esecuzione nel gatto, per cui sarà opportuno durante la nostra visita dal veterinario di fiducia, seguire il suo consiglio e decidere di procedere ad un eventuale trattamento di eliminazione del tartaro. A.C.
27
28
GIULIUS
oma - Via Circonvallazione Orientale Via Aurelia, 1410Â 00050 R , 4692
8R
om a
C
uc ce e Gi cus oc c hi ini p Na r tal odot ti eT RIX da R EGA IE L
0017
29
30
31
32
33
34
35
36
0TWYV]]PZHTLU[L YP[YV]P S»0[HSPH
0 ZHWVYP PS N\Z[V L NSP HYVTP KLSSH [\H ZHUH KPL[H P[HSPHUH PU \U HSPTLU[V JOL PS [\V HTPJV H X\H[[YV aHTWL UVU KPTLU[PJOLYn THP
SHU LO 0S KLP YPJH]H[P KP ]LUKP[H KLSSH 3PULH *YHUJ` 0[HSPHU >H` ULP W\U[P ]LUKP[H WYLZLU[P PU ;VZJHUH ,TPSPH 9VTHNUH 4HYJOL LK <TIYPH ZHYn KL]VS\[V HSSH MVUKHaPVUL KLSS»6ZWLKHSL 7LKPH[YPJV 4L`LY KP -PYLUaL
^^^ JVUHNP[ P[
ULFHWWH LWDOLDQH WXWWH GD PRUGHUH
*P[[n KP *HZ[LSSV 7. 37
38
L’angolo della fitoterapia
Nome Scientifico: Plantago major Habitat: Questa pianta è considerata infestante, cresce nei terreni incolti, negli orti, ai bordi delle strade dalla pianura fino a 1500 m. di altezza. È presente in tutta Europa centrale e settentrionale e in Asia. Fiorisce da Marzo a Settembre. Descrizione: è una pianta erbacea perenne. Presenta un rizoma corto e molte radichette sottili, con scapi fiorali eretti o ascendenti che possono raggiungere i 30 cm. di altezza. Le foglie sono basali di forma ovale o ellittica disposte a rosetta, grosse e quasi prive di peli, con superficie glabra e raramente pubescente. Le Infiorescenze sono a spiga, si color verde – giallo - ruggine. I semi sono di colore nero e sono molto apprezzati dagli uccelli. Parte usata: Del Plantago Major si utilizzano le foglie ed i semi. La raccolta delle foglie avviene da Giugno a Settembre quando sono ben sviluppate. Dalle spighe si ottengono i semi che si raccolgono nel mese di Agosto Settembre,quando questi iniziano ad imbrunire. Storia: Conosciuta per le sue proprietà medicinali, è rinomata per la sua efficacia nel trattamento delle ferite. Gli antichi romani la raccomandavano mescolata al miele per il trattamento delle ferite e da ingerire per la cura di mali di vari organi. Shakespeare la nomina nel Romeo e Giulietta. Preparazioni consigliate: Una forma farmaceutica valida è l’estratto secco titolato in olio essenziale e in fenoli volatili espressi in timolo. Composizione chimica: Contiene numerosi principi attivi quali: tannini, mucillagini, polisaccaridi, lipidi, derivati dell’acido caffeico, flavonoidi, alcaloidi, terpenoidi, sostanze amare e aucubina. Proprietà terapeutiche: Azione antiulcera; Azione antibiotica, antifungina: saggiata in vitro nei confronti di vari microrganismi; Azione antiossidante: valutata in studi sperimentali nei confronti dello stress ossidativo; Azione antinfiammatoria: l’estratto acquoso delle foglie essiccate somministrato per bocca ha dimostrato attività antinfiammatoria in studi sperimentali; Attività diuretica ed antidiarroica: In Guatemala le foglie sono usate come diuretico; Attività ipoglicemica. Effetti collaterali: Possibili dermatiti allergiche da contatto; dosi elevate hanno azione lassativa, è possibile inoltre un effetto ipotensivo. Evitare l’abuso in gravidanza. A. C.
39
Comportamento
Possibili cause dell’aumento dell’aggressività nel cane Parte 2° Dr. Sergio Canello Medico Veterinario - Responsabile Ricerca e sviluppo Sanypet Le cause dell’aumento dei soggetti Molto dominanti (MD)
Come mai ci sono tanti soggetti dominanti? Per quale motivo, nello spazio di un decennio, la nascita di soggetti esageratamente dominanti è aumentata di dieci, venti o trenta volte? E cosa, negli ultimi dieci anni, ha riportato indietro, almeno in parte, questo inquietante fenomeno? Uno dei motivi più frequenti che viene addotto è l’incapacità del proprietario a gestire il cane, ma questa spiegazione non regge all’analisi comparativa con quanto succede attualmente rispetto agli anni ’70. In tale periodo storico, il cane era ancora un animale “normale”, e il numero dei soggetti capo branco si limitava a pochissimi cuccioli (di norma, due per cucciolata). Tutti gli altri avevano l’istinto del gregario e si sottomettevano naturalmente al “branco” rappresentato dalla famiglia dove andavano a vivere a partire dal terzo mese. Anche l’elemento più mansueto e debole della famiglia godeva di un automatico riconoscimento di superiorità di grado da parte del cane cucciolo o adulto arrivato nel nucleo familiare. Ovviamente, i soggetti Molto dominanti (MD) o Dominanti (D) richiedevano un altro approccio da parte dei proprietari, ma, nella maggior parte delle situazioni, era sufficiente intervenire con autorità alla prima manifestazione di sfida e non era difficile tenere il cane al suo posto. La carica autoritaria di un solo membro della famiglia era sufficiente a dissuadere il cane a “prendersela” con altri familiari. Attualmente, è frequente riscontrare che il soggetto MD o D rispetta l’autorità di uno dei familiari, ma tende a “rifarsi” con qualche altro più debole (bambini, anziani, specie quando non è presente in casa il capo). Esiste una corrente di educatori che sono convinti che il sistema educativo migliore sia quello della persuasione e dell’educazione dolce. Molto bello in teoria, ma lontano dalle leggi naturali, almeno per i soggetti capo-branco: essi,
40
frequentemente, si comporteranno benissimo con l’addestratore, ovviamente autorevole, ma ritorneranno ingestibili o addirittura peggiorati appena tornati a casa. Nella mia vita professionale ho potuto riscontrare un numero veramente elevato di tali situazioni, anche quando l’addestramento avveniva assieme al proprietario. Alla base di tutto vi è la considerazione che l’autorevolezza è una dote innata e non si acquista. Come dire che, di fronte a un soggetto capo branco, è quasi inevitabile, per un’errata percezione della situazione, che tutta la famiglia si pieghi al suo dominio. Questo non significa che tali soggetti non siano affettuosi o giocosi, ma il carattere dominante emergerà in ogni occasione nella quale si vuole imporre qualcosa o che qualcosa dà loro fastidio. Si pensi che molte persone sono convinte che è normale che un cane morda i bambini “perché questi gli rompono le scatole”! Fermo restando che è corretto insegnare ai bambini di non tormentare inutilmente il cane, teniamo presente che essi l’hanno fatto da quando mondo è mondo, e qualsiasi cane, venti o trenta anni orsono, non si sarebbe, a parte rarissimi casi, neanche sognato di mordere: avrebbe sopportato stoicamente tutto e, come unica reazione possibile (e neanche frequente), si sarebbe allontanato per evitare la prosecuzione del “martirio”. Ciò per ribadire che un cane che morde un bambino sta facendo qualcosa che non fa parte della normalità.
L’esagerata attitudine alla dominanza e consequenziale aggressività attuale dei cani ha, a mio parere, tre cause completamente diverse: • la prima è dovuta a un fattore in questo momento sconosciuto (ma una mia ipotesi punta su uno squilibrio dei neurotrasmettitori), che ha elevato di molto il livello di tali indesiderabili caratteristiche e interessa la gran parte della specie canina. Poiché il fenomeno si è sviluppato nel giro di pochi anni, è veramente poco probabile che ciò sia dovuto a fatto-
Comportamento
ri ambientali (ad esempio diverso modello di vita e di relazione con l’uomo), mentre potrebbe esserci una relazione con lo squilibrio dei neurotrasmettitori. L’aumento dell’aggressività è comparso contemporaneamente allo sviluppo di una sequela di patologie legate alla presenza di residui farmacologici nella carne derivante dall’allevamento intensivo. Poiché fra le patologie provocate da questi residui (otiti, dermatiti, piodermiti, congiuntiviti, gastriti, enteriti, gengiviti, stomatiti e tanti altri processi infiammatori a evoluzione cronica o ricorrente) sono evidenti anche problematiche comportamentali (aggressività, paurosità, eccitabilità esagerata, abbaiare continuo), è possibile ipotizzare che tali o altri residui farmacologici e chimici, con la loro capacità tossica, possano influenzare anche i meccanismi di sintesi di alcuni neurotrasmettitori. è già noto, a riguardo, che la carenza di serotonina (appunto uno dei neurotrasmettitori) è associata ad un aumento dell’aggressività: sarà interessante studiare se e quali sostanze chimiche sono in grado di inibire la formazione di questo fondamentale elemento. è molto interessante notare che lo squilibrio caratteriale del cane è nato di pari passo con lo sviluppo delle patologie sopra citate. Personalmente non avevo mai pensato ad una correlazione fra i due fenomeni e avevo sempre interpretato tale trasformazione dell’indole come una improvvisa e misteriosa mutazione genetica (senza mai fare la semplice considerazione che una mutazione non si verifica di certo in pochi anni). Il possibile collegamento l’ho fatto durante un convegno di neurofisiologia cui partecipavo come relatore sulle patologie derivanti da residui presenti negli alimenti. Una relazione proprio sui neurotrasmettitori chiariva come la carenza di serotonina aumenti il livello di aggressività nel cane. L’ipotesi, dunque, è quella che determinati inquinanti chimici presenti negli alimenti possano influenzare negativamente la fisiologica formazione di serotonina. Secondo le mie ricerche cliniche, la causa principale sembra essere la presenza di residui farmacologici tossici nella carne derivante dall’allevamento intensivo, ma non è da sottovalutare la presenza di residui di pesticidi nei cereali e nei vegetali, il tutto accompagnato dalla cronica e grave carenza di omega3 nelle fonti alimentari attualmente usate per il petfood. Un ulteriore elemento a favore di questa ipotesi è dato dalla contemporanea e progressiva diminuzione delle patologie sia fisiche sia mentali negli ultimi cinque anni, in pratica da quando nell’industria dell’allevamento sono stati vietati gli auxinici (sostanze che fanno aumentare il peso) ed è iniziata una reale attenzione all’utilizzo e, soprattutto, al dosaggio dei farmaci quotidianamente somministrati a tutti gli animali da carne.
Al momento attuale non esiste nulla che possa dimostrare scientificamente quanto affermato, ma ritengo importante indagare in questa direzione; • la seconda è dovuta al cambiamento radicale del rapporto uomo-cane, degenerato gravemente a causa della fragilità psicologica che ormai attanaglia ciascuno di noi: la carenza nei rapporti umani e conseguente sensazione di solitudine ci spinge ad attaccarci spesso morbosamente al proprio cane, cancellando qualsiasi forma di loro educazione, permettendo loro qualsiasi cosa e non ponendogli alcun limite o imposizione. Tale fatto, se collegato all’aumento di soggetti capo-branco, permetterà alla maggioranza dei cani di diventare senza alcun ostacolo i veri padroni di casa. Fra l’altro, in questa situazione, è comunissimo vedere i “padroni” di casa negare qualsiasi evidenza, giustificando le situazioni più assurde di convivenza; • la terza è dovuta sempre all’uomo, o meglio a quella massa di idioti che, per compensare le proprie frustrazioni, ha selezionato e scientemente fatto riprodurre ceppi di cani particolarmente aggressivi e dominanti, identificandoli solitamente fra le razze che hanno caratteristiche fisiche e attitudinali adatte a difendere le greggi e i loro padroni dai predatori più grandi e più pericolosi. Questi cani sono stati e sono, purtroppo, ancora impiegati per le gare di combattimento, stravolgendo ogni loro istinto naturale e mettendo le basi per la proliferazione di soggetti completamente alterati e aggressivi contro tutto e tutti, delle vere e proprie macchine da guerra. Tuttavia, nell’ambito di queste razze, sono frequenti i soggetti che, nati da genitori non selezionati secondo questi aberranti criteri, sono cani completamente affidabili e mansueti. Questo perché ogni cane si comporta in un certo modo per l’interazione fra due componenti, quella genetica e quella ambientale. La prima, che si manifesta nell’indole individuale, è rappresentata, oltre alle logiche somiglianze morfologiche, dalle caratteristiche comportamentali ereditate dai genitori (quindi, se qualche idiota seleziona solo soggetti Molto dominanti (MD), che andrebbero sistematicamente scartati dalla riproduzione, ecco che andiamo a creare la progressiva comparsa di razze pericolose). La componente ambientale sarà, invece, fortemente influenzata dalla convivenza con persone o altri animali, dall’educazione che riceverà e dal territorio nel quale dovrà vivere, anche se le doti caratteriali non potranno in alcun modo essere completamente trasformate. Se il cane geneticamente ha stampato un corredo da capo-branco, non potremo mai pretendere di farlo diventare un gregario. (La prima parte dell’articolo è stata pubblicata sul numero precedente di Petnet magazine).
41
Razze canine
Gli aristocani Il bolognese ed il maltese Ilaria Zappi
S
ono cani selezionati e allevati per una funzione specifica: la “compagnia”. Hanno radici storiche antichissime e regali in quanto allevati e appartenuti a nobili e patrizi. Ricostruire la storia di razze naturali come il Bolognese e il Maltese è assai problematico, perché non esistono documentazioni specifiche al riguardo e le loro radici si perdono nella notte dei tempi. Appartengono al gruppo dei Bichon, piccoli cani bianchi che ebbero la loro diffusione nel Mediterraneo grazie ai commerci marittimi. Aristotele nel 350 A.C. parla di piccoli cani bianchi da compagnia con l’appellativo di Melitensis. Si è molto discusso sull’etimologia della parola Melitensis ed esistono diverse interpretazioni. A tale proposito secondo alcuni ricercatori Aristotele si riferiva all’isola di Malta, secondo altre ipotesi invece voleva indicare l’isola siciliana di Melito, che a suo tempo era una piccola colonia ellenica. Il filosofo Teofrasto (371-286 a C.) ne dà un ulteriore conferma, narrando di un cagnolino Maltese. Lo storico Stradone vissuto tra il 66 e il 24 D.C. narra di piccoli cani bianchi allevatati in questa città. Più tardi intorno al 79 d. C. anche Plinio il Vecchio riferisce di piccoli cani bianchi: Melite. Discendenti dai cani di razza Barbet, in seguito all’opera di allevatori e secoli di selezione, si sono ottenute diverse varietà di cani di piccola taglia, cugini tra loro, ma diversi per aspetto e carattere. In principio non c’era una netta distinzione tra Bolognese e Maltese, ma, grazie ad alcune testimonianze
42
lasciate da studiosi greci ed alle opere di noti artisti del passato, scopriamo un piccolo cane bianco che assomiglia vagamente alle due razze attuali, ma non ha né il pelo liscio come il Maltese né i boccoli come il Bolognese. Si hanno nuovamente tracce di questi cani nel XV secolo durante il Rinascimento, che fu il periodo di massimo fulgore per questi piccoli cani bianchi, ritratti in compagnia di nobili dame, principi e persone dell’alta e nobile aristocrazia italiana e europea. Nel 1496 è il Carpaccio a fornirci un’importante testimonianza del cane Bolognese, nell’opera “Miracolo della reliquia della croce di San Marco” (Galleria dell’Accademia - Venezia). Altre tracce le ritroviamo nelle corti europee, dove il cane Bolognese è presto diventato compagno di salotto di nobili donne e prezioso oggetto di scambio fra i potenti. Fonti storiche documentano che, verso la metà del Cinquecento, il Bolognese ha conquistato i cuori dell’aristocrazia italiana ed europea. Questi nobili proprietari, infatti, amavano molto farsi ritrarre in compagnia dei loro amici a quattro zampe, divenuti ormai simbolo di raffinatezza e anche di un certo status. Ecco alcune prove inconfutabili di questa aristocratica tendenza. La prima è il “Ritratto di coniugi”, di Lorenzo Lotto (1523-24 - San Pietroburgo, Museo di stato Ermitage). La donna tiene fra le braccia un piccolo cane bianco a metà fra un Bolognese ed un Maltese. Qualche anno dopo Tiziano realizza il “Ritratto di Federico Gonzaga” (1525-30), dove anch’egli è immortalato in compagnia del suo prezioso cagnolino. Un’ulteriore conferma del grande pregio di cui questa razza godeva, è riscontrabile in un’altra opera di Tiziano, in cui egli affianca addirittura a Venere, dea della bellezza, un piccolo cane bianco che, innegabilmente, è un antenato del Bolognese.
Razze canine
L’opera è intitolata “Venere con organista, amorino e cagnolino”. La duchessa d’Alba invece ha scelto Goya per farsi ritrarre insieme al suo candido amico -”Ritratto della duchessa d’Alba” (1795 - Collezione del duca d’Alba, Madrid). Come già accennato, oltre ad essere simbolo di un certo status, il cane Bolognese diventa presto un prezioso dono che la nobiltà europea si scambia in segno di amore o rispetto. Il duca d’Este ad esempio ha donato una coppia di Bolognesi a Filippo II di Spagna (1527-1598). Luigi XV di Francia (1715-74), grande appassionato di cinofilia, fece omaggio di questi piacevoli cani alla sua amante, la marchesa di Pompadour. Cosimo de Medici il Vecchio (1389-1464) ha regalato ai nobili del Belgio addirittura otto esemplari di questa razza! Una coppia di cani Bolognesi fu regalata anche da Umberto di Savoia alla sua futura sposa Maria Josè del Belgio. Anche Caterina la grande di Russia (1729-96), dal canto suo, possedeva molti Bolognesi. Con l’avvento dell’Ottocento, sia per problemi legati alle guerre sia a causa dei vari cambiamenti storici in corso, il Bolognese quasi cade nell’oblio fino a qualche anno dopo il termine del secondo conflitto mondiale. è grazie a queste testimonianze pittoriche di noti artisti che abbiamo “fotografia” di questi piccoli cani bianchi, selezionati nei secoli, simili, ma nello stesso tempo diversi tra loro. Il Bolognese è un cane di piccola taglia, mesomorfo con un corpo corto e particolarmente compatto, costruito nel quadrato. è un cane allegro, vispo, intelligente, dall’aspetto scompigliato e rustico, ma curato. Il mantello bianco latte, deve essere ben sollevato dal corpo, increspato in piccole e serrate ondulazioni. Ha occhi tondi, ma non infossati o sporgenti, di un bel colore ocra scuro. Il tartufo è voluminoso, nero e sulla stessa linea della canna nasale. Ha un carattere allegro e poliedrico, accompagna umani d’ogni età, e grazie a questa sua caratteristica sa trasformarsi in uno splendido compagno di giochi per bambini o leale e silenzioso
compagno di vita di adulti e anziani, convive senza alcun problema con altri animali che normalmente vivano in casa. Il Bolognese ha una pelle inodore, non fa muta, quindi è adatto anche a persone che soffrono di allergie. è utilizzato con successo nella pet therapy. Grazie al paziente lavoro di numerosi allevatori del recente passato e del nostro presente. Il cane di razza Bolognese riscuote successi a livello nazionale e internazionale nelle esposizioni di canine: il suo aspetto tipico e il suo incedere elegante con testa alta e fiera, e sguardo all’apparenza impertinente attira i consensi di giudici e pubblico. Tutto ciò lo colloca con diritto nel gruppo delle 16 razze italiane, vanto del patrimonio genetico italiano da tutelare e diffondere con orgoglio. Il Maltese è sempre di piccola taglia. Ha un garrese, è leggermente elevato e la groppa è molto lunga e larga. Il cranio è di lunghezza leggermente superiore al muso. La canna nasale è rettilinea. Il tartufo è voluminoso e sulla stessa linea della canna nasale. La pelle è ben aderente in tutto il corpo e pigmentata da chiazze scure. La muscolatura è soda e di buono sviluppo. è caratterizzato da un pelo con tessitura setacea, con eccellente densità e lucentezza, lunghissimo in tutto il corpo. è uno degli aspetti che rende unica questa razza. Molto intelligente e vivace. Si affeziona in modo sorprendente al proprietario. Ha un comportamento docile e attento. Possiede un’ottima capacità di apprendimento. Il 2011 sarà ricordato da noi allevatori e amanti di queste due razze antiche e nobili da compagnia come il Bolognese e Maltese, per il riconoscimento ufficiale del Club di razza CBM, conferitoci dall’ENCI (Ente nazionale della Cinofilia Italiana) ed ottenuto grazie all’impegno ed alla volontà di un gruppo di soci fondatori e di numerosi soci allevatori e sostenitori. è questo l’unico club in Italia che avrà il compito di tutelare, divulgare in Italia e all’estero questo importantissimo patrimonio genetico e zootecnico, il Bolognese e Maltese…preziosi cammei bianchi della cinofilia italiana.
Carpaccio Miracolo della reliquia della croce di San Marco
Lorenzo Lotto Ritratto di coniugi
Gustave Coubert Nudo con cane
Tiziano Ritratto di Federico Gonzaga
43
Un consiglio per il nostro benessere
S
iamo prossimi alle festività natalizie e di fine anno e PETNET Magazine, la rivista degli amanti degli animali, vi propone sempre interessanti, speriamo, contributi concernenti la salute ed il benessere dei tanti animali che popolano le nostre case. In questo articolo, invece, vogliamo dare un suggerimento per coccolarci un po’ e pensare per qualche minuto al nostro benessere attraverso semplici, ma innovativi “rimedi”. Semplici solo perché derivano dalla provvida natura, sempre pronta a dispensarci i suoi prodotti ed innovativi perché la genialità dell’uomo consente di trarre dai prodotti della natura sostanze utili al mantenimento del nostro equilibrio psicofisico. La Vinoterapia Il termine si riferisce ad una branca dell’estetica nata in Francia, nella zona di Bordeaux. Si fa uso di acqua termale per enfatizzare gli effetti terapeutici dell’uva impiegata per le cure estetiche, articolate in bagni, massaggi, impacchi, maschere e peeling: tutti rigorosamente a base di uva, vino, foglie di vite. Le proprietà dell’uva e del vino sono note sin dall’antichità. Oggi la moderna biochimica ha rintracciato nel vino oltre 300 sostanze con azione antisettica del cavo orale. Inoltre ogni chicco d’uva racchiude un concentrato di sostanze rivitalizzanti in grado di contrastare l’invecchiamento e di proteggere dalla fragilità capillare. Gli acini, ed in particolare i vinaccioli (semi dell’uva), sono infatti ricchi di calcio, fosforo, polifenoli e flavonoidi (che svolgono un’azione idratante, levigante ed antiossidante) nonché di acidi organici dall’elevata proprietà schiarente (un vero e proprio peeling naturale). La vinoterapia utilizza uva fresca ma anche olio di vinacciolo, concentrato di mosto e soprattutto vino, arricchiti con oli biologici e vitamine.. L’ultimo ritrovato della cosmesi, consiste nel sottoporre il corpo a bagni parziali o totali nel vino. L’Ampeloterapia L’ampeloterapia (dal greco “ampelos”, vite) o cura dell’uva impiega invece l’uva per “uso in-
44
Benessere
terno”: prevede un’assunzione giornaliera dei frutti in quantità gradualmente sempre maggiori. L’obiettivo è quello di fare un bel “lavaggio” all’intestino e al fegato, grazie alle proprietà diuretiche (è ricco di potassio) e lassative (pectine, cellulosa, enzimi) del frutto. E per i vasi sanguigni è un vero toccasana: le sostanze astringenti dell’uva fortificano le pareti di vene e capillari, la polpa ed i succhi li ripuliscono a fondo e ripristinano l’equilibrio tra colesterolo buono e colesterolo cattivo. Anche se prima di intraprendere una cura dell’uva prolungata è opportuno rivolgersi al medico per verificare eventuali controindicazioni. Per “cura dell’uva” non si intende un elevato consumo del frutto, ma un programma dietetico nel quale l’uva è considerata quale rimedio, con azione terapeutica, quindi ingerita secondo precisi canoni. Il frutto contiene numerose sostanze salutari quali: glicidi (glucosio e fruttosio o levulosio) pectina, gallati, oli eterei aromatici; acidi organici: malico, succinico, salicilico e tartarico; fosforo, calcio, magnesio, rame, manganese, ferro, sodio. Vitamine A, B1, B2, C e PP. Nella buccia ci sono flavonoidi, enocianine, tannini e cremortartaro; tali sostanze variano a seconda del colore dell’uva: nelle rosse prevale l’enina, nelle bianche l’enoflavina. Nella buccia dell’uva sono presenti importanti sostanze con proprietà antiossidanti
quali i polifenoli, i flavonoidi e le antocianine. Nei semi, detti vinaccioli, è presente l’8% di olio (con il 70% di acido linoleico), il 54% di cellulosa, il 31% di acqua, inoltre: amido, tannini e sali minerali. L’acido linoleico è un acido grasso polinsaturo essenziale, che è presente nell’olio ottenuto per premitura a freddo dei vinaccioli. Il suo consumo è indicato nelle ipercolesterolemie, ateromatosi, e affezioni cardiovascolari. è importante tener conto delle innumerevoli varietà di uva presenti sul mercato, e delle caratteristiche del terreno nel quale la vite cresce, perché il contenuto dei principi attivi è condizionato da tali fattori. Così nel cuore verde di Italia, in Umbria, una famiglia di produttori di vino, i Goretti (www.winetherapy.eu), ha dato vita ad una linea di prodotti cosmetologici alla cui base vi sono i frutti della terra. Alcuni esempi: uva detergente, uva tonico, bagno al vino, sapone all’olio di oliva, sapone alla propoli, crema giorno vitis vitinifera, crema corpo all’olio di oliva, gel uva rassodante, crema concentrata al mosto d’uva, crema mani uva, shampoo al vino rosato, olio massaggio al vino bianco. A. C. Si ringrazia per il materiale fornito e l’autorizzazione alla pubblicazione la Dr.ssa Sara Goretti
45
Dermatologia
Anche cane e gatto possono soffrire di.... acne Prof. Alessandro Ciorba
I
problemi che colpiscono la pelle sono particolarmente frequenti nei nostri piccoli animali e facilmente sotto l’occhio di un proprietario, il quale anche occasionalmente si prenda cura del proprio cane o gatto. Sono situazioni che possono creare un qualche timore nella convinzione che possano essere provocate da agenti causali (parassiti, germi, virus) che possono trasmettersi agli abitanti della casa. Tra le lesioni per le quali un timore è da ritenersi più che giustificato dobbiamo ricordare le perdite di pelo, di aspetto rotondeggiante e localizzate prevalentemente in corrispondenza della testa, che possono in taluni casi essere provocate da funghi, che si localizzano sulla cute. Piuttosto comuni sono nei nostri amici pelosi talune infiammazioni a carico della pelle, che condividono con la medicina umana alcuni aspetti e prendono il nome di acne. Possono essere motivo di frustrazione sia per il veterinario sia per il proprietario dell’animale, a causa della tendenza alla cronicizzazione ed alle frequenti recidive. • L’acne è un processo infiammatorio, ad andamento cronico, che generalmente si manifesta in corrispondenza di spazi interdigitali, labbra e mento di animali giovani, contraddistinto da infiammazione dei follicoli piliferi e dalla presenza di foruncoli. Sono più frequentemente colpiti cani appartenenti a razze come il pastore tedesco, il setter irlandese, il golden retriever, il pastore belga, l’alano, il dalmata e si ritiene che nel determinismo della malattia la predisposizione genetica giochi un ruolo significativo oltre l’azione di determinati germi come ad esempio gli stafilococchi. • La lesione ha inizio sotto forma di foruncoli, papule eritematose (bollicine ripiene di siero frammisto a sangue), che vanno, poi, incontro ad un inquinamento batterico, assumendo i caratteri di un’infiammazione similpurulenta (pustole). • La diagnosi scaturisce dall’esame clinico, dall’esecuzione di test di laboratorio
46
e dall’esclusione di altre cause attraverso l’effettuazione di opportuni esami. • Il trattamento è in funzione della gravità e dell’estensione del processo patologico in atto. Sarà opportuno tosare l’area colpita, tenere pulita la parte interessata, impiegando shampoo, lozioni, creme o gel medicati da impiegarsi 1 o 2 volte la settimana sino al miglioramento clinico; pomate con antibiotici per 3-6 settimane; corticosteroidi per ridurre l’infiammazione. Si dovrà evitare di esercitare qualsiasi compressione sulle aree colpite per evitare la diffusione dell’infiammazione. Per via generale possono impiegarsi antibiotici in grado di combattere le infezioni batteriche. In caso d’insuccesso della terapia antibiotica, è consigliabile procedere ad un esame batteriologico del materiale prelevato dalle pustole e far eseguire un antibiogramma. Dopo la risoluzione dei sintomi clinici, si potrà ridurre progressivamente la dose dei farmaci nell’arco di 2-3 settimane, mentre una volta terminato il trattamento sarà opportuno tenere sotto osservazione l’animale per evidenziare eventuali recidive, continuando per un determinato periodo nell’opera di pulizia della parte colpita. A.C.
Lâ&#x20AC;&#x2122;angolo della fotografia
Pet agility
Dr.ssa Maristella Zambelli Medico veterinario
Animali Esotici
La Cavia
L
a cavia domestica (Cavia apera porcellus) appartiene alla famiglia Caviidae, è originaria delle regioni montuose delle Ande, in Sud America, e solo recentemente ha trovato largo consenso come pet, viste le sue caratteristiche di animale estremamente socievole, che non emana odori fastidiosi, adatto alla convivenza con bambini, in quanto facile da manipolare e raramente mordace. Sono animali particolarmente “loquaci”, possedendo un’ampia gamma di vocalizzazioni. Moltissime sono ormai le razze presenti in commercio che differisco-
48
no per colore e tipologia di mantello. In quanto “animale preda”, in natura la cavia ha abitudini prevalentemente crepuscolari/notturne, occupa tane e gallerie scavate da altri animali e costituisce colonie di circa 20-50 individui. La cavia possiede delle ghiandole sebacee a livello di dorso, glutei e zona perianale, coinvolte nella marcatura del territorio. Essendo animali estremamente sociali, non ci sono particolari restrizioni nel numero di individui da poter tenere insieme. Le eventuali lotte per la dominanza tra i maschi potrebbero avere come soluzione la castrazione, ma non è detto che questa sia
Dott. Gianluca Deli Medico Veterinario
Animali Esotici
risolutiva. Le cavie non dovranno essere allevate insieme ad animali di specie diversa, in particolare il coniglio. In commercio è ormai possibile trovare una vasta gamma di gabbie e prodotti per questi animali: la cosa importante è che siano facili da pulire, di dimensioni sufficienti a contenere il numero di animali desiderato e costituiti da materiali atossici. Le cavie, come qualsiasi altro animale, dovrebbero trascorrere il minor tempo possibile in gabbia, per evitare l’insorgere di problemi comportamentali, oltre ad obesità ed osteoporosi. Fondamentale sarà quindi l’arricchimento ambientale e l’accesso ad un’area dove potersi muovere liberamente (sotto l’occhio vigile del proprietario). La temperatura ideale per questi animali è attorno ai 20-22°C con un tasso di umidità pari al 4070%. Condizione ideale è che abbiano a disposizione una zona esterna, dove dovranno avere a disposizione una zona più fresca ed ombreggiata, in quanto temperature superiori ai 27°C possono rappresentare un grave pericolo per la loro salute. Come fondo della gabbia si potrà utilizzare del semplice foglio di giornale, che dovrà essere cambiato abbastanza frequentemente. Oltre ad essere una soluzione abbastanza economica, permetterà al proprietario di tenere meglio sotto controllo eventuali alterazione delle deiezioni dell’animale quali produzione, consistenza e forma delle feci, colore e quantità delle urine. Partendo dal presupposto che un’alimentazione il più varia possibile è alla base di un buono stato di salute, essendo questi animali strettamente erbivori, la loro dieta si baserà esclusivamente sul consumo quotidiano di fieno ad libitum, erba, verdura e frutta di stagione in quantità moderata, ed eventualmente una modesta quantità di pellet. Elemento necessario sarà la fibra, che ricopre un ruolo essenziale sia per quanto riguarda il consumo dei denti a crescita continua sia per mantenere una buona funzionalità dell’appara-
to gastroenterico. Una dieta solo a base di fieno sarà altrettanto sbagliata come la sola somministrazione di pellet. La quantità giornaliera di alimento per animale adulto è di circa 60-70 g/kg/die, aumentando a 2 o 3 volte sia negli animali in accrescimento sia nelle femmine in gravidanza. L’acqua dovrà essere sempre a disposizione. Come il coniglio, anche la cavia mangia il ciecotrofo (con questo termine si indicano le feci, con caratteristico aspetto a grappolo, prodotte solitamente al mattino presto), attraverso il quale recupera gli elementi sintetizzati dalla flora batterica ciecale. Le cavie, come l’uomo, non sono in grado di sintetizzare autonomamente la vitamina C ed è quindi fondamentale la somministrazione quotidiana di questa vitamina con alimenti o integratori (10 mg/kg/die; maggiore durante l’accrescimento e la lattazione). Data l’elevata labilità di questa vitamina, gli alimenti commerciali (pellet) dovranno essere conservati correttamente e consumati in breve tempo. Sarà quindi opportuno somministrare l’alimento fresco associato a quello secco. L’eccesso di questa vitamina non è pericolosa, mentre la carenza è la causa dello scorbuto. Problemi di più frequente riscontro correlati ad una errata gestione delle cavie in cattività sono lo sviluppo di pododermatiti (lesioni della porzione plantare delle zampe favorite da obesità, scarsa igiene della gabbia ed utilizzo di una lettiera non adeguata), carenze alimentari e vitaminiche o eccessiva somministrazione di alimenti ricchi in calcio, ridotta efficienza del sistema immunitario conseguente a stress, patologie dermatologiche, patologie dentali. Nel caso in cui si voglia prendere una coppia e farli riprodurre, accortezza nei confronti della femmina sarà quella che ciò avvenga in età giovanile, prima dei 6-8 mesi, in quanto dopo questo periodo si ha fusione della sinfisi pubica, con conseguenti possibili difficoltà al parto (distocie).
49
L’angolo della lettura
101 storie di cani
D
opo il successo di 101 storie di gatti che non ti hanno mai raccontato, almeno per par condicio, ci è sembrato giusto scrivere dell’altra metà del cielo animale: i cani. La domanda che da sempre ossessiona gli zoofili riguarda la differenza enorme che c’è nel rapporto uomo-cane e uomo-gatto. Noi abbiamo deciso di definirla una “differenza esistenziale”. Proprio così, perché il cane vive per il suo umano di riferimento, un brutto accostamento di parole, che però ci risparmia dall’uso della parola “padrone”, che detestiamo. Il cane ha un rapporto con l’uomo di assoluta abnegazione, dipendenza e fedeltà; termini che non sono minimamente riferibili alla relazione uomogatto. Nel libro troverete tante storie, ma soprattutto un’approfondita analisi della bellissima frase di Schopenhauer: «Chi non ha mai avuto un cane non sa cosa vuol dire essere amati davvero». Noi cercheremo di dare l’esatta spiegazione di quel “davvero”: un mondo di amore con sfaccettature incredibili, una profondità di sentimenti che lega ognuno di noi, in modo indissolubile, al proprio cane. 101 storie perché tanti sono i cani e tanti sono i ruoli che questi meravigliosi amici recitano al nostro fianco: ci sono quelli lavoratori, cacciatori, poliziotti, soccorritori, bagnini, scavatori, cercatori e persino minatori. Ci sono anche tanti cani eroi che hanno affrontato rischi e pericoli pur di rispettare il loro patto di amore con l’uomo. Perché non esiste un altro legame così incondizionato e arrendevole come quello che ci accingiamo a raccontarvi. Leggerete di storie antiche e moderne, di amori grandi e amicizie eterne. Vi commuoverete e sorriderete seguendo le gesta di questi piccoli e grandi protagonisti della Storia che vi ruberanno il cuore e vi condurranno in un mondo in cui il bene trionfa sempre.
U
n viaggio entusiasmante per conoscere il profondo legame che unisce questo animale all’uomo e per scoprire aneddoti, leggende e vicende che riguardano colui che da sempre è stato definito il nostro migliore amico. La storia è ricca di racconti che lo vedono protagonista, per esempio immortalato nei bassorilievi babilonesi e tra le divinità egizie. Questo libro vi farà conoscere cani famosi e cani randagi; cani coraggiosi e cani salvatori, come Salty, un Labrador che faceva da cane guida per non vedenti e che l’11 settembre 2001 guidò il suo padrone dal 71° piano del World Trade Center all’uscita. E poi ancora, le avventure dei fedelissimi e degli inseparabili, perché il legame con l’uomo è talmente profondo che i nostri antenati pensavano che il cane fosse comparso per sopperire alla fragilità del genere umano. Anzi, come ha scritto Ferdinand Mery: «In principio Dio creò l’uomo ma, vedendolo debole, gli diede un cane». E come afferma l’etologo Konrad Lorenz: «la sua fedeltà è un dono prezioso che impone obblighi morali non meno impegnativi dell’amicizia con un essere umano».
Lilli Garrone è nata e cresciuta a Roma, ha lavorato al «Corriere della Sera» e all’«Avvenire». Laureata in Lettere, ha scritto, con il produttore Leo Pescarolo, La cucina di Marco Polo, un libro alla scoperta di ricette incredibili. Monica Cirinnà ha iniziato a militare come volontaria nel movimento animalista dopo la laurea in Giurisprudenza. Ha partecipato alla nascita dell’ARCA (Associazione Romana Cura Animali) e si è impegnata nella
50
battaglia per la legge che vieta la soppressione degli animali randagi. Eletta in Campidoglio, è stata la delegata alle Politiche per i Diritti degli animali, per le quali ha creato un apposito ufficio comunale. Oggi è consigliere comunale a Roma e presidente della Commissione delle Elette. Le due autrici insieme hanno già pubblicato per Newton Compton 101 storie di gatti che non ti hanno mai raccontato.
L’angolo della lettura
Storie vere di animali con l’anima e di uomini senza
H
o conosciuto dolci cagnolini, splendidi gatti, magnifici rapaci, diabolici pappagalli, uccellacci ed uccellini e poi gorilla, elefanti, lupi, tigri... Tutti mi hanno insegnato qualcosa di indimenticabile, di sorprendente e tenero. Acuni miei “pazienti” sono stati vittime di “padroni” non altrettanto indimenticabili. Altri hanno migliorato, e di molto, la vita dei loro tutori... La prima parte del libro racconta la mia giovinezza bestiale fino alla laurea in veterinaria, con le storie degli animali che hanno riempito le mie giornate. La seconda parte è dedicata alle personalità più esuberanti e interessanti di creature - di cielo, acqua e terra che ho conosciuto vivendo e lavorando. Questa non è un’autobiografia, ma un omaggio al mondo animale. All’Anima Animalis.
AMERIO CROCE nasce in un paesino della campagna romana, San’Angelo Romano, il 31 Marzo del 1954. Paesino dove era viva la civiltà agricola dove il rapporto uomo animale era ancora attivo ed essenziale. Durante le vacanze nel paese natale trascorse presso le nonne impara ad apprezzare ed amare gli altri esseri viventi che condividono la vita dell’uomo. Vive a Roma e nel 1979 si laurea in Medicina Veterinaria presso la facoltà di Medicina Veterinaria di Perugia. Amerio Croce si è occupato
per molti anni prima per la LIPU (Lega Italiana Ptotezione Uccelli) e poi per il WWF, delegazione del Lazio, delle cure mediche e chirurgiche degli aniamli selvatici trovati. Ha seguito per molti anni, come consulente Veterinario per la cura degli animali esotici e selvatici lo zoo di Roma, dove ha conosciuto molti degli animali di cui si parla nel libro. è inoltre autore di un grosso manuale pratico di medicina veterinaria sugli “Animali esotici da compagnia”.
51
L’angolo della lettura
L’amore lascia il segno Un libro scritto da cani e gatti
A
ssillato da dubbi esistenziali e dilemmi quotidiani, il veterinario Simon comincia la giornata di lavoro nella sua clinica accingendosi ad affrontare i suoi amati pazienti e i loro apprensivi proprietari. Visita dopo visita, sono gli animali a raccontare le proprie storie, esilaranti, ironiche, avventurose e commoventi. E ci svelano anche, per la prima volta, i sentimenti contrastanti che nutrono per i loro strampalati proprietari… Dieci storie, raccontate direttamente dagli animali che si ritrovano nella sala d’aspetto della clinica: una cagna da caccia dal cuore d’oro che protegge le prede invece di riportarle al padrone; un chihuahua che si è innamorato di una bastardina e non vuole accoppiarsi con la cagnetta dal pedigree aristocratico; un gatto che rischia di perdere la vista a causa della dieta vegana dei suoi padroni hippies. E poi altri animali ancora, dieci storie che si intrecciano con i pensieri e le riflessioni ironiche dell’autore di questo delizioso libro.
52
1) Nel tuo libro L’amore lascia il segno si intrecciano due storie quella dei veterinari raccontata dal protagonista Dr Simon e quella degli animali raccontata proprio da loro. Come mai hai scelto due punti di vista cosi’ diversi? Ho cercato di mettere in risalto proprio la diversità della percezione umana e di quella animale, spesso confrontando gli stessi temi e raffrontando gli stessi ambienti, ad esempio la decorazione e la struttura della sala d’aspetto del veterinario viene percepita in modo opposto dagli umani che sono rassicurati dai quadri e dall’ambiente arioso e luminoso e dagli animali affranti dagli odori e dalla presenza di inquietanti segnali sonori. 2) Si tratta di dieci storie raccontate dagli animali che possono essere considerate a sfondo morale, gli animali hanno una morale? Forse, certamente possiedono una certa tendenza a reagire in modo prevedibile ma fortemente soggettivo ma non sono in grado di dire se il concetto di moralità possa essere esteso alle specie animali non umane. Certamente gli animali nelle loro storie ci giudicano ed emettono se non sentenze morali nei nostri confronti almeno dei ragionevoli dubbi. 3) Il personaggio del Dr Simon è carico di esitazioni e di incertezze, perché hai scelto proprio lui per raccontare la giornata straordinaria che si presenta ai lettori?
Proprio perché la sua personalità complessa permette di avere mille dubbi e di porsi tante domande, dubbi e domande che vengono trasferite ai lettori che daranno le proprie risposte. Forse in questo sta l’originalità del libro che pone molte questioni senza dare soluzioni univoche. 4) Ti sei ispirato alla realtà per descrivere personaggi umani e animali? Credo che ogni scrittore attinga alla proprio sfera reale per creare personaggi ma nel farlo assume un atteggiamento leggero e libero che permette di rielaborare, mescolare, creare, credo sia proprio questo il bello della scrittura, lasciare la massima libertà creativa attingendo al proprio pozzo di esperienze, di ricordi di ispirazioni. 5) Gli animali appaiono vincenti, mentre i personaggi bipedi mostrano dei limiti evidenti quando non risultano addirittura grotteschi o distorti, è stata una scelta voluta? Direi di sì, ho voluto rendere giustizia di una visione degli animali spesso troppo antropocentrica e non rispettante le loro esigenze. Si potrebbe definire un romanzo animalista ma con connotazioni divertenti e ironiche. Vuole fare pensare senza mai insegnare, mostra la diversità degli individui esaltando la bellezza di questa diversità e l’esigenza di aumentare il rispetto di ognuno verso gli altri indipendentemente dalla specie di appartenenza.
RENATO ASSIN nasce in Europa da madre asiatica e padre africano. La sua passione per gli animali comincia quando impara a camminare a quattro zampe. Alcuni anni dopo avere assunto la posizione eretta si laurea a Milano in medicina veterinaria. Dopo un periodo di studio e lavoro a New York, si trasferisce a Roma dove vive attualmente. Oggi si occupa
di medicina interna e ecografia degli animali domestici. È consulente ecografista per gli animali del Bioparco di Roma e veterinario di fiducia di personaggi famosi come Maria De Filippi e Valentino.. Collabora come esperto veterinario alla trasmissione Geo&Geo su Rai 3. Questo è il suo primo libro.
53
Sorrento
Viaggiando
Sorrento (Surriento in napoletano), comune della provincia di Napoli, situato sulla costiera sorrentina, è una meta turistica per eccellenza sia d’inverno sia d’estate, rinomata per le
CENNI STORICI
Si ritiene che Sorrento sia stata fondata dai greci, in seguito e per un breve periodo subì la supremazia degli Etruschi e poi l’influenza degli Osci. In età romana è ricordata per aver partecipato all’insurrezione degli Italici; vi fu quindi insediata da Silla una colonia, a cui seguì più tardi uno stanziamento di veterani di Ottaviano. Durante la crisi del dominio bizantino in Italia, Sorrento acquistò autonomia come ducato, prima sotto la supremazia dei duchi di Napoli, sempre in lotta con Amalfi, Salerno ed i Saraceni. La storia di Sorrento si confonde con quella delle altre città campane: prese parte alle leghe anti musulmane; combatté i Longobardi di Benevento; conobbe lotte familiari tra i nobili locali. Divenne ducato e fu poi assorbita nel nuovo regno dei Normanni. Sorrento seguì da allora le sorti del regno, non senza ribellioni e conflitti, specie all’inizio dell’età aragonese. La cittadina subì un grave colpo dall’invasione dei turchi che la saccheggiarono e devastaro-
54
sue bellezze naturali ed artistiche e le sue tradizioni, Sorrento è il maggiore centro per numero di servizi offerti ed anche il più conosciuto e nominato di tutta la Penisola Sorrentina.
no nel 1558. A ciò fece seguito la fortificazione della cerchia delle mura e la costruzione delle torri costiere. In seguito si ebbero rivolte contadine contro i soprusi della nobiltà locale. Durante la Controriforma la vita artistica e sociale della città decadde. Sorsero varie accademie e si diffusero innumerevoli ordini monastici, tanto da dare a Sorrento una marcata impronta conventuale. Nel 1799 la cittadina aderì alla Repubblica Partenopea, ma poi l’opera dei reazionari comportò un ritorno dei Borboni sul trono di Napoli. Nel mese di aprile, infatti, navi inglesi e borboniche sbarcarono truppe in Penisola, per una rapida conquista delle città perdute, mentre l’armata francese marciava verso il Regno di Napoli. I Paesi della Penisola, fedeli ai Borboni, si opposero all’avanzata che perciò si fermò a Castellammare. I Francesi, dopo aver conquistato Vico, assediarono Sorrento. I Sorrentini non si arresero, anzi uccisero un soldato francese e ferirono un ufficiale. Dopo questi fatti il generale or-
dinò la presa della città che fu evitata solo grazie all’intervento dell’Arcivescovo Pepe il quale si presentò con un quadro del Tasso decantando i fasti di Sorrento e sostenendo che non poteva essere distrutta la patria di uno scrittore così famoso. I Francesi, prima di lasciare Sorrento, distrussero parte del castello che delimitava le mura di confine e di difesa della città. Nel primo periodo borbonico si andò intensificando l’attività marinara e la pesca del tonno, fiorente fino agli inizi del sec. XX. All’inizio dell’800 la penisola e tutto il Regno di Napoli fu sottoposto all’attacco francese, che allontanò i Borboni da Napoli e sul trono s’insediò prima Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone, successivamente Gioacchino Murat. Nel 1815, con la sconfitta di Waterloo, a Napoli ritornò il Borbone Ferdinando. Col ritorno dei Borboni la Penisola ritrovò la pace e ripresero le attività commerciali. Iniziò, infatti, un periodo florido per agricoltura, cantieristica, artigianato, turismo. Il 1832 è un anno importante per Sorrento
Viaggiando
perché Ferdinando II di Borbone decretò la costruzione della strada Castellammare Meta. Nel 1837 il colera si diffuse a Sorrento. Il Risorgimento fu vissuto con grande partecipazione anche dai Sorrentini e molti furono coloro che parteciparono alle lotte per l’indipendenza Nel 1898 fu inaugurata la rete elettrica e nel 1899 Sorrrento e gli altri Comuni della Penisola approvarono il progetto per la costruzione di una linea tramviaria elettrica, che univa Castellammare con Sorrento, in piazza Mercato. Il tragitto si svolgeva su un solo binario ed il viaggio era sempre pieno di punti interrogativi per la mancanza improvvisa della corrente. Il primo ventennio del Novecento vide anche i sorrentini partire per la Grande Guerra. Nel periodo fascista i Comuni furono riuniti in unico Comune denominato Sorrento, ma la sede del Municipio fu fissata in Sant’Agnello. Alla caduta del Fascismo i Comuni si staccarono da Sorrento avendo ottenuto l’autonomia.
DA VEDERE
Il centro storico di Sorrento presenta il consueto tracciato greco-romano a strade parallele attorno a via San Cesareo e via Tasso. Punto di partenza è la luminosa piazza Tasso, dove si erigono le due belle statue di Sant’Antonino e il monumento dedicato a Torquato Tasso, opera di Gennaro Calì del 1866. Sulla piazza si trova la Chiesa di Santa Maria del Carmine, ad unica navata, con due altarini laterali, mentre al limite sud della piazza, è la Casa Correale, risalente alla fine del XV secolo. Imboccata via della Pietà che congiunge Piazza Tasso con la Cattedrale, troviamo due degli edifici più antichi della città: il duecentesco Palazzo Veniero, che si contraddistingue per le decorazioni in tufo giallo e grigio, e Palazzo Correale, risale al XIV secolo. Da via della Pietà si giun-
ge alla Cattedrale, con le sue facciate di forme gotiche e che è stata riedificata in stile moderno. Proseguendo su Corso Italia si trova in Via Sersale la settecentesca Congrega dei Servi di Maria, alla quale si accede per mezzo di uno scalone marmoreo a doppia rampa dov’era collocata l’antica cappella di S. Barnaba. Rara testimonianza di antico sedile nobiliare, è il Sedile Dominova, ubicato nell’omonima piazzetta. E’interamente decorato da allegorie e quadrature architettoniche settecentesche e coronato da una cupola in maiolica. Proseguendo si attraversa il vicoletto San Cesareo, cuore pulsante del paese, ricco di negozi di intarsio, oggetti tipici e prodotti locali si giunge in Piazza Sant’Antonino dov’è ubicata la bella statua opera di Tommaso Solari e l’omonima basilica. Infine merita di essere menzionato il Vallone dei Mulini, che insieme ad altri quattro valloni era utilizzato nei tempi antichi per delimitare il confine tra un paese e l’altro (Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello e Sorrento). Attualmente il Vallone dei Mulini di Sorrento è quello meglio conservato. Il Vallone trae il nome dalla presenza di un mulino che fu utilizzato fino all’inizio del Novecento per macinare il grano per i Sorrentini.
DA GUSTARE
La tradizione culinaria sorrentina ha origini antichissime ed il suo successo è legato alla sua posizione geografica, adagiata tra terra e mare, alla fertilità della terra ed allo splendido clima che consente la coltivazione di molti prodotti, di unica e inimitabile genuinità, come agrumi, arance e limoni, noci, pomodori, vigne e uliveti, che costituiscono una delle principali caratteristiche del paesaggio. Tra i primi piatti più celebri e prelibati ricordiamo i famosi gnocchi alla sorrentina, gustosi gnocchi di patate conditi
con pomodorini, basilico e mozzarella del posto. Lo stesso condimento anche per i ravioli alla caprese, preparati con pasta fresca ripiena di ricotta. Profumato basilico locale, unito a pomodori di Sorrento e mozzarella prodotta in penisola, sono gli ingredienti della famosa insalata caprese, conosciuta e apprezzata in tutto il mondo. La maggior parte dei piatti tipici locali è condita con l’olio extra-vergine d’oliva D.O.P. prodotto in penisola. Propri della Penisola Sorrentina sono i famosissimi limoni di Sorrento. Questo frutto è alla base dell’economia sorrentina e permette la realizzazione di diversi prodotti e ricette come quella del famoso Limoncello di Sorrento. Di particolare importanza è anche la produzione di arance e delle famose noci di Sorrento che hanno origini antichissime e che in passato erano lanciate agli sposi come segno di fortuna e prosperità. Con le noci è possibile realizzare diverse ricette gastronomiche e un particolare liquore digestivo, il cosiddetto Nocillo. Il mare che lambisce la Costiera Amalfitana e la penisola sorrentina è particolarmente generoso di pesce e crostacei, utilizzati per varie ricette come l’aragosta lessata oppure cotta nel pomodoro, polpo in casseruola, gamberi saltati in padella oppure fritti con una leggera impanatura, zuppa di granseola. Le vigne disseminate nel territorio sorrentino producono dei vini bianchi molto apprezzati come l’Aglianico e la Falanghina, il rosso di Sorrento e il Gragnano. Lungo la costa sorrentina è possibile assaggiare la fantastica pasticceria napoletana, in particolare i deliziosi babà al rum con e senza crema, le delizie al limone, la famosa pastiera napoletana e l’inimitabile caprese, sia alle mandorle sia al limone.
Dove alloggiare con il tuo amico cane o gatto A testimonianza dell’amore e del rispetto per gli animali è possibile soggiornare nelle località menzionate con i nostri amici a quattro zampe. Su Internet potete facilmente trovare gli indirizzi utili. Buon Week-end Ciorba
da Alessandro
55
A tavola con la veterinaria
Risotto Tropicale
Barbara Becheroni Medico veterinario
Ingredienti • 500 gr. di riso per risotti (preferibilmente Carnaroli, Vialone Nano) • 1 bustina di zafferano oppure una presa di pistilli di zafferano • Un bicchiere di vino bianco secco • 2 spicchi d’aglio • Brodo vegetale • 16 gamberoni • 1 lattina di latte di cocco NON dolcificato • Olio extravergine di oliva • Sale
Q
uesta è una versione poco conosciuta e molto particolare del comune risotto allo zafferano. Il sapore tropicale deriva dall’aggiunta del latte di cocco, capace di stravolgere il gusto a cui siamo abituati per farci scoprire sensazioni veramente nuove. La ricetta è semplice, ma di effetto. Al suo interno troviamo un melange di sapori che attraversano la cucina sudamericana e africana, per stringersi alla nostra. Buon appetito!
Preparazione
P
ulire i gamberoni privandoli dei gusci che terrete. Preparare il brodo vegetale facendo bollire le verdure nell’acqua salata e unendo i gusci dei gamberoni, quindi filtrare. Fare soffriggere brevemente gli spicchi d’aglio in qualche cucchiaio di olio extravergine di oliva in una casseruola adatta, poi toglieteli. Unire il riso e fare tostare per pochi mi-
56
nuti, rimestando delicatamente. Aggiungere il vino bianco. Portare il riso quasi a cottura a fiamma bassa, mescolando quando necessario e aggiustare di sale. Unire lo zafferano. Se il prodotto è in pistilli, si consiglia di farli tostare brevemente in un pezzo di stagnola e poi di lasciarli qualche minuto in mezza tazza di brodo caldo, ma non bollente. Dopo che lo zafferano si è diffuso unifor-
memente, unire i gamberoni e terminare la cottura. Mantecare con un mestolo abbondante di latte di cocco. Servire, avendo cura di disporre 4 gamberoni per persona. Gustate questo piatto dopo aver sorseggiato una caipirinha come aperitivo. Potrete allora chiudere gli occhi e immaginare di essere in riva al mare, in una notte d’estate calda e profumata.
Gli animali e la legge
La compravendita di animali L
a compravendita di un animale è un contratto tra venditore ed acquirente, verbale o scritto, disciplinato dal Codice Civile, in base al quale il compratore acquisisce la proprietà dell’animale e ogni diritto su di esso dietro la corresponsione del prezzo pattuito (art. 1476). A tutela dell’acquirente, il venditore è tenuto a garantire che l’animale venduto sia immune da vizi redibitori che lo rendano inidoneo all’uso a cui è destinato o che ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore. Tali vizi devono essere pregressi (o riconducibili a cause preesistenti ,ma non rilevabili) rispetto al momento del contratto, e devono altresì implicare un apprezzabile decremento del valore dell’animale. Secondo la Cassazione “si ha vizio redibitorio oppure mancanza di qualità essenziali della cosa consegnata qualora questa presenti imperfezioni che la rendano inidonea all’uso cui dovrebbe essere destinata o ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore, ovvero appartenga ad un tipo diverso o ad una specie diversa da quella pattuita” (Cassazione civile, sez. III, 09 luglio 2008, n. 18859). Secondo l’articolo 1487 del Codice Civile, “i contraenti possono aumentare o diminuire gli effetti della garanzia e possono altresì pattuire che il venditore non sia soggetto a garanzia alcuna”. Tuttavia, questa limitazione, non ha effetto se il venditore ha agito in malafede, perché ha taciuto al compratore i vizi dell’animale a lui noti (art. 1490 C. C.). Dal canto suo, anche l’acquirente deve accertarsi che l’animale non abbia vizi palesi perché, per essere considerato redibitorio, il vizio deve essere occulto. Infatti, non è dovuta alcuna garanzia se i vizi erano facilmente riconoscibili o se il compratore ne era a conoscenza. Nel caso di contratto verbale, la garanzia per vizio è tacita, a meno che non venga deciso diversamente
Dott.ssa Alessia Liverini Dott.ssa Francesca Bellini Medico Veterinario Dirigente Veterinario SUMAI ASL RMF ASL RMA
dai contraenti. In caso di vizi redibitori, l’acquirente può scegliere, ai sensi dell’art. 1492 C. C., se risolvere il contratto (azione “redibitoria”, quindi restituire l’animale nelle condizioni in cui si trovava all’atto di compravendita, mentre il venditore gli dovrà restituire la somma versata) o ottenere la riduzione del prezzo pattuito (azione “estimatoria”) in proporzione alla diminuzione del valore dell’animale, con rimborso dell’eccedenza. Il venditore deve comunque restituire le spese e risarcire il danno, anche se ha agito in buona fede. Qualora il compratore abbia effettuato sull’animale degli atti di proprietà (come, per esempio, la sterilizzazione), che non gli consentono di restituirlo nelle stesse condizioni in cui si trovava al momento della vendita, egli può chiedere soltanto l’azione estimatoria. Se l’animale con vizio redibitorio dovesse morire, il Codice Civile dispone che, se la morte è conseguenza del vizio, l’acquirente ha diritto alla risoluzione del contratto, se, invece, è indipendente da esso, può soltanto ottenere la riduzione del prezzo pattuito. Il compratore deve denunciare al venditore il vizio redibitorio entro otto giorni dalla scoperta (preferibilmente per iscritto, a mezzo raccomandata o fax o telegramma) e comunque non oltre un anno dalla consegna dell’animale, pena la prescrizione. In materia di compravendita di animali diviene fondamentale il ruolo del medico veterinario (che può anche essere quello del negozio o dell’allevamento): il sanitario, infatti, esegue la visita clinica prima della stipula del contratto, volta a verificare lo stato di salute dell’animale e deve informare l’acquirente se diagnostica malattie o patologie. In caso di vizio redibitorio, lo stesso veterinario, sarà chiamato a rispondere di quanto ha dichiarato e verrà valutata la sua responsabilità professionale.
57
Curiosità
In Cina è stato clonato il maiale eroe del terremoto I
l 12 Maggio 2008 una forte scossa di terremoto, di magnitudo 7,8 gradi della scala Richter colpì il Sichuan, nel sudovest della Cina. Il governo di Pechino fornì un bilancio di almeno 80mila morti e dispersi nella sola provincia dove era stato localizzato l’epicentro del sisma. Il premier cinese Wen Jiabao accorso sul posto per gestire i soccorsi ammise che la situazione era stata di una notevolissima gravità. Nel distretto di Beichuan l’80 per cento degli edifici fu distrutto, tra cui l’ospedale di Dujiangyan. Secondo l’Istituto geosismico americano si trattò della scossa più forte dopo quella di magnitudo 7,9 che colpì l’Indonesia nel settembre del 2007. In mezzo a tale sconquasso e distruzione giunse una notizia del tutto singolare e curiosa. Trentasei giorni dopo questo eccezionale terremoto che distrusse la provincia cinese del Sichuan fu ritrovato miracolosamente vivo sotto le macerie ed i suoi proprietari lo ribattezzarono «Zhu Jianqiang», il maiale dalla forte volontà. In pochi giorni la notizia si diffuse in tutta la nazione e Zhu Jianqiang divenne il simbolo della rinascita e della voglia di superare le diffi-
coltà. Tutta la nazione cinese salutò il suino come un vero e proprio eroe nazionale. L’animale di 150 kg era riuscito a sopravvivere mangiando carbone e bevendo acqua piovana sotto le macerie provocate dal devastante sisma caratterizzato da una magnitudo così elevata. In seguito a tale evento sorprendente ricercatori cinesi dell’Istituto di Genetica di Shenzhen hanno deciso di clonarlo e dal suo Dna sono stati prodotti sei suini che sono identici al loro genitore. E’ stato anche superato un “piccolo” problema anatomico dovuto al fatto che prima del terremoto Zhu Jianqiang era stato castrato e quindi non avrebbe potuto più avere figli naturalmente. Ma si sa che la scienza ha mille risorse e così nonostante i suoi 5 anni di età che ne fanno un soggetto anziano, e i diversi traumi patiti durante i giorni del terremoto, il maiale dalla forte volontà è riuscito ad avere una prole, seppure con l’aiuto della tecnica del DNA. Attualmente i sei maialini che hanno ereditato dal padre anche una macchia di colore rosaceo tra gli occhi saranno ospitati nell’istituto di genetica per essere studiati. A. C.
exnovo design
PAPPATACI E PARASSITI?
© ant236 / Fotolia.com
IL TRUCCO È NON FARSI RICONOSCERE.
INDUSTRIA ALIMENTI ZOOTECNICI
Due prodotti naturali, uno scopo unico: contribuire al benessere interno ed esterno del cane grazie ad Aglio Plus Sinergix®, una molecola naturale ad elevato potere antifeeding.
58
SINERGIX® Lozione spray e salviette Uso esterno Confonde i recettori usati dai parassiti per individuare l’ospite, riduce il rischio di punture e la possibile trasmissione della Leishmaniosi. Non contiene componenti chimici ed è utilizzabile anche sui cuccioli.
OLIO VIVO ACTIVE® Uso orale Miscela di oli pregiati di spremitura, ricca di acidi grassi essenziali, vitamine e oligoelementi. Contribuisce a ridurre le infiammazioni della cute, dona lucentezza al mantello, potenzia il sistema immunitario.
Per maggiori informazioni sulla ricerca veterinaria, i prodotti zootecnici mirati, l’attività della nostra azienda, sei benvenuto sul sito www.fazoo.it
Curiosità
2012: anno del drago per lo zodiaco cinese L’ astrologia cinese ha origini antichissime. Era praticata molto prima della nascita della civiltà egizia. Il calendario lunare cinese rappresenta la più lunga documentazione cronologica della storia, poiché parte dal 2637 a.C. Il giorno 23 Gennaio 2012 è il primo dell’anno cinese, si ha l’inizio dell’anno del drago che succede al 2011, anno del Coniglio. Il Drago è l’unica creatura mitologica dello Zodiaco cinese. In Cina, i draghi sono associati alla forza, alla salute, all’armonia ed alla fortuna. Sono posti al di sopra delle porte o sui tetti per tenere lontani i demoni e gli spiriti maligni. Il Drago è onnipotente. È vistoso, attraente e pieno di forza e vitalità. In Cina, il Drago è il simbolo del potere e della ricchezza. In Cina, il Drago è il segno dell’Imperatore cinese o l’elemento maschile Yang. Nella cultura cinese, durante gli anni del Drago sono nati più bambini rispetto agli altri anni. Il calendario cinese è legato al sole per quanto riguarda l’anno, mentre nei mesi segue il ciclo lunare. Questo significa che il primo giorno di ogni mese, per i cinesi, corrisponde al giorno di luna nuova. Mentre il calendario occidentale (Gregoriano) considera il primo del mese di Gennaio l’inizio di ogni anno regolandosi solo sul ciclo solare, il calendario cinese definisce in modo variabile l’inizio di ogni anno. Questo è in funzione di due criteri: prima di tutto i cinesi pongono il primo giorno dell’anno all’inizio della primavera e non durante l’inverno come gli occidentali. In secondo luogo è essenziale che il primo giorno dell’anno cinese coincida con il primo giorno di luna nuova del nuovo anno. Il calendario lunare cinese secondo la tradizione risale al 2637 a.C. quando l’imperatore Huang Ti introdusse il primo ciclo del suo Zodiaco. L’unità di misura
del suo sistema è un ciclo composto da 60 anni, suddiviso in cinque cicli di 12 anni. Le origini del sistema dei Dodici Animali è ancora oggi non noto. Una leggenda vuole che, nella notte dei tempi, il Re di Giada fosse molto annoiato non avendo molto da fare in Paradiso. Circondato da una moltitudine di servitori pronti ad esaudire ogni suo desiderio, non si curava molto di ciò che accadeva sulla Terra. Un giorno espresse il desiderio di vedere quali creature abitassero quel mondo e ordinò ai suoi servitori di andare sulla Terra e portare al suo cospetto quelli più rappresentativi. I servitori, che non avevano una gran conoscenza di fauna e flora terrestre, mandarono il primo invito al TOPO, dicendogli di estendere l’invito anche al suo “collega” GATTO. Ma il TOPO, geloso, non lo avvisò. Furono invitati al cospetto del re anche il BUFALO, la TIGRE, la LEPRE, il DRAGO, il SERPENTE, il CAVALLO, la CAPRA, la SCIMMIA, il GALLO ed il CANE. Tutte le bestie si allinearono dinnanzi al Re, che però si accorse che erano in 11, mentre lui ne voleva 12. Mandò allora un servo sulla Terra, per prendere un nuovo animale. Il servo, che aveva frettoloso, prese il primo animale che trovò: UN CINGHIALE. Nella sfilata di fronte al Re il TOPO, che era il più piccolo, per farsi notare saltò in groppa al BUFALO e iniziò a suonare una melodia con il flauto. Il Re di Giada gradì così tanto questa scenetta da premiare con il primo posto nello Zodiaco il roditore. Pose al secondo posto il BUFALO che era stato al gioco e come terza la TIGRE, che era imponente e selvaggia. Per ultimo collocò il CINGHIALE. Al termine della cerimonia, arrivò il GATTO che implorò vanamente il Re di Giada di lasciargli un posto. A.C.
59
Curiosità
Entra la giuria. La popò sul banco degli imputati
è
un periodo in cui le nostre televisioni sono inondate da casi di cronaca nera, sui quali discettano ormai anche i concorrenti del Grande Fratello e da serial polizieschi nei quali il colpevole è sempre smascherato grazie a tutta una serie di approfonditi e velocissimi test di laboratorio. Tra tutti è noto al grande pubblico quello del Dna. Proprio la prova del Dna stava per essere chiamata in causa in un processo che si sta celebrando in un tribunale della Contea di Fairfax, in Virginia, nelle vicinanze di Washington. Non si tratta però di individuare l’autore di un orribile misfatto, ma di cercare di stabilire se la popò appartiene a un cagnolino bianco, di nome Baxter, imputato di averla fatta dove non doveva. Le parti in causa non hanno badato a spese: il proprietario dell’”imputato” ha tirato fuori 1.200 dollari per avvalorare la propria tesi, dall’altra, l’accusatore ha prodotto testimoni e fotografie dell’oggetto del contendere, fotografato in un prato condominiale. La vicenda risale all’Aprile del 2010 ed è raccontata anche dall’autorevole Washington Post. Di mattina presto la signora Zakrzewsky, che spesso si prende cura del cane di un’amica, sta passeggiando in compagnia con il sospetto malvivente nel quartiere. Ad un certo momento la signora Cornell, una residente del luogo, chiama la polizia affermando che il cane ha violato la «pooper scooper law», una disposizione di legge locale che punisce la mancata
raccolta delle feci canine. La signora Cornell suffraga la denuncia con una foto del bisognino ed afferma di avere anche un testimone a favore della sua tesi. Da parte sua la signora Zakrzewsky ribatte che quei bisogni sono troppo grossi per averli fatti Baxter, che lei è dotata di sacchetti di plastica ad hoc e che il marito può testimoniare a suo favore. Nessun accordo e si va dinanzi al giudice. La prova del Dna non sarà però utilizzata in quanto la polizia ha mancato di raccogliere le prove e farle analizzare. è comunque doveroso ricordare che a Washington e dintorni la litigiosità tra vicini di casa per questioni legate agli animali domestici è in costante aumento. Un laboratorio di analisi statunitense ha messo a punto un progetto, per il quale si può mappare e registrare il Dna dei cani che frequentano un determinato condominio così che, in caso di infrazione, si possa attuare un confronto tra i risultati degli esami sul corpo del reato e quelli presenti nel database. Il sistema è certamente valido e scevro da contestazioni, ha solo il piccolo problema di comportare un costo di varie decine di dollari sia per la mappatura sia per l’analisi dei singoli campioni. In ogni caso diversi condomini dei quartieri più residenziali di Washington l’hanno adottato e la stessa azienda ha avviato un franchising e sta progettando di espandersi in tutti gli States. A. C.
Vuoi distribuire gratuitamente PetNet nel tuo ambulatorio o nella tua farmacia? Magazine
Contattaci all’indirizzo
info@demas.it
È gratis 60
Curiosità
Due alani hanno commosso gli inglesi e non solo
è
questa una notizia che rapidamente e recentemente ha fatto il giro del mondo ed è anche stata ripresa dalle nostre principali emittenti televisive. La storia cioè di due cani alani inseparabili affidati ad un canile in quanto i loro vecchi proprietari non potevano più tenerli. è una storia disneyana che ha commosso non soltanto gli amanti degli animali, verificatasi in Gran Bretagna. I protagonisti sono una coppia di alani, entrambi di sesso femminile, di cui uno cieco mentre l’altro è l’inseparabile compagna e guida. Lily ha perso da tempo la vista, quando aveva cioè 18 mesi. La causa è stata una malattia dal nome difficile, entropion, che ha fatto sì che i margini palpebrali si rivolgessero verso l’interno del globo oculare. La malattia, diagnosticata in ritardo, ha comportato la rimozione di entrambi gli occhi. Da quel momento è Madison che diventa il suo punto di riferimento. Le due cagne non si sono mai separate ed oggi sono parcheggiate in un canile inglese in attesa di una nuova famiglia che desideri ospitarle. La Bbc ha raccontato questa singolare vicenda. Oggi Lily ha sei anni, Madison sette ed hanno bisogno di una casa abbastanza spaziosa in grado di accoglierle entrambe proprio
perché i due cani stanno sempre insieme, come fanno presente i responsabili del canile di Shrewsbury, nella contea di Shropshire, che da Luglio 2011 ha accolto i due animali da quando i vecchi proprietari non sono stati più in grado di accudirli. Sembra che i due cani siano in grado di comunicare tra loro ed abbiano un carattere molto docile, nonostante la mole. Amano farsi accarezzare ed avere intorno gente. Una volontaria del centro della protezione animali locale ha riferito come Lily grazie all’aiuto della compagna Madison riesca a condurre una vita quasi normale. Nei momenti in cui Lily non si sente sicura, poggia il suo muso sulla schiena di Madison, così che possa guidarla. Il responsabile del canile e la locale protezione animale hanno rivolto un pressante appello a tutti coloro che avessero desiderio di tenere con loro questa inseparabile coppia. L’appello non è caduto certamente nel vuoto, ha avuto una notevole eco e così da quando la loro storia ha cominciato a fare il giro della Rete, il telefono del centro di accoglienza non ha smesso mai di suonare. Centinaia sono state le chiamate arrivate da potenziali padroni pronti ad adottare la grossa e indivisibile coppia. A. C.
Naturalmente vicini ai cani
L’
associazione Mente Naturale onlus è stata fondata nel 2000 ad opera di alcuni cinofili, da sempre sensibili e consapevoli del dramma del randagismo. Il progetto di lavoro alla base dell’associazione parte dal presupposto che, oltre alla meritoria azione svolta da migliaia di persone e da centinaia di associazioni che compiono un’azione sociale di notevole valore, si debba incidere nelle coscienze e nella educazione pubblica affinché cresca il rispetto verso il mondo animale in genere. L’associazione gestisce vicino a Roma un centro cinofilo ed un canile sanitario ove sono ospitati circa 90 cani di proprietà del Comune di
Roma, molti dei quali sono sottoposti a rieducazione ai fini dell’affido. Molti di essi sono pit bull e molossoidi in genere. L’associazione Mente Naturale presso il castello Savelli a Palombara Sabina organizza nei fine settimana del mese di Gennaio 2012 un corso, tenuto da biologi, veterinari liberi professionisti e dell’Asl, psicologi, con l’ausilio di tecnici quali educatori cinofili professionisti, ed educatori/addestratori Enci S.A.S., avente come temi: comunicazione, socializzazione, igiene degli allevamenti/canili, interventi di primo soccorso, normativa di riferimento, prove pratiche sul campo, introduzione alla pet-therapy.
61
Curiosità
Abbiamo perso un’altra specie animale: il rinoceronte di Giava I
l rinoceronte di Giava è una specie animale molto rara, nel mondo ne sopravvivono poche decine di esemplari. In natura ne sono rimasti pochissimi e nel Vietnam è venuto meno l’ultimo rappresentante. Wwf ed International Rhino Foundation hanno infatti accertato che l’ultimo esemplare ancora presente nel parco nazionale di Cat Tien, che era ritenuto un’oasi in cui poter cercare di far rivivere la specie, è stato ucciso dai bracconieri. L’abbattimento non è recente, ma risale allo scorso aprile. La notizia definitiva è stata data solo recentemente in quanto solo da poco sono stati completati i test su una serie di campioni di feci raccolte in diverse aree della zona protetta nel corso del biennio 2009-2010 e le analisi hanno dimostrato che appartenevano tutte ad un unico esemplare, quello deceduto ad aprile. Sul corpo dell’esemplare ucciso erano presenti i segni di mutilazioni da bracconaggio: le zampe ferite, il corno. Quest’ultimo assai ricercato in quanto la medicina tradizionale orientale gli attribuisce proprietà terapeutiche eccezionali. Per il Vietnam, hanno affermato autorità locali, è questa un’altra perdita gravissima dal momento che il paese negli ultimi decenni ha perso gran parte del suo patrimonio naturale. Nel 2004 la canadese Queen university aveva condotto un censimento dal
quale era emerso come solo due esemplari di rinoceronte ormai sopravvivessero nel parco vietnamita . Non si può nascondere il fatto che tutte le specie di rinoceronte ancora esistenti sul nostro pianeta siano in grave pericolo di estinzione. Tra queste, proprio i rinoceronti asiatici sono tra i più minacciati. Il rinoceronte di Giava nel continente asiatico era già sull’orlo dell’estinzione sin dal 1988 allorché un individuo era stato cacciato nella zona di Cat Tien e questo evento aveva fatto sì che si scoprisse una piccola popolazione ancora esistente. Dalla fine degli anni 90 si sono mobilitate diverse organizzazioni ambientaliste per cercare di conservare la restante popolazione di rinoceronti di Giava a Cat Tien, ma i tentativi sono stati vani e la stessa gestione del parco vietnamita è risultata del tutto inefficace. Il rinoceronte di Giava è ormai vicino all’estinzione, ne rimangono solo meno di 50 individui, che vivono in un piccolo parco nazionale in Indonesia. L’ International Rhino Foundation si è mobilitata in Indonesia per cercare di moltiplicare la popolazione locale di rinoceronti nei prossimi anni e salvaguardarla dalla costante minaccia dei bracconieri in cerca del mitico corno di rinoceronte, sempre più ricercato nel continente asiatico a motivo dei poteri che gli attribuisce la medicina tradizionale. A. C.
Fai conoscere il tuo negozio ai nostri lettori Toeletta
Pet Shop
PetNet Magazine
62
scrivi a petnetmagazine@gmail.com
Curiosità
Storia della medicina veterinaria: Aristotele L
e scoperte scientifiche soprattutto nel mondo della biologia e della medicina si succedono fortunatamente con una velocità impressionante e non passa giorno che la nostra attenzione non sia richiamata dai media che parlano dei continui progressi delle scienze mediche. Ciò però non deve farci dimenticare le nostre radici che affondano in un lontano passato e testimoniano della genialità umana in tempi in cui non si avevano mezzi raffinati di studio a disposizione e tutto era basato sull’interpretazione “geniale” degli avvenimenti e su un attento osservare ed interpretare correttamente. Poche erano le menti scientifiche mentre imperava la stregoneria. Uno dei maggiori uomini che il mondo ha conosciuto è stato certamente Aristotele, vissuto tra il 300 ed il 400 a.C. . Era figlio del medico personale del re di Macedonia e giovanissimo inizia gli studi di astronomia, fisica, matematica e successivamente di biologia. Durante il regno di Alessandro Magno fonda il liceo, dove teneva lezioni su moltissime materie, una biblioteca e da vita ad un’intensa attività di ricerca. Gli studi di Aristotele in campo biologico costituiscono la base della zoologia scientifica moderna. Le conoscenze di anatomia e biologia gli derivavano dalle osserva-
zioni diretta di allevatori, pescatori, macellai. Scrisse un importante trattato (Historia animalium) corredato da un atlante anatomico purtroppo andato perduto. In esso ad esempio descrive con estrema precisione gli stomaci dei ruminanti, la dentizione del cavallo e la determinazione dell’età basata sulle sue caratteristiche, fa un attenta rassegna della riproduzione in varie specie animali. Tra le numerose informazioni zootecnico – veterinarie parla degli effetti della castrazione su sviluppo corporeo ed aumento di peso, dell’opportunità di integrare con sale marino l’alimentazione degli ovini, descrive con rara maestria alcune patologie della specie suina. Nel cane riporta tre malattie: la rabbia e la sua propagazione attraverso il morso di animali infetti, la gotta e il mal di gola. Nel bovino la gotta e la polmonite, nel cavallo le coliche, il tetano, l’indigestione da orzo, la bolsaggine, l’impossibilità di urinare, ecc. Secondo Aristotele quasi tutte le malattie che colpiscono l’uomo possono anche interessare il cavallo e la pecora. Un’intuizione fondamentale, oggi più che attuale, già sottolineata da Ippocrate, è relativa all’influenza dell’ambiente, inclusa l’alimentazione, su crescita, dimensioni ed altri caratteri delle varie razze. A. C.
CLINICA VETERINARIA
La foto di fondo è di “RoBeE”, Kisvárda, Hungary
OMNIAVET
LA NUOVA FRONTIERA DELLA VETERINARIA Piazza Omiccioli 5 - 00125 Roma Tel. +39.0652453374 WWW.OMNIAVET.IT
63
Pet Quiz
Pet Quiz 1
,
a
2
4
,
a
spalla
pesce
c
fegato
b
arto anteriore
c
arto posteriore
,
La torsione dello stomaco si verifica piu spesso in cani di taglia:
b
piccola
c
media
grande
,
La vitamina k esercita un azione:
b
antiemorragica
c
antinfiammatoria
antitumorale
,
Nel cane il numero dei denti da adulto e pari a:
b
42
,
,
36
c
26
,
L encefalite e un infiammazione di:
a
8
b
riso
,
a
7
urinaria
L ulna e un osso di:
a
6
c
respiratoria
,
a
5
b
cardiaca
Nella nutrizione del gatto e sconsigliata la somministrazione di:
a
3
,
La tachipnea e un anomalia della frequenza:
cuore
b
cervello
c
fegato
,
La zecca e un parassita di:
a
pelle
b
muscolo
c
pelo
Le risposte corrette:
1)b 2)c 3)b 4)c 5)a 6)a 7)b 8)a
64
Pet Oroscopo
L’Oroscopo Toro
Gemelli
vivono nel caos”. …E PER GLI AMICI UMANI Se le stelle non tradiscono, se i pianeti rimangono stabili, se le costellazioni dicono la verità... Tanti “se”, ma il 2012 potrebbe essere un anno di grazia per l’Ariete. Tenetevi pronti.
PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE… Correre, nuotare, scattare. Da cosa dipende questa improvvisa dinamicità del nostro compagno a quattro zampe? Lo fa per voi, dovete buttare giù o no quella pancia? …E PER GLI AMICI UMANI Mai arrendersi nella vita: non dimenticatelo. Da qui ripartirete e troverete il modo di trasformare delle brucianti sconfitte in splendide vittorie. Periodo d’oro per la salute.
PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE… La ciotola fashion, il pelo tirato a lucido, okay che gli piacciono le attenzioni ma il vostro pet rischia di diventare un vip. Tra un po’ gli chiederanno l’autografo. …E PER GLI AMICI UMANI “Yu-uh? Amici dei gemelli dove vi siete nascosti?”. Un tempo tiravate fuori le unghie, bisognerà tornare a farlo. Buone novità in ambito lavorativo, colleghi a parte.
Cancro
Leone
Vergine
PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE… I prossimi saranno i mesi della dolcezza assoluta. Quando vi si avvicina per chiedere le coccole sarà impossibile resistergli.... anche se avrà fatto qualche marachella. …E PER GLI AMICI UMANI Il calore della famiglia vi darà il supporto necessario per affrontare un periodo difficile. Scoprirete di nuovo il valore delle piccole cose. Alla fine vi sentirete persone migliori.
PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE… Qualche rimprovero ogni tanto fa bene. Se tiene il broncio non fateci troppo caso. In compenso abbondate nel ricoprirlo di attenzioni, pian piano sta crescendo! …E PER GLI AMICI UMANI Sarete chiamati a scegliere tra due opzioni a cui tenete moltissimo. Seguite la strada del cuore. Scoprirete che la fiducia è qualcosa che si conquista giorno dopo giorno.
PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE… I cuccioli della vergine, si sa, sono golosi per natura. Quindi per farlo sorridere vanno bene pappe abbondanti e di qualità, ma è necessaria anche tanta attività fisica. …E PER GLI AMICI UMANI Potreste scopririvi all’improvviso “incompleti”. La soluzione, però, è sotto ai vostro occhi. Per raggiungere l’obiettivo troverete alleati che mai avreste immaginato.
Bilancia
Scorpione
Sagittario
PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE… Allegri e scanzonati, per i bilancini il mondo è sempre incantevole. Date un’occhiata al vostro pet, è un leader nato, il capo nel suo gruppo di amichetti. …E PER GLI AMICI UMANI Qualche volta darete la colpa al caso, altre volte ringrazierete la fortuna. Molte delle vostre preoccupazioni non avranno ragione di esistere. Sorridete più frequentemente!
PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE… Avevate un ballerino in casa e non ve ne siete mai accorti? Certo se continuate a fargli ascoltare i canti di natale, provate a mettere su del sano rock ‘n roll e si scatenerà! …E PER GLI AMICI UMANI Qualche emozione forte vi farà viaggiare indietro nel tempo coi ricordi. Cercate di rimanere lucidi e controllare l’ira anche nelle situazioni spiacevoli. Scoperte interessanti in arrivo.
PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE… Starnuti, senso di stanchezza, brividi. Occhio alla salute del pet e alle allergie. Per l’estate ci vuole ancora un po’ di tempo, ma prima o poi tornerà. …E PER GLI AMICI UMANI Cambierete spesso idea, ma questo per voi sarà soltanto un vantaggio. Non ascoltate le critiche di chi vi sta intorno, come diceva il Poeta: “non ti curar di lor ma guarda e passa”.
Capricorno
Acquario
PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE… Quel giocherellone del vostro cucciolo si lancia sui festoni, luci e addobbi. Sarà ancora più felice se Babbo Natale avrà qualche sopresa in serbo per lui. …E PER GLI AMICI UMANI Si chiude un 2011 andato così così e lo sapete. I giorni di fine anno saranno l’occasione giusta per recuperare serenità e ripartire alla grande. Attenti ai cali di concentrazione.
PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE… Il riposo è importante anche per i nostri pet. Di conseguenza una cuccia comoda, calda e accessoriata sarà ben gradita. In cambio un surplus di affetto. …E PER GLI AMICI UMANI Per quanto tempo avete rimandato le grandi scelte? Sicuramente troppo. Vi troverete di fronte ad un “prendere o lasciare”, pensateci bene. Congiuntura astrale favorevole.
Ariete PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE… Più dispettoso del solito il piccoletto. Indisciplinato, capriccioso, disordinato. Se potesse usare la parola, ecco come si giustificherebbe: “solo i geni
Pesci PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE… Se sente freddo verrà da voi. Se ha fame ve lo farà capire. Se ha paura vi cercherà. Quando vorrà le carezze, dovrete essere voi a
fare il primo passo! …E PER GLI AMICI UMANI Pesciolini umani, cos’è questa apatia? Via i rimpianti e la rassegnazione, è il momento di superare i limiti che vi siete imposti. Incroci pericolosi in amore, andateci adagio.
65
DOVE IL VETERINARIO È LA FIGURA CHIAVE
FARMACI E PARAFARMACI - 12.000 articoli sempre disponibili - Novità farmaceutiche, omeopatiche - Collaborazione costante con tutte le maggiori Aziende Farmaceutiche
MATERIALE DI CONSUMO ARREDO VETERINARIO
- Oltre 20.000 articoli sempre disponibili - Materiale monouso, alimenti, integratori, accessori - Servizio consegna in tutta Italia in 24/72 ore
- Arredo Made in Italy - Prodotti su misura - Consulenza gratuita
TECNOLOGIE INNOVATIVE SERVIZI WEB DEDICATI - Corsi e seminari - Informatore farmaceutico online - Catalogo prodotti online
- Fixin - Radiologia digitale - Ausili per cani disabili
ELETTROMEDICALI - Vasto assortimento inerente al mercato - Assistenza qualificata - Garanzia italiana
www.demas.it
UNA NUOVA FILOSOFIA PER
CRESCERE INSIEME E CONDIVIDERE I RISULTATI