FABRIZIO DIOLAIUTI
MICHELE PATANÈ
COME FUNZIONA LA BANCA con i disegni ad acquerello di
FABRIZIO DEL TESSA
COME FUNZIONA
LA BANCA
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FABRIZIO DIOLAIUTI MICHELE PATANÈ
COME FUNZIONA
LA BANCA con i disegni ad acquerello di
FABRIZIO DEL TESSA
Pubblicazione promossa ed edita da Banca Versilia Lunigiana e Garfagnana Credito Cooperativo Enzo Stamati (Presidente BVLG) Paolo Pelliccioni (Direttore generale BVLG) Coordinamento Segreteria e Comunicazione Marco Gnesi Alessandro Tosi Raffaele Capparelli Lucia Civinini Testi di Fabrizio Diolaiuti Michele Patanè Tavole di Fabrizio Del Tessa Impaginazione grafica ed editing Giovanni Bovecchi (petrartedizioni) Foto Nicola Gnesi Stampa Bandecchi&Vivaldi Edizioni e copyright Petrartedizioni/Banca Versilia Lunigiana e Garfagnana ISBN 978-88-89687-33-8 Tutti i diritti riservati / All rights reserved copyright © 2016
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FABRIZIO DIOLAIUTI MICHELE PATANÈ
COME FUNZIONA
LA BANCA con i disegni ad acquerello di
FABRIZIO DEL TESSA
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lcuni anni fa, disquisendo su cosa si potesse fare per comunicare la vicinanza al territorio e alle famiglie, ci siamo chiesti perché l’istituzione “banca” venisse vista così lontana dal mondo dei giovani e abbiamo cercato di capire quali fossero le motivazioni di una visione della nostra realtà così distante dal vissuto quotidiano dei ragazzi. Una delle risposte più convincenti che ci siamo dati è stata quella della “mancanza di conoscenza reciproca”. Da quel momento si è intensificato il dialogo tra la nostra banca ed i giovani, con il nostro istituto che si è impegnato sempre di più investendo in iniziative a loro dedicate. La nascita di questo volume rappresenta forse la punta dell’iceberg delle iniziative sviluppate e mi riempie di orgoglio poterlo presentare. La volontà di mettere nero su bianco questo “percorso di avvicinamento al pianeta giovani” è nata da un’intuizione di Marco Gnesi, già responsabile dell’ufficio soci e comunicazione della banca e grazie alla collaborazione di tutti, con l’impegno e la passione che non è mancata in questi anni, siamo riusciti a raccontare questo percorso, questo viaggio cominciato quasi quattro anni fa per conoscere i giovani nelle scuole del nostro territorio. Le scuole di Versilia, Lunigiana e Garfagnana, elementari e medie, accomunate nella nostra ostinata convinzione che la strada maestra per avvicinare la banca al territorio fosse farsi conoscere e fare capire il valore delle proprie azioni. “Come funziona la banca” rappresenta non solo il titolo del format per il quale molte scuole del nostro territorio hanno già avuto modo di essere protagoniste; identifica soprattutto lo spirito di questa iniziativa, dimostra ai giovani del territorio la volontà della banca di farsi conoscere ed essere parte integrante della loro vita.
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L’approccio fondamentale è stato “non parlare con il proprio linguaggio bancario” ma utilizzare il linguaggio dei ragazzi, con una bella e leggera storia sapientemente raccontata da Fabrizio Diolaiuti e disegnata in maniera scanzonata ed ironica da Fabrizio Del Tessa. I testi in rosa, magistralmente composti dal Professor Michele Patanè, permettono una lettura anche “in chiave adulta”, per quei genitori che avranno la gentilezza di scorrere a quattro mani con i propri figli questo libro. La volontà di farsi conoscere, di comunicare, di educare le nuove generazioni, nasce dall’impegno a fare crescere la consapevolezza delle persone, dell’intensa e continua azione per essere cittadini migliori oggi e domani. Un impegno concreto, perché uno degli obiettivi della nostra banca, come esplicitato dall’articolo 8 della nostra Carta dei Valori, è “favorire la crescita e la diffusione della cultura economica, sociale, civile nei soci e nelle comunità locali”. Un impegno a “fabbricare fiducia” per i giovani e per la comunità tutta. Buona lettura Enzo Maria Bruno Stamati Presidente Banca Versilia Lunigiana e Garfagnana
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Capitolo Primo
La nascita della Banca
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1.1. Il gruzzolo e la nascita della Banca
... C’era una volta ... — Un Re! — diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un gruzzolo di denaro. Questo gruzzolo di denaro era enorme, un gruzzolone di oltre 5 milioni di euro. Si era formato da tanti piccoli gruzzolini appartenenti a persone che volevano creare una banca. C’era il gruzzolo di Arsenio pari a 10 mila euro, quello di Ettore di 25 mila euro, quello di Corrado 18 mila euro, quello di Agata 13 mila euro e di molte altre persone che, tutte insieme, sono riuscite ad arrivare ad oltre 5 milioni di euro, cifra necessaria per dar vita ad una Banca di Credito Cooperativo.
Nella tavola: Soci costituenti prestatori, a sfumare, che trasportano denaro fresco per la nascita dell’Istituto bancario del territorio. Le quote azionarie, trasportate su carri non meglio identificati, sono comunque sufficienti a dare inizio alla grande storia della Banca Versilia Lunigiana e Garfagnana. N.B.: l’ultimo socio di coda, molto sfumato in curva, è senza freni inibitori e a rischio ribaltamento per l’eccessiva velocità. 11
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1.2.
L’autorizzazione
Il capitale iniziale minimo di 5 milioni di euro è una cifra fondamentale per creare questo tipo di banca, ma non basta. Per nascere abbiamo bisogno anche dell’autorizzazione della Banca d’Italia. La Banca d’Italia per rilasciarci l’autorizzazione, oltre al capitale iniziale interamente versato di almeno 5 milioni di euro, pretende anche un programma dettagliato dove noi spieghiamo: le nostre finalità; l’area geografica in cui intendiamo operare, nel nostro caso Versilia, Lunigiana e Garfagnana; come ci vogliamo organizzare e tante altre cose. Infine, verifica che i soci fondatori siano persone oneste e per bene. Solo dopo aver effettuato queste accurate valutazioni la Banca d’Italia procede al rilascio dell’autorizzazione. Così, nel giro di qualche mese è arrivato il via libera della Banca d’Italia. Il timbro che ci consente di partire. La nostra Banca è nata.
Nella tavola: Il Governatore della Banca d’Italia conferisce al presidente della Banca Versilia Lunigiana e Garfagnana l’autorizzazione alla costituzione dell’Istituto di credito, dopo che i soci ricostituenti hanno depositato il capitale minimo richiesto. Sullo sfondo, per il brindisi inaugurale, alberi a calice connesso. In primo piano: slogan rasoterra con piccoli insetti coadiuvatori in attivo. 13
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1.3.
I beni aziendali e la squadra
La nostra Banca è venuta al mondo, ma è un piccolo bebè; per crescere e prosperare ha bisogno di strumenti di lavoro. Se fossimo un’azienda che vende abbigliamento, per lavorare avremmo bisogno di un negozio, di scaffali, di vetrine e poi di merce: pantaloni, gonne, scarpe. Ma poiché siamo una Banca – che lavora con una merce particolare, il denaro – abbiamo bisogno di comprare strumenti adatti al nostro commercio. Quindi, oltre alla sede o le sedi da acquistare o prendere in affitto ci doteremo di: casseforti, scrivanie, mobili, armadietti, display luminosi, computer, bancomat, etc. Tutti questi beni aziendali sono fondamentali, ma da soli, senza le persone che li fanno funzionare, non servono a niente. A questo punto i soci fondatori, quelli che hanno messo il gruzzolo iniziale, devono assumere persone per lavorare, devono formare una squadra. Quindi verrà nominato il Direttore generale, si assumeranno cassieri, capi ufficio e direttori di sede. Inoltre verranno stipulati dei contratti con aziende che forniranno servizi alla Banca come consulenze informatiche, servizio di portavalori, di sorveglianza, di tipografia ed altri contratti con fornitori di beni: carta, stampanti, penne.
Nella tavola: prospetto frontale dell’intercapedine bancaria in sezione. Al piano terra il Direttore di sede responsabile. Cassaforte e moka, per espressi provvisori, in pausa. Topo locale di periferia addetto ai messaggi interni aereodinamici. Sedia datata e macchina fotocopiatrice in attesa. Al piano superiore il Direttore imperatore con sudditi alla cassa e segretario risponditore alternativo a se stesso. In alto: vapori condensati non meglio identificati accumulati ed emessi durante le ore di ufficio. 15
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1.4.
Partenzaaaa!
Abbiamo il capitale iniziale di oltre 5 milioni di euro. Abbiamo l’autorizzazione della Banca d’Italia per esercitare un’attività di tipo bancario. Abbiamo i beni strumentali (casseforti, scrivanie, computer, bancomat...). Abbiamo il personale, ovvero la squadra per operare sul mercato. Siamo quindi pronti ad iniziare la nostra avventura. Si parte! Ma dove andiamo? Andiamo a cercare la nostra materia prima, la nostra merce: il denaro.
Nella tavola: La partenza della Banca Versilia Lunigiana e Garfagnana con un Direttore cocchiere colbacco a tinta unita che trasporta i primi beni strumentali della Banca (appena costituitasi) nella vicina sede appropriata, condotto da un cavallo sergente fumatore, con congiuntivite all’occhio destro provocatagli dal fumo della sigaretta, che traina un carretto con ruote ovoidi per una maggiore velocità. Sulla destra: cassiera-segretaria tutto fare, proveniente dalla vecchia Cooperativa di Consumo di Pietrasanta, trattiene una carriola a ruota bloccata con il capitale iniziale sufficiente alla costituzione della Banca. In primo piano: pronti a scattare al via dello sbandieratore esterno a scacchi e ad interim, i tre primi coraggiosi impiegati storici, numerati contemporaneamente. In basso: un non comune verme solitario bagnino tenta di attraversare la striscia di partenza proprio nell’istante del via! Le conseguenze, per il verme, saranno disastrose. 17
approfondimenti
Approfondimenti al capitolo primo 1.5. La fase costitutiva di una nuova azienda bancaria
Tutti gli enti creditizi sono soggetti ad un regime di vigilanza prudenziale sulla loro attività esercitato dalla BCE con l’assistenza della Banca d’Italia. Nello specifico solo le banche europee di maggiore dimensione sono sottoposte alla vigilanza diretta da parte della BCE. In ogni caso una società di nuova costituzione che intenda svolgere l’attività bancaria necessita di apposita autorizzazione. La Banca d’Italia e la BCE verificano per tali società la sussistenza di condizioni idonee a garantire una sana e prudente gestione e la capacità di rimanere sul mercato in modo efficiente. Attualmente sono richieste una serie di condizioni tra cui: A) Un capitale minimo iniziale, interamente versato, pari a 5 milioni di euro per le banche di credito cooperativo (max 50 mila euro per socio) e di 10 milioni di euro per la altre categorie di banche. B) Un programma dettagliato concernente l’attività iniziale e la struttura organizzativa prescelta che indichi: 1) le finalità e gli obiettivi di sviluppo dell’iniziativa; 2) il livello di rischio tollerato; 3) le caratteristiche dell’attività da svolgere; 4) l’area geografica di competenza e i mercati di riferimento; 5) la configurazione della rete distributiva; 6) le previsioni operative su volumi di attività, costi, investimenti, margini reddituali, rischi e dotazioni patrimoniali; 7) il governo societario e le caratteristiche della struttura organizzativa. C) Il possesso, da parte degli esponenti aziendali, dei requisiti di onorabilità, professionalità ed indipendenza e di onorabilità e di qualità per i soggetti che acquisiscono partecipazioni qualificate.
Solo a seguito di un accurato processo valutativo delle suindicate condizioni, viene rilasciata la relativa autorizzazione e si procede all’iscrizione in un apposito albo cui accedono solo le aziende abilitate ad esercitare l’attività bancaria.
1.6. I conferimenti iniziali di capitale, l’acquisizione di infrastrutture e le fasi di avvio dell’attività bancaria
I conferimenti iniziali dei soci fondatori (capitali di rischio) vengono utilizzati per acquisire i beni aziendali con i quali la banca può cominciare ad operare. Si tratta di attività reali ovvero di immobili e di attrezzature (edifici e locali commerciali di proprietà, mobili, scrivanie, casseforti, impianti di videosorveglianza, video e dispositivi informatici per la predisposizione di sportelli au-
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tomatizzati e di bancomat etc.); di attività immateriali (software, banche dati, licenze, brevetti etc.) indispensabili per operare sui mercati finanziari e nei circuiti di trasferimento elettronico dei fondi; e, inoltre, di materiali di consumo (carta, cancelleria etc.) necessari al funzionamento corrente di un qualsiasi tipo di azienda. I conferimenti iniziali dovranno consentire alla banca di nuova costituzione di acquisire anche un portafoglio di proprietà di attività finanziarie (contanti, titoli, prestiti, partecipazioni etc.). In tal modo la banca finanzia con mezzi propri una porzione significativa di quella che costituirà la sua gestione abituale (caratteristica). Questa condizione è imposta dalle autorità di vigilanza per fare in modo che le banche facciano ricadere, in primis, sui soci fondatori, la maggior parte dei rischi che verranno successivamente assunti dalla stessa. In altre parole ciascuna banca deve disporre di un patrimonio sempre adeguato a finanziare: a) le infrastrutture tecniche iniziali e quelle che, nel corso del tempo, dovranno essere necessariamente acquisite a seguito dell’espansione territoriale e dell’innovazione tecnologica; b) un portafoglio di attività finanziarie di proprietà proporzionato al livello di rischio cui si espone svolgendo la propria attività di impiego dei fondi raccolti. È appena il caso di aggiungere che, a regime, ovvero quando una banca è pienamente operativa, il capitale proprio di cui dispone (integrato da eventuali strumenti finanziari durevoli emessi, assimilabili ai mezzi patrimoniali) deve essere suddiviso per l’ammontare – ponderato per il rischio – delle attività finanziare complessivamente detenute dalla banca. Il risultato che ne consegue non dovrebbe essere mai inferiore a determinate percentuali (coefficienti patrimoniali minimi obbligatori).
1.7. Gli organi sociali e i dipendenti bancari I soci fondatori, ovvero tutti coloro che hanno conferito il proprio capitale iniziale, devono nominare i componenti degli organi sociali: il consiglio di Amministrazione, il Presidente, l’Amministratore o il Consigliere delegato, il Collegio sindacale, i Probiviri etc. È poi il consiglio di Amministrazione che individua il Direttore Generale e gli altri Dirigenti cui affidare le mansioni di maggiore responsabilità. Successivamente devono essere assunte altre categorie di dipendenti le cui competenze devono necessariamente prevedere la conoscenza: a) del mondo delle imprese e degli strumenti di analisi dei relativi documenti contabili; b) delle regole e dei meccanismi che sovrintendono il funzionamento dell’economia (investimenti, produzione, consumi etc.) e dei mercati finanziari (domestici e globali). I dipendenti dovranno inoltre disporre di congrue abilità relazionali e comportamentali nonché di adeguate competenze informatiche, con le quali sono sistematicamente rendicontati i rapporti con la clientela. Se i dipendenti dispongono di soddisfacenti competenze tecniche ed umane saranno maggiormente circoscritte le cause di errori e con più facilità verrà imboccata la strada del successo. In altri termini, l’elevata qualità della squadra risulta l’indispensabile premessa per la crescita operativa dell’azienda bancaria e per la realizzazione di stabili condizioni di efficienza economica, finanziaria e patrimoniale.
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Capitolo Secondo
La raccolta del denaro
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2.1.
La nostra merce!
Per incominciare a lavorare abbiamo bisogno di entrare in possesso della nostra merce: il denaro. Se fossimo un’azienda di abbigliamento, andremmo da un grossista per acquistare maglioni, giacche, pantaloni, vestiti‌ Per poi rivenderli. Se fossimo un fruttivendolo andremmo al mercato centrale ad acquistare cavoli, insalata, carote, mele, pere‌ Per poi rivenderli. Ma siamo una Banca, commerciamo un bene molto particolare, non proprio facile da trovare: il denaro. Noi Banca, per esercitare la nostra attività , dobbiamo entrare in possesso di soldi. Di tanti soldi. Ma dove li troviamo? Chi può fornirceli? Chi ha interesse a depositare nelle nostre casse il denaro? I risparmiatori. Sono loro i fornitori della nostra preziosa merce.
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2.2.
I risparmiatori
I risparmiatori sono quelle persone che spendono meno di quello che guadagnano. Se una famiglia guadagna 2.000 euro al mese e ne spende 1.800 vuol dire che quel mese ha risparmiato 200 euro. Risparmia oggi, risparmia domani, dopo qualche anno questa famiglia avrà messo da parte 5 o 6 mila euro. E chissà quante famiglie come questa ci sono nel territorio in cui operiamo. Noi Banca dobbiamo andare a caccia di queste formichine che saggiamente spendono meno di quello che guadagnano per tanti motivi: per la paura del domani, per garantire un futuro migliore ai propri figli, per una spesa imprevista… Dobbiamo convincere i risparmiatori a trasferire i soldi dalle loro case alla nostra solida Banca. Ce la possiamo fare perché abbiamo argomentazioni valide affinché depositino i loro risparmi presso i nostri sportelli.
Nella tavola: Formichine risparmiatrici rosse in blazer nero della Toscana settentrionale depositano i loro risparmi nella Banca Versilia Lunigiana e Garfagnana attraverso il camino della Banca. Sullo sfondo: paesaggio toscano settentrionale in applique. In primo piano: apepittrice gialla, con pennello e tavolozza monocromatica, controlla se l’acquerello è fatto a regola d’arte. 25
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2.3.
Depositi e interessi Intanto se il risparmiatore mette i soldi in banca, li mette al sicuro, si tutela da eventuali furti. Ma abbiamo anche un’altra arma: possiamo corrispondere al risparmiatore un interesse, magari piccolo, supponiamo dell’1%, in modo che a fine anno il nostro cliente possa vedere incrementato il capitale che ha versato. Supponiamo che il risparmiatore abbia versato 1.000 euro di capitale; a fine anno avrà a disposizione in totale 1.010 euro, ovvero i suoi soldi (1.000 euro) + 10 euro di interessi. L’interesse è il prezzo del denaro, quello che noi Banca paghiamo per usare i soldi del risparmiatore. Ma c’è di più. Possiamo impegnarci a restituire i soldi al risparmiatore in ogni momento dell’anno. Quando lui ne ha bisogno, si presenta al nostro sportello e noi gli restituiamo quello che vuole: 50-100200 euro, ovviamente non più della cifra che ha depositato. Queste tre cose, la tutela del denaro, la corresponsione di un interesse e la disponibilità di rientrare in possesso della somma versata in qualsiasi momento, ci consentono di essere appetibili sul mercato ed invogliare quindi le persone a depositare i soldi presso di noi. Per il risparmiatore l’alternativa sarebbe quella di tenere i soldi sotto il materasso con il rischio di farseli rubare e senza ricavare nessun compenso. È vero che il risparmiatore potrebbe investire i soldi in borsa o in azioni, ma sono attività rischiose che potrebbero non consentirgli di rientrare in possesso dei propri soldi. Quindi la nostra Banca, solida dal punto di vista del patrimonio, efficiente e sicura, è il posto giusto dove depositare i propri risparmi. Ecco perché i risparmiatori ci affidano i soldi che faticosamente si sono messi da parte.
Nella tavola: la Banca Versilia Lunigiana e Garfagnana, come una gigantesca porcellina bianca con lunghe ciglia rosate, è pronta ad accogliere i soldi dei risparmiatori e a mungere come un prezioso latte gli interessi a favore del lavoratore risparmiatore che li deposita con la mano destra dentro la pancia della generosa porcellina mentre, con la mano sinistra, coglie al volo la ricevuta del tasso di interesse corrente. All’esterno della Banca-Porcella-Salvadanaio un cane da guardia in bianco e nero fissa un perplesso bruco bonsai multimediale che non sa come depositare il suo gruzzolo.
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2.4.
Vantaggi per tutti Il fatto che esista la nostra Banca, disponibile a custodire i soldi dei risparmiatori ed a corrispondere un interesse, crea vantaggi all’intera collettività. - Vantaggi per il Risparmiatore. Il signor Salvatore Risparmiatore, leva i soldi di sotto il materasso e li mette al sicuro nella nostra banca. Salvatore quando ha bisogno dei suoi soldi, basta che si presenti in Banca e potrà riaverli. Salvatore, oltre alla custodia del denaro, per aver messo a disposizione della banca i propri risparmi, percepisce un compenso che si chiama interesse. Ma i vantaggi ci sono anche per noi Banca. - Vantaggi per la Banca. La nostra Banca, ricevendo in deposito i soldi di Salvatore, acquista o, meglio, prende in uso la merce (il denaro) con cui lavorare pagandola con l’interesse che corrisponde a Salvatore. - Vantaggi per la Collettività. A depositare i soldi nelle nostre casse non ci sarà solo Salvatore, ma tanti piccoli risparmiatori che depositando i loro gruzzolini contribuiranno a formare un grande capitale, il gruzzolone dei risparmiatori. A questo punto la Banca, acquisita la merce, cioè il denaro, dovrà venderla prestando soldi alle famiglie e alle aziende, contribuendo così allo sviluppo dell’economia.
Nella tavola: gli utili dell’azienda di Salvatore e della sua famiglia volano in Banca e lì si depositano per poi andare, sotto forma di interessi terra-aria, a finire nel suo cilindro come veri e propri areoplani di carta con elica a ciuccio, condotti da temerari piloti paracadutisti. Sullo sfondo: l’azienda di Salvatore e il Direttore generale della Banca che dà il via alla parata aerea degli interessi. Un improbabile vigile esterno ‘sospeso’, in guanti bianchi, dirige il traffico aereo a mezza altezza. 29
approfondimenti
Approfondimenti al capitolo secondo 2.5. I settori in avanzo finanziario e la raccolta bancaria
I settori in avanzo finanziario, sono costituiti in gran parte dalle famiglie, che generalmente non consumano tutti i redditi conseguiti. In tal caso risparmiano e possono quindi versare le proprie disponibilità presso una banca. I risparmiatori chiedono di norma sicurezza, nessun rischio di rimborso, liquidità e qualche forma di remunerazione (tasso di interesse) che li compensi per aver scelto di non spendere una porzione dei propri introiti. Poiché le famiglie vorranno mantenere inalterata, anche per il futuro, la propria capacità di spesa, richiederanno, sui loro risparmi, una remunerazione, almeno pari, al tasso di inflazione (tasso di crescita dei prezzi). Le banche acquisiscono il denaro attraverso diverse forme tecniche: depositi a risparmio e in conto corrente, certificati, conti vincolati (di deposito), obbligazioni etc. Bisogna precisare che solo alcune categorie tecniche di raccolta permettono di utilizzare, liberamente e senza preavviso, il denaro versato. Molti strumenti di raccolta del denaro sono soggetti a vincoli o hanno una scadenza. In pratica, la disponibilità del denaro è subordinata al trascorrere del tempo o a specifiche condizioni contrattuali. Le banche sono, in linea di principio, sempre propense a finanziarsi con forme di raccolta maggiormente durature. In questo modo godono di maggiore libertà o dispongono di ulteriori margini di manovra quando utilizzano o impiegano il denaro raccolto. Le forme di raccolta più liberamente disponibili o accessibili (tecnicamente a vista) sono remunerate a tassi più contenuti. Le altre beneficeranno di condizioni più favorevoli. Attenzione, le forme di raccolta che assicurano remunerazioni più elevate, potrebbero celare dei rischi e potrebbero non garantire, sempre e comunque, il pieno recupero delle somme depositate.
2.6. Definizione e misure del tasso di interesse
Il tasso di interesse è il prezzo di un particolare bene, il denaro. Nella realtà non esiste un solo tasso di interesse ma esistono tanti tassi perché il denaro si muove, da chi lo possiede a chi lo utilizza, sotto forme tecniche diverse. In primo luogo il tasso di interesse non dovrebbe collocarsi mai al di sotto del tasso di inflazione. Come abbiamo detto, chi non spende il proprio denaro è disposto a farlo solo se non sacrifica il proprio potere di acquisto futuro che viene per l’appunto eroso dall’inflazione. Un tasso di interesse equivalente al tasso di inflazione realizza questa condizione. Il tasso di inflazione dovrebbe
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quindi risultare la soglia minima di rendimento di tutte le attività finanziarie. Il tasso di interesse dovrebbe inoltre commisurarsi in misura crescente rispetto all’estensione del tempo. Tempi più lunghi, tassi più alti e viceversa. Esiste infatti un rischio che il prezzo di mercato, di intere categorie di attività finanziarie, possa variare indipendentemente dal rischio di default degli emittenti, un tipo di rischio che insorge perché sugli intervalli temporali più lunghi è più difficile effettuare previsioni. Maggiore è la durata delle attività finanziarie, maggiore è il rischio di prezzo cui le stesse sono esposte. La terza ed ultima componente del tasso di interesse dovrebbe commisurarsi al rischio. Maggiori rischi, maggiori tassi e viceversa. Naturalmente la valutazione del rischio è incerta oltre che mutevole. Difficilmente si potrà quindi stabilire, senza errori, la quantità di rischio riferibile a determinate categorie di attività finanziarie o associabile a specifici emittenti. Il ventaglio dei tassi è di conseguenza ampio e molte variabili (macro e micro economiche, monetarie, fiscali, aziendali etc.) incidono sulla dimensione dello stesso. A conclusione di quanto sin qui osservato aggiungiamo che già da qualche tempo le autorità preposte attuano politiche monetarie particolarmente espansive. In altre parole – con gli strumenti in loro possesso, per favorire il sistema dei pagamenti e per rilanciare l’economia – immettono molta moneta (liquidità) nei mercati finanziari. Questa circostanza ha indotto una marcata contrazione dei tassi tanto è vero che, sulle scadenze meno protratte e per taluni specifici emittenti, gli stessi registrano valori insolitamente negativi.
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Capitolo Terzo
L’impiego del denaro
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3.1.
I prestiti Noi siamo una Banca e, come abbiamo già detto, commerciamo un bene molto particolare: il denaro. Adesso nelle nostre casse ci sono tanti soldi. Li abbiamo raccolti dai risparmiatori, coloro che spendono meno di quello che guadagnano. Ci hanno affidato i loro sudati risparmi per tre motivi: - la custodia: da noi i loro soldi sono al sicuro; - l’interesse: gli diamo un piccolo compenso; - la certezza di riavere i loro soldi più gli interessi. I risparmiatori sono tanti, ci hanno dato fiducia depositando i loro piccoli risparmi che, tutti insieme, sono diventati una cifra enorme. Che ci facciamo con tutti questi soldi? Questi soldi sono la nostra merce ed in qualche modo dobbiamo “venderla”: ma a chi? A persone che hanno bisogno di somme di denaro per comprarsi una casa o un’automobile o un altro bene. Ad aziende che hanno bisogno di prestiti per la loro attività per comprare macchinari, capannoni, merci… Oppure per dar vita ad una nuova impresa: aprire un negozio, un parco giochi, una fabbrica…
Nella tavola: Un bruco verde imprenditore del cavolo e una gallina livornese ovaiola con ciglia finte e cappello crestaceo futurista fanno la fila per chiedere i soldi al funzionario bancario che in quel momento sta erogando un prestito a Slot-G- Cagnolino aviatore. In primo piano: un cavallo imprenditore di razza con baffi alla Salvador Dalì se la dà a quattro zampe levate in direzione del proprio terreno per costruire la sua stalla. Sotto il cavallo, un insetto bipede da corsa rischia di essere travolto dall’equino imprenditore. Sullo sfondo: l’ingresso della Banca Versilia Lunigiana e Garfagnana, la piazza del Duomo di Pietrasanta, la chiesa e il campanile di San Martino e la facciata della chiesa di Sant’Agostino in stile Decó. 35
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3.2.
I prestiti ai privati cittadini Un cliente si presenta al direttore di una nostra filiale per chiedere un prestito. Buongiorno Direttore, mi chiamo Giovanni Soldino, detto Giovannino. Ho 41 anni, due figli: Martino di dieci anni e Adele di dodici anni. Sono sposato con Giuditta. Lavoro come impiegato alla fabbrica di Cioccolato Senza Fine. Mia moglie, invece, lavora come sarta nell’azienda Toppe di Classe e Calzini Bucati. Abitiamo in un appartamentino a Pietrasanta. Sono venuto a disturbarla perché abbiamo deciso di comprare una casa. È un vero affare, si tratta di una villetta in costruzione. Questa casa risolverebbe tutti i nostri problemi. I bimbi dormono insieme e, nella nuova sistemazione, avrebbero una camera ciascuno. La casa costa 380 mila euro. Noi ne abbiamo messi da parte 280 mila, avremmo bisogno di un prestito di 100 mila euro. Ce li può dare? Direttore. Voi volete quindi un mutuo di 100 mila euro, cioè noi Banca vi diamo subito questa cifra e voi poi ce la rimborsate a rate più gli interessi, magari in venti anni. Giovannino. Perfetto. Io ci sto. Quanto le devo dare all’anno? Direttore. Calma Giovannino, prima di darle questa cifra dobbiamo vedere se voi siete affidabili perché vi prestiamo i soldi dei nostri risparmiatori e dobbiamo tutelarli. Quanto guadagnate al mese? Giovannino. Io prendo 1.500 euro e mia moglie 1.350, in tutto fanno 2.850 euro al mese. Siamo persone perbene. Mai avuti problemi con la giustizia o con le banche, è il primo prestito che chiediamo.
Nella tavola: Il Direttore generale, con becco tattico, seduto su una sedia con cuscino basculante, si protende in avanti per ascoltare le richieste del sig. Giovannino (trasportante uno zainetto di cioccolata in vitro) che chiede un prestito per l’acquisto di una nuova casa. In quel momento si fa avanti la signora Ipoteca, con stile protuberante a uffo, pronta a garantire alla Banca la restituzione del prestito a rate, mentre la moglie Giuditta, con labbra di plastigomma sgonfiabili, presenta al Direttore presupposto una vasta gamma di calzini di lusso rattoppati. In basso, sulla destra, un vermicello pescatore invertebrato che attinge in un bicchierino senz’acqua. 37
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Direttore. Bene questo lo verificheremo. Comunque se vi prestiamo 100 mila euro ad un tasso di interesse del 4% in venti anni, voi dovrete restituirci il CAPITALE, 100 mila euro, più gli INTERESSI ovvero 100.000 x 4 / 100 = 4.000 euro. Ma 4.000 euro sono gli interessi per un anno che vanno moltiplicati per il numero degli anni che dura il mutuo cioè 20. Quindi 4.000 x 20 = 80.000 euro interessi complessivi. Riepilogando, ci dovrete restituire in venti anni il CAPITALE prestato (100.000) più gli INTERESSI (80.000). In tutto sono 180 mila euro, da restituire alla Banca, piano piano, in 20 anni, quindi dobbiamo dividere la somma che ci dovrete versare per il numero di anni cioè 180.000 : 20 = 9.000 euro, che è la rata di mutuo annuale da versare. Se vogliamo trovare la somma mensile basterà dividere la rata annua per 12 mesi ovvero 9.000 : 12 = 750 euro al mese. Questa è quindi la rata di mutuo che ci dovrete restituire mensilmente per 20 anni. Le vostre entrate sono di 2.850 euro al mese. Potete farcela perché dalle vostre entrate 2.850 al mese, se togliamo la rata di mutuo di 750 euro vi restano 2.100 euro, una cifra con la quale si può campare. Giovannino. Bene, allora affare fatto noi ci stiamo. Direttore. Si, ma abbiamo bisogno di un’ulteriore garanzia. Voi ci dovete firmare un’ipoteca sulla casa. Giovannino. E che cos’è un’ipoteca?! Direttore. È una garanzia: se smettete di pagare il mutuo, noi possiamo vendere la vostra casa e riprendere i soldi che vi abbiamo prestato. Giovannino. Va bene firmiamo anche l’ipoteca, tanto siamo sicuri di riuscire a pagare tutto. Direttore. Ok, faccio preparare gli atti. Affare fatto.
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3.3.
Vantaggi per tutti Il fatto che esista la nostra Banca, disponibile a prestare i soldi con il mutuo concesso alla famiglia di Giovannino crea vantaggi all’intera collettività. Vantaggi per la Famiglia. Il signor Giovanni Soldino, detto Giovannino, ottenuto il prestito può comprarsi subito la casa, migliorando la qualità della vita di tutta la sua famiglia. Se non ci fosse stata la Banca avrebbe dovuto aspettare molti anni per mettersi da parte 100 mila euro e magari avrebbe perso questa buona occasione. Ma i vantaggi ci sono anche per noi Banca. Vantaggi per la Banca. La nostra Banca, prestando i soldi ad una famiglia affidabile come quella di Giovannino ha la garanzia di ricevere indietro il capitale prestato, i 100 mila euro, oltre agli interessi del 4 per cento che in venti anni fanno 80 mila euro. In pratica la banca ci ricava 80 mila euro. Vantaggi per la Collettività. Grazie alla concessione del finanziamento, Giovannino può comprare casa dando lavoro a tanta gente: geometra, ingegnere, architetto, muratori, falegnami, idraulici, elettricisti, imbianchini, arredatore, mobilieri… Ci guadagnerà anche il Comune e lo Stato che riscuoteranno tasse sulla casa e tutti quelli che forniranno servizi all’abitazione: luce, acqua, gas, telefono… Se la Banca non avesse concesso il prestito, Giovannino non avrebbe comprato casa e tutti questi soggetti non avrebbero lavorato, incassato e guadagnato. La Banca, raccogliendo i soldi dai risparmiatori e prestandoli a chi ne ha bisogno, si comporta come un moltiplicatore di ricchezza facendo crescere l’economia del territorio in cui opera.
Giovannino, grazie al prestito ottenuto, può acquistare la sua casa e in questa tavola sono sintetizzati i vantaggi per tutti: l’impresa di mobili può vendere i suoi mobili, l’architetto sullo sgabello può disegnare la casa e gli interni, i falegnami mettono porte e finestre, il geometra può stabilire la conformità dell’abitazione alle leggi, il muratore con la mestolina e la calcina può costruire le mura, l’elettricista fa gli impianti elettrici e di illuminazione, l’idraulico pensa ai bagni, alle caldaie, alle tubature per l’acqua e agli scarichi urbani. Insomma, tutti questi soggetti, grazie alla Banca, hanno ottenuto nuovo lavoro. N.B.: nel pacchetto del mutuo è compreso, in prestito gratuito, un pennuto ecosostenibile di futile utilità, covante su cuscino in similpelle. 41
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3.4.
I prestiti alle aziende Il capo di un’azienda si presenta al Direttore di una nostra filiale per chiedere un prestito. Buongiorno Direttore, sono Aldemaro Allegretti, titolare dell’azienda parco giochi Non Scendo Mai. La nostra azienda ha sede in Versilia e va benissimo. Vogliamo espanderci perché ci è capitato un ghiotto affare. Siamo stati al Walt Disney World Resort di Orlando, il più grande parco giochi del mondo dove c’è la Spaceship Earth, la spettacolare ed enorme sfera color argento che racchiude, in 18 piani, un viaggio nel tempo, uno nello spazio e il giro del mondo in miniatura: per non farsi mancare niente del nostro Pianeta! Abbiamo parlato con gli ideatori di questa macchina e ce ne possono costruire una adatta al nostro parco giochi. Saremmo gli unici in Europa ad avere un’attrazione del genere. Il fatto è che questa incredibile e personalizzata sfera, costa molto: 5 milioni di euro. Noi ne abbiamo 4 e mezzo. Per acquistarla e fare impazzire di gioia i ragazzi delle nostre zone e quelli che arriveranno da tutta Europa, abbiamo bisogno di un prestito di 500 mila euro. Ce li può dare? Direttore. Voi volete quindi un anticipo di 500 mila euro, cioè noi banca vi diamo subito questa cifra e voi poi ce la rimborsate a rate più gli interessi, magari in cinque anni. Allegretti. (Parco giochi Non Scendo Mai). Si, diteci quanto volete d’interessi e noi ci stiamo. Direttore. Calma Allegretti, prima di darle questa cifra dobbiamo vedere se voi siete affidabili, perché vi prestiamo i soldi dei nostri risparmiatori e dobbiamo tutelarli. A quanto ammonta l’utile cioè il guadagno netto annuo della vostra azienda? Allegretti. (Parco giochi Non Scendo Mai). Noi abbiamo un utile
Nella tavola: Il parco giochi Non scendo mai di Aldemaro Allegretti con la magica sfera del Tempo e della Storia in fase di progettazione all’unisono, nell’attesa dell’ingente prestito della banca. L’ottenimento del prestito genera un dinamismo meccanoidale di altre aziende che indirettamente beneficiano dell’iniziativa di Allegretti: trasportatori, baristi, consumatori, mezzi di trasporto (bastimenti a vapore contratto, treni caravan), architetti, designer, agenzie di pubblicità, giornalisti, mass media, alberghi, hotel e, dietro il bar, fuori della tavola, formichine condizionabili ad aria compressa. 43
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netto all’anno di 250 mila euro, ma se compriamo questa macchina siamo sicuri di guadagnare molto di più. Mai avuti problemi con la giustizia o con le banche. Siamo vostri clienti da anni e tutti i prestiti che ci avete concesso li abbiamo puntualmente rimborsati. Direttore. Bene. Questo gioca a vostro favore, ma facciamo due conti. Se vi prestiamo 500 mila euro ad un tasso di interesse del 6% in cinque anni, voi dovrete restituirci il CAPITALE, 500 mila euro, più gli INTERESSI ovvero 500.000 x 6 /100 = 30.000 euro. Ma 30.000 sono gli interessi per un anno che vanno moltiplicati per il numero degli anni che dura il prestito cioè 5. Quindi 30.000 x 5 = 150.000 euro interessi complessivi. Riepilogando ci dovrete restituire, in cinque anni, il CAPITALE prestato (500.000) più gli INTERESSI (150.000). In tutto sono 650 mila euro, da restituirci in 5 anni; quindi dobbiamo dividere la somma che ci dovrete versare 650.000 euro per 5 ovvero 650.000 : 5 = 130.000 che è il rimborso annuale del prestito. In un anno voi guadagnate 250 mila euro; potete farcela perché dal vostro utile di 250 mila euro annui se togliamo il rimborso annuo di 130 mila euro, vi restano 120 mila euro di margine. Quindi anche nel caso in un anno il guadagno fosse un po’ più basso, dovreste farcela. Allegretti. (Parco giochi Non Scendo Mai). Ma noi siamo sicuri con questo nuovo incredibile gioco di guadagnare di più. Comunque, l’interesse ci sembra equo. Noi ci stiamo. Direttore. Si ma abbiamo bisogno di ulteriori garanzie. Un’ipoteca su un vostro bene aziendale, in modo che se non pagate possiamo venderlo e riprendere i soldi che vi abbiamo prestato. Oppure un impegno da parte dei soci della vostra azienda a restituire di tasca propria gli eventuali mancati rimborsi del prestito. Allegretti. (Parco giochi Non Scendo Mai). Va bene possiamo ipotecare il capannone ed il nostro socio più ricco, Valdemaro Orlandi, si impegna di persona a rimborsare l’eventuale mancato rimborso. Così può andare. Direttore. Benissimo, faccio preparare gli atti. Affare fatto.
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3.5.
Vantaggi per tutti Il fatto che esista la nostra Banca, disponibile ad anticipare i soldi all’azienda di Allegretti crea vantaggi all’intera collettività. Vantaggi per l’Azienda. Il parco giochi Non Scendo Mai, ottenuto l’anticipo può comprarsi subito la Spaceship Earth. Senza la Banca, l’affare sarebbe saltato e qualche parco giochi concorrente avrebbe potuto comprare la nuovissima attrazione, provocando danni alla Non Scendo Mai. Con questo nuovo e strabiliante gioco, l’azienda di Allegretti, non solo batte la concorrenza, ma ottiene un grande ritorno d’immagine ed economico, perché con questa nuova incredibile macchina sicuramente guadagnerà di più. Vantaggi per la Banca. La Banca, prestando i soldi all’azienda Non Scendo Mai ha la garanzia di ricevere indietro il capitale prestato, i 500 mila euro, oltre agli interessi del 6 per cento che per 5 anni fanno 150 mila euro. In pratica la Banca ci ricava 150 mila euro. Vantaggi per la Collettività. Grazie alla concessione del finanziamento, la ditta di Aldemaro Allegretti può comprare il macchinario dando lavoro a tanta gente: ingegneri informatici, progettisti, operai specializzati, fabbri, falegnami, ditte che costruiscono schermi, sedili, imprese di trasporto e agenzie pubblicitarie, televisioni, giornali, radio, internet utili a far conoscere la nuova attrazione. Più lavoro anche per giornalisti, speaker, autori, registi… Ma la Spaceship Earth è unica in Europa e arriveranno in Versilia tante persone dall’estero incrementando lavoro per alberghi, bed & breakfast, ristoranti, bar… Se la Banca non avesse concesso il prestito, Aldemaro Allegretti non avrebbe comprato il mega gioco e tutte queste aziende non avrebbero lavorato. La Banca, raccogliendo i soldi dai risparmiatori e prestandoli alle aziende, si comporta perciò come un moltiplicatore di ricchezza facendo crescere l’economia.
Nella tavola: L’attivissimo Direttore generale a mòlla dal colletto bianco eroga banconote di euro alle varie aziende sul territorio attraverso un ingegnoso meccanismo sferico eurodistributore con tubi pilotati direttamente verso le aziende grazie ad una instancabile ape operaia manovratrice con contratto a tempo determinato. Sullo sfondo: paesaggio toscano settentrionale estivo con mucca perplessa all’interno di un recinto ecologico biodegradabile. 47
approfondimenti
Approfondimenti al capitolo terzo 3.6. I settori in disavanzo finanziario e gli impieghi bancari
La banca è una azienda speciale che commercia un bene particolare il denaro. Tutto il denaro che affluisce alle banche, sotto forme tecniche diverse (capitale proprio, depositi, titoli etc.), eccettuato quello che viene utilizzato per acquistare le immobilizzazioni (materiali ed immateriali) e una piccola parte che rimane in cassa come riserva di liquidità, viene messo a reddito. In pratica la banca utilizza la quasi totalità del denaro, di cui ha la disponibilità, per effettuare degli impieghi finanziari. In questo modo la banca finanzia coloro che non hanno il denaro sufficiente a sostenere le proprie decisioni di spesa. Questi sono i settori in disavanzo finanziario ovvero coloro che, mediamente e per i più svariati motivi, in un certo periodo, spendono più di quanto introitano. Possono essere le famiglie che decidono di acquistare un’abitazione, un autovettura, il mobilio, di effettuare un viaggio, di sostenere le ingenti spese necessarie a far studiare all’estero un figlio etc. Naturalmente le banche, poiché impiegano soprattutto il denaro ricevuto in prestito dai risparmiatori, dovranno usare molta cautela onde evitare che i destinatari dello stesso non restituiscano quanto ricevuto. La concessione del denaro alle famiglie permette a queste ultime di sostenere le decisioni di spesa ed indirettamente supporta il processo di creazione della ricchezza avviato da chi produce i beni oggetto di richiesta. Le banche non finanziano solo le famiglie ma soprattutto gli imprenditori o le imprese che vogliono avviare una nuova attività o desiderano ampliare quelle preesistenti. Anche in questo caso le banche si trovano di fronte a soggetti che non dispongono di tutte le risorse necessarie ad effettuare gli investimenti programmati (nuovi macchinari, ulteriori materie prime, aziende da acquisire etc.). Va da sé che le banche dovranno valutare, con accurate istruttorie, se gli investimenti da finanziare produrranno effetti positivi sui redditi di coloro che li realizzano. Detti effetti sostengono infatti il processo di formazione di nuova ricchezza necessaria, in primis, per restituire i prestiti ricevuti (aperture di credito, anticipazioni, mutui etc.) al lordo degli interessi convenuti ed eventualmente, se eccedente, per sostenere future nuove produzioni e/o ulteriori livelli occupazionali. Appare quindi chiaro che un fisiologico raccordo tra risparmiatori ed investitori, sostenuto dalle banche, attivi processi produttivi idonei ad alimentare circuiti virtuosi che possano tradursi in maggiore benessere per le collettività di riferimento. Le banche non finanziano solo le famiglie o le imprese ma anche lo Stato e gli enti locali o pubblici. Anche lo Stato e gli enti locali spendono più di quanto introitano con le Tasse. Sono quindi anch’essi settori in disavanzo finanziario. Il compito di questi soggetti non è generalmente quello di svolgere attività di impresa ma perlopiù di creare infrastrutture: scuole,
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ospedali, strade, linee ferroviarie, porti, aeroporti, teatri, musei, mercati etc. i cui effetti non sono immediatamente misurabili in termini di creazione di nuova ricchezza (a parte quella riconducibile all’attività di coloro che sono direttamente impegnati nella costruzione delle suindicate infrastrutture). Le infrastrutture concorrono tuttavia ad elevare gli standard qualitativi delle condizioni di vita delle popolazioni di riferimento. In poche parole creano le premesse, ambientali ed economiche, per agevolare lo svolgimento dei commerci e per avviare nuovi percorsi produttivi che in linea di principio genereranno ulteriore ricchezza. Attenzione le banche non finanziano questi soggetti attraverso l’erogazione diretta di denaro (mutui, prestiti per cassa etc.), come per famiglie ed imprese, ma principalmente attraverso l’acquisto di Titoli del debito pubblico. Questi titoli sono appositamente emessi dalle varie categorie di istituzioni per finanziare livelli di spesa eccedenti le entrate tributarie correnti. Poiché gli stati o le istituzioni devono, in linea di principio, rimborsare, prima o poi, tutti o parte i titoli emessi (ovvero i debiti contratti), è assolutamente opportuno che vi sia un effettivo impegno a spendere bene e con avvedutezza il denaro ricevuto. Se quest’ultimo, non viene destinato, per intero, alle opere da costruire o viene maneggiato in modo improprio e disinvolto attraverso comportamenti scarsamente etici che alimentano la corruzione, il circuito virtuoso si arresta o, quanto meno, rallenta. Di conseguenza, i cittadini non disporranno di scuole, ospedali, ferrovie, strade etc. adeguati o perfettamente funzionali. Gli effetti saranno quindi facilmente immaginabili. Indipendentemente dalle svariate modalità tecniche attraverso le quali le banche finanziano i soggetti in deficit (prestiti per cassa, mutui, titoli pubblici e privati etc.), le medesime devono sempre mirare a finanziare i soggetti più meritevoli. In tal caso i vantaggi si concretizzano, in primo luogo per gli affidati, i quali potranno, come già detto, finanziare progetti che produrranno ulteriore ricchezza e o occupazione. Conseguentemente, anche le banche otterranno vantaggi, sia perché rientreranno in possesso del denaro prestato, sia perché conseguiranno profitti che renderanno più robusta la compagine aziendale attraverso l’incremento del capitale inizialmente sottoscritto dai soci all’atto di fondazione della banca. Se l’erogazione del credito non è propriamente efficiente è possibile che le banche incorrano in perdite che intaccano il capitale proprio. Nei casi più gravi l’entità delle perdite potrebbe essere così elevata da pregiudicare i diritti dei creditori (depositanti ed altre categorie di finanziatori), indirizzando di fatto la banca verso situazioni di vera e propria instabilità economica e finanziaria.
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Capitolo Quarto
Il ruolo della Banca
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4.1.
Una bottega di denaro La Banca è la bottega del denaro, un punto d’incontro tra l’offerta di soldi di coloro che ne hanno in eccesso, i risparmiatori, e la domanda di soldi di chi non ne ha a sufficienza, gli investitori. I risparmiatori sono tanti. Non amano il rischio. Vogliono mantenere la loro liquidità, cioè rientrare in possesso dei loro soldi quando ne hanno bisogno. Gli investitori sono pochi, un numero sicuramente inferiore a quello dei risparmiatori. Rischiano in proprio. Si rivolgono alla Banca perché hanno bisogno di risorse finanziarie. La Banca concilia le differenti esigenze offrendo servizi graditi ad entrambe la categorie di interlocutori. La Banca è come un imbuto magico dove entrano tanti piccoli gruzzoli di denaro, quelli dei risparmiatori, ed escono medi e grossi gruzzoloni a beneficio degli investitori che in questo modo possono acquistare beni o servizi (case, auto, mobili, corsi di studio per i figli…) nel caso delle famiglie oppure impiegare i soldi per far crescere o creare un’azienda, nel caso degli imprenditori. Il ruolo della Banca è quindi centrale ed importantissimo per qualsiasi sistema economico. Senza la Banca l’economia ristagnerebbe. Non potrebbe svilupparsi.
Nella tavola: Un sacco di denaro dentro il sacco della Banca, dove il tir dei risparmiatori, proveniente a retromarcia dalle strade delle cave Apuane, scarica un sacco di soldi. Due investitori solitari, maschio e femmina, con quattro borse disegnate, superano l’entrata del sacco-banca dalla parte dell’ingresso investitori sopra una guida importante, protetta da invisibili vigili giurati su auto a piedi con guinzaglio per le aree pedonali. Sulla pedana del sacco: lumachina esclamatrice voyeur in pectore verde smeraldo. 53
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4.2.
Moltiplicatore di ricchezza La Banca finanziando privati cittadini (famiglie) e le aziende, consente lo sviluppo dell’economia creando come abbiamo visto vantaggi per tutti. La Banca trasforma i soldi inattivi dei risparmiatori in soldi produttivi per le famiglie e le aziende. Senza la Banca i soldi dei risparmiatori resterebbero sotto il materasso. Senza la Banca gli investitori, non sapendo a chi rivolgersi per avere soldi in prestito, non potrebbero mai comprare ciò di cui hanno bisogno. Senza la Banca l’economia sarebbe bloccata, ristagnerebbe, perché non ci sarebbe un luogo dove s’incontrano le esigenze di chi ha soldi in eccesso con quelle di chi ha bisogno di soldi. La Banca Versilia Lunigiana e Garfagnana è una banca di Credito Cooperativo e come tale è fortemente legata al proprio territorio creando molti vantaggi alle persone, agli enti, alle associazioni, alle aziende e ai soci che vivono e operano nell’area di competenza della banca. L’utile viene destinato per sponzorizzazioni e a scopo di beneficenza nei Comuni dove la banca ha le proprie filiali; I prestiti devono essere concessi per il 95%, cioè quasi tutti, a persone e aziende che operano nei Comuni dove la Banca ha le proprie filiali e almeno per il 50% ai soci. La Banca Versilia Lunigiana e Garfagnana è quindi il motore dell’economia del proprio territorio, un fantastico moltiplicatore di ricchezza.
Nella tavola: Caveau aereo della areobanca territoriale BVLG con apertura manuale laterale per la divulgazione a pioggia controllata dei denari depositati centrifugati a scopo produttivo solvente, su aziende e famiglie locali. La grande aereobanca è condotta dal Direttore generale pilota di area accertato. Dietro al Direttore, a posteriori, segretario bilaterale senza equivoci addetto alla fuoriuscita dei liquidi. Sulla sinistra: uccello di peluche con volo a fondo perduto. 55
approfondimenti
Approfondimenti al capitolo quarto 4.3. Le funzioni della banca e lo spread tra tassi attivi e tassi passivi
Come abbiamo visto le banche raccordano le esigenze dei risparmiatori (settori in avanzo finanziario) con quelle degli investitori (settori in disavanzo finanziario). In teoria il collegamento tra detti settori potrebbe stabilirsi anche direttamente, ma vi sono molti ostacoli. In primo luogo i risparmiatori non conoscono, e tanto meno sanno dove operano, gli investitori, e quindi non possono agevolmente sostenerli. In secondo luogo le risorse finanziarie accumulate, singolarmente, dalla stragrande maggioranza dei risparmiatori non sono sufficienti a finanziare la maggior parte dei progetti di spesa. In terzo luogo la propensione al rischio dei risparmiatori è generalmente incompatibile con i rischi associati alle attività di investimento. L’intervento delle banche semplifica molto il contatto tra risparmio ed investimento. Le banche hanno il merito di convogliare, verso i centri di spesa, le piccole quote di risparmio e quelle territorialmente distanti dagli stessi. Le banche sono inoltre capaci di offrire prodotti graditi sia ai risparmiatori sia agli investitori. Ai primi, viene offerta sicurezza, liquidità, pochi rischi, un minimo rendimento (depositi a vista). Ai secondi, sono offerte risorse finanziarie, per tempi adeguati al sostegno delle decisioni di spesa e a costi, possibilmente contenuti (prestiti). Senza le banche e senza il supporto dei mercati finanziari, sui quali è possibile collocare, investire e liquidare le altre attività finanziarie, non si chiuderebbe il circuito risparmi-investimenti. In altre parole l’economia si fermerebbe. È chiaro quindi l’interesse di ognuno di noi affinché banche e mercati esistano e funzionino correttamente. Sul denaro prestato le banche richiedono un tasso di interesse mediamente più elevato di quello che mediamente pagano sulla raccolta.
La differenza di cui si parla è nota nel gergo finanziario come spread. In pratica, al pari di qualsiasi azienda commerciale, anche per le banche che intermediano il denaro, il prezzo della merce venduta, (tasso sui prestiti o sulle altre forme di impiego) dovrebbe eccedere il prezzo della merce acquistata (tasso sui depositi e sulle altre forme di approvvigionamento di fondi).
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Con quanto origina dallo spread e con gli altri ricavi che la banca consegue offrendo un’ampia serie di servizi alla clientela, la stessa sostiene tutti i costi del proprio funzionamento. In pratica la banca: - paga le bollette (luce, gas, acqua, telefono etc.); - paga i canoni e gli affitti; - paga gli stipendi ai propri dipendenti ovvero alla squadra di cui dispone; - paga i consulenti di cui si avvale, gli oneri tributari di ogni tipo e i restanti costi della gestione; - accantona prudenzialmente un certo ammontare di risorse a fronte di rischi o spese che potrebbero manifestarsi od insorgere inaspettatamente. Una volta fatto tutto ciò, se avanza ancora qualcosa, remunera il proprio capitale. In altre parole segnala ai propri azionisti o soci, un incremento del valore delle rispettive partecipazioni ed eventualmente eroga un dividendo sulle azioni che costituiscono il capitale sociale.
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Capitolo Quinto
Le domande dei ragazzi
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5.1.
Le domande dei ragazzi Portando in giro questa lezione per diversi anni, prima per i ragazzi delle terze medie e poi per quelli delle classi quinte elementari, abbiamo sempre lasciato uno spazio per le domande. I ragazzi sono tremendi, così ci siamo imbattuti in quesiti, originali e divertenti: Perché gli impiegati di banca si vestono da vecchi? Oppure: Come mai in banca non c’è una musica di sottofondo? E ancora: Io sono andato solo due volte in banca e non ho visto mai nessuno che rideva. Come Mai? È vero che gli impiegati di banca sono tutti ricchi? E potremmo continuare. Ma in questa parte finale del libro vogliamo rispondere alle domande più ricorrenti. Può fallire una banca? Cosa succede quando la banca subisce una rapina? Cosa succede quando non si riesce a pagare il mutuo?
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approfondimenti
Approfondimenti al capitolo quinto
(Le risposte ad alcune delle più frequenti domande dei ragazzi) 5.2. Può fallire una banca?
Una banca entra in crisi quando non ha operato correttamente ovvero secondo i principi di sana e prudente gestione e o anche quando il contesto economico in cui agisce è caratterizzato da recessione. Non sempre i segnali di difficoltà vengono avvertiti per tempo e spesso, quando si manifestano apertamente, le situazioni che ne derivano sono complicate da gestire. Preavvisi di crisi di una banca e del contesto economico circostante – non ordinati per importanza e che comunque nella realtà si palesano spesso simultanei, sovrapposti ed indistinti – sono catalogabili in questo modo: 1) incapacità o difficoltà ad erogare nuovi prestiti ovvero anche, limitate opportunità di individuare soggetti meritevoli di credito (famiglie, imprese ed enti pubblici); 2) ridotto potere attrattivo nei confronti di depositanti o di altre categorie di finanziatori ovvero oggettivi impedimenti ad acquisire, a vario titolo, nuove risorse monetarie; 3) difficoltà nella gestione della liquidità ovvero ridotta capacità ad assolvere puntualmente ai propri impegni di pagamento senza il sistematico ricorso ad aiuti esterni (Banche Centrali ed altri intermediari finanziari); 4) progressivo deterioramento di significative porzioni degli impieghi e in particolare dei prestiti ovvero quando gli stessi non sono agevolmente o economicamente negoziabili sui mercati per acquisire flussi di liquidità. In ogni caso, quando vengono individuati segnali di problematicità all’operatività di alcune banche, occorre pensare che le cause possano originarsi dall’interno della compagine aziendale e/o, come già detto, provocate dallo stato di sofferenza dell’economia dei territori di riferimento. Le banche naturalmente possono essere state gestite male ma purtroppo sono anche lo specchio di ciò che accade intorno ad esse. Le banche che operano in contesti economici deboli ed in ambiti politici-istituzionali poco credibili e/o fortemente indebitati incontreranno ulteriori ostacoli nello svolgimento della normale attività. È appena il caso di osservare che molte banche di fatto finanziano istituzioni pubbliche, ampiamente indebitate e sovente incapaci di indirizzare, senza sprechi, i propri flussi di spesa, verso iniziative oggettivamente prioritarie. A prescindere da quanto appena detto quando una banca entra in crisi si hanno due alternative: a) la risoluzione (ripristino di sostenibilità economica della parte sana e cessione delle parti restanti) ovvero, nei casi più gravi, b) la liquidazione coatta amministrativa. Le procedure di risoluzione vengono avviate, nell’interesse dei depositanti e dei clienti di una specifica banca (anche di ridotte dimensione), ma soprattutto quando si vuole salvaguardare la stabilità sistemica, nell’interesse pubblico, di un settore indispensabile al corretto funzionamento di un economia moderna. In altre parole, quando si teme che la crisi di una banca (medio-grande) possa riversarsi sull’economia, indirizzandola verso contesti di instabilità dagli sviluppi incerti, imprevedibili e comunque
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potenzialmente molto pericolosi per la stessa stabilità sociale. In estrema sintesi, per le banche in crisi, ovvero le banche con capitali propri significativamente ridimensionati, le procedure di risoluzione prevedono la possibilità di percorrere una o più delle seguenti alternative. a) L’eventuale vendita ad acquirenti esterni, di parte dell’attivo; b) Il trasferimento temporaneo di tutte le attività e passività ad una bridge bank che prosegua l’attività corrente in vista di un successivo collocamento sul mercato delle stesse; c) Il trasferimento delle attività deteriorate ad una bad bank che, nei limiti del possibile, ne gestisca la successiva liquidazione; d) Applicazione del bail in ovvero svalutazione di quote del passivo (capitale, riserve, obbligazioni di vario tipo e, in ultima analisi, dei depositi per la parte eccedente 100000 euro) per assorbire le perdite, ricapitalizzare la banca o nuove entità, per continuare la preesistente attività. Solo in ultima istanza ovvero quando sia concreta la prospettiva che la situazione di crisi di una banca possa ripercuotersi gravemente sul funzionamento del sistema finanziario, è possibile l’intervento pubblico e l’eventuale temporanea nazionalizzazione dell’ente creditizio.
5.3. Cosa succede se una banca subisce una rapina? Se a seguito di una rapina o di un furto tutto il denaro custodito in una filiale di una banca viene portato via i problemi non sono così gravi come potrebbero apparire ad occhi inesperti. Come è noto infatti il denaro che una banca mantiene liquido nelle proprie casse o casseforti è soltanto una piccolissima percentuale del denaro che complessivamente e a vario titolo affluisce alla banca e che quest’ultima si trova a gestire. Per dare un’idea di quanto denaro una banca trattiene presso di sé può essere utile fare riferimento alla quantità di olio di cui necessita il motore di una autovettura e il peso complessivo della stessa entrambi espressi in chilogrammi. Il rapporto è una percentuale bassissima e, tra l’altro, negli ultimi tempi, l’innovazione tecnologica ha progressivamente ridotto la quantità di olio di cui i motori necessitano. In pratica l’olio del motore è piccola cosa rispetto al peso dell’automobile. L’olio non deve essere tuttavia troppo poco altrimenti il motore si guasta, né, viceversa, deve essere troppo, perché altrimenti il motore si ingolferebbe e la vettura avrebbe problemi a continuare correttamente la propria marcia. Allo stesso modo, se una banca trattiene presso le proprie casse troppo denaro, perde opportunità di impiego economico dello stesso, con evidenti ricadute in termini di redditività. Se, viceversa, il denaro trattenuto è troppo poco, la banca potrebbe trovarsi in difficoltà ad assolvere puntualmente ai propri impegni di esborso di denaro che quotidianamente si concretizzano per i più svariati motivi gestionali. Le banche devono tra l’altro essere immediatamente pronte a convertire, in contante, i propri debiti sebbene il sempre più massiccio uso delle carte elettroniche e della moneta digitale abbia decisamente contratto la domanda di liquidità da parte della clientela. Le condizioni di illiquidità sono fortemente sconsigliate in quanto le ricadute in termini di immagine della banca sul mercato sarebbero disastrose. Nonostante quanto appena 63
approfondimenti
osservato il denaro di cui una banca dispone in contanti è comunque sempre poca cosa rispetto ai mezzi complessivamente amministrati. Una rapina che lo sottraesse, anche per intero, non avrebbe quindi significative ripercussioni sul proseguimento dell’attività bancaria. È appena il caso di osservare poi che le banche generalmente si dotano di dispositivi di antifurto, sempre più efficaci, che di fatto limitano di molto gli effetti prodotti dalle rapine. Queste ultime generalmente poi, quando sono effettivamente subite, sono, di norma, coperte da adeguate polizze assicurative. È relativamente più facile che i depositanti possano essere truffati delle somme che gli stessi dispongono presso le banche. Può infatti accadere che con lo smarrimento o la clonazione delle carte elettroniche di credito, debito o prepagate altri possano accedere ai nostri conti. In questo caso, se si riesce a dimostrare che i codici di accesso sono stati usati con accortezza e diligentemente custoditi, le banche sono quasi sempre disponibili a rimborsare quanto fraudolentemente sottratto. Un suggerimento! Controllare di frequente le movimentazioni dei propri conti per individuare, tempestivamente, eventuali anomalie.
5.4. Cosa succede se non si pagano le rate del mutuo?
Negli ultimi anni una congiuntura economica molto debole aggravata da varie crisi finanziarie ha messo in seria difficoltà tante famiglie. Conseguentemente è divenuto sempre più problematico, per molte persone, provvedere al puntuale pagamento delle rate dei mutui contratti. In tanti poi hanno negoziato mutui molto onerosi senza tener conto che una regola di buonsenso imporrebbe di limitare le rate annue dovute alla banca entro stringenti limiti imposti da regole prudenziali e dalla considerazione che, per le più svariate motivazioni, i redditi disponibili a tale scopo, potrebbero contrarsi. In ogni caso, se ci si accorge che le rate del mutuo si prospettano eccessivamente gravose per l’economia della nostra famiglia, è opportuno informare tempestivamente la banca creditrice e mostrare la volontà di risolvere la situazione con il preciso fine di ricercare una soluzione condivisa. È necessario quindi valutare diligentemente tutte le strade percorribili per evitare che circostanze sfavorevoli che, affrontate per tempo, sono più facilmente gestibili divengano patologiche o irrecuperabili e conducano ad effetti indesiderati sia per l’economia dei debitori, sia per quella dei creditori. Se si intravede l’eventualità che non sia possibile pagare le rate del mutuo, prima che ciò si verifichi è quindi sempre conveniente recarsi in banca equipaggiati da adeguate proposte. Si può proporre alla banca di sospendere temporaneamente il pagamento delle rate; si può inizialmente sospendere solo il rimborso del capitale e continuare a pagare esclusivamente gli interessi maturati (per non appesantire troppo le rate future quando il mutuo tornerà a regime); si può allungare la durata del mutuo (diminuisce l’importo delle singole rate ed aumenta il numero delle stesse); si può concordare un tasso più basso etc.; Quando tutte queste opzioni non sono percorribili il mutuatario (debitore) può ottenere la surrogazione del mutuo. In pratica si sceglie una nuova banca alla quale si trasferisce, in toto, l’ammontare residuo del debito e con cui vengono ridefinite le condizioni contrattuali (durata, tasso di interesse e spread).
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Eccezionalmente se ne ricorrono le condizioni, limiti di reddito, abitazione principale, eventi sfavorevoli (licenziamento, infortuni ed insorgenza di condizioni di non autosufficienza, handicap, etc.) taluni soggetti o le famiglie possono accedere a piani di solidarietà o beneficiare di normative speciali che generalmente prevedono la temporanea sospensione del pagamento delle rate. Se per qualsivoglia ragione non si potesse realizzare quanto sin qui detto emerge il concreto rischio della vendita coattiva dell’immobile posto a garanzia del mutuo. Osserviamo tuttavia che è sempre auspicabile evitare che l’immobile vada all’asta. Vi è infatti il concreto rischio che, in questa ipotesi, i ricavi conseguibili dalla vendita siano insufficienti a coprire il debito residuo, gli interessi legali e di mora e le restanti spese. In tale eventualità rimarrebbe un debito residuo e la banca, per recuperare l’esposizione residua, potrebbe avviare ulteriori procedure, normalmente lunghe e comunque sempre costose. In tanti casi, prima dell’avvio delle procedure esecutive, potrebbe risultare opportuno vendere volontariamente l’immobile anche ad un prezzo inferiore a quello di mercato. Con il ricavato si potrebbe diminuire il debito originario e contestualmente proporre alla banca un saldo a pareggio. In tale circostanza si eviterebbero i gravosi oneri collegati alle procedure di pignoramento e si contrarrebbero i tempi di gestione del contenzioso. Nell’eventualità in cui non vengano percorse le soluzioni sopra menzionate la banca creditrice, avendo già in suo possesso il titolo costituito dal mutuo ipotecario (cioè l’immobile a garanzia), può immediatamente notificare, al mutuatario, un atto di precetto. Se, decorsi 10 giorni, il debitore non paga, la Banca dà impulso ad un processo esecutivo che porta al pignoramento dell’immobile. Se anche in questa fase del processo, il debitore non riesce ad onorare il debito, rischia di vedersi vendere all’asta giudiziaria la propria casa. Nel 2012, anno in cui la crisi dei mutui ebbe la sua recrudescenza maggiore, il governo italiano ha emanato la legge n. 3/2012, che all’articolo 7 recita “(...) il debitore in stato di sovra indebitamento può proporre ai creditori, con l’ausilio degli organismi di composizione della crisi (...), un accordo di ristrutturazione dei debiti e di soddisfazione dei crediti sulla base di un piano che, assicurato il regolare pagamento dei crediti impignorabili(...), preveda scadenze e modalità di pagamento dei creditori (...), indichi le eventuali garanzie rilasciate (...)”. In conclusione si può affermare che, in generale, per evitare di incorrere in procedure giudiziarie così pregiudizievoli per una famiglia, sarà bene verificare, all’inizio della trattativa, che la rata di mutuo mensile non superi mai una percentuale indicativamente pari al 25 per cento del reddito netto familiare.
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Indice degli argomenti p. 4 Saluto istituzionale e introduzione di Enzo Maria Bruno Stamati (Presidente di Banca Versilia Lunigiana e Garfagnana) p. 9 Capitolo I La nascita della Banca p. 11 1.1. Il gruzzolo e la nascita della Banca p. 13 1.2. L’autorizzazione p. 15 1.3. I beni aziendali e la squadra p. 17 1.4. Partenzaaaa! p. 18 Approfondimenti al capitolo primo p. 18 1.5. La fase costitutiva di una nuova azienda bancaria p. 18 1.6. I conferimenti iniziali di capitale, l’acquisizione di infrastrutture e le fasi di avvio dell’attività bancaria p. 19 1.7. Gli organi sociali e i dipendenti bancari p.21 Capitolo II La raccolta del denaro p. 23 2.1. La nostra merce! p. 25 2.2. I risparmiatori p. 27 2.3. Depositi e interessi p. 29 2.4. Vantaggi per tutti p. 30 Approfondimenti al capitolo secondo p. 30 2.5. I settori in avanzo finanziario e la raccolta bancaria p. 30 2.6. Definizione e misure del tasso di interesse p. 33 Capitolo III L’impiego del denaro p. 35 3.1. I prestiti p. 37 3.2. I prestiti ai privati cittadini p. 41 3.3. Vantaggi per tutti p. 43 3.4. I prestiti alle aziende p. 47 3.5. Vantaggi per tutti p. 48 Approfondimenti al capitolo terzo p. 48 3.6. I settori in disavanzo finanziario e gli impieghi bancari
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p. 51 Capitolo IV Il ruolo della Banca p. 53 4.1. Una bottega di denaro p. 55 4.2. Moltiplicatore di ricchezza p. 56 Approfondimenti al capitolo quarto p. 56 4.3. Le funzioni della banca e lo spread tra tassi attivi e tassi passivi p. 59 Capitolo V Le domande dei ragazzi p. 61 5.1. Le domande dei ragazzi p. 62 Approfondimenti al capitolo quinto (Le risposte ad alcune delle piÚ frequenti domande dei ragazzi) p. 62 5.2. Può fallire una banca? p. 63 5.3. Cosa succede se una banca subisce una rapina? p. 64 5.4. Cosa succede se non si pagano le rate del mutuo?
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Fabrizio Diolaiuti, laureato in Economia, svolge un’eclettica attività lavorativa di giornalista, scrittore, conduttore e autore televisivo. Su rai uno ha tenuto una rubrica a Linea Verde Orizzonti ed è stato, come opinionista, molte volte ospite de La Prova del Cuoco ed Uno Mattina. Su RTV 38 emittente del centro Italia (Toscana, Umbria, Alto Lazio fino a Viterbo e Liguria orientale) ha scritto e condotto 5 edizioni de Le Vie del Cibo. Collabora con NoiTv. Ha fondato e dirige la web television LogTv (Local Global Tv). È fra i conduttori storici del celebre Caffè de La Versiliana. Dal suo libro Intervista al Cervello (Sperling & Kupfer) ha tratto uno spettacolo teatrale che sta portando con successo in giro per l’Italia. È in libreria con Alla Scoperta del Cibo. Sai cosa mangi? (Sperling & Kupfer). Michele Patanè insegna Economia del mercato mobiliare e Derivati sui tassi di interesse presso la Scuola di Economia e Management dell’Università di Siena. È impegnato in attività di docenza presso altre università, scuole di dottorato, aziende ed istituzioni finanziarie. I suoi interessi di ricerca concernono: a) configurazione e timing delle decisioni idonee a migliorare le performance aziendali in ambito finanziario; b) tecniche di valutazione e pricing di strumenti finanziari tradizionali ed innovativi; c) risk management e scelte di portafoglio; d) news macro e dinamiche di price discovery in specifici segmenti dei mercati finanziari. È autore di numerose monografie e saggi scientifici su temi di Banca, Borsa e Finanza presso editori nazionali ed internazionali. Fabrizio Del Tessa è nato a Pietrasanta e si è diplomato presso l’Istituto d’Arte “Stagio Stagi”. Fin da quando frequentava la ‘bottega’ di Velio Pelliccia ebbe i primi contatti con il mondo dell’illustrazione. Espone, ai primi degli anni ‘80, alla mostra Internazionale di Comics di Lucca. Dal 1983 inizia a pubblicare puzzles con International team di Milano e alcune tavole sulla famosa rivista Guerrin Sportivo. Ha collaborato ad Orient Express, Corriere dei Piccoli, Cuore e Salute. Si è aggiudicato il premio Caran d’Ache nel 1986. Ha eseguito illustrazioni per la Fiat. Ha esposto a Torino (1987), Pietrasanta (1987), Forte dei Marmi (1987, 1988), Saragozza (1988), Alba (1988), Siena (1989), Roma (1990), Pietrasanta (1997, 1999), San Francisco - Museo Italoamericano (2002), New-York - Crestanello Gran Caffè Italiano (2002), Montreal - Istituto Italiano di Cultura (2003), Parigi - Maison de l’Italie (2004), Parigi - Camera di Commercio Italiana per la Francia (2006). Dal 2001 al 2005 disegna quarantaquattro tavole ad acquerello per il volume La fantastica storia di Pietrasanta (ed. petrartedizioni, 2005). Realizza i bozzetti per l’edizione 2006 e 2007 del Carnevale di Viareggio per gli ingressi del corso mascherato e del carro di 2° categoria dal titolo Il diavolo è di destra o di sinistra?
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Finito di stampare nel mese di novembre 2016 per conto di Banca Versilia Lunigiana e Garfagnana dalla tipografia Bandecchi & Vivaldi (Pontedera)
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È rigoroso. È divertente. È fantasioso. È istruttivo. È pieno di tavole illustrate. Il volume ha tre strati di lettura. Quello rivolto ai ragazzi, curato da Fabrizio Diolaiuti; gli approfondimenti del professore Michele Patanè e le strepitose tavole illustrate di Fabrizio Del Tessa. Un libro originale, destinato ad informare non solo i ragazzi ma anche gli adulti, perché di questi tempi sapere come funziona una banca è davvero utile.
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