5 - Rare Book Auction - March 12th

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ASTA 5 | 12 MARZO 2016

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Milano - Westin Palace Hotel, Sala Castaldi Piazza della Repubblica, 20 sabato

12 marzo ore 17

Lotti 1-19 Incunaboli Lotti 20-38 Kircher e Kircheriana Lotti 39-49 Wunderkammern Lotti 50-77 Architettura, Alchimia e Curiosa

Esposizione dei lotti Roma - via Antonio Bertoloni 45 da giovedì 3 marzo a martedì 8 marzo 2016 dalle ore 11.00 alle ore 18.00 Milano - via Borgonuovo 12 giovedì 10 marzo 2016 (Philobiblon, Via Borgonuovo 12) dalle ore 11.00 alle ore 19.00 11 marzo 2016 (Philobiblon, Via Borgonuovo 12) dalle ore 11.00 alle ore 19.00 venerdì

sabato

12 marzo 2016 (presso il Westin Palace Hotel) 10.00 alle ore 15.00

dalle ore

All’asta sarà possibile partecipare on-line tramite Live bidding and English descriptions on:


1. Boccaccio Giovanni Genealogiae Deorum. Venezia: Vindelino da Spira, 1472. In-folio (mm 298x207). Carte [295] (di 296, manca l’ultima carta bianca mentre è presente la carta bianca [242]). Segnatura: [*10; a–l10 m12 n-r10 s6 t–x10 y z A8 B-E10 F12+2 (-ultima bianca)]. Testo in carattere romano (110R2) su 41 linee. Restauro al margine inferiore della prima carta altrimenti ottimo esemplare. Legatura cinquecentesca in pergamena floscia, titolo manoscritto al piatto anteriore, piccole rotture, sguardie rimontate moderne. Nota di possesso cinquecentesca alla prima carta ‘Josephi Hieronymus Sementius...; numerazione dei capitoli e alcune note dell’epoca alle carte. Rarissima prima edizione del primo compendio di tradizione mitologica, l’opera più erudita redatta da Boccaccio e concepita come un’enciclopedia di mitologia classica finalizzata a tratteggiare la genealogia delle divinità pagane e illuminarne il significato morale. Particolarmente apprezzato dagli studiosi umanisti si rivelò l’appendice dell’opera, a cui Boccaccio affidò la difesa della letteratura pagana e della poesia, testimoni della perpetua verità del mito, caratterizzato dall’intrinseco valore morale dell’invenzione poetica. Nella presente edizione apppaiono per la prima volta delle citazioni di Omero, tratte dalla traduzione dell’Iliade redatta da Leonzio Pilato. L’opera godette di grande successo durante il Rinascimento poiché rappresentò per molto tempo la fonte più acces4

sibile per acquisire le nozioni di mitologia. L’esemplare in vendita appartiene alla tiratura che a carta [11] reca l’incipit nella lezione: ‘Genealogie deorum gentilium Ioannis boccatii de certaldo ad Vgone inclytum Hierusalem & cypri regem. Eiusdem libri proheminm’. HC 3315*; GW 4475 (+ Accurti (1936) p.84); BMC V, 162; IGI 1796; Goff B-749. € 25000 - 40000

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2. Piccolomini Aeneas Sylvius (Papa Pius II) Epistolae in Pontificatu editae. Milano: Antonio Zarotto, 25 maggio 1473. In folio (mm 280x200). Carte [184], incluse la prima e l’ultima bianca. Segnatura: [a–f10 g4 h–p10 q12 r10 s14 ✽4 (il fascicolo ✽ è inserito erroneamente dopo la prima carta bianca]. Testo in carattere romano (111R) su 32 linee. Ottimo esemplare con ampi margini. Legatura moderna in pelle, piatti della legatura originale applicati. A carta ✽1r due timbri in inchiostro di antica collezione con monogramma ‘SMMB’. Rarissima editio princeps, stampata a Milano da Antonio Zarotto per Marco Roma delle Epistolae dell’umanista Enea Silvio Piccolomini, pontefice dal 1458 con il nome di Pio II. L’opera accoglie la celebre lettera indirizzata a Maometto II, con la quale il papa invitò il sultano a convertirsi al Cristianesimo, tentando di porre rimedio alla fine dell’ultimo Impero cristiano in Oriente, decretata dalla conquista turca della Sinope e della Trebisonda avvenuta nell’autunno del 1461. “Questo episodio costituisce un unicum nella storia delle relazioni fra l’Occidente e il mondo musulmano nel Medioevo e Rinascimento [...] nella lettera a Maometto II si trovano tutti i pregi (adeguata informazione politica, chiarezza concettuale, fiducia nelle razionalità contrapposta al fideismo islamico), ma anche tutte le limitazioni (ignoranza linguistica, informazione dottrinale di seconda mano, interpretazione frettolosa e superficiale delle credenze altrui) 6

che avevano caratterizzato ottocento anni di relazioni fra Cristiani e Musulmani”. (D’Ascia. Il Corano e la tiaria. pp.1314). L’esemplare posseduto dalla British Library presenta lo stesso errore nella legatura del fascicolo ✽. H 168*; GW M33684; IGI 7787; BMC VI, 709; Goff P-724; D’Ascia Luca. Il Corano e la tiara: l’epistola a Maometto II di Enea Piccolomini. Bologna, Pendragon, 2001. Il lotto viene venduto provvisto di licenza d’esportazione. THE LOT IS OFFERED WITH A VALID EXPORT LICENCE. € 3500 - 6000

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3. Bonisoli Ognibene Commentum in Ciceronis Oratorem (preceduto da:) De Laudibus eloquentiae. Vicenza: [Johannes de Reno], 1476. In-folio (mm 284x197). Carte [176]. Segnatura: a6 b-c10 d-e8 f6 g10 h-i8 k6 l8 m6 n-q8 r6 f6 ff6 s6; s-t8 u10. Testo in carattere romano (97R) su una colonna di 44 linee. Alla c. a2r iniziale miniata con corpo della lettera in blu e oro e decorazioni a grafismi in inchiostro blu, rosso e marrone. Alla c. b1r grande iniziale decorata con corpo della lettera in blu e marrone ornata da grafismi a penna in rosso e, all’interno, dal disegno stilizzato di un volto in inchiostro blu, rosso e marrone scuro. Iniziali dipinte in rosso nel testo; maiuscole toccate in inchiostro rosso in tutto il volume. Esemplare in buono stato di conservazione, la prima carta rinforzata al recto; macchia di inchiostro rosso alla c. s1v. Legatura settecentesca in vitello nocciola; dorso con titolo e decorazioni in oro e, al piede, il nome di uno dei possessori ‘Brunck’; tagli rossi, sguardie in carta a pettine, segnalibro in seta verde. Nota di possesso manoscritta, probabilmente del XVII secolo al verso della prima carta, ‘Ex libris C. vercellum’. Antica segnatura manoscritta al recto della seconda carta, ‘Coll. Dol. 800 Jesu Cat. inscr.’. Proveniente dalla biblioteca del classicista Richard F. Ph. Brunck (1729-1803).

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Prima rara edizione del commento al De oratore di Cicerone dell’umanista Ognibene Bonisoli da Lonigo, che testimonia l’interesse quattrocentesco per la classicità aurea, all’interno della quale l’Arpinate è considerato tra i sommi maestri di stile ed eloquenza. Alla sua scuola si formarono – tra gli altri – Niccolò Leoniceno e il Platina. Esperto di metrica e di prosodia, tradusse e commentò anche Persio, Giovenale, Lucano oltre ad essere uno dei primissimi traduttori delle Favole di Esopo. HC 10030* = HR 10030; GW M27813; BMC VII, 1041; IGI 7000; Goff L-171. Il lotto è in temporanea importazione. THE LOT IS OFFERED WITH A VALID EXPORT LICENCE. € 3000 - 5000

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4. Bruni Leonardo Historiae Florentini populi (trad. Donato Acciaiuoli). Venezia: Jacobus Rubeus, 12 febbraio 1476. In-folio (mm 312x218). Carte [217] (di 218, manca la prima carta bianca). Segnatura: a-k10 (-a1, bianca) kk6 l-p10 q12 r-x10. Testo in carattere romano (110R) su 41 linee. Spazi bianchi per capitali, con letterine guida. Fioriture e alcune macchie, uniformente brunita la carta a2; rifilato il margine esterno bianco della carta p7. Legatura in pergamena antica, titolo calligrafico al dorso liscio. Tagli azzurri. Annotazioni marginali di due diverse antiche mani. Edizione originale della versione italiana di Donato Acciaiuoli del celebre trattato dell’umanista Leonardo Bruni, cancelliere alla corte papale e a Firenze, noto anche come traduttore dal greco di Platone e di Aristotele. La sua opera piu importante è proprio la Historia florentina, la prima storia di Firenze a basarsi su un accurato esame critico delle fonti. Divisa in dodici libri, la redazione fu avviata nel 1414, per concludersi nel 1440, con il Commentario degli avvenimenti del suo tempo (Rerum suo tempore gestarum commentarius). Fine dell’autore è esaltare la libertà di Firenze e affermare il suo ruolo egemonico in Italia, rivolgendo l’attenzione più alla costituzione interna e alle vicende civili, che non alle imprese militari, con una profondità e un senso critico insoliti nelle cronache del tempo. HC 1562*; GW 5612; IGI 2202; BMC V 215; Goff B, 1247; Moreni, II, 162-163. € 2500 - 5000 10

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5. Torquemada Juan (de) Quaestiones Evangeliorum de tempore et de sanctis. [Roma:] Johannes Schurener, 30 aprile 1477. In folio (mm 285x214). Carte [238] (di 240, mancano la prima e l’ultima, entrambe bianche). Segnatura: [a-o10 (-a1, bianca), p8, q-z10, rum12 (-rum12, bianca)]. Testo in carattere romano (101R) su 39 linee, registro stampato su 4 colonne. Grande bordura miniata con 8 stemmi entro decorazione a racemi a carta [a2]r, esemplare rubricato in rosso e blu. La carta con la bordura con restauri, evidenti tracce di sporco, colori sbiaditi. Restauri ai margini interni di qualche carta. Legatura ottocentesca in pergamena su cartone, titoli in oro su tassello più recente al dorso. Nota di possesso coeva a carta [a2]: ‘Societatis Iesu Traiecti’; al contropiatto anteriore applicato ex libris ‘Ex Bibliothecae sub Signum Quercus’.

Prima rara edizione di quest’opera e una delle ultime due edizioni prodotte dalla stamperia romana di Johann Schurener – originario di Boppard presso Magonza – la cui attività rientra in un arco di tempo che va dal 1474 al 1477. Le opere del cardinale Juan de Torquemada – zio del noto inquisitore Tomás de Torquemada –, godettero, per tutto il Quattrocento, di un successo considerevole, essendo l’autore una della figure di spicco della politica ecclesiastica della metà del XV secolo. Torquemada partecipò infatti, come rappresentante dell’ordine domenicano e del re di Castiglia, al Concilio di Basilea dove sostenne la posizione di papa Eugenio IV. Eletto cardinale nel 1439 svolse la sua attività prevalentemente al servizio della curia romana. La sua attività letteraria è caratterizzata soprattutto da trattati polemici, sermoni e esegesi biblica di cui le Quaestiones evangeliorum sono un tipico esempio. GW M48292; BMC IV, 58; IGI 9887; Goff T-544. Il lotto viene venduto provvisto di licenza d’esportazione. THE LOT IS OFFERED WITH A VALID EXPORT LICENCE. € 3000 - 5000

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6. Torquemada Juan (de) Expositio super toto Psalterio. Mainz: Peter Schöffer, 4 aprile 1478. In folio (mm 272x200). Carte [196] (di 198, mancano la prima e l’ultima carta entrambe bianche). Segnatura: [a12 (-a1, bianca) b–s10 t–v8 (-v8 bianca)]. Testo in caratteri (234) e (118) su 31 linee, colophon con stemma xilografico impressi in rosso. Esemplare rubricato, iniziali in rosso e blu. Restauro al margine interno delle prime due carte, tre fori di tarlo al margine esterno del primo fascicolo, macchia d’inchiostro con perforazione della carta al margine esterno di 4 carte, altrimenti ottimo esemplare. Legatura moderna in pelle su assi di legno, piatti della legatura originale applicati con fermagli per bindelle. Nota di possesso dell’epoca in principio d’opera ‘Ex Brombac. Biblioth.’; note manoscritte di mano coeva alle prime due carte. Rara seconda edizione di questo fondamentale testo dell’oratoria sacra quattrocentesca, stampata a Mainz dal prototipografo tedesco Peter Schöffer, collaboratore di Johannes Gutenberg. Insieme stamparono il primo libro a caratteri mobili - la Bibbia delle 42 linee - tra il 1453 e il 1455. Gutenberg era socio dell’orafo Johannes Fust ed aveva ricevuto i finanziamenti per la stampa di 180 copie del libro, durata tre anni. Fust citò in giudizio Gutenberg, perché a suo dire la stampa si era prolungata per troppo tempo, impedendogli di rientrare dal capitale 12

investito. Nel 1455 Schöffer testimoniò in tribunale a favore di Johann Fust contro Gutenberg e due anni dopo Schöffer e Fust costituirono una loro stamperia che fu poi continuata dal solo Schöffer a partire dal 1467. H 15701*; GW M48206; BMC I, 34; Goff T-524. € 4000 - 6000

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7. Thoma Aquinas Summa contra gentiles, sive De veritate Catholicae fidei [ed. Petrus Cantianus]. Venezia: Nicolas Jenson, 13 giugno 1480. In folio (mm 275x200). Carte [190] (di 194, mancano le prime quattro carte di indice sostituite in facsimile). Segnatura: a4 (mancante) b10 c–y8 z10 �10. Testo in caratteri gotici (150G, 84G) su su due colonne di 55 linee. Grande iniziale miniata e decorata in rosso, verde e blu su 10 linee da cui si diparte una decorazione geometrica che incornicia il testo al margine interno, superiore e inferiore; altre 3 iniziali miniate su 5 linee alle carte e4r, k7v e t2r; esemplare rubricato in rosso e blu. Rinforzo e restauro al margine inferiore delle carte b e b2 con ampio reintegro della bordura miniata, Fori di tarlo alle prime e ultime carte che talora toccano il testo, lieve gora al margine esterno delle carte, macchie al fascicolo p. Legatura moderna in pelle con fregi a secco. Alcune note marginali e maniculae coeve al testo. Rara edizione della prima sintesi del pensiero teologico di Tommaso d’Aquino, redatta su richiesta del maestro generale dei domenicani Raimondo di Peñafort, che si rivolse al già considerato ‘massimo chierico del mondo’ affinchè elaborasse un’opera di condanna degli errori degli infedeli.

Questa finalità viene rilevata dall’autore stesso nel secondo capitolo del primo libro dell’opera, dove afferma che il suo proposito è quello di manifestare la verità professata dalla fede cattolica, eliminando gli errori che gli sono contrari: egli dunque connette “strettamente l’esposizione della verità e la confutazione dell’errore” (Vanni Rovighi, Introduzione a Tomamso D’Aquino, p. 26). La redazione dell’opera (1258-1264), originariamente intitolata Liber de Veritate Catholicae Fidei contra errores infidelium, si colloca nel periodo in cui il cristianesimo necessitava di arginare l’islam, da una parte geograficamente sul piano missionario, dall’altra culturalmente, essendo quest’ultima mediatrice della scienza e della filosofia greca. Nonostante questo presupposto il trattato “supera di gran lunga i limiti di un manuale missionario, sia per la vastità dell’oggetto, sia per la tecnica dell’argomentazione. Si tratta di un’opera che esige dei lettori di stampo universitario” (Danna. Percorsi dell’intelligenza, p. 70). L’opera si compone di quattro libri: i primi tre trattano le verità a cui l’uomo può accedere con la ragione, mentre l’ultimo è dedicato alle verità accessibili solo con la fede.HC 1389*; GW M46568; BMC V, 181; IGI 9571; Goff T-193; Vanni Rovighi, Sofia. Introduzione a Tommaso D’Aquino. Bari, Laterza, 1981; Danna Valter. Percorsi dell’intelligenza. Un viaggio nella filosofia con Bernard Lonergan. Cantalupa, Effatà, 2003 € 1300 - 2000

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8. Diogenes Laertius Libro della vita dei filosofi e delle loro elegantissime sentenzie. Venezia: Bernardino Celeri, 9 dicembre 1480. In-4° (mm 200x130). Carte [72]. Segnatura: a-i8. Testo in carattere romano (R112) su 26 linee. Capolettera in inchiostro blu al recto della carta a2, al margine inferiore della medesima carta stemma miniato entro ghirlanda di lauro legata alla base con nastro incrociato rosa e blu e impreziosita da piccoli soli dorati. Lievi tracce di sporco più evidenti alle ultime tre carte e minime fioriture ma buon esemplare. Legatura ottocentesca in vitello biondo, piatti decorati da triplice filetto impresso a secco, al centro stemma nobiliare impresso in oro raffigurante un cervo entro tondo coronato, dorso a cinque nervi rimontato con titolo impresso a secco su tassello in pelle; tagli spruzzati di rosso. Nota di possesso manoscritta alla carta a2r attestante l’appartenenza del volume a Paolo Benvincenti, che ne annota la data di acquisto, 1604, e il prezzo ai margini della miniatura al margine inferiore; 14

altra nota dello stesso possessore al recto della prima carta: ‘Est mei Pauli benciventi: legi enim et non f[...] ari desidero’ e, di seguito, iscrizione di differente mano: ‘Questo libro è di Lorenzo di Valerio Santeri’. Al verso della carta i8 è ripetuta l’iscrizione del Benvincenti, seguita da una nota datata 1636. Antica paginazione manoscritta, maniculae e note marginali. Prima edizione in traduzione italiana e terza assoluta di questa opera, che costituisce la più completa storia della filosofia antica, dalle origini fino al neoplatonismo. La prima edizione delle Vite venne impressa in latino intorno 1472 da Georg Lauer, mentre solo nel 1533 apparve, per i tipi di Johann Froben e Nikolaus Episcopius, l’editio princeps nella lingua originale greca. L’opera venne ristampata ben cinque volte nell’arco del XV secolo, a testimonianza della grande fortuna di un testo che ben rispondeva alla visione umanistica della filosofia. H 6206*; GW 8385; BMC V, 299; IGI 3465; Goff D-229. € 3500 - 5000

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(Incunabolo, Religione, Patristica) 9. Orosius Paulus Historiae adversos Paganos [ed. Aeneas Vulpes]. [Vicenza]: Leonardus Achates de Basilea, [1482]. In-folio (mm 292x199). Carte [106]. Segnatura: a-m8 n10. Minime macchie marginali a poche carte e una più visibile all’ultima carta altrimenti ottimo esemplare. Legatura ottocentesca in pergamena, dorso moderno in pelle. Ex libris ‘Estelle Doheny’ al contropiatto anteriore. Non comune edizione vicentina, data alle stampe dal prototipografo svizzero Leonardus Achates, di questo fortunato testo, una dei più letti dall’età tardoantica in poi, nonchè modello storiografico privilegiato della successiva trattatistica su Roma e i suoi rapporti con la comunità cristiana. Questa apologia del cristianesimo, che descrive la storia umana dalla creazione del mondo sino al 417 d.C., venne redatta da Paolo Oròsio, scrittore nato in Portogallo e vissuto a cavallo tra il IV e il V secolo, la cui preparazione

teologica venne arricchita dalla permanenza in Palestina (415 d.C.), durante la quale affiancò S. Girolamo. Partecipò al Concilio di Gerusalemme, ma, accusato di pelagianesimo dal vescovo di quella città, dopo aver risposto con il Liber apologeticum pelagianos, tornò in patria, dal suo maestro, Sant’Agostino. Proprio il Dottore della Chiesa indusse Oròsio a scrivere le Historiae, la sua opera maggiore, dedicata a una polemica contro i pagani, “che non è una polemica dottrinale contro questa o quella filosofia della Storia, ma contro un modo popolare e diffuso di avvertire i fatti storici di per sé pagano a prescindere da ogni mediazione culturale specifica” (Fabbrini, Paolo Orosio uno storico, p. 87). La direttrice stessa dell’opera venne fornita da sant’Agostino: nonostante al suo ritorno Gerusalemme, il De Civitate Dei fosse espletato solo a metà, i concetti alla base dell’opera, già ben definiti, impressionarono Oròsio guidandolo nella stesura della sua narrazione. HC 12100*; GW M28419; BMC VII 1032; IGI 7035; Goff O-99; Fabbrini, Fabrizio. Paolo Orosio uno storico. Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1979 € 2000 - 3000

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10. Cicero Marcus Tullius Orationes. Venezia: Giovanni e Gregorio de’ Gregori, 1483. In folio (mm ). Carte 252. Segnatura: [*]2; a-l8 m6 mm8 nn6 n-x8 y6 A-H8. Testo in carattere romano (111R) su 55 linee. A carta a1r iniziale miniata su nove linee con decorazioni a racemi nei margini. In basso stemma miniato non identificato parzialmente rifilato. Iniziali filigranate lungo il testo. Decorazioni di carta a1r parzialmente rifilate, ampia gora alle carte. Legatura settecentesca in pergamena su cartone, titoli su doppio tassello al dorso, tagli spruzzati rossi. Qualche 16

manicula lungo il testo; al contropiatto anteriore nota di possesso settecentesca ‘Ex Libris Joannis Baptistae Innocentii Passaggio’; al contropiatto posteriore applicato ex libris ‘Ex Bibliotheca sub signum Quercus’. Oltre alle orazioni già presenti nell’edizione del Girardengus del 1480, l’opera contiene le Verrine, le Filippiche e le frammentarie Pro Fonteio e Pro Roscio. HC 5125*; BMC V, 340; GW 6763; IGI 2930; Goff Suppl. C545a. Il lotto viene venduto provvisto di licenza d’esportazione. THE LOT IS OFFERED WITH A VALID EXPORT LICENCE. € 3000 - 5000

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11. Eusebius Caesariensis Chronicon (Trad. Hieronymus). Venezia: Erhard Ratdolt, 13 settembre 1483. In-4° (mm212x154). Carte [182], bianche le carta *1, a1 e x10. Segnatura: [*12]; a8; b-v8 x10. Testo in caratteri romani e gotici (91R) e (76G), principalmente su 41 linee, stampato in rosso e nero. Un foro di tarlo al margine interno di alcune carte, lievi fioriture ma buon esemplare genuino. Legatura coeva in pergamena su cartone, titolo manoscritto al dorso a tre nervi. Nota di possesso cassata a carta *2r, altra nota sbiadita e di difficile lettura a carta a2r. Seconda edizione - la prima con le aggiunte di Matteo Palmieri di Pisa fino al 1481 - del più importante compendio cronologico dell’antichità. Fra le aggiunte del Palmieri, a carta v3v è annoverato all’anno 1457 Johann Gutenberg con la citazione dell’invenzione della stampa datata al 1440. HC (+Add) 6717*; GW 9433; BMC V, 287; IGI 3753; Goff E-117. € 3000 - 5000

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12. Gratianus Decretum (comm. Bartholomaeus Brixiensis).. Venezia: Bernardino Stagnino, 9 agosto 1487. In folio (mm 418x285). Carte 281 (di 282, manca la prima carta bianca). Segnatura: a-e8 (-a1 bianca) f10 g-i8 k10 l-q8 r10 s-z [cum] [rum] A-H8 I6 K6. Testo in caratteri gotici (93G; 78G) su due colonne. A carta a2r bellissima miniatura su fondo oro goffrato raffigurante Dio Padre in trono fra le personificazioni della Legge Ecclesiastica e della Legge Civile, circondati da un papa, un cardinale, un re e Graziano. Dalla bordura verde e azzurra della miniatura si dipartono delle decorazioni miniate a fogliami e racemi. Nella stessa carta tre iniziali miniate. Esemplare rubricato in rosso e blu. Alcune gore marginali, minime fioriture alle carte ma ottimo esemplare. Legatura coeva in pelle di scrofa su assi di legno decorata a secco. Bindelle conservate, un fermaglio mancante, restauri al dorso. Al contropiatto anteriore note manoscritte coeve e antica segnatura ‘Q.10’; applicato ex libris ‘Ex Bibliothecae sub signum Quercus’. Rara edizione di questa opera fondamentale, la Concordantia discordantium canonum, ovvero il trattato fondante il diritto canonico, composto dal giurista italiano Graziano tra il 1139 e il 1142. “Il Decreto di Graziano non è una semplice raccolta di canoni e di decreti; si pone piuttosto come sintesi che avvia una nuova epoca nella storia del diritto canonico: affermando la tendenza di una conver18

genza canonista da/e verso Roma, fa del diritto canonico una scienza autonoma” (Vacca, Prima sedes a nemine iudicatur, p. 249). Nonostante la Concordantia non fosse stata stilata dietro incarico pontificio, bensì fosse uno scritto privato, venne subito utilizzata come manuale di diritto nelle scuole di arti liberali di tutta l’Europa cristiana, e contemporaneamente applicato nei tribunali ecclesiastici. Il titolo di quest’opera monumentale esplicita la finalità del lavoro di Graziano, ovvero il proposito di conciliare le apparenti contraddizioni delle leggi canoniche, riportando a un ordine sistematico la sterminata normativa elaborata nei secoli precedenti, e che, poggiando ora sulle Sacre Scritture, ora sugli Scritti dei Padri della Chiesa, adottava soluzioni diverse – e talora opposte – nei singoli casi. La portata della separazione del diritto canonico dalla scienza sacra e la sua collocazione sullo stesso piano della giuridicità dello ius civile, è ricordata anche dal Divin Poeta, che cita Graziano nella terza cantica della sua Commedia: “L’un e l’altro foro aiutò sì che piace in paradiso” (Dante, Paradiso X, 104-105). Il Decretum Gratiani andrà a costituire la pietra angolare del Corpus Iuris Canonici. HC (+Add) 2813*; GW M10959; BMC V, 364; IGI 5071; Goff J-204; Vacca Salvatore. Prima sedes a nemine iudicatur, genesi e sviluppo storico dell’assioma fino al decreto di Graziano. Roma, Pontificia università gregoriana, 1993. Il lotto viene venduto provvisto di licenza d’esportazione. THE LOT IS OFFERED WITH A VALID EXPORT LICENCE. € 12000 - 18000

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(Incunabolo, Classici) 13. Apuleius Opera (ed. Johannes Andreas, vescovo di Aleria). Vicenza: Henricus de Sancto Ursio, Zeno (Rigo di ca’ Zeno), 9 agosto 1488. In-folio (mm 284x211). Carte [176] (di 178, mancano la prima e l’ultima carta, bianche). Segnatura: A6 (-A1), a8 b6 c8 d6 e8 f6 g8 h6 i8 k6 l8 m6 n-o8 p6 q8 r6 s8 t6 u8 x-z6 &6 cum6 (-cum1). Testo in carattere romano (9: 113R) su una colonna di 38 linee. Marca tipografica incisa su legno al colophon. Spazi bianchi per capitali, con letterine guida. Esemplare in buono stato di conservazione, alcune gore alle prime carte, piccoli restauri agli angoli inferiori degli ultimi quaderni, senza perdita di testo. Alcune carte rinforzate lungo il margine interno, l’ultima carta del registro rimarginata. Legatura settecentesca in mezza pelle con dorso decorato da ferri dorati. Marginalia di mano coeva in inchiostro marrone, verde e rosso nel testo. Ex libris ottocenteschi dei collezionisti Charles Butler e del celebre ritrattista e illustratore americano W.T. Smedley (1858-1929); un’antica nota di possesso manoscritta parzialmente nascosta dagli ex libris. Rara e ricercata seconda edizione assoluta di questa importante silloge, comprendente l’Opera omnia di Apuleio, che segue fedelmente, nell’articolazione interna, la celebre princeps impressa a Roma da Sweynheym e Pannartz 20

nel 1469. La raccolta comprende, oltre alle Metamorphoses - o Asinus aureus - di Apuleius, anche l’Asclepius di Ermete Trismegisto, l’unica opera filosofico-ermetica conosciuta nell’Occidente medievale e probabilmente tradotta dal greco dallo stesso Apuleio, nonché l’Epitome di Albino, diffusa introduzione alla filosofia platonica. HC 1316; GW 2302; BMC VII, 1047; IGI 770; Goff A-935. Il lotto è in temporanea importazione. THE LOT IS OFFERED WITH A VALID EXPORT LICENCE. € 5000 - 10000

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14. Johannes Climacus (santo) Scala paradisi. Sermo ad pastorem [italiano]. Venezia: [Bernardinus Benalius] e Matteo Capcasa, 8 giugno 1491. In-4° (mm 220x158).Carte [143] (di 144, manca l’ultima carta bianca). Segnatura: a-s8 (-s8 bianca). Testo in carattere romano (R110) su 32 linee. Xilografia al frontespizio e altra a carta a2v. Capilettera manoscritti in rosso, capitali lungo il testo rialzate in giallo. Minime macchie e bruniture al frontespizio, lievi tracce di sporco marginali a qualche carta ma ottimo esemplare, con i margini inferiori di qualche fascicolo ancora in barbe. Legatura novecentesca firmata Riviere in marocchino marrone, titolo in oro al dorso, fregi in oro alle unghiature, tagli dorati. Prove di penna e nota di possesso alla prima carta ‘Pertinet ad Conventu Sancti Joannij Amerie?’; altra nota a carta k1r ‘Molti sirriano queli li quali che lassarino il mondo se no[n] a[n]no libro propii beni in gran...’ Rarissima seconda edizione dei Sermoni di Johannes Climacus, impreziosita dai legni raffiguranti l’Annunciazione e la Deposizione nel sepolcro. Sole tre copie censite nelle biblioteche americane. Esemplare già in asta Sotheby’s (Londra, 15 maggio 1939 aggiudicato a 6£). HCR 5468; GW M13406; BMC V, 373: “Although this book is signed by Capcasa only, an entry in his will show it to have been one of the books printed by him and Benalius jointly”; IGI 5215; Goff J-309; Essling, 565; Sander, 2018. € 3500 - 5000 22

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15. Bernardus Claraevallensis, santo Modus bene vivendi in christianam religionem [Italiano]. Sermoni necessarii al ben vivere. Firenze: Lorenzo Morgiani e Johannes Petri, per Piero Pacini, 27 gennaio 1495/96. In-4° (mm 201x134). Carte [4], 120. Segnatura: [*]4; a-i K l-p8. Testo in carattere romano (111R) su 30 linee. Una grande xilografia alla prima carta, capilettera xilografici lungo il testo, tre marche tipografiche incise in legno al colophon. Qualche lieve fioritura più evidente all’ultimo fascicolo, piccola lacuna all’angolo superiore di carta I8 con perdita parziale della numerazione ma buon esemplare. Legatura settecentesca in pergamena su cartone, titolo in oro al dorso, tagli azzurri. Due antichi timbri in inchiostro alla prima carta; al contropiatto anteriore collocazione manoscritta ‘E.2’.

Rara e ricercata prima edizione datata e, probabilmente, prima edizione in assoluto di questa anonima traduzione in volgare dei Sermoni dell’ultimo Padre della Chiesa, illustrata al frontespizio da una splendida xilografia (mm 77x110) che rappresenta San Bernardo, accompagnato da altri tre monaci, nell’atto di offrire a delle suore un libro. La scena si svolge fra due edifici monastici in primo piano mentre, sullo sfondo, si intravede una collina con una piccola cappella: il luogo rappresenta sicuramente Clairvaux. H 2898; GW 4053; BMC VI, 683: “As 1496 appears to be otherwise the earliest date connected with the appearance of Pacini’s devices, Proctor (no. 6359) was probably correct in assigning this book to 1495/6”; IGI 1544; Goff B-418; Sander, 956 e n.551; Kristeller, Early Florentine Woodcuts, 56. € 3000 - 5000

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16. Scriptores Rei Rusticae. Reggio Emilia: Dionigi Bertocchi, 18 settembre 1496. In-folio (mm 305x204). Carte [272]. Segnatura: aa6, a6, b– i8, k4, l–y8, z4, &6, cum8, rum8, A–K6, L4, M6. Testo in carattere romano (13:110R; 19:109R; 14:87R) su 41 linee. Al recto dell’ultima carta marca tipografica incisa su legno. Numerose iniziali ornate silografiche, per lo più su fondo nero; alcune iniziali su 8-9 linee; spazi bianchi per capitali, con letterine guida. Prima carta con evidenti segni di sporco e restaurata al margine interno con perdita di alcune lettere restituite manoscritte, altrimenti buon esemplare. Legatura in pergamena di inizio novecento, tagli rossi. Nota di possesso manoscritta al verso dell’ultima carta ‘Iste liber est Iacobi Brunelli emptus... 21 decembri 1522’. Quarta edizione della celebre silloge dedicata alla res rustica, fonte indispensabile per la conoscenza dell’agricoltura dell’età romana. Apparsa per la prima volta nel 1472 a Venezia presso Nicolaus Jenson, il volume proposto da Dionigi Bertocchi segue – nella scelta dei testi e dei commentari, dovuti a importanti umanisti quali Pomponio Leto, Filippo Beroaldo, Giorgio Merula e Antonio Urceo Codro – l’edizione bolognese data alle stampe nel 1494 da Benedetto Faelli. Il volume comprende quindi il De agricoltura di Marco Porzio Catone, le Res rusticae di Marco Terenzio Varrone, i dieci libri del De re rustica di Columella, e infine l’Opus agriculturae di Rutilius Taurus Palladius, il cui testo fu curato dal meno noto Franciscus Colucia, correttore presso l’officina di Jenson. L’o24

pera contiene, tra l’altro, importanti passi sulla viticoltura e sulla vinificazione. Si tratta del primo libro impresso a Reggio Emilia dal Bertocchi, che tra il 1481 e il 1500 divise la sua attività tra Vicenza, Treviso, Venezia, Bologna, Reggio Emilia e infine Modena. HC 14569*; GW M41055; BMC VII 1090; IGI 8856; Goff S-349; Bibl. Bacchica, 44. Il lotto viene venduto provvisto di licenza d’esportazione. THE LOT IS OFFERED WITH A VALID EXPORT LICENCE. € 3000 - 5000

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17. Cicero Marcus Tullius De officiis. De amicitia. De senectute. Paradoxa [comm. Petrus Marsius, Omnibonus Leonicenus, Martinus Phileticus]. [Venezia: Filippo Pincio], 3 marzo 1496. In-folio (mm 290x200). Carte 158. Segnatura: a-t8 u6. Testo in caratteri romani (100R; commento 81R) su 63 linee. Capilettera xilografici. Fori di tarlo ai primi fascicoli, lavoro di tarlo ai margini inferiori di alcuni fascicoli centrali che talora tocca il testo, bruniture e macchie. Legatura moderna in pergamena, titolo calligrafato al dorso. Nota di possesso ‘Jo Marius Caraccioli’ alla prima carta, altre note, sottolineature e maniculae lungo il testo. Non comune edizione con i commenti di Ognibene, Pietro Marso e Martino Filetico. HC 5280; GW 6966; BMC V, 497; IGI 2919; Goff C-610. € 1500 - 2500

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18. Foresti Giacomo Filippo De claris mulieribus [ed. Albertus de Placentia e Augustinus de Casali Maiori]. Ferrara: Laurentius de Rubeis, de Valentia, 29 Aprile 1497. In-folio (mm 300x200). 175 carte (di 176, sostituita in facsimile la carta A1 contenente il frontespizio e, al verso, una xilografia a piena pagina raffigurante l’Autore in atto di presentare il volume a Isabella d’Aragona). Segnatura: A4 (-A) a-e8 f6 g-p8 q6 r8 s6 t8 v6 x8 y6 z6. Testo in caratteri gotici (105G; 81G). Una xilografia a piena pagina raffigurante otto scene della vita della Vergine, entro bordura xilografica, a c. a1v, bordura xilografica a c. a2r e 56 xilografie nel testo, alcune ripetute più volte per un totale di 172, raffiguranti ritratti di donne celebri. Margini delle carte ossidati dall’inchiostro utilizzato per colorare i tagli, qualche foro e piccoli lavori di tarlo ad alcune carte che raramente toccano il testo, alcune carte rifilate con parziale perdita della cartulazione. Legatura coeva rimontata in mezza pelle di scrofa su assi di legno, restauri al dorso, fori di tarlo ai piatti. Al contropiatto anteriore note manoscritte. Prima edizione di questa galleria di ritratti femminili magnificamente illustrata, redatta dal frate agostiniano Jacopo Filippo Foresti, meglio conosciuto come il Bergomense. L’opera venne concepita con lo scopo di fornire alle dame dell’epoca i modelli di donne virtuose da 26

imitare e i profili scellerati da rifuggire, tratti dall’arco temporale compreso tra la creazione e i tempi in cui visse l’autore. Nonostante l’esplicita ripresa del De claris mulieribus di Giovanni Boccaccio, stampato per la prima volta a Ulm nel 1473, le biografie del Foresti “hanno qualcosa di nuovo che mancava e che in fondo non interessava a Boccaccio: l’indicazione degli anni del mondo in cui si svolgono le vicende narrate e la loro contestualizzazione storica” (Collina Beatrice. L’esemplarità delle donne illustri Fra Umanesimo e Controriforma, p.113). Questa raffinata edizione, è da considerarsi “un des plus beaux livres illustrés du XVe siècle” (Sander, 915), per l’apparato silografico a corredo del testo, composto da 172 illustrazioni di donne celebri, tra le quali spiccano quelle dedicate alle dame italiane contemporanee al Foresti in quanto rappresentano il primo tentativo nella storia delle arti grafiche di realizzare un ritratto dal vivo, non idealizzato. In queste preziose incisioni possiamo riconoscere Bianca Maria Sforza, Caterina Sforza contessa di Forlì, Eleonora d’Aragona, Ginevra Sforza, Danisella Trivulzia e Cassandra Fedele. HC *2813; GW BMC VI, 613; IGI 5071; Hind II, pp. 510-12; Sander, 915; Goff J-204; Proctor, 5762; Collina Beatrice. L’esemplarità delle donne illustri Fra Umanesimo e Controriforma in Zarri Gabriella (a cura di), Donna, disciplina,creanza cristiana dal XV al XVII secolo: studi e testi a stampa. Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1996. € 8000 - 12000

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(Incunabolo, Illustrati) 19. Colonna Francesco Hypnerotomachia Poliphili. Venezia: Aldo Manuzio, dicembre 1499. In folio (mm 266x185). Carte [228] (di 234, mancano il primo fascicolo non segnato, carta a1 e l’ultima carta con l’errata). Segnatura: [¶]4 (mancante), a-y8 (-a1) z10 A-E8 F4 (-F4). Testo in caratteri romani e greci (115R, 114Gk e 82R) su 39 linee. Con due grandi e 37 piccole iniziali xilografiche che in successione formano il celebre acrostico ‘Poliam frater Franciscus Columna peramavit’ e illustrato da 172 legni, di cui 11 a piena pagina, probabilmente attribuibili alla cerchia del miniatore padovano Benedetto Bordon, molte delle quali in parziale coloritura dell’epoca. La tavola del Sacrificio con il fallo intatto. Esemplare rifilato, evidente brunitura e restauri marginali alla carte a2, a3 e F3, gora ai fascicoli E-F, altre piccole gore e fioriture ad alcune carte. Legatura ottocentesca in pergamena su cartone, titolo in oro su tassello al dorso. Numerose note di mano cinquecentesca alle carte, la quasi totalità rifilate, sottolineature, maniculae e correzioni della stessa mano lungo il testo; al contropiatto anteriore applicato ex libris ‘ Ex Bibliothecae sub Signum Quercus’. Prima edizione del Sogno di Polifilo, considerato il più bel libro illustrato del Rinascimento. L’opera è dedicata dal gentiluomo veronese Leonardo Crasso, che ne finanziò la stampa, a Guidobaldo da Montefeltro, duca di Urbino. Il romanzo allegorico d’amore attribuito al frate domenicano del convento di San Zanipolo Francesco Colonna - identificabile dall’acrostico composto 28

dai 39 capilettera che ornano il testo - è uno dei rari volumi illustrati impresso dai torchi della tipografia aldina. Scritto in un linguaggio ibrido tra italiano e latino, irto di simbolismi, di allusioni erudite e di riferimenti antiquari è un unicum nella carriera dello stampatore veneziano e la sua eccezionalità risiede anche nelle raffinate silografie che adornano il testo. Sull’attribuzione delle illustrazioni a Bordon si veda L. Armstrong, Benedetto Bordon, Aldus Manutius and Lucantonio Giunta,in Aldus Manutius and Renaissance culture, Florence 1998, pp. 161-183). HC 5501*; GW 7223; BMC V 561; IGI 3062; Goff C-767; Sander, 2056; Essling, 1198; Ahmanson-Murphy, 35; Renouard p. 21, n. 5; Laurenziana, n. 36; Marciana, n. 36. € 25000 - 40000

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Kircher e Kircheriana

20. Kircher Athanasius Prodromus Coptus sive Aegyptiacus... Romae: Typis S. Cong. de propag. Fide, 1636. In-4° (mm 233x159). Pagine [24], 338, [2]. Illustrazioni xilografiche nel testo. Lievi bruniture, più evidenti negli ultimi fascicoli ma buon esemplare genuino. Legatura coeva in pergamena floscia, titolo calligrafato in inchiostro al dorso. Prima edizione della prima grammatica copta apparsa in Occidente, presentato nella variante A contraddistinta dallo stemma xilografico del dedicatario Francesco Barberini al frontespizio. Nel 1629 lo scienziato francese Nicolas-Claude Fabri de Peiresc inviò il proprio collaboratore Teofilo Minuti in Oriente per reperire antichità. Minuti non deluse il proprio mentore, riportando dei manoscritti in lingua copta che, nonostante la vasta collezione di codici in quell’idioma custodita in Vaticano, rappresentava una lingua sconosciuta in Europa. Peiresc decise di decifrare i manoscritti avvalendosi di cinque 30

grammatiche e due vocabolari della lingua copta di proprietà dell’orientalista italiano Pietro della Valle, reperiti durante la sua celebre peregrinazione in Oriente durata dodici anni. Inizialmente Peiresc propose la collaborazione con il filologo francese Claudius Salmasius, ma, dato il rifiuto di della Valle di affidare i propri codici a uno studioso protestante, la decifrazione dei testi venne commissionata a Kircher. Questa l’origine del Prodromus, introduzione alla lingua copta in cui Padre Athanasius rileva le affinità strutturali tra il copto e la lingua greca, ma soprattutto l’ascendenza dell’antico egizio dal copto, intuizione che gli permetterà di sviluppare la ricerca di una chiave di lettura dei geroglifici e che costituirà le basi di tutti i trattati successivi sull’argomento: “Quest’opera, è in certe sue parti, il primo manifesto della ricerca egittologica, poichè l’autore vi determina la natura della lingua egiziana antica” (David, Paris, S.E.V.P.E.N, 1965, pp. 43-44). Merrill, 3; Caillet II, 5790; Brunet III, 668; Graesse IV, p. 22; Sommervogel IV, 1047.3. € 2500 - 4000

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21. Kircher Athanasius Prodromus Coptus sive Aegyptiacus... Romae: Typis S. Cong. de propag. Fide, 1636. In-4° (mm 235x165). Pagine [24], 338, [2]. Illustrazioni xilografiche nel testo. Lievi bruniture, strappo restaurabile a carta O4, piccolo lavoro di tarlo marginale a poche carte e un piccolo foro all’ultima carta che tocca il testo ma, nel complesso, un buon esemplare. Legatura coeva in pergamena floscia, nome dell’Autore manoscritto al dorso. Nota di possesso cassata al frontespizio. Stessa edizione del lotto precedente ma nella variante B, contraddistinta dalla marca raffigurante Gesù che manda gli Apostoli a predicare nel mondo, con motto Euntes in universum mundum praedicate evangelium omni creaturae. € 2500 - 4000 Roma, Via Antonio Bertoloni 45 - asta@philobiblon.org - tel / fax +39 06 45555970

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22. Kircher Athanasius Lingua Aegyptiaca restituta opus tripartitum. Quo linguae Coptae sive idiomatis illius primaevi Aegyptiorum Pharaonici, vetustate temporum paene collapsi, ex abstrutis Arabum monumentis, plena instauratio continetur... Romae: Sumptibus Hermanni Scheus. Apud Ludovicum Grignanum, 1643. In-4° (mm 225x157). Carte [4], 33, pagine 34-622, [2]. Mancano le ultime 66 pagine con l’Indice e la carta di errata. Antiporta incisa in rame. Qualche lavoro di tarlo restaurato, ultimi fascicoli parzialmente sciolti, esemplare da studio. Legatura coeva in pergamena su cartone, titoli in oro al dorso.

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Prima e rara edizione della Lingua Aegyptiaca, la seconda opera di Kircher dedicata allo studio della lingua copta, concepita quale sviluppo degli studi accolti nel suo Prodromus coptus, dato alle stampe a Roma nel 1636, e accresciuta di una grammatica copta completa e di un lessico redatto sulla base della traduzione di un manoscritto arabo acquisito dall’orientalista romano Pietro della Valle. La felice intuizione dell’ascendenza dell’antico egizio dal copto confermò il trattato la pietra miliare degli studi copti e la base di tutte le successive ricerche sulla decifrazione dei geroglifici. L’opera dimostra una più profonda e matura conoscenza di Kircher, testimoniata anche dalla ritrattazione della scorretta teoria che il greco derivasse dal copto, precedentemente sviluppata nel suo Prodromus. Merrill, p. xxxiii; Graesse IV, p.21; Sommervogel iv, 1049. € 500 - 1000

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23. Kircher Athanasius Magnes sive De arte magnetica opus tripartitum, quo praeterquam quod universa magnetis natura, eiusque in omnibus artibus & scientijs usus nova methodo explicetur, è viribus quoque & prodigiosis effectibus magneticarum... Coloniae Agrippinae: apud Iodocum Kalcoven, 1643. In-4° (mm 198x152). Pagine [28], 797, [38]. Capilettera xilografici ornati. Illustrato da 30 tavole incise su rame fuori testo. Numerosi diagrammi e illustrazioni incisi su legno nel testo. Carte molto brunite in maniera uniforme. Legatura ottocentesca in pergamena su piatti in cartone, dorso con titolo manoscritto in inchiostro bruno. Nota di possesso cassata al frontespizio. Seconda edizione di uno dei più importanti trattati sul magnetismo e sulle sue applicazioni in molteplici campi, corretta e aumentata dall’Autore a distanza di soli due anni dall’edizione originale, apparsa a Roma nel 1641. Il Magnes rappresenta la seconda opera di Kircher dedicata al magnetismo, e segue il breve trattato stampato a Würzburg nel 1631 con il titolo di Ars Magnesia. L’opera, che attesta per la prima volta l’utilizzo del termine ‘elettro-magnetismo’, riscosse tanto successo da essere riproposta nella presente edizione di Colonia e in una

terza, stampata a Roma nel 1654. “Kircher’s Magnes is filled with curiosities, both profound and frivolous. The work does not deal solely with what modern physicist call magnetism. Kircher discusses, for example, the magnetism of the earth and heavenly bodies; the tides; the attraction and repulsion in animals and plants; and the magnetic attraction of music and love” (Merrill, 4). Di fatto il Magnes rappresenta la prima opera in cui Kircher dimostra la sua capacità di combinare le diverse informazioni in suo possesso, convogliandole in questo affascinante trattato scientifico-simbolico, che ripropone suggestivamente il magnetismo come forza universale, regola di ogni rapporto di vita interattivo. Evangelista Torricelli, in una missiva a Galileo, nonstante le sue riserve sull’attendibilità scientifica delle conclusioni kircheriane, per le quali afferma di aver riso, rileva due aspetti interessanti dell’opera: le splendide incisioni che corredano il testo e la trattazione delle proprietà terapeutiche della musica nella cura del morso della tarantola in Puglia. Merrill 5; Brunet III, 667; Caillet II, 5779: ”Ouvrage de la plus grand rareté”; Graesse IV, p. 21; Clendening, 5.3; Findlen Paula. Athanasius Kircher: the last man who knew everything. New York, Routledge, 2004, p. 22. € 800 - 1500

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24. Kircher Athanasius Musurgia universalis sive Aes Magna Consoni et Dissoni in X Libros Digesta... Romae: Ex Typographia Haeredum Francisci Corbelletti. Anno Iubilaei 1650. Due parti in un volume in folio (mm 325x220).Pagine [20], 690 [i.e. 692]; 462, [38] con antiporta, ritratto di Leopoldo e 21 carte di tavole contenenti 23 illustrazioni numerate in numeri romani, di cui una a doppia pagina e una ripiegata. Numerosissime notazioni musicali e illustrazioni incise in legno nel testo. Minime arrossature a poche carte ma ottimo esemplare. Legatura coeva in pelle, cornici e grande motivo ornamentale centrale ovale con motto ‘Pace et Fortitudine’ impressi in oro ai piatti, titoli e fregi in oro al dorso, tagli dorati. Abrasioni ai piatti, restauri agli angoli e al dorso. Nota di possesso manoscritta al frontespizio ‘Bibliotece Ninivensis 1651’, ripetuta in antiporta; al verso dell’antiporta lunga nota manoscritta ‘Donavit Bibliotheca Coenobii SS. Cornelii et Cypriani apud Ninevita... CL. V. Dominus joannes de Lau Medicina ac Philosophia Doctor Patavinus Publicus Archiater Palatinus et... Bruxellis A. S. 1651 die viii idus martias’. Timbro a perforazione della New York Public Library al frontespizio e al ritratto di Leopoldo Guglielmo. Conservato in scatola in mezza pelle con punte moderna. Splendido esemplare della prima esaustiva enciclopedia musicale mai concepita, una delle opere più importanti di Kircher, volta ad abbracciare tutte le nozioni musicali sviluppate all’epoca: “In this profound and well-encompassing tome Kircher, the historian, seeks to gather the entire body of both historical and contemporary, western and eastern musical knowledge and speculation” (Bartel. Musica poetica, p. 106). La Musurgia è concepita quale introduzione progressiva a tutti gli aspetti della musica, che Kircher indaga con gli occhi del matematico, dello 34

scienziato, e di Padre Gesuita, soffermandosi a descrivere con minuzia l’anatomia dell’apparato uditivo, i diversi strumenti musicali, lo studio del canto degli uccelli. L’autore compose l’opera nell’età di transizione tra la polifonia rinascimentale e il nuovo stile barocco, dando prova di profonda erudizione e sensibilità nel comprendere la musica a lui contemporanea. Egli per primo, nel presente trattato, pose le basi della teoria degli affetti, delineando una relazione fra stato d’animo e la corrispondente armonia musicale, e attribuendo ad alcune ‘figure’ musicali la capacità di esercitare effetti psicologici. Kircher afferma le proprietà terapeutiche della musica, supportando tale convinzione con esempi, tra i quali il potere curativo della lira di David sulla melanconia di Saul. L’opera, per la sua utilità nell’opera di evangelizzazione, ebbe diffusione straordinaria: “essa potè contare sulla mobilitazione dei confratelli dell’autore, che provvidero personalmente al trasporto e alla vendita dei volumi [...]. A questo proposito va ricordata una celebre lettera dello stesso Kircher, che ricorda come 300 esemplari del suo trattato fossero stati distribuiti non ‘in Europam tantum, sed et in Asiam, Africam, et Americam’ tramite i padri provinciali convenuti nel 1650 a Roma per l’elezione del nuovo Generale della Compagnia di Gesù” (Annibaldi - Cinque, Fortune e sfortune della ‘Musurgia universalis’ attraverso l’epistolario kircheriano. pp. 41-42). Merrill, 8; Brunet III, 668; Graesse IV, 21; Caillet II, 5785; Sommervogel IV, 1051; Bartel Dietrich. Musica poetica:musical-rhetorical figures in german baroque music. London, University of Nebraska Press, 1997; Annibaldi Claudio - Cinque Teresa. Fortune e sfortune della ‘Musurgia universalis’ attraverso l’epistolario kircheriano. pp. 41-42 in: Ars magna musices:Athanasius Kircher und die Universalität der Musik: Vorträge des deutsch-italienischen Symposiums aus Anlass des 400. Laaber, Laaber-Verlag, 2007. € 4000 - 8000

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25. Kircher Athanasius Oedipus Aegyptiacus. Hoc est Uniuersalis Hieroglyphicae Veterum doctrinae temporum iniuria abolitae instauratio... Romae: ex typographia Vitalis Mascardi, 1652-1654. Quattro parti in tre volumi in folio (mm 350x234). Pagine [100], 424, [40]; [2], 440 [i.e. 438], [32]; 546, [i.e. 548], [28]; [2], 590, [36]. Antiporta, ritratto di Ferdinando III, 2 mappe ripiegate e 12 carte di tavole più volte ripiegate, il tutto inciso in rame fuori testo. Numerose illustrazioni xilografiche e calcografiche nel testo. Piccolo lavoro di tarlo al margine interno dei fascicoli NN-QQ della prima parte del secondo volume, minime bruniture e arrossature e qualche strappo anticamente restaurato alle carte ripiegate ma buon esemplare. Legatura coeva in pelle, supra libros ‘The Society of Writers to the Signet’ impresso in oro ai piatti. Ai frontespizi nota di possesso ‘Ex Bibl. franc. Aug. de Pontae...’, altre note della stessa mano cassate. Ai contropiatti antica etichetta di collocazione ‘I:ff’. Alla carta di guardia del secondo volume applicata una tavola non pertinente contenente uno specimen della Scriptura coelestis. Note di mano coeva ad alcune carte. (3) Prima edizione di questa celebre opera che rappresenta il culmine delle ricerche kircheriane sull’Egitto, ovvero “Kircher’s broadest and boldest statement about the meaning of Egypt in the mid-seventeenth century” (Findlen, Athanasius Kircher: the last man who knew everything, p.31). Dato alle stampe nel 1652, questo monumentale e attesissimo trattato vide la luce a Roma nel 1655, e presenta la nuova interpretazione del progetto kircheriano di sintesi tra la ricerca antiquaria filologica e la filosofia occulta di tradizione neoplatonica. I quattro libri che compongono l’opera si presentano “come una indagine a tutto tondo sulla storia, la religione, l’arte, la politica, la grammatica, la matematica, la meccanica, la medicina, l’alchimia, la magia, la teologia dell’Egitto antico, comparate con tutte le altre culture orientali, dagli ideogrammi cinesi alla Cabbala ebraica, sino alla lingua dei Bramani indiani” (Eco. Cercavano gli unicorni, p. 9). Il primo volume si apre con un’introduzione all’Egitto, descritto nella sua morfologia e religione, e culmina nella discussione delle affinità tra le divinità e i culti egizi e quelli cinesi, giappone36

si, indiani, mongoli e atzechi. Segue una sezione dedicata ai geroglifici e all’interpretazione misterica che celano, supportata dallo studio esaustivo di tutta la letteratura conosciuta da Kircher intorno alla filosofia e alla religione egizia. L’ultima parte dell’opera, dopo un’ulteriore trattazione sull’origine dei geroglifici egizi e la loro relazione con con altri sistemi di scrittura quali i caratteri cinesi e i geroglifici atzechi, si concentra sull’interpretazione del cimelio di epoca alessandrina conosciuto come Mensa Isiaca o Tavola Bembina, dal nome del cardinal Bembo che la acquisì durante il sacco di Roma del 1527. “Tra i vari obelischi, iscrizioni e reperti sui cui Kircher fondò i propri studi, la Tabula Bembina, o Mensa Isiaca, un bronzo smaltato che riproduce scene e figure di moda egizia connesse con il culto di Iside, fu l’oggetto di cui egli si occupò in maniera più assidua e che ritenne essere di maggiore importanza” (Mori, Mondi ed emblemi egizî in Athanasius Kircher, p. 125). Il presente esemplare è impreziosito dall’illustre provenienza della Society of Writers to the Signet, attestata dal supra libros impresso in oro ai piatti. Con il termine Signet si designava originariamente il sigillo dei re scozzesi, il cui utilizzo veniva supervisionato appunto dai Writers. Nonostante la prima attestazione dell’utilizzo del Signet risalga al 1369, l’associazione dei Writers venne istituita formalmente solo nel 1594. La collezione libraria della Society of Writers to the Signet, che divenne una delle prime associazioni private di avvocati, venne venduta all’asta da Sotheby’s, come il presente esemplare che, alla vendita Sotheby’s di Edinburgo del 1978, realizzò l’allora ingente somma di 1.700 GBP. Merrill, 10; Caillet II, 5788; Sommervogel IV, 1052, 1053; Findlen Paula. Athanasius Kircher: the last man who knew everything. New York, Routledge, 2004; Stolzenberg, Daniel. Egyptian Oedipus: Athanasius Kircher and the secrets of antiquity. Chicago, University of Chicago Press, 2013, p. 6; Eco Umberto. Cercavano gli unicorni. Conferenza tenuta a Pechino nel 1993, (http://www.umbertoeco.it/CV/ Cercavano%20gli%20unicorni.pdf); Mori Giuliano. Mondi ed emblemi egizî in Athanasius Kircher. La decifrazione di un particolare della Tabula Bembina in Il lato oscuro delle parole: The dark side of words a cura di Alessandra Calanchi, loria Cocchi e Antonino Comune. Frankfurt am Main, Peter Lang, 2015. € 10000 - 16000

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26. Kircher Athanasius Itinerarium Exstaticum quo Mundi Opificium id est Coelestis expansi, siderumque tam errantium, quam fixorum natura, vires, proprietates, singulorumque compositio & structura... Romae: Typis Vitalis Mascardi, 1656. In-4° (mm 228x170). Pagine [8], 464, [24]. Lievi bruniture diffuse e minima gora al margine esterno delle prime carte ma buon esemplare. Legatura ottocentesca in mezza pergamena con punte, piatti rivestiti in carta marmorizzata, titoli in oro su tassello in marocchino rosso al dorso. Al frontespizio note manoscritte ‘Ex Bibliotheca’; ‘Colleg. Lichni Soc. Jesu Cat[alogus] Ins[criptus] 1765’. Prima edizione di una delle opere più curiose di Kircher: l’unica interamente dedicata all’astronomia e alla cosmologia, nonchè interessantissimo esempio di letteratura neo-latina, caratterizzato dalla commistione di istanze barocche, reminiscenze della tradizione mistica della Controriforma e dalla riscoperta del genere del somnium satyricum. Il trattato venne redatto in forma di dialogo, come attesta l’autore nella sua prefazione all’opera, per diffondere con un testo di gradevole lettura le recenti scoperte astronomiche. Protagonisti del dialogo sono Theodidactus - ovvero Kircher stesso - e l’angelo di nome Cosmiel, che guiderà Theodidactus nel suo viaggio, visionario e quasi dantesco, di esplorazione 38

dell’universo. Kircher confuta apertamente in quest’opera le teorie cosmologiche aristoteliche e tolemaiche, in favore del sistema di Tycho Brahe - già adottato dalla cosmologia ufficiale gesuitica - e delle osservazioni degli astronomi contemporanei: egli infatti accredita le scoperte galileiane sulla superficie della luna e sulle fasi di Venere, le osservazioni sulle macchie solari di Christoph Scheiner, e quanto rilevato da Johannes Hevelius nella sua mappa lunare. Il presente trattato, che rivestì un ruolo importante nella controversia copernicana del XVII secolo, venne dedicato alla regina Cristina di Svezia, in quel tempo convertitasi al cristianesimo, supportando la campagna gesuitica che aspirava a guadagnarne il sostegno. “Iter extaticum is one of Kircher most curious works. He rejected the Aristotelian and Ptolemaic cosmologies in favor of that of Tycho Brahe (1546-1601). The Tychonian system was adopted by most of Kircher’s fellow Jesuits, since it allowed them to maintain geocentric orthodoxy while expousing, at least in part, the new, more scientific heliocentricity advocated by the Copernicans. Kircher broaches this subject more directly in the second dialogue, where he deals with the creation of the earth” (Merril) Merrill, 11: Glomski Jacqueline. Religion, the Cosmos, and Counter-Reformation Latin: Athanasius Kircher’s Itinerarium extaticum (1656) in Acta conventus Neo-Latini Monasteriensis. Leiden, Brill, 2015 pp. 227-236. € 1300 - 2000

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27. Kircher Athanasius Iter extaticum Coeleste, Quo Mundi opificium, id est, Coelestis Expansi... Hac secunda editione Praelusionibus & Scholiis illustratum... Ipso Auctore annuente a P. Gaspare Schotto... Accessit eiusdem Auctoris Iter exstaticum Terrestre & Synopsis Mundi Sub. Herbipoli: Sumptibus Joh. Andr. & Wolffg. Jun. Endterorum haeredibus, 1660. In-4° (mm 200x154). Pagine [22],689, [19] con 12 carte di tavole incise in rame fuori testo. Esemplare mancante dell’antiporta incisa, bruniture e fioriture alle carte, fascicolo GG erroneamente legato. Legatura moderna in mezza pergamena, titoli in oro al dorso. Alcune correzioni coeve al testo.

Seconda edizione, la prima curata dal gesuita Kaspar Schott, che vi apportò varie correzioni, prolusioni e spiegazioni, aggiungendovi in fine (pp. 485-512) un Apologeticon volto a difendere Kircher dalle accuse di eresia mossegli dal confratello gesuita Melchior Corneus. “Especially rare [and] perhaps the most curious of Kircher’s publications” (Sotheran). Honeyman Collection, n. 1819; Merrill, 14; Caillet II 5775; Brunet, 667; Graesse IV, p. 21; Sommervogel IV, 1057.15. € 500 - 1000

28. Kircher Athanasius Historia Eustachio-Mariana... Romae: Ex Typographia Varesij, 1665. In-4° (mm 225x162). Pagine [12], 184, [12]. Antiporta incisa in rame, 2 tabelle a stampa più volte ripiegate e 6 carte di tavole incise in rame di cui 5 più volte ripiegate. Usuali bruniture della carta, difetto di stampa all’antiporta e restauro al margine inferiore del frontespizio. Legatura ottocentesca in pergamena su cartone. Al margine inferiore del frontespizio nota di dono del volume parzialmente illeggibile a causa delle lacune restaurate ‘C. M...... dono Authoris’. Prima e unica edizione, presentata in una probabile copia di dono, di questa rara opera, che può essere considerata un personale manifesto di Kircher. Nel 1661 Padre Athanasius era a Tivoli per raccogliere informazioni geografiche e storiche per il suo Latium e, girovagando per le colline della zona scoprì i resti di un’antica chiesa. Un’iscrizione su un basamento ne attribuiva la costruzione a Constantino che l’avrebbe fatta erigere nel luogo in cui sarebbe avvenuta la conversione di Sant’Eustachio, il generale romano che, secodo la Leggenda Aurea abbracciò il cristianesimo dopo una battuta di caccia, durante la quale un cervo gli mostrò tra le sue corna una croce luminosa sormontata dalla figura di Gesù. Incuriosito dalla scoperta Kircher indagò ulteriormente e venne a sapere che il luogo era denominato dai suoi abitanti Santuario di Nostra Signora di Mentorella. Da sempre devoto della Vergine, il

Padre Gesuita decise di scrivere la storia del luogo per richiedere i fondi necessari alla ristrutturazione della chiesa. Non stupisce dunque che il presente esemplare possa essere identificato con una delle copie che Kircher inviò ai suoi patroni, e grazie ai quali fu in grado di riportare la cappella all’originale splendore e ad ambita meta di pellegrinaggio. Merrill, p. xxxiv; Cicognara, 2054; Graesse, IV, p. 21; Brunet III, 667; Sommervogel IV,1063. € 2000 - 3000

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29. Kircher Athanasius Ad Alexandrum VII. Pont. Max. Obelisci Aegyptiaci nuper inter Isaei Romani rudera effossi Interpretatio Hieroglyphica.. Romae: Ex Typographia Varesij, 1666. In-folio (mm 380x270). Pagine [28],146, [8] con antiporta e numerose tavole incise in rame a piena pagina nel testo. Illustrazioni xilografiche nel testo. Lavoro di tarlo anticamente restaurato all’antiporta e alle carte non numerate che tocca il testo, due piccoli fori di tarlo al margine interno delle carte. Macchie di inchiostro da tipografia al margine delle carte H3 e H4, altrimenti bellissimo esemplare in barbe. Legatura coeva in cartoncino rivestito in carta decorata, difetti agli angoli e al dorso. All’antiporta nota manoscritta ‘Ex donatione Authoris me possidet P. Michaelij. Romae 1666’. Prezioso esemplare di dono, eccezionalmente conservato in barbe, della prima edizione di questo raro trattato redatto da Kircher sull’egittologia. L’opera, sin dal titolo, è dedicata a papa Alessandro VII, commissionario dello studio sulla piccola stele rinvenuta nel 1665 nel giardino botanico dei padri Domenicani in Santa Maria sopra Minerva, e ancora oggi conservato sull’elefantino del Bernini nella piazza antistante la chiesa. Al momento del ritrovamento Kircher si trovava fuori Roma, impegnato 40

nella sua annuale missione alla Madonna della Mentorella, e incaricò il suo assistente Giuseppe Petrucci di inviargli a Tivoli i disegni dei geroglifici inscritti sulla stele, per poterli studiare e interpretare. Petrucci stesso riporta come Kircher riuscì a evincere autonomamente i geroglifici incisi sul quarto dei soli tre lati illustrati dai suoi disegni: non sarebbe stato possibile per il devoto ed entusiasta assistente diffondere prova migliore delle capacità di Padre Athanasius a difesa degli scettici detrattori. L’Obelisco Alessandrino, una delle opere più eleganti della produzione kircheriana, tratteggia la storia umana: essa “parte dai faraoni e, passando per gli imperatori romani, arriva fino ai papi, quasi a sottolineare la continuità che esiste fra il potere imperiale e quello religioso e, estensivamente, fra gli autori dei geroglifici ed egli stesso che si appresta a interpretarli” (Buonanno, La fine dei cieli di cristallo, p. 188). Caillet II, 5786: “Très curieux, enrichi de figures mystégerieuses et hiéroglyphiques sur bois et sur cuivre”; Merrill, p. xxxiv; Buonanno Roberto. The stars of Galileo Galilei and the universal knowledge of Athanasius Kircher / Roberto Buonanno ; translation by Roberto Buonanno and Giuliana Giobbi. Heidelberg, Springer, 2014, p.146; Buonanno Roberto. La fine dei cieli di cristallo. L’astronomia al bivio del ’600. Milano, Springer, 2010, p.188. € 3500 - 5000

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30. Schott Gaspar Loco-seriorum naturae et artis, sive Magiae naturalis centuriae tres auctore Aspasio Caramuelio accessit diattibe de prodigiosis crucibus. [Wurzburg: 1666]. In-4° (mm 210x165). Pagine [4], 363, [9] con 22 carte di tavole incise in rame fuori testo di cui una ripiegata. Frontespizio calcografico. Usuali bruniture della carta. Legatura coeva in pelle bazzana, cornici e cantonali a secco ai piatti, fregi in oro al dorso. Piatto anteriore staccato, abrasioni. Al contropiatto anteriore applicato ex libris Macclesfield e lista manoscritta delle tavole, timbro a secco della stessa provenienza alle prime quattro carte. Prima edizione di queste centurie di Gaspar Schott che trattano gli argomenti più disparati ed insoliti (dal camminare sulle acque a catturare i pesci con le mani o indovinare quanti denari abbia qualcuno in tasca) o descrivono tecnicamente numerosi meccanismi (dall’orologio ad acqua alla camera oscura ed il moto perpetuo o costruire un camino antivento). Alcune centurie

sono inoltre destinate alla soluzione di problemi medici (dal sanare il mal di denti alla cura della sifilide) oppure di altre questioni pratiche (come togliere le macchie dai vestiti, dai libri e da qualsiasi cosa o come costruire un edificio che anche in inverno sia scaldato dal sole). Una parte di esse sono dedotte dagli studi di Kircher e contengono temi di linguistica, poligrafia e criptografia. L’ultima parte dell’opera di Schott - da pagina 307 - contiene il trattato di Kircher Diatribe de prodigiosis crucibus che fu pubblicato per la prima volta in Roma nel 1661. In quest’opera Kircher tenta di spiegare le inquietanti apparizioni di croci sui vestiti e su altri oggetti immediatamente dopo l’eruzione del Vesuvio nel 1660. L’opera non menziona la data di stampa se non per un cronogramma alla fine della prefazione che si interpreta 1666 come riportato dalle principali bibliografie. Sono note comunque due tirature differenti con la variante dello pseudonimo dell’Autore: nella nostra copia viene riportata la lezione Aspasio Caramuelio. Caillet 10002; Ferguson II, 339-40; Merrill, 16 (nota). € 1000 - 2000

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31. Kircher Athanasius Magneticum Naturae Regnum sive Disceptatio Physiologica De triplici in Natura rerum Magnete, juxta triplicem eiusdem Naturae gradum digesto Inanimato Animato Sensitivo... Amstelodami: Ex Officina Johannis Janssonii à Waesberge & Viduae Elizei Weyerstraet, 1667. In-12° (mm 127x74). Pagine [20], 201, [7]. Frontespizio inciso in rame a precedere quello a stampa, minime bruniture ma ottimo esemplare. Legatura settecentesca in pelle bazzana su cartone, sguardie in carta marmorizzata, due strisce di pelle anticamente incollate ai piatti. Titolo in oro su tassello al dorso, tagli blu. Rara edizione, stampata il medesimo anno di quella impressa a Roma per i tipi di Ignazio Lazzari. Curiosamente priva di illustrazioni, quest’opera kircheriana ha come 42

tema cardine il magnetismo, ovvero la forza di attrazione universale che pervade il mondo minerale, vegetale e animale. “The Magneticum naturae regnum contains Kircher’s final words on the principle of magnetism in nature. Much of the work repeats what was said earlier in his much more extensive Magnes sive de arte magneticum. Kircher discusses the role of magnetism in man (attraction and repulsion, friendship and hatred, likes and dislikes, sympathy and antipathy), in inanimate nature in animate or vegetative nature and sensitive nature. He asserts that the principle of attraction and repulsion can explain the most obscure phenomena of physics and that there is no secret in nature that cannot be penetrated and understood by astute observation an attitude characteristic of his time” (Merrill 21). Merrill 21; Caillet, 5781; Wellcome III, 395. € 1000 - 1500

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32. Schott Gaspar Physica curiosa, sive Mirabilia naturae et artis libris XII comprehensa... Herbipoli: excudebat Jobus Hertz typographus Herbipol., 1667. In-4° (mm 200x165). Pagine [56], 1389, [23] con 60 carte di tavole di cui 7 ripiegate. Antiporta calcografica, frontespizio in rosso e nero, al verso del frontespizio stemma calcografico del dedicatario. Lieve gora al margine superiore delle carte, più ampia in fine di volume, restauri alle pieghe delle carte ripiegate. Legatura coeva in pergamena, titolo manoscritto al dorso parzialmente sbiadito. Edizione definitiva di questa iconografia di curiosita’ naturali e occulte, molto rara a trovarsi completa di tutte le 60 tavole che la illustrano. L’opera rappresenta una raccolta enciclopedica di singolarità naturali, esperimenti di fisica e di segreti esoterici, e venne per la prima volta stampata nel 1662 corredata da 56 tavole. L’autore, lo

scienziato tedesco Kaspar Schott, fu assistente di Athanasius Kircher a Roma, e divenne uno dei più colti fisici del suo tempo: da sempre affascinato dalle meraviglie del mondo naturale e dalla sue bizzarrie, tentò di offrire nella sua Physica curiosa una trattazione sistematica, supportata dalle contemporanee nozioni scientifiche, dell’immenso materiale raccolto negli anni. Le straordinarie tavole a corredo del testo fisseranno un’iconografia di mostruosità che persisterà nell’immaginario degli uomini del secolo successivo. Brunet V, 219; Caillet, 10004: “Ouvrage fort recherché pour ses nombreuses et extraordinaires figures d’êtres monstrueux de l’espèce humaine qu’on trouve dans la mer, les bois, les phénomènes tératologiques (on y remarque l’homme sans tête, l’homme à tête d’éléphant, la femme à 6 têtes, le coq à queue serpentine.) C’est encore et surtout un traité de démonologie des plus complets et d’une érudition remarquable»; Nissen, 3746; Krivatsy, 10627; Brunet V, 219; Graesse VI, p. 314 “La prem. éd. de 1662 est moins compléte”. € 1500 - 2500

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33. Kircher Athanasius Ars Magna Sciendi Sive Combinatoria... Amstelodami: Apud Joannem Janssonium à Waesberge, 1669. In folio (mm 365x243). Pagine [8], 482, [10] con 2 frontespizi incisi, ritratto del dedicatario Leopoldo I, 2 carte di volvelle, 4 tabelle a stampa più volte ripiegate e una tavola incisa in rame fuori testo raffigurante l’Arbor Philosophico. Lievi e usuali bruniture alle carte ma buon esemplare. Legatura coeva in pelle, titoli e fregi in oro al dorso, contropiatti rivestiti in carta marmorizzata, tagli spruzzati in rosso, abrasioni ai piatti. Alla carta di guardia anteriore timbro in inchiostro con fregio e monogramma ‘P.H.D’. Prima edizione di questa monumentale opera, che rappresenta il più ambizioso tentativo seicentesco di codificazione di un linguaggio universale, in grado di permettere agli scienziati e ai filosofi di descrivere e circoscrivere tutte le conoscenze in un sistema unificato. Il trattato è frutto dello studio e dell’elaborazione da parte di Kircher dell’Ars compendiosa inveniendi veritatem, redatta nel 1274 dal monaco catalano Raimondo Lullo, 44

opera nella quale viene esposto il metodo ideato per dare una sistemazione logica e matematica alle questioni religiose. Basandosi sul sistema di Lullo, Kircher sviluppò un linguaggio non alfabetico volto ad abbracciare la metafisica, la teologia e la legge, nonchè un tentativo di unire la scrittura geroglifica alla poligrafia. L’eclettico gesuita era da tempo impegnato nello studio delle complesse operazioni combinatorie che gil consentissero di risalire al divino archetipo: Gottfried Wilhelm Leibniz data 7 ottobre 1660 la sua trascrizione della Reductio linguarum ad unum, ovvero la proposta di unificazione linguistica che Kircher svilupperà nella sua Polygraphia nova (1663). Il tentativo di Kircher, come sottolinea anche Leibniz, è quello di categorizzare l’intero sapere nei nove attributi - o dignità - di Dio. “These attributes, he argues, are the superstructure of the universe, the pattern for all creation. The universe, if it is to be comprehended in toto, must be organized in the mind according to the same pattern” (Merrill, 22). Merrill, 22; Brunet III, 666; Caillet I, 5771; Clendening 10.17; Sommervogel IV, 1066-67.28. € 2000 - 4000

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34. Kircher Athanasius Arca Noë, in tres Libros digesta, quorum I. De rebus quae ante Diluvium, II. De iis, quae ipso Diluvio eiusque duratione, III. De iis, quae post Diluvium à Noëmo gesta sunt... Amstelodami: Apud Joannem Janssonium à Waesberge, 1675. In-folio (mm 375x245). Pagine [16], 240, [16]. Antiporta, ritratto di Carlo II e 20 tavole incise in rame di cui 13 più volte ripiegate. Numerose illustrazioni incise in rame e in legno lungo il testo. La tavola più volte ripiegata raffigurante l’Arca (cm 51x103) parzialmente controfondata con strappi ma senza perdite di inciso. Esemplare brunito come la quasi totalità delle copie, strappo restaurabile a c. M4. Legatura coeva in pergamena su assi di legno, bindelle e fermagli conservati, minime rotture al dorso. Alla carta di guardia nota di possesso manoscritta di difficile lettura, al contropiatto anteriore applicato ex libris calcografico di Joannis Szasz. Prima edizione dell’opera più fantasiosa e contemplativa di Kircher, ovvero la monumentale esegesi del racconto biblico dell’Arca di Noè. Il trattato non è focalizzato sul Diluvio Universale quanto sull’Arca stessa, intesa come concreta manifestazione dell’intelligenza divina, che viene descritta nelle proporzioni, nelle dimensioni e forme, nonchè nella sua planimetria interna. L’autore fornisce inoltre la lista degli animali portati in salvo nell’Arca inziando dall’elefante - che già aveva inaugurato la sezione dedicata agli animali

terrestri della Naturalis Historia di Plinio - e illustra questa enumerazione con incisioni derivanti dai lavori del celebre naturalista svizzero Conrad Gesner. Il fondamento della selezione conferma Kircher un precursore, seppur con le riserve dell’uomo di Chiesa: egli trasformò in senso moderno il concetto di creazione, ammettendo che le specie animali salvate da Noè sarebbero gli archetipi, dai quali “poi per l’azione di quattro generi di cause, interne ed esterne agli organismi, si sarebbero originate tutte le altre” (Marcozzi. Il darwinismo oggi. p.139). Di particolare fascino una delle tavole a corredo del testo, ovvero la Topographia paradisi terrestris, che, riadottando dopo un lungo periodo la pratica medioevale di ritrarre i medesimi soggetti in epoche diverse in un’unica rappresentazione, illustra la Mesopotamia prima e dopo il peccato originale: il giardino dell’Eden si trova curiosamente ritratto nel dettaglio e anche le trasformazioni geografiche del paradiso terrestre vengono documentate attentamente, dalla raffigurazione della rete fluviale all’ostruzione della sorgente. Brunet III, 666; Caillet, 5768: “Ouvrage des plus curieux enrichi de planches gravées sur cuivre hors texte d’une remarquable beauté d’exécution, et de nombreux bois”; Merrill, 26. L’opera contiene anche una planisfero (Shirley 470), e tre mappe della Palestina (Laor 398-400). Marcozzi, Vittorio. Il darwinismo oggi in La Civiltà Cattolica vol. I (1983), p.139; Scafi Alessandro. Il paradiso in terra. Mappe del giardino dell’Eden. Milano, Bruno Mondadori, 2007, pp. 264-266. Esemplare già in asta Ketterer (23/05/2011, lotto 318, 5.520 € incluso diritti). € 3000 - 5000

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35. Kircher Athanasius Sphinx Mystagoga, Sive Diatribe Hieroglyphica, Qua Mumiae, ex Memphiticis Pyramidum adytis erutae, et non ita pridem in Galliam transmissae... Interpretatio... Amstelodami: Ex Officina Janssonio-Waesbergiana, 1676. In folio (mm 373x245). Pagine [16], 72, [8] con 5 tavole di cui una a doppia pagina e 2 più volte ripiegate incise in rame. Numerosi geroglifici incisi in legno e in rame nel testo. Minime bruniture e piccola macchia marginale di inchiostro alle ultime carte ma ottimo esemplare. Legatura coeva in pelle, titolo e fregi in oro al dorso a sei nervi, tagli rossi. Alla carta di guardia nota manoscritta ‘Duplum Bibliothecae Regiae Monachii’; al contropiatto anteriore indicazione manoscritta ‘Bibl. Cart. Hain. U. H. 11’; al frontespizio ‘U.H. 11’. La stessa collocazione è riportata su un’etichetta cartacea applicata al piatto anteriore. Prima ed unica edizione della Sphinx, opera erudita di egittologia dedicata all’arcivescovo di Lione Camillo Neufvilkle, dove si trattano anche la teoria della metempsicosi e della reincarnazione, le tecniche della imbalsamazione e la procedura dei riti funebri e occulti. Nel 1672 Mssr. De Four ritrovò un sarcofaco a Menfi, e lo trasportò a Lione. Incapace di decifrare i geroglifici iscritti sull’arca e sulle bende della mummia, chiese a Kircher, con una lettera datata 15 giugno 1673, di interpretarli: nacque così la Sphinx Mystagoga, il 46

sesto trattato di egittologia redatto da Kircher. Seppur le teorie kircheriane per la decifrazione dei geroglifici possono essere definite quantomeno fantasiose “senza i disegni dei suoi libri Champollion non avrebbe potuto studiare a fondo lo stesso argomento e trovare (ma lui aveva tra le mani anche la stele trilingue di Rosetta) la chiave giusta per leggere tutte quelle immagini. Così che ancora oggi Kircher viene definito il padre dell’egittologia...” (Eco. La Memoria Vegetale e altri scritti di bibliofilia). Brunet III, 668; Caillet, 5793; Merrill, 27; Eco Umberto. La Memoria Vegetale e altri scritti di bibliofilia. Milano, Bompiani, 2011. € 2500 - 4000

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36. Petrucci Gioseffo Prodomo Apologetico alli Studi Chircheriani... Nella quale con un apparato di Saggi diversi, si dà prova dell’esquisito Studio ha tenuto il Celebratissimo Padre Atanasio Chircher... e particolarmente intorno a quelle cose naturali dell’India, che gli furo. In Amsterdam: Presso li Janssonio-Waesbergj, 1677. In-4° (mm 223x173). Pagine [16], 200 con antiporta, 5 tavole più volte ripiegate e 4 tavole a piena pagina fuori testo, il tutto inciso in rame. Numerose illustrazioni xilografiche e calcografiche nel testo. Strappo anticamente riparato alla prima tavola ripiegata e a carta BB, illustrazione del Camaleonte a p.80 rifilata al margine esterno, così come l’antiporta e alcune delle illustrazioni calcografiche, lievi bruniture. LEGATO CON: Concina Daniele. La Quaresima appellante dal foro contenzioso di alcuni recenti casisti... Terza edizione... In Venezia: Appresso Simone Occhi, 1744. In-4°. Pagine 16, ccxxxii. Legatura ottocentesca in mezza pelle verde, piatti rivestiti di carta decorata, tagli gialli spruzzati in blu, abrasioni. Rara prima edizione, splendidamente illustrata, dell’apologia di Athanasius Kircher redatta dall’amico e collaboratore Gioseffo Petrucci, che sin dalla prefazione celebra il proprio maestro come ‘colonna portante del grande teatro della conoscenza’. Il Prodromo può essere considerata la summa degli insegna-

menti kircheriani impartiti al suo discepolo: “ Attacking the ‘envious and strident ignorance of his unjust accusers,’ Petrucci painted a portrait of Kircher as he wanted to be remembered: a judicious experimenter who carefully weighed all the evidence before coming to any conclusions. Emphasizing Kircher’s skepticism about natural phenomena, Petrucci countered the image of is master as a gullible consumer of tall tales about strange things by presenting him as the logical heir to Galileo. Citing Kircher’s unparalleled knowledge of non-European nature, he quoted Augustine as a cautionary tale for disbelieving readers: ‘Some credible things are false, just as some incredible things are true.’ Petrucci invited readers to examine Kircher’s own words in order to see the distortion that occurred in the characterization of his master in the words of critics.” (Findlen, The Last Man To Know Everything, p. 39). € 1500 - 2500

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37. Kircher Athanasius Naturliche und medicinalische Durchgrundung der laidigen ansteckenden Sucht und so genanten Pestilentz... Augspurg: verlegt und zu finden bey Johann Caspar Brandan... Gedruckt daselbst bey Jacob Koppmayer, 1680. In-8° (mm 157x100). Pagine [8], 302, [18]. Bruniture, lieve gora all’angolo superiore esterno delle carte ma buon esemplare. Legatura coeva in pelle, bindelle conservate. Note manoscritte dell’epoca alle sguardie. Rarissima prima traduzione tedesca dello Scrutinium contagiosae luis, quae pestis dicitur, pietra miliare nella storia del progresso della medicina, originariamente stampata a Roma nel 1658. L’opera trae le sue origini dall’epidemia di peste bubbonica che devastò Roma tra il giugno del 1656 e l’agosto dell’anno successivo, e a causa della quale persero la vita quasi 15.000 persone. Padre Kircher durante il flagello supportò i medici nelle loro ricerche, raccogliendo i risultati delle proprie osservazioni e dei propri esperimenti nello Scrutinium, trattato di particolare importanza poichè attesta il pri48

mo utilizzo del microscopio applicato all’analisi medica, grazie al quale Kircher potè elaborare la dottrina del contagium vivum: “Spetta al padre gesuita Athanasius Kircher, professore al Collegio romano di Roma, l’avere con esattezza segnalato l’esistenza dei batteri ed aver loro attribuito l’etiologia dei morbi” (Enciclopedia medica italiana, Firenze, USES, 1973, p. 2002). L’influente medico e scrittore americano James Joseph Walsh incoronò Kircher il fondatore della moderna scienza naturale, identificando il suo Scrutinium come: “one of the classics which represent a landmark in knowledge for all time. It merits a place beside such books as Harvey’s Circulation of the Blood or even Vesalius’ De fabrica” (Walsh James Joseph. The popes and science: the history of the papal relations to science during the middle ages and down to our own time. New York, Fordham University Press, 1913, p. 133). Merrill, 15; Krivatsy, 6408; Waller 5294; Garrison-Morton, 5118: “Kircher was probably the first to employ the microscope in investigating the cause of disease... he was the first to state explicitly the theory of contagion by animalculae as the cause of infectious disease”. € 1300 - 2000

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38. Kircher Athanasius, Contucci Contuccio Musei kirkeriani in Romano Soc. Iesu collegio aerea notis illustrata. Romae: ex typographia Johannis Zempel, 1763-1765. Due volumi in folio (mm 502x398). Pagine [4], 97, [1];97. Frontespizi in rosso e nero, 45 tavole incise in rame nel testo a piena pagina. Ottimo esemplare in barbe, stampato su carta forte. Brossura coeva su cartoncino, piatto del primo volume staccato, rotture agli angoli dei piatti e ai dorsi. (2) Splendida e rara edizione della raccolta Kircheriana redatta dal filologo gesuita Contuccio Contucci, il nobile originario di Montepulciano che dal 1751 fu prefetto del ‘Museo delle Meraviglie’ noto come Museo Kircheriano, una wunderkammer che, fedele alle concezioni museali dell’epoca, raccoglieva collezioni eterogenee che andavano dall’etnologia alla fisica, dalla zoologia all’esoterismo, dalla mineralogia alla botanica. Padre Athanasius fondò il Museo nel 1651 nello storico palazzo del Collegio Romano, e legò il

suo nome alla raccolta incrementando il nucleo originario costituito dalla collezione di antichità egizie donategli dal macenate francese Nicolas-Claude Fabri de Peiresc con la collezione di antichità ereditate dal Collegio Romano dal segretario del Senato Romano, Alfonso Donnino da Toscanella. “Kircher’s museum was peraphs the last attempt to reconcile the Jesuite concept of universalism with the universalism of the Post-Tridentine Church” (Findlen, Athanasius Kircher: the last man who knew everything, pp. 416-417). La raccolta, che costituiva il più grande museo storico-naturalistico del suo tempo, ricevette una connotazione più archeologica sotto la direzione del Contucci, che nella presente opera, la sua più importante impresa editoriale, descrive quarantacinque pezzi archeologici illustrati da altrettante tavole, esprimendo una raffinata conoscenza dell’antichità e un paziente lavoro di analisi e di ricostruzione. Brunet III, 1961: “Volume peu commun”; Findlen Paula, Athanasius Kircher: the last man who knew everything. New York, Routledge, 2004, pp. 416-417. € 2500 - 4000

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Wunderkammern

39. Imperato Ferrante Dell’Historia Naturale... Libri XXVIII. Nella quale si tratta della diversa condition di miniere, e pietre. Con alcune historie di Piante, & Animali; sin’hora non date in luce.. In Napoli: Nella Stamparia à Porta Reale per Costantino Vitale, 1599. In-folio (mm 302x198). [24], 791, [1] con una grande xilografia a doppia pagina raffigurante il Museo, rifilata entro l’inciso. Numerose xilografie nel testo. Lievi gore marginali a qualche fascicolo e qualche fioritura, strappo restaurato senza perdite all’ultima carta ma buon esemplare. Legatura secentesca in pelle, cornice a doppio filetto impressa in oro ai piatti, titolo e fregi in oro al dorso, tagli spruzzati. Rarissima prima edizione di questa fondamentale opera, capostipite dei cataloghi museali, e contenente “il primo documento grafico dell’interno di una Wunderkammer (camera delle meraviglie), ossia il primo esempio di quella tavola sinottica avente funzione di catalogo visivo, che da allora in poi divenne un elemento caratterizzante di queste opere” (Govi, Classici, 146). Lo speziale Ferrante Imperato allestì una straordinaria collezione di minerali e mirabilia presso la propria abitazione a Palazzo Gravina a Napoli, che per le sue caratteristiche di eterogenità e soprattutto di dinamicità è ricordata con 50

l’appellativo di ‘Theatro di natura’: “il museo Imperato, dove si studiava e si sperimentava, viene anche a configurarsi come un laboratorio, un’officina dove osservare, sezionare, mescolare. In effetti, non mancano testimonianze di altri studiosi che ringraziano addirittura Imperato di aver messo a loro disposizione gli spazi e le collezioni del museo” (Stendardo. Ferrante Imperato e il “Theatro di natura”, p.195). L’opera, che presentiamo in un esemplare della variante B (con i primi tre fascicoli così composti: a2 b6 c4) è organizzata in 28 libri, di cui cinque sono dedicati a minerali e gemme, nove alle discipline alchemiche e i restanti a piante e animali, e il cui ordine è rappresentato nella celebre e splendida tavola incisa su legno che apre il volume. Secondo Thorndike VII, 249, il vero redattore dell’opera fu lo scienziato-filosofo nolano Nicola Antonio Stigliola, autore de Il telescopio ouer Ispecillo celeste del 1627. Brunet III, 431; Gamba, 1648, “Ed in vero non manca l’opera di ordine logico ne’ costrutti, e di proprietà nei vocaboli”; Hunt, 321; Nissen, 2111; Pritzel, 1872; Krivatsy, 6134; Sinkankas, 3108; Govi Fabrizio. I Classici che hanno Fatto l’Italia. Modena, Giorgio Regnani, 2010; Stendardo Enrica. Ferrante Imperato e il “Theatro di natura” in Museo zoologico: atti del bicentenario (1813-2013) a cura di Maria Carmela del Re, Rosanna Del Monte, Maria Rosaria Ghiara. Napoli, Centro musei delle scienze naturali e fisiche, 2015. € 5000 - 9000

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40. Ceruti Benedetto Musaeum Franc. Calceolari Iun. Veronensis a Benedicto Ceruto Medico Incaeptum... (Al colophon:) Veronae: Apud Anglum Taamum, 1622. In-folio (mm 293x200). Pagine [50], 746 con una tavola ripiegata incisa in rame fuori testo. Numerose illustrazioni calcografiche nel testo. Fioriture a poche carte altrimenti ottimo esemplare su carta forte. Legatura coeva in pergamena su cartone rimontata, titoli manoscritti al taglio di piede, tagli azzurri. Edizione originale, da annoverarsi fra le opere più rare sui musei. La raccolta prende il nome dal suo creatore, lo speziale veronese Francesco Calzolari (1522-1609) ricordato come il maggior raccoglitore e catalogatore di oggetti naturali nella seconda metà del Cinquecento, accanto a Ulisse Aldovrandi e a Ferrante Imperato.

Francesco Calzolari allestì il museo al primo piano della propria abitazione, in piazza delle Erbe a Verona, dividendolo in tre locali: il primo conteneva i ritratti dei più insigni scienziati e medici contemporanei, il secondo vasi e alambicchi per la distillazione, il terzo, infine, spezie, piante e minerali esposti in bell’ordine, nonché rarità naturali di ogni genere, come il corno di unicorno offertogli nel 1565 dal Mattioli e l’uccello del paradiso proveniente dalle Molucche donatogli da Bartoli. Grazie al pronipote Francesco, anch’egli speziale, il museo trovò nuova fama e sviluppo: egli s’ingegnò non solo a conservare e aumentare la collezione, ma a tramandarne la memoria ai posteri, illustrando la meravigliosa raccolta con il supporto dei medici Benedetto Ceruto e Andrea Chiocco, nella presente edizione, la più ambiziosa impresa editoriale veronese dell’epoca. Graesse III, p. 134; Wellcome I, 1412; Krivatsy, 2341; Sinkankas, 1216. € 5000 - 10000

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41. Worm Ole Museum Wormianum. Seu Historia rerum rariorum, Tam Naturalium, quam Artificialium, tam Domesticarum, quam Exoticarum, quae Hafniae Danorum in aedibus Authoris servantur... Variis & accuratis Iconibus illustrata.. Lugduni Batavorum: Apud Iohannem Elsevirium, Acad. Typograph. 1655. In-folio (mm 365x225).Pagine [24], 389, [3]. Ritratto dell’Autore in antiporta e una tavola a doppia pagina raffigurante il Museo incisa in rame fuori testo. Numerose illustrazioni xilografiche e calcografiche nel testo, anche a piena pagina. Lievi bruniture più evidenti al primo e all’ultimo fascicolo, piccole macchie di inchiostro tipografico al margine di alcune carte ma buon esemplare. Legatura moderna in pelle, fregi a secco ai piatti, titoli in oro al dorso, tagli rossi. Edizione originale, molto rara, di questo affascinante catalogo del primo museo danese, una delle piu celebri raccolte di curiosità scientifiche dell’epoca. La tavola doppia è opera di Wingendorp, e rappresenta una delle illustrazioni piu celebri delle Wunderkammern. La collezione del Worm (1588-1654) fu acquistata alla sua morte dal re Federico III di Danimarca, entrando così a far parte della collezione reale. Bibl. Dan. II 159; Nissen, ZBI 4473; Willems, 772; Krivatsky, 13145. € 2500 - 4500 52

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42. Moscardo Lodovico Note overo Memorie del Museo di Lodovico Moscardo nobile Veronese... In Padoa: Per Paolo Frambotto, 1656. In folio (mm 310x212).Pagine [20], 306 [i.e. 307] (invertite per errore del legatore le carte F2-F3), [13]. Frontespizio calcografico e numerose illustrazioni calcografiche nel testo. Tracce di sporco al frontespizio inciso, minime arrossature a poche carte ma buon esemplare. Legatura moderna in pergamena, tagli spruzzati policromi. Rara edizione originale di questo catalogo in cui il conte veronese Lodovico Moscardo elencò e descrisse gli oggetti raccolti nel suo gabinetto di curiosità, non solo opere d’arte e antichità, ma anche coralli, conchiglie, minerali, fossili, gemme e altre tipologie di rarità naturali. Il Museo di Moscardo incorporò numerose collezione precedenti, fra cui la celebre raccolta del farmacista e botanico Francesco Calzolari. “The catalogues of seventeenth-century collections such as those of the Veronese noble Lodovico Moscardo [...] were all models of wit and persuasion; dwarfs, chameleons, birds of paradise, and abnormal trees formed by nature happily coexisted alongside mathematical instruments” (P. Findlen, Possessing Nature. Museums, Collecting, and Scientific Culture in Early Modern Italy, Berkeley 1994, p. 42). Cicognara, 3412; Graesse II, 613; Grinke, From Wunderkammer to Museum, n. 23; Nissen, 2898. € 2500 - 4000 Roma, Via Antonio Bertoloni 45 - asta@philobiblon.org - tel / fax +39 06 45555970

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43. Imperato Ferrante Historia Naturale... Nella quale ordinatamente si tratta della diversa condition di Minere, Pietre pretiose, & altre curiosità. Con varie Historie di Piante, & Animali, sin’hora non date in luce. In questa Seconda Imprensione aggiontovi... alcune Annotati. Venetia: Presso Combi, & La Noù, 1672. In folio (mm 320x217). Pagine [8], 696, [8] con una tavola più volte ripiegata raffigurante il Museo incisa in rame fuori testo e numerose illustrazioni xilografiche nel testo. Frontespizio in rosso e nero con vignetta allegorica calcografica. Lievi bruniture alle carte ma ottimo esemplare. Legatura coeva in pergamena su cartone rimontata, titolo manoscritto al dorso. Seconda edizione - accresciuta da Giovanni Maria Ferro - di questo trattato, stampato per la prima volta nel 1599 a Napoli. Sulla tavola più volte ripiegata incisa in rame confrontasi Jammes 1998, 170-171 in cui si proponeva in vendita il legno originale della prima edizione: “Ce bois s’est probablement fendu ou perdu après ce premier tirage car la seconde édition de l’Historia Naturale, parue en 1672 possède un frontispice gravé sur cuivre” (vedi lotto 39). € 3000 - 5000 54

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44. Moscardo Lodovico Note overo Memorie del Museo di Lodovico Moscardo nobile Veronese... Con l’aggiunta in questa Seconda Impressione della Seconda Parte dello stesso Autore accresciuta di cose spettanti particolarmente all’antichità... In Verona: Per Andrea Rossi, 1672. In folio (mm 322x220). Pagine [16], 488, senza la carta X1 contenente l’errata. Antiporta incisa in rame, frontespizio in rosso e nero, numerose illustrazioni calcografiche e xilografiche anche a piena pagina lungo il testo, capilettera, testatine e finalini xilografici. Braghetta al frontespizio, lievissime bruniture a poche carte ma ottimo esemplare in barbe. Legatura settecentesca rimontata in mezza pergamena, titoli manoscritti al dorso. Al contropiatto anteriore applicato ex libris litografico di Paul Marie Cogels ‘E Bibliotheca Oryctologica’. Seconda edizione accresciuta (vedi lotto 42). € 1500 - 2500

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45. Legati Lorenzo Museo Cospiano annesso a quello del famoso Ulisse Aldrovandi e donato alla sua patria dall’illustrissimo signor Ferdinando Cospi. In Bologna: per Giacomo Monti, 1677. In folio (mm 320x206). Pagine [24], 532. Frontespizio in rosso e nero, ritratto di Ferdinando Cospi inciso in rame, una grande tavola più volte ripiegata raffigurante il Museo incisa in rame da Mitelli e numerosissime illustrazioni xilografiche nel testo. Minime bruniture a poche carte e tracce di sporco al verso dell’ultima carta ma ottimo esemplare. Legatura coeva in pelle ampiamente restaurata, dorso rifatto. Prima edizione di questa accurata descrizione del gabinetto di curiosità frutto della passione collezionistica del bolognese Ferdinando Cospi, allestita secondo l’esempio del celeberrimo Museo dell’Aldovrandi di cui l’Autore fu curatore. Nel 1667 Cospi aveva già fatto compilare e stampare un breve catalogo (cfr. Raccolta di opere riguardanti Bologna nella biblioteca di Raimondo Ambrosini, app. I, Bologna 1908, p. 98) e dieci anni dopo finanziava questo inventario del Legati, diviso in cinque libri e contenente l’elenco sia dei reperti di storia naturale (fossili animali e vegetali, coralli, conchiglie, etc.) che degli oggetti archeologici (libri, mummie, bronzi, monete, vasi, etc.). Il ritratto inciso in rame di Cospi è opera di Adriaen Haelwegh da un originale di Justus Susterman, mentre la tavola con la veduta interna del Museo - sulle cui scaffalature corre la scritta ‘Erudita haec

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artis et naturae machinamenta ad excitandam antiquitatis memoriam Ferdinandus eq.[ues] bayul.[us] Arretii mar.[chio] Petroli senatorque de C. superandae dicavit immortalitati’ - è di Giuseppe Maria Mitelli. La collezione subì diverse traversie e dispersioni fino al 1871, quando confluì nell’attuale Museo civico archeologico di Bologna. Graesse IV, 144; Krivatsky, 6797; Murray I, p. 89 € 3000 - 5000

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46. La Chausse Michel Ange (de) Romanum museum sive Thesaurus eruditae antiquitatis: in quo gemmae, idola, insignia sacerdotalia... centum & septuaginta tabulis aeneis incisa referuntur, ac dilucidantur... Romae: ex typographia Joannis Jacobi Komarek Boëmi, 1690. In-folio (mm 325x208). Pagine [16], 127, [17] con antiporta allegorica calcografica e 161 carte di tavole a piena pagina incise in rame fuori testo. Frontespizio in rosso e nero con stemma calcografico del dedicatario. Bruniture e gore. Legatura coeva in pergamena su cartone, dorso restaurato. Alla carta di guardia nota manoscritta ‘Ex dono D. Auctoris’; al frontespizio nota di possesso ‘Pertinet ad Conventum S. Mariae Jesu montis...’; all’antiporta timbro circolare in inchiostro con monogramma ‘C.G’ circondato dalle lettere

‘M.D.I.P.D.R.D.I’. Aggiunta sciolta una carta non pertinente con un’incisione calcografica raffigurante una lucerna romana con descrizione manoscritta ‘Lucerna di metallo ritrovata nelli Bagni di Tito Vespasiano Imperatore l’anno 1696. Ripiena d’olio incombustibile ridotto in polvere, che postone quanto un grano nel foco arde con chiaro lume, e nell’estinguersi non si consuma del che n’è stata fatta esperienza nella nobil Accademia di Mons. Ciampini con maraviglia di tutti gli astanti. Francesco de Ficoroni per sodisfationede Sig. Curiosi l’ha fatta intagliare e dedicare à i medesimi’. Edizione originale, non comune, di questa raccolta di oggetti antichi descritti e selezionati da de La Chausse che fu uno dei più stimati antiquari del tempo. Cicognara 2804. € 1000 - 2000

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47. Mercati Michele Metallotheca Opus Posthumum, auctoritate, & munificentia Clementis undecimi pontificis maximi e tenebris in lucem eductum; opera autem, & studio Ioannis Mariae Lancisii archiatri pontificii illustratum. Romae: ex officina Io. Mariae Salvioni Romani in Archigymnasio Sapientiae, 1717. In folio (mm 376x253). Pagine LXIV, 378, [18]. Con antiporta, ritratto del Mercati e 6 tavole fuori testo, di cui 2 a doppia pagina, il tutto inciso in rame. Altre 139 illustrazioni incise in rame nel testo di cui molte a piena pagina. Buon esemplare. Legatura coeva in piena pelle rimontata, restauri al dorso, carte di guardia rinnovate. Edizione originale in prima tiratura di questa celeberrima descrizione della prima metalloteca europea: una copiosa collezione di rocce, minerali e fossili istituita da papa Sisto V, che ne affidò la direzione al medico, botanico e archeologo Michele Mercati. Questo vasto trattato di matrice pliniana venne redatto tra il 1575

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e il 1593, anno in cui l’autore morì improvvisamente, lasciando l’opera inedita. Solo nel 1717 papa Clemente XI riscoprì e acquistò il manoscritto dall’umanista Carlo Roberto Dati e ne affidò la cura della pubblicazione al suo medico personale Giovanni Maria Lancisi e a Pietro Assalti. L’opera è da considerarsi una pietra miliare nella storia della mineralogia: essa infatti costituisce uno dei primi tentativi di classificazione uniforme dei minerali e dei fossili allora conosciuti, nonchè la prima esatta interpretazione dei manufatti di selce del periodo paleolitico e neolitico. L’opera del Mercati, che “può senz’altro essere considerato come uno dei padri fondatori della moderna paleontologia” (Govi, Classici, 222), venne nuovamente data alle stampe nel 1719 con nuovo frontespizio, e arricchita di un Index comprendente il ritratto del Lancisi e 20 incisioni nel testo. Hoover 581; Cobres p.17, n. 20; Sinkankas, 4390; Ward & Carozzi, 1541; Thorndike VI, 334: Wilson Mineral Collecting, pp. 32-34; Govi Fabrizio. I Classici che hanno fatto l’Italia. Modena, Giorgio Regnani, 2010, n. 222. € 3000 - 5000

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48. Buonanni Filippo Rerum Naturalium Historia nempe Quadrupedum Insectorum Piscium variorumque marinorum Corporum Fossilium Plantarum exoticarum ac praesertim testaceorum existentium in Museo Kircheriano... Romae: in typographio Zempelliano, aere Venantii Monaldini bibliopolae, 1773-1782. Due volumi in folio (mm 389x260). Pagine XL, 259, con antiporta e 51 carte di tavole incise in rame fuori testo e numerate I-XLVII e I App. - IV App; XXVII, [1], 347, [1], 59 carte di tavole incise in rame fuori testo e numerate I-XLVIII; Appen. I - Appen IV; I-VI e una Tabula unica. Strappo marginale anticamente restaurato a c. HH3 del primo volume, lievi bruniture e fioriture, più visibili nel secondo volume ma buon esemplare. Legatura coeva in pergamena su cartone, titoli manoscritti ai dorsi, tagli rossi. Ai contropiatti ex libris calcografico ‘Ex Bibliotheca Illiris Ducis Vargas Macciucca’; al recto delle carte di guardia è applicato un regolamento della Biblioteca di Francesco Vargas Macciucca titolato ‘Leges, Volumina ex Bibliotheca nostra commodato accepta, lecturis’. (2)

Rarissima edizione curata dal naturalista e micologo Giovanni Antonio Battarra, che tenta di ordinare e descrivere scientificamente le rarità contenute nel Musaeum Kircherianum e parzialmente illustrate da Filippo Buonanni in un’edizione del 1709. Battarra riordinò il materiale e arricchì il Musaeum di lunghe note e nuove illustrazioni, con l’obiettivo di farne un testo didattico di storia naturale. Le splendide tavole si devono all’incisore Francesco Nesi. Sul regolamento della biblioteca privata di Francesco Vargas Macciucca vedasi il bell’articolo di Giuseppina Zappella Utitor, non abutitur. Notarella in margine a un settecentesco regolamento di biblioteca in Biblioteche Oggi, Marzo 1994, pp. 70-71: “Merita di esser ancor oggi segnalato per la sua singolarità il settecentesco pentadecalogo... è assai spiritoso e divertente, ma soprattutto si distingue - a voler usare un’espressione ridolfiana - per quell’amore sensuale per il libro in sé che si riconosce dal modo con cui si cerca di proteggere i libri non solo dagli immancabili furti, ma anche dalla profanazione di men che riverenti profanazioni”. Graesse I, p. 480; Nissen, 2199. € 5000 - 8000

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49. Buonanni Filippo Rerum naturalium historia nempe quadrupedum insectorum piscium variorumque marinorum corporum fossilium plantarum exoticarum ac praesertim testaceorum existentium in Museo Kircheriano... Romae: in typographio Zempelliano, aere Venantii Monaldini bibliopolae, 1773-1782. Due volumi in-folio (mm 450x300; 403x285). i volume: pagine XL, 259, antiporta e 51 carte di tavole incise in rame fuori testo e numerate I-XLVII e I App. - IV App. Esemplare con barbe, con tutte le tavole, l’antiporta, le testatine e i finalini in bellissima coloritura d’epoca. Minime fioriture ma ottimo stato di conservazione. Legatura coeva in mezza pelle con punte, piatti rivestiti in carta marmorizzata, titolo e fregi in oro al dorso, abrasioni. Timbro in inchiostro con monogramma coronato ‘MD’? al frontespizio e all’ultima carta. ii volume: XXVII, [1], 347, [1], 59 carte di tavole incise in rame fuori testo e numerate I-XLVIII; Appen. I - Appen IV; I-VI e una Tabula unica. Esemplare stampato su carta forte e con la vignetta al frontespizio stampata in inchiostro azzurro. Le carte di tavole hanno il margine esterno con barbe. Ottimo esemplare. Legatura coeva in cartonato, piccole rotture e strappi. (2) Straordinario set formato dal primo volume (edito nel 1773) in bellissima coloritura e dal secondo volume (edito nel 1782) impresso su carta forte e con la vignetta del titolo stampata in azzurro. Vedi lotto precedente. € 12000 - 20000 60

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Architettura, Alchimia e Curiosa

50. Angeli Paolo (de) Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe... Descriptio et Delineatio... Romae: ex typographia Bartholomaei Zannetti, 1621. In-folio (mm415x270). Pagine [24], 252, 14 con 17 carte di tavole ripiegate incise in rame fuori testo. Frontespizio calcografico e numerosissime incisioni in rame a piena pagina nel testo. Fioriture sparse e qualche brunitura ma buon esemplare. Legatura coeva in pergamena su cartone, titolo manoscritto al dorso. Al frontespizio nota manoscritta ‘d 80’.

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Rara prima edizione di quest’importante opera dedicata alla Basilica di S. Maria Maggiore, dall’imponente apparato iconografico. Esemplare in prima tiratura, riconoscibile dalla tavola alla pagina 202, rappresentante l’interno della basilica, montata a coprire l’incisione raffigurante il ‘monumento a Clemente VIII’, già impressa a pagina 198 e per un errore di stampa ripetuta. Cicognara, 3579: “Le grandi tavole servono ad illustrazioni della Basilica accompagnate da interpretazioni, iscrizioni, osservazioni storiche, e critiche. Opera di pregio. Edizione diligentemente, e nobilmente eseguita”; Berlin Katalog, 2656. L’esemplare manca ab origine della carta a1, bianca, come alcuni esemplari censiti in biblioteca e tutti quelli passati nelle aste. € 2000 - 3500

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51. Benincasa Rutilio Almanacco perpetuo di Rutilio Benincasa cosentino, illustrato, e diviso in cinque parti, da Ottavio Beltrano... In Venetia: Per Francesco Groppo, 1700. In-8° (mm 160x103). Pagine [24], 516 [i.e. 522], [2]; 140 [i.e. 142], [2]. Numerosissime illustrazioni xilografiche nel testo, anche a piena pagina. Minime arrossature ma buon esemplare. Legatura coeva in pergamena su cartone, titolo manoscritto al dorso, macchie ai piatti e rotture al dorso. Al frontespizio due timbri in inchiostro rosso e nero ‘Biblioteca del Principe Pietro Amoroso d’Aragona’. Bella impressione illustrata di questa famosa opera: un ampio repertorio di nozioni scientifiche inerenti diversi campi di conoscenza, dall’ambito astronomico e astrologico - in particolare vi si tratta degli influssi astrali su attività come la pratica medica e quella agricola - fino a settori quali la cosmografia, la fisiognomica o le scienze matematiche. Il testo è considerato la summa del sapere scientifico e delle credenze popolari dell’epoca. Riccardi I, 115; Krivatsy 1090 (ed. 1665) € 400 - 800

52. Boccone Paolo Museo di fisica e di esperienze variato, e decorato di osservazioni naturali, note medicinali, e ragionamenti secondo i principij de’ moderni... In Venetia: Per Io. Baptistam Zuccaro, 1697. In-4° (mm 224x158). Pagine [8], 319, [1] con 7 carte e 12 pagine di tavole incise in rame fuori testo. In fine sono aggiunte 26 pagine di tavole e una carta di tavola ripiegata che non fanno parte dell’edizione. Esemplare mancante del ritratto dell’Autore. Minime bruniture a pochi fascicoli ma buon esemplare. Legatura coeva in pergamena su cartone, titolo manoscritto al dorso, tagli spruzzati. Al frontespizio monogramma ‘GM’ ed annotazione ‘raro’. Rara edizione originale di questa raccolta di esperienze di fisica e di scienze naturali, contenente anche un saggio sul terremoto di Sicilia del 1693: “an excellent survey of the petroleum seepages and related phenomena known round about 1700. Boccone not only discusses foreign seepages

such as Barbados, Puerto Principe (Cuba), Valona (Albania), Cephalonia (Greece) and others, but also many locations in Italy. In Sicily there was a seepage near the church of St. Febronia in the town of Patti which was stopped by the eartquake of 1693” (Forbes, Studies in early petroleum history, p.83). L’opera, dedicata all’Imperatore Leopoldo I, comprende 46 osservazioni dedicate a molteplici argomenti: oltre al terremoto siciliano l’autore tratta le terre alcaine e medicinali d’Italia, i veleni e le febbri, il ragno velenoso della Corsica e la tarantola pugliese. Il botanico palermitano Paolo Silvio Boccone è considerato uno dei padri fondatori della moderna botanica e, per le sue doti di naturalista gli Accademici dei Curiosi della Germania lo nominarono ‘il Plinio del nostro secolo’. Le tavole in fine di volume sono probabilmente pertinenti al Museo di piante rare della Sicilia dello stesso autore pubblicato nello stesso anno. Mira I, 112: ‘raro’; Brunet I, 1021: ‘peu commun’; Graesse I, p. 457; Gamba, 1806; Krivatsy, 1409: Forbes Robert James. Studies in early petroleum history. Leiden, Brill, 1958. € 1000 - 1500

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53. Borch Oluf Hermetis, Aegyptiorum, et chemicorum sapientia ab Hermanni Conringii animadversionibus vindicata. Hafniae: sumptibus Petri Hauboldi Reg. Acad. Bibl., 1674. In-4° (mm 196x151). Pagine [12], 448, [8] con una tavola ripiegata incisa in rame fuori testo. Bruniture alle carte ma buon esemplare. Legatura settecentesca in pelle rimontata, dorso originale applicato, restauri e sguardie rinnovate. Prima e unica edizione di questo importante testo di storia alchemica. L’esemplare è una delle pochissime copie nella prima tiratura caratterizzata dalla presenza della dedica a Colbert e dalla tavola incisa in rame, che raffigura tre tipi di alambicchi. Duveen, 89: ‘this plate is a copy from a MS. Of Zosimus (ca. 500 A.D.) of the earliest known illustration of distilling apparatus’; Caillet I, 1414. € 1000 - 2000

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54. Dalechamps Jacques Historia generalis plantarum, in libros XVIII. per certas classes artificiose digesta, haec, plusquam mille imaginibus plantarum locupletior superioribus, omnes propemodum quae ab antiquis scriptoribus, Graecis, Latinis, Arabibus, nominantur... Lugduni: apud Gulielmum Rouillium, 1587 [i.e. 1586]. Due parti in due volumi in-folio (mm 376x247). Pagine [12], 1095, [1]; [2], 1097-1922, [72], 36, [4]. Frontespizi in rosso e nero, numerosissime xilografie nel testo. Esemplare lievemente brunito, piccola lacuna restaurata al margine esterno dell’ultima carta del primo volume, qualche macchia di ossido alle carte. Legatura coeva in pelle, titoli in oro ai dorsi, piccolo ferro in oro a forma di cappello ai dorsi, titolo calligrafato e martellato ai tagli di piede. Abrasioni e segni d’uso più evidenti ai piatti, rotture alle cerniere del secondo volume. (2) Edizione originale dell’opera più importante del fisico, naturalista e botanico francese Jacques Dalechamps, alla cui stesura collaborarono anche Jean Des Moulins e Guillaume Rondelet. L’edizione descrive oltre tremila piante, con particolare attenzione verso la flora della zona lionese ed è illustrata da oltre di 2600 xilografie nel testo, molte derivate dall’opera del Mattioli e di L’Obel. Esemplare in variante B, con la data di stampa della prima parte cambiata da ‘1586’ a ‘1587’. Nissen, 446; Baudrier IX, 397-398. € 3000 - 5000 Roma, Via Antonio Bertoloni 45 - asta@philobiblon.org - tel / fax +39 06 45555970

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55. Dorn Gerhard Chymisticum artificium naturae, theoricum & practicum: ciuis Summarium versa pagella clariùs indicabit. [Basel: Thomas Guarin], 1568. In-8° (mm 164x100). Pagine 156, [4] (ultime due carte bianche). Emblema alchemico con monade inciso in legno al frontespizio e alcune illustrazioni xilografiche nel testo. LEGATO CON: Id., Artificii chymistici physici, metaphisicique, secunda pars & tertia, quarum summarium versa pagella dabit Accessit etiam tertiae parti, de praeparationibus metallicis in vtroque lapidis philosophorum opere maiore minoreque tractatus... [Basel: Thomas Guarin], 1569. In-8°. Pagine [16], 440, [8]. Lievi bruniture, qualche macchia a poche carte, restauro al margine inferiore esterno degli ultimi due fascicoli senza perdite di testo. Legatura coeva in pergamena floscia, titoli manoscritti al dorso, ampia lacuna restaurata al piatto posteriore, sguardie rinnovate. Al frontespizio della prima parte nota di possesso ‘Jacobi Philippi Taglianacca’, ripetuta all’ultima carta bianca e al secondo frontespizio. Il volume raccoglie l’edizione originale dei primi due scritti di cui si compone l’opera completa del Dorn, molto rari a trovarsi anche solo singolarmente. L’opera è una summa alchemica pratica con particolare attenzione alle fasi distillatorie, a tutti i possibili cambiamenti di stato dei metalli e agli insegnamenti di Paracelso e Trithemius. Nel 1570 Dorn pubblicherà in aggiunta il Lapis metaphysicus, aut philosophicus qui universalis medicina vera fuit patrum antiquorum. Ferguson I-220; Duveen, 177-178. Sul luogo di stampa e lo stampatore si veda VD16 D2399. € 1200 - 2500 66

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56. Eleazar Abraham Uraltes Chymisches Werk... Erfurt: verlegts Augustinus Crusius, 1735.

zata, titolo in oro su tassello al dorso. Note manoscritte coeve lungo il testo e ai margini delle tavole.

In-8° (mm 175x100). Pagine [44], 122, [14]; [2], 87, [15], antiporta incisa in rame e 15 tavole più volte ripiegate incise in rame fuori testo (7 alla prima parte e 8 alla seconda; le tavole della seconda parte sono state legate al contrario). Frontespizio in rosso e nero, numerose xilografie nel testo; esemplare interfoliato. Minime bruniture ma buon esemplare. Legatura moderna in mezza pergamena con punte, piatti rivestiti in carta marmoriz-

Esemplare interfoliato e annotato di questa edizione originale, molto rara. Le celeberrime tavole sono allegorie gnostiche dell’opus alchemicum. La seconda parte contiene, con proprio frontespizio Donum Dei Samuelis Baruch, des Juden Rabbi, Astrologi und Philosophi..Duveen, 1; Bolton, 980: “This work is of great rarity”; Ferchl, 1; Ferguson I, 3; Caillet I, 31. € 1800 - 2500

57. Eytzinger Michael Pentaplus regnorum mundi. Antverpiae: ex officina Christophori Plantini, Architypographi Regij, 1579. In-4° (mm). Carte [4], 110, [58] con 6 carte di tavole fuori testo più volte ripiegate. Marca tipografica al frontespizio e illustrazioni xilografiche nel testo, anche a piena pagina. Minime bruniture, alcuni strappi riparati alle pieghe delle tavole ma buon esemplare. Legatura settecentesca in pelle, cornici in oro ai piatti, titolo in oro su tassello rosso al dorso, sguardie in carta marmorizzata, abrasioni alle cerniere. Al frontespizio antica segnatura cassata ma leggibile ‘ A.29.G. 16-Ts’; a carta A2r applicata piccola etichetta cartacea ‘Biblioteca del Exc.mo. Senor Marques de Astorga’. Edizione originale. L’Autore, lo storico austriaco Michael Eytzinger, è famoso per l’invenzione della cosiddetta Ahnentafel o ‘tavola degli antenati’ fondata su un innovativo metodo basato sull’attribuzione di vari numeri ai diversi membri del proprio albero generalogico, in modo da fissare una sequenza stabile delle discendenze. Voet, 19; Sorgeloos, 2; Rosenthal, 3665: “Ouvrage assez singulier dans lequel l’auteur a voulu simplifier la chronologie a l’aide des methodes synoptiques, de figures cabalistiques, tables chronologiques singulieres et de combinaisons mathematiques bizarres”. € 1000 - 2000 Roma, Via Antonio Bertoloni 45 - asta@philobiblon.org - tel / fax +39 06 45555970

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58. Fontana Domenico Della trasportatione dell’obelisco vaticano et delle fabriche di nostro signore papa Sisto V. fatte dal cavallier Domenico Fontana architetto di sua santita. Libro primo [-secondo]. In Roma [i.e. Napoli]: appresso Domenico Basa [i.e. Costantino Vitale], 1590 [i.e. 1604]. (Al colophon:) In Napoli: appresso Costantino Vitale, 1604. Due parti in un volume in-folio (mm 410x275). Carte 94 (ripetute le carte 66 e 86), [1]; 30 (tavola 4 non numerata, con una carta non numerata tra le tavole 27 e 28), 3 tavole incise aggiunte, di cui 1 più volte ripiegata. La tavola 5 della seconda parte è doppia, e manca la carta numerata 4. La prima parte ha un totale di 38 tavole incise e la seconda 17 (18 con la quinta tavola doppia numerata una volta sola: le altre incisioni doppie sono numerate due volte). Ritratto parzialmente controfondato, frontespizio restaurato al margine interno, arrossature e qualche macchia alle carte, restauri all’ultima carta. Il 68

frontespizio e le carte 94 e 95 del primo libro vengono probabilmente da altro esemplare. Legatura settecentesca in pergamena su cartone, titolo in oro al dorso, tagli spruzzati rossi. Al contropiatto anteriore nota manoscritta ‘Ex libris C. Vroebel’ e collocazione ‘Sc.4-05’. Rarissima edizione napoletana dell’opera del Fontana, la prima a contenere il secondo libro dove il Fontana tratta più precipuamente di ingegneria. Tutte le tavole incise per la prima edizione del Libro Primo da Natale Bonifazio da Selenico - celebri e assai lodate (cfr. Choix, XII, 16956) - sono qui ripetute utilizzando gli stessi rami, compreso il frontespizio inciso che infatti reca la data 1589. L’apparente mancanza della Tavola 4 è legata ad un difetto di numerazione come negli esemplari della Classense di Ravenna e della Marciana di Venezia. Fowler, 125; Berlin Kat., 2652 (mancante delle tavole aggiunte in fine); Mortimer I, 281. € 4500 - 7000

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59. Francini Alessandro Livre d’Architecture contenant plusieurs portiques de differentes inventions, sur les cinq ordres de Colomnes... A Paris: chez Melchior Tavernier, 1631. In-folio (mm 415x295). Carte [4], XL carte di tavole a piena pagina incise in rame fuori testo. Qualche alone marginale e lievissime tracce di sporco ma buon esemplare genuino. Legatura coeva in pergamena floscia.

Prima edizione molto difficile da trovarsi completa di tutte le tavole incluso il ritratto dell’Autore inciso da Abraham Bosse. Sebbene alcune tavole siano sottoscritte dall’editore Melchior Tavernier è probabile che siano tutte opera dello stesso Bosse. Fowler, 126: “The work is a handsome folio of entrance designs in doubtful taste. A later edition was issued in Paris in 1640, and Nagler list an English traslation of 1669”; Berlin Katalog, 3852; Brunet II, 1374: “de toute rareté”. € 1500 - 2500

60. Fusch Remaclus Historia omnium aquarum, quae in communi hodie practicantium sunt usu, vires, et recta eas distillandi ratio, libellus plane aureus, nunc in communem utilitatem evulgatus... (Al colophon:) Venetiis: excudebat Venturinus Roffinellus typographus, 1542. In-12° (mm 104x75). Carte [63], le ultime due bianche. Esemplare privo di legatura. Rarissimo trattatello sulle qualità delle differenti acque utilizzabili nei procedimenti alchemici che ebbe - sempre nel 1542 - anche un’edizione parigina presso Ioannem Foucherum e Vivantium Gualtherot. L’Autore, il naturalista e medico tedesco noto anche come Remaclus di Limbourg dal nome della città natale, fu anche un apprezzato botanico. Pettegree-Walsby. French Books III & IV, 71108 € 600 - 1000 Roma, Via Antonio Bertoloni 45 - asta@philobiblon.org - tel / fax +39 06 45555970

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61. Helmont Franciscus Mercurius (van) Alphabeti vere naturalis hebraici brevissima delineatio. Quae simul methodum suppeditat... Sulzbaci: typis Abrahami Lichtenthaleri, 1657 [i.e. 1667]. In-16° (mm 125x70). Pagine [34], 107, [1] e 36 carte di tavole numerate incise in rame fuori testo. Antiporta incisa in rame raffigurante l’Autore nell’atto di misurarsi la bocca allo specchio. Antiporta controfondata e rifilata al margine esterno entro la battuta della lastra, primo fascicolo rifilato al margine superiore a sfiorare il testo altrimenti buon esemplare. Legatura ottocentesca in pergamena, titolo in oro su tassello al dorso. Note bibliografiche con citazione da Brunet al risguardo.

Rara edizione originale di questa colta e curiosa opera dell’alchimista Franciscus van Helmontt, in cui si tenta di provare, anche tramite lo studio dell’anatomia degli organi vocali, che l’ebraico è la lingua naturale del genere umano. Larousse IX, 159: “l’hébreu est si bien la langue naturelle de l’homme, celle que les organes vocaux émettent spontanément, qu’en en représentant les sons par des images, les sourds-muets l’articuleraient à première vue. C’était le but qu’il poursuivait avec son alphabet primitif”; Brunet III, 91: “Petit volume curieux et rare”. La data al frontespizio ‘1657’ è in realtà un errore tipografico per ‘1667’. € 1100 - 1800

62. Iamblichus De mysteriis Aegyptiorum, Chaldæorum, Assyriorum... Lugduni: Apud Ioan. Tornaesium, 1577. In-16° (mm 117x75). Pagine 543, [1]. Marca xilografica al frontespizio e altra in fine. Lievissime bruniture a poche carte ma buon esemplare. Legatura coeva in pergamena floscia, titolo manoscritto al dorso, rotture alle cuffie. Al frontespizio due antichi timbri in inchiostro con stemma nobiliare. Oltre alla celeberrima opera di Iamblichus l’edizione contiene anche: Proclus Diadochus, Commentaria In primum Platonicum Alcibiadem; Porphyrius, De operatione daemonum; Michael Psellus, Hermetica; Hermes Trismegistus, Hermetica e Pimander. Caillet II, 5489. € 500 - 1000

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63. Lavinheta Bernardus (de) Opera omnia quibus tradidit artis Raymundi Lullii compendiosam explicationem, et eiusdem applicationem ad I. Logica. II. Rhetorica. III. Physica. IV. Mathematica. V. Mechanica. VI. Medica. VII. Metaphysica. VIII. Theologica. IX. Ethica. X. Iuridica. XI. P. Coloniae: sumptibus Lazaris Zetzneri bibliopolae, 1612. In-8° (mm 179x109). Pagine [8], 668, [12] con numerose illustrazioni xilografiche nel testo, di cui 3 a piena pagina e 2 con volvelle alle pagine 129 e 352. Alcune carte con notazioni musicali a stampa. Lievi fioriture, usuali bruniture alle carte, fallo di carta all’angolo inferiore di carta pp3 ma buon esemplare. Legatura coeva in pergamena

su cartone, antichi restauri al dorso. Note manoscritte in inchiostro rosso alle prime carte; al contropiatto anteriore applicato ex libris ‘H. Reiherr Walther Sterneak’. Prima edizione di questa raccolta di importanti testi di astrologia, alchimia ed esoterismo curati da Johann Heinrich Alsted, noto anche per le sue edizioni di opere di Giordano Bruno. Raro, soprattutto a trovarsi con le volvelle. L’edizione contiene anche, con proprio frontespizio, l’Hortulus medicus secretissimus... Raimumdi Lullii, Joannis de Rupescissa, & Bernhardi de Lavineta.. Caillet, 6866; Graesse IV, p. 127; Jacher I, 303; Palau, 133290; Krivatsy, 6713. € 1000 - 1500

64. Liceti Fortunio De Mundi, & Hominis Analogia Liber Unus... Utini: Ex Typographia Nicolai Schiratti, 1635. In-4° (mm 200x146). Pagine [8], 171, [1]. Emblema calcografico dell’Autore con motto ‘Fortasse Licebit’ inciso in rame al frontespizio. Minime fioriture marginali ma buon esemplare. Legatura moderna in pergamena di recupero, cerniera anteriore staccata. Rara edizione originale, stampata a Udine, di quest’opera filosofica redatta dal medico ligure Fortunio Liceti che indaga le analogie fra Dio, la Natura e l’Uomo con metodo aristotelico. “Il concetto di analogia, presente in Tommaso d’Aquino per stabilire un nesso razionale tra Dio e l’uomo, si trova pure sul fronte aristotelico con Fortunio Liceti autore del De mundi, et hominis analogia (1635). Liceti è noto per quanto Galileo gli scrisse nel 1640: ‘... se Aristotele vedesse le novità scoperte novamente in cielo [...], indubitamente egli, mutando opinione, direbbe ora il contrario [...]’. Mentre per gli aristotelici come Liceti l’analogia è una scorciatoia per arrivare a determinate conclusioni, nel post-galileiano Barbari l’analogia serve a suggerire una possibile strada da percorrere sperimentalmente nello studiare i fenomeni.” (Montanari Antonio. ‘Filosofia, Padrona, Natura liberata’. Un ‘Discorso sul metodo’ di Giuseppe Antonio Barbari Da Savignano (1647-1707) in Studi Romagnoli, LV (2004), Stilgraf, Cesena 2006, pp. 495-510). € 900 - 1500 Roma, Via Antonio Bertoloni 45 - asta@philobiblon.org - tel / fax +39 06 45555970

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65. Limojon de Sainct Disdier Alexandre Toussaint (de) Le Triomphe hermetique, ou La pierre philosophale victorieuse... Amsterdam: chez Henry Wetstein, 1699. In-8° (mm 156x87). Pagine [14], 153, [1] con una grande tavola incisa in rame fuori testo e più volte ripiegata. Frontespizio in rosso e nero. Minime bruniture ma buon esemplare. Legatura coeva in pelle, titolo e fregi in oro al dorso, abrasioni e piccole rotture. Al risguardo anteriore nota coeva ‘N.23’. Non comune edizione di questo compendio di arte alchemica che contiene tre trattati: L’ancienne guerre des chevaliers ou Entretien de la Pierre des philosophes avec l’or et le mercure; Entretien d’Eudoxie et de Pyrophile sur l’ancienne guerre des chevalier e le Lettres aux vrays disciple d’Hermès contenant 6 principales clefs de la philosophies secrètes. La grande tavola De cavernis metalloborum occultis est, qui Lapis est venerabilis. Hermes illustra un emblema allegorico del procedimento alchemico per creare la Pietra Filosofale. Dorbon, 2706; Duveen, 361; Caillet II, 6696; Ferguson II, 39. € 650 - 1000

66. Locatelli Lodovico Theatro d’arcani... nel quale si tratta dell’arte chimica, & suoi arcani... In Venetia: presso Paolo Baglioni, 1667. In-8° (mm 160x105). Pagine [16], 392 [i.e. 394], [24]. Minime fioriture e bruniture ma buon esemplare. Legatura coeva in pergamena floscia, titolo manoscritto al dorso con etichetta cartacea di collocazione. Nota manoscritta alla carta di guardia ‘Ex dono D. Dominici Ferracuti’; al contropiatto anteriore applicata eticheta con segnatura ‘43 B 14’ e timbro a secco coronato ‘L’. Seconda edizione di questo raro trattato alchemico, originariamente stampato a Milano nel 1644. L’opera è principalmente conosciuta per la proposta dell’autore di applicare l’argento vivo per la cura della sifilide. Sull’autore, il chimico bergamasco Lodovico Locatelli, sono pervenute poche notizie, ma un suo bel ritratto è accolto nella Scena 72

letteraria de gli scrittori bergamaschi aperta alla curiosità de suoi concittadini, redatta da Donato Calvi e stampato a Bergamo nel 1664, dove si legge: “tutto alla Chimica professione si dedicò; arte da Lodovico stimata quasi divina, per haver del sopranaturale nella separatione degl’elementi, nel cavare e disgiungere il puro dall’impuro, e nell’estrattione delle quinte essentie, tinture sì de’ minerali e vegetabili come anco degl’animati... et per appagare la curiosità degl’ingegni maravigliosi, sì fattamente nella spagirica et empirica accreditò il suo nome, che in molte occasioni fu pratticato un novello Esculapio per medicina de’ languori. Nel suo Teatro d’Arcani, che è uno de’ più virtuosi parti de Locatelli, framischia varie zifre & caratteri oscuri, non perché desideri non esser inteso, ma perché brama che tutti intendano” (pp. 353-354). Krivatsy 7074; Piantanida, 2203 (prima edizione); Olschki, Choix, IX, 13401 (prima edizione). € 750 - 1500

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67. Lull Ramòn Ars brevis illuminati doctoris magistri Raymundi Lull. Quae est ad omnes scientias pauco & brevi tempore assequendas introductorium & brevis via... Parisiis: apud Aegidium Gorbinum, sub insigni spei, è regione Collegij Cameracensis, 1578. In-16° (mm 119x79). Pagine [48] con 1 tavola ripiegata (di 2, manca la Tabula Generalis) e tre xilografie a piena pagina di cui una con volvelle. Lieve e uniforme brunitura delle carte ma buon esemplare. Legatura dei primi del Novecento in pergamena, titolo in oro su tassello in pelle al dorso. Al contropiatto anteriore applicato ex libris ‘Enrico Gaetani’ con motto ‘Inveni non quaerens’; al contropiatto posteriore nota di acquisto in pastello blu ‘Questo libro da me fu acquistato dal Rapaport nel 1970 al prezzo di £500.000’ seguita da monogramma illeggibile. Rarissima edizione compendiata - e per questo definita brevis - dell’Ars Magna del filosofo e teologo catalano vissuto nel XIII secolo e autore di numerosi scritti di argomento scientifico, mistico-filosofico e anche letterario. L’opera di Lull si colloca per molti critici tra le basi della scienza moderna e venne studiata e approfondita da pensatori come Nicola Cusano, Giovanni Pico della Mirandola, Giordano Bruno, Cartesio e Leibniz. Palau 14370-14384; Duveen, p. 370. € 600 - 1000

68. Lull Ramòn Testamentum Raymundi Lulli doctissimi et celeberrimi philosophi, duobus libris universam artem chymicam complectens. Item eiusdem Compendium animae transmutationis artis metallorum. Secunda aeditio... Coloniae Agrippinae: Apud Ioannem Birckmannum, 1573. In-8° (mm 155x90).Carte [4], 231, [8] (di 9, manca l’ultima carta bianca) con 2 tavole xilografiche ripiegate fuori testo. Alcune incisioni in legno nel testo. Lievi brunitre, gora alla metà superiore delle carte, qualche lavoro di tarlo al margine di poche carte. Legatura secentesca in pelle bazzana, titolo e fregi in oro al dorso, abrasioni.

Seconda edizione di una delle maggiori opere di alchimia di Lull. Il Testamentum contiene la summa delle conoscenze lulliane ed è diviso in una parte pratica sulla distillazione e sulle trasformazioni, una parte dedicata alla Pietra filosofale e una terza parte in cui si disquisisce sull’alfabeto lulliano. Thorndike IV, 38; Duveen, p. 369: “Perhaps the author’s most important alchemical work... and one of the few genuine works of the many attributed to him”; Ferguson II, 54; Palau, 143896. € 1500 - 3000

Roma, Via Antonio Bertoloni 45 - asta@philobiblon.org - tel / fax +39 06 45555970

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69. Niceron Jean François La Perspective curieuse ou Magie artificiele des effets merveilleux. De l’Optique, par la vision directe. La Catoptrique, par la reflexion des miroirs plats, Cylindriques & Coniques... A Paris: Chez Pierre Billaine, 1638. In-folio (mm 353x234). Pagine [24], 120, [4] e 25 carte di tavole numerate incise in rame fuori testo di cui una a doppia pagina. Restauri ai margini dell’occhietto e dell’ultima carta di tavole, lieve gora al margine inferiore di poche carte, più visibile al fascicolo D altrimenti buon esemplare. Legatura coeva in pelle, titolo impresso in oro su tassello e fregi in oro al dorso a cinque nervi.

Edizione originale di questa opera fondamentale nello studio delle applicazioni prospettiche. L’edizione, divisa in quattro libri, è strutturata come un manuale che, partendo dalle basi geometriche tratta sia le prospettive semplici che le prospettive deformate applicabili alle superfici curve e le anamorfosi pittoriche. La discussione sulle rifrazioni presente nel quarto libro contiene secondo Mahoney (DSB, X.104): “the first published reference to Descartes’ derivation of the law of refraction”. Cicognara, 849; Caillet, III 7972. € 3000 - 5000

70. Nigrisoli Francesco Maria Considerazioni intorno alla generazione de’ viventi e particolarmente de’ mostri... In Ferrara: presso Bernardino Barbieri, 1712. In-4° (mm 202x153). Pagine [14], 382 con tre tavole incise in rame più volte ripiegate fuori testo. Minime bruniture, più accentuate ai fascicoli zz, AAA-CCC, ma buon esemplare. Legatura coeva in cartonato probabilmente rimontata, dorso rivestito in carta marmorizzata. Edizione originale, rara, di quest’opera in cui l’Autore si oppone alla visione meccanicistica dei fenomeni vitali. Quest’opera viene considerata un importante contributo alla moderna filosofia scientifica sperimentale. L’esemplare - identico alla copia all’Archiginnasio di Bologna, a quella della Biblioteca della facoltà di giurisprudenza dell’Università di Milano e a quella censita in Hirsch IV, 374-375 - è mancante della carta +4, contenente la Tavola delle Considerazioni che sembra caratterizzare una tiratura differente. € 1000 - 2000 74

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71. Papin Nicolas, Mohy Henri, Digby Kenelm Theatrum sympatheticum, in quo sympathiae actiones variae, singulares & admirandae tam macro quam microcosmicae exhibentur... Norimbergae: impensis Joh. And. & Wolffg. Jun. Endterorum haered., 1660. In-12° (mm 135x75). Pagine [20], 377, [3]. Antiporta allegorica ripiegata incisa in rame. Evidenti bruniture. Legatura coeva in pergamena su cartone. Edizione originale molto rara che raccoglie gli scritti di Nicolas Papin, Herni Mohy e Kenelm Digby. Tra gli scritti di quest’ultimo c’è la prima descizione della Polvere di simpatia, anche detta Unguento armario: un preparato medico composto da una mistura di vetriolo polverizzato e gomma che aveva il potere di risanare più velocemente una

ferita causata da un’arma se veniva spalmata direttamente sull’arma che aveva inferto la ferita. Sulla base di tale credenza il Parlamento inglese fece anche delle prove per risolvere l’allora fondamentale problema della latitudine in mare. Il metodo per la misurazione che si rifaceva alle proprietà della polvere di simpatia consisteva nel prendere un cane, procurargli una piaga in modo che rimanesse sempre aperta e imbarcarlo su una nave. Ad un’ora concordata, per esempio a mezzanotte, nel porto da dove era salpata la nave si spargeva una sostanza irritante sulla lama insanguinata che aveva ferito l’animale con l’effetto di provocare dolore al cane che avrebbe guaito segnalando in questo modo che in quel momento era mezzanotte sul meridiano di partenza e, conoscendo l’ora locale, si poteva dedurre la longitudine. Krivatsy, 11770; Neu, 4012; Caillet, 10600; Thorndike VII, 505. € 1000 - 2000

72. Paradin Claude Symbola Heroica... Multo, quàm antea, fideliùs de Gallica lingua in Latinam conversa. Antvrpiae: ex Officina Christophori Plantini, 1567. In-16° (mm 118x74). Pagine 316, [4]. Marca tipografica xilografica al frontespizio e numerosissime illustrazioni xilografiche lungo il testo. Minime bruniture, macchie al fascicolo t altrimenti buon esemplare. Legatura settecentesca in pelle, fregi in oro e titolo in oro su tassello al dorso, tagli rossi. Rare note a poche carte. Non comune edizione plantiniana, profusamente illustrata. Apparsa a stampa per la prima volta nel 1551 a Lyon in lingua francese, venne tradotta in latino da Johannes Gubernator e in questa versione, per iniziativa dell’editore, arricchita di 37 emblemi tratti dalle imprese di Gabriele Simeoni. Belgica Typographica, 6500; Sorgeloos, 368. € 650 - 1000 Roma, Via Antonio Bertoloni 45 - asta@philobiblon.org - tel / fax +39 06 45555970

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73. Politi Lancelotto La sconficta di Monte Aperto. (Al colophon:) Impresso nella alma citta di Siena: per Symione di Nicholo cartolaio, 28 aprile 1502. In-4° (mm 195x135). Carte [54]. Segnatura: a-f8 g6. A carta a1r grande xilografia raffigurante una veduta di Siena con la scritta ‘Sena Vetus’, in alto immagine della Madonna con motto ‘Salva nos ne pereamus’, il tutto entro cornice xilografica con mascheroni, animali fantastici e motivi ornamentali. Minime macchie marginali a qualche carta ma ottimo esemplare. Legatura moderna in vitellino nocciola, cornice di triplici filetti ai piatti, titolo e fregi in oro al dorso, decorazioni in oro alle unghiature, tagli dorati. Unica edizione di estrema rarità di questo importante resoconto storico sulla battaglia di Montaperti. Lo stampatore Simone di Nicolò di Nardo, detto il Rosso, fu il primo italiano a stampare a Siena. Le uniche altre copie che siamo riusciti a rintracciare nelle aste degli ultimi cinquanta anni sono quella Chatsworth (Cat. Laurence Witten del 1983, proposta a 1.550 $) e la copia Landau (Christie’s Londra, 26 novembre 1997, lotto 52, battuto a 1.500 £ più diritti e descritto come “Browned throughout; tear in foremargin of last leaf “). Sander, 5806; Landau II, 479. Leoncini Alessandro, 28 Aprile 1502 - 28 Aprile 2002 Per i cinquecento anni della pubblicazione del primo libro stampato da un cittadino senese in Accademia dei Rozzi, n. 16, pp. 13-15: “La Sconficta di Monte Aperto, pubblicata quando Lanzillotto Politi aveva solo diciannove anni, è frutto di una giovanile passione per la storia ma certamente, considerando l’attitudine allo studio del futuro teologo, il Politi non si sarà limitato a riportare pedissequamente quanto scritto dai cronisti che l’avevano preceduto ma avrà indagato su documenti ora perduti, e questo conferisce alla sua opera un interesse peculiare. Sarebbe interessante sapere se il giovane giurista senese fu indotto a scrivere la sua opera solo da orgoglio civico o anche, almeno in parte, dalla lettura della Divina Commedia [...] incuriosito dai celebri versi dell’Inferno dantesco rievocanti “lo strazio e il grande scempio / che fece l’Arbia colorata in rosso” e disturbato dalle leggende che si erano accumulate sulle reali vicende storiche, abbia deciso di approfondire l’argomento, affrontandolo e facendone oggetto di studio con il classico spirito dell’umanista rinascimentale. Una certa curiosità la desta comunque lo stesso titolo del

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libro: un titolo strano per un’opera scritta da un senese quando la conquista della città da parte dei fiorentini pareva cosa remota. Per quale motivo un senese avrebbe scritto un libro su quella che in pratica, a parte la battaglia di Poggio Imperiale del 1479, era stata fino ad allora l’unica vittoria importante ottenuta da Siena contro Firenze e lo intitola La sconficta di Monta Aperto? [...] Per un motivo che a molti senesi può ancora oggi apparire logico: anche nel Palio, assai spesso, è più importante ottenere la sconfitta dell’avversario che non la propria vittoria. E proprio questo intendevano fare gli antichi senesi chiamando sconfitta la vittoria del 1260: ricordavano non tanto l’effimera vittoria di Siena - vanificata solo dopo nove anni dalla ben più decisiva battaglia di Colle - quanto la preziosa, poiché unica, ‘sconficta’ subita dai fiorentini. Un’altra peculiarità del libro è che nel frontespizio porta una xilografia con la Veduta di Siena protetta dalla Vergine, riprodotta da Simone di Niccolò anche in altre edizioni negli anni seguenti. La veduta è simile a quella dipinta dal Pinturicchio pochissimi anni dopo il1502 nell’affresco della Libreria Piccolomini raffigurante Pio II presente all”incontro fra Federico III e Eleonora di Portogallo. L’incisione stampata da Simone è delimitata da una cornice a fondo nero ispirata alle grottesche che in proprio quegli anni alcuni artisti, Pinturicchio in testa, stavano ricopiando a Roma negli scavi della Domus Aurea appena riscoperta, e mostra una veduta della città ripresa da nord, con l’Antiporto di Camollia in primo piano, riconoscibile anche dalla tettoia che proteggeva l’affresco di Simone Martini con la Vergine Assunta, e con a lato l’oratorio di San Bernardino al Prato. In secondo piano è rappresentato il Portone di Mezzo. Alle spalle della Castellaccia si scorge Porta Camollia sormontata dalle due torri dei Sermolli e decorata con gli stemmi civici. All’interno delle mura si sviluppa una Siena zeppa di casette e torri fra le quali si distinguono chiaramente quelle del Mangia e del Duomo. La Sconficta di Monte Aperto [...] divenne una rarità bibliografica molto presto, al punto che nel 1699 Galgano Bichi, raccoglitore di patrie memorie, non potendo acquistare il volume del Politi, già a quell’epoca introvabile, dovette accontentarsi di farlo ricopiare a mano perché le poche persone che lo hanno lo tengono molto caro”. Sander, 5806; STC Italian, 530; Norton, Italian printers 1501--1520, p. 113. Sulla veduta xilografica si veda AA.VV. Iconografia di Siena. Rappresentazione della città dal XIII al XIX secolo, 2006, n. 254. € 6000 - 10000

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74. Trithemius Iohannes Steganographia: hoc est: ars per occultam scripturam animi sui voluntatem absentibus aperiendi certa... Praefixa est huic operi sua clauis, seu vera introductio ab ipso authore concinnata... Darmbstadij: ex officina typographica Balthasaris Aulaeandri, sumptibus verò Ioannis Berneri, bibliop. Francof., 1621. Tre parti in un volume in-4° (mm 205x153). Pagine [8], 158, [2]; 64; 7, [1]. Marche tipografiche xilografiche ai frontespizi della seconda e terza opera, illustrazioni xilografiche nel testo. Piccolo lavoro di tarlo al margine interno delle carte che solo occasionalmente sfiora il testo, strappo restaurabile a carta R3, usuali bruniture ma buon esemplare, genuino. Legatura coeva in pergamena su cartone, collocazione manoscritta. Timbro in inchiostro rosso al frontespizio ‘Biblioth. Nekhitariana Venetiis’. Edizione non comune di questa celeberrima opera di criptologia e di studi esoterici del Trithemius. L’edizione contiene anche - con frontespizi propri - la Clavis steganographiae e la Clavis generalis triplex in libros steganographicos Iohannis Trithemii. Dorbon, 4959: “Edition rare [...] avec quelques figures et trois titres [... ]. Caillet III, 10834; Galland, Bibl. of cryptology, pp. 181 - 83; Shulman, Bibliogr. of cryptography, p. 8. € 1100 - 2000 78

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75. Ulstadt Philipp Coelum Philosophorum, seu Liber de secretis Naturae... variisque figuris illustratus... Lugduni: apud Gulielmum Rouillium, 1557. In-8° (mm 118x80). Pagine 431, [15] (di 17, manca l’ultima carta bianca. Marca tipografica incisa in legno al frontespizio e numerose illustrazioni xilografiche lungo il testo. Bruniture, piccoli lavori di tarlo marginali a poche carte. Legatura coeva in pergamena, titolo manoscritto al dorso. Maniculae di mano coeva a qualche carta; al frontespizio timbro nobiliare in inchiostro rosso con corona e monogramma ‘VAG’.

Rara edizione di questo importante testo alchemico - il primo redatto in terra svizzera - illustrato da numerose xilografie raffiguranti fiasche, recipienti, alambicchi, fornaci e processi alchemici di distillazione. Thorndike V, 541-2, 602, 621; Bibl. Magica, 1191; Dorbon, 4992: “Ulstade loue les propriétés de l’Or potable et celles de l’eau-de-vie; il nous donne, entre autres, la recette d’une liqueur, eau-de-vie de l’Empereur Frédéric troisième, fort goûtée des gourmets du Moyen-Age”; Partington II, 84: “All editions of the book are rare”. € 1000 - 2000

76. Ventura Lorenzo De ratione conficiendi lapidis philosophici, liber unus... Huic accesserunt eiusdem argumenti Ioan. Garlandij Angli liber unus. Et ex Speculo magno Vincentij libri duo. Basileae: ex officina Petri Pernae, 1571. Tre parti in un volume in-8° (mm 158x95). Pagine [16], 203, [21]; 121 [i.e. 119], [9]; 173, [3]. Lavori di tarlo ai margini della prima metà dell’opera che, al fascicolo h, ledono il testo; bruniture e lievi gore. Legatura secentesca in pergamena su cartone quasi completamente staccata. Ad una delle carte di guardia posteriori nota di possesso ‘Ego domino Aurelio Bevolus’; alcune note e sottolineature dell’epoca al testo. Rara e ricercata prima edizione collettiva delle opere alchemiche di Lorenzo Ventura. Gli scritti del medico veneziano dedicati alla pietra filosofale entrarono nel volume secondo del Theatrum chemicum (Argentorati: sumptibus Lazari Zetzneri, 1613) insieme a quelli - tra gli altri - di Albertus Magnus, Roger Bacon e Giovanni Francesco Pico della Mirandola. Duveen, 601; BMSG, 887. € 900 - 1500 Roma, Via Antonio Bertoloni 45 - asta@philobiblon.org - tel / fax +39 06 45555970

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77. Vitruvius Pollio De Architectura Libri Dece traducti de latino in Vulgare affigurati Comentati & con mirando ordine Insigniti... (Al colophon:) Impressa nel amoena & delectevole Citate de Como: p[er] Magistro Gotardo da Po[n]te, 1521. In folio (mm 392x270). Carte [8], CLXXXIII, [1]. Illustrato da 117 xilografie di cui 10 a piena pagina incluse le tre piante della Cattedrale di Milano e i diagrammi raffiguranti l’Uomo Vitruviano. Primo e ultimo fascicolo da altro esemplare, frontespizio sporco con un foro che lede il testo, macchie alle carte R8, S e Y2, strappi e restauri alle ultime due carte, esemplare discreto. Legatura moderna in pelle con cornici impresse a secco ai piatti, titoli in oro al dorso, tagli azzurri. Prima edizione in volgare dell’opera di Vitruvio, una delle più belle e più ricercate stampe di questo fondamentale trattato di architettura. Il commentatore Cesare Cesariano, pupillo di Bramante e Leonardo, anzitempo applicò quei principi architettonici di simmetria e proporzione che vennero più tardi elaborati dal Vignola. Cicognara, 690; Berlin Katalog 1802; Fowler, 310; Sander, 7696; Adams V, 914; PMM 26: “The ten books of ‘On Architecture’ deal with principles of building in general, building materials, designs of theatres, temples and other public 80

buildings, town and country houses, baths, interior decoration and wall paintings, clocks and dials, astronomy, mechanical and military engineering. There are many ingenious devices for dealing with the echo in theatres and ideas on acoustic principles generally; on methods of sanitation Vitruvius is believed to have been responsible for the new plumbing system introduced when Augustus rebuilt Rome; on correct proportions, proper location of buildings, town planning and much on ballistic and hydraulic problems. The classical tradition of building, with its regular proportions and symmetry and the three orders-Doric, Ionic and Corinthian-derives from this book. In recent times Vitruvius’s considerable importance in the history of science has also been recognized, as he had made some valuable contributions to astronomy, geometry and engineering… It was with the Renaissance that his influence began. Alberti, Bramante, Ghiberti, Michelangelo, Vignola, Palladio and many others were directly inspired by Vitruvius... The Como edition of 1521 is the first in Italian - by Cesare Cesariano, a pupil of Bramante. It has splendid new illustrations, some of which are now attributed to Leonardo da Vinci, and is the most beautiful of all the early editions”. Il lotto è in temporanea importazione. THE LOT IS OFFERED WITH A VALID EXPORT LICENCE. € 5000 - 10000

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Indice degli Autori

Acciaiuoli Donato: 4 Albertus de Placentia: 18 Alsted Johann Heinrich: 63 Angeli Paolo (de): 50 Apuleius: 13 Assalti Pietro: 47 Augustinus de Casali Maiore: 18 Bartolomeo da Brescia: 12 Battarra Giovanni Antonio: 48, 49 Beauvais Vincet (de): 76 Beltrano Ottavio: 51 Benincasa Rutilio: 51 Bernardus Claraevallensis, santo: 15 Bloemaert Cornelis: 25 Boccaccio Giovanni: 1 Boccone Paolo: 52 Bonisoli Ognibene: 3, 17 Borch Oluf: 53 Bordon Benedetto: 19 Bosse Abraham: 59 Bruni Leonardo: 4 Buonanni Filippo: 48, 49 Burattini Tito Livio: 36 Calzolari Andrea: 40 Campesius Johannes Antonius: 75 Campiglia Giovanni Domenico: 47 Canini Giovanni Angelo: 25 Cantianus Petrus: 7 Cato Marcus Porcius: 16 Ceruti Benedetto: 40 Cesariano Cesare: 77 Chiocco Andrea: 40 Cicero Marcus Tullius: 3, 10, 17 Colonna Francesco: 19 Columella Lucius Iunius Moderatus: 16 Concina Daniele: 36 Conring Hermann: 53 Contucci Contuccio: 38 Dalechamps Jacques: 54 Decker Coenraad: 36 Digby Kenelm: 71 Diogenes Laertius: 8 Dorn Gerhard: 55 Eleazar Abraham: 56 Eusebius Caesariensis: 11 Eytzinger Michael: 57 Ferro Giovanni Maria: 43 Fontana Domenico: 58 Foresti Giacomo Filippo: 18 Francini Alessandro: 59 Frey Jacob: 47 82

Fusch Remaclus: 60 Gomier Luigi: 47 Gratianus: 12 Helmont Franciscus Mercurius (van): 61 Hermes Trismegistus: 13, 62 Hippocrates: 66 Iamblichus: 62 Imperato Ferrante: 39, 43 Johannes Climacus (santo): 14 Kircher Athanasius: 20-31, 33-38 La Chausse Michel Ange (de): 46 Lancisi Giovanni Maria: 47 Lavinheta Bernardus (de): 63 Legati Lorenzo: 45 Liceti Fortunio: 64 Limojon de Sainct Disdier Alexandre Toussaint (de): 65 Limpach Maximilian: 47 Locatelli Lodovico: 66 Lull Ramòn: 63, 67, 68 Marso Pietro: 17 Mercati Michele: 47 Mitelli Giuseppe Maria: 45 Mohy Henri: 71 Moscardo Lodovico: 42, 44 Niceron Jean François: 69 Nigrisoli Francesco Maria: 70 Orosius Paulus: 9 Palladius Rutilius Taurus Aemilianus: 16 Palmieri Matteo: 11 Papin Nicolas: 71 Paracelsus: 66 Paradin Claude: 72 Petrucci Gioseffo: 36 Piccolomini Aeneas Sylvius (Papa Pius II): 2 Politi Lancelotto: 73 Porphyrius: 62 Proclus Diadochus: 62 Psellus Michael: 62 Rondelet Guillaume: 54 Rupescissa Iohannes (de): 63 Schott Gaspar: 27, 30, 32 Tavernier Melchior: 59 Thoma Aquinas: 7 Torquemada Juan (de): 5, 6 Trithemius Iohannes: 74 Ulstadt Philipp: 75 Varro Marcus Terentius: 16 Ventura Lorenzo: 76 Vitruvius Pollio: 77 Worm Ole: 41

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Indice dei Tipografi

Berner Johann: 74 Haubold Peder: 53 Achates de Basilea Leonardus: 9 Baglioni Paolo: 66 Barbieri Bernardino: 70 Benali Bernardino: 14 Bertocchi Dionigi: 16 Billaine Pierre: 69 Birckmann Johann: 68 Brandan Johann Caspar: 37 Britannico Giacomo: 10 Capcasa Matteo: 14 Celeri Bernardino: 8 Combi Giacomo: 52 Combi Sebastiano: 43 Corbelletti Francesco: 24 Crusius Augustinus: 56 Da Ponte Gottardo: 77 Elzevier Daniel: 41 Endter Johann Andreas: 27, 71 Endter Wolfgang: 27, 71 Frambotto Paolo: 42 Gorbin Gilles: 67 Gregori Giovanni (de): 10 Gregori Gregorio (de): 10 Grignani Lodovico: 22 Groppo Francesco: 51 Guarin Thomas: 55 Henricus de Sancto Ursio: 13 Hertz Jobus: 32 Hofmann Balthasar: 74 Jansson Jan: 31, 34, 36 Jenson Nicolas: 7 Kalckhoven Jost: 23 Komarek Giovanni Giacomo: 46 Koppmayer Jacob: 37 La Noù Giovanni: 43 Lichtenthaler Abraham: 61 Manuzio Aldo: 19 Mascardi Vitale: 25, 26 Monaldini Venanzio: 49 Monti Giacomo: 45 Morgiani Lorenzo: 15 Nardi Simone: 73 Occhi Simone: 36 Pacini Piero: 15 Perna Pietro: 76 Pincio Filippo: 17 Plantin Christophe: 57, 72 Ratdolt Erhard: 11 Reno Johannes de: 3

Rossi Andrea: 44 Rossi Lorenzo: 18 Rouillé Guillaume: 54, 75 Rubeus Iacobus: 4 Ruffinelli Venturino: 60 Salvioni Giovanni Maria: 47 Schiratti Nicola: 64 Schöffer Peter: 6 Schurener Johannes: 5 Stagnino Bernardino: 12 Tamo Angelo: 40 Tavernier Melchior: 59 Tipografia della Congregazione di Propaganda Fide: 20, 21 Tournes Jean (de): 62 Varese: 28, 29 Vindelino da Spira: 1 Vitale Costantino: 39, 58 Waesberge Jan van: 33 Wetstein Hendrik: 65 Zanetti Bartolomeo: 50 Zarotto Antonio: 2 Zempel Giovanni: 38, 48, 49 Zetzner Lazarus: 63 Zuccato Giovanni Battista: 52

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Lotto 73. Politi Lancellotto. La sconficta di Monte Aperto. 1502


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PHILOBIBLON GALLERY - Condizioni di Vendita 1. Philobiblon Gallery s.r.l. (qui di seguito definita “Philobiblon Gallery”) nello svolgimento della sua attività di vendita agisce in qualità di mandatario con rappresentanza esclusiva in nome proprio e per conto di ciascun soggetto che ha posto i beni in vendita all’asta (di seguito definito Venditore) il cui nome viene trascritto negli appositi registri tenuti secondo le disposizioni di Pubblica Sicurezza presso Philobiblon Gallery. La vendita deve considerarsi intervenuta tra il Venditore e l’Acquirente (di seguito definito l’Aggiudicatario); ne consegue che Philobiblon Gallery non assume in proprio alcuna responsabilità oltre a quella ad essa derivante dalla propria qualità di mandatario. 2. Gli oggetti offerti in vendita all’asta saranno aggiudicati al miglior offerente e si intendono per contanti. 3. Le commissioni per i diritti d’asta dovute a Philobiblon Gallery dall’Aggiudicatario sono pari al: 24% del prezzo di aggiudicazione fino ad un importo pari a 100.000,00 Euro 18% del prezzo di aggiudicazione sugli importi eccedenti 100.000,00 Euro e sono comprensive di diritti d’asta e di IVA. Nel caso di aggiudicazione tramite i siti Live Auctioneers, Thesaleroom o Invaluable la commissione sarà maggiorata del 3%. 4. L’asta sarà preceduta da un’esposizione dei beni in vendita con lo scopo di far constatare ai partecipanti la qualità, lo stato di conservazione e di permettere altresì un esame approfondito circa l’autenticità e chiarire eventuali errori e/o inesattezze in cui si fosse incorsi nella compilazione del catalogo, nelle brochures e in qualsiasi altro materiale illustrativo. Philobiblon Gallery si rende disponibile ad integrare le descrizioni su richiesta dei clienti mediante rapporti scritti e/o corredati d’immagini (c.d. Condition Reports). 5. Eventuali contestazioni circa le attribuzioni riportate in catalogo, nonché sulla qualità ed integrità dei lotti aggiudicati, dovranno essere mosse a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno da inviare entro e non oltre 10 giorni dalla data di aggiudicazione. Philobiblon Gallery, nel caso in cui la contestazione risultasse fondata, sulla base della documentazione che in ogni caso dovrà essere prodotta a cura e a spese dell’Aggiudicatario, sarà tenuta esclusivamente al rimborso delle somme già percepite senza interessi, senza alcun ulteriore obbligo di risarcimento a nessun titolo. 6. Per quanto riguarda le aste di libri, Philobiblon Gallery non accetterà contestazioni relative a macchie, fori di tarlo, carte o tavole rifilate, danni alla legatura e ogni altro difetto che non leda la completezza del testo e/o dell’apparato illustrativo, come altresì la mancanza di tavole, di indici, di carte bianche, di inserzioni, di supplementi e appendici successive alla pubblicazione dell’opera. Come anche non accetterà contestazioni relative a libri non descritti in catalogo. 7. (T:) i lotti contrassegnati da tale simbolo sono assoggettati al regime di temporanea importazione sul territorio italiano, provenienti perciò da un venditore estero e per tale motivo non soggetti ad alcun provvedimento restrittivo da parte della normativa vigente in Italia. A tale proposito, tutti gli altri lotti eventualmente sottoposti alla notifica da parte dello Stato italiano, gli Aggiudicatari saranno tenuti all’osservanza di tutte le disposizioni di cui all’D. Lgs. 22 Gennaio 2004 n. 42. L’esportazione di oggetti da parte di Aggiudicatari residenti e non residenti in Italia sarà regolata dalla suddetta

normativa nonché dalle leggi doganali, valutarie e tributarie in vigore. Philobiblon Gallery declina ogni responsabilità nei confronti degli Aggiudicatari in ordine ad eventuali limitazioni all’esportazione dei lotti aggiudicati e in ordine ad eventuali licenze o attestati che l’Aggiudicatario di un lotto debba ottenere in base alla legge italiana. L’Aggiudicatario, in caso di esercizio del diritto di prelazione da parte dello Stato, non potrà pretendere da Philobiblon Gallery e/o dal Venditore alcun rimborso di eventuali interessi sul prezzo delle commissioni d’asta già corrisposte. 8. I partecipanti all’asta dovranno preventivamente compilare e sottoscrivere un modulo di partecipazione, indicando tutti i loro dati personali ed eventualmente le loro referenze bancarie; Philobiblon Gallery si riserva il diritto di chiedere a tutti coloro che partecipano il rilascio di tutte le garanzie che riterrà idonee al fine di poter partecipare alla gara. Tali dati saranno trattati in conformità alla vigente normativa sulla tutela della riservatezza dei dati personali (c.d. Privacy). Durante lo svolgimento dell’asta il banditore ha facoltà di accettare sia offerte del pubblico presente, sia quelle di persone non presenti attraverso specifiche commissioni d’acquisto. Philobiblon Gallery può altresì accettare commissioni d’acquisto dei lotti in vendita su preciso mandato compilato interamente in ogni sua parte, sia tramite formulazione di offerte scritte che di partecipazioni telefoniche; in entrambi i casi verranno ritenute valide purchè pervengano a Philobiblon Gallery con un congruo anticipo rispetto all’asta e confermate per iscritto. 9. Philobiblon Gallery si riserva il diritto di rifiutare offerte provenienti da, o riconducibili a, soggetti che in precedenza non abbiano puntualmente onorato obbligazioni pecuniarie, anche a titolo risarcitorio, nei confronti di Philobiblon Gallery. 10. Durante lo svolgimento dell’asta il Banditore a sua assoluta discrezione potrà variare l’ordine della vendita, abbinare e/o separare i lotti, formulare rilanci; qualora sorga controversia sull’Aggiudicatario il Banditore potrà, a suo insindacabile giudizio, riformulare un’offerta di vendita per un lotto e/o adottare qualsiasi provvedimento ritenga adatto alla circostanza. Philobiblon Gallery si riserva il diritto di non procedere all’aggiudicazione e/o ritirare i lotti per i quali le offerte d’asta non raggiungano il prezzo minimo di riserva concordato con il Venditore. 11. I lotti saranno aggiudicati al prezzo più conveniente consentito da altre offerte sugli stessi lotti e dalle riserve registrate. In caso di offerte di medesimo importo prevarrà l’offerta pervenuta prima. Philobiblon Gallery riterrà unicamente responsabile del pagamento l’Aggiudicatario e non sono accettati trasferimenti a terzi dei lotti aggiudicati; pertanto la partecipazione all’asta in nome e per conto di terzi dovrà essere preventivamente comunicata. Il trasferimento della proprietà dei lotti dal venditore all’aggiudicatario avviene al momento del pagamento dell’ammontare totale dovuto comprensivo del prezzo di aggiudicazione, delle commissioni per i diritti d’asta e di tutte le imposte o altri oneri applicabili alla vendita e alla commissione. Il pagamento deve essere effettuato in Euro. Sono accettate le seguenti forme di pagamento: a) contanti; nel rispetto delle norme antiriciclaggio è escluso il pagamento in contanti per importi superiori a Euro 999,00; b) carta di credito VISA o MASTERCARD; per ogni pagamento con carta di credito verrà applicata una maggiorazione del 2%; c) assegni circolari e/o bancari non trasferibili intestati a Philobiblon Gallery S.r.l. d) bonifico bancario su c/c n. 3828X90 intestato a Philobiblon Gallery S.r.l., in essere presso Banca Popolare di Sondrio - Agenzia n°25 - Parioli di Roma,

Viale Parioli, n°39/B, contraddistinto dalle seguenti coordinate bancarie: IBAN: IT77 Y056 9603 2250 0000 3828 X90, BIC/SWIFT: POSOIT22 Nel caso di pagamento con assegni o bonifici bancari, il pagamento s’intende effettuato solo dopo che la banca di Philobiblon Gallery abbia confermato il buon esito dell’assegno e/o dell’accredito. 12. Il pagamento del totale dovuto a Philobiblon Gallery dovrà essere effettuato entro e non oltre sette giorni dall’Aggiudicazione. Nel caso di ritardi nel pagamento del prezzo di aggiudicazione e dei diritti d’asta, Philobiblon Gallery potrà addebitare all’Aggiudicatario una penale nella misura del 12% annuo calcolato per i giorni di ritardo nel pagamento, salvo il diritto della stessa, decorsi sette giorni dalla data dell’asta, di considerare revocata l’aggiudicazione e di procedere alla vendita dei lotti a trattativa privata ovvero in una successiva asta in danno dell’Aggiudicatario, trattenendo, comunque, a titolo di penale, eventuali acconti ricevuti. Gli oggetti di cui sopra verranno custoditi da Philobiblon Gallery a rischio e spese dell’Aggiudicatario fino a quando non saranno venduti come previsto al precedente paragrafo oppure restituiti al Venditore su richiesta del medesimo, fermo restando che, fino alla data di restituzione o di vendita, l’Aggiudicatario, sarà tenuto a corrispondere a Philobiblon Gallery la penale sopra menzionata 13. I lotti acquistati e pagati devono essere ritirati a cura, spese e rischio dell’Aggiudicatario. Philobiblon Gallery offre altresì la possibilità di spedire i lotti acquistati, previa compilazione dell’apposito modulo di spedizione entro sette giorni dall’asta. In caso di spedizione tutti i costi saranno a carico dell’Aggiudicatario; decorso il termine Philobiblon Gallery sarà esonerata da ogni responsabilità in relazione alla custodia e all’eventuale deterioramento dei beni. Il costo giornaliero di magazzinaggio, per i sette giorni successivi alla scadenza, ammonta a Euro 10,00 per ogni giorno; scaduto questo termine i lotti potranno essere consegnati a magazzini esterni, con spese, rischi e relativa fatturazione a totale carico dell’acquirente. In tale caso Philobiblon Gallery, fatto salvo il risarcimento dei maggiori danni, potrà procedere a: a) alienare il lotto a trattativa privata, con diritto di esigere dall’Aggiudicatario eventuali differenze di prezzo; b) vendere in un’asta successiva in danno all’Aggiudicatario, trattenendo a titolo di penale eventuali accordi ricevuti; c) agire per il recupero di una penale pari al 25% del prezzo di aggiudicazione. 14). Le presenti condizioni di vendita si intendono integralmente accettate alla firma da tutti coloro che parteciperanno all’Asta. Per ogni controversia si applicherà la legge italiana e sarà competente in via esclusiva il Foro di Roma, fatta salva la facoltà di Philobiblon Gallery di agire innanzi al Foro del convenuto. La legge penale tutela la libertà degli incanti e punisce la turbativa delle gare anche mediante offerte fittizie. Condizioni di vendita in inglese disponibili sul sito www.philobiblon.org

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