Phit number 13

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ITALIA OLIMPICA PARLANO GLI ATLETI

PHIT 13 LUG/AGO 2012 ANNO III BIMESTRALE 3,90 euro

3 째1 N


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Squadra Olimpica Italiana


E D I T O R I A L E

SNOWBOARDING

CITIUS, ALTIUS, FORTIUS * PHIT13 È IL NUMERO DEDICATO AI GIO-

SISTEMA SPORTIVO ITALIANO, SPESSO

CHI OLIMPICI DI LONDRA 2012. SIAMO

NON IN GRADO DI CREARE STRUTTU-

VOLUTI ANDARE DIRETTAMENTE A CA-

RE E PROCESSI CHE PERMETTANO A

PIRE QUALI FOSSERO LE SENSAZIONI,

UN CAMPIONE DI POTER "VIVERE" DI

LE ANSIE E I SOGNI DEI NOSTRI ATLETI.

SPORT, SENZA PER FORZA PROVENIRE

DAL CANOTTAGGIO ALLA GINNASTICA

DA UNA FAMIGLIA AGIATA.

RITMICA PASSANDO PER NUOTO, PAL-

È UNA FOTOGRAFIA DEL PAESE ITALIA,

LANUOTO, ARTISTICA, ATLETICA, TEN-

DOVE LA PASSIONE È ANCORA FORTU-

NIS, VELA... ED È STATO COMMOVENTE

NATAMENTE PIÙ FORTE DELLE ISTITU-

REALIZZARE QUANTO CONTRASTO VI

ZIONI. E IL BELLO SAPETE QUAL È? CHE

SIA TRA LA PASSIONE DI QUESTI ATLETI

SIAMO FORTISSIMI LO STESSO E QUE-

E IL TRATTAMENTO LORO RISERVATO

STO CI FA ONORE!

IN QUALITÀ DI PROFESSIONISTI. CIÒ

FORZA ITALIA!

CHE VIENE FUORI È UNA DENUNCIA AL

* PIÙ VELOCE, PIÙ IN ALTO, PIÙ FORTE!

FEDERICO RIVA

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I N D I C E

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PHIT PARADE < TECH > Dalle foto in 3D ai blocchi di partenza al millesimo, passando per i taxi a idrogeno: ecco tutte le innovazioni tecnologiche di Londra 2012, più gli "Oldies but goldies"...

PHIT PARADE < EVENTI > Non solo Olimpiadi: ecco cosa accade nell'altro "emisfero" del mondo sportivo, dal surf al four cross.

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PHIT OLIMPIADI < PEOPLE > Tutti gli Azzurri in partenza per Londra, in una gallery da collezione, tra interviste esclusive, aneddoti, ricordi e grandi sogni a 5 cerchi...

PHITTED! < RUGBISTI A CHI? > Il mitico Settebello della Pallanuoto azzurra, raccontato dai suoi protagonisti. Maurizio Felugo e Valentino Gallo si svelano a PHIT...

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PHIT INSIDE < LA CASA DELLE FARFALLE > Campionesse del mondo di Ginnastica Ritmica per tre volte di fila, le ragazze di Emanuela Maccarani ci accolgono "in casa".

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PHIT INSIDE < STESSA BARCA > Grandi (e grossi) campioni in tutina e infradito. I Canottieri azzurri in partenza per Londra lo gridano forte e chiaro: «ci siamo anche noi!».

PASSION < H 2O > Una grande illustrazione racconta il sogno olimpico marino di Martina Grimaldi, Campionessa di nuoto di fondo.

OUTPHIT < OLYMPIC STATE OF MIND > Un gioco tra futurismo e glamour. Forme geometriche e linee con forti richiami al mondo del design...

PHIT ORCHESTRA < DISCHI VECCHI E NUOVI > Michael Kiwanuka, Stefano Bollani, Patrick Watson sono alcuni dei nomi che vi accompagneranno con armonie soffici e intelligenti.

PHILMOTION < CINE-NEWS E CULT > La grande sag(r)a del vedere ed essere visti prende piede tra VIP e illustri sconosciuti intorno a Londra e le sue Olimpiadi...


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SNOWBOARDING


FOTO DI ADAM PRETTY/GETTY IMAGES

Shanghai, Cina - Oriental Sports Center – 17 Luglio 2011 I bielorussi Vadim Kaptur e Timofei Hordeichik gareggiano durante i preliminari di Tuffo Sincronizzato dai 10m in occasione della 14esima edizione dei Campionati mondiali FINA.


SNOWBOARDING


P H O T O S H O C K

FOTO DI ALVIS UPITIS/GETTY IMAGES

Veduta aerea della partenza dell'Ironman Triathlon presso Kailua Kona, Isole Hawaii.


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NEW TECH

FIAMMANTE DESIGN

5 CERCHI IN 3D

a fiamma è accesa dal 10 maggio, giorno in cui ha attinto la sua energia dal "fuoco eterno" di Olimpia, e lo rimarrà fino al 27 luglio, data in cui raggiungerà lo Stadio olimpico di Londra per dare il via alla Trentesima Olimpiade dei tempi moderni. Lo studio e la realizzazione della torcia olimpica sono il frutto della collaborazione tra il binomio dei giovani designer britannici Edward Barber e Jay Osgerby, già esposti al MoMa di New York e al Design Museum di Londra, e un pool di ingegneri incaricati di creare un oggetto leggero, accattivante e capace di inquinare il meno possibile, visto che il leitmotiv della kermesse londinese è proprio l'eco-sostenibilità. Allo scopo è stato scelto il GPL, ovvero il miglior compromesso per garantire il rispetto dell'ambiente, il peso ridotto e la tenuta della fiamma lungo il percorso di oltre 3.000 chilometri che separa la mitica città greca dalla casa della Regina d'Inghilterra. La leggerezza è garantita anche dallo speciale design che, con i suoi 800 fori in rappresentanza degli 8.000 tedofori che hanno l'onore di trasportare la torcia, combina perfettamente le esigenze tecniche a finalità più romantiche e iconiche. Naturalmente la torcia è al 100% prodotta nel Regno Unito, con una leggerissima lega di alluminio dorato che nei suoi 80cm di altezza la porta a pesare solo 800g. Per info: www.london2012.com.

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Londra, Olimpiadi e Paralimpiadi saranno visibili con innovative riprese a 360º e incredibili fotografie a tre dimensioni, grazie alle tecnologie e alle telecamere robotizzate installate nei punti più irraggiungibili dai fotografi Getty Images. Per info: www.gettyimages.com.

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PH: LONDON 2012

LONDRA IN UN'APP! utta la capitale UK a portata di mano, anzi di dita, per iPhone e smartphone: Join In, l'app ufficiale di "London 2012" si rivela accattivante, utilissima e straordinariamente completa. Non solo per seguire giorno per giorno il viaggio della torcia o le gare olimpiche, ma anche per avere un quadro dettagliato del "to see&do" londinese: una guida completa con tutte le strutture sportive, ma anche musei, luoghi da visitare ed eventi, dalla musica alla street art. Per info: www.london2012.com.

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GREEN & THE CITY ondra approfitta dell'occasione olimpica per spingere l'acceleratore sulla sua svolta eco-sostenibile, portando a termine una serie di progetti che renderanno più “verde” l'Olimpiade e, nei casi migliori, resteranno in piedi anche dopo. Grazie a GE e BMW, per esempio, saranno disponibili 200 auto elettriche e 120 stazioni di ricarica, per ora riservate ad atleti e dirigenti, ma con la promessa del sindaco di 1.300 stazioni entro il 2013. Per chi non ama l'automobile, poi, ecco otto nuove aree pedonali e piste ciclabili sicure, con sistemi di navigazione intuitivi, oltre a una flotta di taxi a idrogeno. Molti anche gli interventi "green" sugli edifici, dagli ospedali fino alle strutture create ad hoc per la manifestazione. Per info: www.london2012.com.

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PER UN MILLESIMO... elle specialità dell'atletica, dove pochi centesimi di secondo fanno la differenza tra un nuovo incredibile record e una "semplice" medaglia d'oro, la tecnologia corre in aiuto. Omega presenta gli ultramoderni blocchi di partenza, in grado di rilevare al millesimo la forza esplosiva espressa dagli atleti e l'esatto tempo di uscita dai blocchi. Si dice che Bolt ne abbia un paio proprio di fianco al letto... Per info: www.omegawatches.com.

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VINTAGE TECH

PH: LONDON 2012

Nel 1945 la prima cellula fotoelettrica autonoma, portatile e impermeabile; nel 1948, proprio a Londra, i blocchi di partenza tecnologicamente avanzati; nel 1949 l'apparecchio per fotofinish, fondamentale per determinare l'atleta vincitore negli arrivi di gruppo. Il 1952 è l'anno del cronometro elettronico, mentre dal 1961 l'O-

megascope permette di vedere in sovrimpressione su apparecchi TV i tempi dei concorrenti inquadrati dalle telecamere, che presto verranno considerati ufficiali. Senza le “piastre di contatto” (“touch pad”), il nuoto non sarebbe stato lo stesso. Cronografi e cronometri, pistole e blocchi di partenza, strumenti in grado di cogliere istanti altrimenti

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impercettibili, millesimi di secondo, millimetri oltre l'arrivo... Strumenti che hanno fatto la differenza tra la vittoria e la sconfitta. Gli scatti d'epoca di Omega, più volte cronometrista ufficiale dei Giochi sin da Los Angeles 1932, rende onore agli “Oldies but goldies” della tecnologia olimpica. Per info: www.omegawatches.com.

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F R E E

UN MILIONE E MEZZO DI ITALIANI HA SCELTO EDISON: SCOPRIAMO PERCHÈ

?

Fulvio Siotto, direttore vendite retail di Edison Energia

Fulvio Siotto gestisce i 3 canali di vendita dell’Azienda Edison Energia: le numerose agenzie presenti sul territorio, le efficienti strutture call center di vendita e i siti web di vendita sia per i Clienti privati (edisoncasa.it) che per le piccole e medie Imprese (edisonbusiness.it).

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EVENTI

30Mm IN PICCHIATA

FRONTE DEL SURF

on un salto nel vuoto da 27

più spettacolare tra le gare di tuffi

patto che in soli 3 secondi può

spettacolari location disseminate

C

metri e una velocità d'im-

raggiungere gli 85km/h, i miglio-

ri tuffatori estremi del mondo si sfidano nelle varie tappe del Red Bull Cliff Diving World Tour

(23 giugno-28 settembre). Giunta alla terza edizione, la manife-

stazione si è già imposta come la

'è ancora tempo per iscri-

gli esecutori dei migliori tricks di

Surf Challenge (waiting period

della scena surf italiana, invece, si

divertente e spettacolare mani-

zionale Junior fino al 15 luglio,

del mondo. Sette date in altrettante

C

per il globo: Francia, Norvegia,

1 giugno-15 luglio), ovvero la più

Portogallo, Irlanda, USA, Galles e

Oman. C'è da giurarci: i 14 atleti limiti della follia, dimostreranno di Per info: www.redbull.com.

11 AGOSTO SUPERCOPPA ITALIANA

sfideranno nel Campionato Na-

con i surfer dai 14 ai 18 anni e le

no, ma anche al leggendario pon-

ne, Point Break, Lungomare di

tile di Forte dei Marmi. Premi

non avere alcuna paura di volare.

giornata. Le più giovani promesse

festazione surf italiana, grazie ai grandi campioni che vi partecipa-

selezionati, preparati e motivati ai

PECHINO

versi all'Analog 3Quarti

eccezionali per il vincitore e per

LOSANNA (CH) > 25 AGOSTO TRIATHLON

giovani surfiste under 18. FregeLevante. Per info: summerexperience.burton.ittaekwondowtf.it.

LEOGANG (AUT)) > 31 AGOSTO MTB

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opo la finalissima europea in programma l'1 luglio, i tifosi italiani aspetteranno metà agosto, per vedere la Vecchia Signora, neo-campione d'Italia, e gli azzurri del Napoli, vincitori della Coppa Italia, contendersi la Supercoppa di Lega. Poi, che la nuova stagiona abbia inizio!

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iusto il tempo di vedere i migliori triathleti italiani sfidarsi lungo il percorso dei Campionati Assoluti di Triathlon Olimpico di Tarzo (TV) il 16 luglio, per poi godersi la gara Olimpica e finire in bellezza coi Mondiali a squadre di Losanna, in cui anche l'Italia può permettersi di sognare...

scendere (e risalire) sui sentieri austriaci di Leogang fino al 2 settembre sono i Campioni mondiali di downhill, la disciplina di MTB più conosciuta al mondo, ma anche quelli di four cross, specialità in cui quattro atleti si sfidano a eliminazione lungo un percorso di cross country.

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LONDRA 2012 A CURA DI ALESSIA GIORGIA PAGANO

PER LA GLORIA Dai singoli campioni che abbiamo intervistato per lo speciale Azzurri a Londra 2012, si leva un'unica grande voce . Anzi, è un urlo a squarcia gola, di rabbia, orgoglio, richiesta: «Italia, ci siamo anche noi!». Perché la verità è che nel Belpaese chi vive per lo sport a questi livelli fa fatica a camparci. E non per l'impegno e i sacrifici, già nel DNA di un campione, bensì per la carenza (se non assenza) di risorse economiche, strutture adeguate, assistenza psicofisica professionale e chance di lavoro e studio prima, durante e dopo l'attività agonistica. Tranne per il calcio e pochi eletti, insomma, sembra tutto un gran “fai-da-te”. I premi? Solo se si arriva sul podio più alto. Le Federazioni? Fanno quello che possono. Ai più bravi e fortunati capita di essere arruolati nei Gruppi sportivi delle Forze dell'ordine, che garantiscono almeno lo stipendio fisso; quelli da Medaglia olimpica trovano

magari uno sponsor. Ma gli altri? A pari fatica, nessuna garanzia. Gli Azzurri a Londra 2012: quasi 300 persone che si preparano a questo momento da anni, perché è l'Olimpiade. Perché puoi arrivare in cima al mondo. Perché è l'unica occasione per avere visibilità e qualche strumento in più per continuare, non fosse altro che la motivazione. Quasi 300 persone che, nel più totale silenzio, si battono in nome della passione, dell'emozione, dei valori sportivi. E di una bandiera... Non siamo riusciti a farceli stare tutti (i campioni, ma anche le loro famiglie, i tecnici, gli allenatori, i fisioterapisti, gli psicologi e tutti quelli lavorano “dietro le quinte”). Ma speriamo che questo nostro speciale, cucito insieme con una grande fatica (rintracciare, inseguire, intervistare, scrivere, trovare le foto adatte, incastrare tutto...) sia valso la pena. Sì Italia, ci sono anche loro.

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NUOTO

PH: ALFREDO FALCONE

La classe non è acqua stile

Il suo compagno, amico e ispiratore Filippo Magnini lo chiama “Bazu”, gli altri "Kimi", come Raikkonen. Velocista di stile libero, ha conquistato un meraviglioso Argento a Shangai 2011, in mezzo a Cesar Cielo e Alain Bernard, i mostri sacri che prima vedeva solo in TV. Rinunciando agli Europei del maggio scorso, ha comunque assicurato di essere in piena forma per Londra. Luca è orgogliosamente veneto e felicemente fidanzato con una catanese DOC: la campionessa di scherma Rossella Fiamingo. Ha dalla sua la giovane età, la disinvoltura e una bellezza sfacciata.

Luca Dotto

LONDRA 2012: COME TI SENTI? Per ora mi definisco un “work in progress”… E LO STRESS? Per adesso non ne sento molto… Anzi zero. Io vado a Londra per divertirmi, oltre che per fare un grande risultato, e ho la consapevolezza che anche se non “arrivo”, ci avrò messo tutto me stesso. La mia carriera comunque non finisce lì… MA QUALCUNO TI CHIAMA “L’UOMO OLIMPIADE”… Mah… (sorride, ndr). Va bene che arrivo dall’Argento dell’anno scorso, ma questa è comunque la mia prima Olimpiade. E io sono un outsider. Ci sono molti altri atleti azzurri più forti e titolati… PER ESEMPIO? Federica, che è al top, Filippo, Fabio Scozzoli… FILIPPO MAGNINI: CHE RAPPORTO HAI CON LUI? Ci alleniamo insieme, ci rispettiamo e abbiamo un’amicizia di quelle vere al di fuori della vasca. È raro tra due atleti rivali, con uno che difende il titolo di re e l’altro che vuole toglierglielo… Filippo è un punto di riferimento per i giovani che praticano le sue specialità. SÌ, MA LA COMPETIZIONE? È bella e stimolante, perché nessuno vuole mai mollare, sia durante le gare che nei test event. Dopo si accettano vittoria e sconfitta, senza che ciò influisca sul rapporto. L’OBIETTIVO OLIMPIADI? Vincere. È ovvio che è difficile e che gli avversari sono fortissimi. Ma non basta partecipare, come diceva de Coubertin… CHI TEMI DI PIÙ? Ce ne sono tanti, e tutti coi numeri giusti. L’australiano (James Magnussen, ndr) è in prima linea per la finale, però molti hanno buone possibilità… È la prima Olimpiade che vedrà sfidarsi

"

Con Filippo Magnini? Siamo grandi amici, ma la cosa finisce a bordo vasca: nei 48’’ di gara l’altro è il tuo peggior nemico. tutti i finalisti, non solo i “soliti” due o tre… COME TI STAI PREPARANDO? Dopo tanti mesi dedicati alla resistenza e ai km, il clou è in luglio, poiché lavoriamo sulla velocità e l’aspetto qualitativo della nuotata: è quello che può far decidere una medaglia sul filo dei centesimi…

fianco dei miti. All’inizio non riuscivo a capire se fosse vero... Poi ho telefonato ai miei, li ho trovati in lacrime e sono scoppiato a piangere anch’io… LUCA DOTTO PRIMA DI UNA GARA. Sono determinato, ma anche giocherellone: voglio esserci e divertirmi, non avere paura.

COSA RENDE GRANDE UN NUOTATORE? Ci vuole il talento, un feeling naturale con l’acqua... E quello ti arriva probabilmente da Dio. Poi ci vuole la volontà di fare sacrifici, e non lo dico perché è il mio sport, ma perché è lo sport più difficile al mondo, quello che richiede più sforzo e più voglia di faticare durante l’allenamento. Oltre a una buona dose di umiltà.

UN “GRAZIE” A... I miei genitori: sebbene sia figlio unico, mi hanno insegnato che le cose vanno sempre guadagnate.

L’ARGENTO DI SHANGHAI: COSA È SCATTATO DENTRO? Ci ho creduto nel cuore fin da subito. Era una sicurezza strana, mai capitata: avevo piena fiducia nei miei mezzi ed ero concentratissimo, anche se ben consapevole di avere di

UN MESSAGGIO AI TUOI COMPAGNI AZZURRI. Ormai manca poco, stiamo facendo un sacco di sacrifici per agguantare quest’occasione e, quando arriverà il momento, dobbiamo essere pronti, con le scatole girate a mille!

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QUANTO IL GOSSIP FA BENE AL TUO SPORT? Fa bene, perché più se ne parla meglio è, anche se si tratta di “intrallazzi” e non di nuoto.


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NUOTO

PH: ARCHIVIO SPEEDO

Fabio Scozzoli

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Dedico questa Medaglia d'Oro europea a Dale Oen.

rana

Il re "ranocchio" '00''55: il tempo con cui Fabio conquista uno straordinario Oro agli ultimi Europei di Debrecen, oltre a un Argento nei 50. Una vittoria inaspettata. Una vittoria che dà speranza. Una vittoria dedicata con il cuore ad Alexander Dale Oen, tra i rivali numero uno in previsione di Londra (insieme a Kosuke Kitajima e Cameron Van der Burgh), morto lo scorso aprile per un arresto cardiaco. Nel palmarès di Fabio brillano anche l'Oro nei 50m agli Europei di Budapest (2010) e l'Argento mondiale nei 100m a Shanghai. Classe

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Dedico l'Oro a chi mi è stato sempre vicino in questi anni, quando ho vinto e quando ho sbagliato tutto. Ma anche a chi mi ha massacrato. Filippo Magnini (Debrecen 2012)

1988, emiliano di Lugo (Forlì), ama trascorrere il tempo libero con la fidanzata Carlotta e gli amici, sempre che non vada a trovare i genitori in campagna. Agguerrito milanista, ha in Pippo Inzaghi il suo idolo sportivo calcistico e in Massimiliano Rosolino quello in vasca. Punta a una medaglia, e lo dice a modo suo, con modestia e trasparenza: «chi partecipa alle Olimpiadi ha sempre questo obiettivo e io sto lavorando duramente per questo». Goloso di tagliatelle al ragù, ha un sogno grande e difficile nella vita: essere felice.

La "Tora" sbuffa!

dorso

on ha nulla di bolognese, poiché è di Ferrara (l’accento può ingannare). Si chiama Di Tora, è del segno del toro, è soprannominato “La tora” ed è un “bel manzo” anche di fatto. Con lui la si può buttare sullo scherzo, perché ha un buon carattere, oltre che essere una buona forchetta. Tanto che se riconosce in Camille Lacourt il suo avversario olimpico numero uno, ammette serenamente di temere molto di più i grassi saturi del cibo anglosassone. Del resto, Mirco vive benissimo la competizione: «i rivali diretti sono quelli con cui condividi tutte le fatiche: se non ci fossero loro, sarebbe una noia mortale!». Giocoso e compagnone nella vita, dice di vedersi ancora come «il bambino che va in piscina perché ci sono gli amici e si diverte!». Eppure Di Tora in vasca non

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Mirco Di Tora scherza affatto: con due record tricolore all’attivo (50m e 100m dorso) è considerato il miglior dorsista azzurro degli ultimi tempi. «Prima di una gara mi trasformo, sono concentratissimo: tutto l’opposto di ciò che sembro abitualmente…». E lo dimostra con l'ultimo Argento continentale nei 200m dorso. Modesto, pratico, con la testa sulle spalle, Mirco ha dimostrato più volte di sapersi emozionare quanto di gestire le emozioni. La parte tecnico-atletica è l’aspetto più curato della preparazione olimpica: «Aspetto da quattro anni e spero di fare meglio di quanto ho fatto a Pechino, ovvero una semifinale in gara individuale e una finale con la staffetta…». Ci saluta citando "Zoolander" e ringraziando genitori e nonni, che per anni lo hanno scorrazzato per le piscine d'Italia.

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NUOTO

Martina fino in fondo...

PH: ALFREDO FALCONE

Alessia Filippi

Raggiante! dorso ello vederla raggiante, dopo il buio, due anni di lontananza dalla vasca dovuti a un pesante problema alla spalla. Bello vederla con il sorrisone stampato in viso, dopo essersi sposata con il suo amore. Bello vederla staccare il pass olimpico proprio l’8 marzo. Bello vederla sguazzare per la terza volta nelle acque dell’Olimpo. Bella lei, insomma, Alessia Filippi, che i rotocalchi hanno soprannominato di volta in volta “La pupona”, “L’anti-Pellegrini” o “La finanziera d’assalto”, ma che gli amici veri – pochi, ma buoni, tra i quali spicca la collega Elena Gemo (4x100 misti) – chiamano affettuosamente “bradipo”. E non di certo per la lentezza in vasca, dove passa con disinvoltura dal misto allo stile libero (Oro Budapest 2006, Oro Pechino 2008, Mondiali Roma 2009). Romana de Roma dal 1987, tosta e dolce, testarda e umile, Alessia punta tutto sulla sua bella rinascita e le lezioni imparate tornando in superficie. «Sono molto tosta: ho superato difficoltà grandi per la mia età. E ce l’ho fatta da sola, perciò ringrazio me stessa: mi hanno voltato le spalle in tanti nel momento del bisogno, eppure eccomi qui!». Ripresi nel settembre scorso, gli allenamenti sono stati particolarmente duri e la prova europea di Debrecen, con un settimo posto nei 200m dorso e l'addio alla finale degli 800m s.l., è risultata inferiore alle aspettative. Ma ora la carica c’è e l’obiettivo pure. L’importante è trovare dentro di sé la concentrazione giusta per gestire ansia ed emozione. Per concludere, un messaggio alle compagne: «soltanto noi possiamo capire i sacrifici e l’impegno che ci mettiamo giornalmente!».

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fondo

olognese DOC, ha il viso di una bimba, il fisico di una campionessa, il cuore di una “buona” e la determinazione di una guerriera. A 26 anni, è l’unica rappresentante femminile azzurra nel nuoto di fondo (proprio mentre scriviamo, arriva la conferma della qualificazione di Valerio Cleri nei 10km: complimenti!). Dopo un Oro ai Mondiali di Roberval (2010) e un Argento a Shanghai 2011, Martina ha le idee chiarissime: prima le Olimpiadi (di più non si dice per scaramanzia), poi la laurea. Nella valigia per Londra non mancheranno il computer, l’iPod pieno di rock bello verace (e di Vasco), più il fido elefante di peluche che di nome fa Valentino, come Rossi. L’acqua per Martina è una grande amica, ma non l’unica: la sua è una vita ricca di affetti, tra la famiglia, gli amici e gli insostituibili allenatori. È con loro che Martina, amichevolmente chiamata “Grimmy”, si sfoga «parlando a raffica» per calibrare al punto giusto la tensione pre-gara. In fondo, è tutta una questione di testa, ma lei questo lo sa… A pag. 57 PHIT le dedica un bel Passion.

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Federica Pellegrini

stile

i cosa fa Federica Pellegrini quando non si allena, ce ne importa poco. E anche della sua relazione con Filippo Magnini. Noi vogliamo vederla quando vince, alza le braccia al cielo e fa la linguaccia. Imbattuta dal 2008 nei 200m s.l., agli ultimi Europei ungheresi Federica ha conquistato il quinto Oro consecutivo italiano nella specialità, oltre che uno storico Oro nella staffetta 4x200m stile libero, accanto ad Alice Mizzau, Alice Nesti e Diletta Carli. Ma è crollata nei 400m, priva di qualsiasi energia. Senza trarre conclusioni sensazionalistiche, aspettiamo Londra fiduciosi, per lei come per il suo ex Luca Marin e per la giovanissima Stefania Pirozzi (1993), impegnati nei 400m misti.

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ARIANNA BARBIERI DORSO

MARCO ORSI STILE LIBERO

GREGORIO PALTRINIERI STILE LIBERO

sordisce agli Europei e si aggiudica un Argento nei 50m dorso, il nuovo record nazionale (1'00''26) e altri due Argenti nei 100m dorso e nella staffetta mista 4x100m. Classe 1989, padovana, la bella Arianna conquista così il lasciapassare per Londra, portando una ventata di novità e speranza all'Italnuoto, insieme ad altre giovani quali Ilaria Bianchi (1990), impegnata nei 100m farfalla e nei 4x100m misti.

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olognese dentro e fuori, 22 anni, a detta della mamma sarebbe dovuto nascere pesce: «passa metà della sua vita in acqua. E pensare che noi non sappiamo nemmeno nuotare!». Specialista in vasca corta, Marco punta tutto sui 50m s.l. ovvero su potenza e velocità, ma sa che deve tenere a bada l'esuberanza e l'impulso. Prima Olimpiade e primo grande sogno a portata di mano, con il gran tifo di famiglia e amici.

ro nei 1.500 s.l. e pass per le Olimpiadi di Londra. A soli 17 anni, il giovanissimo campione di Carpi ha trionfato in Ungheria senza nemmeno aspettarsi che avrebbe cantato l'Inno di Mameli sul podio con una mano sul cuore. Freschezza, sogno e pura emozione, come nel caso di Alice Mizzau, classe 1993, che lotterà nella 4x100m s.l. e nella 4x200m s.l., e di Martina De Memme (staffetta 4x200m s.l).

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PA L LA N U OTO

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Non possiamo scherzare, adesso dobbiamo fare più degli altri. Fare il portiere è un impegno tremendo: non posso mai sbagliare. La squadra conta su di me e se non c'è il palo ci sono io! Stefano Tempesti

Christian Presciutti

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NUOTO SINCRONIZZATO & TUFFI

Sirene in syncro Syncro

Ecco Giulia, detta amichevolmente "Nonna Papera" per la sua lunga esperienza in vasca, e Mary-Mariangela, la sua giovane compagna di nuoto sincronizzato nonché grande amica. «Siamo in coppia da poco più di un anno, abbastanza poco per il nostro sport. Ma, per fortuna, ci siamo subito trovate molto bene. Siamo caratterialmente simili e questo aiuta molto». Anche perché nella disciplina, oltre alla bellezza coreografica e alla perfezione tecnica dell'esercizio, vengono valutate la totale sincronia delle atlete, l'emozione e il sorriso.

Giulia Lapi Mariangela Perrupato

PH: DEEPBLUEMEDIA.EU/G.SCALA

Tà e Frà, trampolino di lancio per due

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3m

Tania Cagnotto Francesca Dallape' PH: ANGELO ZARAMELLA

LONDRA 2012: COME TI SENTI? FD: Mi sento bene; sto facendo tutto ciò che posso per arrivare al meglio. TC: Emozionata, agitata e felice di esserci! IL SEGRETO PER GESTIRE LO STRESS? FD: Mi piacerebbe scoprirlo... In ogni gara cerco di trovare la concentrazione migliore e pensare solo alla tecnica. TC: Tanto carattere e tecniche di rilassamento. QUAL È IL TUO OBIETTIVO OLIMPICO? FD: Cercare di dare il meglio di me stessa, trovando l'armonia che serve sul trampolino. TC: Credo ormai si sia capito: una medaglia!

Complicità, fiducia, amicizia: questo il rapporto tra le due belle tuffatrici azzurre Tania Cagnotto e Francesca Dallapé, Oro europeo nel sincronizzato da 3m, a due mesi dalle Olimpiadi. Un'atmosfera familiare che si respira in tutta la Nazionale di tuffi, allenata da Giorgio Cagnotto. Con un palmarès da urlo e tre Olimpiadi alle spalle, Tania è in cerca della Medaglia a cinque cerchi che non è mai arrivata. Stimata anche per la modestia, la discrezione e la capacità di rialzarsi da brutte "cadute", non si è risparmiata nel denunciare la totale carenza italiana di strutture adeguate per allenarsi.

COME AVVIENE LA PREPARAZIONE? TC: Due/tre volte alla settimana solo atletica, per il resto sempre tecnica.

molto agitata. TC: Concentrata, tesa, cerco di isolarmi... Il cuore batte più forte, le gambe spesso mi pulsano...

IN VALIGIA NON DIMENTICHERAI... FD: Costumi, creme per il corpo e qualche vestito per la sera... TC: Telefono e costume!

L'IDOLO SPORTIVO? FD: Ogni atleta che ci mette impegno, costanza e sacrificio, senza trovare scorciatoie. TC: Antonio Rossi.

IL NEMICO NUMERO UNO A LONDRA. FD: L'ansia. TC: Jennifer Abel!

COSA RENDE GRANDE UN TUFFATORE? FD: Sicurezza, freddezza in gara e costanza.

PRIMA DI SALIRE SUL TRAMPOLINO, SEI... FD: Carica, piena di voglia di fare bene, ma anche

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UN "GRAZIE" A... FD: Alla mia famiglia. TC: Ai miei genitori e allo staff che mi segue.


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TUFFI

SPLASH!? NO, GRAZIE... Noemi Batki - 10m Ancora le brillano gli occhi per l'Argento conquistato agli ultimi Europei di Eindhoven. Certo, avrebbe preferito che quei sei punti non la distanziassero dal primo posto, portandole via l'Oro faticosamente conquistato a Torino 2011. Ma la Batki, figlia d'arte, ucraina di nascita e italiana d'adozione da ormai 21 anni, si conferma comunque una delle più grandi campionesse dalla piattaforma. E lei lo sa: Londra è a portata di medaglia.

3m

Brenda Spaziani - 10m Classe 1984, eroina dei suoi concittadini frusinati, Brenda è avvezza alle competizioni mondiali e continentali, che ha affrontato sempre in coppia con la storica compagna Valentina Marocchi (Bronzo a Madrid 2004). Agli ultimi Europei non è riuscita a qualificarsi per la finale, ma è tempo di pensare più in grande. Questa è la prima Olimpiade, e la affronterà tuffandosi da sola...

Andrea Chiarabini - 10m Chiude sesto gli Europei 2012, quasi dicendo al mondo che la giovanissima età (1996), la corporatura non statuaria e gli esiti finora incostanti di una carriera cominciata tra i banchi delle Medie non costituiscano affatto un ostacolo. Del resto, la star inglese della piattaforma Thomas Daley non ha nemmeno 18 anni.

Michele Benedetti - 3m Non basta una giornata "no" a decidere il destino di un campione: a dispetto dell'eliminazione ai preliminari che l'ha visto concludere gli ultimi Europei al ventisettesimo posto, Michele Benedetti ha tutte le potenzialità per giocarsela fino in fondo nella vasca olimpica.

TOMMASO RINALDI - NEL NOME DEL PADRE uando lo intervistiamo, non ha ancora avuto la conferma ufficiale della sua partecipazione olimpica a titolo individuale: i posti totali sono 34 e all’appello della qualificazione mancano ancora alcune nazioni. «Non devo stare a pensarci troppo. Vivrò bene le prossime settimane, perché quello che è fatto è fatto. Certo, è una regola “sbagliata” della FINA, che poi ti porta a ridurre la preparazione all’ultimo…». In ogni caso “Tommasino”, come lo chiamano la ragazza e gli amici con cui trascorre gran parte del tempo libero, sembra un tipo piuttosto tranquillo. «Non ho trucchi particolari per gestire lo stress» ammette serenamente. «Mi alleno e vivo normalmente, giorno per giorno, come facevo pri-

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ma». Un po’ scaramantico, però, lo è, perché così, su due piedi, non si sbottona sull'obiettivo londinese. «Ragiono step by step, per cui il primo traguardo sarebbe quello di partecipare alle Olimpiadi, poi di conquistare almeno la semifinale, perché la finale sarebbe quasi impossibile... In ogni caso non mi sto preparando solo per Londra, ma anche per il futuro: ho 21 anni e questa non sarà la mia ultima occasione». Romano, tifosissimo di Capitan Totti, Tommaso si tuffa in piscina praticamente da quando è in fasce, anche perché figlio d'arte: il papà Domenico, oggi tecnico federale, può vantarsi di aver conquistato un Bronzo europeo nel 1985. Il più grande sogno di Tommaso, in effetti, è di poter vincere una medaglia importante

con il padre come allenatore. «Il rapporto tra me e mio padre è speciale, perché abbiamo questa passione in comune ed è bellissimo. Tante volte, lanciandomi dal trampolino, penso proprio a lui e al piacere di fargli vedere un bel tuffo. Mi aiuta molto il pensiero di dargli gioia». Il tuffo come un misto di eleganza e potenza, il tuffo come una questione soprattutto di testa. «È uno sport prettamente individuale. Prima di salire lassù, mi concentro sul movimento e sulla visione del tuffo corretto. All'inizio sono abbastanza teso, ma poi vado in automatico e tutto diventa fluido...». Tre parole che lo descrivano? «Testardo, simpatico e... Mo' ce penso». Ah, oggi è certo: Tommaso si lancerà dal trampolino olimpico.

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TUFFI

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Quando c'è l'amore... Mezzo ritornato e triplo sono le sue specialità. A dispetto di chi lo dava per "finito" dopo un grave infortunio, il bel Francesco, alla sua terza Olimpiade, appare fresco come non mai. Merito anche dell'amore ritrovato con la sua "dolce metà" Dalila Schiesaro, campionessa di sincronizzato... LONDRA 2012: COME TI SENTI? Mi sto riprendendo piano piano, visto che dopo la qualificazione olimpica ho avuto un calo per il tanto stress accumulato nei mesi precedenti. LA TERZA OLIMPIADE: COME SEI CAMBIATO? Anche se ormai posso considerarmi un veterano, l'aspetto emozionale non cambia mai: ogni volta che mi trovo sulla piattaforma, sento sempre la stessa quantità di adrenalina di quando ho affrontato la mia prima Olimpiade a 17 anni. È cambiato, invece, l'approccio alla gara: oggi cerco di prepararmi anche psicologicamente, ripassando ogni singolo tuffo nella mente, in modo da essere più sicuro prima di buttarmi nel vuoto per 10 metri.

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COME TI STAI PREPARANDO? Mi alleno cinque ore al giorno, eseguendo circa 100 tuffi e tre volte a settimana, dopo gli allenamenti in acqua, vado in palestra a fare pesi con un preparatore delle Fiamme Oro.

A LONDRA IL TUO NEMICO NUMERO UNO SARÀ... Vadim Kaptur: siamo avversari da una vita. L'INDISPENSABILE IN VALIGIA? Il computer con la webcam, per poter sentire la mia dolce metà. QUAL È LA TUA PAURA PIÙ PROFONDA? Battere la testa sulla piattaforma: dal trampolino mi è già successo e, per fortuna, non ricordo nulla. Ma avevo 15 anni e non pensavo troppo a queste cose. Col tempo, però, la paura aumenta. SEI CONSIDERATO UN "BELLO D'ITALIA", QUESTO HA INFLUENZATO LA TUA CARRIERA? Bel complimento, grazie mille. Ma non mi considero affatto un "bello d'Italia". Fotogenico, se mai. Ho fatto diversi servizi fotografici e devo dire che mi divertono molto, a differenza della TV, in cui mi trovo meno a mio agio. Comunque

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Francesco Dell'Uomo

nessuna delle due cose ha mai ostacolato o agevolato la mia carriera! Ho sempre programmato tutto e al di fuori di gare e orari di allenamento. PRIMA TANIA CAGNOTTO, POI DALILA SCHIESARO: È UN CASO CHE SIANO DUE GRANDI SPORTIVE? Assolutamente sì. Anzi, non avevo nessuna intenzione di ributtarmi tra le braccia di una sportiva... Ma quando ho rivisto Dalila dopo tantissimo tempo, è venuto tutto da sé! SECONDO TE IL GOSSIP AIUTA LO SPORT? Zero! Può far bene alle tasche di molti, ma di certo non allo sport! TRE AGGETTIVI PER DESCRIVERTI... Caparbio, umile, sportivo. IL TUO SOGNO PIÙ GRANDE? Una famiglia unita e serena, come la mia.


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GINNASTICA ARTISTICA

Carlotta Ferlito

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All'inizio ti tremano le gambe, soprattutto alla trave e alle parallele, perché se cadi di lì ti fai veramente male. Ma è nel momento in cui dici “non ce la faccio più” che devi darci dentro! Sono mattoni su mattoni che costruiscono il tuo essere atleta! Francesca Deagostini 2 7 P H I T


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SCHERMA PH: AUGUSTO BIZZI

Il gattopardo fioretto

Battezzato "Il Conte" dalla stampa, con quegli occhi azzurri, i baffetti scuri, la parlata di Modica e il fioretto, pare effettivamente uscito dal romanzo di Tomasi di Lampedusa. Di avversari importanti ne ha già sconfitti, conquistando ben tre Medaglie d'oro individuali agli Europei (Sheffield, 2011) e un Bronzo ai Mondiali dello scorso ottobre nell'amata Sicilia. Sfumata la qualificazione olimpica individuale, Giorgio punta all'Oro nel fioretto a squadre. Ma non smette di vivere appieno anche al di là della scherma, dove c'è la vita "normale": la ragazza, gli amici, l'università, la chitarra e i sogni, ancora tanti da non sapere quale scegliere...

LONDRA 2012: COME TI SENTI? È la prima avventura olimpica, per cui non ho un metro di paragone. Mi sono affacciato alla Nazionale assoluta solo l'anno scorso, ho vinto subito delle medaglie e ancora non mi rendo bene conto di quello che sta succedendo... IL SUCCESSO ALL'IMPROVVISO: COME LO VIVI? Sono su un treno in corsa, un treno pieno di risultati e di novità. Gli sponsor, un mondo nuovo... Sto vivendo tutto d'un fiato: le considerazioni le lascio al dopo. UNA BELLA PRESSIONE... L'agitazione chiaramente c'è, perché mi rendo conto che ho davanti un traguardo importantissimo. E se non me ne rendo conto io ci pensano gli altri: la mia famiglia, la mia ragazza Rachele... È UNA SPORTIVA ANCHE LEI? Faceva scherma come me, ma ora studia Architettura al Politecnico di Torino. Viviamo lontani, faccio di tutto per starle il più vicino possibile. COME SI GESTISCE LO STRESS? In alcuni momenti è più difficile stare concentrati e l'agitazione può fare brutti scherzi. Bisogna trovare il modo di scaricarla, cosa che io faccio con gli amici e con la chitarra. COSA SUONI? Mi piace il blues, l'ho imparato da autodidatta. (sorride, ndr)

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SEI ANCHE ISCRITTO ALL'UNIVERSITÀ? Per ora non sono ancora riuscito a entrare a Medicina, però sono iscritto a Biologia Molecolare, il che mi permetterà poi eventualmente di convalidare alcuni esami... Ora sono concentrato sulla scherma, ma quando finisco voglio riprendere gli studi e portarli a termine.

Giorgio Avola

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Se sono nella squadra azzurra di fioretto maschile è perché posso vincere una medaglia.

COM'È IL RAPPORTO COI COMPAGNI DI SQUADRA? Ho la fortuna di trascorrere gran parte del mio tempo con Andrea Baldini, il mio idolo sportivo di sempre e il mio attuale compagno di allenamenti a Livorno, oltre che un mio grande amico. La nostra amicizia mi è di grande aiuto. SÌ, MA LA COMPETIZIONE? Nemici in pedana, amici fuori. Di base c'è la conflittualità sportiva, ma a livello personale e umano sappiamo sfruttare l'amicizia per crescere insieme. È un grandissimo schermidore e un grandissimo uomo: posso imparare molto da lui. COME TI STAI PREPARANDO PER LONDRA? Franco Fabbri, il mio preparatore, si occupa di questo e mi dice tutto ciò che devo fare. Dalle prove in campo, si vede poi come procedere: se accuso stanchezza, se mi sento pronto, se le gambe rispondono o meno... È faticoso, ma è soprattutto una questione di concentrazione mentale.

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TANTA TESTA... Sì, la scherma è per il 99% testa e concentrazione. A certi livelli, la scaltrezza e la rapidità ce l'abbiamo tutti, ma in pedana servono anche un mordente bestiale, la voglia di e la capacità di sopraffare l'avversario anche psicologicamente. PRIMA DI SALIRE IN PEDANA SEI... Agitato, cerco di trasformare l'agitazione in determinazione. C'è sempre da considerare il fatto che non siamo soli: tutto il mondo vuole vincere con coi. Oltre alla musica, assumo quantità inenarrabili di caffè, che mi fanno stare coi nervi a fior di pelle. COS'HAI DI SICILIANO? Accento a parte, sono modicano con la "scocca". Si vede e si sente in tutto, è un bagaglio di cui sono orgoglioso. È qualcosa che resta, anche se stai mille anni fuori casa e conosci gente da tutto il mondo. GIORGIO AVOLA IN TRE PAROLE. Determinato, testardo, incontentabile.


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SCHERMA PH: AUGUSTO BIZZI

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Here comes the story of Hurricane. The one the authorities came to blame, for something that he never done, and put him in a prison cell, but one time he could have been Champion of the world...

Andrea Baldini

Uragano! fioretto

crive questi versi con il pennarello su una

per l'esclusione dalle Olimpiadi di Pechino 2008, a

(2009) a quelli di Lipsia l'anno successivo, pas-

quistato il titolo individuale di fioretto ai Campio-

in tasca da mesi. "Colpa" di un'accusa di doping,

Con qualche calo tra i mondiali di Catania 2011

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bandiera tricolore, che srotola dopo aver con-

nati del Mondo 2009. Un atto provocatorio, che, sulla scorta della storia cantata da Bob Dylan

(Rubin "Hurricane" Carter, il pugile imprigionato ingiustamente, senza poter diventare Campione

del Mondo) racconta tutta la rabbia e la sofferenza

A colpi di...

poche ore dall'inizio dei Giochi e con un pass già

da cui un anno dopo il Tribunale della Federazione Internazionale della Scherma lo ha sostanzial-

mente sollevato. Da allora Andrea non ha fatto che vincere: soprattutto doppiette d'Oro, nel fioretto

individuale e a squadre, dagli Europei di Plovdiv

sando per i Campionati del Mondo di Antalya. e le prime tappe di Coppa del Mondo 2012, An-

drea ora punta tutto sulla gara olimpica che attende da quattro lunghi anni. L'ultimo Oro, nel fioretto maschile a squadre (Legnano 2012) fa ben sperare. Ce la farà?

sciabola

onostante l'ultimo infortunio che l'ha fatto rimbalzare sulle pagine dei rotocalchi di gossip con tanto di stampelle e fidanzata a fianco (Antonella Mosetti, ndr), Aldo Montano andrà comunque a Londra a rappresentare l'Italia della sciabola maschile individuale, accanto a Diego Occhiuzzi e Luigi Tarantino (squadra e riserva Luigi Samele). Le due sciabolatrici che si giocano l'individuale sono la 22enne livornese Irene Vecchi e Gioia Marzocca, 32 anni, lecchese, una lunga esperienza alle spalle e una gran voglia di Medaglia, dopo una brutta prova a Pechino 2008.

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ANDREA CASSARÀ FIORETTO

VALERIO ASPROMONTE FIORETTO

osì disse in partenza per Pechino 2008 il giovane Andrea Cassarà: «non sono la Vezzali, però non c'è nessuno che non possa battere», Oggi, a 27 anni, è il Campione del Mondo di fioretto individuale.

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confitto in finale agli ultimi Campionati del Mondo dal compagno e amico Andrea Cassarà, il 25enne di Frascati è Vicecampione del mondo di fioretto individuale e affronta la sua prima Olimpiade.

PAOLO PIZZO SPADA lasse 1983, siciliano, trionfa proprio nella sua Catania, diventando Campione del Mondo a 28 anni. Enorme la soddisfazione per lui, soprattutto dopo l'amarezza dell'esclusione dai Mondiali di Antalya.

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SCHERMA

Donne d'oro pensiero piacevole: le Olimpiadi sono il mio sogno da quando faccio scherma e ho la fortuna di poterlo realizzare a 24 anni». Ma partecipare non basta: «punto all'Oro individuale, oltre che a quello in squadra... La competizione tra compagne? È strano, perché il giorno prima sei lì a combattere contro tutte e quello dopo sei lì con le altre a tifare e sostenere la squadra». Arianna trasmette in ogni parola il suo entusiasmo e l'amore per la sfida: «Prima di una gara importante sono tesa, ma è una bella sensazione: è l’adrenalina ovvero ciò che ti manca di più, quando non gareggi da un po’. Poi io mi impongo di sorridere: penso a divertirmi e a far divertire». Uno stile di scherma d’attacco, più che d'attesa, dinamico e creativo, che le è valso il soprannome di “tsunami”. E il rapporto con le più grandi? «Quando sono riuscita a entrare in squadra, avevo intorno a me campionesse fortissime, con alle spalle tanta esperienza (e tante medaglie). Vezzali, Granbassi, Triellini… Ma l'ho sempre vissuta bene, come uno stimolo a migliorare, imparando anche da chi ha più esperienza. Poi ho sempre amato la sfida: dove c’è più ansia

PH: AUGUSTO BIZZI

onzese del ’88, è tra le più giovani schermitrici italiane. Andrà a Londra sia per il fioretto femminile a squadre che per quello individuale. È la sua “prima volta” olimpica in mezzo alle più grandi. Entrata solo tre anni fa negli Assoluti, ha vinto un Bronzo ai Mondiali del 2009 nell’individuale e, con la squadra, ben due Ori e un Argento mondiali, più tre Ori europei. Ma Arianna sa bene che può e deve crescere ancora: «negli anni scorsi, data la poca esperienza, puntavo solo sui Mondiali e un altro paio di gare annuali importanti, convinta che non avrei mai "bucato" appuntamenti così importanti… Eppure, nonostante arrivassi al podio, continuavo ad avere problemi fisici, perché non mi allenavo con costanza; sono dovuta stare fuori dalle pedane per due mesi a causa di un infortunio». È proprio un Mondiale "bucato", quello dello scorso ottobre a Catania, ad averle fatto capire l’importanza del percorso intermedio tra un traguardo e l'altro. Certo, un po’ di ansia per le Olimpiadi c’è, ma Arianna sente che questa volta ha fatto le cose per bene, passo dopo passo. «Poi il pensiero finisce lì... E in ogni caso è un

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Arianna Errigo fioretto e posta in gioco, do di più anch'io». Vulcanica e trasparente, Arianna ammette serenamente di essere scaramantica (ma non maniacale), di detestare la parola

“dieta” e di mettersi a ballare il reggaeton da sola, quando è troppo tesa. Il sogno? Non solo le Olimpiadi, ma anche una famiglia, dei figli e quanti più cani possibili!

Regine di spade fioretto iange e parla di una gioia immensa Rossella Fiamingo, "Diesel" per gli amici, dopo essersi aggiudicata la Coppa del Mondo nella spada individuale, a soli due mesi dall'inizio delle Olimpiadi. Con un Oro nella spada a squadre conquistato proprio in casa agli ultimi Mondiali, la bella catanese, 21 anni a luglio e un sorriso dolcissimo, ha molto da sperare per queste Olimpiadi. Poi a Londra ci sarà anche il grande amore Luca Dotto. Conosciutisi nella caserma della Guardia Forestale oltre un anno e mezzo fa, i due sono la coppia più bella del mondo sportivo azzurro. Insieme a Rossella (e contro di lei), ci saranno anche Bianca Del Carretto e Mara Navarria.

P VALENTINA VEZZALI FIORETTO

ELISA DI FRANCISCA FIORETTO

ILARIA SALVATORI FIORETTO

on il titolo di atleta più vincente della storia italiana, la 38enne di Jesi non ha bisogno di presentazioni. Quinta Olimpiade e un sogno realizzato: portare la bandiera tricolore. «Mi batte forte il cuore, mio padre dal cielo sarà contento».

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ampionessa europea, agli ultimi Mondiali arriva seconda dopo la "tigre" Vezzali. Jesina come l'eterna compagnarivale, grintosa ed estroversa, Elisa ha 22 anni di esperienza in pedana e una medaglia che ancora manca all'appello.

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rionfa alla Coppa del Mondo di marzo, in una giornata "no" per tutte le altre azzurre. Una bella carica di entusiasmo, che le servirà per affrontare la prima Olimpiade individuale, dopo il Bronzo a squadre di Pechino 2008.

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ATLETICA

Ruggero Pertile

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PH: IMMAGINI DI GIANCARLO COLOMBO PER FIDAL

Daniele Meucci

10.000 metri d'ingegno Università di Stanford, California: una prestazione straordinaria con accelerazione finale, un nuovo record personale, la qualificazione europea e un tempo che entra nella storia dei 10.000 metri come il quarto migliore di sempre. Orgogliosissimo pisano, Daniele è l'unico emissario azzurro della specialità, in attesa di Helsinki (27 giugno/1 luglio). Incrociamo le dita anche per Stefano La Rosa. L'EMOZIONE DELLA QUALIFICAZIONE? Ho provato gioia e tanta felicità, anche se non ho capito subito ciò che avevo fatto, perché non me l'aspettavo. LONDRA È VICINA: COME GESTISCI LO STRESS? Non pensando soltato alla corsa, ma studiando e dedicandomi anche ad altre passioni. QUINDI STUDI E TI ALLENI INSIEME? Sì, incastro gli orari dell'università con quelli degli allenamenti come fosse un puzzle. PUNTI A UNA MEDAGLIA? Voglio arrivare al meglio. QUALE SARÀ IL PEGGIOR NEMICO LÌ? L'aspettativa e la responsabilità. COSA PORTERAI CON TE? Il caffè: senza un buon caffè al mattino il cervello non si attiva! LA MUSICA CHE TI CARICA? Qualsiasi canzone di Vasco!

IL FONDO È FATTO SOPRATTUTTO DI... Voglia di fare fatica! AI KENIOTI VIENE PIÙ NATURALE... La loro è una corsa caratterizzata da elasticità e leggerezza. QUALE VITTORIA HAI NEL CUORE? Il Bronzo agli Europei di Barcellona 2010. LA TUA PIÙ GRANDE PAURA? Smettere di divertirmi quando corro... HAI INIZIATO CON IL CALCIO, PERCHÈ POI TI SEI DATO ALLA CORSA? Per caso... Per rimanere in forma, insomma. Poi, però, è diventata come una droga. CHI RINGRAZI PER CIÒ CHE SEI ORA? Tutte le persone che mi stanno vicino e che credono in me. DANIELE MEUCCI IN TRE PAROLE. Agonista, testardo, generoso. Dalla mia regione, invece, oltre al dialetto ho preso l'operosità e la dedizione al lavoro.

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Ruggero Pertile

maratona

Tempo per pensare... lasse 1977, Ruggero, detto “Rero” dagli amici, è l’unico attuale rappresentante maschile della maratona. Un motivo di orgoglio, certo, per lui come per gli amici e i cittadini della "sua" Camposampiero (PD). Peccato, però, non avere un compagno con cui condividere gli allenamenti, le gioie e i dolori. Anche perché la corsa di endurance è già di per sé lunga, solitaria ed estenuante. Per le Olimpiadi, appuntamento simbolo dell’Atletica mondiale, Pertile punta a confermarsi primatista, tra i primi otto al mondo, magari battendo un nuovo record personale… L’avversario più grande? «I 42km e 195m che portano alla finish line». Lucido, maturo e, come nella migliore tradizione padovana, gran lavoratore, si descrive come «tenace, generoso e brontolone» e conclude con una bella dichiarazione d'amore per moglie e figlia. «Rivestono un ruolo fondamentale nella mia vita, di gioia e comprensione».

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ATLETICA

PH: NIKE

42KM E... OLTRE Rosaria Console Felice e orgogliosa, con la foto della sua bimba in valigia, non vede l’ora di essere sulle linee di partenza. Vuole dare il massimo, perché coltiva da anni il sogno olimpico e deve ancora fare la “gara della vita”, al di là degli ottimi piazzamenti ottenuti negli anni. «Un maratoneta deve essere prima di tutto forte mentalmente: la mente, unita a un grande motore». Testarda, timida, istintiva, crede fermamente nei valori che trasmetterà alla figlia: non mollare mai e rispettare sempre e comunque l'avversario.

Libania Grenot

Anna Incerti La migliore delle maratonete di Pechino è pronta a vivere un nuovo grande sogno. «Dopo una vita passata a gareggiare con le atlete più forti del mondo», appare sicura, concentrata e consapevole dei propri mezzi, come del fatto che sarà dura: «le Russe e le Keniane correranno fortissimo…». Legata alla sua terra, dove vive con il marito mezzofondista che la descrive come «testarda e determinata, in una parola siciliana», la palermitana ha nel cuore l’Argento agli Europei di Barcellona (2010). «È la maratona che ha scelto me…». Caparbia e ironica, amante di arancini e musica in stile AC/DC, manda un “grazie” agli amici e all’allenatore Tommaso Ticali, che la «sopporta» da 16 anni.

Valeria Straneo «Ho scelto la maratona per amore: mi piace far fatica!». Solare, serena e felicissima della sua qualificazione, Valentina parte con la marcia giusta. «So che darò il massimo, perché ho lavorato duramente. E, comunque vada, sarà un’esperienza grandiosa… Punto a ricercare buone sensazioni e a entrare nelle prime 10 classificate». La competizione con le altre? Benissimo, perché, se sana e positiva, spinge a migliorarsi. «Alle mie rivali stringo la mano, rispetto chi mi batte e stimo chi mi arriva davanti, dopo aver lottato e sofferto insieme». Poi ringrazia entusiasta la famiglia e tutto lo staff che la segue, dall’allenatore all’ematologo. Ci saluta, con un gran bel sorriso.

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QUE VIVA ITALIA! ella, energica e travolgente, la “panterita” dei 400m è fiera di difendere il Tricolore, senza nulla togliere a Santiago de Cuba, dove è nata e cresciuta. «Sono orgogliosa di sentire scorrere nelle vene lo stesso sangue dei miei connazionali». Dall’Isola ha preso l’ottimismo, l’entusiasmo e la filosofia “no stress” (per quello, bastano corsa e allenamenti). Ma anche la passione per la

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salsa boricua, il riso con maiale arrosto e il fenomeno dei 110m a ostacoli Dayron Robles. In piena forma e più matura rispetto a Pechino, dove «con la motivazione a mille» ha potuto indossare per la prima volta la maglia azzurra, Libania punta a scendere sotto i 50’’. «Servono un grande cuore e una grande testa. La gestione è fondamentale: bisogna avere un’andatura in progressione e chiudere forte gli

ultimi metri, tenendo a bada i nervi e lottando contro l’acido lattico». Una bellezza da pantera su cui non ha mai fatto leva né per la carriera sportiva, né tantomeno per finire sulle copertine dei giornali: «mi sono sempre guadagnata tutto con il sudore e i sacrifici, anche grazie ai miei genitori, che mi hanno permesso di studiare in un college sportivo». Il sogno? L’Inno di Mameli.


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ATLETICA

Maschiaccio a chi? Silvia Salis e a scompigliarle la chioma bionda è la brezza salata che spira tra i carrugi di Genova, lei si sente a casa e sta a posto col mondo. Un viso solare come le migliori giornate d’estate, un carattere schivo e riservato come quello di molti genovesi e alcuni punti fermi: la modestia, la votazione al sacrificio, il lavoro duro, il perfezionismo, l’allenatore e gli affetti (fidanzato, famiglia, amici). Pur avendo abbondamentemente il physique du rôle, Silvia non ha mai voluto fare né la soubrette né la comparsa sui rotocalchi. Lei è un’atleta e per Londra 2012 punta dritto alla finale: «mi sento carica perché ho voglia di gareggiare, ma anche molto tesa perché quest'anno non si deve

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sbagliare… Mi sto allenando scrupolosamente, cercando soprattutto di migliorare la forza». Per trovare la concentrazione pre-gara preferisce stare da sola, con un po’ di musica. Del resto, il suo è uno sport individuale e meno "maschile" di quanto si pensi, a differenza del getto del peso, dove l'Italia sarà rappresentata dalla padovana Chiara Rosa. «L’ho scelto perché mi è riuscito bene fin da subito… Nel mio caso, visto che non ho un fisico massiccio, conta più la tecnica, ma sono una anche abbastanza forte». Oro ai Giochi del Mediterraneo, Argento ai Mondiali in Corea 2011… Lancio del martello. E non lo direste mai. Per gli uomini ci sono, invece, Lorenzo Povegliano e Nicola Vizzoni.

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Jump!

Sto bene e ho lavorato sodo. Voglio tornare a vincere nella mia gara: i 50 chilometri. Alex Schwazer

IN MARCIA! battersi per il Tricolore saranno anche la grande piemontese Elisa Rigaudo nei 20km (quarto posto a Daegu 2011; Bronzo a Pechino 2008) e il romano Marco De Luca, che affiancherà Schwazer nella lunga marcia dei 50km.

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METRI E SIEPI taccano il pass "in corsa" al Golden Gala romano, togliendo (se possibile) un po' di luce all'impresa di Usain Bolt, anche Silvia Weissteiner, Elena Romagnolo (5.000m) e Yuri Floriani, campione trentino dei 3.000m siepi.

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PH: IMMAGINE DI GIANCARLO COLOMBO PER FIDAL

OSTACOLI! cchi puntati anche sul 27enne ligure Emanuele Abate e sulla 30enne friulana Marzia Caravelli, che, il 13 marzo scorso, nella medesima giornata, hanno segnato il nuovo record italiano dei 100m ostacoli.

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rgento agli ultimi Mondiali indoor (Istanbul 2012), Antonietta Di Martino coi suoi soli 169cm di altezza, è la primatista del salto in alto azzurro che ha battuto il record di Sara Simeoni con 202cm. Solo decima a Pechino ma con un Bronzo fresco a Daegu dopo Chicherova e Blanka Vlašić, torna in gran forma al sogno olimpico. Rappresentante maschile della specialità è il trentino Silvano Chesani che a 24 anni appena compiuti, con un salto di 2,31m, corona il suo sogno, aggiudicandosi il pass. Per il salto triplo, vanno in scena rispettivamente la palermitana Simona La Mantia (Oro agli indoor di Parigi 2011) e, per gli uomini, Fabrizio Donato e Daniele Greco. La friulana Anna Giordano Bruno, atleta laureata in Matematica, darà il meglio di sé nel salto con l'asta. Per quanto riguarda il salto in lungo, purtroppo, sembra per ora "saltata" la qualificazione di Andrew Howe, troppo vicina all'ultimo brutto infortunio.

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Luna d'oro... PH: FIV / CARLO BORLENGHI

Alessandra Sensini RS:X

suoi concittadini di Grosseto l'hanno soprannominata “Luna d'oro” ed è così che le piace essere chiamata. Vento tra i capelli e vento nell'anima; vento della vittoria, come per gli idoli Carl “figlio del vento” Lewis e i windsurfer Robby Naish e Nathalie Lelièvre. Vento e onde, come in “Un mercoledì da leoni”. Vento del mar Tirreno e di Napoli, dove Alessandra è stata l'italica madrina della tappa partenopea di World Series America's Cup. Sei Olimpiadi con Londra, quattro Medaglie olimpiche, un Bronzo agli ultimi Mondiali spagnoli: con le spalle larghe, la grintosa windsurfer toscana dai riccioli dorati sente ancora l'emozione della prima volta. Sul windsurf tricolore, per la categoria maschile, si batterà Federico Esposito.

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Blowing in the...

er la classe 470 maschile scenderà in acqua il duo composto da Pietro Zucchetti (prodiere, bresciano, classe 1981) e Gabrio Zandonà (timoniere, romano, classe 1977, alla terza Olimpiade) che, superando ogni aspettativa, hanno appena vinto l'ultima prova alla Skandia Sail for Goal di Weymouth, proprio nelle acque olimpiche. La classe 470 femminile vedrà in scena l'esplosiva (e simpaticissima) coppia Giulia Conti (timoniera) e Giovanna Micol (prodiera). Super-agguerrite, compagnone sulla terra, le due, rispettivamente romana e triestina, sono in barca da quando avevano 7 anni: «vogliamo dare il 100% e finire le Olimpiadi soddisfatte». Quanto ai 49ers, la coppia dei fratelli Sibello è attualmente sciolta a causa dell'angioma cerebrale che per mesi ha stoppato Pietro. Gianfranco Sibello figura quindi al fianco di Giuseppe Angilelli. Della squadra azzurra fanno parte Francesca Clapcich (Laser Radial), Michele Regolo (Classe Standard), Filippo Maria Baldassari (Finn) e Federico Esposito (Windsurfer RS:X).

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Le palle! tennis a fatica, i piccoli riti del campo, i colpi urlati, il rimbalzo pneumatico della pallina, le lacrime di gioia... Le belle vittorie del tennis sono tra le più emozionanti. Sara “Sarita” Errani, la romagnola ormai adottata dalla Spagna, ha appena sfiorato l'Impresa già conquistata nel 2010 dalla Schiavone: la vittoria in singolo al Roland Garros. Ma nulla ha potuto contro la zarina Sharapova. Resta la gioia di essersi messa in luce tra le più grandi (partita 24esima, ora è nella top ten) e di aver vinto il doppio con la compagna Roberta Vinci. In coppia con Francesca Schiavone c'è Flavia Pennetta, detta “Flavi” o

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“Penna”. Alla sua seconda Olimpiade, lei è stata la prima donna italiana a entrare nelle prime dieci del ranking mondiale. Ora sta cercando di raggiungere la massima forma fisica e la determinazione giusta per giocarsela fino in fondo e portare a casa una medaglia. Spigliata, sorridente, solare, la numero uno del doppio scenderà sull'erba inglese per due impegnativi appuntamenti: prima Wimbledon, terzo Slam della stagione (25 giugno-8 luglio), poi le Olimpiadi, sullo stesso prato, insieme alle altre dello splendido gruppo e ai compagni del Tennis maschile Andreas Seppi e Fabio Fognini.

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vela


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PA L LAVO LO & B E AC H VO L L E Y

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Noi, le ragazze della femminile e quelli del beach volley vogliamo far sognare l'Italia a Londra. Mauro Berruto, CT Nazionale pallavolo

pallavolo

On the beach

beach v.

resco, veloce ed entusiasmante, il beach volley è stato tra le discipline più seguite di Pechino 2008, dove è stato introdotto per la prima volta nella storia olimpica. A scatenare il tifo dei fan, ci sono per l'Italia Greta Cicolari e Marta Menegatti che, dopo essersi guadagnate l'Argento nella tappa cinese del Gran Slam, sono ora impegnate in quella romana e nella tappa russa di Coppa del mondo, l'ultima importante prova prima di Londra. I risultati strepitosi delle due fanno ben sperare. Sempre sulla sabbia del Foro Italico, si è qualificata per Londra anche la coppia Paolo Nicolai-Daniele Lupo.

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Gigi Mastrangelo

Task force di squadra ince il Torneo di qualificazione olimpica di Sofia e il pass olimpico, battendo la Germania al tie-break. È fatta: la Nazionale azzurra di pallavolo guidata dal CT Mauro Berruto sarà a Londra più agguerrita che mai, a lottare anche per il compagno Vigor "Bovo" Bovolenta, morto in campo lo scorso marzo. Se la vedrà con i Brasiliani, i Russi, gli Statunitensi e magari anche i Serbi (la sconfitta nella finale europea con la Serbia superfavorita dall'arbitraggio brucia ancora). Dodici i convocati: gli schiacciatori Ivan Zaytsev, Simone Parodi, Christian Savani, Samuele Papi, Jiri Kovar; gli alzatori Dragan Travica e Dante Boninfante; l'opposto Michail Lasko; il libero

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Donne mondiali

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taccano il pass per Londra, diventando Campionesse del mondo in Giappone. Guidate dal CT Massimo Barbolini, le azzurre dell'Italvolley hanno stravolto Statunitensi e Brasiliane, bissando la vittoria del 2007. Campionesse straordinarie come l'amatissima Eleonora "Leo" Lo Bianco (oltre 500 presenze in Nazionale), tornata in campo dopo aver sconfitto la sua battaglia contro il

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Andrea Bari, e, non ultimi, i grandi centrali Alessandro Fei, Emanuele Birarelli e Luigi "Gigi" Mastrangelo. Per lui, 36 anni, veterano della "vecchia guardia" dell'Italvolley, sarà la quarta e ultima importantissima Olimpiade. In splendida forma, con una strabiliante "tartaruga" che gli è valsa le avances di Madonna e il titolo di sex symbol dello sport italiano, Gigi ha rilasciato una bella intervista a PHIT sul numero 09. Con tanti sogni per la sua futura vita al di là dello sport e un po' di amarezza per la Pallavolo italiana: «una disciplina bellissima e molto praticata, sin dai banchi di scuola, che non è sicuramente valorizzata come dovrebbe».

cancro, o la schiacciatrice italo-argentina Carolina Costagrande. E, ancora, Sara Anzanello, Valentina Arrighetti, Cristina Barcellini, Caterina e Lucia Bosetti, Monica De Gennaro, Antonella Del Core, Simona Gioli, Noemi Signorile e Paola Croce. Una squadra straordinaria che può regalare sogni.

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A LT R E D I S C I P L I N E

Acqua, terra, aria

Uomini barca triathlon

re specialità in una sola disciplina. Nuoto (1.500km), bici (40km), corsa (10km) e una grande dote richiesta oltre a quelle tecnicoatletiche: la completezza. Bisogna essere al top sia in acqua che sulla terra ferma e sulle due ruote. Sono tre i rappresentanti italiani che se la giocheranno a Hyde Park: Alessandro Fabian, Davide Uccellari e Anna Maria Mazzetti. Disciplina olimpica da Sydney 2000, il triathlon sta conquistando sempre più pubblico, tra appassionati, agonisti e amatori.

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Sport, not war

ra Slalom e Velocità, a portare in alto la bandiera italiana della canoa, già sventolata per lungo tempo dal grande Antonio Rossi, saranno l'immensa Josefa Idem, giunta in gran forma alla sua ottava Olimpiade, Daniele Molmenti e altri sei azzurri: Norma Murabito, Maximiliam Benassi, Niccolò Ferrari, Pietro Camporesi, Stefano Cipressi e Clara Giai Pron. L'appuntamento è al Lee Valley White Water Center.

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46kg addosso

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tiri

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arà Mirco Scarantino il rappresentante azzurro della pesistica. Classe 1995, il giovane nisseno è figlio di un pesista olimpionico.

pentathlon siste da quando sono nati i Giochi, ma è stato rinnovato nelle discipline da Pierre de Coubertin, fondatore delle Olimpiadi moderne. Tiro a segno, nuoto, scherma, equitazione, corsa; cinque discipline per tre italiani in azione a Londra: Riccardo De Luca, Nicola Benedetti e Sabrina Crognale. Se la giocano anche Claudia Cesarini e Lavinia Bonessio, ma il posto è uno solo.

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ucili, pistole, carabine, archi: la tradizione italiana nei tiri è lunga e consolidata. Per il tiro con l'arco ci rappresenteranno Marco Galizzo (Oro ad Atene 2004), Mauro Nespoli, Michele Frangilli, Natalia Valeeva, Guendalina Sartori e Jessica Tomasi. Per il tiro a segno, invece, insieme a Marco De Nicolo, hanno staccato il pass olimpico anche Giuseppe Giordano, Francesco Bruno, Niccolò Campriani, Luca Tesconi, Petra Zublasing ed Elania Nardelli. Per il tiro a volo a imbracciare il fucile saranno Giovanni Pellielo, nella categoria "trap" (un piattello) insieme a Massimo Fabbrizi e alla giovane Jessica Rossi (Oro mondiale a 17 anni). Per la categoria "skeet" (due piattelli incrociati) ecco, invece, Chiara Cainero (Oro a Pechino 2008), Luigi Agostino Lodde ed Ennio Falco. In "double trap" (due piattelli paralleli) competeranno Daniele Di Spigno e Francesco D’Aniello.

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Su due ruote Tatami per 9

The Ring

Antiche mosse

ercando di ripercorrere le orme sul tatami olimpico del napoletano Pino Maddaloni (Oro a Sidney 2000), ecco la squadra dei judoka azzurri: Rosalba Forciniti, Giulia Quintavalle, Edwige Gwend, Erica Barbieri ed Elena Moretti; Antonio Ciano, Francesco Faraldo, Roberto Meloni, Elio Verde per i maschietti. Il judo è stata la prima disciplina orientale a essere ammessa alle Olimpiadi (Tokyo 1964).

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n personaggio Clemente Russo, perché sta benissimo sul palco, oltre che sul ring (ha già fatto l'attore e un reality). Cognato di Maddaloni, ha nel palmarès le World Series 2011, un Argento olimpico (Pechino 2008) e un Oro mondiale (Chicago 2007). Si è soprannominato "tatanka", "bisonte" in lingua Sioux. Con lui ci sono anche il supermassimo Roberto Cammarelle e altri cinque azzurri nelle varie categorie.

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a buon napoletano, l'Argento di Pechino nel taekwondo Mauro Sarmiento non dimenticherà di mettere in valigia i suoi cornini (perché d'accordo il talento, ma la fortuna ci mette sempre del suo). Solare, spigliato, tifosissimo del Napoli e innamoratissimo di Veronica, Mauro si è raccontato a PHIT sul numero scorso. A rappresentare l'Italia a Londra sarà anche il brindisino Carlo Molfetta.

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bici

n palio, ci sono 18 medaglie, tra strada, MTB, BMX e pista. A vedersela con Mark Cavendish e con le diverse discipline delle due ruote olimpiche saranno in quattordici. La giovane promessa veronese Elia Viviani (classe 1989) per le prove su pista; per quelle su strada Damiano Cunego, Vincenzo Nibali, Marco Pinotti, Ivan Basso e la squadra femminile composta da Giorgia Bronzini, Tatiana Guderzo, Noemi Cantele e Monia Baccaille. Gareggeranno a cavallo della loro mountain bike Marco Aurelio Fontana, Gerhard Kerschbaumer ed Eva Lechner; mentre nella BMX scenderà in pista il pluricampione Manuel De Vecchi.

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A CURA DI SIMONA CONTALDO INTERVISTE DI FEDERICO RIVA

RUGBISTI A CHI? LUGLIO 2011, SHANGHAI: ESATTAMENTE UN ANNO FA I RAGAZZI DEL SETTEBELLO CONQUISTANO IL TERZO TITOLO AZZURRO DI CAMPIONI DEL MONDO. EPPURE DI PALLANUOTO NON SI SENTE MAI PARLARE, SE NON NEL PERIODO OLIMPICO. PERCHÉ? PERCHÉ NAZIONALI DI ALTRI SPORT, CHE NON HANNO ANCORA RAGGIUNTO LE VETTE, RIESCONO A RIEMPIRE UNO STADIO INTERO, MENTRE LA PALLANUOTO, CHE PURE HA UN PALMARÈS DA URLO, È TRATTATA COME UNO SPORT DI PROVINCIA? MAURIZIO FELUGO E VALENTINO GALLO, MITICI VETERANI DEL SETTEBELLO AZZURRO, CI RACCONTANO COME LA PENSANO...

COMINCIAMO DAL PRINCIPIO: COME SI DIVENTA PALLANUOTISTI? VG - Lo si diventa per caso, sempre che non si abiti in Liguria, dove c'è molta passione per questo sport (basti guardare i risultati della Pro Recco, dove gioca anche il ligure Felugo, ndr). Io, per esempio, che sono di Siracusa, ho iniziato da piccolino con il nuoto. L'ho fatto per circa due anni, finché un giorno un caro amico di mio padre, allenatore di pallanuoto, non mi chiese se volevo provare: gli sembravo fisicamente portato. Avevo 9 anni, da lì sono partito e non ho più smesso. E direi che ho fatto bene...

IL VOSTRO SPORT È STATO SPESSO DEFINITO "IL RUGBY DELL'ACQUA"... Sì, ma noi non ci sentiamo rugbisti: è un accostamento un po' troppo utilizzato e che, se proprio vogliamo dirlo, ci sta anche un po' stretto, visto tutto quello che abbiamo vinto... Noi siamo dei pallanuotisti, e basta!

SI PARTE SEMPRE DAL NUOTO O C'È ANCHE CHI INIZIA DIRETTAMENTE? C'è chi comincia subito con la pallanuoto, ma non è consigliabile, perché una buona tecnica natatoria è la prima cosa che serve. Anzi, noi consiglieremmo almeno un paio d'anni di nuoto fatti bene, prima di cominciare a giocare.

NIENTE DA SPARTIRE, INSOMMA? I valori che condividiamo sono molto simili a quelli del rugby. A livello tecnico, poi, l'accostamento è sempre più corretto, perché nella pallanuoto è aumentata moltissimo la velocità di gioco; sono state persino modificate alcune regole, per rendere il tutto massimamente fisico e, quindi, spettacolare. Insomma, la tendenza è quella di far diventare i pallanuotisti dei superatleti: più preparati fisicamente, ma meno fantasiosi nel gioco... Per essere all'altezza di un Olimpiade oggi ci vuole una preparazione atletica mostruosa, fuori e dentro l'acqua...

SI TRATTA, PERÒ, DI DUE TIPI DI NUOTATE DIVERSE... Sì, perché nella nostra disciplina si nuota a testa alta, altrimenti non si hanno il controllo e la visione di gioco. La nuotata classica, però, serve: per recuperare acqua il più velocemente possibile.

A VOI, PERÒ, LE AZIONI FANTASIOSE VENGONO PARTICOLARMENTE BENE... MF - Sì, e la pasta al pesto è quella che mi viene meglio! Scherzi a parte, è verissimo ed è proprio questo il valore aggiunto dell'Italia. Non essendo dei colossi come i giocatori di altre squadre, abbiamo puntato moltissimo su rapi-

settebello?

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È vero che sono sette in campo, ma non si chiamano così solo per questo... Il termine venne utilizzato per la prima volta alle Olimpiadi di Londra del 1948 dal radiocronista Nicolò Carosio, per definire simpaticamente la squadra di pallanuoto della Rari Nantes Napoli, i cui giocatori usavano fare lunghe partite a scopa, tra una trasferta e l'altra. Ai pallanuotisti, però, il soprannome piacque. Durante un'intervista, infatti, Ermenegildo Arena, Pasquale Buonocore ed Emilio Bulgarelli dissero allo stesso Carosio: «alla radio ci chiami così; noi siamo il Settebello». Da allora quello rimase il soprannome della Nazionale azzurra di pallanuoto. (fonte: Wikipedia) 3 9

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La squadra che ci fa più paura? Sono gli altri che devono aver paura di noi! Maurizio Felugo

dità, agilità e fantasia di gioco. Non solo un'enorme preparazione atletica quindi, ma anche un lavoro di intelligenza e creatività. A PROPOSITO DI PREPARAZIONE, COME PROCEDE LA STRADA VERSO LONDRA? Sono finiti dal maggio scorso il campionato e gli allenamenti con le squadre di club, peraltro utilissimi anche per la Nazionale, perché se il CT Campagna non ha una buona base su cui lavorare, non si va da nessuna parte. Prove come l'Europeo di gennaio (quarto posto, dopo Serbia, Montenegro e Ungheria, ndr) ci fanno capire ancora di più cosa significhi essere Campioni del mondo... La pressione, le aspettative, le responsabilità... Anche per questo il ritiro con la Nazionale è durissimo: otto ore di allenamento al giorno; sveglia mai oltre le 8:30; alle 9:30 tutti in palestra, dove i difensori e i centro-boa caricano un po' di più, a differenza degli esterni e del portiere. Dopo pranzo, tutti in acqua: una parte dell'allenamento con la palla, una senza. Alla sera poi... Ma quale sera: a fine giornata siamo morti! ALLA FINE, PERÒ, I RISULTATI ARRIVANO. CERTO CHE IL PALO DELLA SERBIA AL 12'' DAL FISCHIO FINALE DEI MONDIALI... Ci è andata bene... Ma il palo in pallanuoto non è poi così eclatante: se ne prendono tanti; è un "fuori" e basta. Poi siamo convinti che Stefano (Tempesti, il portiere, ndr) ci sarebbe comunque arrivato, su quella palla. COSA È SCATTATO IN VOI, PER ARRIVARE A ESSERE CAMPIONI DEL MONDO? Una grande preparazione, un grande feeling con lo staff e l'armonia di squadra. È nato, e c'è tuttora, un gruppo unico: siamo molto amici anche fuori dalla vasca, sebbene alla fine è in acqua che si deve andare d'accordo! All'epoca, poi, avevamo un gioco assolutamente innovativo,

con una difesa globale e un attacco nel quale veniva coinvolta l'intera squadra. Insomma, si aveva l'impressione che l'Italia fosse un pelo sopra gli altri... SENTITE DI AVER INNOVATO LA DISCIPLINA, CON IL VOSTRO GIOCO? Sentivamo! Poi ci hanno studiato e scopiazzato anche un po'. Certo, non pretendiamo che gli avversari stiano lì solo a guardare: noi abbiamo imparato da altri in passato e ora probabilmente qualcuno guarda noi e impara. Ne siamo orgogliosi. Il problema è che adesso la difficoltà è maggiore, perché dobbiamo migliorare e aggiungere sempre qualcosa in più. MA, IN PARTICOLARE, COSA VI SIETE INVENTATI? Ohhh!! Non possiamo mica dirvi tutto! (sorridono, ndr). VA BENE, ALLORA CI DITE COSA TENETE E COSA BUTTATE DI QUESTO MONDO? La pallanuoto è pulita e leale: da buttare non c'è nulla. Il problema è che ancora non si riesce a farla diventare importante come il basket o il rugby. Le società stesse non si fanno pubblicità bene, perciò il nostro rimane uno sport di provincia. Ma la verità è che la gente, per appassionarsi a uno sport, deve prima aver ben chiare le regole del gioco: se non capisci, come puoi divertirti? E sono i cronisti a dover spiegare bene come si gioca, per catturate i telespettatori. Ma qualcosa sta cambiando: con Londra 2012, per esempio, Sky avrà un canale completamente dedicato a noi: sarà quindi più facile farci vedere e capire! SE VI TROVASTE DAVANTI UN RAGAZZINO, COSA GLI DIRESTE PER FARLO GIOCARE A PALLANUOTO? L'acqua è un elemento che diverte e, se insegnato nella giusta maniera, ti dà la possibili-

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maurizio felugo Rapallo, 4 marzo 1981 Altezza: 189cm Peso: 87kg Ruolo: Attaccante Squadra: Pro Recco

Oro: Mondiali - Shanghai 2011

Argento: World League - Firenze 2011 Argento: Mondiali - Barcellona 2003

Argento: World League - New York 2003 Argento: Europei - Budapest 2001

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Velocità di pensiero e movimento con un portiere pazzesco. Questo è il Settebello! Valentino Gallo

tà di entrare a far parte di un gruppo con cui cresci e con cui poi puoi toglierti delle belle soddisfazioni. "Arrivare" nel calcio - si sa - è un'operazione molto complessa, quasi impossibile. Con la pallanuoto, invece, essendoci molti meno atleti, si ha davvero la chance di diventare qualcuno. Ma noi avvisiamo prima: gli allenamenti sono veramente un massacro, quindi bisogna crederci sul serio. Ci ricordiamo ancora come fosse ieri quando ai tempi del liceo dovevamo svegliarci alle 6 per poterci allenare, prima di andare a scuola! TORNANDO ALLA NAZIONALE, COME CI È ARRIVATO IL VOSTRO CT CAMPAGNA? È uno tosto, lui! Con alcuni di noi è letteralmente cresciuto, cominciando con l'allenare le giovanili. Poi, dopo un'esperienza all'estero, è tornato in Italia dove ha rovesciato un sistema che era in seria difficoltà. E tutto grazie alla sua incredibile capacità tattica durante le partite e a una gestione formidabile sia del gruppo che dell'intero sistema pallanuoto. Adesso, dopo tanto lavoro, è tutto molto più chiaro. I meccanismi sono gli stessi delle giovanili, è l'esperienza che cambia e ti fa arrivare più in là. Tutto il mondo della pallanuoto italiana deve molto a Sandro Campagna. UN'AZIONE "TIPO" DELL'ITALIA ALLE OLIMPIADI? Sono segreti: non possiamo assolutamente rivelarli. Vi diciamo solo che abbiamo una grande difesa e un portiere pazzesco: facciamo molto affidamento su di lui e sulla sua forza. Di solito, poi, giochiamo velocemente in contropiede e facciamo molte entrate in avanti per trovare compagni liberi. Velocità di pensiero e movimento, in due parole.

QUALI NAZIONALI TEMETE DI PIÙ PER LONDRA? Sono gli altri che devono avere paura di noi! IL RITO SCARAMANTICO PRE-PARTITA? Non ci cambiamo mai le mutande! QUAL È LO SPORTIVO CHE VI ISPIRA DI PIÙ? Franco Porzio, "Il braccio sinistro di Dio". Estro, fantasia, furbizia, un tiro precisissimo e potentissimo: lui è uno che ha vinto tutto. AVETE DEI MENTAL COACH? No, ma abbiamo una psicologa: la dottoressa Bruna Rossi. Ognuno di noi passa "sotto" di lei. Ha un ruolo molto importante perché è una porta sempre aperta e fa anche da mediatrice, visto che con l'allenatore non si riesce a dire proprio tutto: esistono dei ruoli. Lei, invece, rappresenta una giusta via di mezzo. E porta equilibrio. COM'È LA VOSTRA "DIETA"? Chi mangia di più vince! No dai... Ci teniamo un attimo sotto controllo, ma alla fine mangiamo veramente di tutto. Anche perché, con tutto l'allenamento che facciamo, non abbiamo certo problemi di accumulo... SE NON FOSTE PALLANUOTISTI, SARESTE... MF - Un tennista! VG - Sicuramente giocherei a basket: mi piace molto, anzi ne sono fanatico. "PHIT" È SINONIMO DI ARMONIA: A VOI COSA FA STAR BENE NELLA VITA? (In coro, ndr) La sorella del... fico!

valentino gallo Siracusa, 17 luglio 1985 Altezza: 193cm Peso: 95kg Ruolo: Attaccante Squadra: Posillipo

Oro: Mondiali - Shanghai 2011

Argento: World League - Firenze 2011 Argento: Europei - Budapest 2001

Argento: World League - New York 2003

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GINNASTICA RITMICA

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INTERVISTE DI FEDERICO RIVA TESTI DI ALESSIA GIORGIA PAGANO FOTO DI TOMMASO RIVA

la casa delle farfalle 95 MEDAGLIE, TRA MONDIALI, EUROPEI, COPPE DEL MONDO E OLIMPIADI. QUESTO LO STRAORDINARIO PALMARÈS DELLA SQUADRA ITALIANA DELLA RITMICA, DA QUANDO AD ALLENARLA C’È EMANUELA MACCARANI, LA DONNA CHE HA APERTO NUOVE STRADE NELLA DISCIPLINA PORTANDO L’ITALIA NEL MONDO.

Spettacolo, coreografia, acrobazia, atletica, ritmo. E armonia, portamento, bellezza. Tutto questo arriva da ogni perfomance delle Azzurre della Ritmica, che PHIT va a trovare poco prima delle Olimpiadi al Centro Tecnico Federale di Desio, dove trascorrono gran parte della loro esistenza. O, meglio, della loro esistenza da ginnaste, perché la vita delle farfalle è tanto intensa quanto breve… Quando iniziano, a 4 anni, sono piccoli bruchi con grandi potenzialità (si parte con la palla, poi qualche salto, le capovolte, un percorso, fino ad arrivare a nastri e clavette, gli attrezzi più difficili). Quando diventano Juniores

hanno 10 anni; sono Senior verso i 15. E a fine carriera non ne hanno più di 25. Le veterane della Squadra Elisa Santoni ed Elisa Blanchi, per esempio, hanno cominciato rispettivamente a 5 e 3 anni e mezzo e ora, a 25 anni, dovranno smettere (dopo Londra 2012, s’intende).

DA BRUCHI A...… Non potrebbe essere altrimenti: la mobilità articolare straordinaria richiesta dalla disciplina insieme a elasticità, velocità, ampiezza dei movimenti e altezza dei salti, va sviluppata fin dalla prima infanzia e diminuisce con il passare del tempo, a causa del carico di lavoro intensissimo sul corpo e sulle articolazioni. Un’immersione full time di otto ore al giorno per 300 giorni all’anno trascorsi

in palestra. Più la tensione degli impegni internazionali, almeno cinque ogni stagione, tra i Mondiali (la gara più importante) e le varie tappe di Coppa del mondo. Per non parlare di quando ci sono le Olimpiadi… «Vuol dire tanto lavoro», racconta con affetto materno Emanuela Maccarani, ex ginnasta, classe 1966, aggraziata e tuttora bellissima. «Vuol dire sentire la responsabilità di riconfermarsi Campionesse del mondo, presentarsi pronte al momento giusto e saper gestire la paura di sbagliare». Anche perché basta una palla lanciata male e sei fuori. Poi c’è il timore di farsi male. Infortuni, stiramenti, microfratture da stress: sono le ginocchia e i piedi a farne le spese più spesso, visto che su di essi si lavora puntando, girando, saltando, caricando e danzando…

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I N S I D E

GINNASTICA RITMICA

LAVORO CERTOSINO

LA CREATIVITÀ

Ma come si svolge la giornata di una ginnasta a questi livelli? «Le ragazze fanno otto ore al giorno di allenamento in palestra - prosegue Emanuela - «dalle 8 alle 17.30 circa, con una pausa dalle 13 alle 14.30. Al mattino c’è la parte di preparazione fisico-atletica, con un riscaldamento generale molto attivo per risvegliare i muscoli e gli esercizi sulla reattività (dei piedi in particolare), sulla resistenza e sulla mobilità passiva (uno stretching tecnico mirato, ndr). Al pomeriggio, invece, è prevista un’ora e mezza di “coreografia”, che in realtà consiste in passi di danza classica alla sbarra, utili per l’allineamento, la postura, la tenuta del corpo e per superare difficoltà tipiche della disciplina quali salti, equilibrio e pivot. Infine ci sono un paio d’ore con gli attrezzi (palle, nastri, funi, cerchi, clavette, ndr) distribuite tra lavoro individuale, lavoro collettivo e fase conclusiva di relazione-collaborazione. L’esercizio è suddiviso in singole parti, che vanno ripetute così da diventare automatismi… Giorno dopo giorno, si aumentano la qualità e l’intensità dell’esecuzione, fino a che non si è pronte…». Insomma, per preparare gli esercizi (o “composizioni”) di una gara come quella olimpica, ci vuole una vita. Ecco perché i risultati contano.

Questi si ottengono con il raggiungimento di un punteggio in decimi, stabilito da una giuria. «Per le Olimpiadi sono previsti due esercizi: uno con un solo tipo di attrezzo e l’altro con due, prefissati da una Commissione tecnica internazionale ogni quattro anni. A Londra, per esempio, le squadre di Ginnastica ritmica dovranno effettuare un esercizio con cinque palle e un altro con tre nastri e due cerchi». L’unico limite alla fantasia coreografica dell’allenatore nel creare nuove composizioni è il “cosa”, ovvero il codice di riferimento in cui sono elencate tutte le difficoltà che ogni esercizio deve possedere (un certo numero di scambi, per esempio). Quanto al “come”, invece, non vi sono schemi o movimenti prefissati. Ed è proprio la creatività ad aver distinto Emanuela Maccarani: un metodo di rottura sostenuto con coraggio, che l’ha portata dov’è adesso, facendo conoscere lei, la Squadra e la nostra Ritmica in tutto il mondo. La scelta della musica e degli elementi, la spettacolarità delle composizioni, gli atletismi estremi, la velocità di passaggi e “collaborazioni”, i voli acrobatici degli attrezzi… Uno stile possibile anche grazie all’evoluzione sperimentale della disciplina negli ultimi anni, che Emanuela ha vissuto in prima persona e contribuito a migliorare.

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IL DOMINIO DELL'EST…

Elisa Santoni, Elisa Blanchi, Anzhelika Savrayuk, Romina Laurito, Marta Pagnini, Andreea Stefanescu, Giulia Galtarossa: queste le Azzurre che, sotto la guida della Maccarani, hanno conquistato tre Mondiali consecutivi dal 2009 a oggi e 95 medaglie complessive. Il che risulta tanto più straordinario, se si considera che la Ginnastica ritmica è sempre stata appannaggio dei paesi dell’Est, Russia in testa, vuoi per la tradizione delle grandi scuole, vuoi per il livello fisico e tecnico superiore, vuoi per il business che in certi paesi si è costruito intorno a questo mondo. In quest’ottica, le Italiane hanno davvero vinto contro tutto e tutti, entrando nella storia. La pulizia e la perfezione nell’esercizio, infatti, non sempre sono sufficienti a ottenere il risultato meritato: tutto dipende comunque da una giuria... E lo sanno bene le ragazze che, giunte a Pechino con l’Argento di Atene 2004 e svariati titoli internazionali nel curriculum, dopo un’esibizione straordinaria si sono viste scalzate dal podio, mentre alla Cina, decima fino al giorno prima, è stato assegnato un improbabile secondo posto. Cina, Russia, Bulgaria: episodi che, pur isolati, fanno pensare. E, soprattutto, lasciano ferite che non si rimarginano. «È stato difficile accettare quello che è successo: abbiamo svol-


? LA SQUADRA

ELISA SANTONI ROMA, 10-12-1987 All’inizio fa nuoto come il fratello più grande. Poi, a 5 anni, scopre la Ginnastica ritmica e non la lascia più, in una scalata continua al fianco dell’altra Elisa (Blanchi), che la porta dagli Europei Juniores alle vette del mondo. Dal 2002 vive al Centro Tecnico Federale di Desio con la Nazionale Senior. Dopo le otto ore di allenamento studia Scienze Motorie, anche perché, a quasi 25 anni, deve lasciare la ginnastica. «Nonostante la stanchezza e i sacrifici, ogni volta che tornavo a casa esausta da una gara, mi rendevo conto che avevo ancora voglia di fare questo sport».

to due esercizi così puliti e precisi che quasi rasentavano la perfezione… Eppure il risultato non è arrivato». Il riscatto, però, sì: le Farfalle azzurre sono Campionesse del mondo nel 2009 in Giappone (con la Cina ritiratasi ancor prima della gara), nel 2010 a Mosca, patria delle eterne rivali e, ancora, nel 2011 a Montpellier, con la qualificazione olimpica centrata in pieno.

...E L’ITALIA Ma la straordinaria forza di questa Squadra sta anche nella sua compattezza: tanti corpi, un’anima. «Tra compagne siamo come sorelle, ci confidiamo e ci supportiamo l’un l’altra» conferma Elisa Blanchi. Per loro è fondamentale sentirsi una famiglia, visto che si distaccano dai genitori sin da giovanissime (si torna a casa per le feste o nelle pause dopo le gare importanti) e devono imparare più in

fretta a cavarsela da sole, a superare certi problemi, a mandare giù i magoni della nostalgia… Così come è fondamentale “sentirsi a casa” nella palestra dove ci si allena, nel ristorante dove si mangia e nell'albergo dove si dorme tutte insieme, ogni giorno, per anni e anni. Particolare attenzione è rivolta alle più piccole, spesso ancora adolescenti nel pieno degli studi superiori (da privatiste) e dei problemi tipici dell’età. Il controllo sul peso, per esempio, è quotidiano, perché le ginnaste devono sì mantenere una fisicità leggera, ma senza perdere il piacere di mangiare in maniera sana. Dalla nutrizione alla psicologia, però, tocca arrangiarsi “in casa”. «Non ci sono fondi per dietologi o motivatori, perciò facciamo noi…» conclude la dolce Elisa con una punta di amarezza. Sì, per essere le Farfalle azzurre ci vuole davvero un gran bel carattere.

ELISA BLANCHI VELLETRI (RM) , 13-10-1987 Comincia a tre anni e mezzo per caso, entrando nella classe di Ritmica della palestra dove si tiene in forma la mamma. «Sono rimasta incantata dalla palla e non me ne sono più andata». Insieme alla coetanea e conterranea laziale Elisa “Sasà”, dalla prima squadretta Junior è convocata tra le Senior della Nazionale, nel 2001. Purtroppo conosce bene anche gli infortuni del mestiere: operata nel 2008 al menisco, ha poi subito una lesione alla fascia plantare che l’ha tenuta ferma per tre mesi. Come le altre farfalle olimpioniche, è arruolata nel Gruppo sportivo dell’Aeronautica Militare.

ANZHELIKA SAVRAYUK LUTSK, UCRAINA, 23-08-1989

ROMINA LAURITO GALLARATE (VA), 04-05-1987

MARTA PAGNINI FIRENZE, 21-01-1991

ANDREEA STEFANESCU LASI, ROMANIA, 12-12-1993

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Da 15 anni a questa parte, la ginnastica non è più “ritmica” solo perché ogni accenno o movimento del corpo è scandito dalla musica, ma anche perché le sempre maggiori difficoltà degli esercizi hanno reso ogni gesto atletico e sportivo. Emanuela Maccarani

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GIULIA GALTAROSSA PADOVA, 28-05-1991

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CANOT TAGGIO

SNOWBOARDING

STESSA BARCA UN CANOTTIERE CI METTE TRE ANNI E MEZZO A PREPARARE UN OLIMPIADE. L'ULTIMO ANNO LO PASSA SEMPRE IN RITIRO CON LA SQUADRA, TORNANDO A CASA DA MOGLI, FIGLI E AMICI SOLO QUALCHE GIORNO AL MESE. GLI ALLENAMENTI E LA VITA COLLEGIALE, GIORNO DOPO GIORNO, SONO L'UNICA CERTEZZA. PER IL RESTO, NIENTE È OVVIO. NEMMENO UNA VITA STABILE PER SÉ E LE PROPRIE FAMIGLIE...

Una giornata di sole e caldo torrido che anticipa l'estate in pieno maggio, gli uccellini che cinguettano, gli alberi che inverdiscono le sponde del lago, la spiaggia... È un mondo a sé, fatto di acqua e di vento. Di sport e natura. Di brezze e correnti che possono decidere una gara. Di colossi alti quasi due metri in tutina, infradito e occhiali da sole che, come in un rituale, sollevano tutti

insieme la barca, la depositano in acqua e la fanno scivolare sulla superficie muovendo braccia e gambe in sincrono, con potenti ed eleganti vogate. Le barche, velocissime, fendono il lago con una scia chirurgica e silenziosa... Ma la fascinazione d'insieme è rotta dalle indicazioni dei tecnici che, posizionati su piccoli motoscafi, gridano al megafono. Perché questo non è un quadro o un

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film stile Oxford primo '900: mancano poche settimane alle XXX Olimpiadi e bisogna completare una faticosa preparazione che dura da mesi. Da anni, anzi, per chi si è fatto anche Pechino 2008. Perché un Olimpiade di canottaggio quei sei minuti di gara in cui ti giochi tutto - non si prepara in qualche mese.


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TESTI DI ALESSIA GIORGIA PAGANO FOTO DI TOMMASO RIVA

IL "DUE SENZA": NICCOLÒ MORNATI, LORENZO CARBONCINI

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SPORT DI'''SERIE B''? Gli Azzurri sono in ritiro praticamente da otto mesi, anche se sapranno chi sarà effettivamente chiamato all'impresa londinese solo a pochi giorni dal 27 luglio. Certo, è una gran bella squadra, unita da amicizia, spirito cameratesco e grandi obiettivi comuni. Un'atmosfera familiare e “all'italiana” che si percepisce chiaramente dalla confidenza, dallo scambio di battute e nomignoli e dalle critiche più schiette fatte gli uni agli altri. Perché anche questo significa “fare barca”. Sveglia ore 7.30, colazione, tutti pronti per il riscaldamento, stretching, si parte per il primo lavoro in acqua, poi il pranzo e l'immancabile caffè con chiacchiera sotto il pergolato, un micro-pisolo, un altro allenamento in acqua e così via... Ma non è sempre semplice stare qui. Non tanto

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per la fatica fisica e il “nomadismo” tra una gara e l'altra, quanto perché sono mesi di sacrifici e rinunce alla vita, quella dove ci sono la casa e le esigenze reali di compagne, bimbi spesso piccolissimi, genitori, amici di sempre. Mesi in cui, nel bene e nel male, devi dividere la tua quotidianità con gli altri 24 ore su 24. Siamo poi piuttosto sorpresi nel vedere che quest'anno si allena qui a Gavirate anche la Nazionale svizzera, il che implica dover dividere a metà spazi e tempi di allenamento... Insomma, per quanto la nostra chiacchierata coi ragazzi (tutti disponibili come lo staff) sia piacevolissima e piene di risate, ne emergono anche tutte le difficoltà in cui versa la disciplina, come del resto molte altre in Italia: un sistema di studio e lavoro non integrato all'attività agonistica, la mancanza di ri-

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sorse, strutture adatte, visibilità. Non serve a molto ricordare l'incommensurabile sproporzione economica e mediatica tra alcuni mondi, calcio su tutti, e il resto dello sport italiano, di cui spesso “ci si accorge” solo in occasione delle Olimpiadi... «Italia, ci siamo anche noi!» è il grido comune che si leva dai singoli e PHIT si unisce al coro. Questi ragazzi si fanno “un mazzo tanto”, detto all'italiana. Fortuna che hanno la marcia in più dell'essere atleti...

L'ITALIA DI IERI... E pensare che il canottaggio è una grande tradizione nostrana, passata attraverso le commoventi immagini di Primo Baran e Renzo Sambo (prima Medaglia d'oro olimpica a Città del Messico 1968) e le straordinarie vittorie inanellate da Giuseppe e Carmine Abbagnale tra

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La vita del canottiere è una preparazione continua. Ti rilassi un mese o due dopo l'Olimpiade e poi lavori per altri tre anni e mezzo. Lorenzo Carboncini


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IL "QUATTRO DI COPPIA": SIMONE RAINERI, MATTEO STEFANINI, ROSSANO GALTAROSSA, SIMONE VENIER

il 1981 e il 1993 insieme al timoniere Giuseppe “Peppiniello” Di Capua e con le memorabili telecronache di Giampiero Galeazzi. Per non parlare del fratello più giovane, Agostino Abbagnale, che si stava preparando al suo quarto Oro olimpico, prima di veder interrotta la propria carriera coi remi a causa della trombosi.

...E DI OGGI Ma torniamo al presente. Chi sono gli Azzurri che a luglio vedremo sfrecciare nel bacino di Eton Dorney accanto a Croazia, Germania, Australia e, naturalmente, Gran Bretagna? Sono sette le barche qualificate, tra cui tre Senior maschili: “due senza” (= senza timoniere), “quattro senza” (= senza timoniere) e “quattro di coppia” (due remi

a testa); una Senior femminile (“due senza”) e due Pesi Leggeri (“due” e “quattro senza”). Tra le più forti c'è senza dubbio il “due senza” dei Vicecampioni d'Europa Lorenzo Carboncini e Niccolò Mornati, che si sono qualificati per Londra con un Bronzo iridato agli Assoluti di Bled, il loro ottavo Mondiale consecutivo. I due sono “insieme” da quasi dieci anni e hanno ormai un'amicizia telepatica: impossibile elencare tutto il loro palmarès. Poi ci sono il doppio Senior, targato FIAMME GIALLE, di Alessio Sartori e Romano Battisti e le grandi squadre dei “quattro” Senior, sempre guidate dal CT Beppe De Capua. Il “quattro di coppia”, la barca regina, la più bella ed elegante, proprio mentre scriviamo si aggiudica il Bronzo in Coppa del Mondo a

Monaco, con l'equipaggio composto da Matteo Stefanini, Francesco Fossi, Pierpaolo Frattini e Simone Raineri (capovoga). Quest'ultimo, oltre ad aver portato a casa l'Argento di Pechino e quello ai Mondiali 2010, è stato anche uno dei “fantastici 4” dell'impresa più bella di questi Azzurri sinora: l'Oro di Sidney 2000, al fianco di Agostino Abbagnale, Alessio Sartori e Rossano Galtarossa. «Un'emozione impagabile» ricorda Simone; «abbiamo raggiunto l'estasi» aggiunge Galtarossa. Rossano poi, con cinque Olimpiadi e quattro Medaglie a cinque cerchi, è il canottiere che ha vinto di più in assoluto nella storia italiana. Ma a Londra ci saranno anche Simone Venier, Luca Agamennoni, Paolo Perino e Mario Paonessa. Non ultime le due donne qualificate alle

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CANOT TAGGIO IL "QUATTRO SENZA": ANDREA PALMISANO, LUCA AGAMENNONI, ANDREA TRANQUILLI, VINCENZO CAPELLI

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Il canottaggio ti insegna a rispettare il prossimo, a dare il massimo ai compagni, ad avere completa fiducia nell'altro. Andrea Palmisano

IN QUESTA FOTO: PAOLO PERINO A PAG. 53, IL "QUATTRO DI COPPIA": PAOLO PERINO, PIERPAOLO FRATTINI, FRANCESCO FOSSI, MARIO PAONESSA

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? I CAMPIONI

ROSSANO GALTAROSSA Potrebbe dirsi “vecio” nel suo dialetto, ma solo perché è “il” veterano del canottaggio italiano (5 Olimpiadi, 4 Medaglie a cinque cerchi, 4 Titoli mondiali). Padovano, classe 1972, Rox è un marito e un papà. Quando non è in ritiro, poi, si dà da fare alla Canottieri Padova. Serio, pratico e preciso, crede sinceramente nei valori sportivi che incarna: lavoro duro, rispetto e sacrificio.

SIMONE RAINERI È di Casalmaggiore (MN), come il canottiere Gianluca Farina, la fidanzata Elena e il papà Pietro, ex allenatore dell'Eridania Canottieri. Occhioni blu, aria serena e battuta pronta, quando sorride Simone sembra ancora “Sanguetta”, il bimbo che sognava Gianni Bugno. Grande campione, con già due Medaglie olimpiche in tasca, ama la bici e la cucina di casa. Olimpiadi per la prima volta in Italia: Sara Bertolasi e Claudia Wurzel. La squadra olimpica dei Pesi Leggeri, capitanata dal CT Giuseppe Polti, è invece composta dai Campioni d'Europa del “quattro senza” Daniele Danesin, Andrea Caianiello, Marcello Miani e Martino Goretti e dal doppio dei Campioni d'Europa Lorenzo Bertini ed Elia Luini.

SIMONE VENIER Con lo sguardo da “belloccio” e una fidanzata che fu finalista a Miss Mondo, sembrerebbe il mondano del gruppo. E invece no: figlio d'arte e neo-papà dal 1 marzo, il laziale Simone è uno serio, determinato e pignolo, che crede nella famiglia e nella stabilità. Plurititolato, è orgoglioso del proprio sport, non valorizzato come dovrebbe. Un "grazie"? Alla compagna Valeria, per la pazienza.

LE MOTIVAZIONI «Il canottaggio non ci rende ricchi e non ci dà alcuna garanzia: la gente pensa che noi andiamo alle Olimpiadi per i soldi, ma un eventuale premio (lordo, ndr) ci arriva dal Coni solo in caso di medaglia, cosa per nulla semplice... Si fa prima a stare a casa e inventarsi qualcos'altro da fare» racconta Rossano Galtarossa. Eppure a casa loro non ci stanno, ma se non è per i soldi o per la visibilità, allora per che cos'è? «Lo facciamo per la passione, per la possibilità di dimostrare a noi stessi e agli altri che siamo tra i più forti del mondo, per le enormi gratificazioni personali che abbiamo la fortuna di vivere». Poi c'è il lavoro di squadra, poiché ciascuno deve fare bene la propria parte per l'intera barca, non inficiando ma, anzi, valorizzando lo sforzo dei compagni. Fatica e passione condivisi sono un grande motore, cui si aggiunge il fortissimo innato spirito agonistico di ciascuno: «non vediamo l'ora di andare in gara», racconta Carboncini. «Anche perché nel nostro sport non puoi mai sapere quanto sei realmente bravo e veloce, finché non ti confronti con gli altri». Effettivamente le incognite che rendono diversa ogni gara sono molte e in gran parte naturali: un risultato sul filo dei centesimi può essere pesantemente condizionato dalle correnti e dalle imprevedibili folate traverse che, in strutture non adeguatamente riparate dal vento come il bacino olimpico londinese, possono avvantaggiare alcune corsie. La natura, però, costituisce anche una grande motivazione in più: «quando sei costantemente all'aria aperta e in acqua, poi non riesci più a farne a meno», conclude Simone.

LUCA AGAMENNONI Detto “Aga” o Armageddon”, si definisce «testardo, rompiscatole e svalvolato» (ed effettivamente avendo chiamato i figli Achille e Aronne...). Classe 1980, livornese, coriaceo, si presenta con la t-shirt di Topolino e tutto il suo spirito sardonico e pungente. Oltre a svariati titoli mondiali, ha il Bronzo di Atene tatuato sul braccio e l'Argento di Pechino in tasca.

NICCOLO' MORNATI Nato nel 1980 a Lecco e fratello del canottiere Carlo, ha conseguito la Laurea in economia (più Master MBA) a Pavia, allenandosi e studiando nel college remiero della Federazione. Determinato quanto equilibrato, ha le idee chiarissime sul futuro prossimo (una medaglia a Londra) e remoto (manager, meglio se nello sport). Per ora single, è innamorato dell'Australia, dei libri e dell'Inter.

LORENZO CARBONCINI 36 anni a settembre, Argento a Sidney 2000, è molto attaccato alla famiglia (la moglie Erika e i figli Mattia e Matilde). Accento toscanissimo (di Empoli), “Il Secco” ha alle spalle una carriera lunga e ricca di medaglie. Realista o cinico, a seconda dei punti di vista, gestisce la tensione pre-gara facendo “il gioco delle Capitali” insieme al compagno e amico Niccolò (detto “Il Ciccio”).

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H 2O ILLUSTRAZIONE DI MICHELE SIGURANI TESTI DI ANDREA ZAVAGLIA DA UNA STORIA DI MARTINA GRIMALDI

Acqua. Amica acqua. Antica origine di tutto. Fonte inesauribile di vita. Sono qui per te... Sono parte di te... Se puoi dammi il tuo amore, la tua forza, la tua energia infinita. I giornalisti, dopo un Argento mondiale, ti fanno tutti le stesse domande... Vuoi sapere come faccio; a cosa penso in quelle ore; cosa mi dà la forza di non fermarmi? Come fa il colibrì a battere le ali così velocemente? Come fa la tartaruga a raggiungere la sua destinazione tanto lontana? Come fanno i pinguini femmina a trovare la strada di casa? Ho branchie sul collo, pinne sulla schiena, pelle di squalo tigre. Non mi puoi catturare, solo provare a starmi dietro. Non puoi cercare di capirmi, solo provare a starmi vicino. Non puoi raccontarmi, solo provare a essere dentro di me.

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Destra. Sinistra. Destra. Sinistra. Come un pendolo. Le gambe che fanno la loro parte, la bocca che cerca aria quando serve. Un'orchestra di strumenti perfetti e accordati che suonano all'unisono. «Sally cammina per strada leggera» e io volo sull'acqua. Sono io, Martina, la forza esplosiva del mare in un viso da brava ragazza. Sono Titty il canarino giallo: ingenua e buona finché non cerchi di fregarmi. Sono Beep Beep, il Road Runner: veloce, furba, inesorabile! Un altro Mondiale da vincere, ma questa volta con un pass da conquistare...

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Londra 2012 è vicina... Shanghai, però, mi ricorda Pechino: brutte sensazioni. Mattina complicata, costume stretto. L’acqua è troppo calda. La pinna destra mi fa male… Un’onda mi sorprende. Un calcio in faccia, gli occhialini che imbarcano acqua. Rabbia e frustrazione. Perdo il rifornimento, mentre due avversarie mi sorpassano, come se sentissero l’odore della paura che mi si arrampica lungo tutta la schiena... Respira, sistema gli occhialini, respira, risintonizza la frequenza giusta, respira. Non c’è niente di più forte della mia mente.

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Se la mente lo vuole, tutto è luce, gioia, amore, vittoria. Voglio sentire l'energia delle avversarie diventare mia nel momento in cui le sorpasserò. Voglio vedere i loro occhi quando mi vedranno felice sul podio. Voglio qualificarmi. Immagino i cinque cerchi. Li immagino uno in fila all’altro, come a indicare una strada da percorrere. È una strada fatta di acqua, un’onda anomala colma di energia pronta a sprigionarsi per me, per il mio sogno. Chiudo semplicemente gli occhi. E “sono” alle Olimpiadi.

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Londra 2012. La gara è già terminata. Mi trascinano via, io chiedo che succede, ma nessuno risponde. Nessuno in realtà sembra sentirmi. È troppo alta la musica. Mi lasciano in mezzo a un prato, da sola, altro che Londra… Non può essere. Intorno a me uno stadio enorme, pieno di gente. Proprio di fronte, seduti, ci sono mamma e papà, e dietro di loro Martina, Dario, Diego… C’è anche Rachele! La prima lacrima mi bagna il viso, mentre lo stadio - tutto lo stadio! - intona “Fratelli d'Italia”. Poi rido e piango, piango e rido. E mi sveglio così, col viso inondato di lacrime. Sì, questo è il mio sogno.

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Martina Grimaldi Qualificata per l’Italia a Londra 2012 nel nuoto di fondo.

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olympic state In primo piano forme decise e geometrie, tutine e body tecnici, gonne lunghe e avvolgenti, giacche minimal e trench dall'aria design. Un gioco tra futurismo e glamour, piani e prospettive. A CURA DI SIMONA CONTALDO FOTO: MARTINA GIAMMARIA & FEDERICO CIAMEI SCENOGRAFIA: MARILISA MORTELLITI STYLING: MAELA LEPORATI ASSISTENTE STYLING: SARA LEPORATI HAIR AND MAKE-UP: ZAIRA FONTANETO LIUK @WHYNOT TATIANA @FASHION YULIA @FASHION

of mind


YULIA: TOP GYM OYSHO ABITO MMISSONI TRENCH ILARIA NISTRI LIUK: CANOTTA TVSCIA GIACCA STUDIOPRETZEL PANTALONI ADIDAS SPORT PERFORMANCE FASCETTA REEBOK


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O R C H E S T R A

A CURA DI TOMMASO RIVA

SIGUR RÒ S Valtari

MICHAEL KIWANUKA Home Again

1968

2012

aeuriooee

CHICK COREA / STEFANO BOLLANI Orvieto

??

piano

O

tis Redding? Bill Withers? Curtis Mayfield? Macché. Michael Kiwanuka. 24 anni. Nato a Londra. Perfetta reincarnazione di un passato (musicale) in cui le cose sembravano migliori. Degna di nota la traccia “Rest”… Mani dietro la nuca, occhi verso il cielo.

È

forse un po’ brusco definirlo così, ma il sesto disco della Band islandese è il perfetto album da “pennica”. Nel senso buono, ovviamente. Suoni che stendono e rilassano. Il loro sembra un ritorno alle origini, alla semplicità, alle “non parole”.

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PATRICK WATSON Adventures In Your Own Backyard

HOT CHIP In Our Heads

NORAH JONES Little Broken Hearts

soft

funny

anadese, dalla barba incolta, Patrick Watson è un simpatico e intelligente musicista dalla voce soave e dal timbro particolare, ricercato e per nulla scontato. È un folk delicato e piacevole, intimo come una passeggiata nel giardino di casa nostra...

C

011. Orvieto. Due pianoforti. Due forti al piano, anzi fortissimi. Sembra una sfida. Una singolar tenzone a colpi di armonie impossibili. E invece si tratta di una partita senza vincitori. Un grande regalo in un doppio CD live da restare senza fiato.

indie

no

atalogato da iTunes sotto il genere indielectro, questo nuovo disco degli Hot Chip è sorprendentemente vario nel suo essere decisamente dance. Potente, ma soprattutto "joyful", è un abum da mettere in cuffia a tutto volume. A dire la verità a noi piaceva tanto la copertina...

I

electro

C

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forte

rah

l titolo dell’album non è un caso. Il nuovo disco di Norah Jones parte piano piano, come da una lenta convalescenza di un cuore troppo infranto, persino per cantare. C’è un grande cambiamento in corso, che porterà Norah verso nuove sonorità?


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A CURA DI

A LONDRA, SOTTO I RIFLETTORI Olimpiadi: la grande sag(r)a del "to see & be seen" C’è chi pur di vincere un gara come le Olimpiadi è disposto a sparare ai contendenti, terrorizzando un intero Paese, come fa Sacha Baron Cohen nel suo ultimo film “Il dittatore”. Molto più prevedibili, invece, sono le intenzioni di coloro che, abituati ad altro tipo di riflettori, ambiscono a legare il proprio nome all’Evento: i XXX Giochi moderni di Londra. Notizie e dichiarazioni di ogni tipo si accompagnano al solo passaggio della torcia olimpica attraverso 1.000 diverse località britanniche, da Land’s End in Cornovaglia alla Capitale. Con una puntata al Castello di Alnwick, a nord di Newcastle, ambientazione della scuola di Hogwarts nella saga di Harry Potter. Insomma, sembra che tutti, dalle star conclamate (v. box in calce) a chi vuole emergere, vogliano sfruttare il traino olimpico, per apparire. Le occasioni non mancano – va detto – come nel caso di “The Hollow Crown”, serie che la tv inglese manderà in onda durante i Giochi, o dei tanti focus sugli atleti divenuti attori, da Johnny Weissmuller

ed Esther Williams a Bud Spencer e Alberto Tomba, ma anche – prossimamente? – Federica Pellegrini. Già si parla di “Fast Girls”, un film ispirato alle atlete britanniche della corsa, come lo fu il Premio Oscar “Momenti di gloria” (1981). Il “London 2012 Festival” (21 giugno-9 settembre) è pubblicizzato come “il più grande show mai visto nel Regno Unito”; vi parteciperanno migliaia di artisti di ogni genere, inclusi Rihanna, Jay-Z e Douglas Gordon, già regista di un film su Zidane. Il 27 luglio, poi, tutto il mondo ammirerà “L’isola delle meraviglie”, titolo della grande Cerimonia inaugurale dei Giochi. Una serata nata dalla fantasia di Danny Boyle, a cui parteciperanno Paul McCartney, i The Who, i Take That e molti altri (ancora segreti), per rappresentare Inghilterra, Scozia, Irlanda del Nord e Galles come una terra ricca di fiori e animali. Un ideale “Best of British” che «catturi un’immagine di noi come Nazione: da dove siamo venuti e dove vogliamo essere»…

DANNY BOYLE

DANIEL CRAIG

WILL SMITH

BRANGELINA

LA MINI COOPER

Da “127 ore” a 27 milioni (di sterline): sarà lui il regista della Cerimonia inaugurale dei Giochi. Inglese DOC (Manchester), diresse "Trainspotting" nel '96.

È del Cheshire, è James Bond, è bravo: chi meglio di lui? All'inaugurazione si calerà nello Stadio da un elicottero, con una scala di corda. Very British.

Al cinema è diventato “leggenda”, ma lo sport resta un sogno. In un video della BBC si "cimenta" con gli atleti olimpici inglesi, tra corsa a ostacoli, basket e boxe...

Pitt&Jolie hanno annunciato un party olimpico tutto loro, a due giorni dai Giochi. La guest list potrebbe far impallidire la Cerimonia ufficiale!

Ma la vera star è lei: l’auto protagonista dell’adrenalinico “The Italian Job”, le cui scene saranno ricreate nei punti più noti della capitale del Regno...

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C O L O P H I T

P H I T O LY M P I C T E A M

italia olimpica parlano gli atleti

PHIT 13 LUG/AGO 2012 ANNO III BIMESTRALE 3,90 euro

3 °1 N

PHIT 13 IN COPERTINA Maurizio Felugo e Valentino Gallo. Total Look Boggi. Ph. Federico Ciamei

Alessia Giorgia Pagano

Federico Riva

Milanese di sangue siculo, la caporedattrice "dalla penna rossa" ama da matti il suo lavoro. Articoli, interviste, redazione, editing: fino all'ultima virgola, la sua professione è il testo. È giornalista freelance, editor e curatrice di guide turistiche, in particolare su Milano. Ricciola, esuberante, perfezionista e ordinatissima nel suo caos, cerca sempre di realizzare grandi sogni. Ama i viaggi, lo champagne e le cose fatte bene.

Va dalla Creative Suite a Visual Basic in un millesimo; grafica e programmazione non hanno segreti per lui. Creativo e sportivo "dentro" come il magazine che dirige, è consulente tecnico e artistico per alcuni brand di moda. Di base è un "water and life addicted", ma ora che è nato Nicolò (sorpresa pasquale del 8 aprile 2012), ha avuto insieme agli amici del surf una nuova idea: il movimento padri surfisti!

Simona Contaldo

Tommaso Riva

Sguardo penetrante, pelle bruna, capelli corvini: la vulcanica Fashion director di PHIT si distingue per il gusto nello stile, la capacità organizzativa, la schiettezza e un intuito infallibile, che le è valso il soprannome di "streghetta". Per qualsiasi dubbio in fatto di ultime tendenze, moda e tecnologia, chiedete pure a lei: la troverete di sicuro in compagnia del suo Diego, un piccolo cane dal grande carattere.

Quando non è lui a scattare con il suo "50mm fisso", riesce a trasformare una brutta fotografia in un capolavoro. Nonostante la barba incolta e il capello lungo, è un perfezionista dalla sensibilità raffinata e dal sottile cinismo. Odia la tv e ama il bianco e nero, il jazz, i viaggi, il buon vino e il suo pianoforte. Ha un metabolismo "disumano" e invidiatissimo, perché mangia di tutto e non ingrassa di un etto.

Autorizzazione Tribunale di Tortona: Num. Reg. Stampa 1/2010 Direttore responsabile Federico Riva f.riva@phit.it Direttore esecutivo & Fashion director Simona Contaldo s.contaldo@phit.it Art director Federico Riva f.riva@phit.it Photo editor Tommaso Riva t.riva@phit.it Caporedattore Alessia Giorgia Pagano a.pagano@phit.it In redazione: Andrea Zavaglia, Maela Leporati Philmotion a cura di 35mm (Mattia Pasquini e Paolo Piccioli) Foto di: Adam Pretty/Getty Images, Alfredo Falcone, Alvis Upitis/Getty Images, Angelo Zaramella, Archivio Speedo, Augusto Bizzi, Deepbluemedia.eu, Federazione Italiana Nuoto, Federico Ciamei, Martina Giammaria, FIDAL/Giancarlo Colombo, FIV/Carlo Borlenghi, London 2012, Mark Watson/Red Bull Content Pool, Nike, Tommaso Riva, Vania Toni Management

UNO 61 srl Editore di riviste e periodici Domicilio Fiscale: Tortona, (AL) Strada vicinale Ribrocca 6/5 Redazione : Via Mecenate 76/22 - 20138, Milano codice fiscale e p. iva: 02283960066 web: http://www.unoseiuno.it / mail: info@unoseiuno.it n. R.E.A.: 241990 - C.C.I.A.A.: ALESSANDRIA Autorizzazione Tribunale di Tortona: Num. Reg. Stampa 1/2010 Presidente: Luca Martinotti Amministratore delegato: Federico Riva, Carlo Salvador

Illustrazioni di: Michele Sigurani Un progetto grafico di: K-30 info@kappatrenta.com Stampa Stampa Tipografica Derthona Tortona (Al) Distribuzione So.di.p.

PHIT13 è stato chiuso il 21/06/2012. La redazione si impegna a verificare preventivamente la correttezza dei dati riportati, ma non si assume alcuna responsabilità per eventuali errori, omissioni o cambiamenti. Concessionaria esclusiva per la pubblicità CROSS ADV S.R.L. Unipersonale Sede operativa via Marina, 1 20121 Milano tel 02.94394190 info@crossadv.it

Si ringraziano: Alessandro Vergendo; Arena; l’Aeronautica Militare; l’Arma dei Carabinieri; Attila, Luca Ferone e Marina Guarino; Chiara Borgi; Daoconsulting, Claudio Toscano e Silvia Tedeschi; Diego Jirillo; la Federazione Ginnastica d’Italia, David Ciaralli e Pierluigi Girlando; la Federazione Italiana di Atletica Leggera e Marta Capitani; la Federazione Italiana Canottaggio, Giulia Benigni e Marco Callai; la Federazione Italiana Nuoto; la Federazione Italiana Pallavolo; la Federazione Italiana Scherma; Gianluca Sigurani; Giulia Salemi; la Guardia di Finanza; la Guardia Forestale; Marco Contaldo; Nicoletta Giannatasio; Nike, HUB e Daniela Bracci; Patrizia Giallombardo; la Polizia di Stato; Rossana Rocci; Tom Sigu; Vania Toni Management; i Vigili del Fuoco

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