OurPhoto 05 preview

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Flavio Bandiera - foto: Simona Pilolla


Sommario 03 Editoriale . Fabio Camandona 04 Adoroletuefoto . Marco Govoni 08 The street photography . Marco Sacco 13 iPhoneografia e dintorni . Gipo Montesanto 16 Promise land . Giulia Piccari 20 Islanda con jimny . Elisabetta Rosso 24 Tempesta a Ouessant . Stefano Cuccolini 30 Intervista Flavio Bandiera . Fabio Camandona 38 Ayutthaya . Matteo Fantolini 45 Canon club italia . Domenico Addotta 51 Tutorial beauty dish . Massimiliano Zago 57 Ilha do sal . Luisella Amnena 63 Carso . Paolo Aizza 68 Tutorial stilllife . Mario Tarello 72 Gangsters e... . Barbara Nicotra 74 Incontro con lo squalo . Carlo Cavazzuti 81 Rincorrendo la Via Lattea . Maurizio Pignotti 89 SLOI . Cosimo Attanasio 95 Contest Ai sensi della Legge n.62 del 7 marzo 2001, si dichiara che questa pubblicazione non rientra nella categoria di "informazione periodica" in quanto viene aggiornato ad intervalli non regolari. 2


Editoriale Condivisione o morte. La rinascita di una categoria Questa volta vi voglio raccontare un fatto recentemente accaduto, per poi chiedere a voi di raccontarne uno a me. Avrete visto in copertina che su questo numero di OurPhoto abbiamo una presenza d’eccezione, uno dei matrimonialisti più noti al mondo, un “fotografo globale”, Flavio Bandiera. È per noi un onore che anche lui creda in quanto stiamo facendo. Ma oltre che un onore voleva essere per me una piccola opportunità di soddisfazione personale, ora vi raccondo tutto: Per scelta editoriale, per evitare un conflitto di interessi, si era deciso che io non avrei pubblicato miei articoli su OurPhoto, salvo il redazionale di apertura. Ma dopo aver fatto l’intervista a Flavio gli chiesi uno scatto raffigurante lui stesso per la copertina. Flavio si accorse di aver poco materiale in merito. Gli proposi quindi di fargliene una io, ipotizzando di fare poi uno strappo alla regola e, quindi, pubblicare finalmente anche qualcosa di mio su OurPhoto (la tentazione e’ sempre molto forte, lo ammetto). Decidemmo giorno luogo e ora e andammo da lui per realizzare lo scatto copertina. Venne con me, come sempre, Simona Pilolla mia compagna (moglie) nell’attività e nella vita. Chiaramente venne armata di reflex. Iniziammo a scattare foto a Flavio (sessione molto divertente, fotografare un fotografo mette sempre imbarazzo a lui e ansia a chi lo fotografa). Accadde poi che gli presentammo gli scatti. L’agenzia di Milano che cura la sua immagine scelse una fotografia di Simona. Lo scatto venne postprodotto da Yuri dello studio Flavio Bandiera al fine dell’essere coerente con lo stile e l’immagine che da sempre li contraddistingue. Ed eccovi la copertina. Cosa ci insegna questa storia? Che io, Simona, Flavio e Yuri facciamo tutti lo stesso mestiere. Che in teoria siamo tutti concorrenti l’uno dell’altro. Oltretutto fisicamente vicini. Ma che sarebbe stato stupido ragionare in tal senso. Abbiamo condiviso. È stata creata una splendida immagine per la soddisfazione di tutti: Flavio ha una sua fotografia che prima non aveva (anche altre, quel giorno siamo poi andati avanti qualche ora dimenticandoci di tutto), Simona ha realizzato la fotografia ad un soggetto d’eccezione, io mi trovo con una copertina di OurPhoto ad alto impatto, migliorata da Yuri che leggerà il suo nome nel redazionale di apertura. Abbiamo condiviso ed abbiamo raggiunto un risultato. Da domani torneremo a farci concorrenza e dopodomani ricondivideremo qualcos’altro. La fotografia in Italia è in crisi, come tutto del resto, per molti fattori. Uno dei più forti è la “guerra di quartiere” che da sempre esiste tra operatori del settore. Il custodire i segreti di pulcinella. Ora siamo nell’epoca di youtube, se credete di avere un segreto che sia meglio non far scoprire ai colleghi sappiate che su youtube se ne trovano tutorial in almeno 10 lingue. Dobbiamo condividere per vincere. Ecco, io vi ho raccontato l’aneddoto sul come è nata questa copertina. Ora tocca a voi. Condividete con noi i vostri aneddoti, le vostre esperienze, gli shooting, i viaggi, le foto della domenica mentre cucinate le costine con gli amici. OurPhoto e l’intero settore della fotografia italiana ne hanno bisogno. Abbiamo bisogno di voi, avete bisogno di voi. E se proprio non volete condividere uno dei vostri segreti... Non è un problema, rimane youtube.

Fabio camandona


Adoroletuefoto.it . Story TESTO Marco Govoni www.adoroletuefoto.it

11 Agosto 2011, ore 12:55 . Ricevo una mail che inizia così: “Vi prego… aprite in fretta il sito!! Ci sono delle porcate assurde su quella bacheca…. ….. ….. Siete grandi!

delle brutte foto, che se qualcuno le commentava veniva aggredito, e che per questo motivo il sig. Striker si era messo a prendere questi autori per il culo. La mia risposta fu secca: se non ti piacciono le foto dillo, se non sai reggere una conversazione sono affari tuoi. Ma non scrivere tu per primo sciocchezze. Così ci siamo conosciuti, io e Simone, che ora si occupa della gestione della community del sito e di un paio di gruppi su Facebook. In realtà la storia inizia mesi prima.

Simone ‘Striker” Soldà” Non lo sapevamo ancora, ma da quel momento eravamo “soci”. Il succo di quella mail era che, nella pagina Facebook di adoroletuefoto c’erano

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iPhoneografia e dintorni... TESTO Gipo Montesanto

FOTO Gipo Montesanto

instagram: @gipomontesanto

Avevo quasi smesso… ci è mancato poco! La mia passione per la fotografia stava per lasciarmi. Avevo attraversato tutti i periodi: dallo stampatore di rullini, al ritoccatore assiduo, appendice umana di Photoshop. Ma già da un po’ il mio dito indice destro non sfiorava più i pulsati di scatto delle mie fotocamere. Eppure, qualcosa è accaduto… e non vedevo l’ora di raccontarvelo. Da geek appassionato di Apple, avevo comprato un iPhone e da lì a poco sarei stato colto da una nuova ed inaspettata passione fotografica: l’iPhoneografia. L’iPhoneografia (iPhoneography in inglese) e’ una tecnica fotografica abbastanza recente. In poche parole si tratta di catturare immagini attraverso l’occhio dello smartphone della Apple. Volendola inserire in qualche modo in una categoria, potremmo dire che appartiene al più ampio mondo della “mobile photography”, cioè delle foto scattate con un telefono cellulare. Ma in effetti c’è molto di più ed è proprio questo ultimo aspetto che mi ha fatto innamorare. Mi sono tornate allora in mente le parole lette più volte sul National Geographic: “La fotografia non è una passione passeggera, non è una infatuazione, non è una sbandata. Perché quando ti prende, e ti coinvolge, non la lasci più per tutta la vita. Forse la trascurerai ogni tanto, magari anche per un lungo periodo, poi però tornerai da lei, perché sai che è una cosa tua, e soltanto tua. Perché la fotografia che hai scattato (o che farai), ti appartiene: rappresenta quello che hai visto, sentito, intuito, in un preciso momento, quasi sempre irripetibile”. Cercando di definire l’iPhoneografia e volendo usare parole più semplici e dirette, si può dire che si tratta delle immagini scattate ed editate rigorosamente con iPhone. Cioè, senza alcun passaggio dal computer. Dal cellulare, al ritocco, al web… senza interventi esterni. Per questo motivo in molti l’hanno definita come la Polaroid 2.0, dei nostri giorni.

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Islanda. In viaggio con Jimny e circa 15 kg di attrezzatura fotografica..

TESTO Elisabetta Rosso

FOTO Elisabetta Rosso

www.grigio18.it

email: elisabetta.rosso@grigio18.it

Islanda arriviamo! Una di quelle mete di cui abbiamo sempre parlato e sognato, improvvisamente anche grazie a biglietti aerei davvero convenienti e un’ottima offerta sul noleggio del fuoristrada diventa improvvisamente realtà. Quasi troppo in fretta per chi come noi è abituato a programmare in autonomia il viaggio, studiare, prepararsi. Ma le occasioni vanno colte al volo e in una settimana di lavoro notturno l’itinerario è pronto e le sistemazioni sono prenotate. Un salto dal nostro sponsor tecnico per un po’ di attrezzatura invernale e siamo pronti a tutto. A Reykjavik arriviamo di notte, nella notte luminosa di Reykjavik il nostro Jimny argento ci aspetta , piccolo e orgoglioso. Il mezzo di trasporto è indispensabile, i chilometri saranno tanti e le strade spesso davvero impegnative. Ci spostiamo subito verso i fiordi occidentali. Il tempo è splendido fa quasi caldo e il paesaggio è verde e selvaggio. (Islanda o Irlanda?!?!) Il nostro Jimny sorride e si gode un tepore inaspettato.

La meraviglia dei cetacei che si muovono enormi vicinissimi all’imbarcazione è uno spettacolo indimenticabile, uno di quelli che ti fa sentire piccolo piccolo e rende il 50-500 completamente inutile persino a 50mm! L’Islanda trasmette la sensazione di essere un terra viva, in subbuglio e dopo il mare vogliamo vivere questa sensazione a pieno, così ci spostiamo all’interno verso la caldera di Askja formatasi con un’enorme eruzione neanche 140 anni fa. E’ un viaggio in solitudine, di più di 3 ore in una infinita distesa di lava tra guadi e rocce. Un viaggio tra silenzio e immensità in un deserto tagliente. Una volta arrivati siamo nel mezzo di una onirica nebbia, la sensazione è quella di essere su un altro pianeta, una terra completamente aliena che non può avere nulla a che fare con le verdi terre e il mare brulicante di vita che abbiamo appena lasciato. Il sentiero invisibile è scandito da paletti gialli, fino all’arrivo ai bordi di un enorme cratere. La meraviglia non entra tutta negli occhi. La caldera non è solo un posto fisico è un’esperienza che da sola vale l’intero viaggio! Attraversando i campi di gayser di Myvatn e i fiordi orientali piano piano ci spostiamo verso i ghiacci del sud. La laguna ghiacciata di Jokulsarlon sarà pure un’ immagine un po’ troppo vista ma ce ne innamoriamo immediatamente. Dopo ore ad aspettare la luce seduti su un sasso e dopo aver sperimentato obbiettivi e inquadrature, finalmente la mia amata lensbaby mi regala un’immagine che mi soddisfa. E’ ora di andare a caccia di puffin! Finalmente facciamo sfogare un po’ le nostre ottiche più lunghe e intorno alla zona di Vik ci innamoriamo di questi buffi uccelli che sembrano tanto goffi sulla terra ma che volano vicini alla scogliera in mezzo a venti fortissimi con una grazia inaspettata. Le ore passate a osservarli ci fanno capire che esiste una organizzazione e una sorta di struttura sociale interessantissima nel gruppo. Si alzano in volo in un ordine preciso, si tuffano verso il mare a caccia di sardine e tornano alla scogliera con atterraggi imbarazzanti. E a volte qualcuno di loro ha fatto il pieno! Sono davvero adorabili e nonostante si possano

Spostandoci verso Husavik, tappa dopo tappa il tempo si fa tipicamente Islandese e arriviamo al nostro appuntamento con le balene in una freddissima giornata nuvolosa, siamo fortunati: dal giorno successivo il tempo sarebbe stato troppo brutto e il mare troppo mosso per poter lasciare il porto. Ci imbarchiamo dopo aver incelofanato per bene le macchine fotografiche e le ottiche: un 50-500 su una macchina e l’immancabile 24-70 sull’altra. 20


Tempesta a Ouessant TESTO Stefano Cuccolini

FOTO Stefano Cuccolini email: scuccolini@yahoo.it

Questa era la terza volta di seguito che decidevo, assieme ad altri 2 amici e fotografi paesaggisti come me, di andare a trascorrere qualche giorno sull’isola di Ouessant nel mese di gennaio. Il mese, assieme a novembre e dicembre, dove su quest’isola di 8x4 chilometri si possono abbattere, anche per un’intera settimana, tempeste che non hanno eguali in nessuna altra parte d’Europa, se non al mondo! Il tratto di mare intorno all’isola è infatti considerato uno dei mari più pericolosi al mondo e la presenza di tanti fari offshore e del faro della Creach, il più potente d’Europa, n’è sono una perfetta testimonianza. Prima di partire il sito specializzato in previsioni marine “Previmer”, annunciava una 3-4 giorni di pura libidine per gli amanti degli eventi atmosferici più violenti. I bollettini parlavano chiaro: dal giorno di capodanno fino al 3-4 di gennaio, l’altezza delle onde sarebbe passata dai 4-5 metri fino a picchi di 12-

15 metri. Una tempesta in piena regola! L’adrenalina scorreva già a fiumi e tutti i giorni prima della partenza controllavo di continuo gli aggiornamenti e ogni volta erano sempre meglio o peggio, a seconda dei punti di vista. Non vedevamo tutti l’ora di partire. Dopo un viaggio in auto di 1600 km e una traversata in mare di due ore, l’ultimo dell’anno, come da programma, siamo sull’isola. Onde di qualche metro si stavano già abbattendo sulle scogliere acuminate di Ouessant. Scogliere scolpite da un erosione millenaria che ha conferito forme uniche e affascinanti alle rocce di colore rosaceo che caratterizzano quest’isola. Il cielo cupo all’orizzonte annunciava maltempo in arrivo e dentro di me ero già in trepidante attesa. Chi è appassionato di eventi atmosferici eccezionali vive in costante ansia quando si trova a leggere previsioni che annunciano a gran voce even-

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Intervista: Flavio Bandiera FOTO

Fabio: Quando hai iniziato la tua attività di fotografo matrimonialista eri consapevole che saresti stato catalogato in una categoria considerata così poco “affascinante” specialmente se paragonata, nell’immaginario collettivo, al fotografo che spesso è inteso come moda -circondato di belle donne ammiccanti- e di reportage -l’eroe che documenta zone ad alto rischio- ? Bandiera: Sì ne ero assolutamente consapevole, ma ero anche, allo stesso tempo, serenamente fiducioso di quello che la fotografia di matrimonio sarebbe potuta diventare. Fabio: Di che periodo stiamo parlando? Bandiera: Degli inizi degli anni ‘90, quando la fotografia era ancora a pellicola e l’impostazione era quella classica. Ovviamente lo sviluppo del web era scarso, quindi non era possibile avere dei confronti su larga scala e di conseguenza la fotografia di matrimonio era considerata a “livello di quartiere”. In questo scenario gli stimoli erano relativi: si parlava quindi solo “di meri esecutori” e i nomi conosciuti erano davvero pochi. Io però ho sempre creduto che le potenzialità di questo lavoro potessero essere elevate, anche se si trattava di un percorso che dovevo ancora cominciare. Sapevo che per lungo tempo avrei potuto essere considerato un fotografo di “serie b” e per un buon periodo di tempo lo sono anche stato, fatto che ha fatto parte comunque del mio percorso. Ho assistito però a uno sviluppo molto rapido, durante il qua-

le la fotografia di matrimonio è passata da essere una fotografia di “serie b” a una di “serie A”. Nell’immaginario comune, certamente il fotografo di moda è sempre stato quello di “serie A” perché ha a che fare con modelle e gente famosa ed è seguito da un team di persone che seguono le sue direttive: tutto ciò ha sempre mostrato il fotografo di moda come un leader mentre quello di matrimoni continuava a rimanere “in coda”. Il fotografo di moda e di reportage hanno la possibilità di gestire autonomamente quello che doveva essere realizzato, mentre quello di matrimonio era legato al ruolo di esecutore, ma, come ti dicevo prima, la situazione poi è cambiata. Fabio: Sei d’accordo nel dire che oggi giorno fare il fotografo di matrimoni ha molto in comune con quello di moda o il reporter, poiché durante quel giorno così speciale gli sposi sono vestiti e truccati come modelli e si realizza comunque un reportage di un’intera giornata? Bandiera: Assolutamente d’accordo. Possiamo intendere il fotografo di matrimonio come un vero “reporter” di moda: non si tratta più di una fredda documentazione ma di una ricerca creativa, con un taglio fashion considerando il fatto che si tratta di un prodotto che deve soddisfare delle donne. Se il fotografo riesce a imprimere il giusto mood è sicuramente un fotografo che ha possibilità di potersi esprimere in modo trendy e anche commercialmente può funzionare.

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ILHA DO SAL

TURISMO,TURISMO E SOLO TURISMO... TESTO Amnena Luisella

FOTO Amnena Luisella email: amnena@tiscali.it

Alberghi, villaggi, ristoranti, negozi... tutti creati per favorire il soggiorno del turista. Sin dal primo momento che si esce dall’aeroporto dell’Ilha do sal, l’impatto visivo è abbastanza violento; taxi e pulmini con tanto di guide che recuperano i loro clienti, bracciali di riconoscimento, valige, animatori...e vento , tanto vento. Per un viaggiatore fai date che è sempre alla ricerca di angoli del mondo isolati, Sal non è di certo il luogo indicato ma, anche dove il turismo fa da padrone, c’è sempre una lato nascosto di proprietà della gente del luogo. Ed è la vita comune che mi interessa. Dopo le prime 24 ore passate in un villaggio a riposare, incomincio a cercare un mezzo per poter visitare l’isola senza l’obbligo dei tour organizzati,

ma in poco tempo si capisce che è letteralmente impossibile; il turismo è la fonte di guadagno e le autovetture disponibili hanno dei prezzi esagerati così mi armo di scarpe comode, crema solare e con una mountain bike parto per il vero tour...... Santa Maria è del tutto turistica, nuovi complessi residenziali in costruzione padroneggiano ovunque, in centro paese, sulla costa fino al punto di mangiarsi gran parte del litorale ancora selvaggio, banche, uffici turistici, snackbar, persino una pizzeria d’asporto. Merita uno scatto il piccolo porticciolo di legno dove approdano le barche dei pescatori locali, che a fine lavoro vendono il loro pescato e qualche venditore di frutta e verdura sugli angoli della strada. 57


Rincorrendo la Via Lattea TESTO Maurizio Pignotti

FOTO Maurizio Pignotti

www.mauriziopignotti.com

Tutto e’ iniziato questa estate,nel periodo in cui il clima e la visibilità della nostra galassia è all’ apice. Per i pochi che non lo sapessero la via lattea altro non e’ che una galassia,cioè un agglomerato di stelle e polveri cosmiche con una forma spirale,in uno di questi bracci a spirale si trova il nostro sistema solare e quindi il nostro pianeta la Terra,ebbene si ci troviamo proprio nel bel mezzo della via lattea. La luminosità della via lattea pero’ nonostante la vicinanza e filtrata dalle polveri cosmiche,quindi la luce che ci arriva e’ davvero limitata,se non ci fossero le polveri cosmiche a filtrare la luce ,sarebbe sempre giorno con tutte quelle stelle che brillano intensamente. Sin da ragazzo sono sempre stato un’appassionato di astronomia,ho posseduto alcuni telescopi e ho fatto un po’ di fotografia astronomica,ma con tecnologie di molto inferiori rispetto a quelle di oggi. Il fascino del cosmo mi ha sempre catalizzato in tutte le sue sfaccettature. Io amo la fotografia

naturalistica in particolare paesaggistica,spesso mi trovo in vetta o a valle a scattare foto come un matto,ma poi ho scoperto la mia vera strada,il paesaggio in notturna .Insomma io fotografo ad orari impossibili,con altrettanto clima non sempre favorevole. La fotografia notturna secondo il mio modesto parere e’ molto più complessa rispetto a quella diurna,diciamo particolarmente difficoltosa e molto tecnica. I fotografi che più mi hanno inspirato a questo genere sono Marc Adamus e Alex Cherney,li considero dei guru nel settore,anche se molti criticano il loro modo di lavorare,ma vorrei vedere una foto che si avvicini alle loro,anche post prodotte,non e’ facile credetemi . Ho iniziato a scattare in notturna le prime foto già nel dicembre 2010 ottenendo discreti risultati,ma guardando le foto dei grandi artisti prima menzionati in particolare Cherney ,vedevo la strabiliante bellezza della via lattea come sfondo in un cielo colmo di stelle,e soggetti in primo piano sempre partico-

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­­© Stefano Cuccolini

OurPhoto il nostro non periodico di fotografia. OurPhoto crede nella condivisione delle idee e delle esperienze dei fotografi di ogni livello ed attrezzatura. OurPhoto è nostro, nel senso che è una risorsa per tutti. OurPhoto è una pubblicazione libera da pubblicità, vincoli di contratto e/o marketing con aziende di settore e non. OurPhoto è senza pubblicità. OurPhoto è scritta dai lettori per i lettori, il nostro compito è di rendere graficamente omogeneo la forma degli articoli, senza stravolgerli.


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