Con animo sereno

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CON ANIMO SERENO

Preghiere e icone per una vita intessuta di preghiera composte da Ireos, raccolte dal Piccolo Gruppo di Cristo e pubblicate con un’appendice di preghiere comuni a modo di “Libro delle Preghiere”

Città sul Monte 2004


Ireos DELLA SAVIA, Con animo sereno. Preghiere e icone per una vita intessuta di preghiera, con un’appendice di preghiere comuni a modo di “Libro delle Preghiere”, a cura del Piccolo Gruppo di Cristo (edizione fuori commercio), Città sul Monte, Desio 2004. – 208 p. + VI di inserti fuori testo, 20 cm.

La Comunità del Piccolo Gruppo di Cristo e il Cenacolo Evangelico sono presenti in varie regioni d’Italia e hanno il recapito presso “Città sul Monte” via San Pietro, 20 – I - 20033 Desio (MI) [ e-mail: piccolo.gruppo@tin.it ]

2004 - Città sul Monte via San Pietro, 20 – I - 20033 Desio (MI) tel. 0362 621651; fax 0362 307900 Stampa: Grafiche DIPRO, Roncade (TV) - 2004


PRESENTAZIONE Le Preghiere e le “Icone” raccolte in questo libro non prescrivono formule per pregare, ma rispettivamente esprimono e descrivono la forma di una ordinaria vita intessuta di preghiera nelle realtà quotidiane. Sono nate dall’esperienza di preghiera di un cristiano comune: Ireos. Vivono, alimentandola, nell’esperienza di preghiera di un insieme di cristiani comuni: il Gruppo da lui iniziato. Sono messe a disposizione di quanti vogliano servirsene per la propria personale esperienza di preghiera, condividendone l’atteggiamento di fondo: l’animo sereno. * Ireos Della Savia è nato nel 1926 a Spilimbergo; è cresciuto senza agi nella campagna friulana; a tredici anni, lasciata la scuola, si è trasferito a Milano, dove ha lavorato prima come modellista di tomaie e poi come impiegato all’Ortomercato, fino alla pensione. Allontanatosi dalla fede durante l’adolescenza, nel 1950 una malattia gli ha dato modo di riflettere sul suo stato: l’iniziale paura di perdersi, l’esigenza di una vita piena e duratura, ma soprattutto la scoperta dell’amore di Dio, che è salvezza, lo hanno riportato alla fede, alla preghiera e a sentire l’urgenza di una conversione che esigeva un totale abbandono a Dio. Comprendeva che tale consacrazione poteva essere vissuta anche nel matrimonio, ma intuiva che Dio lo preferiva celibe: avvinto da questo amore, lasciò la ragazza che amava e che avrebbe voluto sposare e ha abbracciato la chiamata di Dio al celibato, che ha po-

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tuto coltivare da laico nell’Istituto secolare di “Cristo Re”, fondato da Giuseppe Lazzati. La sua esperienza spirituale è stata segnata dalla preghiera: ha imparato a conoscere Dio davanti all’eucaristia. * Interpellato dall’urgenza di costituire un reciproco aiuto per la salvezza, si è trovato a iniziare il Piccolo Gruppo di Cristo: nel 1957 la Comunità e, in seguito, la Fraternità e il Cenacolo Evangelico: cristiani comuni che scelgono o si propongono di aiutarsi a vivere più pienamente la consacrazione cristiana nella propria casa, da sposati o celibi o vedovi o in ricerca; cristiani semplici che desiderano aiutarsi ad avere più fede e a condividerla con chi ne è in cerca. Per “Gruppo” intendeva una realtà popolare, di poco conto, che con lo spirito del “resto d’Israele” e del “piccolo gregge”, seguisse Cristo Agnello e Pastore e ne imitasse la vita nascosta tra la gente a Nazaret, per manifestare la “città sul monte” nella “valle operosa” lavorando, pregando e facendo opere di bene nel nascondimento, ma alla presenza di Dio, e vivere la vita presente alla luce della vita eterna. Caratteristica del Gruppo è la compresenza di persone che pur nella diversità dei carismi personali condividono lo stesso cammino di fede, mescolandosi nel tessuto ordinario della Chiesa e della società. In particolare, per collaborare all’opera di Dio che è la fede, la Comunità cerca di essere un richiamo popolare alla conoscenza della salvezza e alla preghiera; approfondisce il valore sponsale insito in ogni persona e prende a cuore la vita consacrata nel suo insieme e la comunione fra ogni vocazione. 4

PRESENTAZIONE


Nel 1994 il Cardinale Arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini, raccomandava al Gruppo, di cui aveva approvato gli statuti: «Occorre calare il vangelo nella vita di ogni giorno a partire da un radicamento contemplativo di preghiera con Gesù, che diventa eucaristica, meditata, rivolta agli altri, ed è espressa nelle virtù evangeliche quotidiane».

* In quest’edizione, le Preghiere – orazioni e contemplazioni – e le Icone, o descrizioni spirituali, composte da Ireos nel corso degli anni e da lui riviste per l’occasione, sono sistematicamente ordinate con titoli esplicativi e secondo una trama biblica; sono corredate di note che le collocano nel contesto da cui sono nate e in cui vivono e riferimenti che ne segnalano citazioni o, più spesso, reminiscenze e paralleli; sono inquadrate da un’introduzione alla vita intessuta di preghiera e una finale ricapitolazione in Cristo. In aggiunta, viene offerta un’appendice di preghiere comuni e sussidi liberamente proposti per le pratiche di preghiera personale e comunitaria, da esercitare in forza del comune sacerdozio battesimale e da inserire nella più ampia preghiera ecclesiale. La raccolta così compilata, che comunque rinvia ai libri della quotidiana preghiera liturgica della Chiesa, potrà fungere da Orazionale o Libro delle Preghiere del Gruppo e contribuire a farne conoscere la spiritualità, ma soprattutto a volgere i cuori alla lode di Dio, da cui conseguire, assieme al beneficio generale della pietà, anche il frutto specifico che tali preghiere chiedono, ossia un animo sereno e una profonda e interiore pace. Andrea Di Maio PRESENTAZIONE

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AVVERTENZE Nel testo, soprattutto per quanto riguarda la preghiera comunitaria a più voci, sono distinte diverse parti, così riconoscibili:

Corsivo normale Parti di solista: a seconda dei casi chi presiede, o uno dei corifei, o un orante.

Corsivo speciale

Letture: sono proclamate da un lettore.

Corsivo speciale

Parti riservate al sacerdote ordinato.

Tondo normale

Parti dell’assemblea, eventualmente recitate a cori alterni: l’“inizio” è comunque intonato dal solista; gli inni e i cantici, soprattutto evangelici, sono possibilmente cantati.

Carattere piccolo

Annotazioni e commenti.

[Carattere piccolissimo]

Riferimenti alla Scrittura, alla Tradizione ascetica e mistica e al Magistero.

Nel testo vengono usati inoltre i seguenti segni: {}

Fra parentesi graffe sono racchiuse le parti delle preghiere che a seconda dei casi possono essere aggiunte od omesse.

[ ]

Fra parentesi quadre ci sono indicazioni e note.

‹›

Fra virgolette ad uncino ci sono testi antologici riportati.

«»

Fra virgolette a caporale, ci sono brevi citazioni testuali.

“”

Fra virgolette, ci sono citazioni non letterali o in citazione.

< >

Fra parentesi uncinate ci sono integrazioni nelle citazioni.

I tre punti piccoli segnalano le omissioni nelle citazioni.

I tre punti nelle formule indicano le parti da completare.

*

L’asterisco nelle preghiere rinvia a formule complementari.

**

Il doppio asterisco introduce le formule in lingua originale.

””

Le doppie virgolette segnalano una ripetizione.

La croce segnala il “segno di croce”.

|

La sbarra separa come un “a capo” (versi o strofe o altro).

Questo libro può essere usato come Orazionale nel “modo” illustrato negli inserti allegati; rinvia comunque al Salterio, al Messale, ai Rituali e al Benedizionale della Chiesa.

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AVVERTENZE


0. INTRODUZIONE LA VITA INTESSUTA DI PREGHIERA «Viviamo una vita intessuta di preghiera, per meglio inserirci nell’intimità filiale dei piccoli di Dio». Se questa affermazione non dovesse essere realizzata, l’intera icona della vocazione non reggerebbe; perciò il valore della preghiera e il nostro impegno per essa non devono venir meno. [Il carattere personale e comunitario della preghiera]

La preghiera è sempre personale (anche quando si esplicita nella liturgia e nelle varie comunità), ma non è mai privata, perché siamo sempre inseriti nella preghiera di Cristo, che ci mette in comunione con tutti i fratelli. [Le pratiche di preghiera e la preghiera diffusa]

I modi per realizzare un’esistenza intessuta di preghiera sono molteplici e non soltanto variano da persona a persona, ma mutano anche nello svolgersi della propria storia…. Le varie pratiche di preghiera e il tempo ad esse dedicato sono la premessa per ottenere una vita intessuta di preghiera. Se i modi e i tempi della preghiera sono diffusi in tutto l’arco del giorno e non imprigionati in un unico e consecutivo orario, si può meglio restare in contatto con Dio. [La preghiera come intimità con Dio]

La preghiera ci fa scoprire e ci introduce nell’intimità con Dio; perciò soltanto chi prega assiduamente potrà ricevere la luce che apre al mistero di Dio. [La preghiera di conoscenza e unione]

Se è giusto pregare in vari modi secondo le proprie necessità, non ci si può esimere dal fermarsi nella preghiera meditativa e contemplativa, che ci colloca nell’unione con Dio. La vita intessuta di preghiera significa vivere in grazia, fare la volontà di Dio. [Il desiderio e l’affettività nel contatto con Dio]

L’intimità con Dio, anche se non l’esclude, non abbisogna dell’affettività sensibile. Tuttavia la preghiera, che non è un fatto astratto, utilizza tutte le componenti umane di chi INTRODUZIONE ALLA “VITA INTESSUTA DI PREGHIERA”

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prega (corpo, anima e grazia) per favorire il contatto con Dio, che avviene attraverso l’anima in grazia. Perciò la vita unitiva della preghiera può benissimo esistere nell’estasi, come pure nell’aridità. Più che nel fervore umano la preghiera unitiva si riscontra nel desiderio infinito di lodare Dio. [La preghiera di richiesta per sé e per tutti]

La preghiera, pur senza trascurare i bisogni personali di chi prega, si allarga, tende ad includere il bene di tutti e giunge a diffondere e ad esprimere il suo servizio all’intero universo. Il cuore palpita e fa comunione con ogni creatura vivente in terra e in cielo. [La preghiera disinteressata come colloquio con Dio]

La lode a Dio è disinteressata e l’orante gioisce nel riscontrare che la propria persona può adorare in eterno Colui che lo ha chiamato all’esistenza. La preghiera così diventa un continuo colloquio interiore, che si svolge anche senza parole. Penso al bambino nel ventre della madre, oppure allo stesso che si nutre al seno materno. [La piccolezza spirituale]

Comprendo le difficoltà di realizzare una preghiera e una vita “da piccoli”, ma Gesù dice che il regno dei cieli è dei piccoli. Inoltre chiede di lasciare che i piccoli vadano a lui ed aggiunge che quello che non è possibile agli uomini è possibile a Dio. In un mondo ove la cultura elogia i grandi, Dio manda alla conquista missionaria del suo regno i piccoli. Dove il potere terreno occupa le leve del comando e i potenti siedono su troni costruiti con il sudore degli uomini, Cristo e i suoi regnano dal legno della croce. La croce è il trono che apre la porta della gloria eterna. [Il vangelo incarnato e vivente]

Essere piccoli vuol dire trovare un posto per stare nelle braccia di Gesù crocifisso, restare seduti accanto a lui per ascoltare il racconto della casa gloriosa, addormentarsi sulle sue ginocchia: per concludere, abbandonarsi a lui con una vita che esprima la volontà e (con la sua grazia) la capacità

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INTRODUZIONE ALLA “VITA INTESSUTA DI PREGHIERA”


di incarnare il suo Vangelo, cosicché il suo sia anche il nostro e, pertanto, l’unico Vangelo.

LE PREGHIERE QUI RACCOLTE Quanto alle preghiere che dal 1950 ho composto e che sono state qui raccolte, piuttosto che descriverne subito i contenuti, che scoprirete da soli, desidero confidarvi qual è stato e qual è il corso della mia preghiera. All’inizio della mia conversione mi sono accorto di quanto fosse debole la mia fede. Perciò, pur riconoscendo che le preghiere fondamentali e più valide sono quelle insegnateci dalla Chiesa, oltre alle preghiere comuni tradizionali continuavo a chiedere: “Signore, dammi la fede; Signore, aumenta la mia fede; Signore, fammi vivere di fede”. Con il tempo fui sempre più convinto della validità di queste suppliche, perché lentamente la fede cresceva e si apriva ai misteri di Dio (quelli che lui voleva farmi capire). Un’altra mia lacuna era la difficoltà a pregare bene, e perciò chiesi: “Signore, insegnami a pregare; Signore, aiutami a pregare; Signore, fammi pregare”. Anche attualmente, con fervore, durante il giorno ripeto queste suppliche, perché sento che in me la fede e la preghiera non sono mai esaustive. Quando nacque il Gruppo di Cristo, nel desiderio di costruire tra noi una comunione di preghiera e di virtù scrissi durante un corso di Esercizi spirituali la preghiera “del Consiglio”, tratta dai salmi 15 e 99. Scrissi anche le Invocazioni al Padre, a Gesù, allo Spirito Santo e alla Mamma Maria. Anche attualmente recito queste preghiere più volte al giorno; in particolare ripeto le invocazioni, a seconda del mio sentimento, anche separate e in modo litanico. Nel 1977, durante un corso di Esercizi spirituali, scrissi il mio “proposito di vita”, che nasceva da una nuova conversione. Mi costò molto accettare la frase “la strada che tu hai percorso sia da me seguita”, perché sapevo, e so, che la sua strada prima di arrivare alla gloria passa per la croce. Ritengo ancora valido tutto quel programma e tento di restarvi fedele, anche se, per debolezza, alle volte, ne sono venuto

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meno. Questo mio programma fu accolto dalla Comunità, che lo diffuse con il nome di “Preghiera del cammino”. Le altre preghiere che ho scritto non sono state prettamente personali, ma pensate per tutto il Gruppo.

LE DUE “ICONE” DEL GRUPPO Quanto alle Icone, io avevo preparato quella che chiamiamo Icona teologica allo scopo di lasciare una traccia che esprimesse la realtà della vocazione del Gruppo: una strada capace di illuminare anche la realtà degli anni futuri. Pensavo di consegnare il mio scritto durante la Santa Messa in chiusura degli Esercizi spirituali a Segni nel gennaio 1989. Ma questa consegna è stata preceduta dall’ultima meditazione del corso, l’unica che non avessi preparato prima di venire agli Esercizi, e per la quale ho quindi letto ciò che avevo scritto la sera precedente sotto un impulso interiore fortissimo e che successivamente è stato chiamato Icona biblica. Alla fine della meditazione i presenti hanno espresso un’approvazione che non mi è più capitato di sentire. Qualcuno ha detto: “Questo è il Gruppo”. Ancora oggi, quando leggo l’Icona biblica, sento che di mio vi è soltanto la mano che tiene la penna. Mentre l’Icona teologica l’ho commentata, con quella biblica non sono mai riuscito a farlo, perché esprime una realtà spirituale carica di una luce luminosa sempre più intensa e inesauribile che non riesco a circoscrivere.

INVITO Vi invito a raccogliervi e contemplare quanto il Signore può ispirarvi, a ciascuno secondo la sua vocazione. Prego inoltre perché noi del Piccolo Gruppo di Cristo ci riconosciamo nel nome della nostra Comunità, nome che non noi abbiamo scelto, ma che lo Spirito Santo, mediante le circostanze, ci ha dettato. ireos [Rielaborazione di brani tratti da una istruzione del 1989, da una lettera del 2001 e da una meditazione del 2003]

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PREGHIERE CHE ESPRIMONO UNA VITA INTESSUTA DI PREGHIERA “Signore, insegnaci a pregare!”.

* “Quando pregate…, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate: Voi dunque pregate così: Padre nostro, che sei nei Cieli, sia santificato il tuo Nome, venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà, come in Cielo, così in Terra; dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non c’indurre in tentazione, ma liberaci dal Male”. [Mt 6,5-14; Lc 11,1-13]


Anche se vivo, decido, prego in una comunità di fratelli che mi sostiene, mi rianima e spiritualmente mi dilata, resto sempre io in definitiva a vivere, a correre il rischio della decisione, ad affrontare l’avventura difficile ed inebriante della vita di preghiera. Sia che si mantenga tacita e solitaria, sia che si rivesta di parole esteriormente e anche pubblicamente proferite, sia che raggiunga la dignità di preghiera liturgica e diventi implorazione della Chiesa, ogni sincera invocazione a Dio trova sempre nell’essere personale la sua scaturigine prima e la sua anima necessaria e non surrogabile. [+ CARLO MARIA MARTINI ]

Tale riflessione, tratta dalle Meditazioni per ogni giorno del Cardinale, Arcivescovo di Milano dal 1979 al 2002, è stata diffusa in Gruppo da Ireos alla fine degli anni Novanta in quanto esprime bene il senso radicalmente personale della preghiera comunitaria. In questa luce, la riflessione fornisce come una chiave per la comprensione e per l’uso di questa stessa raccolta per la preghiera personale e comunitaria.


AL COSPETTO DEL DIO CHE CI HA FATTI CONGIUNTI ALLA TRINITÀ DIVINA


“Quando pregate, dite: Padre nostro, che sei nei cieli”. [Mt 6,9-10; Lc, 11,2]

* “Abbà, Padre!” [Mc 14,36; Rm 8,15 e Gal 4,6]

Se professerai… che “Gesù è il Signore”, sarai salvo…. Nessuno può dirlo infatti se non sotto l’azione dello Spirito Santo. [Rm 10,9; 1Cor 12,3]


1. INVOCAZIONI INIZIALI Padre, parlaci; proteggici; dacci la tua benedizione. Gesù, salvaci; guidaci; facci tuo Regno. Spirito Santo, consigliaci; santificaci; facci tuo Tempio. Mamma, aiutaci; dacci Gesù; donaci a Gesù.

La preghiera è stata composta negli anni Sessanta, durante un corso di Esercizi Spirituali [cf n. 0], e ben presto è stata adottata in Comunità. Assieme alla “Preghiera del Consiglio” [n. 2], a quella “del Cammino” [n. 25] e alla Giaculatoria finale [n. 31] costituisce la “Preghiera del Gruppo”, che ne esprime l’unità spirituale. Queste invocazioni o anche solo qualcuna, ripetute a lungo mentalmente secondo il ritmo del respiro esteriore e interiore, sono un’introduzione alla preghiera del cuore; recitate invece di seguito a mo’ di litania («Padre, parlaci; Padre, proteggici; Padre, dacci la tua benedizione»…) costituiscono la preghiera che apre gli incontri di Gruppo [n. 137] e che può introdurre anche ogni pratica di preghiera personale.

AL COSPETTO DEL DIO CHE CI HA FATTI

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Pur nella sua semplicità, la preghiera usa espressioni profondamente radicate nella Scrittura; per la sua struttura ritmata non è lontana dalla preghiera del cuore della tradizione orientale (l’esicasmo) e occidentale (come nella “nube della non-conoscenza”); richiama sia lo spirito ascetico dei “tre modi di pregare” di Ignazio di Loyola, sia lo spirito d’infanzia spirituale della preghiera spontanea di Teresa del Bambin Gesù. Secondo un’immagine cara ad Ireos, il respiro del corpo è simbolo del respiro della preghiera, mediante il quale il Cielo entra in noi e ci fa vivere della vita eterna nel tempo. In questa prospettiva, tutta la vita umana è una invocazione alla Trinità che interviene concordemente nel mondo per la nostra salvezza e santificazione; ci si rivolge a Maria come alla prima congiunta per grazia alla Trinità divina perché ci indichi il fine della nostra stessa vita. La prima invocazione è “parlaci” e non “ascoltaci”, perché “in principio è la Parola” e l’uomo, “se Dio non gli parla, è come chi scende nella tomba”. Maria è chiamata “Mamma” non per sentimentalismo, ma in obbedienza al comando di Gesù dall’alto della croce e in sintonia col suo atteggiamento filiale. «Tutte le preghiere, siano esse di supplica, di ringraziamento, di lode, liturgiche, pubbliche o personali, ancor prima di dar lode a Dio ci mettono in contatto con lui»: così le invocazioni iniziali ravvivano il nostro essere congiunti al Dio uno e trino, perché possiamo conoscerlo [cf n. 35]. La paternità di Dio fonda, ingloba e supera ogni paternità e maternità che sperimentiamo in terra. Per entrare in rapporto col Padre, non dobbiamo pensarlo con i limiti dei nostri genitori. Proprio come il respiro del corpo, la preghiera deve essere continua, anche se a volte non è consapevole. A questo proposito, Ireos notava che “molti pensano di pregare, ma non pregano; molti altri pensano di non pregare, e pregano” magari con lamentazioni simili a quelle dei salmi: “Signore, ma perché?”. Le invocazioni litaniche possono perciò servire a rasserenare l’animo e a far pian piano percepire e gustare la presenza di Dio; possono aiutare a pregare in ogni momento e luogo, anche nel bel mezzo degli impegni secolari e familiari, come quando si è in viaggio o si culla il proprio bambino; possono infine dar voce alla preghiera ancora inespressa di chi sta imparando a pregare. [Riferimenti: Prima strofa: Mt 6,9; Lc 11,2; Gal 4,6; cf anche Sal 130,2; Mt 23,9; Ef 3,15 | Gen 1,1-3, Gv 1,1; Sal 27,1 | Sal 15,1; Gdt 9,11 | Gen 2,3; At 3,25-26; Ef 1,3 | Seconda strofa: Mt 1,21 | Mt 8,25 | Mt 8,19; Lc 9,57; 24,15 | Ef 5,5; 2Pt 1,11 | Terza strofa: Gv 14,26; Ez 37,9 | Is 11,2; 40,13 | Rm 1,4; 2Ts 2,13; 1Pt 1,2 | 1Cor 3,16; 6,19 | Quarta strofa: Gv 19,27 | Gv 2,5 | Lc 1,43; 2,7 | At 1,14 | Respiro della preghiera: Rm 8,19-26]

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AL COSPETTO DEL DIO CHE CI HA FATTI


2. PREGHIERA DEL CONSIGLIO Benediciamo il Signore che ci diede il Consiglio, poiché anche di notte istruisce il nostro cuore. Ci addita la Via della Vita, la pienezza di gioia davanti al suo volto. Egli ci ha fatti e noi siamo suoi, suo popolo e gregge che egli conduce. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen. [Testo: Sal 15,7.11; 99,3 || Cf Mt 7,14 e 11,25; Lc 12,32; At 2,25-33; Ap 7,17]

Intreccio di citazioni salmiche e allusioni neotestamentarie, fu la prima – e rimane la più tipica – “preghiera del Gruppo”, compilata da Ireos e riportata nella Prima Regola del 1959. Tramandata con qualche piccola variante, costituisce un invito alla lode e alla preghiera. Recitata a mo’ di prece in Gruppo, ne esprime la spiritualità, così come è tratteggiata nella seguente rilettura spirituale. “Benediciamo il Signore”, come Gesù benedisse il Padre per aver scelto i piccoli. “Che ci diede il Consiglio”, ossia lo Spirito Santo, con il dono di Consiglio, da cui scaturiscono i consigli evangelici. “Anche di notte istruisce il nostro cuore”: in modo inaspettato e paradossale, come nei sogni biblici; o in ogni momento della quotidianità; o negli incontri comunitari, fin dall’inizio perlopiù serali. “Ci addita la Via della Vita” nella resurrezione, come a Gesù al Sabato Santo; ma anche la via della vita eterna “già e non ancora” nella santificazione. “La pienezza di gioia davanti al suo volto”, ossia la “pace della gloria”. “Egli ci ha fatti”, cioè creati, rigenerati nella salvezza e consacrati nella Chiesa, ma anche costituiti come Gruppo. “Noi siamo suoi”, per la consacrazione battesimale e personale. “Suo popolo”, nella Chiesa, mescolati con semplicità nella società. “Suo gregge”, o gruppo di Cristo, “che egli conduce”, ossia con umiltà, seguendo Cristo Agnello e Pastore. Nel 1987 Ireos spiegava così il senso di tale preghiera [cf n. 0]: AL COSPETTO DEL DIO CHE CI HA FATTI

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‹ Coloro che con fede accolgono la sacra Scrittura… trovano nel salmo 99 quella frase che noi abbiamo estratta e messa nella nostra preghiera…: “Egli ci ha fatto e noi siamo suoi”…. Dal primo uomo, Adamo, a tutti gli altri fino alla fine del mondo, una volta che entrano nella casa gloriosa di Dio tutti scoprono la verità totale di questa frase, e la cantano e la declamano con gioia…. Infatti noi siamo venuti alla luce per amore del Padre: è Dio che… con quello stesso amore con cui ha generato il suo Unigenito… ha creato ognuno di noi… a sua immagine e somiglianza…. Ed è proprio perché egli ci ha fatti così, che noi riconosciamo e diciamo: “Egli ci ha fatto e noi siamo suoi”…. Il Verbo che è fin da principio, cioè l’Unigenito, generato e amato indissolubilmente dal Padre, si è incarnato, si è fatto uomo per salvarci…. Abbiamo un fratello Dio. È stupendo osservare come questo fratello ama suo Padre e come ama noi. Ci ama a tal punto da sacrificarsi sulla croce, morire e risorgere…. Ci ha rigenerati e rifatti suoi…. È stato così generoso… da trovare il modo di restare sempre con noi, mediante la presenza eucaristica…. Condivide i nostri problemi, ci sorregge, e per dono ci restituisce l’immagine primitiva che avevamo perso a causa del peccato…, ci ridona un volto ancor più splendente di quello primitivo, e noi, meglio e più completamente, riconosciamo che egli ci ha rigenerati e noi siamo suoi. Fino ad ora abbiamo riconosciuto che siamo del Padre e del Figlio, ma ciò non basta perché noi siamo anche dello Spirito Santo. Tra le tre persone divine vi è unanimità di consenso: esse operano in piena armonia, per cui lo Spirito Santo, che già all’inizio aleggiava sulle acque, che coperse il seno di Maria, che si presentò nel momento del Battesimo di Gesù Cristo, e che illuminò con la sua fiamma la Chiesa rappresentata da Maria e dagli apostoli, scende nel tempio di ogni uomo per… sorreggerlo nella sua santificazione. Tutti gli uomini di tutti i tempi… ricevono, nel modo più opportuno il dono di essere familiari di Dio, i congiunti di Dio. È in questo contesto che le creature umane sono in grado di constatare, e quindi di affermare fino in fondo, che esse sono fatte da Dio, e che quindi sono sua stupenda proprietà. Nella nostra prima preghiera abbiamo perciò anche inserito una frase tratta dal salmo 15, che dice: “Benediciamo il Signore che ci diede il consiglio”, e nel salmo la parola ‘consiglio’ significa l’aiuto, la buona parola, il sostegno, l’indirizzo al bene. Un po’ alla volta ci siamo accorti che per noi quella parola assumeva dei nuovi contenuti, e così la minuscola venne sostituita dalla maiuscola, così da intendere: “Benediciamo il Signore che ci diede lo Spirito Santo”. Come e cosa fare per piacere a Dio? È necessario impegnarsi a diventare più buoni, più virtuosi…. La somma di questi… “più” è il contenuto della parola ‘consacrazione’ ›.

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AL COSPETTO DEL DIO CHE CI HA FATTI


A LODE E GLORIA DELLA TRINITÀ IN COMUNIONE CON TUTTA LA CHIESA NEL REGNO DI SALVEZZA E DI PACE


“Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo Nome, venga il tuo Regno, il tuo santo Spirito”. [Cf Mt 6,9-10 e Lc 11,2, in una variante testuale]

* “È giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in Spirito e Verità”. [Gv 4,23]

In Cristo siamo stati fatti anche eredi, secondo il piano di Colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà, perché noi fossimo a lode della sua gloria, noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo. [Cf Ef 1,11-12]

Tutto infatti è per voi, perché la grazia, ancora più abbondante ad opera di un maggior numero, moltiplichi l’inno di lode alla gloria di Dio. [2Cor 4,15]

“Pregate il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe”. [Lc 10,2; cf Mt 9,38]


3. CONTEMPLAZIONE DEL DIVINO AMORE Padre invisibile, incorporeo, ovunque presente ed eterno, mi rallegro con gioia inesprimibile quando nella preghiera reclino il mio capo in te, inaccessibile ed inviolabile Essere. Io, pur con l’anima, sono carne che con amore hai plasmato: sono tuo, perché tu mi hai chiamato per nome e messo al tuo cospetto. Mi prostro, mi inginocchio, mi siedo, mi alzo e in ogni situazione mi fai provare la tua presenza *, perché ovunque io vada e qualunque cosa io faccia, tu sempre ci sei. Tu sei Amore! Signore Gesù Cristo, Figlio del Padre, condividendone la volontà ti sei incarnato per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria vergine, divenendo nostro fratello, via, verità e vita. La carne che hai assunto da Maria, come la mia, ha origine da quella di Adamo: sei nostro fratello Dio, che abiti e vivi ancora con noi nell’eucaristia. Per tuo dono sono tuo tabernacolo, tua casa; la tua carne divina mi assimila e nella salvezza che tu mi hai donato con la tua morte in croce e la tua resurrezione mi dài modo di non perdermi, lasciandomi tenere la mano sempre avvinta alla tua, segnata dalle stimmate; con questo segno fra tutte le persone dell’universo sempre ti riconosco, A LODE E GLORIA DELLA TRINITÀ

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perché sei morto in croce per me, prendendo il mio posto: tu in croce; e io tra le tue braccia gloriose. Tu sei Amore! Spirito Santo, che procedi dal Padre e dal Figlio, tu “aleggi sulle acque”, sul mondo, riempi la Chiesa e rimani su ogni persona che santifichi, perché non perda l’“immagine e somiglianza” donatale da Dio. Tu sei la mia protezione: se cado, mi rialzi; se sono afflitto, mi consoli. La tua invisibilità è splendente; la tua luminosità non acceca. Guidi i miei passi e mi conduci alle alte vette della contemplazione, che diviene mistica e visione. Tu sei Amore! Tre Persone, un solo Dio. Tu sei Amore! * [Oppure, nel pieno sviluppo:] l’estasi della tua presenza Composta il 24 luglio 2002 all’Eremo San Salvatore di Erba, è una contemplazione personale che può essere condivisa, in senso analogo a quella “per ottenere l’amore” negli Esercizi ignaziani. “Dio è Amore” e “ci ha amato per primo”, “tanto da darci suo Figlio” come fratello, che a sua volta “ci ha amati e ha dato se stesso per noi”. Il cristiano, “avendo creduto all’amore” e congiunto per dono “in seno” alla Trinità, ha di Dio una conoscenza mistica ordinaria, che può crescere fino all’“estasi” e alla “visione”. Per Ireos “la mistica consiste nell’essere in Cristo”, “la contemplazione nel dialogare con Dio” così che “mentre lo si contempla, lui ci costruisce” e assimila nell’esperienza di vita mistica (nel mistero). [Riferimenti: In generale: Simbolo niceno-costantinopolitano romano; Gv 3,16; 1Gv 4,7-16 | Prima strofa: Gv 1,18 e 13,25; Es 3,14; Gen 1-2; Rm 4,17; Is 43,1; Ef 1,4; Sal 138 | Seconda strofa: Eb 2,11-15 e 10,9; Lc 1,38 e 3,23-38; Gv 14,6; 1Cor 15,45; Rm 5,8; Gal 2,20; Gv 20,27-28 | Terza strofa: Gen 1,2.26; At 2,2; Gv 1,33; 2Pt 1,1719 e Ab 13,19; 1Cor 2,7; Gv 20,8]

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4. PREGHIERA PER VIVERE IN COMUNIONE OGNI VOCAZIONE Con animo sereno ti lodiamo, Dio Padre creatore dell’universo, Figlio redentore dell’umanità, Spirito santificatore e perfetto consigliere di ogni creatura. Ti ringraziamo perché dimori in mezzo a noi e per l’amore misericordioso che hai per ogni persona. Gesù, Agnello immacolato, l’averci chiamato per nome nel tuo regno di salvezza ci ha permesso di metterci intorno alla mensa della tua parola e del tuo corpo. Aiuta noi { consacrati } ad accogliere il tuo sangue per essere purificati da ogni imperfezione e rendere evidente a ogni creatura la tua bontà infinita. Aiutaci ad imitare la tua verginità di cuore, specchio radioso di luce divina, la povertà vissuta in un costante contributo di carità e l’obbedienza come assoluta fedeltà al volere del Padre. Le nostre persone a te offerte siano consumate in una orante e costante adesione alle realtà trascendenti e nella condivisione con le necessità di ogni creatura povera, sperduta, incompresa, ammalata. La nostra comunione con ogni uomo sia sincera, leale, fraterna secondo l’amore che esiste in te, Santissima Trinità.

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Proteggi il nostro cammino e sorreggici in ogni difficoltà: sii il nostro Pastore e il nostro Maestro per aiutarci a seguirti ed imitarti in ogni circostanza. La preghiera e la carità siano il primo contributo di comunione tra tutte le vocazioni da te suscitate, così che tutti noi { consacrati }, facendo la tua volontà, rendiamo splendente la Chiesa e con gioia ci inginocchiamo per lodare la tua gloriosa maestà. Amen. La preghiera fu composta nel maggio 1993 nel convento dei Santi Giovanni e Paolo a Roma, in vista del Sinodo dei Vescovi sulla vita consacrata convocato da Giovanni Paolo II per il 1994; tradotta in diverse lingue, fu diffusa tra le comunità di consacrati quale “Preghiera per vivere in comunione la vocazione di totale donazione a Dio”. Omettendo le espressioni tra graffe, s’addice ai fedeli d’ogni vocazione e confessione, tutti chiamati a far propri i consigli evangelici. Le strofe si possono recitare a cori alterni. La preghiera segue l’invito di Gesù a “pregare il Padrone della messe perché mandi operai per la sua messe” e l’invito dell’Apostolo a coinvolgere nella comunione spirituale “un sempre maggior numero” di persone, così da “rendere più abbondante la grazia” e “moltiplicare l’inno di lode alla gloria di Dio”. La preghiera comincia “con animo sereno”, ossia nella “pace”, riflesso della gloria trinitaria: la “vita intessuta di preghiera” è vissuta alla luce della vita eterna. Le strofe successive richiamano tre chiamate fondamentali: quella universale alla salvezza, quella generale alla santità nella Chiesa, quella di speciale donazione a Dio, con le sue esigenze; alla fine si chiede con gioia il dono della perseveranza e della comunione in ogni vocazione. Gioia e pace sono qui frutti dello Spirito: la gioia è l’effusione che si prova al sentirsi amati; ben più importante è la pace, stato di pienezza profondo e permanente di quanti sono beati perché “figli di Dio” nel Figlio. [Riferimenti: Preghiera corale per l’unità e le vocazioni: 2Cor 4,15; Lc 10,2; Gv 17; cf Mt 9,38 | Prima strofa: Concilio Vaticano II, Lumen Gentium, 1-5; 39 e 42 | Seconda strofa: At 17,26-28; 1Tm 2,4 | Terza strofa: Concilio Vaticano II, Sacrosanctum Concilium, 48 e 51; Institutio Generalis del Messale Romano, 8 | Sesta e settima strofa: Rm 12-13; Gv 10,14 e 13,14 | Frutti dello Spirito: Gal 5,22 | Pace: Mt 5,9; Lc 2,14 e 19,38; Lc 1,79 e 2,29; Gv 14,27 e 20,21; cf Francesco e Bonaventura]

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5. PREGHIERA DELLA PERSEVERANZA Trinità beata, fonte dell’infinito amore, noi ti lodiamo e ringraziamo con profonda gioia per averci sempre protetti con la tua misericordia. Siamo felici perché sappiamo che la nostra fedeltà è frutto della tua carità. Fa’ che la nostra vita esprima il capolavoro della tua benevolenza e realizzi in pienezza il motivo per cui tu ci hai chiamati. Ricolmi di riconoscenza per tutto il bene che ci hai elargito umilmente ti chiediamo di aiutarci a servire fraternamente il nostro prossimo e ad amare te con ogni nostra forza. E nell’attesa dell’incontro definitivo e glorioso diciamo: alleluia, alleluia, alleluia! La preghiera era stata scritta nel 1988 come formula di ringraziamento e invocazione del dono della perseveranza nella fede e nella vocazione ed è stata inserita nel rituale della festa comunitaria per esprimere il rinnovo dell’adesione a Dio degli appartenenti definitivamente incorporati in Comunità, che completano la terza strofa con le parole: «ad essere per sempre totalmente tuoi nella Comunità del Piccolo Gruppo di Cristo». La scelta definitiva per Dio anticipa l’eternità nel tempo e conferisce al passaggio da questa all’altra vita il carattere di incontro definitivo e glorioso, in cui si compirà lo sposalizio mistico fra la natura divina e quella umana iniziato fin dall’inizio con l’alleanza, attuato con l’incarnazione e consacrato con la Pasqua.

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Secondo Ireos, il fine della nostra vita è sentirci singolarmente dire da Dio all’incontro finale con lui: “Sono contento di averti creato!”; solo allora ci potremo sentire pienamente realizzati conformemente al progetto dell’amore, e dire: “Che bello!”. Nel frattempo, la nostra fedeltà a tale progetto è frutto della grazia di Dio; la nostra infedeltà è invece frutto del nostro peccato. La seconda strofa richiama la dottrina della grazia e in particolare l’immagine della vite e dei tralci, secondo la parola di Gesù: “Chi rimane in me e io in lui fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla”. La quarta strofa richiama i due comandamenti più grandi, dell’amore verso Dio con tutto il cuore e verso il prossimo. Il triplice Alleluia finale richiama quello del Cantico dell’Apocalisse per le Nozze dell’Agnello. Questi riferimenti contribuiscono a intendere la perseveranza nella fede e nella vocazione come quella vigilanza d’amore in attesa dello Sposo, di cui parlano molte parabole evangeliche. Come canta la liturgia, “i nostri inni di benedizione non accrescono la grandezza di Dio, ma ci ottengono la grazia che ci salva”: infatti, come diceva Ireneo, “la gloria di Dio è l’uomo vivente”. Il fine della preghiera non è dunque quello di chiedere beni, anche se, come spiegava Tommaso, Dio per educarci a pregare ha stabilito di darci alcuni beni in conseguenza delle nostre preghiere. Il fine della preghiera è piuttosto quello di conoscere, desiderare e amare Dio e di attuare così la nostra più intima vocazione. Alla perseveranza nella vocazione si ricollega la perseveranza nella preghiera, raccomandando la quale Ireos ricorda la sua lunga esperienza di aridità: “Non è detto che la preghiera per essere veramente tale debba essere faticosa; viceversa, è vero che anche quando è faticosa si deve continuare a pregare”; “la preghiera non deve essere legata al mio capriccio: se ne ho voglia o non ne ho voglia”: infatti “se il tempo è di Dio, è di Dio”. All’inizio del cammino di preghiera il Signore ci dà a volte grazie speciali per attirarci a sé “come le caramelle ai bambini”, ma poi almeno per un po’ ce le toglie per educarci a voler stare solo con lui. Per accrescere il nostro amore si fa rincorrere, come il Diletto nel Cantico dei Cantici e nella “notte oscura” di Giovanni della Croce. Nella preghiera e nella vita, perciò, l’importante “non è star bene noi col Signore, ma, per così dire, che stia bene lui con noi”: è bello gioire quando il Signore ce ne dà modo, ma è indispensabile rimanere sempre sereni, in pace, anche nelle croci. [Riferimenti: Prima strofa: 1Gv 4,8.16; cf Rm 5,5 | Seconda strofa: Gv 15,5 | Terza strofa: cf Gen 1,31 e Mt 25,21 e 34-36 | Quarta strofa: cf Mt 22,37-40 | Quinta strofa: Ap 19,1.3.6; cf Mt 25,6.13 | Perseveranza nella preghiera: Lc 18,1; Ct 5,4-6]

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PER SCOPRIRE E REALIZZARE LA VOLONTÀ DI DIO IN SPIRITO SANTO SECONDO LA PROPRIA VOCAZIONE


“Quando pregate, dite: Venga su di noi il tuo santo Spirito e ci purifichi. Sia fatta la tua volontà”. [Mt 6,9.10; Lc 11,2, in una variante testuale]

* Questa è la volontà di Dio: la vostra santificazione. [1Ts 4,3]

“Se due di voi si accorderanno per domandare qualcosa, il Padre ve la concederà, perché dove due o più sono riuniti nel mio nome, là ci sono io in mezzo a loro”. [Cf Mt 18,19-20]

“Io pregherò il Padre ed egli vi manderà un altro avvocato che rimanga sempre con voi, lo Spirito Santo”. [Cf Gv 14,16.26; cf Lc 24,49]

Ciascuno ha il suo carisma da Dio, chi in un modo, chi in un altro…. C’è varietà di carismi, servizi, azioni, ma uno è lo Spirito, uno il Signore, uno il Padre di tutti. [1Cor 7,7; cf 1Cor 12,4-6]


6. PREGHIERA DELL’AGAPE PER VIVERE OGNI INCONTRO IN PIENA COMUNIONE

Spirito Santo, fa’ che questo incontro sia un’agape fraterna allietata dalla tua presenza. Metti nel nostro cuore un atteggiamento docile e consenti che la tua Sapienza, da noi invocata e accolta, diventi l’ispiratrice del nostro comportamento fraterno. Aiutaci ad essere attenti e comprensivi, affinché il dialogo sia sereno e favorisca la nostra comunione. Rendi i nostri interventi cordiali e semplici, come si conviene ai figli che per dono appartengono alla grande famiglia di Dio. Facci comprendere che solo tu sei il nostro Maestro, e perciò mettici in cuore il desiderio di ascoltarti, ora e sempre, con animo umile, sempre più umile. Amen. Composta negli anni Ottanta ad uso dei nuclei in cui si articola il Gruppo, è la preghiera che abitualmente introduce lo scambio di esperienze alla luce della Parola di Dio negli incontri comunitari o anche nei colloqui, e ne esprime lo spirito e lo stile di comunione. L’“àgape”, ossia la condivisione d’amore che caratterizzava gli incontri delle prime comunità cristiane, è il frutto dello Spirito, che è detto come Cristo il “solo Maestro”, in quanto è lui ora ad “insegnare ogni cosa” e ad improntare con la sua sapienza il nostro comportamento fraterno e semplice, da familiari di Dio. [Riferimenti: Spirito e agape fraterna: At 2; cf 1Cor 11,17-18 e Gal 5,22 | Sapienza dall’alto e comportamento fraterno: Gc 3,13-18 | Familiari di Dio, semplici: Ef 2,19; Fil 2,15 | Spirito e Maestro: Mt 23,8 e Gv 14,26]

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7. PREGHIERA PER IL DISCERNIMENTO IN PREPARAZIONE AD OGNI DECISIONE COMUNITARIA

Spirito Santo, in questo tempo di discernimento comune * ti preghiamo di aiutarci a essere docili ai tuoi suggerimenti. Illumina le nostre menti, perché, con il contributo di tutti, si realizzi il tuo piano su di noi. Ti invochiamo affinché il Gruppo diventi sempre più testimone della tua presenza, secondo i segni e le necessità dei tempi. Ricordaci che tutti siamo importanti, perché tu sei presente in ciascuno di noi. Fa’ che i nostri interventi siano frutto di preghiera e di meditazione, perché possiamo accogliere il valore specifico della nostra vocazione. Spirito d’amore, rendici un cuor solo e un’anima sola, perché sappiamo mettere in comunione i valori di ogni differenza e realizzare la nostra vita secondo la tua volontà. Aiutaci ad abbandonarci totalmente a te, che sei luce della Chiesa e di questo Gruppo, che vuole crescere come tuo virgulto sotto la tua costante protezione. Amen. 30

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* [O, a seconda dei casi:] in questo tempo di preparazione al Congresso [oppure:] in questo Congresso [oppure:] in questo Consiglio Composta nel 1998 in preparazione al Congresso ordinario della Comunità, tale preghiera è adatta a introdurre ogni discernimento comunitario, non solo nel Gruppo, ma anche, con i dovuti adattamenti, in ogni altra aggregazione. Va notato che dal modello del “cuor solo e anima sola” della prima comunità cristiana scaturisce un particolare ideale di discussione da adottare in ogni discernimento comunitario e addirittura in ogni dialogo interpersonale e interculturale: cercare di “mettere in comunione i valori di ogni differenza”; infatti, poiché “lo Spirito guida alla verità tutta intera”, ossia ad una sempre maggiore “cattolicità” (globalità) della comprensione della verità, noi di conseguenza dobbiamo impegnarci a “fare la verità nella carità”. Il discernimento comporta vari aspetti: “esaminare ogni cosa per tenere ciò che vale”; “mirare” in ogni scelta personale e comunitaria a ciò che più è “buono” per gli altri, “perfetto” per sé e “gradito a Dio”; “distinguere le ispirazioni provenienti da Dio” da quelle della tentazione o della concupiscenza. A tal fine, come dice la Scrittura, è bene “interrogare il proprio padre” spirituale, “chiedere il parere a ogni persona che sia saggia e non disprezzare nessun buon consiglio”, da chiunque venga; ma anche consigliarsi insieme, perché “falliscono le decisioni prese senza consultazione”. In ogni caso è indispensabile andare ricevere consiglio soprattutto dal Signore nella preghiera, così che per quanto è possibile a decidere siamo “lo Spirito Santo e noi”. Per Ireos, “tanti non crescono nella santità proprio perché, invece di andare a parlare con il Signore, perdono tempo in futili chiacchiere con gli altri”. [Riferimenti: Segni dei tempi: Mt 16,3 | Cuor solo e anima sola: At 4,32 | Verità globale e comunione delle differenze: cf Ef 4,15; Gv 16,13; Gc 3,1 | Virgulto: Gv 15,5 e Is 11,1 | Discernimento: 1Ts 5,21; Rm 12,2; 1Gv 4,1.6; Gc 1,14 | Consiglio: Dtr 32,7 alla luce dei Padri del deserto; Tb 4,18; Pro 15,22; At 15,28 e Ap 2,7]

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8. PREGHIERA “MI ABBANDONO A TE” PER SCOPRIRE E ACCOGLIERE LA PROPRIA VOCAZIONE

Signore, fammi conoscere la bellezza della tua chiamata e il dono della tua costante presenza. Aiutami a capire il tuo disegno su di me e ad ascoltarti e imitarti con filiale docilità. Fammi comprendere a che punto sono nel cammino della vita cristiana: quali sono i difetti da superare e le virtù da conquistare. Mi abbandono a te, perché tu mi aiuti sempre a fare la tua soave volontà. Te lo chiedo con cuore nuovo, grande e forte, per Cristo Signore nostro. Amen. La preghiera fu composta nel 2000 per chi cerca di discernere la propria vocazione, o anche la volontà di Dio giorno per giorno. Rivolta al Padre per il Figlio e nello Spirito, che rinnova il cuore, la preghiera contiene molti riferimenti biblici e spirituali: la conformità al progetto di Dio, la chiamata alla bellezza, l’imitazione di Dio, la lotta spirituale, la soavità del “giogo”, l’abbandono fiducioso e sereno a Dio anche nell’apparente “abbandono di Dio” in croce, che infatti non è definitivo, ma prelude alla gloria. Per Ireos, perché la mia preghiera non sia vana, devo “voler fare la volontà di Dio”, e non “volere che Dio faccia la mia volontà”. [Riferimenti: Gen 1,31 | Ef 1,10-11; 5,1 | Fil 3,12 | Sal 51,10; Mc 14,50; 15,34; At 2,27.31; cf anche Mt 11,30 | Ez 36,26]

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9. PREGHIERA “UNA COSA SOLA IN TE” PER MEGLIO CORRISPONDERE ALLA PROPRIA VOCAZIONE

Signore, mio Dio, mentre recepisco la bellezza della tua costante presenza, sperimento la mia debole corrispondenza alla tua Parola. Ho bisogno che tu mi possieda totalmente, perché io riesca a essere una cosa sola in te e diventi una profonda espressione della tua volontà. Il tuo amore è così grande da perdonare i miei peccati e innalzarmi nella tua santità. Aiutami a realizzare il tuo progetto su di me, affinché la nostra unione sia completa e io sia in grado di rendere visibile il tuo misericordioso amore. Amen. Questa preghiera, composta in vista degli Esercizi spirituali tenuti a Galloro nel dicembre 2003, è finalizzata alla revisione di vita. Mentre la precedente preghiera esprimeva più la ricerca della vocazione, questa esprime invece la ricerca della coerenza tra vocazione abbracciata e vissuta. Il cuore della preghiera è l’intenzione di essere “una cosa sola in Dio”, che richiama la preghiera sacerdotale di Gesù e indica la “vita unitiva”: ossia, non solo “fare per Dio” o “con Dio”, ma “essere in Dio”; e non solo fare la sua volontà, ma esserne espressione. Se siamo “in Dio”, sarà lui ad usarci al meglio e con più spontaneità ed efficacia. [Riferimenti: Gv 17,11.21-22; Ef 2,4 e seguenti]

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10. PREGHIERA DEL BUON CONSIGLIO PER MEGLIO CONOSCERE E REALIZZARE LA COMUNE VOCAZIONE

O Padre, che mediante il sacrificio di tuo Figlio e l’effusione dello Spirito Santo ci hai chiamato a vivere per te e in te { nel Piccolo Gruppo di Cristo }, aiutaci a conoscere e realizzare in ogni istante i valori della vocazione che ci hai donato. La luce della tua presenza, che sempre illumina il nostro cammino, sia ancora più fulgida in questo tempo, in cui siamo impegnati a rivedere * la nostra costituzione. Fa’ che in essa si manifesti la tua volontà, e noi riusciamo a viverla con impegno e letizia. Aiutaci e consigliaci, affinché ogni sua espressione fedelmente all’insegnamento della Chiesa possa far brillare un raggio della sua santità. Ci rivolgiamo a Maria, Madre del Buon Consiglio, invocando il suo aiuto perché la costituzione { così rinnovata } evidenzi sempre più la bellezza della nostra vocazione. Amen. * [O, a seconda dei casi:] ad aggiornare [oppure:] ad approfondire

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Composta nel 2000 per il lavoro di revisione degli statuti del Piccolo Gruppo, la preghiera con gli opportuni adattamenti nei punti segnalati si presta ad introdurre e accompagnare ogni approfondimento e aggiornamento della “costituzione”, anche solo implicita, di un gruppo caratterizzato da una comune vocazione specifica. Ogni comunità ecclesiale particolare o speciale deve cercare di prendere le sue decisioni nella luce dello Spirito Santo, sul modello della primitiva comunità cristiana, in comunione con tutta la Chiesa e in obbedienza al suo magistero, per contribuire a presentare al mondo attraverso la diversità armonica di carismi, ministeri e operazioni una immagine adeguata del volto di Cristo, che trascende ogni particolare rappresentazione. Secondo il Magistero, è interesse di tutta la Chiesa che ogni comunità conservi fedelmente il suo carisma, che tramite il fondatore e la fondazione ha ricevuto da Dio a beneficio di tutta la Chiesa, e che pertanto, dopo il riconoscimento ecclesiale, appartiene alla Chiesa stessa. L’invocazione a Maria, Madre del Buon Consiglio fa riferimento anche al santuario a lei dedicato a Genazzano, ove diversi fondatori hanno affidato all’intercessione di Maria la stesura delle regole delle proprie comunità. [Riferimenti: Decisioni comunitarie alla luce dello Spirito Santo: cf At 15,25.28 | Specificità di ogni comunità a vantaggio di tutta la Chiesa: cf Concilio Vaticano II, Perfectae Caritatis, 2c | Rappresentazione multiforme, attraverso le diverse forme di vita, dell’unico volto di Cristo: cf Ef 4,11-13 e Codice di Diritto Canonico del 1983, can. 577-578 | Maria come “consigliera”: cf Gv 2,5]

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11. PREGHIERA DEI CELIBI (“ECCOMI IN TE”) PER VIVERE IL CELIBATO CON AMORE ESCLUSIVO

Signore santo, che hai voluto chiamarmi nel tuo Regno mediante la vocazione celibataria, con serena gioia mi addentro nel tuo volere e per sempre mi abbandono a te in costante adesione alla tua volontà. Aiutami ad esserti fedele e a condividere e realizzare filialmente ogni tuo progetto. Allontana da me ogni timore e non permettermi di resisterti. Concedimi il dono di preferirti a tutto, di perseverare per tutta la vita nella vocazione, di esserti sempre riconoscente e di non attendere altra ricompensa se non quella di restare fratello di Gesù e suo fedele discepolo *. Insegnami a vivere nel fuoco divino del tuo amore. Il mio appartenere a te ti consenta di mettermi liberamente al servizio di ogni persona da salvare, aiutare, amare nel segno della tua presenza. Eccomi in te, Signore, con tutto il mio amore indivisibile ed esclusivo. Amen. * [Al femminile:] sorella di Gesù e sua fedele discepola.

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Composta nel 2000, la preghiera pur con valori condivisibili da tutti esprime la spiritualità del celibato, abbracciato per il Regno anche nella secolarità. Proprio la condivisione tra celibi e sposi nel Gruppo ha portato Ireos ad approfondire in una luce nuova il senso del celibato; nel 1997, in “Per noi, Dio solo!”, scriveva: «Certamente… non è pensabile che Dio faccia preferenze tra i celibi e gli sposati…. Ma noi perché nel celibato? Per sua amorevole scelta…. Perché mi ha chiamato? È un mistero che non conosco, ma so che mi ha avvinto, mi ha sedotto perché a me è piaciuto lasciarmi sedurre…. Amo l’Amore…! L’assenza di un amore umano sponsale, dell’impegno ad allevare figli, ci lascia liberi di avere un tempo da dedicare ad altro…, ma ritengo che il Signore non ci abbia voluti celibi perché possiamo agire con più libertà…. Come il parto straordinario di Maria… la nostra verginità spirituale è produttiva, ingloba il Signore…. Siamo soli, ma senza solitudine. Siamo come eunuchi nel corpo, ma genitori nello spirito. Siamo sposi, celibi e padri, ma in un modo puro che dobbiamo verificare, scoprire, approfondire, da soli…. Il nostro celibato per il Regno resta nel mistero della volontà di Dio…. È un dono! “A chi in un modo, a chi in un altro”. Ognuno di noi è chiamato personalmente a scoprire l’essenza del proprio celibato…. Soltanto lo Spirito Santo ci guiderà a scoprire il perché ci abbia voluto eunuchi…. È necessario stare con il Signore e vivere con lui con una purezza sempre più ricca…: non solo una fede, ma purezza di fede, di speranza, di carità, di giustizia, di misericordia; non misera preghiera, ma preghiera pura e dono completo…. So benissimo che gli sposati esprimono bene la loro appartenenza a Dio e sanno con certezza di appartenere a lui in quella vocazione. Io invece per sapermi tutto di Dio ho dovuto lasciare la mia fidanzata: soltanto dopo questo distacco umano ho potuto sperimentare come si è tutti di Dio…. Ancora oggi mi riconosco tutto di Dio presentandomi a lui da solo. Il mio essere solo mi permette di stare bene in lui: se fossi accoppiato, accompagnato, non ne sarei capace, non ci riuscirei…. A noi celibi in particolare viene chiesto di essere di esempio nella fedeltà al tempo della preghiera, nella profonda attrattiva al “Dio solo” e nella povertà esemplare…. Il nocciolo del nostro celibato è di restare in Dio. Si potranno avere i contatti con gli amici, ma prima c’è Dio…. Il nostro sposo… è il nostro fratello Dio…, è Dio». [Riferimenti: Prima strofa: Is 43,1; 49,1 | Mt 19,11 | Mc 7,21; Eb 4,1-11 | Sal 51,10; Rm 12,1-2.9 | Seconda strofa: Gen 18,17; Lc 15,31 | Terza strofa: Is 43,1.4-5; Lc 1,30; 5,20; 12,32 | Is 50,7; Mt 6,13; Lc 11,4; At 7,51 | Quarta strofa: Sap 7,1-11; Is 56,4-5; Mt 6,24 | Lc 21,19; 22,28 | Lc 17,17-18 | Mt 6,1-6.16-18 | Mc 3,35 | Lc 12,42; 16,10; 19,17 | Quinta strofa: Lc 11,1 | Ct 8,6 | Sesta strofa: Is 44,5; At 27,23 | Mt 25,40; Lc 10,33-34 | Sal 78,9; 108,26 | Settima strofa: Lc 1,38 | 1Cor 7,35]

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12. PREGHIERA DEGLI SPOSATI PER VIVERE IL MATRIMONIO CON AMORE GENEROSO

Spirito Santo, che con il Padre e il Figlio inondi d’amore tutto l’universo, fortifica con la tua divina luce il nostro amore sponsale. Il nostro matrimonio sia fecondo di tutte le virtù che hai seminato nel sentiero della nostra esistenza. [PER GLI SPOSATI TOTALMENTE DONATI A DIO:]

Ti lodiamo e ti ringraziamo perché ad uno ad uno ci hai chiamati ad abbracciare con vincoli d’amore i consigli evangelici. Fa’ che l’impegno ad essere poveri ci arricchisca della tua presenza, la castità faccia emergere nella nostra vita la purezza del tuo amore e l’umile obbedienza esalti la tua gloria. Riconoscendo la priorità della tua presenza nel nostro amore, ti preghiamo di aiutarci ad essere fedeli l’un l’altra, secondo l’esempio dell’Alleanza col popolo da te radunato, santificato e glorificato.

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Aiuta noi sposi ad amarci come Cristo ama la Chiesa sua sposa: fa’ che il nostro amore sia aperto al dono della vita e la nostra casa spalancata a chi cerca condivisione. Spirito Santo, fa’ di noi ciò che tu vuoi, affinché il nostro amore sponsale e familiare possa rendere evidente il tuo amore per gli uomini. Amen. Nel 1998, anno dedicato dal Papa allo Spirito Santo, l’“Ufficio per la Famiglia” della Conferenza Episcopale Italiana chiese a ogni realtà ecclesiale ivi rappresentata di elaborare un’invocazione allo Spirito che esprimesse la propria spiritualità matrimoniale: questa invocazione, scritta da Ireos, fu il contributo del Gruppo. La preghiera esprime, in particolare nella terza e quarta strofa, la spiritualità di quegli sposati che anche singolarmente vivono la consacrazione spirituale secondo i consigli evangelici; omettendo tali strofe, è condivisibile da tutti gli sposati cristiani. Ireos pur essendo celibe aveva approfondito molto il senso di una spiritualità evangelica nel matrimonio. Prima di accogliere la vocazione al celibato era stato fidanzato, e fin dalla conversione nel 1950 aveva colto la distinzione tra la consacrazione spirituale della persona (che è a monte di ogni differenza vocazionale) e la specifica modalità della consacrazione celibataria. L’amore totale per Dio e la conseguente consacrazione a lui è infatti uguale per tutti, ma si esplica con modalità diverse nel matrimonio e nel celibato: per quanti sono sposati, l’amore per Dio è inclusivo dell’amore del coniuge; per quanti hanno accolto la chiamata al celibato è invece esclusivo di ogni altro amore sponsale. Tutti, anche gli sposati, sono chiamati ad amare “Dio soprattutto” e in tutto; ma i celibi sono chiamati ad amare da soli “Dio solo”. La consacrazione, intesa come offerta di sé a Dio secondo i consigli evangelici, è a monte di ogni differenza vocazionale; i carismi celibatario e matrimoniale hanno egual valore ai fini della santità; lo stato di vita va quindi scelto non per inclinazione soggettiva, ma secondo il dono ricevuto da Dio. Si diceva, assolutizzando un accenno di San Paolo sulla concreta situazione dei cristiani sposati di Corinto, che il matrimonio comportasse un cuore diviso tra Dio e il coniuge: ma tale divisione si

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può verificare in ogni stato di vita qualora non si inserisca l’amore per i propri cari nell’amore di Dio; nel 1985, Ireos scriveva: «Paolo, pieno di gioia per il suo dono, afferma: “Vorrei che tutti fossero come me (celibe): ma ognuno ha da Dio il suo dono particolare, chi in un modo, chi in un altro”. Egli fa presente che altri hanno un dono diverso dal suo, cioè quello del matrimonio. Paolo tra l’altro ci insegna quanto sia più costruttivo aiutarci a sviluppare bene ciascuno il suo dono, piuttosto che privilegiare il proprio con superbia. Io celibe so quanto mi ama Dio, pur nella mia vergognosa debolezza, ma so anche quanto egli ami i miei fratelli sposati che con me condividono l’ascesi spirituale. Essendo in stretta comunione con loro, e condividendo lo stesso anelito di devozione filiale al Padre, è per me motivo di sofferenza quando sento che vengono tratteggiati come persone dal cuore “diviso”. Infatti i celibi consacrati si è soliti indicarli come persone con “cuore indiviso”; ne consegue perciò che gli sposi sono “divisi” tra Dio e le creature. Per grazia di Dio noi non siamo avvezzi a usare questo termine, che suona stonato alle nostre orecchie. Cuore “diviso” per noi significa non agire in sintonia con la volontà divina, anteporre i propri desideri ai progetti di Dio. Io non riesco a pensare che l’amore naturale dei coniugi possa diminuire il rapporto filiale con Dio…. Per sua volontà… egli dona l’amore sponsale per chiamare all’esistenza le sue creature. L’amore sponsale vissuto nella purezza sacramentale è una espressione dell’amore (Carità) di Dio. È un tralcio tipico dell’unica vite». Con il sacramento del matrimonio, che rimanda al “mistero grande” dell’unione fra Cristo Sposo e la Chiesa Sposa, i coniugi “vengono come consacrati” da Dio in coppia e costituiti re, profeti e sacerdoti della “Chiesa domestica” che è la famiglia da loro formata; oltre a ciò, riconoscendosi chiamati “ad amare Dio soprattutto e in tutto e ad amare in lui coniuge e figli”, essi possono lodevolmente e singolarmente donarsi a Dio abbracciando nel loro stato, anche con qualche vincolo sacro, i consigli evangelici. Con tale “consacrazione personale e spirituale” di sé a Dio, chi è sposato rafforza il suo impegno ad esprimere con delicatezza e nella carità sovrannaturale la sessualità coniugale, sapendone cogliere i modi e i momenti secondo il magistero della Chiesa, a sorgente e difesa di comunione spirituale; ad accogliere e crescere con amore i figli generati o accolti, quali figli di Dio prima che propri; e ad aprirsi secondo le proprie possibilità a chi è nel bisogno. [Riferimenti: Ef 5,29-32; 1Cor 7,15 | Chiesa domestica: Concilio Vaticano II, Lumen Gentium, 11d; Gaudium et Spes, 48d | Speciale donazione di sé a Dio degli sposati secondo i consigli evangelici: cf Giovanni Paolo II, Vita consecrata, 62]

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13. PREGHIERA ALLO SPIRITO SANTO NEI DIVERSI STATI DI VITA

[PER TUTTI :]

Spirito Santo, che con il Padre e il Figlio inondi d’amore tutto l’universo, fortifica con la tua divina luce il nostro impegno d’amore. Ciascuno ha da te il suo carisma, chi in un modo, chi in un altro, per poter amare Dio con tutto il cuore. La nostra vita sia feconda di tutte le virtù che hai seminato nel sentiero della nostra esistenza.

[PER I CHIAMATI AI CONSIGLI EVANGELICI IN OGNI STATO DI VITA:]

Ti lodiamo e ti ringraziamo perché ad uno ad uno ci chiami ad abbracciare con vincoli d’amore i consigli evangelici. Fa’ che il desiderio di essere poveri ci arricchisca della tua presenza, la castità faccia emergere nella nostra vita la purezza del tuo amore, e l’umile obbedienza esalti la tua gloria.

PER SCOPRIRE E REALIZZARE LA VOLONTÀ DI DIO

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[PER QUANTI HANNO ACCOLTO LA CHIAMATA AL CELIBATO PER IL REGNO:]

Riconoscendoci totalmente tuoi nel presentarci da soli a Dio solo, ti ringraziamo per averci avvinti col tuo Amore facendoci condividere con Cristo il dono di una vita consacrata esclusivamente al Padre. Tu ci hai sedotto e a noi è piaciuto lasciarci sedurre: soltanto tu puoi guidarci a scoprire perché il Padre, con amorevole e misteriosissima scelta, ci abbia voluti eunuchi. Ricolmi della tua presenza nella nostra vita, ti preghiamo di aiutarci ad essere soli senza solitudine: rendi il nostro celibato spiritualmente fecondo come il parto verginale di Maria per dar gloria a Dio nei cieli e portare pace sulla terra. [PER QUANTI HANNO ACCOLTO LA CHIAMATA AL MATRIMONIO :]

Riconoscendo la priorità della tua presenza nel nostro amore sponsale, ti preghiamo di aiutarci ad esser fedeli l’un l’altra, secondo l’esempio dell’Alleanza col popolo da te radunato, santificato e glorificato. Aiuta noi sposi ad amarci come Cristo ama la Chiesa sua sposa: fa’ che il nostro amore sia aperto al dono della vita e la nostra casa spalancata a chi cerca condivisione.

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[PER QUANTI HANNO ACCOLTO LA CHIAMATA ALLA SACRA VEDOVANZA:]

Riconoscendo la tua presenza nella nostra vita, ti preghiamo di ricolmare d’amore la nostra vedovanza. Fa’ che la nostra vita esprima la fedeltà esclusiva a Dio e mostri la mirabile unità tra vita terrena e vita celeste in cui “non c’è più moglie né marito, ma si è come angeli del cielo” e tutti fratelli e sorelle in Cristo. [PER QUANTI SONO IN CONDIZIONE APERTA E DI RICERCA:]

Riconoscendo la tua guida nel nostro cammino, ti preghiamo di guidare nell’amore la nostra esistenza, perché desideriamo fare innanzitutto la volontà del Padre. [PER TUTTI :]

Spirito Santo, fa’ di tutti noi ciò che tu vuoi, affinché la nostra esistenza offerta a Dio nelle diverse modalità di vita possa rendere evidente il suo amore per tutti gli uomini. Amen. La preghiera, compilata nel 1999 accostando e adattando la precedente preghiera per gli sposi e riflessioni tratte da “Per noi, Dio solo!” del 1997, può essere recitata per categorie vocazionali, in segno d’unità fra gli stati di vita nella ricerca della santità. Ognuno si può riconoscere totalmente di Dio accogliendo per amore suo la propria vocazione ad un particolare stato di vita. [Riferimenti: Per tutti: 1Cor 7,7; Mt 13,3 | Per i celibi: Ger 16,2 e 20,7; Mt 19,11-12; Lc 1,27 e Inno Akáthistos; Lc 2,14 | Per i vedovi: Ez 24,17; Mt 22,30 | Per chi è in ricerca: Lc 1,38]

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14. PREGHIERA ASSIDUA E CONCORDE [PER CRESCERE NELLA FEDE:]

Con tutto il cuore ti lodo e ti ringrazio, o Dio, per avermi chiamato a vivere con te nella Chiesa. Conoscendo la mia pochezza, mi affido alla tua benevolenza, per vivere secondo la tua Parola, con l’aiuto di Gesù e Maria e il sostegno dei fratelli e delle sorelle { del Cenacolo Evangelico }. [Oppure, PER CRESCERE NELLA VOCAZIONE:]

Con profonda riconoscenza ti lodo e ti ringrazio, o Dio, per avermi chiamato a vivere più intimamente con te. Conoscendo la mia pochezza, mi affido alla tua benevola misericordia, affinché io scopra e realizzi la tua volontà, con l’aiuto di Gesù e Maria e il sostegno dei fratelli e delle sorelle { della Comunità }. Le preghiere ricalcano quelle scritte tra il 1980 e il 1997 per aderenti al Cenacolo e aspiranti della Comunità nelle rispettive feste. La formula richiama la preghiera “assidua e concorde” dei discepoli che restavano con Gesù e poi con Maria nel cenacolo, per ricevere lo Spirito Santo: immagine della vita stessa della Chiesa. [Riferimenti: At 1,14; cf At 2,42; e Lc 24,49; cf 24,29]

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PER CONTEMPLARE E ACCOGLIERE IL DONO DI DIO E IL SUO PERDONO


“Quando pregate, dite: Dacci oggi il nostro pane sovrasostanziale; rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. [Mt 6,9.11-12, in una prima interpretazione]

* “Io sono il pane della vita… che discende dal cielo e dà la vita al mondo…: le mie parole… come spirito e vita… e la mia carne per la vita del mondo…; chi ne mangia se ne sazierà…, ha la vita eterna e nell’ultimo giorno lo risusciterò…; Come il Padre… ha la vita… e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me”. [Gv 6,33-64]

“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto…. Se voi… sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!». [Lc 11,9-13]

“Nel mio nome, chiedete e otterrete”. [Gv 16,24]

Chiedete e non ottenete perché chiedete male. [Gc 4,3]


15. PREGHIERA “SANTA MESSA” PER FARE DELL’EUCARISTIA IL CENTRO DELLA VITA Santa Messa, vita della nostra vita, sostegno reale del nostro quotidiano esodo, sii tu benedetta! Facci vivere dentro di te per chiedere perdono dei nostri peccati, per essere illuminati dalla Parola divina, per poter offrire i piccoli frutti della nostra vita, per essere rigenerati nella salvezza, per ricevere il Pane di vita eterna e la benedizione divina. O Eucaristia! Tu sei il Dio crocifisso e glorioso, la morte e la resurrezione. O Eucaristia! Al termine della liturgia esci con noi nelle strade del mondo, perché tutti i giorni della nostra vita siano la nostra Messa. La preghiera, tratta da “Sempre e tutto per amore” del 1988, si presta al ringraziamento dopo la Messa e alla contemplazione. Eucaristia è sia il memoriale della morte e resurrezione di Cristo sia la presenza di lui “Signore e Dio” crocifisso e glorioso: l’intero Mistero eterno rivelato nel tempo, “culmine e fonte” della vita ecclesiale e delle diverse pratiche di pietà (meditazione, orazione, adorazione, esame), dalla cui unità si sviluppa la contemplazione di Dio presente nella Parola, nell’Eucaristia e “in ogni luogo”. [Riferimenti: Esodo e manna: Gv 6,32-33; 1Cor 10,1-4.16-17 | Memoriale, presenza, culmine: Concilio Vaticano II, Sacrosanctum Concilium, 10 e 47; cf 1Cor 11,24-28 | Signore e Dio crocifisso e glorioso: Lc 24,13-35; Gv 20,28]

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16. CONTEMPLAZIONE DI GESÙ NELLA PAROLA Signore Gesù, il tuo dono di salvezza attende la nostra risposta: perciò, dopo averci salvato, con la tua Parola insegnaci e aiutaci a salvarci. Tutta la Scrittura, che normalmente chiamiamo “Vangelo”, è il patto d’amore fra te e le creature: tu sei Dio e noi, per quanto poco valiamo, siamo da te divinizzati senza sminuire la nostra libera adesione umana. Per corrispondere alla volontà del Padre e realizzare il compito che ci spetta, fa’ che ci accostiamo al tuo Vangelo non come a un libro, ma come alla tua persona viva e vera da ascoltare e abbracciare: aiutaci a farlo diventare vita della nostra vita e a trasformarci con il tuo Spirito in tua mistica presenza. L’unione con te ci permetta di capire e seguire la tua strada fino alla morte e alla resurrezione, così che il Vangelo diventi la storia della nostra vita e tutto ciò che, tranne i miracoli, di te vi è scritto si dica anche del cristiano.

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Con la tua vita fra noi ci insegni quanto Dio ci ama e va amato; ci fai conoscere lui, ma anche noi stessi: fa’ che da te apprendiamo chi siamo, in quale situazione ci troviamo e come vuoi che miglioriamo. Per questo ti preghiamo: resta pazientemente con noi, fino alla fine dei secoli. Amen. La preghiera, ricavata estrapolando e adattando alcune frasi di “Sempre e tutto per amore” del 1988, è adatta a introdurre la lettura orante della Scrittura, secondo la tradizione richiamata dal Concilio Vaticano II nella Dei Verbum. Secondo le parole di Ireos, la Scrittura è un mistero “chiaroscuro” e “noi siamo ancora alla prima pagina della comprensione della Bibbia”; perché una coltre non ne copra il senso, dobbiamo tornare al “Vangelo nudo”, perché “il Vangelo è la storia della nostra vita: tutto ciò che di Cristo si dice nel Vangelo, tranne i miracoli, deve potersi dire anche del cristiano”. Questa verità “viva ed efficace” della Parola di Dio è possibile grazie alla unione fra il Santo (Cristo) e il Santificato (il Cristiano) e alla permanenza di Gesù nella sua Chiesa fino alla fine dei secoli. La Bibbia, “lettera d’amore di Dio all’uomo”, è il segno di tale presenza. Per la seconda lettera di Pietro (il quale per Ireos è il tipo del mistico), “nessuna Scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché mossi da Spirito Santo parlarono quegli uomini da parte di Dio”. Perciò, la lettura ecclesiale della Bibbia deve cogliere, attraverso il messaggio dei singoli autori ai rispettivi destinatari, “cosa lo Spirito dice alla Chiesa”. Alla Scrittura perciò “si fa bene a volgere l’attenzione” nella meditazione, “come a lampada che brilla in un luogo oscuro finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei cuori” tramite la contemplazione mistica, il cui prototipo è la Trasfigurazione: lì il Cristo è manifestato dal Padre e nello Spirito, in accordo con le Scritture, ma al punto che “abbiamo conferma migliore della parola dei profeti”. [Riferimenti: Unione tra santo e santificato: Eb 2,11 | Efficacia della Parola: cf Eb 4,12 | Permanenza di Gesù: Mt 28,20 | Vangelo nudo, “senza glossa”: Francesco d’Assisi, Testamento | Bibbia come Lettera di Dio: Gregorio Magno, Lettera a Teodoro | Scrittura, Parola e contemplazione: 2Pt 1,16-21 | Spirito che parla alla Chiesa: Ap 2,7 | Figura di Pietro: cf Esercizi tenuti da Ireos a Bassano Romano nel 1991]

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17. CONTEMPLAZIONE DI GESÙ NELL’EUCARISTIA 1. CONTEMPLAZIONE “CHI SEI?” Anche in questo momento chiedo a te, Ostia immacolata: cosa sei? Chi sei? Ho sentito pronunciare su di te tante parole belle e anch’io più volte ti ho parlato, ma ancora non so chi sei. Mi aspetti nel tabernacolo, mentre sperimento che sei già con me. All’improvviso mi afferri, mi avvinci, mi seduci, e nell’abbraccio con il tuo Spirito mi domando: chi sei? Mi sveli il tuo mistero, ma sebbene mi si schiuda davanti, i miei occhi non riescono a contenerne la visione. Io ho colto il grano e pigiato l’uva per preparare il pane e il vino che tu hai tramutato in tuo corpo e sangue. Tu sei il Cristo crocifisso e risorto, il Figlio unito al Padre e allo Spirito Santo. Sei il Maestro che continua a educarmi, il Fratello che condivide la mia storia, ma chi sei? Nel dolore e nella gioia mi stupisci, mi possiedi al punto che non riesco a stare senza te; sei il mio creatore, salvatore e santificatore, eppure ancora con cuore di bambino mi domando: chi sei?

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Anche quando non ti cerco, mi sento da te cercato, e non riesco a nascondermi perché tu mi scruti nell’intimo. Non disprezzi la mia debolezza, ma cancelli i miei peccati e mi sorridi come se non vedessi le mie miserie. La mia esistenza naturale avvolta per dono nel sovrannaturale, conosce la tua infinita misericordia, ma non ancora la maggior parte della gloria. Cosa sei? Chi sei? Ostia immacolata, amato mistero rivelatomi nel silenzio e nella pace dell’Apocalisse, desidero abbandonarmi a te e pur adorandoti con grande amore, aspiro a saziarmi nel conoscere chi sei… La contemplazione della presenza eucaristica, scritta a Montefiolo di Casperia il 27 dicembre 1991, ruota intorno alla domanda cruciale, che fu di Giacobbe nella sua lotta notturna, di Mosè al roveto, della folla e dei discepoli a Cesarea, di Saulo sulla via di Damasco: “Chi sei?”, qui ripetuta sette volte. Alla Samaritana Gesù rispose: “Se tu conoscessi il Dono di Dio e chi è che ti domanda…, tu stessa lo pregheresti… per saziartene!”. Senza sminuire il primato della celebrazione eucaristica, per interiorizzarne il senso escatologico è fondamentale l’adorazione eucaristica, in cui pregustare la liturgia celeste dell’Apocalisse e “fermarsi a contemplare che il Signore è Dio”. La contemplazione del Sacramento dell’Eucaristia ci fa scoprire Cristo stesso come primo e onnicomprensivo Sacramento di quel Dio che ci conosce nell’intimo ma che “nessuno ha mai visto” e Cristo nello Spirito “ci ha rivelato”. Conoscerlo non è riducibile a un sapere razionale, ma è un inesauribile rapporto personale. Il testo può essere usato anche come lettura spirituale per entrare nel silenzio dell’adorazione eucaristica comunitaria. [Riferimenti: Gen 32,30; Es 3,13-14; Mc 8, 29; Gv 8,25; At 9,5; 22,8; 26,15; cf anche Sal 8 e 138; At 19; Gv 1 e 4,10 | “Fermarsi a contemplare”: cf Sal 45,11]

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2. ADORAZIONE “TI AMO” Sei esposto alla nostra adorazione sotto forma di particola di pane perché tu sei il Dio fattosi uomo, santissimo Sacramento. Da sempre sei Dio e in un tempo da te scelto fin dall’eternità hai voluto essere anche uomo: così sei mio Dio e mio Fratello. Un Dio vero uomo! Un uomo vero Dio! E per dono vuoi far partecipare me, semplice uomo, al tuo mistero! Eucaristia, ai miei occhi appari piccolissima, eppure ti conosco infinita; con le mie mani e il mio peccato potrei frantumarti, ma mai distruggerti o menomarti: tu, anzi, sei il mio Signore, la mia insostituibile salvezza. Tu sei quello che io mai potrò essere; ma io sono quello che tu vuoi sempre con te, perché io beva da te l’acqua viva della gloria senza fine. Ti guardo, mi guardi. Io sono in te e tu in me. Il tuo chiaro silenzio fa sapiente la mia parola. Il mio cuore raccoglie il tuo amore. Lo Spirito di gloria mi avvolge nella divina Trinità. Tu sei il mio Dio, io sono il tuo povero. 52

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“Prendete e mangiate, questo è il mio corpo. Prendete e bevete, questo è il mio sangue dell’eterna alleanza, dell’unione tra Cielo e terra, della gloria senza fine”.

Eccomi! Sia fatto a me secondo la tua parola, perché io resti con te in eterno. Onore, gloria, osanna, alleluia, per tutti i secoli dei secoli. Amen. Agnello immolato, tu sei degno di ogni potenza, ricchezza, forza, splendore, onore, adorazione, lode, gloria e benedizione da parte di tutta l’umanità. Onore, gloria, osanna, alleluia, per tutti i secoli dei secoli, perché io resti sempre con te, amato “Al di là”, sempre inafferrabile “Oltre”. Ti amo. Ti amo. Ti amo. La preghiera, scritta all’Eremo San Salvatore di Erba il 5 luglio 1993, è ricca di reminiscenze bibliche, soprattutto dell’Apocalisse, e di riferimenti alla tradizione mistica, in particolare teresiana. La conclusione, da una preghiera agli Esercizi il 7 dicembre 2003, richiama la triplice dichiarazione di amore fatta a Gesù da Pietro. È un atto di adorazione a Cristo presente nell’eucaristia, che può essere usato anche in una celebrazione comunitaria. La finale dichiarazione di amore può essere liberamente prolungata. [Riferimenti: cf Mc 14,22-23; Lc 1,38; Gv 20,28; Eb 13,20; Ap 4 e 19 | Gv 21,15-17; cf Sal 17,2]

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18. INTRATTENIMENTI CON IL SIGNORE 1. “FLASH” CONTEMPLATIVI Io Sono Dio. Io sono il tuo Dio, il Dio di tutti: sono il Creatore. Sono invisibile e in qualche modo visibile attraverso le realtà spirituali o materiali da me create. L’uomo mi può recepire nella fede, ma quando e come voglio mi può vedere con i suoi occhi. Non può l’uomo farmi essere ciò che non voglio e non sono, perché “Io sono”, e sono quel che voglio. Mi adombro nelle mie opere, mi faccio trovare da chi mi cerca con cuore puro. Mi sono incarnato e fatto uomo in un momento preciso della storia: in Gesù Cristo sono Dio e Uomo. Sono presente nell’Eucaristia: pur essendo purissimo spirito mi personalizzo anche nella materia del pane e del vino. Sono tutto e ovunque con la mia Gloria, anche quando mi vedi briciola di pane o goccia di vino: tutte le singole eucaristie sono un’unica mia indivisibile realtà. Sono nell’uomo in modo insensibile ma quando voglio mi rendo sensibile e mi lascio recepire. So essere e stare nel tuo “vuoto” interiore, oppure avvolgerti in una invisibile e spirituale placenta. Ovunque, sono sempre in pienezza del mio “Io”, con le mie prerogative, i miei attributi, il mio Amore. Sono nell’uomo come amore e redenzione, sono in tutti come Spirito e nello stesso tempo non sono in nessuno, perché il Creatore non è il creato. Sono limpido e trasparente Mistero: Io Sono Dio.

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* Io sono la Vita. Soltanto Io sono la Vita, l’autore della vita, di ogni vita, qualsiasi vita: “minerale”, vegetale, animale, umana, “spirituale”. Sono la Vita che abbraccia anche la materia, ma ciò avviene senza confusione o menomazione. Il Cosmo esiste perché io, Vita senza tempo e senza fine, emano da me, per libera scelta, il dono mirabile della vita, con forme, senza forme, e in diversi modi. Qualunque ne sia la conformazione, per ogni vivente ho elaborato un particolare progetto. Non il caso ti ha fatto esistere, ma la mia Volontà. Ho stabilito che la vita prosegua mediante la collaborazione, il contributo della stessa natura: io però, soltanto io, nel mistero dell’invisibile mia potenza, inserisco il dono della vita; la concedo anche quando l’uomo la violenta: ma in quel caso sappia che dovrà rendermene conto. Sebbene non vi abbia generati, vi ho creati con amore di Padre. Io do a te la vita e sono per amore nella tua vita. Ti ho concesso la vita con un tempo da usare con generoso equilibrio: un modo per vivere e realizzarti evangelicamente. Questi “flash contemplativi”, raccolti all’Eremo San Salvatore il 26 dicembre 1980, sono stati pubblicati su “Esperienze di vita” con una introduzione che distingue tre tipi di contemplazione, definendoli come segue. La contemplazione “poetica ed emotiva” è facile, ma superficiale e poco efficace. La contemplazione “meditativa” è invece più impegnativa ed efficace: «è capace di far uscire la Parola del Sacro Libro con una evidenza così satura da renderla Persona viva e presente da cui apprendere concretamente le realtà del suo insegnamento e con cui dialogare a tu per tu in una crescita di fede, di fiducia e di carità».

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La contemplazione “mistica” è «soltanto dono, che Dio concede a chi vuole, ma sempre perché venga messa a servizio di tutti». «Colui che ne è beneficato, essendo un normale debole peccatore come tutti, sa che non è frutto della sua virtù…; prova un profondo e umile desiderio di essere illuminato… da quella parola totalizzante che gli fa dire: “Non mi parli… alcuno dei profeti; ma tu piuttosto parlami… perché hai parole di vita eterna”». «Questa mistica contemplazione, che può anche durare soltanto un attimo come il tempo necessario per lo scatto di un flash, è così piena e satura che non si riescono a spiegarne i contenuti neppure parlandone molto lungamente. Anche con il passar del tempo trattiene i suoi contenuti e riesce ad illuminare evangelicamente ogni nuova esperienza. Questi doni non sono legati unicamente ai momenti della preghiera, anche se questi sono i più propizi, ma possono essere concessi ovunque…; non soltanto a persone che abbiano la vocazione specifica della vita contemplativa, ma in qualunque vocazione…. Nella contemplazione-dono, i tempi dei verbi… non hanno un loro preciso contesto, perché vi è un solo presente che comprende il passato e il futuro. Neppure i pronomi personali… sono sempre precisi, ben definiti, perché essi fanno comunione come se fossero un’unica entità». In ogni contemplazione, «il metodo migliore… per incontrare… Dio si trova nel silenzio e nell’annientamento interiore della propria persona. Dio si esprime in molti modi, ma… sovente le sue espressioni sono… come un venticello… appena recepibile…. Dio deve trovare… un uomo vuoto per poterlo far diventare pieno…. Contemplare non significa perdere tempo, ma vivere il tempo in pienezza…: non solo non si perde il tempo creato che passa, ma si acquista quello “fermo” che non sfugge: mentre si resta immobili… si acquista la capacità di muoversi agilmente nelle realtà del mondo». I due “flash” contemplativi sopra riportati, pur «con tutta la differenza… tra la meravigliosa letizia nel coglierli e la difficoltà nel descriverli», sono quindi proposti per la contemplazione meditativa di ciascuno; possono anche accompagnare e alimentare la preghiera personale e comunitaria di adorazione. [Riferimenti: “Io sono Dio”: Gen 17,1; Es 3,14; Sal 45,11; 80,11; Is 45,18; Mc 12,26; Gv 8,58 | Opere del creato: Rm 1,20 | Credere e vedere: Eb 11,1; Rm 8,24; Gv 20,8; Gb 19,27; Sir 3,20 | Cercare e trovare Dio: At 17,27 e Rm 10,20; cf Is 65,1 | Incarnazione ed eucaristia: Gv 1,14 e Gal 4,4; Mc 14,22 | Svuotamento interiore: cf 2Cor 12,2-4 | Placenta, parto spirituale e cieli nuovi: Rm 8,22; Ap 12,2; Is 65,17; 2Pt 3,13; Ap 21,1 | Spirito su ogni creatura: Sal 103,30 e Gl 3,1; cf At 2,17 | “Io sono la vita”: Gv 11,25 e 14,6 | Dio autore e amante della vita: Sap 11,24-26; 2Mc 7,28; Gen 2,7; Rm 4,17; At 3,14 | Dio che parla interiormente in silenzio: Imitazione di Cristo, 3.2.1; Gv 6, 68; 1Re 19,11-13 | Meditazione e contemplazione: cf 2Pt 1,16-21]

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2. “CAPRICCI” DAVANTI AL SIGNORE Se fossi un poeta vorrei scriverti la più bella poesia, se fossi musicista vorrei dedicarti la composizione migliore, se fossi tenore vorrei cantarti la più appassionata romanza, se fossi uno sportivo vorrei dedicarti la coppa più ambita, se fossi profeta vorrei annunciarti in modo stupendo, se fossi eremita vorrei restare in continua ammirazione. Invece sono una povera comune creatura che non è in grado di esprimere la tua bontà. Vorrei tanto parlare di te, ma non ne sono capace: perciò prendi tu il mio cuore e permettigli di raccontare la nostra vita. Non è importante che tu dica chi sono io, ma è bello che tu faccia sapere cosa hai fatto tu per me: tu mi hai creato buono e io mi sono fatto peccatore; io mi sono perso e tu mi hai cercato; io ti ho deriso e tu per me hai pianto; mi sono rotolato nelle immondizie del mondo e tu mi hai lavato; ero sudato e tu mi hai rinfrescato; mi mancava il respiro e il tuo soffio lieve mi ha ridato ebbrezza; mi ricordo quando ero disperato e mi desti coraggio, quando volevo morire e mi donasti la gioia di vivere. Perché ti interessi tanto a me, mentre io continuo a tradirti? Io vorrei godere, esaltarmi, trionfare e tu con il tuo amore non me lo permetti. Perché? Non parli, non rispondi, ti nascondi? Perché stai qui, allora? So che tu sei in ogni luogo e non puoi non esserci: se mi corico, tu ci sei; se mi alzo, mi stai già attendendo; se cerco di scacciarti, ti trovo al centro del mio cuore; se scappo, mi rincorri; se ti rifiuto, non mi abbandoni. Signore, sono già pieno di te ma non ti contengo: come potrò aumentare la mia capacità per accoglierti meglio? So benissimo che tu mi ami, che mi avvolgi e mi ricolmi di te: mi hai così riempito che nulla rimpiango di quanto mi hai tolto. La vita con te è già qui meravigliosa: è contemplarti ed essere da te assimilato, a te conformato; è vivere d’amore, nel tuo amplesso, giorno e notte, minuto per minuto, nel tempo e fuori tempo, è pregarti con l’Osanna,l’Alleluia,il Gloria,il Benedetto,il Grazie, con il silenzio, la mancanza di respiro, il vuoto interiore. PER CONTEMPLARE E ACCOGLIERE IL DONO DI DIO

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Tutto questo fai tu nell’Eucarestia, nella tua piena libertà: mi riempi la bocca con il tuo pane di vita eterna affinché tenga segreta la passione spirituale del nostro amore; ti fai togliere dal tabernacolo perché io possa vedere te, Dio, nella tua manifestazione; perché, pur non vedendola, conosca la tua gloria. Tu permetti che la fede sia in me così satura da non sentirne più il bisogno: credo perché nella fede vedo; ascolto perché nel silenzio ti recepisco; riconosco la tua presenza perché nel cuore susciti un calore che mi imprime il tuo sigillo a conferma che sono tua proprietà. Lascia ora che il mio capo riposi sul tuo petto, perché non mi appaga più ciò che hai creato e fatto per me: desidero soltanto restare sempre in te, vivere di te. Ripetimi all’infinito la tua Parola affinché io pure possa ripeterla all’unisono. Amore mi sussurra il tuo Spirito e amore risponde il mio cuore. Ma il mio cuore è piccolo, non potrà mai contenerti: e allora tu, che tutto puoi, fatti piccolo e riempimi di te perché anch’io sia sempre con te sul Calvario e sul Tabor! Desidero rimanere in te e amarti e amare il mio prossimo come tu lo ami. A me basta restare sempre con te che sei Quello che sei. Scritta in occasione del Congresso Eucaristico italiano del 1983 come “I capricci di un uomo davanti all’eucaristia”, questa contemplazione ricca di echi biblici e spirituali dispone alla confessione di lode, ma anche all’impegno secolare in onore di Dio. Il “capriccio” è come un’improvvisazione dettata da amore ed estro: perciò tale preghiera esprime la spontaneità di chi, “tornato come bambino”, “benedice colui che viene nel nome del Signore”; “capriccio” ed “estasi” sono quasi due modi e gradi della contemplazione, che, impregnando di fede tutte le dimensioni della vita, cerca di “ricapitolarle in Cristo”, producendo “cultura cristiana”. [Riferimenti o paralleli: Benedizione a Dio con cuore di bambino: Lc 19,37-40; Sal 8,3; cf Lc 18,16 | Ricapitolazione in Cristo: Ef 1,10 | Confessione a Dio, incontenibile, ma assimilante: cf Agostino, Confessioni, 1.1-5; 7.10; 10 | Sovrabbondanza del dono rispetto all’offerta: Mc 10,28-30 | Onnipresenza di Dio e sua cura per l’uomo: Sal 138 e 8 | Bocca dell’uomo riempita da Dio: Sal 80 | Segreto mistico: cf Tb 12,7 | “Se manchiamo di fede, rimane fedele”: 2Tm 2,12-13 | Cuore ardente, sigillo, caparra spirituale, vuoto: Lc 24,32; Ct 8,6; 2Cor 1,22; Qo 1,2; 2Cor 12,2 | Reclinare il capo: Gv 13,25 | Restare con Gesù sul Calvario e Tabor: Imitazione di Cristo, 2.11 e 4; Mt 26,38 | Amare come Gesù: Gv 13,34 | Colui che è: Es 3,14; Gv 4,26; Ap 1,8]

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3. SOSTA AMICHEVOLE CON IL SIGNORE Signore, nostro Signore, mio Signore, “resta con noi perché si fa sera”. Senza di te scende la notte e le tenebre mi avvolgono. Tu solo sei Luce, la vera indispensabile Luce. Illuminami! Ho bisogno della tua guida, della tua verità, della tua via, della tua vita. Guidami nella fede, dammi più fede, per poter meglio comprendere la verità da te rivelata. La fede che ho non mi basta; dammene ancora, perché io possa accoglierti meglio. Ho bisogno di te e sento che non ti possiedo abbastanza. Quanto più ti dài a me, tanto più sento il bisogno di possederti, o, meglio, di farmi da te possedere: voglio essere sempre più tuo. Io spero in te; anzi, mi fido di te, sono sicuro in te. In te trovo ogni certezza, ogni sicurezza, perché tu mi offri con abbondanza la tua Carità: abbi misericordia e donamela a piene mani, perché anch’io diventi carità e possa trasmetterla, donarla al mio prossimo. Vorrei che il mio nome fosse “Fede - Fiducia - Carità”. Questo mio nuovo nome mi dia la forza di chiederti che la strada che tu hai percorso sia da me seguita. Tremo nel chiederti questa grazia, perché conosco la tua strada e so dove conduce. Perciò non confido nelle mie forze, ma mi abbandono a te: ho paura di me, ma mi fido di te. Signore, aiutami nel percorrere questa strada di salvezza. Tieni la mia mano nella tua: tienimi stretto mentre metto i miei piedi sulle tue orme. In questo cammino, tutto ciò che ami sia da me amato. So che, escluso il peccato, tu ami tutto e tutti: quindi non permettere che io faccia preferenze, ma concedi che io ami tutto e tutti in assoluto, con tutte le mie forze, anzi, per grazia tua, se possibile oltre le mie forze: con le tue forze. Il mio amore diventi il tuo amore. PER CONTEMPLARE E ACCOGLIERE IL DONO DI DIO

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Tu, Luce, illumina le mie tenebre. Sono creatura e per natura attendo d’esser illuminato da te. Tu sei luce per essenza divina, e da te attendo la verità. Rischiarami affinché acquisti la tua luce, e con essa non soltanto io veda e comprenda le realtà da te create, ma accolga ciò che tu vorrai farmi conoscere di te. La tua luce è per me gioia, serenità e pace, sostegno della mia vita e fonte della mia santificazione. Mi abbandono alla tua forza, che sorregge la mia debolezza. Sono molto debole spiritualmente, ma non me ne vergogno: non mi angustio della mia debolezza, perché l’affido a te, mia fortezza. Io mi fido della tua forza e so che sempre mi sorreggerà, mi saprà allontanare dal male: la tua forza piena di misericordia e di comprensione mi solleverà dalle mie cadute: fa’ che mi distolga dal mio peccato. I miei occhi siano i tuoi occhi: occhi puri, sereni, che guardano la bellezza creata senza cedere alla tentazione della concupiscenza; occhi attenti ad accogliere i bisogni del prossimo; occhi spirituali che nella fede vedano le realtà invisibili; occhi che vedano ovunque la presenza divina e te presente nell’Eucarestia. Le mie mani siano le tue mani: mani linde e generose, pronte ad aiutare tutti; mani che senza sosta lavorano per il bene comune; mani spalancate che tutto offrono; mani che stringono altre mani; mani congiunte in preghiera. Le mie spalle siano le tue: spalle forti che non temono il peso della vita, la fatica delle varie difficoltà; spalle che si fanno carico dei pesi dei più deboli; spalle pronte per essere usate per ogni servizio di carità.

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Il mio cuore sia il tuo cuore. Il mio piccolo cuore sia irrorato dal tuo immenso amore, così che possa vivere nel tuo cuore. Che io abbia un cuore comprensivo, benevolo, caritatevole, umile: un cuore generoso che sappia consumarsi per il prossimo; un cuore che riesca a esprimere la tua presenza e sappia attrarre a te ogni creatura. Soprattutto, fa’ che il mio cuore ti offra sempre lode e gloria. Signore, quanto ti ho detto fa’ che sia sempre vivo in me. La sincerità con cui ti ho parlato sorregga la volontà di esserti fratello fedele. Tu sai che sono debole e perciò prima di finire questa visita e salutarti col segno della croce mi consegno per sempre a te: Signore, prendimi come sono e fammi come tu mi vuoi. Sulla scia della “Preghiera del Cammino” [n. 25] questa contemplazione è stata messa per iscritto al Carmelo di Sant’Elia a Sanremo il 24 gennaio 1985 e pubblicata in “Esperienze di Vita” con questa introduzione: «Il Signore è sempre con noi, ma sovente non troviamo il tempo per accorgercene. Gli impegni sono molti, le preoccupazioni recano il loro peso. Il tempo corre veloce, diviso tra la famiglia, il lavoro, gli impegni sociali, l’apostolato, il sonno… A causa della convulsa attività qualche volta la preghiera viene messa in secondo ordine. Oggi però il Signore… nel silenzio più assoluto… mi riempie di sensazioni totalizzanti: basta un attimo e mi riempie del suo sapere. Potrei stare per molto tempo a gustare la sua Parola, invece questa volta sento che lui è in attesa che io parli. Lui sa tutto di me, ma ugualmente mi invita a parlare, perché siamo amici, anzi siamo fratelli in Dio, suo Padre e nostro Padre. So che io accanto a lui sono insignificante, ma lui mi toglie da questo imbarazzo e per sua grazia mi mette a mio agio. Non vorrei parlare, perché sto bene in questo silenzio pieno d’amore. Il mio interno è come riscaldato dai raggi del sole e istintivamente vorrei ripetere la parole che disse Pietro durante la trasfigurazione, avvenuta sopra un alto monte: “Rabbi, è bello per noi restare qui”. Questa volta però la trasfigurazione è soltanto dentro di me, e la colgo con quella pace che rende presente e a volte sensibile la vita unitiva». La preghiera, sviluppata alla luce del Tabor e di Emmaus, è adatta ad accompagnare la visita a Gesù, in particolare quella eucaristica. [Riferimenti: Lc 9,33 e 24,29; Gv 20,17; cf la “Preghiera del cammino” (n. 25)]

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19. PREGHIERE DEL PERDONO 1. PREGHIERA DEL BELLO SGUARDO PER RIVEDERE LA PROPRIA VITA ALLA LUCE DI DIO Signore, guarda e proteggi me e tutti noi; guarda i miei limiti e aiutami a superarli; guarda le mie infedeltà e perdonami; guarda il tuo amore e abbi misericordia; guarda la mia confusione e diradala; guarda la mia debole fede e rinforzala. Fammi guardare dentro il mio cuore e riconoscere lealmente chi sono. Purifica il mio sguardo e aiutami a superare antipatie e giudizi. Illumina il mio sguardo perché mi accorga di come vivo la mia vocazione. Il nostro reciproco sguardo mi apra a ogni persona e mi trattenga dal ritenermi migliore degli altri. Il mio sguardo sia il tuo sguardo, per te, con te, in te. Sia gloria al Padre onnipotente, al Figlio Gesù Cristo Signore, allo Spirito Santo Amore, nei secoli dei secoli. Amen. Improvvisata durante un’adorazione eucaristica nel settembre del 2000 e poi trascritta e adattata, è un aiuto ad “esaminarci da noi stessi” ed essere perdonati. La preghiera è rivolta a Dio “che scruta i cuori”, perché “guardandoci nel volto del suo consacrato” che è Cristo ci faccia “vedere la luce alla sua luce” e purificando il nostro occhio da ogni “trave” e “pagliuzza” di peccato, illumini tutta la nostra vita. [Riferimenti: Sal 35,10; 83,10; 138,23-24; 1Cor 11,31; Lc 6,41-42; 11,34; Rm 8,27]

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2. PREGHIERA DELLO SGABELLO PER CHIEDERE PERDONO A DIO DEI PROPRI PECCATI Signore, eccomi come sgabello dei tuoi piedi. Sia fatta su di me la tua volontà. Venga il tuo Regno. Usa misericordia. Io credo in te. Aumenta la mia fede. Babbo, Fratello, Amico: mi avete consegnato il mondo, e io come l’ho usato? Abbà, tu sai tutto: conosci tutto, non desidero nasconderti nulla. Leggi nel mio cuore: tu sai quante volte io ho peccato. Sono debole, ma ho fiducia in te. Tu non sei la mia speranza: sei la mia certezza. Però permettimi che, per tua grazia, non abbia ad offenderti. Parliamo d’amore, Signore. Metti i tuoi piedi sopra il mio corpo: o meglio, sopra il corpo che tu hai creato e che appartiene a te. Signore, perché nascondi agli altri i miei peccati? Sì, ho capito: perché mi ami. Mentre io ti trascuro, tu copri le mie nudità. Perdonami per tutte le volte che ritengo mio quello che ho, e dimentico che tu me lo hai dato. PER CONTEMPLARE E ACCOGLIERE IL DONO DI DIO

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Aiutami, o Dio, ad amare i miei fratelli e le mie sorelle. Aiutami ad amare te nella tua Parola e nel tuo Spirito. Mentre sono prostrato a terra, tu riveli la tua umiltà nel tabernacolo. Ho tutto da imparare da te. Ti chiedo perdono per tutti i miei peccati passati. Dove li hai messi? Dentro il costato. Ti chiedo dunque perdono per tutti i miei peccati passati e per quelli di oggi. { Signore, pietà. Signore, pietà. Cristo, pietà. Cristo pietà Signore, pietà. Signore pietà }.

Papà, Fratello, Amico: so che mi amate! Aiutatemi ad amare voi e il prossimo con la tenerezza di un bambino e la profondità del vostro amore.

Si tratta di una traccia di esame di coscienza improvvisata a Galloro durante gli Esercizi del 1994 e poi trascritta e adattata, con la formula liturgica. La chiusa è tratta da “Eccomi” del 1981. Con il suo perdono datoci una volta per tutte in Cristo e con il nostro continuo pentimento, il Signore mette “noi che eravamo suoi nemici” “a sgabello dei suoi piedi”, cioè trasformando noi in suoi congiunti e il nostro tradimento in amore, che scaccia il timore. [Riferimenti: Sgabello di Dio: Sal 109,1; cf Mc 12,36 | Perdono di Dio in Cristo: Rm 5,8 | Pentimento iniziale e perfetto: Lc 15,18 e Mt 26,75 | Costato di Cristo: Gv 19,34-35 e 1Gv 5,6-8 | Confidenza in Dio, padre, fratello e amico: Rm 8,15; 1Gv 2,1; 3,20; 4,17-18 | Riconoscenza per i doni: 1Cor 4,7 | Amare Dio in spirito e verità e il prossimo: Gv 4,24 e Mc 12,29-31 | Atteggiamento del bambino: Sal 130; Mt 18,2-3]

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PER CONTEMPLARE E ACCOGLIERE IL DONO DI DIO


PER PREGARE SENZA INTERRUZIONE NELLA PREGHIERA DIFFUSA


“Quando pregate, dite: Perdonaci i peccati, perché anche noi perdoniamo, e non ci indurre in tentazione”. [Lc 11,4; Mt 6,9.13]

* “Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione, perché l’uomo spirituale è forte, ma quello carnale è debole”. [Cf Mt 26,38-41]

Pregate senza interruzione. [1Ts 5,17; Ef 6,18; cf Lc 18,1]

“Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi maltrattano; così sarete figli del Padre vostro che è nei cieli” [Lc 6,28]

“Satana ha cercato di vagliarvi, ma io ho pregato… perché non venga meno la fede”. [Cf Lc 22,32]


20. PREGHIERE PER CREDERE, PREGARE E FARSI SANTI 1. PREGHIERA PER POTER CREDERE Signore, dammi la fede. Signore, aumenta la mia fede. Signore, fammi vivere di fede. 2. PREGHIERA PER POTER PREGARE Signore, insegnami a pregare. Signore, aiutami a pregare. Signore, fammi pregare. 3. PREGHIERA PER POTER FARSI SANTI O Signore, soltanto per la tua gloria e la santità della Chiesa, aiutami a farmi santo, presto santo, grande santo secondo quanto hai stabilito per me. Amen. 4. PREGHIERA PER POTER ESSERE AIUTATI Madonna Annunciata, ti ringrazio per il bene che mi hai fatto e confido che continuerai a farmene per tutta la vita. Mia Signora, preparami perché io venga in Paradiso.

PER PREGARE SENZA INTERRUZIONE

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Le invocazioni a Gesù per poter credere e pregare sono le prime preghiere, semplicissime e di chiara derivazione evangelica, composte da Ireos al tempo della conversione, nei primi mesi del 1950, e da lui ripetute per tutta la vita. Ad esse sono collegate la preghiera per farsi santo, che riecheggia una formula allora in uso, e le invocazioni a Maria, composte presso l’Ospedale dell’Annunciata a Milano la seconda l’11 febbraio, memoria delle apparizioni mariane a Lourdes, e la prima il 25 marzo 1950, Solennità dell’Annunciazione, all’inizio di un nuovo cammino. La fede è riscoperta in connessione con la preghiera come rapporto personale con Gesù; è lui infatti l’“autore e perfezionatore della fede” stessa, la quale si presenta come in tre gradi: l’“avere fede”, ossia la iniziale fiducia almeno minimale in Gesù; l’“aumentare la fede” tramite la progressiva adesione alla Parola e conoscenza dei misteri; e il “vivere di fede”, tramite la “fede che opera nella carità” impregnando la vita. E la fede, come la preghiera, è un dono da accogliere, che cresce in noi dal di dentro: tendere alla perfezione della santità non è quindi un egoistico sforzo di autoperfezionamento, ma il desiderio di dar gloria a Dio, ciascuno secondo la misura ricevuta: “Nella Chiesa ci saranno recipienti grandi e piccoli: l’importante è che siano tutti pieni”. Senza per nulla sminuire la centralità ed essenzialità di Cristo e il primato assoluto di Dio, Maria è riscoperta come colei che ci dà Gesù e ci dona a Gesù, esercitando una fondamentale funzione di aiuto: non solo universalmente, con il suo “Eccomi” all’Incarnazione, ma anche intercedendo e intervenendo per ciascuno di noi. L’Annunciazione del 1950 è particolarmente importante per Ireos e il Gruppo, perché da allora, come ha scritto nel 1995, “ha preso consistenza un messaggio, un linguaggio, con il quale è stato aiutato a capire e ad accogliere la vocazione”. Anche a partire dal 10 febbraio 1957, i primi che si riunirono in Gruppo per aiutarsi nella fede presero la consuetudine di recitare un’Ave Maria ogni giorno per tenersi in comunione anche nella vita quotidiana; per questo Ireos diceva che “il Gruppo è stato sostenuto da un’Ave Maria”. Come tutte le altre invocazioni, possono essere recitate con calma e in forma ripetuta, per suscitare e favorire l’atteggiamento di abbandono in Dio e di orazione e contemplazione; in particolare le invocazioni a Gesù possono servire a introdurre la meditazione. [Riferimenti: Invocazioni sulla fede: Mc 9,24; Lc 17,6; Rm 1,17 | Vivere di fede in Gesù: Eb 10,38 e 12,2; Gal 5,6 | Invocazioni sulla preghiera, Lc 11,1]

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PER PREGARE SENZA INTERRUZIONE


21. PREGHIERE PER CONVERTIRSI E PURIFICARSI Signore, sostieni il nostro cammino sulla via della santità. La croce abbracciata con amore ci inserisca nella gloria eterna. Dal desiderio di essere innalzati, salvaci, Signore. Dal timore di essere umiliati, salvaci, Signore. Perché ci mettiamo con te all’ultimo posto, ascoltaci, Signore. Preghiamo. Fa’, o Signore, che in questo tempo di conversione la nostra preghiera del cuore sia assidua, intensa e capace di favorire astinenze e digiuni, per rimediare al nostro peccato, aumentare la nostra unione con te, e mettere a disposizione dei più poveri il frutto delle nostre rinunce. Vergine addolorata, aiutaci a essere benevoli e generosi con tutti e a sperimentare quanto sia bello e santo unire alla preghiera le opere di una costante conversione. Amen. La preghiera, che invita a penitenza e può accompagnare la “via crucis”, riunisce due formule quaresimali scritte nel 2000 e 2002 e di tre invocazioni delle tradizionali litanie dell’umiltà [n. 119], fatte proprie da Ireos e da lui diffuse in Comunità nel 1993: «Una delle chiavi che portano alla “porta stretta” è quella espressa dalle litanie dell’umiltà, che non sono una preghiera da leggere, ma da vivere…. Questa è la strada; non è l’unica, ma è la strada: se riusciremo giorno per giorno a vivere in questa realtà, saremo capaci davanti a tutte le difficoltà di dire: grande letizia è la vita». [Riferimenti: Via e porta stretta, croce, rinnegarsi: Mt 7,14; 16,24 | Ultimo posto: Lc 14,10 | Preghiera, penitenza ed elemosina: Mt 6 | Perfetta letizia nelle prove: Gc 1,2 e Francesco d’Assisi, “La perfetta letizia”]

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22. PREGHIERE PER PAZIENTARE E PERDONARE Ti ringrazio, o Dio, di avermi messo nella condizione di tuo Figlio Gesù, per condividerne la sofferenza e capire meglio il Vangelo. Signore { Gesù }, aiutami ad “essere te”.

Donaci, o Padre, di sopportare le fatiche dell’esistenza con animo paziente e sereno: aiutaci a rispondere al tuo amore con il più grande amore. Preghiamo. O Padre, che ci ami tutti più di quanto pensiamo, facci capire che anche la sofferenza è per il nostro bene; aiutaci ad avere per tutti uno sguardo di benevola misericordia e, se qualcuno ci ha offeso, ad averne compassione, per essere tuoi figli e non perdere la tua paternità. Se uno ci dà uno schiaffo, aiutaci a porgere l’altra guancia; se uno è senza mantello, aiutaci a donargli metà del nostro; se uno ci chiede di fare un miglio, aiutaci a farne con lui due; se siamo serviti male e per ultimi, se ci viene assegnato il posto peggiore, se uno ci attraversa la strada mettendoci in difficoltà, fa’ che mettiamo in pratica la possibilità, anzi il dovere gioioso di imitare la misericordia e la pazienza di Cristo, che in croce ci perdona, ci scusa, ci ama. Amen. Le preghiere, tratte da “Accogliere con grande fede la verità”, del 1985; “Non temere” e “Le Beatitudini”, del 1993; e dagli Esercizi del 2003, aiutano a sostenere le prove e a perdonare le offese. Ireos nota che se dicendo “perdonaci come noi perdoniamo”, non perdoniamo, noi diciamo parole, ma “non stiamo pregando”. [Riferimenti: Completare la passione di Cristo: Col 1,24 | Perfetta letizia: Gc 1,2-4 e Francesco | Mt 5,39-41; Lc 3,11; 6,28; 14,10; 23,34 | Amare “di più”: cf Gv 21,15]

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23. PREGHIERA PER VIVERE IN CRISTO Signore, fa’ che la mia vita viva nella tua; fa’ che la mia persona sia preghiera. La preghiera risale alla fine degli anni Novanta e pur segnando un passaggio spirituale personale è stata presto condivisa in Gruppo. Le invocazioni esprimono la realtà della “persona preghiera”, inserita in Cristo e “offerta in culto spirituale a Dio”, “in cui viviamo, ci muoviamo e siamo”; su questo si fonda la mistica ordinaria, intesa come la “vita in Cristo” descritta da Nicola Cabasilas. Si prestano ad essere gustate a lungo e ripetute come giaculatorie, nel passaggio dalla “preghiera-pratica” alla “preghiera-vita”. Per Ireos tutto il cammino della vita spirituale si sviluppa innanzitutto “per Cristo”, ossia abbracciando la sua causa e avendo fede in lui; poi “con Cristo”, ossia restando alla sua presenza in preghiera diffusa e aumentando così la propria fede; e infine “in Cristo”, ossia vivendo “di fede”, ossia vivendo la propria vita in lui. Alla fine, non deve più apparire il nostro “io”, ma “Cristo”; così, ad esempio, saremo pienamente disponibili a lui per “essere” in qualche modo lui, amando tutti, compreso chi non ci ama, come li ama lui, ossia come veramente amabili. Ireos scriveva nel 1995: «Se sono in Cristo ho ceduto tutto, ho donato tutto, me stesso e la mia libertà, anche se sono sempre libero, perché Dio non toglie mai la libertà; vivo in lui e faccio sempre quello che lui vuole, che è poi il mio vero bene. Io vivo in lui e lui in me, ma lascio che sia lui a guidarmi, perché lui è il perfetto. In questa comunione, nella quale mi sono donato totalmente, non solo confido ma mi affido: avviene un mutamento e mi accorgo che “non son più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”. Quindi riscopro che io sono vivo, sono io, proprio io, ma un “io-Cristo”». [Riferimenti: Vita in Cristo: Gv 15,5; Rm 12,1; At 17,28 | “Per, con, in Cristo”: Rm 11,36; Gal 2,20; dossologia finale della preghiera eucaristica]

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24. PREGHIERE DELL’AGNELLO “Non temere!”. “Sono l’Agnello: fate di me ciò che volete, ma salvatevi!”. Tu sei l’Agnello: fa’ di noi ciò che vuoi e salvaci! Dio è Dio! Alleluia, Alleluia! Dio è Dio! Osanna, Osanna! Alleluia! Osanna! Gloria! Benedetto! Deo gratias! Amen! Eccomi! Misericordia! Perdono! La due frasi iniziali, che esprimono l’amore di Cristo per l’umanità, sono ricorrenti in Ireos a partire dagli anni Ottanta, ma risalgono a intuizioni del 1976 e 1981; l’invocazione è risposta all’amore di Cristo: “Siamo capaci di fare altrettanto?”. Le due acclamazioni centrali sono tratte dall’Icona biblica [n. 33]; le brevissime acclamazioni bibliche finali sono ricorrenti in Ireos, come nella tradizione (ad esempio nella “Nube della non-conoscenza”). Per Ireos, “nel cuore di carne si comprende ogni affettività sensibile, in quello dell’anima l’amore immateriale e cioè spirituale, nel cuore sapienziale il cuore umano unito a quello divino”, “il cuore vergine che tutti gli stati di vita sono chiamati a… possedere”. Dopo la preghiera affettiva, del cuore ardente, e quella voluta, ecco la preghiera “sapienziale”: il dialogo unitivo di Cristo col cristiano culmina nella illuminazione sovrannaturale della mente, in cui si attua una “conoscenza” esperienziale; da questa sgorga un coro di lode. Nell’eucaristia, Cristo si offre in corpo, anima e divinità alla presenza e con il consenso del Padre e dello Spirito. La salvezza è insieme un dono e un atto: “la salvezza appartiene a Dio e all’Agnello” e “in nessun altro c’è salvezza”. Perciò in lui solo “possiamo essere salvati”, ma per suo dono dobbiamo anche noi fare la nostra parte, e quindi in qualche modo salvarci, mediante la conversione e i sacramenti, secondo l’appello degli apostoli: “Salvatevi da questa generazione perversa!”. [Riferimenti: Agnello e salvezza: At 2,21.38-40 e 4,12; Ap 1,12-17; 5,6 e 7,10; primato della “conoscenza” di Dio: 1Cor 13,12, secondo la tradizione tommasiana]

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A GESÙ, NOSTRO FRATELLO DIO, CON L’AIUTO DI MARIA


“Quando pregate, dite: Come in Cielo, così in Terra”. [Mt 6,9.10]

* Benedetto sia Dio, che ci ha predestinati a essere suoi figli di elezione per ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del Cielo come quelle della Terra. [Cf Ef 1,3-12]

Neppure sappiamo cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e Colui che scruta i cuori, <Cristo>, sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio. [Rm 8,26-27]

Abbiamo un avvocato presso il Padre, Gesù Cristo, e un altro avvocato sempre con noi, lo Spirito Santo. [Cf 1Gv 2,1; Gv 14,16.26]

Questa parola non è troppo alta per te: non è nel cielo…; anzi, è nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica. [Dtr 30,11.14]

Erano assidui e concordi nella preghiera con Maria. [At 1,14]


25. PREGHIERA DEL CAMMINO Signore, illuminami e guidami nella fede, nella speranza e nella carità. La strada che tu hai percorso sia da me seguita. Tutto ciò che tu ami sia da me amato. Tu, Luce, illumina le mie tenebre. Tu, Forza, sorreggi la mia debolezza. I miei occhi siano i tuoi occhi, le mie mani siano le tue mani, le mie spalle siano le tue. Il mio cuore sia il tuo cuore, affinché i fratelli, tramite la mia umile e fedele presenza, possano incontrare te e, nella fede, vederti e amarti. Signore, prendimi come sono e fammi come tu mi vuoi. La preghiera fu composta nel 1977, alla fine di un lungo periodo di aridità, come programma per una seconda conversione. La “strada” è quella “stretta” della Croce e quella “migliore di tutte” delle virtù, per “amare come Cristo” e “in Cristo” tutto e tutti: perciò occorre assumere il suo “pensiero” e la sua azione, la sua passione da “completare in noi” e la sua intenzione “mite e umile”, ossia i suoi “medesimi sentimenti”, così da essere sua umile e fedele presenza nel mondo. L’invocazione a Gesù, Luce e Forza, richiama la “vita misteriosamente nascosta con Cristo in Dio”. La chiusa, che riprende un tema caro alla tradizione spirituale, esprime l’impegno sereno, ma serio, di donazione a Dio e disponibilità a farsi trasformare da lui.

A GESÙ, NOSTRO FRATELLO DIO, CON L’AIUTO DI MARIA

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Il senso spirituale di tale preghiera è dilatato nella contemplazione intitolata “Sosta amichevole con il Signore” [n. 18,3]. Presto conosciuta in Comunità, la preghiera fu adottata nell’uso comune, divenendo la più nota e amata nel Gruppo; scritta in origine come programma personale, fu riletta come programma di vita di tutto il Gruppo, per la vocazione ad essere “umile e fedele presenza” di Cristo nel mondo; per questo è invalso l’uso di recitarla al plurale, nella seguente variante, e, dal 1988, con il titolo di “preghiera del Cammino”. [Riferimenti: 1Cor 12,31 e 13,13 | Mt 7,14; Gv 13,34 e 15,9 | Gv 8,12 e 9,5-7; Lc 6,19 e 8,43 | 1Cor 2,16; 1Pt 1,13 e 4,1; Col 1,24 | Mt 11,29; Fil 2,5; Gv 14,20 e Mt 10,40 | Lc 1,38; Rm 12,1-2]

[VARIANTE PER LA RECITA COMUNITARIA:]

Signore, illuminaci e guidaci nella fede, nella speranza e nella carità. La strada che tu hai percorso sia da noi seguita. Tutto ciò che tu ami, sia da noi amato. Tu, Luce, illumina le nostre tenebre. Tu, Forza, sorreggi la nostra debolezza. I nostri occhi siano i tuoi occhi, le nostre mani siano le tue mani, le nostre spalle siano le tue. Il nostro cuore sia il tuo cuore, affinché i fratelli, tramite la nostra umile e fedele presenza, possano incontrare te e, nella fede, vederti e amarti. Signore, prendici come siamo e facci come tu ci vuoi.

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26. PREGHIERA A MARIA PER REALIZZARE LA SANTITÀ STABILITA DA DIO

Maria, Madre di Cristo e Madre della Chiesa, benedici noi tuoi figli e volgi a noi un particolare sguardo di bontà che ci aiuti a realizzare totalmente quella santità stabilita da Dio per ognuno di noi. Tu ci conosci tutti e con il tuo amore materno, ad uno ad uno, puoi accoglierci tra le tue braccia e metterci in soave comunione. Noi ci abbandoniamo a te in ogni nostra necessità, ma anche per chiederti di aprire i nostri cuori ad ogni persona in difficoltà. Stendi la tua mano su di noi e liberaci da ogni male, perché possiamo contemplarti fin da ora e in eterno con tuo figlio Gesù, nostro fratello Dio. La preghiera, composta nel 1994 agli Esercizi Spirituali all’eremo di Guarcino, ha un tono sereno, accentuato dal richiamo alla “soavità” della comunione fraterna e a Gesù “nostro fratello Dio”; può essere recitata come antifona per finire gli incontri e il rosario, o interiormente ripetuta per addentrarsi nella spirituale serenità. Come a Cana, anche ora Maria provvede e apre i cuori alle necessità degli altri. [Riferimenti: Mt 11,18 e Lumen Gentium 53 | Mt 11,30 | Gv 2,3-5 | Mt 6,13; Eb 2,1116 | cf anche le preghiere mariane “Sotto la tua protezione” e “Salve, Regina”]

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27. PREGHIERA DELLA PORTA A MARIA, NOSTRO AIUTO E NOSTRA FORZA Vergine Maria, che hai creduto alla parola del Signore e hai generato Gesù, Dio e uomo, figlio tuo e nostro fratello, aiutaci a essere fedeli nella vocazione alla santità, per lodare la santissima Trinità e servire la Chiesa. Con fiducia invochiamo il tuo aiuto, per accogliere sempre con entusiasmo e amore la luce che ci viene dal Vangelo. Con la tua materna protezione guidaci per le strade del mondo e fa’ che, con la nostra umile presenza, manifestiamo la salvezza, la giustizia e la pace di Gesù, nostro redentore. Madre dell’umanità, donaci una forza docile che esprima vero amore per ogni persona, e realizzi una profonda comunione con tutti. Stendi le tue braccia e fa’ che siamo un cuor solo e un’anima sola per entrare tutti in Gesù, porta di salvezza e di gloria. Amen. La preghiera, composta per la celebrazione comunitaria del Giubileo nel 2000, dispone a passare per il “Cristo Porta”, divenendo in lui “un cuor solo e anima sola”. Le “strade” sono quelle della missione nella secolarità: per Ireos, «siamo monaci delle strade». [Riferimenti: Lc 1,45 | Gv 1,9.12.17-18 | Mt 22,9 e 28,19; cf Ef 2,14-18 | Concilio Vaticano II, Lumen Gentium, 60 | At 4,32; Gv 10,9 | “Monaci delle strade”, cf Madeleine Delbrêl, Noi delle strade; e anche Charles de Foucauld]

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PER INVOCARE LA DIVINA BENEDIZIONE E VIVERE OGNI MOMENTO PER, CON E IN CRISTO


“Quando pregate, dite: Dacci oggi il nostro pane di questo giorno; e non permettere che soccombiamo nella prova, ma liberaci dal Male”. [Mt 6,9.11-13, in un’altra interpretazione]

* “Nel mio nome, chiedete e otterrete perché la vostra gioia sia piena”. [Gv 16,24]

Chiedete e non ottenete perché chiedete male. [Gc 4,3]

Pregate gli uni per gli altri per essere guariti: molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza [Gc 5,16]

Perché tuo è il Regno, tua è la Potenza e la Gloria nei secoli. Amen! [Cf Didachè, 8]

Poiché da lui, grazie a lui e per lui sono tutte le cose, a lui la gloria nei secoli. Amen! [Rm 11,36]


28. PREGHIERA DI INTERCESSIONE Per la Chiesa e il mondo, per il papa, i nostri pastori e tutti i consacrati, per i nostri cari e i poveri che sono sempre fra noi, { per il Gruppo, } per tutti noi e per i nostri defunti ti preghiamo: ascoltaci, Signore. Per il primo di noi che dovrà morire, ti preghiamo: ascoltaci, Signore.

L’amore di Dio ci purifichi e protegga nell’anima e nel corpo, ci doni una grande fede, speranza e carità, conceda forza e serenità ai nostri ammalati, coraggio e perseveranza a quanti sono in difficoltà e a tutti noi quanto occorre per realizzare in pienezza la sua volontà, e { con l’intercessione di… } ci benedica per Gesù nostro fratello Dio e nostro Signore. Amen. Si tratta di più preghiere ed intenzioni formulate nell’arco degli anni, riunite redazionalmente in una formula unitaria nel 2002. La preghiera, di intercessione per il mondo e le persone più prossime, può coinvolgere nella comunione dei santi anche chi è già “di là”: così è usata in Gruppo per chiedere ad esempio l’intercessione di Sabatino (Iefuniello), morto giovane nel 1980 e definito dal Cardinal Martini “un profeta minore del nostro tempo”. Dio già sa di cosa abbiamo bisogno e ha provveduto al riguardo, ma per educarci a pregare ha stabilito da sempre di darci alcuni beni solo dopo che li avremo chiesti per bene, da lui ispirati. Per Ireos, “quando chiediamo a Dio di darci il nostro pane quotidiano, lui ordinariamente ce lo dà mediante il nostro lavoro, la nostra ricerca, la nostra condivisione”, la quale “non è quando i ricchi aiutano i poveri, ma quando i poveri si aiutano tra loro”, e quindi richiede scelte di umiltà, povertà e disponibilità a dare e ricevere. [Riferimenti: Custodia in spirito, anima e corpo: 1Ts 5,8 e 23 | Richiesta dei beni necessari: Mt 7,7 e Gv 16,24 | Intercessione: Gc 4,3 e 5,16 | Condivisione: 2Cor 8,13]

PER INVOCARE LA DIVINA BENEDIZIONE

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29. PREGHIERA DI DEDICAZIONE DI CHI È CHIAMATO A UN SERVIZIO IN COMUNITÀ

Signore, tu ci hai convocati a restare con te e così accrescere il dono della vocazione, per ravvivare e aggiornare nel nostro cuore la forza della salvezza ottenutaci per la tua morte e resurrezione. Tutto ciò che è avvenuto in noi è opera tua. Noi siamo povere creature peccatrici, elette per tuo gratuito dono a partecipare alla tua gloria. Sia lodato il tuo nome, Padre, che ci hai scelti per essere consacrati a te come Gesù, nostro fratello Dio: il suo sangue ci purifichi da ogni imperfezione e il suo Spirito ci doni la sua sapienza perché possiamo ascoltare ed esprimere la tua volontà di Padre. Benedetto sii tu, Agnello immolato, tu che sei degno di ogni onore, lode, adorazione, gloria e benedizione, perché tu sei potente, giusto, misericordioso, ma soprattutto l’Uomo Dio fattosi eucaristia spezzata dall’amore perfetto e totale per ogni vivente: allontana da noi ogni intolleranza e pregiudizio, e donaci la capacità di donarci totalmente a te, per accogliere la tua Parola e continuare a sostenere tutti insieme in carità, mitezza e umiltà la comunità, ognuno secondo il suo ruolo giuridico o spirituale, nel modo da te voluto e stabilito fin dal principio. 82

PER INVOCARE LA DIVINA BENEDIZIONE


Spirito Santo, consigliaci e sorreggici, perché questo sia possibile e si realizzi. Maria, che per il tuo “Eccomi” sei Madre del nostro fratello Dio e madre nostra, donaci a Gesù e aiutaci a capire ed accogliere la vocazione nel suo particolare valore. [Per benedire chi è chiamato a un compito specifico:]

E il Signore Dio ti purifichi e ti illumini, affinché il compito che sei chiamato a svolgere ti impegni maggiormente a realizzare un servizio che santifichi te e gli altri e faccia risplendere la Chiesa mediante la divina benedizione. Amen.

La preghiera, che riprende quella formulata durante l’adorazione comunitaria alla vigilia dell’Annunciazione del 1995 in preparazione al Congresso del Gruppo, può essere utilizzata per invocare la benedizione su quanti sono chiamati a dedicarsi a Dio e al prossimo mediante il servizio generale della vocazione e, al suo interno, mediante un servizio particolare in qualche compito. [Riferimenti: Costituiti per stare con Gesù e andare: Mc 3,14 e Gv 15,16 | Vita avvenuta in Cristo: Gv 1,4 | Benedizione di Dio in Cristo: Ef 1,3-10 | Benedizione dell’Agnello: Ap 5,12 | Forza dello Spirito: At 1,8 | Aiuto di Maria: Lc 1,38 e At 1,14 | Compiti diversi per rendere i fratelli idonei al comune ministero di edificare il corpo di Cristo: Ef 4,11-13 | Valore specifico di ogni vocazione: cf Concilio Vaticano II, Perfectae Caritatis, 2c; Codice di Diritto Canonico del 1983, can. 577-578 | Uso dei carismi per la comune edificazione e la personale santificazione: 1Cor 14,12]

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30. PREGHIERA DI BENEDIZIONE 1. BENEDIZIONE “AI FIGLI” Ti benedica il Signore e ti protegga. Il Signore faccia brillare su di te il suo volto e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti dia la pace, che io per te invoco nel nome del Padre e † del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. [Oppure, PER LA BENEDIZIONE COLLETTIVA DELLA FAMIGLIA:]

Ci benedica il Signore e ci protegga. Il Signore faccia brillare su di noi il suo volto e ci sia propizio. Il Signore rivolga su di noi il suo volto e ci dia la pace, che invochiamo nel nome del Padre e † del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. [Testo: Nm 6,24-26; cf Mt 28,19 | “Tau”, o segno di croce: cf Ez 9,4-6; Ap 7,2-3]

Si tratta della benedizione prescritta da Dio a Mosè, ripresa da San Francesco col celebre Tau, riproposta in questa forma, con l’aggiunta della formula trinitaria, da Ireos in uno scritto del 1993. In particolare, Ireos consigliava ai genitori di usarla, in forza del sacerdozio battesimale e del loro ministero, per benedire i propri figli nominandoli e segnandoli col segno di croce sulla fronte, o con altro gesto [cf n. 136]. Per analogia, questa formula può essere usata per benedire i “figli spirituali” in forza del sacerdozio battesimale e di una specifica responsabilità; oppure, nella variante riportata, per invocare collettivamente la benedizione su tutta la famiglia o la comunità, in forza del comune sacerdozio soltanto.

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2. BREVE BENEDIZIONE Nella sua infinita misericordia ci benedica Dio, Padre e † Figlio e Spirito Santo. Amen. Si tratta di una maniera abituale e semplice di invocare la benedizione nella preghiera personale comunitaria. L’invocazione di benedizione è una richiesta di bene rivolta a Dio in virtù della sua misericordia, ossia del suo amore incondizionato, in cui si resta anche quando non si corrisponde al suo amore, il quale comunque esige la risposta totale dell’uomo. Ireos sulla base della propria esperienza così spiegava il mistero della divina benedizione. “Il Signore fa sempre il nostro bene, in ogni situazione”, ma “il bene può consistere a volte in una malattia” o in qualche avversità: “non perché Dio voglia il male”, che è conseguenza del peccato umano, ma perché così noi possiamo meglio provare il nostro e il suo amore. Viceversa, spesso si fanno a Dio richieste che non vengono da lui esaudite, e ci si resta male, perché si mette in dubbio la promessa di Gesù (“Chiedete e vi sarà dato”). Prima o poi però ci si deve ricredere: “Meno male che non mi ha ascoltato!”; oppure si deve riconoscere che, in maniera diversa dalle aspettative, ma vera, Dio ha compiuto oltre ogni immaginazione e misura i nostri desideri più profondi. Perciò “bisogna saper leggere ogni evento della nostra vita nell’amore del Signore”. Facendoci intravvedere l’invisibile, “la preghiera ci permette di diventare padroni della nostra vita”, non perché sempre ci risolva i problemi, ma perché “con la preghiera siamo resi capaci di gestirli”. Insomma, “può capitare di tutto nella vita…, ma con la fede e la preghiera si affronta tutto”. Sapendo poi che qualunque cosa facciamo, rimaniamo comunque “nella misericordia di Dio”, dobbiamo a maggior ragione cercar di rimanere anche “nel suo amore”. Dirgli: “Padre nostro, venga il tuo regno su di me; costi quel che costi, sia fatta la tua volontà: questo è amare”. La Scrittura dice che “l’esercizio della pietà è utile a tutto” e che “quando si chiede e non si ottiene è perché si chiede male”. Gesù “nei giorni della sua vita terrena offrì preghiere e suppliche a Colui che poteva liberarlo da morte, e fu esaudito per la sua pietà”: il Padre non gli ha evitato la morte di croce, ma lo ha risuscitato. Quanto a noi, “nulla potrà mai separarci dall’amore di Cristo”. [Riferimenti: Benedizione e consacrazione: Gen 2,3 e Lc 24,50 | Promessa: Lc 11,9 | Efficacia della preghiera: 1Tm 4,8; Gc 4,3; Eb 5,7 | Inseparabilità da Dio: Rm 8,35]

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31. GIACULATORIA FINALE 1. FORMULAZIONE CRISTOCENTRICA Gesù Cristo, che reggi l’universo, il nostro Signore sei tu. 2. FORMULAZIONE MARIANA Gesù, vivente in Maria, il nostro Signore sei tu.

Questa giaculatoria risale almeno al 1959 nella sua forma mariana e al 1970 nella forma cristocentrica, che è la più usata. In entrambe le formulazioni, originariamente l’acclamazione finale era “il nostro Re sei tu”, per influsso della spiritualità di Lazzati; negli anni Ottanta è stata sostituita con quella attuale, per l’accresciuta comprensione del valore della Signoria di Cristo. L’espressione “Gesù vivente in Maria”, pur riecheggiando Montfort, era stata evocata dal simbolo della croce appesa ad una catena disposta a mo’ di monogramma mariano nella parrocchia milanese di San Pio V, ove il Gruppo era nato. La formulazione cristocentrica, rivolta a Cristo “Reggente”, ossia “Pantokrátor”, è molto usata in Gruppo per chiudere ogni momento di preghiera comunitaria. La formulazione mariana è ancora usata per chiudere i misteri del rosario nella recita comunitaria. In ogni caso, si tratta di riconoscere, “sotto l’azione dello Spirito” che “Gesù è il Signore” e “ricapitolare tutto in lui”: poiché “tutto è da lui, secondo lui e verso lui” e lui “vive in noi”, noi dobbiamo vivere “per lui, con lui e in lui”. [Riferimenti: Ricapitolazione in Cristo: Ef 1,10 | “Per, con, in Cristo”: Rm 11,36; Gal 2,20; dossologia finale della preghiera eucaristica | Regalità di Gesù e suo riconoscimento: Gv 18,36-37 e 1Cor 15,25 | Signoria di Gesù e suo riconoscimento: Gv 11,27; 20,28; 21,7 | Azione dello Spirito nel riconoscimento di Gesù Signore: 1Cor 12,3]

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ICONE CHE DESCRIVONO UNA VITA INTESSUTA DI PREGHIERA “Voi siete il sale della terra… e la luce del mondo: non può restare nascosta una città collocata sopra un monte…. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini perché vedendo le vostre opere buone rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli…. Ma guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l’elemosina…, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà…. E quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà…. E quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. [Mt 5-6]


«L’“Icona” tenta di dire più di quel che si può dire: l’indicibile, l’inafferrabile. L’essere icona di Gesù Cristo significa, nella nostra vita, dire ciò che orecchio non ha mai udito e occhio non ha visto. Da questo punto di vista l’umiltà non soltanto è una virtù bella, ma è l’unica maniera giusta per lasciar trasparire ciò che ci supera, che è il Signore: questo è essere icona. Ciò che qui viene detto come l’immagine del Piccolo Gruppo è un far emergere i lineamenti della vostra vita personale e comunitaria, che appunto permette a ciascuno e a tutti insieme di far emergere il Signore ed è ciò che il Signore attende da voi». [ † RENATO CORTI ]

La citazione è tratta dal discorso che Monsignor Corti, allora Vescovo Ausiliare di Milano, poi Vescovo di Novara, tenne al Piccolo Gruppo di Cristo a Milano nel 1989. Si riferiva ai seguenti due testi ispirativi, detti icone (e in particolare a quella teologica) che descrivono l’indole, il carisma e la spiritualità del Gruppo. In particolare, l’icona teologica esprime la vocazione della Comunità del Piccolo Gruppo di Cristo; l’icona biblica esprime la spiritualità comune a tutto il Gruppo e condivisa anche dal Cenacolo.


32. ICONA BIBLICA 1

L’ulivo dell’orto del Getsemani sul quale sono cadute le lacrime e il sangue di Cristo ha dato il suo frutto. 2 Il suo olio profumato è servito a ungere il corpo di Cristo crocifisso, a consacrare la Chiesa e, ancor oggi, a ungere coloro che si consacrano a Dio con un servizio esclusivo e perpetuo. 3

Il Risorto appare agli apostoli e dona loro la pace della gloria.

4

Gesù sale nella casa del Padre, mentre rimane con noi nell’Eucaristia, quale Agnello trafitto per la nostra salvezza.

5

Discende lo Spirito Santo e i deboli diventano forti, i timorosi diventano guerrieri di Cristo, gli ignoranti diventano oratori e maestri.

6

Con la discesa dello Spirito Santo il Cielo sposa la terra, il buio diventa luce, i peccatori ricevono la grazia.

7

È finita la settimana lavorativa ed è iniziato il giorno di festa.

8

Dio è Dio! 9 Alleluia, Alleluia. 10 Dio è Dio! 11 Osanna, Osanna!

ICONE DI UNA VITA INTESSUTA DI PREGHIERA

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12

Le trombe del cielo annunciano l’arrivo del Re. 13 Ecco, il nostro Dio ci parla:

14

“Non temere, piccolo gregge, perché al Padre è piaciuto di darvi il suo Regno”.

15

“Siano rese grazie a Dio, il quale ci fa partecipare al suo trionfo in Cristo e diffonde per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza al mondo intero”.

16

Le tue radici, Piccolo Gruppo, sono ben affondate nella terra; la tua preghiera contemplativa sale dalla valle operosa; la tua casa appoggia saldamente sulla roccia.

17

Poiché sei piccolo come un granello di senape, ti farò crescere e sopra i tuoi rami abiteranno i poveri, gli ammalati, gli afflitti.

18

A te si rivolgeranno gli infedeli, le prostitute, i ladri, gli assassini e tu li amerai come io li amo.

19

Ti vestirò come tutti i poveri del popolo, vivrai le loro sofferenze, ti accontenterai delle cose semplici.

20

In nulla ti distinguerai se non nell’essere un Vangelo vivente.

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ICONE DI UNA VITA INTESSUTA DI PREGHIERA


21

Tu sarai come quando, per trent’anni, ero confuso tra la gente; quando ero con loro, li amavo, li servivo, li proteggevo, ma non vedevano in me il volto del Padre mio che sta nei cieli.

22

Io sono l’Eucaristia che entra nei cuori, tu sarai l’eucaristia fatta comunione per aiutare il mio popolo.

23

I tuoi occhi non avranno tempo di guardare te stesso, ma solo di brillare nella gioia e nel pianto degli altri.

[I] 24 Lavorerai e pregherai, farai opere di bene senza pretendere nessuna ricompensa. 25

Ti vedrò sudato e spossato; sarai il più piccolo, il più debole, il più umile, il più generoso.

26

In tutto questo non sei solo, perché io entro in te con la mia grazia.

27

Non temere, Piccolo Gruppo; non temere, piccolo uomo: a te concedo le mie infinite forze e io ti sosterrò e sarò con te fino alla fine dei secoli.

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[II] 28 Lavora e prega, fai opere di bene senza pretendere nessuna ricompensa. 29 Ti vedrò insegnare agli erranti, illuminare i dubbiosi, sostenere gli zoppi, condurre i ciechi, aiutare le vedove ed educare i fanciulli. [III] 30 Lavora e prega, fai opere di bene senza pretendere nessuna ricompensa. 31 Ti vedrò nelle corsie degli ospedali, negli asili nido, nelle scuole, nei lavori domestici, negli uffici, nelle fabbriche, nei lavori campestri, nelle realtà sociali. [IV] 32 Lavora e prega, fai opere di bene senza pretendere nessuna ricompensa. 33 Ti vedrò portare il lieto annuncio ai poveri, fasciare le piaghe dei cuori spezzati, proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, promulgare l’anno di misericordia del Signore.

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ICONE DI UNA VITA INTESSUTA DI PREGHIERA


[V] 34 Lavora e prega, fai opere di bene senza pretendere nessuna ricompensa. 35 Ti vedrò incompreso, deriso, insultato, vecchio, trascurato, solo. [VI] 36 Lavora e prega, fai opere di bene senza pretendere nessuna ricompensa. 37 Ti vedrò: e avrò compassione di te, ti solleverò, ti laverò dai tuoi peccati, dalle tue omissioni; ti vestirò con abiti nuovi, ti porterò nella mia casa, mangerai a mensa con me, appoggerai la testa sul mio petto, sarai mio amico, mio fratello fedele e amato. 38

Mi compiacerò di te!

39

Ti presenterò al Padre, che ti consegnerà l’anello della carità, dell’amore, della gloria.

40

Con gli occhi dell’Agnello assiso sul trono potrai vedere cosa ho fatto io per te e con te.

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[VII] 41 Mentre lavoravi, pregavi e facevi opere di bene senza pretendere nessuna ricompensa, con la mia grazia hai costruito la Città sul Monte: città che illumina le genti, luogo per i cristiani comuni consacrati; città spirituale, ma vera, presente nella Chiesa; città piccola e umile, povera, casta, ubbidiente; città serena e piena di pace del Paradiso. 42

“Non vidi alcun tempio in essa, perché il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello sono il suo tempio.

43

La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna, perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello”.

44

Se così vuole il Signore, se così tanto ci ama, perché non vivere questa vocazione e abbandonarci fiduciosi a lui?

45

Dio ci ama. 46 Sì, Dio ci ama per davvero.

47

Alleluia, Alleluia, Alleluia!

Per le note si veda dopo [n. 35]. Comunitariamente l’icona è recitata a due voci soliste, per Cristo e il cristiano, più l’assemblea. [Citazioni: 14 Lc 12,32 | 15 2Cor 2,14 | 42-43 Ap 21,22-23 || Riferimenti: 1-2 Lc 22,39-46 e Gv 19,40 alla luce di Gv 17,19 e At 4,27 | 3-4 Lc 24,36-53 e 2,14; Gv 20,19; Mt 28,20; Ap 5,12; Lc 22,19 | 5-7 At 2,4 | 8-11 Sal 99,3; Ap 4,8; 19,6; Gv 12,13 | 12 1Ts 4,16; Ap 1,10 | 16-18 Mt 7,24; 13,32 | 21 Mc 6,3 | 24ss Mt 6,1-18; lavoro ascetico: Lc 12,43; Eb 6,10 | 25 Gv 21,15 | 29 Sal 50,15; opere di misericordia | 33 Lc 4,18-19; Is 61,1 | 36-39 Lc 15,22; Gv 13,8.25 | 40 Ap 5,6 | 41 Mt 5,14; Ap 21,10 | 44-46 Gv 3,16; 1Gv 4,16; 2Cor 5,14 || “Ora et labora”: Benedetto | Minorità: Francesco | Nazaret: Foucauld | Secolarità: Lazzati | Unione tra cielo e terra: Speyr]

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33. ICONA TEOLOGICA 1

Gioiamo perché siamo creati dall’amore del Padre, rigenerati dal sacrificio del Figlio, santificati dalla presenza dello Spirito Santo: cristiani comuni, ancorché consacrati nel seno materno della Chiesa.

2

Per abbracciare i valori delle beatitudini evangeliche viviamo con animo sereno la purezza del cuore e del corpo, la povertà spirituale e materiale, l’obbedienza indicataci dall’amore di Gesù crocifisso, morto e risorto.

3

Viviamo una vita intessuta di preghiera, per meglio inserirci nell’intimità filiale dei piccoli di Dio.

4

Cerchiamo di amare tutte le persone, preferendo le più bisognose, e cerchiamo di rispettare nel loro essere tutte le realtà create.

5

Siamo impegnati nelle realtà temporali per ordinarle secondo la scienza, la giustizia e la carità di Dio.

6

La nostra vita ricerca la virtù dell’umiltà nei suoi valori più profondi per essere gradita a Dio e favorire la comunione tra gli uomini.

ICONE DI UNA VITA INTESSUTA DI PREGHIERA

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7

Per quanto possibile, cerchiamo di essere strumento di salvezza mediante una testimonianza che esprima la presenza costante, amorosa e salvifica del Redentore.

8

Con il vivere quotidiano, tutto abbandonato a Dio, facciamo in modo che si evidenzi il fine della nostra vita, che è la partecipazione umana alla gloria divina.

Come accennato nell’Introduzione [n. 0], questa Icona del Piccolo Gruppo di Cristo, o descrizione essenziale al di là del periodico variare della Costituzione, fu preparata da Ireos alla fine del 1988, per consegnarla al termine del corso di Esercizi Spirituali che avrebbe tenuto a Segni, alla comunità romana, ai primi di gennaio del 1989. L’ultima meditazione del corso, riguardante la spiritualità del Gruppo, la improvvisò l’ultima notte sulla base di pochi passi biblici e la lesse – con grande impressione dei presenti – la mattina dell’8 gennaio; solo dopo, alla fine della Messa, consegnò l’icona preparata agli appartenenti della Comunità, che la recitarono assieme. Dopo gli Esercizi, l’Icona preparata e la meditazione improvvisata circolarono in Comunità associate così strettamente da essere chiamate entrambe “Icone”, rispettivamente “biblica” e “teologica”: la prima descrive tutta la famiglia spirituale del Gruppo (Comunità e Cenacolo Evangelico); la seconda invece si riferisce alla sola Comunità, che nei momenti forti la recita a due cori, a mo’ di responsorio, dopo l’Icona biblica. L’icona preparata in anticipo fu consegnata dopo quella improvvisata all’ultimo, ma che la precede nel senso. Nelle cose spirituali ci vuole l’umana preparazione, ma è essenziale la disponibilità all’ispirazione o “unzione” [1Gv 2,20]: Dio previene e supera. Nel 1990 Ireos scriveva: «Mentre l’Icona descrive le scelte del nostro comportamento, che poi la Costituzione indica in concreto, le preghiere del Gruppo ci ricordano come lasciarci santificare ed esprimono anche due precisi atteggiamenti educativi, richiamandoci al valore generale, che ci mette in comunione con tutti, e alla creatività personale, perché la preghiera sia arricchita dalle espressioni di ognuno. Nella nostra icona, mediante la Costituzione, e nella nostra preghiera troviamo, in sintesi, tutto l’anelito per un cammino di consacrazione, per una sequela di santificazione».

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ICONE DI UNA VITA INTESSUTA DI PREGHIERA


RICAPITOLAZIONE IN CRISTO: LA PREGHIERA DI GESÙ CAUSA E MODELLO DELLA NOSTRA

Entrando nel mondo, Cristo dice <al Padre>: “Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato…. Allora ho detto: Ecco, io vengo (come nel rotolo del Libro di me sta scritto) per fare, o Dio, la tua volontà”…. Cristo, poi, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a Colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà. [Eb 10,5-7; cf Sal 39,7-8 | Eb 5,7]

Le sette petizioni di Gesù al “Padre suo e Padre nostro” “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, che hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te!”. “Padre, glorifica il tuo Nome!”. “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro…. Pregherò il Padre ed egli vi manderà un altro Paraclito”. “Abbà, Padre! Tutto è possibile a te. Allontana da me questo calice! Però non la mia, ma la tua volontà sia fatta”. “Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi dài ascolto”. “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”. “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito”. [Mt 11,25-26; cf Lc 10,21 | Gv 12,28 | Gv 20,17; 14,16 | Mc 14,36; cf Mt 26,39 e Gv 12,27 | Gv 11,41-42 | Lc 23,34 | Lc 23,46; cf Sal 30,6.16]


La grande preghiera di Gesù al Padre “Padre, è giunta l’ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi. Quand’ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché s’adempisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato a loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno.

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RICAPITOLAZIONE IN CRISTO


Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu mi hai mandato nel mondo, anch’io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità. Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con cui mi hai amato sia in essi e io in loro”. [Gv 17]

La preghiera profetica di Gesù sulla Croce “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. [Mt 27,46 e Mc 15,34, citazione profetica di Sal 21,2, che continua così:]

«Hanno forato le mie mani e i miei piedi…, si dividono le mie vesti, sul mio vestito gettano la sorte…. Ma io annunzierò il tuo nome ai miei fratelli… in mezzo all’Assemblea…. Il Signore… non ha disprezzato… l’afflizione del misero…, ma al suo grido d’aiuto lo ha esaudito…. A lui solo si prostreranno quanti dormono sotto terra…. E io vivrò per lui, lo servirà la mia discendenza…; al popolo che nascerà diranno: “Ecco l’opera del Signore!”». RICAPITOLAZIONE IN CRISTO

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34. “OSSERVAZIONE” DI GESÙ 1. LA PREGHIERA DI GESÙ SULLA CROCE ‹ Quasi tutte le immagini del crocifisso lo rappresentano con il costato trafitto: ma quello è un Gesù morto, che non soffre più. Da quando ho fatto l’esperienza della sofferenza prolungata, penso invece a Gesù che, ancora vivo, è rimasto appeso alla croce per ben sei ore. Sei ore sono tante! Cosa avrà fatto Gesù in quel tempo? Sicuramente avrà pregato, e non solo con le poche parole che di lui ci sono state riportate, ma anche con altre che possiamo solo immaginare….

Giovanni inserisce la “preghiera sacerdotale” di Gesù al Padre tra i discorsi finali. Dato che non viene riferito ove tale discorso sia stato pronunciato a me piace immaginare che sgorghi dal cuore di Gesù nel lungo silenzio durante le sei ore della sua crocifissione. In questo tempo egli dice a voce alta solo poche parole, ma esprime al massimo l’amore gratuito, disinteressato, sublime per i fratelli: e in effetti tutto il discorso è impregnato di un amore che esprime la potenza redentrice del crocifisso e il potere glorioso di quel trono innalzato da terra. Gesù Cristo ama intensamente il Padre e le creature, ed è colui che, collegando l’uno all’altra, riunisce il Dio creatore alla sua creatura . …

Si tratta di un continuo dialogo d’amore fra Gesù e il Padre che realizza l’unione tra Cielo e Terra. Dalla Croce, Gesù ripete: “Per loro io consacro me stesso” nel sacrificio. Dunque Gesù si consacra anche per noi. Più amore di questo? Gesù arriva a “ricattare” il Padre: “Padre, voglio che anche loro siano con me dove sono io!”. Si tratta di un ricatto d’amore, perché tale volontà è condivisa dalle due parti. Non ci resta dunque che aprire le nostre porte a un tale amore…. Adesso riesco a guardare l’immagine del Crocifisso, capendo almeno un po’ che cosa ha sofferto. Ogni volta che ho un affanno, una croce, mi domando: “Cosa mi ha detto il Signore con questo? Che cosa mi ha insegnato con quest’altro? Che cosa ha voluto da me?”. Lui con il suo esempio mi dice: “Pazienta, abbi misericordia, perdona” ›. [Testo: da alcuni commenti di Ireos alla preghiera sacerdotale]

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2. SEMPRE E TUTTO PER AMORE ‹ Come ogni volta che ci ritroviamo in comunità, anche adesso è necessario metterci umilmente ad ascoltare Dio per ricevere il dono di unione con il suo mistero. La comunione tra noi fratelli e specialmente quella con il Padre nostro ci mette in condizione di introdurci nella conoscenza approfondita di Dio, che è in se stesso Amore e fonte dell’amore di tutte le creature da lui chiamate all’esistenza. Dovremmo avere un desiderio sempre crescente nel ringraziare Dio, non solo perché ci ha creati, redenti, chiamati a vivere più intimamente nella santificazione, ma perché egli, per sua iniziativa, ha scelto di restare sempre con ognuno di noi. È indispensabile nella nostra vita soffermarci sovente ad accogliere e valutare i contenuti della sua presenza accanto noi e in noi. Non è cosa di poco avere a propria disposizione lo Spirito Santo che aiuta a vivere da figli di Dio. Essendo Dio uno e indivisibile, è chiaro che rivolgendoci anche a una sola Persona della Santissima Trinità ci si unisce anche alle altre due; perciò soffermandoci in questa meditazione prevalentemente con la seconda Persona divina, cioè con il Figlio unigenito di Dio, Verbo eterno, incarnatosi in Maria Vergine e vissuto in mezzo a noi, sappiamo che ci rivolgiamo direttamente al Dio Trino, che desideriamo ardentemente lodare e ringraziare non soltanto con la preghiera della mente, delle labbra e del cuore, ma anche con l’imitazione della vita di Gesù. Gesù non solo è il Maestro, ma anche il modello: un modello che, mentre ci indica la via, la verità e la vita, con il suo Spirito ci aiuta a realizzare ciò che ci insegna. Nessuna creatura conosce totalmente Dio se non Gesù Cristo e noi riusciamo a conoscerlo tramite lui che ha detto: «Chi vede me vede il Padre». Siamo invitati dal Signore a conoscere il Padre e a comportarci con lui da “stretti congiunti”, cioè da figli strettamente legati dalla grazia come dal cordone ombelicale che lega e tiene uniti la madre e il figlio. È ampiamente costruttivo saper vivere con il gusto contemplativo di figlio congiunto al Padre mediante la grazia: restare unito a Gesù, capo del Corpo mistico, e mediante lui recepire lo sguardo di misericordia e l’abbraccio benevolo ed accogliente del Padre. Cerchiamo di puntare gli occhi su Gesù per poter meglio comprendere quanto siamo amati e quanto dovremmo amare….

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Per amore Gesù si è fatto uomo. Non si riesce a comprendere completamente la portata di questo fatto non sapendo che cos’è la realtà divina. Con Gesù non si ha a che fare soltanto con un vero uomo, ma anche con una persona che è Dio. Con questa persona si superano di gran lunga i rapporti che normalmente abbiamo con tutta la realtà creata. Il Padre nel darci il Figlio supera quantitativamente l’amore che precedentemente aveva già profuso nel creare l’universo. Con questo gesto il Padre dimostra di sapere e voler aumentare il suo amore per l’uomo. La consegna e quasi l’affido del Figlio agli uomini dimostrano che l’amore di Dio è un amore incalcolabile, che supera la capacità della comprensione umana. Per quanto ci si sforzi non riusciremo mai a comprendere il valore totale del suo amore e neppure a raggiungerlo nel desiderio di contraccambiarlo. Gesù stesso è venuto da noi per sua scelta, mediante l’incontenibile suo amore per le creature di suo Padre. Lui stesso venendo da noi con grande magnanimità non solo è venuto per amore, ma ha portato con sé la sua natura divina che è amore. Questo amore, che ripeto essere a noi sconosciuto nella sua totalità, ha permesso a Gesù di annichilirsi e assumere la nostra corporeità. Un uomo creato non riuscirebbe mai ad esprimere e a realizzare un amore di questo tipo. Nella nostra ascesi spirituale non si deve mai sottovalutare questo gesto divino che mente umana non riesce a penetrare. Siamo innanzi ad un fatto che ha mutato la nostra esistenza: infatti da quel giorno si vive con Dio che ha messo la tenda in mezzo a noi e ha placato l’ira in cui vivevamo offendendo Dio. Con Gesù la buona novella, la salvezza, la grazia, l’amicizia sono già qui in mezzo a noi. In Gesù Cristo siamo salvi: egli è il Salvatore che ci riporta nella comunione divina in un modo migliore di prima che come genere umano cadessimo nel peccato. Il suo dono è gratuito, ma deve essere accettato, accolto, fatto proprio, altrimenti esso non si sviluppa e noi non potremo entrare nel regno eterno. In Cristo siamo chiamati attivamente a condividere e a partecipare alla personale rigenerazione. Le nostre tenebre in Gesù si rischiarano e diventano luce; le nostre fatiche, che sono senza alcun valore, mediante la grazia partecipano al frutto della redenzione.

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Il dono della salvezza, della santificazione, agisce per gratuito amore divino, ma necessita della risposta positiva della persona salvata. Il Maestro e Modello Gesù è colui che dopo averci salvato ci insegna e ci aiuta a salvarci. Se il suo modo di vivere viene da noi assimilato e fatto nostro, ci mette in condizione di essere salvati e di salvarci, di essere santificati e di santificarci. Per poter realizzare bene il compito che ci spetta, è doveroso prendere tra le mani il Vangelo, stringerlo fra le braccia, appoggiarlo al petto e farlo diventare vita della nostra vita. Tutta la Sacra Scrittura, che io normalmente chiamo “Vangelo”, è il patto d’amore, è il connubio tra Dio e le creature. Dio è Dio e non ha mai nulla da acquisire, da migliorare, mentre la creatura, per quanto poco valga, mediante la presenza interiore di Dio viene da lui divinizzata con una crescita che ha anche il pregio di non diminuire la libera adesione umana. Alle volte la non corrispondenza alla volontà di Dio nasce dal fatto che ci si accosta al Vangelo considerandolo il libro più importante esistente al mondo: l’errore sta nel considerarlo un libro, mentre invece è un Uomo vivo e vero da amare e imitare. Le parole che i nostri occhi leggono devono essere portate all’interno della nostra persona, consegnate alla grazia di Dio e anche con il nostro personale contributo trasformarci in sua mistica presenza. L’unione tra il Santo e il santificato permetterà a quest’ultimo di capire e seguire il percorso che lo porterà a sperimentare l’atto della redenzione, cioè la morte e la resurrezione mistica. Nel Vangelo, tramite la crescita fisica di Gesù, veniamo chiamati alla maturità della fede e della sua purificazione. Gesù vivendo con noi ci insegna quanto Dio ci ama e come Dio va amato. Ci fa conoscere Dio, ma anche noi stessi: chi siamo, in quale situazione ci troviamo, come dobbiamo migliorare i rapporti con Dio e con il nostro prossimo. Per questo Dio sta pazientemente in mezzo a noi, fino alla fine dei secoli.

Per amore Gesù è morto crocifisso. Giorno dopo giorno Gesù ha ricostruito il ponte dell’alleanza, fino a concedersi “Agnello” per il sacrificio espiatorio, mediante il quale si ricollega il cielo con la terra. Viene crocifisso per la salvezza di tutte le creature. Muore in croce per me: questo prezzo scaccia il maligno dalle nostre anime, distrugge l’uomo vecchio e fa risorgere quello nuovo, cambia il nostro cuore di pietra in cuore di carne, inserisce il nostro nome nella casa del Padre. RICAPITOLAZIONE IN CRISTO

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Nonostante ciò noi continuiamo sovente ad essere di dura cervice. È vero che a volte ci commuoviamo, ma soltanto a volte, poi passa e quasi sempre si ritorna nel nostro tiepido e comodo giaciglio. Desideriamo non prendere seriamente la vita di Gesù perché ci sembra troppo scomodo doverla imitare. Questo non si dice, forse neppure si pensa, ma di fatto lo si fa: si fa soprattutto quando si rinuncia a conoscerlo. Non vorrei sbagliare e quindi prendetemi con libertà di giudizio, ma per me, ripeto per me, impegnarmi in una continua conoscenza e quindi scoperta del mistero divino è questione di vera vita. Senza la conoscenza in Gesù di Dio Trino mi riterrei soltanto un uomo apparentemente vivo, ma in realtà un morto ritenuto vivo. Anche in questo modo io contemplo la parabola della vite e dei tralci. Il percorso del cammino alla santità non può esimersi dal dare molto valore alla conoscenza di Dio, avere fede, aumentare la fede, vivere di fede, di fiducia, di abbandono. Se si ricerca Dio con tutte le proprie forze saremo attratti da lui, saremo avvinti dal suo amore e nulla, nessuna forza, nessun valore ci potrà distogliere dal desiderio di imitarlo, di fare la sua volontà, di seguirlo ovunque lui vada. In lui tutto riprende il giusto valore, l’equilibrio, la maturità. La sua forza è totale, la sua luce è penetrante, il suo amore è… Amore! Amore ineguagliabile, insostituibile: senza di lui non è più bello vivere.

Per amore Gesù è risorto e rimane con noi nell’eucaristia. Gesù conosce la nostra debolezza e per questo, dopo aver vinto la morte con la sua resurrezione, ci ha inviato il suo Spirito. Tutta quella forza e tutta quella atmosfera, che ritroviamo negli Atti degli Apostoli dopo la Pentecoste, ancor oggi non è venuta meno; forse siamo noi discepoli che siamo diversi: spesso, dopo aver rinnegato Gesù come Pietro, non andiamo come lui a piangere, a chiedere perdono per ricominciare con maggior energia. Ma Gesù è il Dio della misericordia e dell’amore e riesce a scusarci davanti al Padre: «Non sanno quello che fanno». Proprio per questo è rimasto con noi, per sostenerci con il Pane di vita eterna. È un sostegno che nasce dal sacrificio della croce, cioè dal culmine dell’amore: da quel fatto di cui nessuno può fare a meno.

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Non possiamo non attingere a quella fonte, ma, anche se ciò non fosse strettamente indispensabile, ricorreremmo ugualmente al suo aiuto, perché a noi le sofferenze non piacciono. Gesù lo sa e perciò, non solo ma anche per questo, continua a rinnovare eucaristicamente il sacrificio del Calvario. «Santa Messa, vita della nostra vita, sostegno reale del nostro quotidiano esodo, sii tu benedetta! Facci vivere dentro di te per chiedere perdono dei nostri peccati, per essere illuminati dalla parola divina, per poter offrire i piccoli frutti della nostra vita, per essere rigenerati nella salvezza, per ricevere il Pane di vita eterna e la benedizione divina. O Eucaristia! Tu sei il Dio crocifisso e glorioso, la morte e la resurrezione. O Eucaristia! Al termine della liturgia esci con noi nelle strade del mondo, perché tutti i giorni della nostra vita siano la nostra messa!». Senza nulla togliere all’insegnamento della Chiesa e alla mia obbedienza ad essa, io trovo nell’Eucaristia tutto l’insegnamento della Parola, la forza dei sacramenti, l’amore trinitario. L’Eucaristia è la forza sacrificale e spirituale della Chiesa e la forza santificante del fedele. Nell’Eucaristia abbiamo il grande miracolo di vedere con gli occhi corporei una Ostia che è la manifestazione di Dio purissimo spirito e vero uomo. Si vede e si fa veramente comunione con Dio e gli uomini. Ci si unisce, ci si lega, si vive compenetrati l’uno all’Altro e con tutti. Oltre al grande mistero d’amore divino si osserva la sua grande disponibilità, l’assoluta condivisione con le miserie umane. Il nostro povero cuore batte accanto al suo che ci comunica la sua reale presenza divina. L’immenso Dio creatore si fa materialmente più piccolo della sua creatura. Tutte queste realtà, che sono solo una parte dell’esperienza che si fa nella Santa Messa, le ritroveremo anche il giorno della nostra donazione. Cerchiamo fin d’ora di viverle sempre in pienezza, ricordandoci che, volendolo o no, siamo del Signore. Mentre tutte le creature in qualche modo servono Dio senza saperlo, i credenti hanno la gioia di servirlo amandolo e sentendosi amati. Da cristiani riconosciamoci tra quei privilegiati che riconoscono la sua Potestà, la sua Carità, la sua Misericordia, ma soprattutto il grande mistero d’amore di Dio che è morto in croce per ognuno di noi ›. [Testo: Meditazione composta all’eremo San Salvatore di Erba il 25 settembre 1988]

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35. CONCLUSIONE: LA PREGHIERA, MEZZO PER CONOSCERE DIO ‹ Certamente il mezzo privilegiato per conoscere Dio, per as-

sorbire il suo Spirito, assimilarci a Cristo e vivere di lui e con lui è la preghiera. Una preghiera che resti soltanto parola è poco fruttuosa, come non è efficace una meditazione che accresca la cultura e il sapere ma non ci immetta nella comunione con Dio. È necessario pertanto verificare se la nostra preghiera ci porta a conoscere sempre più e sempre meglio Dio, che è misterioso ma che è disposto a lasciarsi scoprire.

[La crescita nella conoscenza di Dio] Non si può raggiungere una conoscenza completa di Dio, ma si può averne una sempre più profonda. Con l’aiuto di Dio possiamo riuscire a sentirci saturi di lui, anche se tale sazietà rimane sempre aperta a riceverlo ancora più ampiamente. Il nostro spirito non ha i limiti del corpo; è quasi un contenitore illimitato: nel suo interno riesce a contenere parzialmente l’Imprevedibile, l’Inimmaginabile, l’Oltre. Sempre e solamente per dono si può contenere Dio, anche se non tutto, lasciandosi arricchire da lui in un modo così pieno da riuscire a dominare la terra, sconfiggere satana e seguire il cammino glorioso di Cristo. Se tutto questo avviene per dono gratuito, a noi viene chiesto di disporci a ricevere e a corrispondere ai doni ricevuti. È vero che Dio potrebbe fare quello che vuole, e quindi anche rompere ogni schema umano, però penso che, per così dire, di norma egli cresca in noi con ordine, così come avviene per la crescita del nostro corpo, cioè poco alla volta, millimetro dopo millimetro. Questo esempio mi serve per dire che è necessario essere possibilmente sempre fedeli ai doni divini e predisporci, con ordine e impegno, a percorrere la via della santità. Dobbiamo saper accogliere ogni grazia ed essere disponibili a corrispondere anche a quelle più grandi, così che, similmente alla crescita umana che pian piano ci trasforma da neonati a bambini, adolescenti, giovani e adulti, anche nella vita dello spirito si arrivi alla pienezza di fede, fiducia e carità. La conoscenza profonda di Dio ci trasforma con potenza e può veramente farci dire: «Non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me».

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[Il presupposto: un ordinato programma di preghiera] Cerchiamo di mettere ordine nel nostro procedere e di usare la sapienza per comprendere quale sia il modo che favorisce un buon risultato. Innanzi tutto è necessario essere fedeli ad un serio programma di preghiera giornaliera. Se non si è fedeli non si può pretendere di conoscere Dio, anzi normalmente chi non prega non conosce Dio, e se si prega poco o male, lo si conosce poco e male.

[Il punto di partenza: il contatto con Dio] Penso di non errare dicendo che tutte le preghiere, siano esse di supplica, di ringraziamento, di lode, liturgiche, pubbliche o personali, ancor prima di dar lode a Dio ci mettono in contatto con lui.

[Il passaggio alla preghiera di lode e conoscenza] Ci è stato insegnato che la preghiera di lode, essendo gratuita, è quella più perfetta, e perciò dobbiamo darle la precedenza. C’è però anche un modo di pregare che non mi pare ricordato negli scritti spirituali (anche se forse ne parla santa Teresa d’Avila, ma non ne sono sicuro, perché certe sue espressioni non le comprendo): questa preghiera la chiamo “di conoscenza” e penso sia come una preghiera di lode; essa si può realizzare nella riflessione e anche con le parole, ma esplode in tutto il suo splendore soprattutto in un totale silenzio. Mentre si è inermi e immersi nel silenzio si riceve, si respira nella mente e nel cuore la presenza di Dio. Ci si sente avvolti dal e nel Tutto come in un abbraccio. È una preghiera senza parole, pensieri, sensazioni fisiche, eppure è preghiera. Ci consente di comprendere meglio la Parola e di essere arricchiti del Dio con noi e in noi. Se questo modo di pregare sia un dono oppure anche frutto di uno sforzo personale non lo so: certo che richiede desiderio e tempo di preghiera, però vale la pena di assecondarlo, perché favorisce le capacità di restare fedeli.

[Il passaggio dalla meditazione alla contemplazione] Un modo sicuro e ordinario per conoscere Dio è quello della meditazione della Sacra Scrittura, cioè l’ascolto della Parola. Per conoscere Dio non è utile l’intimismo ma è necessaria l’intimità con lui. Tutti possiamo essere contemplativi e perciò dobbiamo impegnarci ad esserlo. Nella contemplazione della Parola e dell’Eucaristia è possibile spiritualmente respirare e quindi sperimentare la presenza di Dio e nutrirci di lui. RICAPITOLAZIONE IN CRISTO

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È necessario desiderare la presenza del Signore e umilmente richiedere di vivere in lui. Poco alla volta si impara a riconoscere la sua presenza ed il suo molteplice modo di dialogare. Dio non è nelle cose, ma le cose e le persone ci mostrano la sua presenza. «Egli è in cielo, in terra e in ogni luogo»: anche questa frase del catechismo è una affermazione, una preghiera di lode, di ammirazione, una espressione di stupore che ci fa intuire e capire che Dio è ovunque presente in modo positivo.

[La preghiera sapienziale e la pace del cuore] La pace del cuore si ottiene lasciandoci conquistare dal Signore e donandoci volontariamente a lui: in questo modo si rafforza la capacità di affrontare la propria storia quotidiana in un modo diverso, più affascinante. Anche nelle difficoltà e nelle sofferenze si rimane saldamente seduti sul trono della santificazione. Nella Sacra Scrittura la parola ‘conoscere’ significa condivisione, comunione, amore tra le persone, e in modo particolare con Dio. Se è bello “conoscere” le creature, tanto più bello è “conoscere” colui che le ha fatte: infatti si riceve molto di più e si sta con l’Infinito, che ci comunica tutto ciò che non sappiamo e abbiamo e che solo lui può farci intendere e assaporare. Restare con Dio in qualunque realtà e situazione è sempre una comunione stupenda che sorpassa le capacità naturali umane. Non so esprimere con chiarezza che cosa faccia sperimentare questa situazione di pace; è certo che, quando ero più lontano dal Signore, non sapevo riconoscere la sua presenza mentre ora, con il dono della fede e la fedeltà alle leggi amorose di Dio, riesco a recepire la sua costante presenza e a scoprire anche quelle sue azioni che un tempo mi erano sfuggite.

[Il passaggio dalla semplice fede alla “visione”] La fede mi ha messo nella gioia dell’esistenza, della salvezza, della santificazione, ma soprattutto mi ha aperto la conoscenza di Dio. La fede sempre più viva ed attiva fa vedere e sentire, mediante l’anima, Dio con il suo mistero: e quel che si scopre, perché Dio lo ha permesso, lo si sperimenta non solo attraverso la fede, ma “in visione” con gli occhi dello Spirito. L’unione con Dio fa sì che la fede apra le porte al trascendente, all’insondabile, e diventi spirituale visione dell’Invisibile. La vita inserita in questo contesto è differente, è più…: che cosa sia questo “più” non lo so dire!

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[I mezzi essenziali di preghiera e la preghiera spontanea] Ogni persona ha un suo proprio e originale rapporto con Dio, però la Sacra Scrittura, la Chiesa, i Sacramenti sono cibo e spirito di vita necessari a tutti. Senza di essi non vi è vita spirituale. Penso che questi mezzi, in un modo a noi sconosciuto, vengano usati dallo Spirito Santo anche per una qualche santificazione dei non credenti: la rivelazione, mediante la luce indiretta ma vera che agisce nel cuore; la Chiesa, tramite la carità e la preghiera dei fedeli per tutti gli uomini; i sacramenti, mediante i doni direttamente infusi dallo Spirito. Per vocazione siamo richiamati ad essere fedeli alla vita purgativa, illuminativa e unitiva, perché questo percorso, tracciato dal Vangelo, diffuso dalla Chiesa e sperimentato dai suoi santi con grande frutto, è una via insostituibile alla santità. Se è bene pregare secondo i metodi indicatici dal Magistero e dai Maestri di preghiera, non meravigliamoci di poter pregare a volte con metodi e forme spontanee, non sempre corrispondenti alle norme classiche: ciò che conta è saper pregare veramente in modo costruttivo e reale. La preghiera è tale se ci fa vivere nelle virtù cristiane, se ci rende umili e obbedienti allo Spirito che ci guida mediante il Magistero della Chiesa.

[Il fine della preghiera: la “trasfigurazione” e la santità] La preghiera ha la forza di farci assimilare a Gesù, e perciò di farci osservare con tenerezza e misericordia dal Padre. Come Gesù e con Gesù cerchiamo di imparare a pregare bene per restare in comunione con gli uomini, creature di Dio, per avere la forza di restare con i più bisognosi, per vedere in tutti la presenza del Padre comune. La preghiera ci serve a saper portare le nostre difficoltà, a ringraziare e osannare Dio ma soprattutto a conoscerlo. Questo è il punto: conoscerlo in modo esperienziale; in una tal situazione si è in grado di sentirsi liberi, e di volerlo essere, perché la propria libertà si è innamorata di Dio, del quale non si può più far a meno. Le persone che conoscono Dio, che vivono alla sua presenza, che ricevono e ridanno amore, si vedono, si distinguono. L’“Imitazione di Cristo” ci dice di non giudicare i santi, ed ha ragione, perché il giudizio appartiene solo a Dio che tutto conosce perfettamente; però se, per dono, i nostri occhi sono i suoi occhi, essi riescono a vedere le bellezze e le armonie interiori delle persone sante, che con le loro virtù rendono visibile la presenza di Dio.

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[La preghiera di chi vive nel mondo e in famiglia] Ho desiderato dare uno spazio ampio e diffuso sul come conoscere Dio, offrendo anche alcune linee indirette. Ciò che ho detto non è stato pensato o rivolto a persone chiuse in un convento ma a persone impegnate fortemente nelle realtà temporali. I pensieri espressi, anche se possono essere utili a varie vocazioni, li ho rivolti a tutti noi laici e in particolare agli sposati. Sono sicuro che lo Spirito Santo ci aiuta ad essere contemplativi nel mondo che, nel laboratorio del cosmo, sanno imitare l’artigiano Gesù di Nazaret. Con differente intensità stiamo camminando nel giusto percorso, ma è necessario continuare a progredire per riuscire a completare l’unione con Dio. Osservando i nostri attuali sforzi per essere fedeli alla preghiera e augurando una corrispondenza sempre maggiore, sono certo che riusciremo ad ottenere un’adeguata conoscenza di Dio. È certamente possibile essere posseduti da Dio e cercarlo continuamente, anche se impegnati con zelante amore nelle realtà familiari. Dio abita nei cuori dei familiari, è il primo e il più importante componente della famiglia e perciò è giusto e doveroso vivere con lui, che è il Signore della casa e la eleva ad essere piccola chiesa domestica. Fa divenire ogni persona sacra e congiunta con la realtà divina. Queste situazioni, e tutte quelle che fanno parte della routine feriale, ci suggeriscono di scambiarci reciprocamente le personali esperienze, al fine di creare tra noi uno spirito di comunione, proteso verso una piena conoscenza e un’adeguata fedeltà ai valori primari e trascendenti dell’esistenza. Con cuore vergine cerchiamo di esprimere nelle nostre famiglie l’amore della Santissima Trinità.

[Raccomandazione finale] Io non sono in grado di essere testimone, ma ho fatto e faccio quello che posso. Ho vissuto in famiglia; mia madre è stata tanti anni ammalata; da parecchio vivo solo. Ho lavorato tanto: ho fatto il contadino, l’idraulico, il tagliatore modellista di tomaie e, per oltre trent’anni, ho lavorato al mercato all’ingrosso della frutta e verdura. Come vedete sono uno di voi, anche se il più vecchio. Perché ho detto questo? Per invitarvi a non demordere nella via della santità. Le difficoltà ci sono ovunque; l’esistenza ha il suo prezzo da pagare ma chi cerca Dio lo trova per davvero e non c’è nulla di più bello che ascoltarlo mentre svela il suo mistero e, entrando in noi, si fa conoscere ›. [Testo: istruzione tenuta alla Comunità nel 1992]

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APPENDICE: SUSSIDI PER LE PRATICHE DI PREGHIERA Quand’ebbero terminato la preghiera…, tutti furono pieni di Spirito Santo e annunziavano la Parola di Dio con franchezza. La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuor solo e un’anima sola…. Erano assidui nella frazione del pane e nelle preghiere. [At 4,31-32; 2,42]

Raccomando prima di tutto che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini… e quanti sono al potere, perché trascorriamo una vita… tranquilla con pietà e dignità. Questa è una cosa bella e gradita a Dio, nostro salvatore, che vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità…. Ovunque, preghino alzando al cielo mani pure senza contese. [1Tm 2,1-8]

“Pregate in continuazione. In ogni cosa rendete grazie”. “Accogliete la Parola seminata in voi e che può salvarvi…, serbando e meditando tutto in cuore”. “Cantate a Dio di cuore salmi, inni e cantici spirituali”. “Con la Cena… annunciate la morte del Signore finché venga”. “Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori”. “Pregate l’un per l’altro: molto vale la preghiera del giusto”. “Ciascuno esamini se stesso per non essere giudicato”. “Confessatevi i vostri peccati per esserne guariti”. “Umiliatevi davanti al Signore, ed egli vi esalterà”. “Non disertate le nostre riunioni, ma esortatevi a vicenda”. [Cf 1Ts 5,17-18; Gc 1,21 e Lc 2,19; Col 3,16; 1Cor 11,26; 1Pt 3,15; 1Cor 11,20.28; Gc 5,16; Gc 4,10; Eb 10,25]


Animati dallo Spirito, ci uniamo a Cristo continuamente rivolto al Padre e ne imitiamo la costante adesione alle realtà trascendenti. La pietà, intesa come incessante esercizio di amore e di preghiera a Dio, si sviluppa personalmente nella comunità ecclesiale. La liturgia, eccellente e insostituibile preghiera della Chiesa, occupa un posto preminente nella nostra vita di pietà. L’Eucaristia, vita della nostra vita e sostegno reale del nostro quotidiano esodo, è culmine e fonte della nostra preghiera. La Parola viva e operante nella Scrittura, lettera d’amore di Dio alla Chiesa, è la persona di Gesù da ascoltare e abbracciare. L’Agnello sacramentalmente presente fra noi è la persona di Gesù da visitare e adorare. A Maria, donna di preghiera, ci rivolgiamo perché preghi per noi e con noi. Con l’esame di coscienza, la confessione sacramentale di lode e pentimento a Dio e le opere di una continua conversione a lui, rinnoviamo la nostra vita alla sua luce e ci disponiamo a ricevere il suo perdono. Desiderando stare con il Signore per imparare da lui a vivere in lui, gli dedichiamo le primizie del nostro tempo ogni giorno, così che la preghiera praticata sovrabbondi in quella diffusa. La fedeltà alla preghiera va conseguita con grande impegno, quale mezzo per conoscere Dio e garanzia per custodire e sviluppare la… vocazione. [Dalle costituzioni del Gruppo]


PREGHIERE COMUNI ECCLESIALI «La pietà, intesa come incessante esercizio di amore e di preghiera a Dio, si sviluppa personalmente nella comunità ecclesiale». Pertanto «le preghiere fondamentali e più valide sono quelle insegnateci dalla Chiesa» e soprattutto quella trasmessaci da Gesù in persona, che non è una semplice formula, ma la forma stessa della preghiera cristiana. Usiamo queste preghiere continuamente nelle celebrazioni della Chiesa, pronunciandole all’occorrenza in una delle sue lingue originali e universali, per simboleggiare l’unica voce della preghiera ecclesiale; ma è bene anche ripeterle personalmente, durante il giorno o nelle diverse pratiche di pietà.

36. SEGNO DI CROCE Nel nome del Padre † e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. [Mt 28,19]

37. PREGHIERA DEL SIGNORE: “PADRE NOSTRO” Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra; dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. ** Pater noster, qui es in cælis: sanctificétur nomen tuum; advéniat regnum tuum; fiat volúntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidiánum da nobis hódie; et dimítte nobis débita nostra, sicut et nos dimíttimus debitóribus nostris; et ne nos indúcas in tentatiónem, sed líbera nos a malo. Páter hemôn ho en tôis ouranôis, hagiasthéto tò ónomá su, elthéto he basiléia su, genethéto tò thélemá su, hos en uranô kài epì ghês. Tòn árton hemôn tòn epiúsion dòs hemîn sémeron; kài áfes hemîn tà ofeilémata hemôn, hos kài hemêis afékamen tôis ofeilétais hemôn; kài mè eisenénkes hemâs eis peirasmón, allà rhÿsai hemás apò tû ponerû.

PREGHIERE COMUNI ECCLESIALI

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38. A DIO UNO E TRINO: “GLORIA” Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen. ** Gloria Patri et Filio et Spirítui Sancto. Sicut erat in principio, et nunc et semper, et in sæcula sæculorum. Amen.

39. PER CRISTO, CON CRISTO E IN CRISTO Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te, Dio Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli. Amen. ** Per ipsum, et cum ipso, et in ipso est tibi, Deo Patri omnipotenti, in unitate Spiritus Sancti, omnis honor et gloria per omnia sæcula sæculorum. Amen.

40. ALLO SPIRITO SANTO: “VIENI, SANTO SPIRITO” Vieni, Santo Spirito, riempi il cuore dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore. Mandi il tuo Spirito e sono creati e rinnovi la faccia della terra. ** Veni, Sancte Spíritus, reple tuórum corda fidélium. Et tui amoris in eis ignem accénde.

41. A MARIA: “AVE, MARIA” Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen. ** Ave Maria, gratia plena, Dóminus tecum. Benedicta tu in muliéribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostræ. Amen.

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PREGHIERE COMUNI ECCLESIALI


42. ALL’ANGELO CUSTODE: “ANGELO DI DIO” Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi, governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen. ** Ángele Dei, qui custos es mei, me tibi commissum a pietate superna, illúmina, custódi, rege et gubérna. Amen.

43. AI SANTI Sante e santi tutti di Dio, pregate per noi.

44. PER I DEFUNTI: “ETERNO RIPOSO” L’eterno riposo dona loro, Signore, splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen. [Cf 4Esd 2,34-35]

** Requiem æternam dona eis Domine. Et lux perpetua luceat eis. Requiescant in pace. Amen.

45. CON LA CHIESA: SIMBOLO APOSTOLICO Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore; il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine; patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto, discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo; la santa Chiesa cattolica; la comunione dei santi; la remissione dei peccati; la risurrezione della carne; la vita eterna. Amen.

PREGHIERE COMUNI ECCLESIALI

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PREGHIERA CONTINUA La ripetizione prolungata di alcune formule brevi della tradizione della Chiesa favorisce la “preghiera continua”, «così che la preghiera praticata sovrabbondi in quella diffusa».

46. PREGHIERA AL PADRE: “ABBÀ” Abbà! Padre! [Gal 4,6]

47. PREGHIERA A GESÙ Signore Gesù Cristo, abbi pietà di me!

48. PREGHIERA ALLA TRINITÀ: “TRISAGIO” Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi.

49. PREGHIERA A MARIA Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te. Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno Gesù { nato per noi [oppure:] morto in croce per noi [oppure:] vivo con noi [o altra clausola appropriata al mistero meditato] } Dopo aver ripetuto a lungo la preghiera, si conclude con questa formula; si possono aggiungere intenzioni particolari di preghiera.

E beata te, che hai creduto all’adempimento delle parole del Signore! Prega per { noi [o uno in particolare:] … }, tu che sei donna pia. [Lc 1,28; cf Sof 3,14 | Lc 1,42 | Lc 1,45 | Gdt 8,31]

50. PREGHIERE BREVISSIME Alleluia! Osanna! Amen! Gloria! Grazie! Benedetto! Lode! Onore! Pace! Misericordia! Perdono!

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PREGHIERA CONTINUA


MEDITAZIONE «La Parola viva e operante nella Scrittura, lettera d’amore di Dio alla Chiesa, è la persona di Gesù da ascoltare e abbracciare»; ciascuno perciò «ascolta la Parola di Dio viva, scritta o tramandata, mediante la meditazione»: nella “divina lettura” della Scrittura e dei suoi commenti spirituali della Tradizione; nella “riflessione” per memoria, intelligenza e volontà; e nella “contemplazione”.

51. INVITO ALL’ASCOLTO: “SHEMÀ!” Si può iniziare con il segno di croce e le preghiere iniziali del Gruppo [n. 137]: “Padre, parlaci”; “Benediciamo”, e lo Shemà: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’Unico Signore. Amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze… e il prossimo tuo come te stesso. ** Shemà Israel! Adonai Elohenu, Adonai ehad… [Dtr 6,4-5; Lv 19,18; Mc 12,29-30]

52. LETTURE ESEMPLARI Si legge una lettura biblica, come le seguenti, o spirituale.

INNO DELLA PAROLA: IL PROLOGO DI GIOVANNI In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno spenta…. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo fu fatto per mezzo di lui, e il mondo non lo riconobbe. Venne tra i suoi, e i suoi non l’hanno accolto. A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio…. E il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua tenda in mezzo a noi. E noi vedemmo la sua gloria, gloria come di Unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità…. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia, perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio nessuno lo ha mai visto, ma il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui ce lo ha rivelato.

MEDITAZIONE

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LE “PAROLE” DI GESÙ A NOI 1 Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo Regno. 2 Il Regno di Dio è vicino. Convertitevi e credete al Vangelo. 3 Venite e vedrete. 4 Restate con me. 5 Di quanto avete, datene in elemosina. 6 Vi sia fatto secondo la vostra fede. 7 Vieni e seguimi. 8 Mettiti all’ultimo posto. 9 I poveri li avete sempre con voi. 10 Il Figlio dell’uomo quando verrà, troverà la fede sulla terra?

[1 Mt 11,27-28; cf Lc 10,21-22 e 12,32 | 2 Mc 1,15 | 3 Gv 1,39 | 4 Mt 26,38 | 5 Lc 12,33 | 6 Mt 9,29 | 7 Mt 19,21; Lc 18,22 | 8 Lc 14,10 | 9 Gv 12,8 | 10 Lc 18,8]

L’ANNUNCIO APOSTOLICO Dio ha risuscitato Gesù… e lo ha costituito Signore e Cristo: innalzato pertanto alla destra di Dio, ha effuso, dopo averlo ricevuto dal Padre, lo Spirito Santo che egli aveva promesso. [At 2,32-33]

IL MESSAGGIO DELL’AMORE Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che ora vi annunziamo: “Dio è luce e in lui non ci sono tenebre”…. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati…, perché noi avessimo la vita per lui. Se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi. Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha fatto dono del suo Spirito…. Noi abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui. [Gv 3,16-17 | 1Gv 1,5; 4,8-13.16]

Per addentrarsi in meditazione si può usare la “Preghiera per poter pregare” [n. 20,2] o la “Contemplazione nella Parola” [n. 16].

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MEDITAZIONE


ORAZIONE DIURNA “Ci rivolgiamo a Dio nell’orazione, unendoci quando è possibile alla liturgia delle ore”, ossia con “inni, salmi, cantici”. Per comodità vengono riportati qui gli elementi essenziali per l’orazione diurna di lode, da scegliere secondo l’ora del giorno, il tempo liturgico o la circostanza: un invitatorio, un inno, un salmo e un cantico spirituale, un cantico evangelico, alcune preci con il “Padre Nostro” e un’orazione e, alla fine, un saluto a Maria.

INVITATORIO 53. INVITO ALLA LODE Lodate il Signore, popoli tutti, voi tutte nazioni, dategli gloria, perché forte è il suo amore per noi e la fedeltà del Signore dura in eterno. Gloria al Padre… Come era… Ricòrdati che Gesù Cristo, della stirpe di Davide, è risuscitato dai morti, secondo il Vangelo. [Sal 116 | 2Tm 2,8]

54. INVOCAZIONE E INVITO ALL’ASCOLTO O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre… Come era… Oppure:

Signore, ascolta la nostra preghiera e il nostro grido giunga fino a te. Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’Unico Signore. Amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze… e il prossimo tuo come te stesso. [Sal 69,2 | Sal 101,2 | Dtr 6,4-5; Lv 19,18; Mc 12,29-30]

ORAZIONE DIURNA: INVITATORIO

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INNO 55. INNO DELLA FESTA O giorno fatto dal Signore, perché ci rallegriamo ed esultiamo in esso! Il Risorto appare agli apostoli e dona loro la pace della gloria. Gesù sale nella casa del Padre, mentre rimane con noi nell’Eucaristia, quale Agnello trafitto per la nostra salvezza. Discende lo Spirito Santo e i deboli diventano forti, i timorosi diventano guerrieri di Cristo, gli ignoranti diventano oratori e maestri. Con la discesa dello Spirito Santo il Cielo sposa la terra, il buio diventa luce, i peccatori ricevono la grazia. È finita la settimana lavorativa ed è iniziato il giorno di festa. Dio è Dio! { Alleluia. } Dio è Dio! Osanna. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te, Padre, sia gloria, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen. 56. INNO DELLA FERIALITÀ Le trombe del cielo annunciano il Re: ecco il nostro Dio ci parla: “Non temere, piccolo gregge: lavora e prega, fai opere di bene senza pretendere nessuna ricompensa: ti vedrò”. Non resta nascosta la città sul monte.

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ORAZIONE DIURNA: INNI


O città benedetta, che riunisci cielo e terra: non hai bisogno di tempio, perché Dio è il tuo tempio; non hai bisogno di luce, né di lampada alcuna, perché la Gloria ti illumina e tua lampada è l’Agnello. Se così vuole Dio, se tanto ci ama, abbandoniamoci a lui con fiducia. Dio ci ama. Dio ci ama davvero. Siano rese grazie al Padre, che ci fa partecipare al suo trionfo in Cristo e diffonde per la Chiesa il profumo del suo Spirito. Amen. 57. INNO ALLO SPIRITO SANTO: “VENI CREATOR” Vieni, o creatore Spirito, visita le menti dei tuoi, riempi di superna grazia i cuori che hai creato: tu che sei detto Avvocato, dono del Dio altissimo, fonte viva, fuoco, amore, e spirituale unzione; tu settiforme in dono, dito della paterna mano; tu, ben promesso dal Padre, che dài voce alle labbra: accendi lume alle menti, infondi amore ai cuori, rafforzando le infermità nostre con virtù perenne; respingi lontano il Nemico, e dona la pace subito; con te davanti alla guida scampiamo ogni danno. Fa’ che per te sappiamo il Padre e conosciamo pure il Figlio; e te, di entrambi Spirito, crediamo in ogni tempo. Amen.

** Veni, Creator Spiritus, mentes tuorum visita, imple superna gratia, quæ tu creasti, pectora. Qui diceris Paraclitus, altissimi donum Dei, fons vivus, ignis, caritas, et spiritalis unctio. Tu septiformis munere, digitus paternæ dexteræ, tu rite promissum Patris sermone ditans guttura. Accende lumen sensibus, infunde amorem cordibus, infirma nostri corporis virtute firmans perpeti. Hostem repellas longius, pacemque dones protinus; ductore sic te prævio vitemus omne noxium. Per te sciamus da Patrem, noscamus atque Filium, teque utriusque Spiritum credamus omni tempore. Amen.

Come inno si può usare anche una delle preghiere di lode [n. 3-5].

ORAZIONE DIURNA: INNI

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SALMODIA Rinvio al Salterio (secondo la numerazione greca)

SALMI INVITATORI 94: Venite, applaudiamo al Signore. 99: Acclamate al Signore. 23: Del Signore è la terra e quanto contiene. Chi salirà il monte del Signore? SALMI PENITENZIALI 50: Pietà di me, nella tua misericordia. 35: Nel cuore dell’empio parla il peccato. 31: Beato l’uomo a cui è rimessa la colpa. SALMI DI RICERCA E NOSTALGIA 41: Come la cerva anela. 26: Il Signore è mia luce e mia salvezza. Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco. Il tuo volto, Signore, io cerco. 62: O Dio, tu sei il mio Dio. 76: La mia voce sale a Dio. Mi ricordo di Dio e gemo. SALMI DI LAMENTAZIONE E SFOGO 136: Sui fiumi di Babilonia. 13: Dice lo stolto: Non c’è Dio. 54: Porgi l’orecchio, Dio. 87: Signore, Dio della mia salvezza. Mi sono compagne solo le tenebre. SALMI DI RIFLESSIONE 8: Signore, nostro Dio, quant’è grande il tuo nome su tutta la terra. Cos’è l’uomo perché te ne ricordi? 138: Signore, tu mi scruti e mi conosci. 89: Signore, tu sei stato per noi un rifugio. Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore. 48: Ascoltate, popoli tutti. Nessuno può riscattare se stesso. SALMI DI RINGRAZIAMENTO 102: Benedici il Signore, anima mia. 106: Celebrate il Signore. Ringrazino il Signore per la sua misericordia. 33: Benedirò il Signore in ogni tempo. 144: O Dio, mio re, voglio esaltarti. Buono è il Signore verso tutti. SALMI DI LODE E PICCOLO HALLEL 116: Lodate il Signore popoli tutti. 64: A te si deve lode, o Dio, in Sion. 149: Cantate al Signore un canto nuovo. Gioisca Israele nel suo creatore. 150: Alleluia, lodate il Signore.

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ORAZIONE DIURNA: SALMI


HALLEL PASQUALE E GRANDE HALLEL 112: Lodate servi del Signore, lodate il nome del Signore. 113A: Quando Israele uscì dall’Egitto. 113B: Non a noi, Signore, ma al tuo nome da’ gloria. 114: Amo il Signore perché ascolta. 115: Ho creduto anche quando dicevo: Sono troppo infelice. Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato? 117: Celebrate il Signore perché è buono. Questo è il giorno che ha fatto il Signore! 135: Lodate il Signore perché è buono (Grande Hallel). SALMI MESSIANICI 109: Oracolo del Signore al mio Signore. Io oggi ti ho generato. 44: Effonde il mio cuore liete parole. Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo. Alla tua destra la regina. 39: Ho sperato, ho sperato nel Signore. Ecco, io vengo. Sul rotolo del libro di me è scritto di compiere il tuo volere. 71: Dio, da’ al re il tuo giudizio. I re di Tarsis gli porteranno offerte 40: Beato l’uomo che ha cura del debole. Anche l’amico in cui confidavo alza contro di me il suo calcagno. 21: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? 15: Proteggimi, o Dio. Non abbandonerai la mia vita nel sepolcro. 46: Applaudite, popoli tutti. Ascende Dio tra le acclamazioni. 103: Benedici il Signore. Manda il tuo Spirito, Signore. SALMI ECCLESIALI 86: Le sue fondamenta sono sui monti santi. 22: Il Signore è il mio pastore. 132: Ecco quanto è bello e quanto è soave che i fratelli vivano insieme. SALMI DEL CAMMINO 83: Quanto sono amabili le tue dimore! 119-133: Salmi di pellegrinaggio. In particolare: 121: Quale gioia quando mi dissero: Andremo alla casa del Signore! 129: Dal profondo a te grido. SALMI DI FIDUCIA E ABBANDONO IN DIO 61: Solo in Dio riposa l’anima mia. 130: Signore, non si inorgoglisce il mio cuore. Io sono come un bimbo svezzato in braccio a sua madre. 126: Se il Signore non costruisce la casa. 90: Tu che abiti al riparo dell’Altissimo. SALMI DELLA LEGGE 1: Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi (le due vie) 18: I cieli narrano la gloria di Dio. La legge del Signore è perfetta. 118: Beato l’uomo di integra condotta.

ORAZIONE DIURNA: SALMI

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CANTICO SPIRITUALE 58. CANTICO CRISTOLOGICO Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me: questa vita io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me. Oppure: In principio era il Verbo e il Verbo era presso il Padre: [nel tempo ordinario:] { per lui tutto fu fatto;senza di lui, nulla } [in Avvento:] { veniva nel mondo la Luce vera. } [a Natale:] { e il Verbo si è fatto carne. } [in Quaresima:] { la Luce splende nelle tenebre. } [a Pasqua:] { e noi vedemmo la sua gloria. }

Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre. Gloria… [Fil 2, 6-11 | Antifona: Gal 2,20 | da Gv 1 | cf At 2,24; Lc 24,25]

In questo inno è presentato tutto lo svolgimento del mistero cristiano e la sua logica d’amore, in cui occorre penetrare, altrimenti si è “stolti e tardi di cuore”: il Cristo è Dio, per natura immortale; per amore si è fatto uomo, per natura mortale, ed è morto; di conseguenza, “perché la morte non poteva tenerlo in suo potere”, è risorto a vita nuova e tutta l’umanità ne è divinizzata. È utilizzato nei primi vespri domenicali. Le antifone riportate possono sottolineare questo o quell’aspetto del mistero.

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ORAZIONE DIURNA: CANTICI SPIRITUALI


59. CANTICO DI BENEDIZIONE: “BENEDICTUS DEUS” Questo mistero è ora rivelato per mezzo dello Spirito: tutti sono chiamati in Cristo alla stessa eredità e a formare lo stesso corpo per mezzo del vangelo.

Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per trovarci, al suo cospetto, santi e immacolati nell’amore. Ci ha predestinati a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo secondo il beneplacito del suo volere a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto. In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia. Dio l’ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza, poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero del suo volere, il disegno di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra. Nella sua benevolenza lo aveva in lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi. Gloria…

[Ef 1,3-10 | Antifona: Ef 3,5-6]

È il cantico della manifestazione del mistero di Dio e della chiamata di tutte le genti “nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” nella Chiesa, “sacramento di unità di tutto il genere umano”, come dice il Concilio Vaticano II nella Lumen Gentium. Tale cantico è utilizzato per la liturgia dell’Epifania. Il mistero della chiamata universale alla santificazione in tutte le condizioni e gli stati di vita è particolarmente significativo per il Gruppo, che tra l’altro proprio nell’Epifania del 1984, che cadeva quell’anno l’8 gennaio, ha ricevuto dall’Arcivescovo di Milano la prima approvazione degli statuti.

ORAZIONE DIURNA: CANTICI SPIRITUALI

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60. CANTICO DI RINGRAZIAMENTO: “GRATIAS AGENTES” Il Verbo dal Padre è venuto, al Padre è tornato. O profondità della ricchezza, sapienza e scienza di Dio! Da lui, secondo lui e in vista di lui è ogni cosa. A lui la gloria nei secoli!

Ringraziamo con gioia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, perché ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce, ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati. Cristo è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui: quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili. Egli è il capo del corpo, che è la Chiesa; è il principio di tutto, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose. Piacque a Dio di far abitare in lui ogni pienezza, per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificare con il sangue della sua croce gli esseri della terra e quelli del cielo. Gloria…

[Col 1, 3.12-20 | Antifona: Gv 1,3.14; 16,28; Rm 11,33.36]

È una variazione sul tema del cantico precedente: è un ringraziamento a Dio per il dono di salvezza e un inno di ricapitolazione di tutto in Cristo, per la crescita del «Cristo totale» (lui che è il Capo, e noi che siamo le membra).

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ORAZIONE DIURNA: CANTICI SPIRITUALI


61. INNO DI ADORAZIONE: “SANCTUS” Santo, Santo, Santo il Signore Dio, l’Onnipotente, Colui che era, che è e che viene! L’Agnello che fu immolato è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione. A Colui che siede sul trono e all’Agnello lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli. Amen. Agnello immolato, vivo e presente nell’eucaristia, tu sei degno di ogni potenza, ricchezza, forza, splendore, onore, adorazione, lode, gloria e benedizione da parte di tutta l’umanità.

[Ap 4,8; cf Is 6,3 (canto dei serafini) | Acclamazione finale: cf Ap 5,12-13 citata nella Adorazione “Ti amo” (n. 17,2)]

L’inno al Dio trino e quindi Tre volte Santo (“Trisagio”) è suscitato dallo Spirito stesso e culmina nell’atto di adorazione al Padre, misteriosamente assiso sul suo trono, e al Cristo Agnello e perciò Pastore: fatto uomo, immolato e risorto. Tutta la serie dei cantici dell’Apocalisse, che si apre con tale inno, è particolarmente cara alla spiritualità del Gruppo, in quanto esprime la vita da vivere già ora alla luce della vita eterna, nel mistero della Trasfigurazi one. L’inno può essere utilizzato in particolare per l’atto di adorazione a Cristo presente nell’eucaristia con il Padre e lo Spirito.

ORAZIONE DIURNA: CANTICI SPIRITUALI

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62. CANTICO DELLA LITURGIA CELESTE: “DIGNUS” La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello. Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen!

Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l’onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose, e per la tua volontà furono create e sussistono. Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai riscattato per Dio con il tuo sangue uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione e li hai costituiti per il nostro Dio un regno di sacerdoti, e regneranno sopra la terra. L’Agnello che fu immolato è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione. Gloria…

[Ap 4,11; 5,9-10.12 | Antifona: Ap 7,10.12]

Connesso al precedente, questo inno si presta ad introdurre sia all’adorazione, sia alla meditazione del libro della Scrittura.

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ORAZIONE DIURNA: CANTICI SPIRITUALI


63. CANTICO DEI SALVATI: “GRATIAS AGIMUS” Non avranno più fame né sete, né li colpirà alcun male, perché l’Agnello sarà il loro Pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi.

Noi ti rendiamo grazie, Signore Dio onnipotente, che sei e che eri, perché hai messo mano alla tua grande potenza, e hai instaurato il tuo regno. Le genti fremettero, ma è giunta l’ora della tua ira, il tempo di giudicare i morti, di dare la ricompensa ai tuoi servi, ai profeti e ai santi e a quanti temono il tuo nome, piccoli e grandi. Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo; poiché è stato precipitato l’Accusatore, colui che accusava i nostri fratelli, davanti al nostro Dio giorno e notte. Essi lo hanno vinto per il sangue dell’Agnello e la testimonianza del loro martirio, perché hanno disprezzato la vita fino a morire. Esultate, dunque, o cieli, rallegratevi e gioite, voi tutti che abitate in essi. Gloria…

[Ap 11,17-18; 12,10-12 | Antifona: Ap 7,16-17]

Cantico di ringraziamento per eccellenza, non ignora il tremendo mistero del male con l’opera di Satana (l’Accusatore) che affligge il mondo, ma ringrazia Dio per la salvezza che è già stata irreversibilmente operata da Cristo e che si compirà nella vita futura.

ORAZIONE DIURNA: CANTICI SPIRITUALI

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64. CANTICO DELL’AGNELLO: “MAGNA ET MIRABILIA” Coloro che avevano vinto il peccato cantavano il Cantico di Mosè, servo di Dio, e il Cantico dell’Agnello

Grandi e mirabili sono le tue opere, o Signore Dio onnipotente; giuste e veraci le tue vie, o Re delle genti! Chi non temerà il tuo nome chi non ti glorificherà, o Signore? Tu solo sei santo. Tutte le genti verranno a te, Signore, davanti a te si prostreranno, perché i tuoi giusti giudizi si sono manifestati Gloria…

[Ap 15,3-4 | Antifona: cf Ap 15,2-3; cf Es 15]

Secondo il testo stesso dell’Apocalisse, questo cantico dei salvati corrisponde, dandone il senso cristiano, al Canto del Mare intonato da Mosè e dagli Israeliti dopo aver compiuto l’esodo dall’Egitto. Perciò anche noi, recitando o cantando questo cantico, celebriamo tutta la storia comunitaria e personale della salvezza e ravviviamo il nostro battesimo.

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ORAZIONE DIURNA: CANTICI SPIRITUALI


65. CANTICO DELLE NOZZE DELL’AGNELLO: “ALLELUIA” Beati gli invitati al banchetto delle nozze dell’Agnello!

Alleluia! Salvezza, gloria e potenza sono del nostro Dio; veri e giusti sono i suoi giudizi. Alleluia! Lodate il nostro Dio, voi tutti suoi servi, voi che lo temete, piccoli e grandi. Alleluia! Ha preso possesso del suo Regno il Signore, il nostro Dio, l’Onnipotente. Rallegriamoci ed esultiamo, rendiamo a lui gloria. Sono giunte le nozze dell’Agnello, la sua Sposa è pronta. Gloria…

[Cf Ap 19,1-7 | Antifona: Ap 19,9]

Il cantico celebra con l’Alleluia (“Lodate il Signore”) le nozze dell’Agnello Cristo con la nuova Gerusalemme, ossia la Chiesa e l’intera umanità assunta con l’incarnazione, redenta con la passione e salvata con la resurrezione: ogni consacrazione cristiana sviluppa tale unione sponsale fino al compimento eterno. Questo è il senso dell’Alleluia nelle diverse preghiere di Ireos. Il cantico, di carattere pasquale, è adatto ai vespri domenicali e festivi e non si recita in Quaresima. Se cantato, l’Alleluia si può ripetere più volte ad ogni stico.

ORAZIONE DIURNA: CANTICI SPIRITUALI

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CANTICO EVANGELICO 66. INNO CELESTE E TERRESTRE: “GLORIA”, “OSANNA” Gesù è la pietra scartata dagli uomini, divenuta testata d’angolo: in nessun altro c’è salvezza.

Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama. Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli! Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli! Gloria… [Lc 2,14 | cf Mt 21,9 (cf Sal 117, 25-26); Mc 11,9-10; Lc 19,38; Gv 12,13 | Antifona: Atti 4,11-12 (cf 117,22)]

L’inno degli angeli a Betlemme ci dà il senso del mistero dell’incarnazione e delle sue conseguenze nella vita umana: la pace è il riflesso nel tempo dell’eterna gloria di Dio. Per questo, per evitare di confonderla con altre manifestazioni della pace, tale realtà mistica è chiamata da Ireos “pace della gloria”, sperimentabile almeno come la serenità che deve accompagnare anche nei dolori tutta la vita del credente. L’acclamazione della folla di Gerusalemme a Gesù, riconosciuto come il Messia, culmina nell’acclamazione ebraica “Osanna”, che vuol dire “Salva!”, in un senso che può andare dal generico “evviva” alla più profonda invocazione di salvezza. La connessione di tale acclamazione, che prelude paradossalmente alla passione di Gesù, con quella di gloria e pace già presente nell’inno angelico di Betlemme rivela la connessione tra il mistero della redenzione e quello dell’incarnazione. Nell’icona biblica del Gruppo, la duplice acclamazione di Alleluia e Osanna sta a significare il riconoscimento della gloria di Dio in se stesso e della salvezza da lui operata in noi. Il cantico si presta alla preghiera diffusa nel corso della giornata e all’adorazione.

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ORAZIONE DIURNA: CANTICI EVANGELICI


67. CANTICO DI ZACCARIA: “BENEDICTUS” Chi si farà piccolo come un bambino sarà profeta dell’Altissimo, per richiamare il suo popolo alla conoscenza della salvezza.

Benedetto il Signore Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi una salvezza potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva promesso per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati, grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace. Gloria… [Lc 1,68-79 | Antifona: cf Mt 18,4; Lc 1,77 e 3,4]

Cantico delle Lodi mattutine, esprime la vocazione cristiana. Tutti gli uomini sono chiamati alla salvezza, ma i cristiani sono chiamati fin d’ora alla conoscenza mistica di essa; nella “piccolezza” sono richiamo profetico alla vita eterna per tutto il popolo e tutti i popoli; come il Precursore (modello caro al Gruppo) devono indicare Gesù Agnello e Pastore, preparargli la via, diminuire mentre lui cresce, essere lampada che arde e splende, dar voce alla P arola.

ORAZIONE DIURNA: CANTICI EVANGELICI

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68. CANTICO DI MARIA: “MAGNIFICAT” Tutto ha fatto la mano del Signore, e tutto è suo. Su chi volgerà lo sguardo? Sull’umile, su chi ha lo spirito contrito, su chi accoglie la sua Parola.

L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva: d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote; ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre. Gloria… [Lc 1,46-55 | Antifona: cf Is 66,1-2]

** Magnificat | anima mea Dominum, || et exultavit spiritus meus | in Deo salutari meo, || quia respexit humilitatem ancillæ suæ: | ecce enim ex hoc beatam me dicent omnes generationes, || quia fecit mihi magna qui potens est: | et sanctum nomen eius, || et misericordia eius a progenie in progenies | timentibus eum. || Fecit potentiam in brachio suo | dispersit superbos mente cordis sui, || deposuit potentes de sede, | et exaltavit humiles, || esurientes implevit bonis | et divites dimisit inanes. || Suscepit Israel puerum suum | recordatus misericordiæ suæ, || sicut locutus est ad patres nostros Abraham | et semini eius in sæcula. Gloria Patri et Filio… Cantico dei Vespri, esprime la spiritualità cristiana, culminante nell’esultanza mistica e centrata sull’umiltà, che permette al fedele, come a Maria, di vivere in Dio e di lasciarlo operare in sé.

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ORAZIONE DIURNA: CANTICI EVANGELICI


69. CANTICO DI SIMEONE: “NUNC DIMITTIS” Grande è il mistero della pietà: Cristo si manifestò nella carne, fu giustificato nello Spirito, apparve agli angeli, fu annunziato ai pagani, fu creduto nel mondo, fu assunto nella gloria.

Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola, perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele. Gloria…

[Lc 2,29-32 | Antifona: 1Tm 3,16]

Cantico tradizionalmente riservato alla Compieta, può però essere anche recitato per ravvivare l’atteggiamento di retto impegno evangelico nel mondo; vi sono infatti richiamati alcuni fondamentali valori della vocazione cristiana: la salvezza, la gloria, la pace, la luce, l’illuminazione universale e manifestazione (epifania) della salvezza. ORAZIONE DIURNA: CANTICI EVANGELICI

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PRECI Si possono recitare alcune preci, a scelta, adatte al momento.

70. INVOCAZIONI Nella bontà misericordiosa del nostro Dio per noi è sorto il Signore. Acclamiamo a lui che, facendosi Agnello, è divenuto nostro Pastore. Tu che sei il Consacrato di Dio, su cui il Padre ha posto il suo sigillo, Kyrie, eleison! Kyrie eleison! Tu che sei l’Amen e il Testimone fedele… Tu che nei giorni della tua vita terrena hai offerto preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a Colui che poteva liberarti da morte, e fosti esaudito per la tua pietà… Tu, che pur essendo Figlio imparasti l’obbedienza da ciò che patisti, e, reso perfetto, sei divenuto causa di salvezza per quanti ti obbediscono… Tu che per ristorare gli affaticati e oppressi, ti sei messo all’ultimo posto come chi serve… Tu che sei rimasto vergine nel seno del Padre e ci hai amati come una chioccia i suoi piccoli… Tu che da ricco che eri ti facesti povero per arricchire noi tutti… Tu che facesti bene ogni cosa e hai reso la tua bella testimonianza di fronte a Ponzio Pilato… Tu che, essendo nostro Dio e nostro prossimo, sei comandamento nuovo, modello della carità e via di ogni consacrazione… Tu che per noi hai consacrato te stesso, perché anche noi fossimo consacrati nella verità… Tu che sei il Figlio prediletto del Padre, in cui tutte le promesse sono divenute “Sì”… Tu che passando il tempo in preghiera ci insegnasti a pregare… Tu che pur essendo di natura divina, ti svuotasti facendoti obbediente fino alla morte, e alla morte di Croce… Tu che, mite ed umile di cuore, non spegni il lucignolo smorto ma ti sei lasciato maltrattare senza aprir bocca… Tu che ti sei fatto Eunuco per il Regno e Sposo della Chiesa… Tu che ti facesti così povero da non avere dove posare il capo e hai voluto restare nei più piccoli fra noi… Tu che passasti beneficando e ammaestrando tutti con parole di vita… Tu che sei autore e perfezionatore della fede, speranza e carità… Padre Nostro… [Dalla liturgia comunitaria della Festa. Cf Cabasilas, La vita in Cristo, 1.3; Eb 12,2 | Gv 6,27; 17,19 | Ap 3,14; 2Cor 1,20 | Eb 5,7 | Eb 5,8; Fil 2,8 | Mt 11,28-29; 12,20; Lc 14,10; 22,27; At 8,32 | Gv 1,18; Mt 19,12; Gv 3,29; Mt 23,37 | 2Cor 8,9; Mt 8,20; 25,40 | Mc 7,37; At 10,38; Gv 6,68; 1Tm 6,13 | Bonaventura, Itinerario, 4.5; Gv 13,15.34; 2Cor 5,21; Gv 1,29 | Gv 1,9; Mt 1,1; Lc 3,38; Eb 7,2; Lc 7,16; 12,24; 6,12; 6,20; Ap 7,17].

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ORAZIONE DIURNA: PRECI


71. INTERCESSIONI A Dio, che è Padre di tutti, rivolgiamo nell’intimità filiale la nostra preghiera: Donaci, o Padre, la tua benedizione. Tu ci hai chiamati a darti gloria nella Chiesa: aiutaci a realizzare una più completa donazione a te, perché in Cristo, con l’aiuto dello Spirito Santo, ognuno raggiunga il fine per cui è stato creato. Tu che sei Padre di tutti e ami tutti, fa’ che anche noi amiamo e perdoniamo quanti non ci fanno del bene. Tu che sei l’Unico Bene essenziale, meta e premio del nostro cammino, fa’ che non pretendiamo nulla, per poter piuttosto avere te che sei il Tutto. Tu che vuoi che tutti gli uomini siano salvi, fa’ che non ci separiamo mai dall’unica vera Vite, che è Cristo tuo Figlio, e che vi rimaniamo innestati là dove tu ci hai da sempre voluto. Tu che hai preparato per noi la festa senza fine del tuo Regno, fa’ che assieme ai nostri fratelli già defunti, vi possiamo prender parte con gioia. [Oppure:] Per la Chiesa, perché sia un solo Gregge sotto Cristo, il solo Pastore. Per l’intera Chiesa universale e le nostre Chiese locali; per il papa e i nostri vescovi e presbiteri; per tutti i consacrati: perché in reciproca comunione diamo tutti gloria a Dio. Per l’intero genere umano, perché tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della Verità. Per la società civile e i suoi governanti, perché trascorriamo una vita in pace, con tutta pietà e dignità, preghiamo. { Per questo Piccolo Gruppo, perché in comunione con tutta la Chiesa ci aiutiamo a salvarci e a salvare. } Per i nostri familiari, amici e conoscenti, e per i poveri che sono sempre fra noi: perché anche tramite la nostra umile e fedele presenza possano incontrare il Signore. Per tutti i defunti { e in particolare per… }, perché prendano parte alla festa senza fine.

Padre nostro… 72. DOSSOLOGIA Al beato e unico sovrano, il Re dei regnanti e Signore dei signori, il solo che possiede l’immortalità, che abita una luce inaccessibile; che nessuno fra gli uomini ha mai visto né può vedere: a lui onore e potenza per sempre. Amen. [1Tm 6,15-16]

Padre nostro… ORAZIONE DIURNA: PRECI

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ORAZIONE Si può concludere con un’orazione adatta al momento.

73. NEL MISTERO DELL’ATTESA O Dio, nostro Padre, che ci hai creati per te, così che è inquieto il nostro cuore finché non riposa in te, suscita in noi il desiderio di andare incontro al tuo Cristo che viene, perché egli ci chiami accanto a sé nella gloria a possedere il Regno dei Cieli. Per Cristo nostro Signore. Amen. 74. NEL MISTERO DELL’INCARNAZIONE O Dio che in modo mirabile ci hai creati a tua immagine e in modo più mirabile ci hai rinnovati e redenti, fa’ che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio che ha voluto assumere la nostra natura umana. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen. 75. NEL MISTERO DELLA PASSIONE O Dio onnipotente ed eterno, che hai dato come modello agli uomini il Cristo tuo Figlio, nostro salvatore, fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce, fa’ che abbiamo sempre presente l’insegnamento della sua passione, per partecipare alla gloria della resurrezione. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen. 76. NEL MISTERO DELLA RESURREZIONE O Dio, che ci hai illuminati con la gloria della resurrezione di Gesù, ravviva nella tua famiglia lo spirito filiale, perché tutti noi rinnovati nel corpo e nell’anima siamo sempre fedeli al tuo servizio. Per Cristo nostro Signore. Amen. 77. NEL MISTERO DELLA PENTECOSTE O Dio, che con il dono dello Spirito Santo guidi i credenti alla piena luce della verità, donaci di gustare nel tuo Spirito la vera sapienza e di godere sempre del suo conforto. Per Cristo nostro Signore. Amen.

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ORAZIONE DIURNA: ORAZIONI


78. NEL MISTERO DI MARIA O Dio, nostro Padre, che mediante lo Spirito Santo hai congiunto Maria al mistero del tuo Figlio, perché fosse la madre dei redenti, fa’ che accogliendone l’esempio e l’aiuto possiamo essere rigenerati nella salvezza. Per Cristo nostro Signore. Amen. 79. IN ONORE DEI SANTI O Dio onnipotente ed eterno, che doni alla tua Chiesa la gioia di celebrare i meriti e la gloria dei tuoi santi, concedi al tuo popolo per la comune intercessione di tanti nostri fratelli l’abbondanza della tua misericordia. Per Cristo nostro Signore. Amen. 80. PER I DEFUNTI Ascolta, o Dio, la preghiera che la comunità dei credenti innalza a te nella fede del Signore risorto e conferma in noi la beata speranza che insieme ai nostri fratelli defunti risorgeremo in Cristo a vita nuova. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen. 81. DURANTE L’ANNO Visita, o Padre, la nostra casa e tieni lontane le insidie del nemico; vengano i tuoi santi angeli a custodirci nella pace, e la tua benedizione rimanga sempre con noi. Per Cristo nostro Signore. Amen. 82. PER SÉ Alto e glorioso Dio, illumina il cuore mio: dammi fede retta, speranza certa, carità perfetta, umiltà profonda, intelligenza e sapienza, perché io osservi i tuoi comandamenti. Prendi, Signore, e accetta tutto ciò che ho e sono: tu me l’hai dato e a te lo ridono. Tutto è tuo: disponine come a te piace; dammi solo il tuo amore e la tua grazia, ché questa mi basta. Che io mi conosca; che io ti conosca, o Dio! [Cf Francesco d’Assisi, Preghiera davanti al Crocifisso | Ignazio di Loyola, “Suscipe et accipe” | Agostino, Soliloqui, 2.1]

ORAZIONE DIURNA: ORAZIONI

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SALUTO A MARIA 83. DURANTE L’ANNO: “ANGELUS” L’angelo del Signore portò l’annuncio a Maria ed ella concepì di Spirito Santo. Ave Maria… Santa Maria… «Ecco la serva del Signore: si faccia di me secondo la tua parola». Ave… Santa Maria… E la Parola divenne carne e pose la sua tenda in mezzo a noi. Ave… Santa Maria… Prega per noi, Santa Madre di Dio, perché siamo resi degni delle promesse di Cristo. ** Angelus Domini nuntiavit Mariæ. Et concepit de Spiritu Sancto. Ecce ancilla Domini. Fiat mihi secundum verbum tuum. Et Verbum caro factum est. Et habitavit in nobis. Ora pro nobis, sancta Dei Genitrix. Ut digni efficiamur promissionibus Christi.

Preghiamo. Infondi in noi la tua grazia, o Dio: tu che nell’annuncio dell’angelo ci hai rivelato l’incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e morte guidaci alla gloria della resurrezione. Per Cristo nostro Signore. Amen. Gloria… { Angelo di Dio… | L’eterno riposo… } 84. NEL TEMPO PASQUALE: “REGINA CÆLI” Regina del cielo, rallegrati, alleluia: Cristo, che hai portato nel grembo, alleluia, è risorto come aveva promesso, alleluia. Prega il Signore per noi, alleluia. Rallegrati, Vergine Maria, alleluia: il Signore è veramente risorto, alleluia. ** Regina cæli lætare, Alleluia, quia quem meruisti portare, Alleluia, resurrexit, sicut dixit, Alleluia. Ora pro nobis Deum, Alleluia. Gaude et lætare, Virgo Maria, Alleluia, quia surrexit Dominus vere, Alleluia.

Preghiamo. O Dio, che nella gloriosa risurrezione del tuo Figlio hai ridato la gioia al mondo intero, per intercessione di Maria Vergine concedi a noi di godere la gioia della vita senza fine. Per Cristo… Gloria… { Angelo… | L’eterno…}

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ORAZIONE DIURNA: SALUTO A MARIA


85. NELLA FESTA, DALL’“AKATHISTOS” Accogliendo il mistico ordine,l’angelo si presentò a Maria per dirle: “Colui che scendendo ha piegato i cieli, tutto si racchiude in te”. E noi, contemplando lui nel tuo seno, stupiti esclamiamo: Ave, iniziata ai divini Misteri. Ave, compendio dei dogmi di Cristo. Ave, scala fra il cielo e la terra. Ave, Madre di Agnello e Pastore. Ave, ovile del Piccolo Gregge. Ave, aurora del mistico giorno. Ave, epifania della vita celeste. Ave, conciliatrice dei termini opposti. Ave, Sposa illibata! Contemplando il parto strano, rendiamoci estranei al mondo, elevando al cielo la nostra mente. Per questo, infatti, l’Altissimo apparve sulla terra come umile uomo volendo portare in alto coloro che gli cantano: Alleluia! Angeli santi, mandati da Dio, custoditeci nel nostro cammino. Si tratta di una selezione di versi dell’Inno Akáthistos, inserita dal 1999 nella liturgia della Festa; il tropario finale era stato citato da Ireos in un suo scritto del 1997 (“Per noi Dio solo!”), come espressione della vocazione “nel mondo ma non del mondo”.

86. IN FORMA BREVE: “SOTTO LA TUA PROTEZIONE” Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta. ** Sub tuum præsídium confúgimus, sancta Dei Génetrix; nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus; sed a perículis cunctis líbera nos semper, Virgo gloriósa et benedícta.

ORAZIONE DIURNA: SALUTO A MARIA

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EUCARISTIA «L’Eucaristia, vita della nostra vita e sostegno reale del nostro quotidiano esodo, è culmine e fonte della nostra preghiera». Le principali preghiere della Messa, ad esclusione della consacrazione eucaristica, possono essere utilizzate per ogni ringraziamento.

87. “CONFITEOR” E “KYRIE” Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata Vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. ** Confiteor Deo omnipotenti et vobis, fratres, quia peccavi nimis cogitatione, verbo, opere et omissione: mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa. Ideo precor beatam Mariam semper Virginem, omnes Angelos et Sanctos, et vos fratres, orare pro me ad Dominum Deum nostrum.

Kyrie, eleison. Christe, eleison. Kyrie, eleison.

88. “GLORIA” Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo nella gloria di Dio Padre. Amen. ** Gloria in excelsis Deo. Et in terra pax hominibus bonæ voluntatis. Laudamus te, benedicimus te, adoramus te, glorificamus te, gratias agimus tibi propter magnam gloriam tuam, Domine Deus, Rex cælestis Deus Pater omnipotens, Domine Fili unigenite, Iesu Christe, Domine Deus, Agnus Dei, Filius Patris, qui tollis peccata mundi, miserere nobis; qui tollis peccata mundi, suscipe deprecationem nostram. Qui sedes ad dexteram Patris, miserere nobis. Quoniam tu solus Sanctus, tu solus Dominus, tu solus Altissimus, Iesu Christe, cum Sancto Spiritu: in gloria Dei Patris. Amen.

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EUCARISTIA


89. “CREDO” Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. ** Credo in unum Deum, Patrem omnipoténtem, factórem cæli et terræ, visibilium ómnium et invisibílium. Et in unum Dóminum Iesum Christum, Fílium Dei unigénitum. Et ex Padre natum ante omnia sæcula. Deum de Deo, lumen de lúmine, Deum verum de Deo vero. Génitum, non factum, consubstantiálem Patri: per quem ómnia facta sunt. Qui propter nos hómines et propter nostram salútem descéndit de cælis. Et incarnátus est de Spíritu Sancto ex María Vírgine: et homo factus est. Crucifixus étiam pro nobis: sub Póntio Piláto passus et sepúltus est. Et resurréxit tértia die, secúndum Scriptúras. Et ascéndit in cælum: sedet ad déxteram Patris. Et íterum ventúrus est cum glória iudicáre vivos et mórtuos: cuius regni non erit finis. Et in Spíritum Sanctum, Dominum et vivificántem: qui ex Patre Filióque procédit. Qui cum Patre et Filio simul adorátur et conglorificátur: qui locútus est per Prophétas. Et unam, sanctam, cathólicam et apostólicam Ecclésiam. Confíteor unum Baptísma in remissiónem peccatórum. Et expécto resurrectiónem mortuórum. Et vitam ventúri sæculi. Amen.

EUCARISTIA

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90. PREGHIERA DI OFFERTORIO Benedetto sei tu, Signore, Dio dell’universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane… { questo vino… } Benedetto nei secoli il Signore! ** Benedictus Deus in sæcula. [Prima dell’orazione di offertorio:]

Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio, a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. ** Suscipiat Dominus sacrificium de manibus tuis ad laudem et gloriam nominis sui, ad utilitatem quoque nostram totiusque Ecclesiæ suæ sanctæ.

91. PREGHIERA EUCARISTICA E “SANCTUS” Il Signore sia con voi. E con il tuo spirito. In alto i nostri cuori. Sono rivolti al Signore. Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio. È cosa buona e giusta. ** Dominus vobiscum. Et cum spiritu tuo. Sursum corda. Habemus ad Dominum. Gratias agamus Domino Deo nostro. Dignum et iustum est. È veramente giusto renderti grazie, è bello cantare la tua gloria, Padre santo, unico Dio vivo e vero: prima del tempo e in eterno tu sei, nel tuo regno di luce infinita. Tu solo sei buono e fonte della vita, e hai dato origine all’universo, per effondere il tuo amore su tutte le creature e allietarle con gli splendori della tua luce. Schiere innumerevoli di angeli stanno davanti a te per servirti, contemplano la gloria del tuo volto, e giorno e notte cantano la tua lode. Insieme con loro anche noi, fatti voce di ogni creatura, esultanti cantiamo:

Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell’Universo. I Cieli e la Terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell’alto dei Cieli. Benedetto Colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell’alto dei Cieli. ** Sanctus, Sanctus, Sanctus, Dominus Deus Sabaoth. Pleni sunt cæli et terra maiestatis gloriæ tuæ. Osanna in excelsis. Benedictus qui venit in nomine Domini. Osanna in excelsis.

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EUCARISTIA


[Tranne la preghiera consacratoria riservata al sacerdote ordinato, il ringraziamento può essere interiormente fatto proprio da tutti]. Noi ti lodiamo, Padre santo, per la tua grandezza: tu hai fatto ogni cosa con sapienza e amore, a tua immagine hai formato l’uomo, alle sue mani operose hai affìdato l’universo perché nell’obbedienza a te, suo creatore, esercitasse il dominio su tutto il creato. E quando, per la sua disobbedienza, l’uomo perse la tua amicizia, tu non l’hai abbandonato in potere della morte, ma nella tua misericordia a tutti sei venuto incontro perché coloro che ti cercano ti possano trovare. Molte volte hai offerto agli uomini la tua alleanza, e per mezzo dei profeti hai insegnato a sperare nella salvezza. Padre santo, hai tanto amato il mondo da mandare a noi, nella pienezza dei tempi, il tuo unico Figlio come salvatore. Egli si è fatto uomo per opera dello Spirito Santo ed è nato dalla Vergine Maria; ha condiviso in tutto, eccetto il peccato, la nostra condizione umana. Ai poveri annunziò il vangelo di salvezza, la libertà ai prigionieri, agli afflitti la gioia. Per attuare il tuo disegno di redenzione si consegnò volontariamente alla morte, e risorgendo distrusse la morte e rinnovò la vita. E perché non viviamo più per noi stessi ma per lui che è morto e risorto per noi ha mandato, o Padre, lo Spirito Santo, primo dono ai credenti, a perfezionare la sua opera nel mondo e compiere ogni santificazione. Ora ti preghiamo, Padre: lo Spirito Santo + santifichi questi doni perché diventino il corpo e il sangue di Gesù Cristo, nostro Signore, nella celebrazione di questo grande mistero che ci ha lasciato in segno di eterna alleanza. Egli, venuta l’ora d’essere glorificato da te, Padre santo, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine; e mentre cenava con loro, prese il pane e rese grazie, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli, e disse: “Prendete, e mangiatene tutti: questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi”. Allo stesso modo, prese il calice del vino e rese grazie, lo diede ai suoi discepoli, e disse: “Prendete, e bevetene tutti: questo è il calice del mio sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me”. Mistero della fede.

Annunziamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta. ** Mortem tuam annuntiamus, Domine, et tuam resurrectionem confitemur, donec venias.

EUCARISTIA

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In questo memoriale della nostra redenzione celebriamo, Padre, la morte di Cristo, la sua discesa agli inferi, proclamiamo la sua risurrezione e ascensione al cielo, dove siede alla tua destra, e, in attesa della sua venuta nella gloria, ti offriamo il suo corpo e il suo sangue, sacrificio a te gradito, per la salvezza del mondo. Guarda con amore, o Dio, la vittima che tu stesso hai preparato per la tua Chiesa e a tutti coloro che mangeranno di quest’unico pane e berranno di quest’unico calice; concedi che riuniti in un solo corpo dallo Spirito Santo, diventino offerta viva in Cristo, a lode della tua gloria. Ora, Padre, ricòrdati di tutti quelli per i quali noi ti offriamo questo sacrificio: del tuo servo e nostro Papa…, del nostro Vescovo…, del collegio episcopale, di tutto il clero e di coloro che si uniscono alla nostra offerta, dei presenti e del tuo popolo e di tutti gli uomini che ti cercano con cuore sincero. Ricòrdati anche dei nostri fratelli che sono morti nella pace del tuo Cristo, e di tutti i defunti, dei quali tu solo hai conosciuto la fede. Padre misericordioso concedi a noi, tuoi figli, di ottenere con la beata Maria Vergine e Madre di Dio, con gli apostoli e i santi, l’eredità eterna del tuo regno, dove con tutte le creature liberate dalla corruzione del peccato e della morte canteremo la tua gloria, in Cristo nostro Signore per mezzo del quale doni al mondo ogni bene. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te, Dio Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli. Amen. [“Preghiera eucaristica IV”: memoriale della storia della salvezza]

92. PREGHIERA DEL SIGNORE Padre nostro… Tuo è il Regno, tua è la potenza e la gloria nei secoli. ** Quia tuum est regnum et potestas et gloria in sæcula.

93. PREGHIERA PER LA CHIESA Signore Gesù Cristo, che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace”, non guardare ai nostri peccati, ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

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EUCARISTIA


94. “AGNUS DEI” Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. ** Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, dona nobis pacem.

95. “NON SUM DIGNUS” Beati gli invitati alla Cena del Signore. Ecco l’Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. ** Domine, non sum dignus ut intres sub tectum meum, sed tantum dic verbo et sanabitur anima mea.

96. BENEDIZIONE { Sia benedetto il nome del Signore. Ora e sempre. Il nostro aiuto è nel nome del Signore. Egli ha fatto cielo e terra. } Vi benedica Dio onnipotente, Padre e + Figlio e Spirito Santo. Amen. Andate in pace. Rendiamo grazie a Dio. ** { Ex hoc nunc, et usque in sæculum. | Qui fecit cælum et terram. } Ite, missa est. Deo gratias.

97. RINGRAZIAMENTO DOPO LA “MESSA” Si può meditare la preghiera “Santa Messa” [n. 15] o il salmo 22: «Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla: su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome. Se dovessi camminare in valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me. Davanti a me tu prepari una mensa, cospargi di olio il mio capo, il mio calice trabocca. Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni. Gloria…».

EUCARISTIA

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ADORAZIONE PERSONALE «L’Agnello sacramentalmente presente fra noi è la persona di Gesù da visitare e adorare». Perciò cerchiamo di “metterci in adorazione del Signore, possibilmente con la visita al santissimo sacramento”; altrimenti adorandolo presente in ogni luogo.

98. SALUTO Santo, santo, santo il Signore Gesù, Dio Onnipotente: Colui che è, che era e che viene!

99. VISITA A GESÙ Facciamo visita a Gesù, nascosto nell’eucaristia, «come nella sua casa a Nazaret», “quando era confuso tra la gente: li amava, li serviva, ma non vedevano in lui il volto del Padre”. Ireos introduceva così agli Esercizi di Galloro nel 2003 la “visita a Gesù”: «Vuole che lo guardiamo e che ci lasciamo guardare da lui: noi lo guardiamo; lui ci guarda».

100. ADORAZIONE Si possono anche usare le contemplazioni di Gesù nell’Eucaristia [n. 17,1-2] e gli intrattenimenti con il Signore [n. 18,1-3].

ACCLAMAZIONI EVANGELICHE 1

Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna; e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio. 2 Signore, salvaci! Tu sei veramente il Figlio di Dio! 3 Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele! 4 Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente! 5 Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio venuto nel mondo! 6 Rabbunì! 7 Mio Signore e mio Dio! [1 Gv 6,68-69 | 2 Mt 14,30.33 | 3 Gv 1,49 | 4 Mt 16,16; Mc 8,29 | 5 Gv 11,27 | 6 Gv 20,16 | 7 Gv 20,28]

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ADORAZIONE PERSONALE


IMPLORAZIONI EVANGELICHE 1

Rabbì, dove rimani? Signore, io credo: aiutami nella mia incredulità! Aumenta la nostra fede! 4 Signore, insegnaci a pregare! 5 Signore, dacci sempre il pane dal cielo, perché non abbiamo più fame, e dell’acqua viva, perché non abbiamo più sete. 2 Signore, siamo perduti: salvaci! 6 Maestro, che io veda! 7 Signore, aiutami! 8 Signore, se vuoi, puoi sanarmi. 9 Signore, io non sono degno che tu entri da me, ma comanda con una parola e il tuo servo sarà guarito. 10 Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo, abbi pietà di me che sono peccatore. 11 Figlio di Davide, Gesù, Maestro, abbi pietà di noi! 12 Gesù, ricordati di me nel tuo Regno. 13 Resta con noi, Signore, perché si fa sera e il giorno ormai volge al declino. 14 Maranathà: vieni, Signore Gesù! 2

[1 Gv 1,38 | 2 cf Gv 9,38; Mc 9,24; Lc 17,6 | 3 cf Lc 11,1 | 4 cf Gv 6,34-35 e 4,15 | 5 cf Mt 8,25 | 6 cf Mc 10,51 | 7 cf Mt 15,27 | 8 cf Lc 5,12 | 9 cf Lc 7,6 | 10 cf Mt 16,16; Lc 5,8; Lc 18,13 | 11 cf Mc 10,47-48; Mt 9,27, 15,22.25, 17,15 e 20,30-31; Lc 17,13 e 18,38-39 | 12 cf Lc 23,42 | 13 Lc 24,29 | 14 cf Ap 22,20; 1Cor 16,22]

Le acclamazioni e invocazioni a Cristo proposte come efficaci dalla Scrittura sono come un “frasario” per insegnarci a pregare parlando la vera lingua dello Spirito. Per evitare di pregare male, motivo per cui “si prega e non si ottiene”, il vangelo riporta anche alcune preghiere non ben formulate: quella del padre dell’indemoniato (“Se puoi qualcosa, aiutaci”); quella di Giacomo e Giovanni che chiesero il posto a destra e a sinistra di Gesù (ma sulla croce ci furono i due malfattori); o quella di Filippo (“Mostraci il Padre e ci basta”).

ADORAZIONE PERSONALE

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ROSARIO «A Maria, donna di preghiera, ci rivolgiamo perché preghi per noi e con noi», «con il rosario o altro modo». Nella Legge data a Mosè, il Signore aveva promesso a Israele di colmarlo di ogni benedizione se avesse messo in pratica tutti i suoi comandi e custodito nel cuore la sua Parola; in particolare avrebbe benedetto il frutto del suo seno, facendone un popolo a lui consacrato. Questa promessa si è realizzata nella Figlia di Sion, Maria, che ha accolto nel suo cuore e nel suo seno la Parola del Signore ed è divenuta perciò innanzitutto la “serva del Signore”, e di conseguenza la “vergine” e “sposa e madre”; ella è così la prima consacrata e la madre di tutti i consacrati in ogni stato di vita. Perciò, con la preghiera mariana del rosario, ci congratuliamo con Maria, “beata perché ha creduto” attraverso i misteri da lei condivisi con Gesù, e preghiamo lei, che è “donna pia”, perché preghi per noi e con noi, come nel Cenacolo, in comunione con tutta la Chiesa e secondo le intenzioni del Papa, così che conseguiamo anche l’indulgenza e riparazione per i danni provocati dai nostri peccati. [Cf Dt 28,1-2.4.9; 30,11.14; Lc 1,28.42.45; Sof 3,14; Gdt 8,31; At 1,14. Cf anche Ireos, “Trilogia su Maria”. Sull’indulgenza, cf Mt 5,25 e 1Cor 3,15 nella tradizione]

101. INTRODUZIONE O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre…Come era… Gesù vivente in Maria, il nostro Signore sei tu.

102. MISTERI Per ogni “mistero”, dopo l’enunciazione e, se possibile, la lettura che evidenzia la partecipazione mariana ad esso, si prega così:

Padre nostro… Dacci oggi… Ave Maria… Santa Maria… [per dieci volte]. Gloria… Com’era… Alla fine, si può recitare questa o altra giaculatoria:

Gesù vivente in Maria, il nostro Signore sei tu.

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ROSARIO


MISTERI DELLA GIOIA 1. Nel primo mistero della gioia si contempla l’annunciazione a Maria a Nazaret. L’angelo disse a Maria: “Lo Spirito Santo scenderà su di te…. Colui che nascerà sarà dunque Santo e chiamato Figlio di Dio. Nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. [Lc 1,35.38]

2. Nel secondo mistero della gioia si contempla la visita di Maria ad Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò…: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me…? E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”. Allora Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore”. [Lc 1,41-47]

3. Nel terzo mistero della gioia si contempla la nascita di Gesù a Betlemme. Maria… diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo…. E apparve… una moltitudine dell’esercito celeste che… diceva: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”…. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. [Lc 2,6-7.13-14.19]

4. Nel quarto mistero della gioia si contempla la presentazione di Gesù al Tempio. Simeone… mosso dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia, benedisse Dio… e parlò a Maria, sua madre: “Egli è qui… come segno di contraddizione…. E anche a te una spada trafiggerà l’anima”. [Lc 2,25.27-28.34]

5. Nel quinto mistero della gioia si contempla il ritrovamento di Gesù nel Tempio. Trascorsi i giorni della festa…, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero…. Tornati in cerca di lui…, dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori…. Sua madre gli disse: “Figlio, perché ci hai fatto così?”…. Ed egli rispose…: “Non sapevate che io devo stare nelle cose del Padre mio?”…. { Tornò dunque con loro a Nazaret e stava loro sottomesso… e cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini }.

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[Lc 2,43-52]

MISTERI DELLA LUCE 1. Nel primo mistero della luce si contempla il battesimo di Gesù nel Giordano. Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto”…. {Tornato nella sua patria…, cominciò a insegnare… e molti, stupiti, dicevano…: “Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria?” }. [Mc 1,9-11; 6,1-3]

2. Nel secondo mistero della luce si contempla la manifestazione di Gesù alle Nozze di Cana. La madre di Gesù… gli dice: “Non hanno più vino”. E Gesù rispose: “Che c’è fra me e te, donna?”…. La madre dice ai servi: “Fate quello che vi dirà”…. Così Gesù diede inizio ai suoi segni…, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. [Gv 2,1-5.11]

3. Nel terzo mistero della luce si contempla l’annuncio del Regno da parte di Gesù. Gesù… predicava il vangelo di Dio e diceva…: “Il Regno di Dio è vicino: convertitevi e credete al vangelo!”… Guarì molti, afflitti da varie malattie e scacciò molti demoni…. { Giunti sua madre e i suoi fratelli…, disse: “Chi compie la volontà di Dio mi è fratello, sorella e madre”…. Una donna… disse: “Beato il ventre che ti ha portato!”…. Ma egli disse: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!” }. [Mc 1,14-15.34; 3,31.35; Lc 11,27.29]

4. Nel quarto mistero della luce si contempla la trasfigurazione di Gesù sul monte. Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto…. Pietro disse a Gesù: “Maestro, è bello per noi stare qui” …. Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse… e dalla nube uscì una voce, che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo”. [Lc 9,28-29.33-35]

5. Nel quinto mistero della luce si contempla l’ultima cena di Gesù. Mentre mangiavano prese il pane e… lo diede loro, dicendo: “Prendete, questo è il mio corpo”. Poi prese il calice…, lo diede loro… e disse: “Questo è il mio sangue,

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il sangue dell’alleanza versato per la moltitudine”…. “Per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità”. [Mc 14,22-24; Gv 17,19]

MISTERI DEL DOLORE 1. Nel primo mistero del dolore si contempla la preghiera di Gesù nel Getsemani. Uscito se ne andò… al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo… si allontanò da loro… e, inginocchiatosi, pregava: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà”. [Lc 22,39-42]

2. Nel secondo mistero del dolore si contempla la flagellazione di Gesù. Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. [Gv 19,1]

3. Nel terzo mistero del dolore si contempla la coronazione di spine di Gesù. I soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo…. Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: “Ecco l’uomo!”. [Gv 19,2-7]

4. Nel quarto mistero del dolore si contempla la salita di Gesù al Calvario. Presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo… detto in ebraico Gòlgota…. Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. [Gv 19,17; Lc 23,27]

5. Nel quinto mistero del dolore si contempla la crocifissione e morte di Gesù. Gesù, vedendo presso la croce… la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”…. Dopo questo, Gesù… disse: “Tutto è compiuto!”. E, chinato il capo, rese lo spirito. [Gv 19,25-30]

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MISTERI DELLA GLORIA 1. Nel primo mistero della gloria si contempla la resurrezione di Gesù. La sera del… primo giorno dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli…, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. E Gesù disse…: “Beati quelli che pur non avendo visto hanno creduto!”. [Gv 20,19-21]

2. Nel secondo mistero della gloria si contempla l’ascensione di Gesù. Gesù fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo…, e <i discepoli> fecero ritorno nel cenacolo dove abitavano… e tutti erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù. [At 1,9.12-14]

3. Nel terzo mistero della gloria si contempla la discesa dello Spirito Santo a Pentecoste. Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo…, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo. [At 2,1-4]

4. Nel quarto mistero della gloria si contempla l’assunzione di Maria in Cielo. Allora si aprì il santuario di Dio nel cielo e apparve nel santuario l’arca dell’alleanza…. Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. [Ap 11,19.12,1]

5. Nel quinto mistero della gloria si contempla la Gerusalemme del Cielo. Uno degli angeli… mi parlò: “Vieni, ti mostrerò la fidanzata, la sposa dell’Agnello”… e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio…. Non vidi alcun tempio in essa perché il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello sono il suo tempio. E non vi sarà più maledizione…. I suoi servi lo adoreranno… e il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli. [Ap 21,9-10.22; 22,3-5]

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103. AFFIDAMENTO A MARIA Salve, o Regina, madre di misericordia; vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo, noi esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù, dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci dopo questo esilio Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. ** Salve, Regína, mater misericórdiæ, vita, dulcedo et spes nostra, salve. Ad te clamámus, éxsules fílii Evæ, ad te suspirámus, geméntes et flentes, in hac lacrimárum valle. Eia ergo, advocáta nostra, illos tuos misericórdes óculos ad nos convérte. Et Iesum, benedíctum fructum ventris tui, nobis post hoc exílium osténde. O clemens, o pia, o dulcis Virgo Maria. Oppure:

Maria, Madre di Cristo e Madre della Chiesa, benedici noi tuoi figli e volgi a noi un particolare sguardo di bontà che ci aiuti a realizzare totalmente quella santità stabilita da Dio per ognuno di noi. Tu ci conosci tutti e con il tuo amore materno, ad uno ad uno, puoi accoglierci tra le tue braccia e metterci in soave comunione. Noi ci abbandoniamo a te in ogni nostra necessità, ma anche per chiederti di aprire i nostri cuori ad ogni persona in difficoltà. Stendi la tua mano su di noi e liberaci da ogni male, perché possiamo contemplarti fin da ora e in eterno con tuo figlio Gesù, nostro fratello Dio.

104. PREGHIERA ECCLESIALE Secondo le intenzioni del Papa: Padre nostro… Dacci… Ave Maria… Santa Maria… Gloria… Come era… Per ciascuno di noi: Angelo di Dio… Illumina… Per i nostri defunti: L’eterno riposo… Splenda ad essi…

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105. LITANIE DELLA MADONNA LITANIE LAURETANE Signore, pietà. Signore, pietà. Cristo, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà. Signore, pietà. Cristo, ascoltaci. Cristo, ascoltaci. Cristo, esaudiscici. Cristo, esaudiscici. Padre del Cielo, Dio, abbi pietà di noi. Figlio, Redentore del mondo, Dio, abbi pietà di noi. Spirito Santo, Dio, abbi pietà di noi. Santa Trinità, un solo Dio, abbi pietà di noi. Santa Maria, prega per noi. Santa Madre di Dio, ” ” Santa Vergine delle vergini, ” ” Madre di Cristo, ” ” Madre della Chiesa, ” ” Madre della divina grazia, ” ” Madre purissima, ” ” Madre castissima, ” ” Madre sempre vergine, ” ” Madre immacolata, ” ” Madre amabile, ” ” Madre ammirabile, ” ” Madre del buon consiglio, ” ” Madre del Creatore, ” ” Madre del Salvatore, ” ” { Madre del Piccolo Gruppo, ” ” } Vergine saggia, ” ” Vergine da onorare, ” ” Vergine da lodare, ” ” Vergine potente, ” ” Vergine clemente, ” ” Vergine fedele, ” ” Specchio di giustizia, ” ” Sede della Sapienza, ” ”

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Causa della nostra gioia, ” ” Strumento dello Spirito Santo, ” ” Strumento eletto, ” ” Strumento consacrato a Dio, ” ” Rosa mistica, ” ” Torre di Davide, ” ” Torre d’avorio, ” ” Casa d’oro, ” ” Arca dell’Alleanza, ” ” Porta del cielo, ” ” Stella del mattino, ” ” Salute degli infermi, ” ” Rifugio dei peccatori, ” ” Consolatrice degli afflitti, ” ” Aiuto dei cristiani, ” ” Regina degli angeli, ” ” Regina dei patriarchi, ” ” Regina dei profeti, ” ” Regina degli apostoli, ” ” Regina dei martiri, ” ” Regina dei confessori della fede, ” ” Regina dei celibi, ” ” { Regina degli sposati, ” ” } Regina di tutti i santi, ” ” Regina concepita senza peccato originale, ” ” Regina assunta in cielo, ” ” Regina del santo Rosario, ” ” Regina della famiglia, ” ” Regina della pace, ” ” Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, perdonaci, Signore. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, ascoltaci, Signore. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. Prega per noi, Santa Madre di Dio, affinché siamo resi degni delle promesse di Cristo. ROSARIO

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Oppure:

LITANIE BIBLICHE DELLA FESTA Signore, pietà. Signore, pietà. Cristo, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà. Signore, pietà. Maria di Nazaret, prega per noi. Piena di grazia, ” ” Serva del Signore, ” ” Vergine che non conosce uomo, ” ” Sposa di Giuseppe, ” ” Madre di Gesù, ” ” Madre del Signore, ” ” Benedetta fra le donne, ” ” Beata perché hai creduto, ” ” Donna nuova, ” ” Madre dei viventi, ” ” Vittoriosa sul serpente, ” ” Roveto ardente, ” ” Tenda della Testimonianza, ” ” Arca dell’Alleanza, ” ” Dimora della Gloria, ” ” Tempio consacrato a Dio, ” ” Città dell’Altissimo, ” ” Figlia di Sion, ” ” Donna pia, ” ” Gloria di Gerusalemme, ” ” Magnifico vanto di Israele, ” ” Splendido onore del nostro popolo, ” ” Vergine che ha concepito, ” ” Madre del Dio-con-noi, ” ” Figlia del Re, tutta splendore, ” ” Sposa del Re, in preziosi ricami, ” ” Regina che intercedi e trovi grazia, ” ” Specchio di giustizia, ” ” Riflesso della luce perenne, ” ”

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Immagine della bontà di Dio, ” ” Madre del bell’Amore e del timore, ” ” Madre della Conoscenza e della certa speranza, ” ” Sapienza uscita dalla bocca di Dio, ” ” Canale di grazia, ” ” Donna perfetta e da lodare, ” ” Donna che teme Dio, ” ” Amica dell’Amato, ” ” Tutta bella, senza macchia, ” ” Giardino chiuso, fontana sigillata, ” ” Unica perfetta, ” ” Potente come schiere a vessilli spiegati, ” ” Segno grandioso in cielo, ” ” Donna vestita di sole e bella come la luna, ” ” Donna coronata di stelle, ” ” Congiunta alla Trinità divina, ” ” Vergine fatta Chiesa, ” ” { Madre del Piccolo Gruppo, ” ” } Modello dei consacrati, ” ” Modello dei celibi e degli sposati, ” ” Modello dei vedovi e delle persone in ricerca, ” ” Regina delle famiglie, ” ” Regina della pace, ” ” Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, perdonaci, Signore. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, ascoltaci, Signore. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. Prega per noi, Santa Madre di Dio, affinché siamo resi degni delle promesse di Cristo. [Litanie mariane della liturgia della Festa del Gruppo. Gli appellativi mariani sono tratti da Vangelo, Genesi, Esodo e Legge, Storie e Profeti, Salmi ed Ester, Scritti sapienziali, Cantico dei Cantici, Apocalisse e tradizione ecclesiale e comunit aria].

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106. ORAZIONE FINALE Preghiamo. O Dio, il tuo unico Figlio ci ha procurato i beni della salvezza eterna con la sua vita, morte e resurrezione: a noi che con il santo rosario della Beata Vergine Maria abbiamo meditato questi misteri, concedi di imitare ciò che contengono e conseguire ciò che promettono. Per Cristo nostro Signore. Amen. Oppure:

O Dio, che nella verginità feconda di Maria hai dato agli uomini i beni della salvezza eterna, fa’ che sperimentiamo la sua intercessione, poiché per mezzo di lei abbiamo ricevuto l’autore della vita, Gesù Cristo tuo Figlio e nostro Signore. Amen. Oppure:

Concedi ai tuoi fedeli, Signore Dio nostro, di godere sempre la salute del corpo e dello spirito, e per la gloriosa intercessione di Maria santissima, sempre vergine, salvaci dai mali che ora ci rattristano e guidaci alla gioia senza fine. Per Cristo nostro Signore. Amen. Gesù Cristo, che reggi l’universo, il nostro Signore sei tu. Nel nome del Padre… Amen.

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ESAME DI COSCIENZA «Con l’esame di coscienza… rinnoviamo la nostra vita alla sua luce e ci disponiamo a ricevere il suo perdono». L’esame della vita si può fare o ripercorrendone i tempi o rivedendola nell’insieme, alla luce dei comandamenti, per confessare a Dio il grazie per il bene ricevuto e fatto e il pentimento per il male commesso.

107. INVOCAZIONE E RINGRAZIAMENTO INIZIALE Nel nome del Padre… Gloria al Padre… In preparazione si può chiedere il dono del lume di Dio, ad esempio con la “Preghiera del bello sguardo” [n. 19,1].

108. ESAME DI VITA E CONFESSIONE DI LODE E PENTIMENTO I COMANDAMENTI Dio solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti.

-I- Il primo e più grande comandamento è: “Ascolta, Israele: il Signore Dio nostro è l’unico Signore! Amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. -II- E il secondo è simile al primo: “Amerai il prossimo tuo come te stesso”. -I|II- Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi…: da questo tutti sapranno che siete miei discepoli…. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Se vuoi essere perfetto, va’…, da’ ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi…. Va’ nella tua casa, dai tuoi, e annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto….

1. Io sono il Signore Dio tuo. Non avere altri dèi di fronte a me. Non ti fare idolo alcuno. 2. Non nominare il nome di Dio invano. Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli…. Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio….

3. Ricordati di santificare il tempo del riposo. Fate questo in memoria di me…. Restate con me, vegliate e pregate….

4. Onora il padre e la madre. Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? Chiunque fa la volontà del Padre mi è fratello, sorella e madre….

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5. Non uccidere. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non uccidere”…. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio…. Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono….

6. Non commettere adulterio. Avete inteso che fu detto: “Non commettere adulterio”; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha gia commesso adulterio con lei nel suo cuore…. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto di ripudio”; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all’adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio….

7. Non rubare. Non frodare. Non accumulatevi tesori sulla terra…, ma nel cielo…, perché là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore…. Non potete servire a Dio e a mammona…. Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. Da’ a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle….

8. Non testimoniare il falso contro il tuo prossimo. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti”; ma io vi dico…: sia il vostro parlare “sì, sì; no, no”; il di più viene dal maligno…. Sarete miei testimoni….

9. Non desiderare. Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l’elemosina…, preghi… e digiuni, non farti vedere dalla gente…, ma solo da tuo Padre…; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà…. La lucerna del corpo è l’occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso…. Per la vostra vita non affannatevi…. Di questo si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ogni giorno basta la sua pena….

(10.) Ma ama il prossimo tuo come te stesso. Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete…? Se voi perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe…. Non giudicate, per non essere giudicati…. Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio…? Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro…. Quello che avete fatto a uno di questi miei

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fratelli più piccoli, l’avete fatto a me…. Entrate per la porta stretta…. Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. [Cf Mc 12,29-31; Mt 22,36-38; Es 20,2-17; Dtr 5,6-21; 6,4-5; Lv 19,18 | Mt 5-7; 12,48-49; 19,16,21; 22,21; 25,40.44-45 | Gv 13,34-35; 15,13.16 | Mt 26,38.41; Mc 5,19; At 1,8]

LE BEATITUDINI “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi, quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi. Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad esser gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo: non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per collocarla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere, perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli”. [Mt 5,1-16]

LA VIA MIGLIORE DI TUTTE E GLI ATTI DELL’AMORE Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine…. Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità! [1Cor 13,1-13]

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I FRUTTI DELLO SPIRITO SANTO Voi, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Purché questa libertà non divenga un pretesto…. Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne…: queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste…. Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere…: chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è legge. [Gal 5,13-24]

LE ESIGENZE DELLA VOCAZIONE, SECONDO L’ICONA Credo in Dio, che mi dice di non temere? Le mie radici sono ben affondate nella terra? La mia preghiera sale contemplativa dalla valle operosa? La mia casa appoggia saldamente sulla roccia? Amo quanti a me si rivolgono come li ama il Signore? Mi conformo ad uno stile di vita popolare? Mi accontento delle cose semplici, senza volermi distinguere? Cerco di essere un Vangelo vivente e una Eucaristia fatta comunione per aiutare gli altri? Il mio sguardo è rivolto, più che a me stesso, a condividere le gioie e le sofferenze altrui? Sono convinto che non sono mai solo, perché il Signore entra in me con la sua grazia? Lavoro e prego, facendo opere di bene senza pretendere nessuna ricompensa, sotto lo sguardo amorevole del Signore? Mi sforzo di essere sempre più virtuoso e generoso? Sono disponibile ad insegnare agli erranti, illuminare i dubbiosi, sostenere i deboli, guidare chi è in difficoltà, aiutare chi è solo, educare chi è inesperto? Sono impegnato con competenza, onestà e carità nel mio lavoro, in casa, nelle realtà culturali e sociali? Cerco di portare il lieto annuncio ai poveri, consolare i cuori spezzati, proclamare la libertà e la misericordia del Signore? Accetto serenamente di essere incompreso, deriso, insultato, debole, trascurato, solo? In ogni circostanza sono convinto che il Signore mi vede e che avrà compassione di me, mi solleverà, mi laverà dai miei peccati? Appoggio la testa sul suo petto e sono suo amico e fratello fedele? Con gli occhi dell’Agnello assiso sul trono riesco a intravvedere cosa Dio ha fatto per me e con me? Contribuisco, in comunione con la Chiesa e i fratelli e le sorelle di vocazione a costruire e manifestare la città sul monte umile, povera, casta, obbediente, serena e piena di pace del Paradiso? Mi riconosco amato davvero da Dio? Mi abbandono fiducioso a lui?

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109. CONFESSIONE DI FEDE, FIDUCIA, AMORE A conclusione si esprime il rammarico per non aver corrisposto all’amore di Dio e il proposito di correzione, ravvivando la propria fede, fiducia nel perdono e carità. Si può recitare la “Preghiera dello sgabello” [n. 19,2], oppure la formula liturgica seguente:

Pietà di noi, Signore. Contro di te abbiamo peccato. Mostraci, Signore, la tua misericordia. E donaci la tua salvezza. Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. Amen. Oppure si può recitare uno dei salmi proposti, qui sotto [n. 110, 113 e 115], per la Confessione, o il “Nunc dimittis” [n. 69].

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CONFESSIONE «Con… la confessione sacramentale di lode e pentimento a Dio… rinnoviamo la nostra vita alla sua luce e ci disponiamo a ricevere il suo perdono». La grazia propria della confessione è quella di produrre una vera contrizione, che cancella i peccati e dà serenità e forza per meglio corrispondere all’amore di Dio.

110. PREPARAZIONE Nel cuore dell’empio parla il peccato, davanti ai suoi occhi non c’è timor di Dio. Poiché egli si illude con se stesso nel ricercare la sua colpa e detestarla. Si ostina su vie non buone, via da sé non respinge il male. Signore, la tua grazia è nel cielo, la tua fedeltà fino alle nubi; la tua giustizia è come i monti più alti, il tuo giudizio come il grande abisso: uomini e bestie tu salvi, Signore. Quanto è preziosa la tua grazia, o Dio! Si rifugiano gli uomini all’ombra delle tue ali. È in te la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce. Gloria… [Dal Sal 35]

111. INTRODUZIONE Nel nome del Padre… Amen. Il Signore sia nel tuo cuore e nelle tue parole, perché tu possa ben confessare i tuoi peccati. Il Signore che ha detto agli apostoli: «Ricevete lo Spirito Santo: a chi rimetterete i peccati saranno rimessi», dice a noi ancora oggi: «Non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi»; «Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e salvare quello che era perduto». [Gv 20,22-23 | Lc 5,32 e 19,10]

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112. CONFESSIONE SACRAMENTALE Secondo l’esame di coscienza previo, si fa una breve confessione di grazie per i beni ricevuti, di pentimento per i mali commessi, e di fede nella misericordia divina, con il proposito di correggersi.

113. ATTO DI CONTRIZIONE Si esprime la propria contrizione per aver mancato all’amore di Dio con il seguente salmo o con la successiva formula evangelica.

Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nella tua grande bontà cancella il mio peccato. Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato. Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto; perciò sei giusto quando parli, retto nel tuo giudizio. Ecco, nella colpa sono stato generato, nel peccato mi ha concepito mia madre. Ma tu vuoi la sincerità del cuore e nell’intimo m’insegni la sapienza. Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe. Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. Non respingermi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito. Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso. Purificami con issopo e sarò mondo; lavami e sarò più bianco della neve. Fammi sentire gioia e letizia, esulteranno le ossa che hai spezzato. Insegnerò agli erranti le tue vie e i peccatori a te ritorneranno. Liberami dal sangue, Dio, Dio mia salvezza, la mia lingua esalterà la tua giustizia. Gloria… [Dal Sal 50]

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Oppure:

Padre, ho peccato contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Abbi pietà di me peccatore. [Cf Lc 15,21; 18,13]

114. ASSOLUZIONE SACRAMENTALE Dio, Padre di misericordia, che ha riconciliato a sé il mondo nella morte e risurrezione del suo Figlio e ha effuso lo Spirito Santo per la remissione dei peccati, ti conceda, mediante il ministero della Chiesa, il perdono e la pace. E io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre e del Figlio + e dello Spirito Santo. Amen. Lodiamo il Signore perché è buono. Eterna è la sua misericordia. Il Signore ha perdonato i tuoi peccati. Va’ in pace.

115. RINGRAZIAMENTO E RIPARAZIONE Finita la confessione, in ringraziamento per il perdono ricevuto si può recitare il salmo seguente. Poi, con le opere penitenziali (preghiera, digiuno o elemosina) indicate dal confessore, si riparano per grazia di Dio i danni spirituali causati dai propri peccati.

Beato l’uomo a cui è rimessa la colpa e perdonato il peccato. Beato l’uomo a cui Dio non imputa alcun male e nel cui spirito non è inganno. Tacevo e si logoravano le mie ossa, mentre gemevo tutto il giorno. Allora ho detto: “Confesserò al Signore le mie colpe” e tu hai rimesso la malizia del mio peccato. Per questo ti prega ogni fedele nel tempo dell’angoscia. Gioite nel Signore ed esultate, giusti, giubilate, voi tutti, retti di cuore. Gloria… [Sal 31,1-3.5-6.11]

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VIA DELLA CROCE «Con… le opere di una continua conversione a lui, rinnoviamo la nostra vita alla sua luce e ci disponiamo a ricevere il suo perdono». Perciò cerchiamo di “vivere il venerdì e la Quaresima in raccoglimento e con qualche pratica penitenziale”. La via della croce con l’invocazione della virtù dell’umiltà è fondamentale; in una lettera del 4 marzo 1990 per la Quaresima, Ireos scriveva: «“Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù” [Lc 23,26]. Il Cireneo lo vedo come l’immagine dell’umanità chiamata a seguire Gesù, mentre la croce che portiamo è quella che ci è stata addossata dal peccato…. Per tutti, quel Cireneo che porta la croce dietro a Gesù è di esempio, anche se il Vangelo non ci dice perché è stato scelto lui o se si sia lamentato o difeso, dato che poteva essere stanco; in modo succinto dice soltanto che per un tratto portò la croce dietro a Gesù; così, certamente ha avuto la possibilità di vederlo bene davanti a sé. Anche noi dovremmo intensificare lo sguardo su Gesù, conoscerlo meglio in tutto il racconto della sua passione e cricofissione. Io sento la necessità di restargli vicino, rivedere e riscoprire il mistero della sua offerta affinché anche la mia diventi più pura e più piena. Cercherò di vedere dal di dentro la parola, la flagellazione, l’incoronazione di spine, la salita al Calvario, la spogliazione, la crocifissione e la morte di Gesù vero Dio e nostro autentico fratello. Mi rendo conto che non conosco sufficientemente il suo amore per noi: perciò lo pregherò di aprirmi il suo costato e farmi conoscere il suo cuore trafitto. Forse non scoprirò cose nuove, ma soltanto cose già note che però non faccio mie. Penso che dovrò rivedere il mio comportamento fraterno con lui, perché sento di non essere un fratello buono e fedele. Devo ascoltarlo meglio, guardarlo negli occhi con umiltà e amore, stringergli la mano e abbracciarlo con affetto. Non sarà necessario parlare, né lodarlo, né ringraziarlo, e neppure chiedergli misericordia: basterà “stare lì con lui”, ascoltare silenziosamente il suo respiro divino-umano, e se, respirando il suo alito dovessi addormentarmi ai suoi piedi, tanto meglio. Sento di avere profondamente bisogno di Gesù, ma penso che questo anelito in modo cosciente o incosciente pervada tutta l’umanità: tutti hanno bisogno di soffermarsi con il Padre, conoscere intimamente Gesù Cristo e lasciarsi invadere dall’amore dello Spirito Santo. Spero perciò che Gesù mi aiuti a farlo conoscere agli altri mediante un comportamento simile al suo». VIA DELLA CROCE

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116. INTRODUZIONE Nel nome del Padre… Amen. Così dice il Signore: «Chi ama i suoi e la sua stessa vita più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non può essere mio discepolo; perché chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà». [Cf Lc 14,26-27; Mt 10,37-39]

Signore, sostieni il nostro cammino sulla via della santità. La croce abbracciata con amore ci inserisca nella gloria eterna.

Preghiamo. Fa’, o Signore, che in questo tempo di conversione la nostra preghiera del cuore sia assidua, intensa e capace di favorire astinenze e digiuni, per rimediare al nostro peccato, aumentare la nostra unione con te, e mettere a disposizione dei più poveri il frutto delle nostre rinunce. Per Cristo nostro Signore. Amen.

117. STAZIONI Si può scegliere uno dei tre percorsi proposti qui di seguito. Ad ogni stazione, dopo l’enunciazione si canta:

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua santa Croce hai redento il mondo. ** Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi, quia per sanctam Crucem tuam redemisti mundum. Seguono la lettura e un momento di silenzio. Alla fine, si recitano giaculatorie come queste [cf n. 21-22]:

Signore, sostieni il nostro cammino sulla via della santità. La croce abbracciata con amore ci inserisca nella gloria eterna. Donaci di sopportare le fatiche dell’esistenza con animo paziente e sereno: aiutaci a rispondere al tuo amore con il più grande amore. Tra una stazione e l’altra si recita il “Padre Nostro” e si canta un versetto dello “Stabat Mater” [n. 118]. Alla fine si recitano le tradizionali “Litanie dell’umiltà” [n. 119; cf 22], adattate e diffuse da Ireos in Gruppo nel 1993, quale esemplare espressione di sequela.

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PASSIONE DI GESÙ SECONDO I VANGELI SINOTTICI 1. Prima stazione: Gesù prega nel Getsemani. Giunsero a un podere chiamato Getsèmani, e Gesù disse ai suoi discepoli: “Sedetevi qui, mentre io prego”. Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Gesù disse loro: “La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate”. Poi, andato un po’ innanzi, si gettò a terra e pregava…: “Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu”. [Mc 14,32-36]

2. Seconda stazione: Gesù è tradito e arrestato. Ecco arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una gran folla con spade e bastoni…. E subito si avvicinò a Gesù… e lo baciò. E Gesù gli disse: “Amico, per questo sei qui!”. Allora… misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. [Mt 26,47-50]

3. Terza stazione: Gesù è calunniato e condannato. Allora condussero Gesù dal sommo sacerdote…. Intanto i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti attestavano il falso contro di lui e così le loro testimonianze non erano concordi…. Allora il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: “Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?”. Gesù rispose: “Io lo sono! E vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo”. Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse…: “Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?”. Tutti sentenziarono che era reo di morte. [Mc 14,53.55-56.61-64]

4. Quarta stazione: Gesù è rinnegato. Pietro seguiva Gesù da lontano…. Vedutolo…, una serva fissandolo disse: “Anche questi era con lui”. Ma egli negò dicendo: “Non lo conosco!” …. Mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: “Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte”. E, uscito, pianse amaramente. [Lc 22,54-62]

5. Quinta stazione: Gesù è giudicato. Venuto il mattino…, consegnarono Gesù al governatore Pilato…, che l’interrogò: “Sei tu il re dei Giudei?”. Gesù rispose “Tu lo dici”. E mentre lo accusavano… non rispondeva nulla…. Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro scelta…. Pilato disse loro: “Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?”…. Quelli risposero: “Barabba!”. Disse loro Pilato: “Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?”. Tutti gli risposero: “Sia crocifisso!”. Ed egli aggiunse: “Ma che male ha fatto?”.

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Essi allora urlarono: “Sia crocifisso!”. Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più, presa dell’acqua, si lavò le mani davanti alla folla: “Non sono responsabile”, disse, “di questo sangue; vedetevela voi!”. [Mt 27,1-2.11-24]

6. Sesta stazione: Gesù è flagellato e deriso. E Pilato… dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. Allora i soldati lo condussero dentro il cortile…. Lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo. Cominciarono poi a salutarlo: “Salve, re dei Giudei!”. E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui. [Mc 15,15-19]

7. Settima stazione: Gesù è caricato della croce. Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. [Mc 15,20]

8. Ottava stazione: Gesù è aiutato a portare la croce. Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù. [Lc 23,26]

9. Nona stazione: Gesù è compianto. Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma su voi stesse e sui vostri figli…, perché se trattano così il legno verde, che avverrà di quello secco?”. [Lc 23,27-28.31]

10. Decima stazione: Gesù è crocifisso. Condussero Gesù al Golgota, che significa luogo del Cranio, e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte…. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. [Mc 15,22-25; allusione a Sal 21,18-19]

11. Undicesima stazione: Gesù perdona e apre il paradiso. Gesù diceva: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”…. Lo schernivano dicendo: “Ha salvato altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio” …. Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava…. Ma l’altro lo rimproverava: “Neanche tu hai timore di Dio?” …. E aggiunse: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo Regno”. Gli rispose: “In verità ti dico: oggi sarai con me nel Paradiso”.

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[Lc 23,34.39-43]

12. Dodicesima stazione: Gesù affida la Madre. Gesù vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. [Gv 19,26-27]

13. Tredicesima stazione: Gesù muore in Croce. Alle tre, Gesù gridò con voce forte: “Eloì, Eloì, lemà sabactàni?”, che significa: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”…. “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito” …. Uno corse ad inzuppare di aceto una spugna e gli dava da bere…. Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. [Mc 15,34-37, citazione di Sal 21,2 | Lc 24,36, citazione di Sal 30,6]

14. Quattordicesima stazione: Gesù è sepolto. Giuseppe d’Arimatea, comprato un lenzuolo, calò il corpo di Gesù giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. [Mc 15,46]

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PASSIONE DI GESÙ SECONDO GIOVANNI 1. Prima stazione: Gesù è tradito e catturato. Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Cedron, dove c’era un giardino nel quale entrò…. Giuda, preso un distaccamento di soldati e delle guardie fornite dai sommi sacerdoti e dai farisei, si recò là con lanterne, torce e armi. Gesù allora, conoscendo tutto quello che gli doveva accadere, si fece innanzi e disse loro: “Chi cercate?”. Gli risposero: “Gesù, il Nazareno”. Disse loro Gesù: “Sono io…! Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano”…. Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio …. Gesù allora disse a Pietro: “Rimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?”. [Gv 18,1-11]

2. Seconda stazione: Gesù è portato da Anna e Caifa. Il distaccamento con il comandante e le guardie dei Giudei afferrarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna…. Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina. Gesù gli rispose: “Io ho parlato al mondo apertamente…; perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro”…. Allora una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù…. Gli rispose Gesù: “Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?”. Allora Anna lo mandò legato a Caifa, sommo sacerdote. [Gv 18,12-24]

3. Terza stazione: Gesù è rinnegato. Simon Pietro seguì Gesù insieme con un altro discepolo… nel cortile del sommo sacerdote…. Ma la giovane portinaia disse a Pietro: “Forse anche tu sei dei discepoli di quest’uomo?”. Egli rispose: “Non lo sono”. Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco…; anche Pietro stava con loro e si scaldava…. Gli dissero: “Non sei anche tu dei suoi discepoli?”. Egli lo negò e disse: “Non lo sono”. Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: “Non ti ho forse visto con lui nel giardino?”. Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò. [Gv 18,15-27]

4. Quarta stazione: Gesù è consegnato a Pilato. Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio…. Uscì Pilato verso di loro e domandò: “Che accusa portate contro quest’uomo?”. Gli risposero: “Se non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato”. Allora Pilato disse loro: “Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge!”. Gli risposero i Giudei: “A noi non è consentito mettere a morte nessuno”. Così si adempivano le parole che Gesù aveva detto indicando di quale morte doveva morire.

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[Gv 18,28-32]

5. Quinta stazione: Gesù è rifiutato. Pilato rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: “Tu sei il re dei Giudei?”…. Rispose Gesù: “Il mio regno non è di questo mondo”…. Allora Pilato gli disse: “Dunque tu sei re?”. Rispose Gesù: “Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità…”. Gli dice Pilato: “Che cos’è la verità?”. Detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: “Io non trovo in lui nessuna colpa. Vi è tra voi l’usanza che io vi liberi uno per la Pasqua: volete dunque che io vi liberi il re dei Giudei?”. Allora essi gridarono di nuovo: “Non costui, ma Barabba!”. Barabba era un brigante. [Gv 18,33-38]

6. Sesta stazione: Gesù è flagellato, deriso, umiliato. Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: “Salve, re dei Giudei!”. E gli davano schiaffi. Pilato intanto uscì di nuovo e disse loro: “Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa”. Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: “Ecco l’uomo!”. Al vederlo i sommi sacerdoti e le guardie gridarono: “Crocifiggilo, crocifiggilo!”…. [Gv 18,38-19,7]

7. Settima stazione: Gesù tace. Pilato ebbe ancor più paura ed entrato di nuovo nel pretorio disse a Gesù: “Di dove sei?”. Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: “Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?”…. [Gv 19,8-11]

8. Ottava stazione: Gesù è condannato a morte. Da quel momento Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridarono: “Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa re si mette contro Cesare”. Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette nel tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Preparazione della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: “Ecco il vostro re!”. Ma quelli gridarono: “Via, via, crocifiggilo!”. Disse loro Pilato: “Metterò in croce il vostro re?”. Risposero i sommi sacerdoti: “Non abbiamo altro re all’infuori di Cesare”. Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. [Gv 19,12-16]

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9. Nona stazione: Gesù è crocifisso. Presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo… detto in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù nel mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: “Gesù il Nazareno, il re dei Giudei”. Molti Giudei lessero questa iscrizione…; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I sommi sacerdoti… dissero allora a Pilato: “Non scrivere: il re dei Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei Giudei”. Rispose Pilato: “Ciò che ho scritto, ho scritto”. [Gv 19,17-22]

10. Decima stazione: Gesù è privato delle vesti. I soldati, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: “Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte”. E i soldati fecero proprio così. [Gv 19,23-24 | cf Sal 21]

11. Undicesima stazione: Gesù affida sua madre. Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. [Gv 19,25-27]

12. Dodicesima stazione: Gesù muore in croce. Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: “Ho sete”. Vi era lì un vaso pieno d’aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: “Tutto è compiuto!”. E, chinato il capo, rese lo spirito. [Gv 19,28-30 | cf Sal 68,22]

13. Tredicesima stazione: Gesù è trafitto dalla lancia. Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato…, chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all’altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: “Non gli sarà

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spezzato alcun osso”. E un altro passo della Scrittura dice ancora: “Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto”. [Gv 19,31-37 | cf Es 12,46 e Sal 33,21; Zc 12,10]

14. Quattordicesima stazione. Gesù è sepolto. Dopo questi fatti, Giuseppe d’Arimatèa, che era discepolo di Gesù ma di nascosto…, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo, quello che in precedenza era andato da lui di notte…. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com’è usanza seppellire per i Giudei. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù…, poiché quel sepolcro era vicino. [Gv 19,38-42]

“VIA CRUCIS” TRADIZIONALE Gesù 1. è condannato a morte; 2. è caricato della croce; 3. cade la prima volta; 4. incontra sua Madre; 5. è aiutato dal Cireneo; 6. è confortato; 7. cade la seconda volta; 8. incontra le donne di Gerusalemme; 9. cade la terza volta; 10. è spogliato delle vesti; 11. è inchiodato alla croce; 12. muore in croce; 13. è deposto dalla croce; 14. è deposto nel sepolcro.

118. “STABAT MATER” ** 1 Stabat Mater dolorosa Stava la Madre dolorosa presso la Croce, lacrimosa iuxta Crucem lacrimosa mentre pendeva il Figlio. dum pendebat Filius. 2 2 E la sua anima gemente, Cuius animam gementem contristata e dolente contristatam et dolentem trapassò una spada. pertransivit gladius. 3 3 Quanto triste ed afflitta O quam tristis et afflicta fu quella benedetta fuit illa benedicta Madre dell’Unigenito. Mater Unigeniti! 4 4 Che piangeva e si doleva, Quæ mœrebat et dolebat, la pia Madre, che vedeva pia Mater, dum videbat le pene del Figlio. Nati pœnas incliti. 5 5 Chi è l’uomo che non pianga Quis est homo qui non fleret, vedendo la Madre di Cristo Matrem Christi si videret in così gran tormento? in tanto supplicio? 6 6 Chi non si rattristerebbe Quis non posset contristari, guardando la Madre di Cristo Christi Matrem contemplari, dolente con suo Figlio? dolentem cum Filio? 7 7 Per i peccati della gente Pro peccatis suæ gentis vide Gesù nei tormenti vidit Iesum in tormentis 1

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et flagellis subditum. Tui nati vulnerati, tam dignati pro me pati, pœnas mecum divide. 9 Eia, Mater, fons amoris, me sentire vim doloris fac, ut tecum lugeam. 10 Fac ut ardeat cor meum in amando Christum Deum, ut sibi complaceam. 11 Sancta Mater, istud agas, Crucifixi fige plagas cordi meo valide. 12 <Tu vidisti> dulcem Natum moriendo desolatum dum emisit spiritum. 13 Fac me tecum pie flere, Crucifixo condolere, donec ego vixero. 14 Quando corpus morietur, fac ut animæ donetur paradisi gloria. Amen. LITANIE DELL’UMILTÀ

e sotto i flagelli. Del tuo figlio torturato, che per me volle patir tanto, condividi con me le pene. 9 Su, Madre, fonte d’amore, fa’ ch’io senta il tuo dolore affinché con te io pianga. 10 Fa’ che arda il cuore mio nell’amare Cristo Dio, perché possa a lui piacere. 11 Santa Madre, questo fai: che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore. 12 Tu vedesti il dolce Nato che moriva abbandonato nel donar lo Spirito. 13 Fa’ che con te pietoso pianga e mi dolga col Crocifisso per tutta la mia vita. 14 Quando il corpo morirà, fa’ che all’anima sia data la gloria del Paradiso. Amen. 8

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Signore, pietà. Signore, pietà. Cristo, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà. Signore, pietà. Dal desiderio di essere innalzato liberami, Gesù. Dal desiderio di essere apprezzato ” ” Dal desiderio di essere approvato ” ” Dal desiderio di essere preferito ” ” Dal desiderio di essere consultato ” ” Dal desiderio di essere lodato ” ” Dal desiderio di essere onorato ” ” Dal timore di essere umiliato ” ” Dal timore di essere disprezzato ” ” Dal timore di essere biasimato ” ” Dal timore di essere trascurato ” ” Dal timore di essere ignorato ” ” Dal timore di essere deriso ” ” Dal timore di essere calunniato ” ”

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Che altri siano più amati, dammi la grazia di volerlo, Gesù. Che altri siano più stimati, ” ” Che altri possano crescere e io diminuire, ” ” Che altri siano preferiti e io messo in disparte, ” ” Che altri siano più santi, purché io lo sia quanto vuoi tu, ” ” Che possa mettermi con te all’ultimo posto, concedimi, Gesù. Il giusto concetto di me ” ” La costante memoria dei miei peccati ” ” L’amore alla tua Croce ” ” Per il primo di noi che dovrà morire, ti preghiamo: ascolta. Maria, umile serva del Signore, prega per me. Gesù, mite ed umile di cuore, abbi pietà di me. Si può dare l’annuncio della resurrezione [n. 124]. Alla fine:

Preghiamo. Padre santo, fa’ che, ripercorrendo dietro a Gesù la via della Croce, con lui giungiamo alla gloria della resurrezione. Egli vive e regna nella potenza dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

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BENEDIZIONE DOMENICALE E FESTIVA «Celebriamo con gioia il giorno del Signore quale Pasqua settimanale». Questo rito di benedizione a Dio e delle creature – o qualche sua parte – aiuta a celebrare in famiglia o in comunità, in virtù del sacerdozio battesimale, le principali Feste o occasioni. Si sta all’angolo domestico della preghiera, con il Libro della Parola, il crocifisso (come quello, caro al Gruppo, dell’eremo San Salvatore di Erba) o un’icona, il cero o altri segni della presenza di Dio.

120. INVITO ALLA FESTA Nel nome del Padre… Amen. Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo in esso. Gloria… Come era… [Dal Sal 117]

121. SEQUENZA DELLO SPIRITO SANTO Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori. Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica riposo, nella calura riparo, nel pianto conforto. O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza nulla è nell’uomo, nulla senza colpa. Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato. Dona ai tuoi fedeli, che solo in te confidano, i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. Amen.

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122. SALMODIA Beato l’uomo che si compiace della legge del Signore: il Signore veglia sulla via dei giusti, ma la via degli empi andrà in rovina. I cieli narrano la gloria di Dio: non è linguaggio di cui non si oda il suono; per tutta la terra si diffonde la loro voce. La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima. O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra: sopra i cieli si innalza la tua magnificenza. Se guardo il cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l’uomo perché te ne curi? Eppure lo hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato, tutto hai posto sotto i suoi piedi. Da sempre e per sempre tu sei, Dio. Tu fai ritornare l’uomo in polvere: come l’erba che fiorisce al mattino e alla sera è falciata e dissecca. Gli anni della vita sono settanta, ottanta per i più robusti: quasi tutti sono fatica, dolore, passano presto e noi ci dileguiamo. Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore Nessuno può riscattare se stesso o dare a Dio il suo prezzo. Per quanto si paghi il riscatto di una vita, non potrà mai bastare per vivere senza fine e non vedere la tomba. Ma Dio potrà riscattarmi: mi strapperà dalla mano della morte. Io sono tranquillo e sereno come un bimbo svezzato in braccio a sua madre. Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla: ad acque tranquille mi conduce; mi prepara una mensa, cosparge di olio il mio capo, il mio calice trabocca. Rafforza per noi, o Dio, l’opera delle nostre mani, l’opera delle nostre mani rafforza. Gloria… [Dai Sal 1; 18; 8; 48; 89; 130; 22]

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123. LETTURA (FACOLTATIVA) In mano a Dio, assiso sul trono, vidi un libro scritto dentro e fuori e sigillato con sette sigilli, che nessuno poteva aprire e leggere, se non l’Agnello. A Colui che siede sul trono e all’Agnello lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli. Amen. [Cf Ap 5,1-7.13-14].

Il Dio… che voi adorate senza conoscere io ve lo annunzio: ha fatto il mondo…, è signore del cielo e della terra, non… si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa, essendo lui che dà a tutti la vita… e ogni cosa; creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini…; per essi ha stabilito ordine… e confini, perché cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo e siamo… poiché di lui stirpe noi siamo…. Non dobbiamo dunque pensare che la divinità… porti l’impronta… dell’immaginazione umana. Dopo esser passato sopra ai tempi dell’ignoranza, ora Dio ordina a tutti gli uomini… di ravvedersi, poiché egli ha stabilito un giorno in cui giudicare la terra con giustizia per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti. Oppure: Questa è la parola che Dio ha inviato ai figli d’Israele…, la buona novella della pace per mezzo di Gesù Cristo…, Signore di tutti…: Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui…; essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse… a testimoni da lui prescelti…; e ci ha ordinato di annunziare al popolo… che egli è il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio. Tutti i profeti gli rendono questa testimonianza: chiunque crede in lui ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo nome. [At 17,23-31 | At 10,36-43]

Oppure altra lettura biblica adatta. Alla fine si acclama:

Parola di Dio! Rendiamo grazie a Dio! Si può aggiungere una lettura spirituale. Ad esempio, in una celebrazione di Gruppo, quella delle due icone [n. 32 e 33].

124. ANNUNCIO DELLA RESURREZIONE Si dà l’annuncio della resurrezione, segno che ogni festa scaturisce dalla Pasqua: si canta l’acclamazione con il versetto (in Quaresima, anziché l’Alleluia: «Gloria e lode a te, o Cristo!»), possibilmente accendendo le luci festive; si può proclamare il vangelo.

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Alleluia. Alleluia. Alleluia. Non temete! Gesù, il crocifisso, è risorto. Alleluia. Dal vangelo secondo Marco. Il primo giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome vennero al sepolcro al levar del sole per andare a imbalsamare Gesù. Esse dicevano tra loro: “Chi ci rotolerà via il masso dall’ingresso del sepolcro?”. Ma, guardando, videro che il masso era gia stato rotolato via, benché fosse molto grande. Entrando nel sepolcro, videro un giovane…, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete”. Oppure:

Dal vangelo secondo Luca. In quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio… di nome Emmaus…. Mentre… discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo…. Ed egli disse loro…: “Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?”. E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: “Resta con noi perché si fa sera e il giorno gia volge al declino”. Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l’un l’altro: “Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?”. E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme. [Mc 16,1-7 | Lc 24,13-49]

Alla fine:

Parola del Signore! Lode a te, o Cristo! Può seguire una breve riflessione o esortazione.

125. BENEDIZIONE A DIO: “TE DEUM” Te lodiamo Dio, | te celebriamo ** Te Deum, laudamus: | te DoSignore. || Te, eterno Padre, | minum confitemur. || Te ætertutta la terra adora. num Patrem, | omnis terra veneratur. A te tutti gli angeli, | a te i cieli Tibi omnes angeli, | tibi cæli et e tutte le potenze; || a te i che- universæ potestates; || tibi cherubini e i serafini | con voce in- rubim et seraphim | incessabili voce proclamant: cessante proclamano: Santo, | Santo, | Santo, | il Si- Sanctus, | Sanctus, | Sanctus, |

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gnore Dio delle schiere. || I cieli e la terra sono pieni | della maestà della tua gloria. Te loda il glorioso | coro degli apostoli; || te loda il lodevole gruppo | dei profeti; || te loda la candida schiera | dei martiri. Te, per tutto il mondo, | celebra la santa Chiesa: || te, Padre | d’immensa maestà, || l’adorabile tuo vero | ed unico Figlio, || e anche il Santo Spirito | Paraclito. Tu, re di gloria, | Cristo; || tu sei il Figlio eterno | del Padre; || tu, volendo redimere l’uomo, | non disdegnasti di essere concepito dalla Vergine; || tu, sconfitto il pungiglione della morte, | apristi ai credenti il regno dei cieli; || tu siedi alla destra di Dio, | nella gloria del Padre; || crediamo che verrai | come giudice alla fine dei tempi. Ti preghiamo: soccorri i tuoi servi, | che hai redento col prezioso tuo sangue. || Fa’ che siamo annoverati con i tuoi santi | nella gloria eterna.

Dominus Deus Sabaoth. || Pleni sunt cæli et terra | maiestatis gloriæ tuæ. Te gloriosus | apostolorum chorus, || te prophetarum | laudabilis numerus, || te martyrum candidatus | laudat exercitus. Te per orbem terrarum | sancta confitetur Ecclesia, || Patrem | immensæ maiestatis, || venerandum tuum verum | et unicum Filium, || Sanctum quoque | Paraclitum Spiritum. Tu, rex gloriæ, | Christe, || tu Patris | sempiternus es Filius; || tu ad liberandum suscepturus hominem | non horruisti Virginis uterum; || tu, devicto mortis aculeo, | aperuisti credentibus regna cælorum; || tu ad dexteram Dei sedes, | in gloria Patris; || iudex crederis, | esse venturus.

Te ergo quæsumus tuis famulis subveni, | quos pretioso sanguine redemisti. || Æterna fac cum sanctis tuis | in gloria numerari.

La seguente parte del “Te Deum” può essere omessa. { Salva il tuo popolo, Signore, | e benedici la tua eredità. || E guidali | e proteggili per sempre. || Ogni giorno | benediciamo te; || e lodiamo il nome tuo nei secoli | e nei secoli dei secoli. Dégnati, Signore, in questo giorno, | di custodirci senza peccato. || Pietà di noi, Signore; | pietà di noi. || Sia su di noi, Signore, la tua misericordia, | perché in te abbiamo sperato. || In te, Signore, ho sperato: | non sarò confuso in eterno. }

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{ Salvum fac populum tuum, Domine, | et benedic hereditati tuæ. || Et rege eos, | et extolle illos usque in æternum. || Per singulos dies | benedicimus te; || et laudamus nomen tuum in sæculum, | et in sæculum sæculi. Dignare, Domine, die isto | sine peccato nos custodire. || Miserere nostri, Domine, | miserere nostri. || Fiat misericordia tua, Domine, super nos, | quemadmodum speravimus in te. || In te, Domine, speravi: | non confundar in æternum. }

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126. LITANIE DEI SANTI A invocazione della divina benedizione si recitano o cantano le litanie dei santi (dalla liturgia comunitaria della Festa del Gruppo). Le invocazioni tra graffe possono essere omesse.

Kyrie, eleison. Kyrie, eleison. Christe, eleison. Christe, eleison. Maria, umile serva del Signore, Vergine, Sposa e Madre, prega per noi. Michele, Raffaele e Gabriele, che state sempre al cospetto di Dio, pregate per noi. Angeli santi, mandati da Dio a custodirci nel nostro cammino, ” ” Giuseppe, uomo giusto, artigiano, che hai dato il nome al Cristo, prega per noi. Famiglia di Nazaret, serena nella gioia, serena nel dolore, ”” Abramo, amico di Dio e padre di tutti i credenti, ” ” Mosè, per mezzo del quale fu data la Legge, ” ” Elia, cocchio di Israele e suo cocchiere, ” ” Giovanni, amico dello Sposo, che hai indicato l’Agnello di Dio presente nel mondo, ” ” Pietro, pietra su cui è costruita la Chiesa, ” ” Paolo, strumento eletto di Dio, ” ” Andrea, primo chiamato da Cristo, ” ” Giovanni, che hai veduto la Città di Dio, ” ” Natanaele, vero Israelita in cui non c’è inganno, ” ” Maria di Magdala, che molto hai amato, ” ” Marta, che hai accolto Gesù nella tua casa, ” ” Maria di Betania, che hai scelto l’unico necessario, ” ” Lazzaro, amico di Gesù, ” ” Discepoli radunati da Cristo, Piccolo Gregge che stava con lui, pregate per noi. Primi cristiani riuniti nel Cenacolo, assidui e concordi nella preghiera, un cuor solo e un’anima sola verso Dio, ” ” { Antonio, padre di tutti gli asceti, prega per noi. Agostino, che hai cercato e trovato Dio Amore, ” ” BENEDIZIONE DOMENICALE E FESTIVA

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Benedetto, che pregando e lavorando nulla hai anteposto all’amore di Cristo, ” ” Francesco, che abbracciando la povertà come una sposa hai vissuto secondo la forma del santo Vangelo, ” ” Domenico, che predicando la verità contemplata hai preso l’ufficio del Verbo di Dio, ” ” Bonaventura e Tommaso, lampade che illuminano la Chiesa, pregate per noi. Nicola Cavàsilas, guida ai misteri della vita in Cristo, prega per noi. Caterina da Siena, docile e autorevole maestra nella Chiesa, ” ” Ignazio di Loyola, contemplativo in azione, che hai amato le cose tanto quanto portano ad amare Dio, ” ” Teresa la grande, che hai trovato Dio in te, e te in Dio, ” ” Giovanni della Croce, che ci guidi alla vetta del monte, ” ” Francesco di Sales, che ci introduci nella vita devota, ” ” Alfonso de Liguori, che ci insegni a ben vivere e morire, ” ” Piccola Teresa, cuore nella Chiesa, che ci additi la piccola via, ” ” } { Sara e Tobia, sposi uniti in preghiera davanti a Dio, pregate per noi. | Priscilla ed Aquila, sposi ed apostoli, ” ” | Ambrogio, Pio V, Carlo Borromeo, Ildefonso Schuster, pastori irreprensibili, ” ” | Gregorio Palamas, teologo della luce della trasfigurazione, prega per noi. | Giuliana di Norwich, profetessa del lieto fine, ” ” | Tommaso Moro, politico e martire della coscienza, ” ” }.

Santi comuni, che nel mondo, ma non del mondo, avete costruito la città dell’uomo secondo Dio, pregate per noi. Santi innocenti, testimoni ignari del dono di Dio, ” ” Santi nascosti, ignoti a noi, ma non a Dio, ” ” Anime sante del purgatorio, pregate per noi, che preghiamo per voi. Gesù, nostro fratello, salvaci, Signore. Dalla morte eterna, ” ” Da ogni peccato, ” ” Dal desiderio d’essere innalzati, ” ” Dal timore d’essere umiliati, ” ”

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Perché ci mettiamo con te all’ultimo posto, ” ” Per la tua Chiesa e il tuo Regno, ti preghiamo: ascoltaci. Per il papa e tutti i pastori e ministri, ” ” Per tutti i consacrati, ” ” { Per questo tuo Piccolo Gruppo, ” ” } Perché la nostra vita viva nella tua, ” ” Perché la nostra persona sia preghiera, ” ” Per il primo di noi che dovrà morire, ” ” Per tutti noi, perché perseveriamo nella fede, nella vocazione e nel tuo santo servizio, ” ” Cristo, ascoltaci. Cristo, ascoltaci. Cristo, esaudiscici. Cristo, esaudiscici. Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.

127. PROFESSIONE DI FEDE, SPERANZA, CARITÀ Con la benedizione si rinnova anche la consacrazione a Dio.

Benediciamo il Signore che ci diede il Consiglio, poiché anche di notte istruisce il nostro cuore. Ci addita la Via della Vita, la pienezza di gioia davanti al suo volto. Egli ci ha fatti e noi siamo suoi, suo popolo e gregge che egli conduce. Gloria… Come era… Tenendo fisso lo sguardo su Gesù, Agnello e Pastore, e deponendo ciò che ci è di peso, ravviviamo la nostra totale appartenenza a Dio che, amandoci, ci ha fatti suoi. Rinuncio a Satana, a tutte le sue opere e seduzioni. Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra;

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e credo in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque di Spirito Santo da Maria Vergine, visse, consacrato da Dio, beneficando tutti e annunciando il vangelo in opere e parole, patì per noi sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; è risuscitato il terzo giorno, è salito al Cielo e siede alla destra del Padre, da dove verrà a giudicare i vivi e i morti e il suo Regno non avrà fine; e credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa Cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la resurrezione della carne e la vita eterna. Con la certezza in lui, spero in Dio Padre che è nei cieli, sperando da lui contro ogni umana speranza la santificazione del suo Nome, la venuta del suo Regno, la realizzazione della sua volontà, il pane sovressenziale, il perdono dei peccati, la fortificazione nella prova e la liberazione da ogni male. Con la sua grazia, amo il Signore Dio nostro con tutto il cuore, e il mio prossimo come me stesso, così come Gesù ha amato, secondo i suoi comandamenti. Queste sono le cose che rimangono: fede, fiducia, amore; questa è la via migliore da conoscere, desiderare e attuare per entrare fin d’ora nella vita eterna. Amen. [Dalla liturgia comunitaria della Festa del Gruppo. || Cf Simbolo apostolico; cf At 26,18; 1Gv 2,16; Mt 1,18.20; Lc 4,18; At 1,1 e 10,38 | cf Mt 6,9-13; Rm 4,18 | cf Mt 22,36-40; Gv 13,34 e 14,15 | cf 1Cor 13,13; Gv 17,3; Rm 8,26; Mt 19,16 | cf Mc 10,30; 1Cor 7,25 e 2Cor 8,10; Gv 21,15.22; 15,16]

128. IMPEGNO SPECIFICO (IN OCCASIONI SPECIALI) Si aggiungono formule specifiche per assemblee [n. 7; 10]; dedizioni a servizi [n. 29]; festeggiamenti di perseveranza [n. 5]; assunzione o rinnovo di impegni spirituali [n. 8-9 o 14] o evangelici [secondo la propria vocazione] o di stato di vita [n. 11-13].

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129. ORAZIONE DELLA PRIMA COMUNITÀ CRISTIANA Signore, tu che hai creato il cielo, la terra e ciò che è in essi, tu che per mezzo dello Spirito Santo dicesti per bocca del nostro padre, il tuo servo Davide: “Perché si agitano le genti e i popoli tramano cose vane? Si sollevano i re della terra e i principi si radunano insieme contro il Signore e contro il suo Cristo” davvero si sono radunati insieme contro il tuo santo servo Gesù, che hai unto come Cristo, per compiere ciò che avevi preordinato che avvenisse. Ed ora, Signore, volgi lo sguardo e concedi ai tuoi servi di annunziare con tutta franchezza la tua Parola; stendi la mano perché si compiano guarigioni, prodigi e segni nel nome del tuo santo servo Gesù; e riempici del tuo Santo Spirito perché divenendo un cuor solo e un’anima sola possiamo dirti con franchezza filiale: Padre nostro… [Cf At 4,24-32 (cf Sal 2,1-2): è l’esempio di preghiera negli Atti degli Apostoli]

Si può aggiungere un’orazione adatta [n. 73-82, o 142, o 157].

130. BENEDIZIONE DEI FIGLI DI DIO Si può usare una delle benedizioni riportate dopo [n. 136; se si fa l’aspersione si usa l’ultima]; oppure la seguente [cf n. 30]:

Ci benedica il Signore e ci protegga. Il Signore faccia brillare su di noi il suo volto e ci sia propizio. Il Signore rivolga su di noi il suo volto e ci dia la pace, che per tutti invochiamo nel nome del Padre e † del Figlio… Amen. Gesù Cristo che reggi l’universo, il nostro Signore sei tu.

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BENEDIZIONI DOMESTICHE «In casa e nel segreto della vita quotidiana curiamo e valorizziamo i segni della presenza del Signore, per favorire la preghiera domestica e quella diffusa».

131. BENEDIZIONE AL RISVEGLIO Signore, apri le mie labbra: e la mia bocca proclami la tua lode. Gloria al Padre…

132. BENEDIZIONE DEL PRINCIPIO E DELLA FINE All’inizio di un tempo o di una attività:

Ispira le nostre azioni, Signore, e accompagnale con il tuo aiuto, perché ogni nostra attività abbia da te il suo inizio e in te il suo compimento. Per Cristo nostro Signore. Amen. Alla fine del medesimo tempo o della medesima attività:

Ti ringraziamo, Signore Dio, per tutti i tuoi benefici. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

133. BENEDIZIONE DEL RIPOSO NOTTURNO Il Signore ci conceda una notte serena e un riposo tranquillo. Amen.

134. BREVI BENEDIZIONI Benedizione breve 1. delle persone che si incontrano; 2. della casa; 3. del cammino; 4. dell’ambiente e della “città di Dio e dell’uomo”: 1

Il Signore ti dia pace! 2 Pace a questa casa! Il Signore diriga i nostri passi sulla via della pace! 4 Su di te sia pace! 3

[Lc 10,5 | Lc 24,36, Francesco d’Assisi, Testamento | Lc 1,79 | Sal 121,8]

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135. BENEDIZIONE DELLA MENSA BENEDIZIONE FERIALE Benedici noi, Signore, e il cibo che stiamo per prendere { e donaci la grazia di servircene in bene } nel nome del Padre † e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. BENEDIZIONE FESTIVA Tutti aspettano da te, o Dio, che tu provveda loro il cibo a suo tempo. Tu apri la tua mano e sazi la fame di ogni vivente. Perciò il tuo Nome è benedetto nei secoli. Amen. Il Signore benedica noi e il cibo che stiamo per prendere, nel nome del Padre † e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. BENEDIZIONE SOLENNE Benedetto sei tu, o Dio, Signore del Cielo e della Terra, per questo cibo che sostiene il vigore del nostro corpo e fa brillare di gioia il nostro volto. Benedetto nei secoli il Signore! Benedetto sei tu, o Dio, Signore del Cielo e della Terra, per questa festosa adunanza che allieta la nostra anima, facendoci pregustare la gioia del tuo Regno. Benedetto nei secoli il Signore! Benedetto sei tu, o Dio, Signore del Cielo e della Terra, per questa tua Festa, che rallegra il nostro spirito. Benedetto nei secoli il Signore! E benedetta sia questa mensa, nel nome del Padre † e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen!

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136. BENEDIZIONI PARTICOLARI BENEDIZIONE DELLA “CITTÀ DI DIO E DELL’UOMO” Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: “Su di te sia pace!”. Per la casa del Signore nostro Dio, chiederò per te il bene. BENEDIZIONE DELLA VIA Così dice il Signore mediante il libro di Tobia: «Non fare a nessuno ciò che non piace a te. Da’ il tuo pane a chi ha fame e fa’ parte dei tuoi vestiti agli ignudi. Chiedi il parere ad ogni persona che sia saggia e non disprezzare nessun buon consiglio. In ogni circostanza benedici il Signore e domanda che ti sia guida nelle tue vie e che i tuoi sentieri e i tuoi desideri giungano a buon fine». [Salmo: Sal 121,8-9 | Lettura: Tb 4,15a.16a.18-19a]

Dio, benedici la mia via, perché il mio cammino e i miei desideri giungano a buon fine. Il tuo spirito buono mi guidi in terra piana. Per Cristo nostro Signore. Amen. [Cf Tb 4, 19a; Sal 142,10]

BENEDIZIONE DELLA “CASA” Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori; se la città non è custodita dal Signore, invano veglia il custode. Ecco, dono del Signore sono i figli: come frecce in mano a un eroe sono i figli nella giovinezza. Gloria… Così dice il Signore: «Chi ascolta le mie parole e le mette in pratica è simile a un uomo che ha costruito la sua casa sulla roccia. Vennero i venti, strariparono i fiumi, soffiarono i venti, ed essa non cadde».

Preghiamo. Il Signore Gesù, che visse con la sua famiglia nella casa di Nazaret, rimanga sempre con noi, ci preservi da ogni male e ci conceda di essere un cuor solo e un’anima sola nel nome del Padre e † del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. [Dal Sal 126 | Mt 7,24-25]

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BENEDIZIONE DELLA FAMIGLIA “CHIESA DOMESTICA” Beato l’uomo che teme il Signore e cammina nelle sue vie. Vivrai del lavoro delle tue mani, sarai felice e godrai d’ogni bene. La tua sposa come vite feconda nell’intimità della tua casa; i tuoi figli come virgulti d’ulivo intorno alla tua mensa. Così sarà benedetto l’uomo che teme il Signore. Gloria… Così dice il Signore per bocca dell’apostolo Paolo: «Siate sottomessi gli uni gli altri nel timore di Cristo…. Nessuno mai ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito. Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore, perché questo è giusto. Onora tuo padre e tua madre: è questo il primo comandamento associato a una promessa: perché tu sia felice e goda di una vita lunga sopra la terra. E voi, padri, non inasprite i vostri figli, ma allevateli nell'educazione e nella disciplina del Signore». Si recita la stessa orazione della benedizione precedente. [Dal Sal 127 | Ef 5,29-6,3]

BENEDIZIONE DEI BAMBINI Con la bocca dei bimbi e dei lattanti, o Dio, affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli. Gloria… Così dice il Signore: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno dei cieli». Imponendo la mano sulla fronte del bambino e poi segnandola con il pollice col segno della croce il genitore o l’educatore dice:

N.…, ti benedica il Signore e ti protegga. Il Signore faccia brillare su di te il suo volto e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti dia la pace, che io per te invoco nel nome del Padre e + del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. [Sal 8 | Lc 18,16 | “Benedizione ai figli” (n. 30,1) che riprende quella di Mosè]

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“SIGNATIO” DEI FIGLI NEONATI DA BATTEZZARE In forza del loro sacerdozio generale e speciale, i genitori cristiani accolgano subito i loro nuovi figli in famiglia col segno di croce.

E tu bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo, perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Gloria… Così dice il Signore per bocca di Giovanni: «Coloro che sono stati segnati con il sigillo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro… e l’Agnello… sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita».

N., io ti segno con il segno della croce, sigillo del Dio vivente, in vista del Battesimo, nel nome del Padre e + del Figlio… Amen. [“Benedictus” | Ap 7,4.9-10.15-17]

BENEDIZIONE PER I DEFUNTI Io pongo sempre dinanzi a me il Signore, sta alla mia destra, non posso vacillare. Di questo gioisce il mio cuore, esulta la mia anima, anche il mio corpo riposa al sicuro. perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, né lascerai che il tuo santo veda la corruzione. Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra. Gloria… Così dice il Signore: «Riguardo poi ai morti che devono risorgere…, non avete letto nel libro di Mosè, a proposito del roveto, come Dio gli parlò dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e di Giacobbe”? Non è un Dio dei morti ma dei viventi!».

Preghiamo. Ascolta, o Dio, la preghiera che la comunità dei credenti innalza a te nella fede del Signore risorto e conferma in noi la beata speranza che insieme ai nostri fratelli defunti { e in particolare a… } risorgeremo in Cristo a vita nuova. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen. [Sal 15 | Mc 12,26-27]

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BENEDIZIONI DOMESTICHE


BENEDIZIONE NELLE AFFLIZIONI Dal profondo a te grido, Signore: Signore, ascolta la mia voce! Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera. Se tu guardi le colpe, Signore, Signore, chi potrà sussistere? Ma presso di te è il perdono, perciò avremo il tuo timore. Gloria… Nudo uscii dal seno di mia madre, e nudo vi ritornerò. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto: sia benedetto il nome del Signore!

Signore Gesù, che hai pianto per il tuo amico morto e ti sei commosso per le nostre miserie, abbi pietà di noi! Signore Gesù, Amico degli uomini, che hai voluto sperimentare le nostre stesse infermità e hai sofferto le nostre stesse sofferenze, abbi pietà di noi! Signore Gesù, che sei venuto a portare il lieto annuncio ai poveri, fasciare le piaghe dei cuori spezzati, proclamare la libertà dei prigionieri e promulgare l’anno di misericordia del Signore, abbi pietà di noi! E fa’ che sentiamo oggi compiersi in noi questa tua parola di salvezza. Amen. [Sal 129 | Gb 1,21 | Cf Gv 11,35; Mc 6,34; Mt 8,17; 20,34; Lc 19,41; 4,18-19]

BENEDIZIONE NELLA PROSPERITÀ Ci benedica il Signore da Sion! Che possiamo vedere la prosperità della tua Città santa per tutti i giorni della nostra vita. Pace su Israele! [Cf Sal 127,5]

ASPERSIONE CON L’ACQUA BENEDETTA Ravviva in noi, o Padre, nel segno di quest’acqua benedetta, il ricordo della nostra rinascita in Cristo, per mezzo dello Spirito Santo nella tua famiglia che è la Chiesa. Nel nome del Padre e † del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Si asperge con un rametto. Oppure, quando ci si segna da soli:

Per questa santa aspersione si ravvivi in me, o Dio, la grazia del Battesimo. Nel nome del Padre † … Amen.

BENEDIZIONI DOMESTICHE

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INCONTRI E COLLOQUI «Inseriti in Cristo, ne invochiamo lo Spirito, nel comune esercizio del sacerdozio battesimale. Per lasciarci edificare dal Signore in tempio spirituale, viviamo alla sua presenza ogni nostro incontro in unità di preghiera». L’incontro è una “pratica di preghiera”, a mo’ di meditazione comunitaria. Il rito, che si può adattare anche ai colloqui, è presieduto dal responsabile o da chi per lui. Qualche segno, come la Bibbia aperta o la candela accesa o un’icona, può esprimere la presenza di Dio. Si sta seduti fino al Padre Nostro.

137. PREGHIERE INIZIALI Nel nome del Padre † e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Padre, parlaci. Padre, proteggici. Padre, dacci la tua benedizione. Gesù, salvaci. Gesù, guidaci. Gesù, facci tuo Regno. Spirito Santo, consigliaci. Spirito Santo, santificaci. Spirito Santo, facci tuo Tempio. Mamma, aiutaci. Mamma, dacci Gesù. Mamma, donaci a Gesù. Benediciamo il Signore che ci diede il Consiglio, poiché anche di notte istruisce il nostro cuore. Ci addita la Via della Vita, la pienezza di gioia davanti al suo volto. Egli ci ha fatti e noi siamo suoi, suo popolo e gregge che egli conduce. Gloria al Padre… Come era… Con le invocazioni iniziali, i «due o più» sono riuniti con Maria nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; con la preghiera del Consiglio il gruppo si dispone ad essere istruito e guidato dal suo Maestro e Pastore.

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INCONTRI


138. INTRODUZIONE AL TEMA (FACOLTATIVA) Si può aggiungere un salmo o un inno o una lettura attinenti al tema. In caso si preveda una pausa per la meditazione personale, l’esposizione introduttiva viene fatta a questo punto.

139. INVOCAZIONE DELLO SPIRITO SANTO Per incontri di confronto, si recita la seguente invocazione; invece per incontri consiliari e assembleari si usa la “Preghiera per il discernimento” [n. 7] o, in certi casi, del “Buon Consiglio” [n. 10]; per istruzioni o ritiri si usa la preghiera apposita [n. 156; cf 8-9].

Spirito Santo, fa’ che questo incontro sia un’agape fraterna allietata dalla tua presenza. Metti nel nostro cuore un atteggiamento docile e consenti che la tua Sapienza, da noi invocata e accolta, diventi l’ispiratrice del nostro comportamento fraterno. Aiutaci ad essere attenti e comprensivi, affinché il dialogo sia sereno e favorisca la nostra comunione. Rendi i nostri interventi cordiali e semplici, come si conviene ai figli che per dono appartengono alla grande famiglia di Dio. Facci comprendere che solo tu sei il nostro Maestro, e perciò mettici in cuore il desiderio di ascoltarti, ora e sempre, con animo umile, sempre più umile. Amen.

140. CONFRONTO Senza interrompere il clima di preghiera si passa al confronto: «gli incontri hanno come caratteristica peculiare lo scambio di esperienze di vita alla luce della Parola di Dio»; in essi sviluppiamo «i legami di una amicizia insieme spirituale ed umana» e trattiamo «le esigenze sempre nuove della vocazione».

141. PREGHIERE FINALI Dopo la conclusione del confrontro, chi presiede invita tutti a rivolgersi a Dio in preghiera con queste o altre parole.

Al termine di questo incontro eleviamo a Dio la nostra preghiera.

INCONTRI

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Seguono alcune intenzioni di preghiera spontanee, a cui tutti rispondono. Alla fine:

Signore, illuminaci e guidaci nella fede, nella speranza e nella carità. La strada che tu hai percorso sia da noi seguita. Tutto ciò che tu ami, sia da noi amato. Tu, Luce, illumina le nostre tenebre. Tu, Forza, sorreggi la nostra debolezza. I nostri occhi siano i tuoi occhi, le nostre mani siano le tue mani, le nostre spalle siano le tue. Il nostro cuore sia il tuo cuore, affinché i fratelli, tramite la nostra umile e fedele presenza, possano incontrare te e, nella fede, vederti e amarti. Signore, prendici come siamo e facci come tu ci vuoi. Viene introdotta la “Preghiera del Signore” così:

Facci, Signore, come tu ci vuoi e manda su di noi il tuo Spirito perché possiamo pregare il Padre come tu ci hai insegnato: Oppure, più brevemente, così:

Facci come tu ci vuoi e ammettici a pregare con le tue parole: Se possibile, ci si alza in piedi, con le mani nel gesto dell’orante:

Padre nostro, che sei nei cieli…

142. ORAZIONE (FACOLTATIVA) Trinità beata, fonte dell’infinito amore, che hai voluto che la nostra fedeltà fosse frutto della tua carità, fa’ che la nostra vita esprima il capolavoro della tua benevolenza e realizzi in pienezza il motivo per cui ci hai chiamati. Per Cristo nostro Signore. Amen. Oppure: O Dio, che ci hai creati, rigenerati e santificati e ci hai consacrati nel seno materno della Chiesa, fa’ che col vivere quotidiano tutto abbandonato a te manifestiamo il fine della nostra vita, che è la partecipazione umana alla tua gloria divina. Per Cristo… Oppure: O Dio che ci fai partecipare al tuo trionfo in Cristo, fa’ che lavorando, pregando e facendo opere di bene senza pretendere nessuna ricompensa, possiamo costruire la tua Città di pace. Per Cristo…

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INCONTRI


143. PREGHIERA A MARIA (FACOLTATIVA) Maria, Madre di Cristo e Madre della Chiesa, benedici noi tuoi figli e volgi a noi un particolare sguardo di bontà che ci aiuti a realizzare totalmente quella santità stabilita da Dio per ognuno di noi. Tu ci conosci tutti e con il tuo amore materno, ad uno ad uno, puoi accoglierci tra le tue braccia e metterci in soave comunione. Noi ci abbandoniamo a te in ogni nostra necessità, ma anche per chiederti di aprire i nostri cuori ad ogni persona in difficoltà. Stendi la tua mano su di noi e liberaci da ogni male, perché possiamo contemplarti fin da ora e in eterno con tuo figlio Gesù, nostro fratello Dio. Oppure, “Preghiera della porta” [n. 27] o altra preghiera mariana.

144. BENEDIZIONE Ci benedica il Signore e ci protegga. Il Signore faccia brillare su di noi il suo volto e ci sia propizio. Il Signore rivolga su di noi il suo volto e ci dia la pace, che per tutti invochiamo nel nome del Padre e † del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Oppure, più brevemente:

Nella sua infinita misericordia ci benedica Dio, Padre e † Figlio e Spirito Santo. Amen.

145. CONGEDO E SALUTO FRATERNO Scambiamoci il segno di pace. Oppure:

Salutiamoci con il bacio santo. Tutti si scambiano secondo gli usi il saluto di pace. Oppure (se si omette il gesto del saluto fraterno):

Gesù Cristo che reggi l’universo, il nostro Signore sei tu.

INCONTRI

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ADORAZIONE COMUNITARIA «L’Agnello sacramentalmente presente fra noi è la persona di Gesù da visitare e adorare». «Nell’adorazione comunitaria dell’Agnello eucaristico ci lasciamo illuminare dalla sua luce e ci fermiamo a contemplare in lui che “Dio è Dio”». L’esposizione eucaristica mostra il Cristo “sole che sorge” e “lampada” che illumina la Città di Dio; l’adorazione senza esposizione mostra la presenza discreta di Gesù, “nascosto nella sua umanità”. L’adorazione eucaristica, che nel complesso non dovrebbe durare più di un’ora, deve essere strutturata in maniera semplice ed essenziale; non deve essere caricata di elementi meditativi o celebrativi più adatti ad altri momenti.

146. ESPOSIZIONE E ATTO DI ADORAZIONE Santo, Santo, Santo il Signore Onnipotente: Colui che era, che è, e che viene! Fermatevi e sappiate che il Signore è Dio: Colui che era, che è, e che viene! Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Colui che era, che è, e che viene! A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen. Ecco viene nello Spirito e ognuno lo vedrà. Così dice il Signore Gesù: «Sì! Amen! Io sono l’Alfa e l’Omega, il Principio e la Fine: Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!».

Dio è Dio! Alleluia! Alleluia! [In Quaresima: “Gloria!”] Dio è Dio! Osanna! Osanna! [Cf Ap 1,5-8; 22,13; 4,8b; Sal 45,11; Icona biblica]

Oppure, altra forma di omaggio al Signore presente, ad esempio le invocazioni iniziali: “Padre, parlaci” e “Benediciamo” [n. 137]; o altra lettura biblica in cui il Signore si presenta.

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ADORAZIONE COMUNITARIA


147. INNO O SALMO O CANTICO SPIRITUALE Si può recitare o cantare un cantico spirituale [n. 58-65], specie dell’Apocalisse, o un salmo, o un inno di adorazione [n. 3-5], ma con sobrietà, per non rischiare di distogliere dal silenzio.

148. LETTURA BIBLICA O SPIRITUALE (FACOLTATIVA) Se e solo se utile a disporre all’adorazione, si può proporre una lettura biblica o spirituale. Ad esempio: Io, Giovanni, ebbi una visione: una porta era aperta nel cielo…. Ed ecco, c’era un trono nel cielo, e sul trono uno stava seduto…. Sette lampade accese ardevano davanti al trono, simbolo dei sette spiriti di Dio. E vidi nella mano destra di Colui che era assiso sul trono un libro a forma di rotolo, scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli…. Poi vidi ritto in mezzo al trono… un Agnello, come immolato. E l’Agnello giunse e prese il libro dalla destra di Colui che era seduto sul trono…. L’angelo mi mostrò poi un fiume d’acqua viva…, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello…. E non vi sarà più maledizione. Il trono di Dio e dell’Agnello sarà in mezzo alla città e i suoi servi lo adoreranno; vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome sulla fronte. Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli. [Ap 1,1-2.5; 5,1.6-7; 22,1.3-5]

Oppure, “Chi sei?” [n. 17,1] o “Ti amo” [n. 17,2] o uno degli “Intrattenimenti con il Signore” [n. 18,1-3].

149. SILENZIO DI ADORAZIONE Si fa un congruo tempo di silenzio, in cui si cerca di fermare le potenze dell’anima in una contemplazione silenziosa e amorosa dell’Agnello, lasciandosi guardare e illuminare da lui e disponendosi intorno a lui come nella Città Santa.

150. RESPONSORIO Alla fine del silenzio, si può intonare un responsorio ripetitivo: ad esempio “Resta con noi” [cf Lc 24,29]; oppure si può ripetere qualche preghiera breve [n. 20-24, o n. 46-50, o 100].

ADORAZIONE COMUNITARIA

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151. PREGHIERE DI LODE E INTERCESSIONE A Dio, che siede sul trono, e all’Agnello salga come profumo d’incenso la nostra preghiera di lode, di grazie, di invocazione e di intercessione. Ad ogni intenzione di preghiera l’assemblea risponde con acclamazioni corrispondenti al tipo di preghiera: ad esempio, “Gloria a te!”, “Ascoltaci, Signore!”, “Aiutaci, Signore!”, “Lode e onore a te, Signore Gesù!”, “Grazie, Signore!”, “Signore, pietà!”.

152. PREGHIERA DEL SIGNORE Con la Preghiera del Cammino s’introduce il Padre Nostro.

Signore, illuminaci e guidaci… [n. 25, variante, o 141]. Facci, Signore Gesù, come tu ci vuoi, perché, ripieni del tuo Santo Spirito, possiamo pregare il Padre come tu ci hai insegnato: Padre nostro…

153. ATTO DI ADORAZIONE E ORAZIONE FINALE Tale dunque sacramento veneriamo chini e all’antico memoriale subentri il nuovo rito: supplisca la fede al limite dei sensi.

** Tantum ergo sacramentum veneremur cernui [ci si inchina] et antiquum documentum novo cedat ritui: præstet fides supplementum sensuum defectui.

Al Padre e all’Unigenito siano lode e giubilo: salvezza, onore, potenza e benedizione. Per lo Spirito che da entrambi procede sia pari la lode. Amen.

Genitori genitoque laus et iubilatio: [si china il capo] salus, honor, virtus quoque sit et benedictio. Procedenti ab utroque compar sit laudatio. Amen.

Oppure:

Adoriamo il Sacramento che Dio Padre ci donò: nuovo patto, nuovo rito, nella fede si compì. Al mistero è fondamento la Parola di Gesù. Gloria al Padre onnipotente, gloria al Figlio redentore, lode grande, sommo onore all’eterna carità: gloria immensa, eterno amore alla Santa Trinità. Amen.

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ADORAZIONE COMUNITARIA


Hai dato loro il pane disceso dal Cielo, che porta in sé ogni dolcezza. Preghiamo. Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell’Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa’ che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

154. BENEDIZIONE Ci benedica il Signore e ci protegga. Il Signore faccia brillare su di noi il suo volto e ci sia propizio. Il Signore rivolga su di noi il suo volto e ci dia pace. Se presiede un presbitero o un diacono, segue la benedizione eucaristica.

155. ACCLAMAZIONI EUCARISTICHE Dio sia benedetto. Benedetto il suo santo Nome. Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo. Benedetto il Nome di Gesù. Benedetto il suo sacratissimo Cuore. Benedetto il suo preziosissimo sangue. Benedetto Gesù nel santissimo sacramento dell’altare. Benedetto lo Spirito Santo Paraclito. Benedetta la gran Madre di Dio, Maria Santissima. Benedetta la sua santa e immacolata concezione. Benedetta la sua gloriosa assunzione. Benedetto il nome di Maria Vergine e Madre. Benedetto san Giuseppe, suo castissimo sposo. Benedetto Iddio nei suoi angeli e nei suoi santi. Gesù Cristo che reggi l’universo, il nostro Signore sei tu. ADORAZIONE COMUNITARIA

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RITIRO COMUNITARIO «Nei tempi comunitari di ritiro ci esercitiamo a una vita di pietà secondo lo spirito e la vocazione» comuni. Gesù, che ristorava i suoi in disparte, si manifesta fra quanti sono riuniti in suo nome, per dir loro: “Io ci sono: e voi?”. Di qui l’impegno per l’ascolto.

156. INVOCAZIONE ALL’INIZIO DEL RITIRO Si possono premettere le preghiere iniziali [n. 137]. Poi:

Acclamiamo al Dio della nostra salvezza. Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo. Ascoltate oggi la sua voce! Non indurite i vostri cuori. La Parola di Dio è viva, efficace, più tagliente di una spada a doppio taglio. Entriamo nel riposo di Dio! Vieni, Santo Spirito, riempi il cuore dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore. Mandi il tuo Spirito e sono creati e rinnovi la faccia della terra. Preghiamo. Signore, facci conoscere la bellezza della tua chiamata e il dono della tua costante presenza; aiutaci a capire il tuo disegno su di noi e ad ascoltarti e imitarti con filiale docilità. Facci comprendere a che punto siamo nel cammino della vita cristiana: quali sono i difetti da superare e le virtù da conquistare. Ci abbandoniamo a te, perché tu ci aiuti sempre a fare la tua soave volontà. Te lo chiediamo con cuore nuovo, grande e forte, per Cristo nostro Signore. Amen.

157. ORAZIONE ALLA FINE DEL RITIRO Preghiamo. Signore, abbiamo recepito la bellezza della tua costante presenza e sperimentato la nostra debole corrispondenza alla tua Parola. Fa’ che siamo una cosa sola in te e diventiamo una profonda espressione della tua volontà. Aiutaci a realizzare il tuo progetto su di noi, affinché la nostra unione sia completa e noi rendiamo visibile al mondo il tuo misericordioso amore. Per Cristo nostro Signore. Amen. Andiamo e facciamo secondo l’esemplare che ci è stato mostrato, nel nome del Padre… Amen. Gesù Cristo che reggi l’universo, il nostro Signore sei tu. [Cf Sal 94; 1Cr 16,35; Eb 4,11-12; Es 25,40 e Eb 8,5 | Preghiere n. 40, 8 e 9, 31]

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RITIRO COMUNITARIO


Lo Spirito e la Sposa dicono: “Vieni!”. E chi ascolta ripeta: “Vieni!”. Colui che attesta queste cose dice: “Sì, verrò presto!”. “Amen. Vieni, Signore Gesù!”. [Ap 22,17.20-21]

* Per Cristo, con Cristo e in Cristo, che è nostro fratello Dio e nostra Pasqua, facciamo che la nostra vita viva nella sua e la nostra persona sia preghiera. La pace, riflesso nel tempo dell’eterna gloria, ci fa vivere fin d’ora alla presenza di Dio, che è in cielo e in terra, in ogni luogo. [Dalle costituzioni del Gruppo]


INDICE

0.

PRESENTAZIONE........................................................3 AVVERTENZE ............................................................6 INTRODUZIONE..........................................................7

PREGHIERE CHE ESPRIMONO UNA VITA DI PREGHIERA ..............11 AL COSPETTO DEL DIO CHE CI HA FATTI ..............................13 1. Invocazioni iniziali.................................................15 2. Preghiera del Consiglio ..........................................17 A LODE E GLORIA DELLA TRINITÀ .......................................19 3. Contemplazione del divino amore..........................21 4. Preghiera per vivere in comunione.........................23 5. Preghiera della perseveranza..................................25 PER SCOPRIRE E REALIZZARE LA VOLONTÀ DI DIO ...............27 6. Preghiera dell’agape...............................................29 7. Preghiera per il discernimento ...............................30 8. Preghiera “Mi abbandono a te” ..............................32 9. Preghiera “Una cosa sola in te”..............................33 10. Preghiera del Buon Consiglio ................................34 11. Preghiera dei celibi ................................................36 12. Preghiera degli sposati ...........................................38 13. Preghiera nei diversi stati di vita ............................41 14. Preghiera assidua e concorde .................................44 PER CONTEMPLARE E ACCOGLIERE IL DONO DI DIO .............45 15. Preghiera “Santa Messa”........................................47 16. Contemplazione di Gesù nella Parola ....................48 17. Contemplazione di Gesù nell’Eucaristia ................50 18. Intrattenimenti con il Signore.................................54 19. Preghiere del perdono .............................................62 PER PREGARE SENZA INTERRUZIONE...................................65 20. Preghiere per credere, pregare e farsi santi ...........67 21. Preghiere per convertirsi e purificarsi ...................69 22. Preghiere per pazientare e perdonare ....................70 23. Preghiera per vivere in Cristo ................................71 24. Preghiere dell’Agnello ...........................................72 A GESÙ CON L’AIUTO DI MARIA .........................................73 25. Preghiera del Cammino..........................................75 26. Preghiera a Maria ...................................................77 27. Preghiera della Porta ..............................................78

206

INDICE


PER INVOCARE LA DIVINA BENEDIZIONE .............................79 28. Preghiera di intercessione.......................................81 29. Preghiera di dedicazione ........................................82 30. Preghiera di benedizione ........................................84 31. Giaculatoria finale ..................................................86 ICONE CHE DESCRIVONO UNA VITA DI PREGHIERA ....................87 32. Icona biblica ...........................................................89 33. Icona teologica .......................................................95 RICAPITOLAZIONE IN CRISTO ...................................................97 34. “Osservazione” di Gesù .......................................100 35. Conclusione..........................................................106 APPENDICE: SUSSIDI PER LE PRATICHE DI PREGHIERA .............111 Preghiere comuni ecclesiali.........................................113 Preghiera continua.......................................................116 Meditazione.................................................................117 Orazione diurna...........................................................119 Invitatorio ............................................................119 Inno ......................................................................120 Salmodia ..............................................................122 Cantico spirituale.................................................124 Cantico evangelico...............................................132 Preci.....................................................................136 Orazione...............................................................138 Saluto a Maria .....................................................140 Eucaristia.....................................................................142 Adorazione personale..................................................148 Rosario ........................................................................150 Esame di coscienza .....................................................161 Confessione.................................................................166 Via della croce ............................................................169 Litanie dell’umiltà................................................179 Benedizione domenicale e festiva ...............................180 Sequenza dello Spirito Santo................................180 “Te Deum”...........................................................184 Litanie dei Santi ...................................................185 Benedizioni domestiche ..............................................190 Incontri e colloqui .......................................................196 Adorazione comunitaria ..............................................200 Ritiro comunitario .......................................................204 INDICE ...................................................................................207

INDICE

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