Purtroppo le documentazioni sulla storia della casa rivelano poco sui primi proprietari. Si presume che fu costruita nel 1154. La casa di lusso, dove oggi si respira pura bellezza, benessere e tradizione, era sempre stata in passato un importante possedimento feudatario. Dopo Beda Weber e Granichstädten, Christoph Maminger comprò la proprietà nel 1564. Fino a quel momento era sempre stata nelle mani di agricoltori in vista, i Talhacker, che nel periodo tra il 1495 e il 1550 ricoprirono a Merano per ben nove volte la carica dei giudici. Secondo lo storico Weingartner, il vigneto circostante era in origine marcato da quattro piccole torrette rotonde, mentre nella cronica locale di Atz e Schatz si fa cenno anche a una cappella del castello. La prima testimonianza grafica, un’incisione su rame datata 1645 che raffigura Merano, mostra una grande torre affiancata da un’ala abitabile con la scritta “Rundeck”. Nel 1621 Christoph Maminger cedette la residenza al nobiluomo dei Grigioni Jakob von Mohr. L’arciduca Leopoldo conferì il 3 marzo 1625 a von Mohr tutti i diritti e le libertà di una residenza nobiliare per Rundegg e il permesso di portare il nome della stessa. Il nobile a quell’epoca era tuttavia vescovo di Strasburgo e Passau. Nel 1684 il castello passò a Ferdinand von Kiebach zu Ried, la cui vedova Dorothea nel 1714 lo cedette a sua volta al barone Bernhardus Paravizini von Capelli von Trahora, Signore a Rundegg, Rametz e Moerling. Il leggendario personaggio fu ufficiale nell’esercito e dovette lasciare il servizio dopo aver ucciso in duello un suo rivale. Nel 1714 si trasferì in Tirolo a Castel Rundegg, dove il 29 aprile 1770 morì all’età di 104 anni. Nel trattato “Fertilità nell’età avanzata” e nell’opuscolo “L’arte di rimanere giovani” si parla di Bernhardus, la cui vedova partorì ancora una figlia dopo la sua morte, mentre la primogenita aveva già 80 anni! Il barone leggeva sempre senza occhiali, faceva quotidianamente- anche il giorno della sua morte- una passeggiata di due ore, si sposò ben quattro volte e da tre di questi matrimoni ebbe oltre 10 bambini, alcuni morti in tenera età. Come testimonia una lapide, venne sepolto a fianco del duomo di Merano. Ed infine Johannes Franziskus Nepomuk Sales Maria, barone Paravizini di Capelli, Signore a Rundegg e Rametz, nato il 29 gennaio 1765, morto a Merano il 17 gennaio 1813 e sepolto nella tomba di famiglia. Nel 1792 sposò la nobildonna Maria Theresia von Battaglia, Pontealto e Sopramonte. Dei nove figli di Johannes, solo due figlie raggiunsero l’età adulta ed entrambe, una dopo l’altra sposarono il sindaco di Innsbruck, il Dott. Felix Adam von Riccabona zu Reichenfels. La seconda vedova morì il 19 febbraio 1878 a Castel Rundegg. L’erede del castello, Josepha von Riccabona, nata Paravizini, lo lasciò a sua volta in eredità a sua nipote, Maria von Riccabona, vedova Kostner. Nel Vademecum per il turista, edito a Bolzano nel 1851, si consigliò Castel Rundegg come sito per alloggiare a Maia Alta. L’eredità nel 1901 passò alla figlia Josepha, che si trovò in serie difficoltà per il mantenimento della proprietà, dovette cedere definitivamente il castello a fratelli Spitaler nel 1935. L’imprenditore altoatesino Paul Sinn rilevò il castello in stato di completo abbandono e cominciò a rinnovarlo e a trasformarlo in un albergo di lusso che cominciò la sua attività nel 1978. L’albergo venne poi acquisito dalla famiglia imprenditoriale Spögler.
Ferdinand von Kiebach zu Ried
Barone Bernhardus Paravizini von Capelli von Trahora
PASSEGGIATE Passeggiata Lungo Passirio Passeggiata d’Inverno Passeggiata d’Estate
Passeggiata Gilf Passeggiata Tappeinerweg Sentiero di Sissi %
La Wandlhalle
Negli anni ’60 del XIX secolo fu allestito un loggiato che fungeva da passeggiata coperta con panchine, dove ci si poteva godere il tepore del sole nelle giornate invernali. La Wandelhalle divenne ben presto un punto di ritrovo per gli ospiti di cura, tanto che nel 1891 dovette essere ampliata e ristrutturata. Nel padiglione centrale si trovano tavole commemorative e busti di personaggi illustri. Le pareti sono decorate da dipinti di Lenhart, Complojer e Demetz, raffiguranti paesaggi dell’Alto Adige.