arriviamo alla Certosa di Pavia
riflessi
Nel Chiostro Michelangiolesco del Museo Nazionale Romano delle terme di Diocleziano, si trova dipinta su muro e su tavola quest'opera ricca di particolari ‌ i tomi riposti nello scaffale, a sinistra in basso, e il teschio occhieggiante, oggetti sacri e di penitenza... Una chicca, una goduria per le pupille e un delizioso inganno per il cervello...
Le Gocce imperiali di 90° sono un distillato d'erbe prodotte dai monaci della certosa di Pavia e di altri monasteri cistercensi italiani (abbazia di Monte Oliveto Maggiore), secondo un'antica ricetta probabilmente inventata da un frate di nome Eutimio tra la fine del Settecento e gli inizi dell'Ottocento. Diluite con acqua, sono utilizzate come digestivo e come dissetante. Vengono impiegate anche per correggere bevande come caffè, tè e latte. L'assunzione non diluita è fortemente sconsigliata perché l'alta gradazione alcoolica - prossima all'etanolo puro - può provocare lesioni, irritazione, arrossamento e semiparalisi delle corde vocali. Hanno una gradazione alcolica di 90º e un gusto di anice. Gli ingredienti sono alcool, acqua, erbe, aromi naturali e zafferano, che conferisce il colore giallo che le contraddistingue.
Ordine certosino
L'Ordine certosino (in latino Ordo cartusiensis, sigla O.Cart.) è uno dei più rigorosi ordini monastici della Chiesa cattolica. L'istituto è stato fondato da San Bruno nel 1084 nell'Isère, Francia, con la creazione del primo monastero, la Grande Chartreuse. Prende il nome dal Massiccio della Certosa (Massif de la Chartreuse) nelle prealpi francesi, dove san Bruno e sei compagni cercarono la solitudine per dedicarsi alla vita contemplativa. Fin dai primi tempi, si trova delineata la caratteristica della vita certosina: unione di uomini solitari che vivono in una piccola comunità. Questa caratteristica si è conservata attraverso i secoli. I certosini sono dei "solitari riuniti come fratelli"; la comunità che formano è piccola a causa della loro scelta eremitica; tanto che si parla di "famiglia certosina". Questa si esprime in momenti particolari, soprattutto nella liturgia celebrata in comune, ma anche in occasione di incontri come le ricreazioni. Al 31 gennaio 1996, l'ordine contava 18 monasteri detti certose e 366 tra monaci, 177 dei quali sacerdoti.
Presso una certosa “Qui son li frati miei che dentro ai chiostri fermar li piedi e tennero il cor saldo” Dante (Paradiso, XXII, 50-51) “Questo silenzio e questa salmodia angelica rapiscono l’anima al punto di farle dimenticare il tempo. Essi si elevano fino alla soglia dell’eternità” F.Petrarca
Da quel verde, mestamente pertinace tra le foglie Gialle e rosse de l'acacia, senza vento una si toglie: E con fremito leggero Par che passi un'anima. Velo argenteo par la nebbia su 'I ruscello che gorgoglia, Tra la nebbia nel ruscello cade a perdersi la foglia. Che sospira il cimitero, Da' cipressi, fievole? Improvviso rompe il sole sopra l'umido mattino, Navigando tra le bianche nubi l'aere azzurrino : Si rallegra il bosco austero Già del verno prèsago. A me, prima che l'inverno stringa pur l'anima mia Il tuo riso, o sacra luce, o divina poesia! Il tuo canto, o padre Omero,' Pria che l'ombra avvolgami! 16 novembre 1895 – Giosuè Carducci
Pavia ha radici molto antiche, almeno di duemila anni: i suoi primi abitanti certi furono alcune tribù dei Liguri che, verso il IV secolo a. C., lasceranno il posto ai Galli e, due secoli più tardi, ai Romani divenuti padroni incontrastati. Di questa importante "gestione" restano miriadi di testimonianze archeologiche ma la piu' evidente è, la pianta ortogonale del centro storico con i due assi: Strada Nuova e Corso Cavour con un fitto reticolo di strade che li intersecano. Nel III secolo d. C. l'antica Ticinum viene fortificata, mentre cento anni piu' tardi con San Siro diventa sede episcopale. Ma in quel periodo iniziano anche le invasioni barbariche e la città, già devastata da Attila e Odoacre, nel VI secolo è occupata dai Goti, guidati daTeodorico. Inizia un periodo fecondo per la città e con i Longobardi (572) diventa sede del Regno fino al 774, quando cade sotto l'impero carolingio. Nasce un centro di studi superiore (825), il seme della successiva Università. Nel 1315 il dominio dei Visconti porta nuovo vigore: si erige il castello, si fonda l'università e nasce maestosa la Certosa. Verso la fine del'400 Signori della città sono gli Sforza. Nel 1535 la città cadrà sotto il dominio spagnolo e, nel 1714, subentrerà quello austriaco fino al 1859 quando Pavia entra nel Regno di Sardegna. La città moderna si è venuta arricchendo di una notevole attività industriale ed è andata ad estendersi fuori della cerchia delle antiche triplici mura. Oggi, della "Ticinum", "Papia" longobardica, della città viscontea e delle età piu' tarde rinascimentali e settecentesche, ha conservato i monumenti piu' insigni, le Chiese mirabili, alcune Torri Medievali, il Castello e moltissimi documenti storico-artistici.
veduta della cittĂ medioevale eseguita ad affresco da Bernardino Lanzani nel XVI secolo.
Veduta di Pavia dal confluente con il rotto del Gravellone, Francesco TrĂŠcourt, ca 1842
Pavia dall’alto, ben visibile la pianta romana del cuore della cittĂ
La statua di Minerva di Francesco Messina
il nostro itinerario
… contraddizioni …
Piazza della Vittoria – sullo sfondo il Broletto
Piazza della Vittoria che può essere considerata come il fulcro della città. Costruita nel XIV secolo con il nome di Piazza Grande, è circondata da portici e da alcuni dei palazzi più importanti, tra tutti il Broletto, l'antica sede dei consoli comunali, e la casa dei Diversi che risale addirittura al 1300. Un tempo era il simbolo del potere dei Visconti ed ancora oggi è il centro della vita sociale... locali e botteghe sorgono si affacciano sulla piazza e gli abitanti sono soliti ritrovarsi qui la sera.
Il Duomo visto da dietro
BROLETTO Antico palazzo comunale (sede civica sino al 1375) con fronte a due ordini di logge. Il palazzo ha l'impianto consueto dei broletti lombardi a blocco rettangolare. Resti del palazzo del 1235 sono inglobati nel muro di fondo della loggetta.
Il monumentale Duomo, voluto da Ascanio Sforza (fratello del Moro), il cui progetto iniziale venne affidato al Bramante con la consulenza di Leonardo da Vinci... I lavori però procedettero per le lunghe e la costruzione della cupola - la terza d'Italia per altezza, ben 92 metri, avvenne addirittura nel XIX secolo! Da vedere all'interno sono soprattutto la cripta e coro in legno del XVI secolo che si trova nel presbiterio. Opera tipica del Rinascimento lombardo. I lavori iniziarono nel 1488 e alla progettazione parteciparono il Rocchi, l'Amadeo e il Bramante. La pianta a croce greca è sormontata da una grandiosa cupola del 1800, che domina tutta la città . All'interno del tempio si conservano le spoglie di San Siro, primo vescovo pavese.
La statua equestre del Regisole Nella piazza del Duomo di Pavia si trova un importantissimo simbolo della città: la statua equestre del Regisole. Numerose e controverse sono le supposizioni avanzate da studiosi e storici dell’arte sulle vicende a cui si lega la storia di questa statua: mentre alcuni concordano su una lotta tra pavesi e ravennati, in seguito alla quale i pavesi sottrassero, nel XI secolo, il Regisole ai nemici bizantini; altri credono che la statua equestre, presente in città già nel IX secolo, fosse in principio situata nella parte superiore del palazzo reale fino a quando, durante l'insurrezione popolare del 1024, il palazzo venne completamente distrutto, e la statua venne sistemata nella "Platea Parva", la piccola piazza antistante il Duomo. Numerosi furono gli illustri ospiti della corte viscontea che rimasero colpiti dalla scultura bronzea: Francesco Petrarca ne parla in una lettera al Boccaccio, Leonardo Da Vinci l’ammira nel 1490, durante un viaggio a Pavia in compagnia di Francesco di Giorgio Martini. Nel 1796 il Regisole fu distrutto dai giacobini pavesi che riconobbero in esso uno dei simboli della monarchia. Sparì quindi dal contesto urbanistico e storico della città, fino a quando, nel 1809, la municipalità si ricordò del monumento, finito in un magazzino, ma solamente per rivenderne i pezzi superstiti per finanziare alcune opere pubbliche. L'attuale statua del Regisole è un'opera dello scultore siciliano Francesco Messina, commissionata dalla Città di Pavia all’artista verso la metà degli anni ’30. Qual è l’origine del termine “regisole”? Tre le ipotesi più accreditate: alcuni sostengono che la parola sia legata al personaggio con la mano alzata intento a reggere il sole, altri riferiscono tale nome all’effetto del bronzo dorato che riflette i raggi del sole e, altri ancora, pensano che Regisole significhi "regisolio" cioè trono regale.
Via XX settembre
Chiesa di San Pietro in Ciel d’Oro
a lato Il complesso di san Pietro in Ciel d'Oro nella mappa Ballada della metà del XVII secolo È probabile che la chiesa sia stata fondata, nella zona extraurbana del cimitero romano, a poca distanza di tempo dal martirio di Severino Boezio (525), le cui spoglie vi dovettero essere traslate assai presto. Di certo sappiamo che esisteva nel 604 a Pavia una basilica di San Pietro apostolo, citata da Paolo Diacono, ma non ne conosciamo le forme né l'ubicazione precisa. Tra il 723 e il 725 il re longobardo Liutprando rinnovò la basilica, detta allora «in cielo aureo» forse per un soffitto ligneo dorato o per un mosaico absidale a fondo oro, e vi collocò con tutti gli onori, in una cassetta d'argento, il corpo di Sant'Agostino, che aveva fatto trasportare dalla Sardegna a Pavia capitale del regno. Lo affidò alle cure di una comunità monastica benedettina, istituita in San Pietro in Ciel d'Oro, Carlo Magno diede impulso a una scuola di studi superiori ospitata nel monastero, nella quale nell'825 quasi certamente insegnò il monaco irlandese Dungallo. Si trattava di una scuola di grammatica e di retorica ad altissimo livello
Il monastero degli Eremitani, a sud della chiesa. Il disegno di Gianfacondo Moneta, inciso da Girolamo Cattaneo (1786), mostra il portico appoggiato al fianco della chiesa, il campanile, il grande chiostro e il sistema dei giardini monastici ora scomparsi.
ci si riferisce all'anima di Severino Boezio, un Romano consigliere del re ostrogoto Teodorico, fatto da questi giustiziare per questioni religiose. Anche il corpo di Severino Boezio è conservato nella Basilica, e precisamente nella cripta.
… l’interno della chiesa sullo sfondo l’Arca di sant’Agostino
La statua della Mansuetudine
L'opera fu commissionata nel 1362 da Bonifacio Bottigella, priore del convento degli Eremitani di sant'Agostino a Pavia e docente alla Università della città. Il monumento è in marmo alto 3 m lungo 3,14 m e profondo 1,68 m. Ci sono tre fasce: statue, arcate, basso rilievi inquadrano la figura di Agostino sul letto di morte. Si tratta del ciclo più noto sia per la grandiosità dell'opera sia per la bellezza delle sculture. Ispirata alla tomba di S. Pietro Martire in S. Eustorgio a Milano, essa è stata attribuita a Bonino da Campione o a Giovanni Balduccio e discepoli. La data 1362 è forse l'inizio dei lavori, cui parteciparono più artisti. La vita di Agostino è narrata nell'ultima fascia, mentre nei pennacchi triangolari sono descritte le sue virtù e i miracoli.
http://www.cassiciaco.it/navigazione/iconografia/cicli/trecento/pavia/pavia.html sito specifico sull’Arca nel dettaglio
IL CASTELLO Iniziato nel 1360 da Galeazzo II Visconti è a pianta quadrata con quattro torrioni, di cui due soli permangono intatti. Circondato da un profondo fossato e protetto da rivellini e ponti levatoi, ha un bel cortile porticato con il loggiato traforato da quadrifore. Dal 1950 il castello ospita i Musei Civici.
… verso il castello …
Sui rami degli alberi al Castello ci sono dei pappagalli Ara???
Via Strada Nuova
L’Università di Pavia una delle più antiche. Un editto di Lotario dell' 825 istitui' una scuola di studi superiori, ma l'attuale universita', fu fondata da Carlo IV nel 1361e confermata nel 1389 da Bonifacio IX; dopo un periodo di decadenza nel'600 lo Studio Pavese rifiori' con Maria Teresa che nel 1771 lo porto' al massimo splendore. Gli architetti Piermarini e Pollach disegnarono e costruirono l'attuale edificio. I cortili settentrionali mantengono l'impianto seicentesco del Pessina con colonne doriche binate. L'Aula Foscoliana, al 1°piano ricorda Ugo Foscolo, professore di eloquenza nell'Ateneo Pavese (1809). Importante centro di ricerca, l'universita' di Pavia è famosa nel mondo per il prezioso lavoro svolto dai dipartimenti scientifici sorti nelle immediate vicinanze del Policlinico S. Matteo, altro istituto dove studi e ricerche in campo medico e chirurgico hanno risonanza a livello mondiale.
‌ vi hanno insegnato fra gli altri Alessandro Volta e Ugo Foscolo ‌
Indicazioni all’ingresso dell’Università ...i soliti burloni …
LE TORRI MEDIEVALI Sono una caratteristica di Pavia che ne aveva pi첫 di 150: sono rimaste integre le tre di Piazza Leonardo da Vinci, le due di Via Luigi Porta, quella di Piazza Borromeo; le altre che sussistono sono mozzate od incorporate in case di abitazione.
SAN MICHELE Esisteva già nel 661 e venne ricostruita nella prima metà del secolo XII dopo il terribile terremoto. E' la più antica delle chiese romaniche pavesi e per secoli vi sono stati incoronati re e imperatori (nel 1155 Federico Barbarossa). La facciata, in arenaria bionda, è decorata con bassorilievi ma denuncia il peso degli anni e dell'aggressione degli agenti atmosferici. La pianta della basilica è a croce latina con transetto trasversale, e con loggette che adornano l'abside.
arriviamo al Ponte coperto
IL PONTE COPERTO
Già in epoca romana, nell'antica città di Ticinum, era presente un primo ponte che collegava le due rive del fiume all'altezza del moderno Ponte Coperto. Di questo ponte rimane, facilmente visibile nei periodi di magra, la base di un pilone centrale, in trachite dei colli Euganei. La direzione del pilone, leggermente disassata rispetto a quelli dei ponti medievale e moderno, indica che in epoca romana la direzione della corrente del fiume era diversa. Un altro pilone del ponte romano si poteva vedere fino a pochi anni fa presso la sponda sinistra, ma è stato coperto di terra per ampliare la riva. La costruzione del ponte romano si fa risalire all'epoca di Augusto. Nel 1352 iniziò la costruzione sui ruderi del ponte romano un nuovo ponte, su progetto di Giovanni da Ferrara e di Jacopo da Cozzo. Il ponte, completato nel 1354, era coperto e dotato di dieci arcate irregolari e di due torri alle due estremità, che servivano per la difesa; l'aspetto di questo ponte è visibile negli affreschi di Bernardino Lanzani (1525/26 circa) all'interno della chiesa di San Teodoro. Nel 1583 fu sostituita la copertura con un nuovo tetto sorretto da cento pilastrini in granito secondo il volere dei Visconti. I bombardamenti delle forze alleate nel settembre 1944, durante la seconda guerra mondiale, danneggiarono l'antico ponte trecentesco e ne fecero crollare una arcata. Nel 1949 si iniziò la costruzione del nuovo ponte, che fu inaugurato nel 1951.
Pellegrini Riccardo, Il ponte medievale sul Ticino a Pavia
A Pavia, la Cappella posta al centro del vecchio ponte romano sul Ticino ed in quello successivo medioevale, era dedicata a San Saturnino Martire. Nel 1749, dopo anni di lavori di ristrutturazione ed abbellimento veniva consacrata dal Vescovo di allora, Francesco Pertusati, a San Giovanni Nepomuceno, posando al suo interno una statua lignea dello stesso Santo. Pochi pavesi conoscono Giovanni Nepomuceno, altri ricordano la vecchia denominazione di San Saturnino e molti chiamano la Cappella ... la "Chiesetta sul ponte".
28 aprile 2009 Soffermati sull’umida sponda, vòlti i guardi al mostruoso Ticino, allarmati pel loro destino, con la pioggia che ancor cade giù, han sperato: non fia che quest’onda rompa ancor, come fu in altre ere, tutti gli argini, e poi le barriere tra il Ticino e Pavia: mai più! Ma potranno, la gemina Dora, e la Bormida al Tanaro sposa, e il Ticino e poi l’Orba selvosa, sopportare la piena del Po?
Inglobare del rapido Mella e dell’Oglio le miste correnti, ed accogliere i mille torrenti che la pioggia nell’Adda creò? Oh giornate di tempo un po’ matto! Oh felice davvero colui che da lunge, sul sito d’ altrui, come blogger lontan leggerà! Che a’ suoi cari leggendole intorno potrà dir sospirando: «io non c’era»; che l’ansiogena umida era della piena, vivendo non sta.