Anno II - #00bis/Ottobre 2009 - Periodico in attesa di registrazione
10/2009#00bis
Elisabetta Pastore
p. 01
Francesco Martinelli
p. 02
Francesco De Nigris
p. 03
Franco Vangi
p. 04
Vito Causarano
p. 04
Domenico Lobascio
p. 05
Carlo del Vescovo
p. 06 - 08
Michele Pinto
p. 07
Antonio Marzolla
p. 09
Alessia Vangi
p. 10
Alessandra Mazzilli
p. 10
Camilla Checchia
p. 11
Articoli di redazione
p. 12
29 anni, allieva diplomata della Scuola delle Arti della Comunicazione del Teatro delle Molliche di Corato. Laureata in legge, ha approfondito il settore del commercio estero. Oltre a continuare a maturare esperienze nell’ambito legale, ha svolto attività presso un ente pubblico che si occupa di internazionalizzazione delle imprese e ha collaborato con esperti di rischio sul credito. In concomitanza col resto, da qualche anno sta cercando di coltivare le sue doti di scrittura. Ha scritto un’opera teatrale interpretata da Francesco Martinelli dal titolo ‘Fiori di Plastica’; cura la rubrica ‘Pianeta uomo’ sul portale web ‘andrialive’; è in lunga attesa nella trafila dell’editoria per la pubblicazione di un suo libro. Collabora con la libreria ‘Diderot’ di Andria nella realizzazione di eventi culturali, e tiene laboratori di lettura nelle scuole elementari e medie. Appassionata di scienza e filosofia. E’ convinta che il mondo si accenda e si spenga perché esistono le illusioni, ma una volta accortisi di ciò è sempre luce.
Periodico di informazione e critica teatrale a cura della
Dirige la Scuola delle Arti della Comunicazione. Diplomato attore a Milano, specializzato in regia e in drammaturgia musicale a Prato, in Commedia dell’Arte a Reggio Emilia. Ha studiato con i maestri: Gregoretti, Albertazzi, Biswas, Brivio, Corsetti, Fava. Ha scritto numerose opere teatrali tutte rappresentate. Insegna pedagogia teatrale nelle scuole pubbliche. Non attende di diventare grande ne aspira a fare qualcosa di diverso rispetto a quello che può fare ora.
Scuola delle Arti della Comunicazione Centro di Educazione Teatrale del Teatro delle Molliche Via Monte Carso, 26 - 70033 Corato (Ba) www.teatrodellemolliche.it
http://pierrotweb.wordpress.com
Nato ad Andria dove vive e insegna Educazione musicale. Ha pubblicato i romanzi: “Parole morte” (Oppure, 2001); “Sotto un cielo senza angeli” (Palomar, 2006)
Docente di Italiano e Latino presso il Liceo Classico Alfonso Oriani di Corato. Ha esordito nel 1979, in campo letterario, con un’opera teatrale sulle lotte contadine di fine ‘800 in Puglia e si è dedicato alla saggistica storica.
Progetto grafico ed impaginazione Danilo Macina In copertina: “La Passione” (Danilo Macina) Stampa digitale a cura di: Graziani Arti Grafiche S.r.l. S.P. 231 km. 31,600 - 70033 Corato (Ba) www.graziani.it
Il contenuto degli articoli riflette esclusivamente il pensiero dell’Autore e non è necessariamente condiviso dalla redazione di Pierròt. L'unico responsabile è l’Autore che ha fornito i materiali, i dati, le
Grande uomo di musica e titolare del negozio Centro Musica di Bari.
Funzionario dell’Amministrazione Penitenziaria dal 91’ nel settore dell’Esecuzione Penale Esterna; laureato in Programmazione dei Servizi Sociali, pluri-perfezionato in Comunicazione e counselor biosistemico; progettista/formatore di processi di miglioramento organizzativo; supervisore ad orientamento adleriano nelle dinamiche dei gruppi di lavoro e delle èquipe multi-professionali; consulente/formatore e pubblicista nell’analisi dei sistemi relazionali.
Collabora con il comune di Molfetta per la rassegna “Pietraviva” Estate 2007. Collabora con la compagnia Teatro dei Cipis di Molfetta Estate 2008. Frequenta Laboratorio teatrale tenuto dalla compagnia “Carro dei Comici” nell’Anno 2005. Ingegnere meccanico attualmente impiegato nell’ufficio Ricerca e Sviluppo della GE OIL&GAS Di Bari.
informazioni o che ha espresso le opinioni. Qualora il lettore riscontri errori o inesattezze è pregato di rivolgersi a pierrotweb@libero.it che si impegnerà a correggere o rimuovere informazioni che risultino inesatte o che costituiscano violazione di diritti di terzi. Tutto il materiale pubblicato (articoli, foto, illustrazioni, etc.) è coperto da copyright, tutti i diritti sono riservati, può essere pubblicato altrove, non per usi commerciali, dandoci preavviso e comun-
Laureato in giurisprudenza con una tesi sulla liberta’ d’espressione e la censura cinematografica e opera da 10 anni nel campo delle produzioni multimediali. Ha insegnato didattica dell’immagine in decine di scuole, collaborando visivamente a teatro passando attraverso il genere documentaristico, la musicarterapia e l’attivita’ di videojoker in discoteca continua la sua originale sperimentazione artistica.
28 anni, allievo diplomato della Scuola delle Arti della Comunicazione del Teatro delle Molliche di Corato... Il mio obiettivo in questa vita è di fare l attore... e per fortuna lo sono... spero soltanto che questa vita duri più a lungo possibile. Penso che questo basti a farmi conoscere... il resto se vi interessa scopritelo da voi...
que citandone sempre la fonte. Allieva diplomata della Scuola delle Arti della Comunicazione del Teatro delle Molliche di Corato. Attrice.
Anno II - Numero 00bis. Chiuso in redazione il 13 ottobre 2009. Chi volesse inviare articoli, foto, materiale, dare suggerimenti o semplicemente contattarci, può farlo scrivendo a: Pierròt c/o Teatro delle Molliche Via Monte Carso, 26 - 70033 Corato (Ba) o inviando una e-mail a pierrotweb@libero.it.
Allieva del terzo anno della Scuola delle Arti della Comunicazione.
Allieva del primo anno della Scuola delle Arti della Comunicazione.
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Elisabetta Pastore
circonloquire con frasi di altri, vergognosa-
mercato, dove la regola non può essere
mente. In verità l’umanità senza pensiero
il solo profitto, rimarcando che questo è
ammazza l’uomo. Solo un’umanità fatta
possibile unicamente grazie all’impegno
e mi chiedessero cosa mi aspetto da
di uomini pensanti può essere dono per
di tutti, economisti e politici, produttori e
una scuola, cosa vorrei che mi inse-
l’umanità stessa, può essere speranza di
consumatori e presuppone una formazio-
gnassero in un luogo chiamato scuola, io
redenzione e ripresa. Fare e basta è un pal-
ne delle coscienze che dia forza ai criteri
risponderei: vorrei che mi abituassero a
liativo che non va alla radice del problema.
morali nell’elaborazione dei progetti poli-
pensare, ad usare sensibilità e intelligenza
Bisogna fare rispetto a un pensiero con-
tici ed economici.
insieme.
creto. Se il nostro Ministro per la Pubblica
Mi sono subito chiesta perché il Papa
Una scuola vorrei che regalasse a chi la
Amministrazione prende provvedimenti
abbia speso queste parole ora, in questo
frequenta e la vive il dono del ragionamen-
per ridurre le fallenze impiegatizie negli
momento storico, in concomitanza con
to e dell’analisi e la capacità di osservare.
uffici dello stato va bene, ma questo dura
il G8, perché invitare i grandi della terra
Vorrei che delle anemiche nozioni scolasti-
finchè non si trova l’escamotage proteso
a riflettere sulle loro condotte solo nei
che venissero utilizzate quale strumento
a deviare il provvedimento, non cambia
momenti di valenza istituzionale, perché
e pretesto per fare percorsi celebrali, per
il modo di pensare di quegli uomini che
è necessario che sia una persona potente
dispiegare quanto invisibile agli occhi, e
caproni scansafatiche e approfittatori sono
come lui a dire cose che dovrebbero essere
non fossero meri esercizi di memoria, dico
e tali restano, sempre perchè vige la legge
tanto evidenti quanto naturali, e perché il
meglio, di ricordo. Vorrei insomma che tut-
del massimo guadagno col minimo sforzo,
Papa si limiti solo a dire.
te le scuole fossero un po’ come la Scuola
sempre perché c’è la voglia di avere senza
Ho pensato che probabilmente la funzio-
delle arti della Comunicazione del Teatro
dare, fregare per primeggiare, per essere.
ne di certe personalità sia esclusivamente
delle Molliche.
Essere chi? Cosa? Bestie, animali, forse?
quella oratoria. E’ possibile poi che il dire
E’ difficile chiarire a parole un concetto così
E gli uomini, le persone che sanno vivere
di qualcuno sia più pregnante e vincolante
semplice nella fattezza. Insegnare a pen-
solo di ciò che realmente serve per vivere,
del dire di altri. E’ possibile che la gente
sare è diverso che insegnare un pensiero:
senza palazzi, senza ville, yacht, gioielli,
tutta abbia bisogno di un intervento istitu-
ogni storia, parola o gesto scaturisce un
vestiti superflui, high phone, automobili
zionale per accorgersi che il mondo si stia
pensiero.
super lusso, dove sono? L’uomo evidente-
disumanizzando. E’ possibile che nel pro-
Leggere una qualsiasi notizia da una pagina
mente si prodiga solo ad ottenere le cose
prio piccolo, nessuno riesca a testimoniare
di quotidiano, ad esempio, dovrebbe inne-
che rappresentano e sono l’immagine
un uso, un costume diverso, più umano e
scare un processo mentale di elaborazione
odierna della felicità. Uomini, siamo sicuri
caritatevole, se lasciato in autonomia. E’
e di ricerca atto a formare un personale,
di riuscire a trovare la felicità così?
possibile che debba essere sempre un PO-
quanto oggettivamente incontestabile,
Per fare un esempio di pensiero:
TENTE a dettare le mode e che l’umanità
pensiero sull’elaborato letto.
Qualche tempo fa avevo sott’occhio un
difficilmente si possa svegliare, difficilmen-
Invece è esageratamente diffuso l’uso e
pezzo tratto da un giornale che riportava
te possa imparare a scegliere scientemente
il costume d’appropriarsi di frasi dette da
un sunto dell’ultima enciclica papale ‘Ca-
e secondo principi umani le azioni quoti-
altri, di citazioni note, spacciandole per
ritas in veritate’. Il giornalista sottolineava
diane. Ho pensato che difficilmente l’uma-
propri personalissimi modi di pensare
alcune affermazioni contenute nella lette-
nità potrà riuscire a maturare la voglia di
senza neppure averne di conto il reale
ra del Capo della Chiesa Cattolica in cui lo
pensare oggettivamente e a rievolvere se
significato. I dotti, i letterati, quelli che
stesso riverbera che l’economia ha bisogno
continua ad affidarsi ai centri di potere, che
sanno insomma, molto spesso, sanno e
dell’etica per il suo corretto funzionamen-
hanno a cuore esclusivamente il potere.
basta, non pensano e imparano cose già
to; che c’è bisogno di recuperare l’’impor-
sperimentate, non sperimentano, non
tante contributo del principio di gratuità
hanno un pensiero proprio, si limitano a
e della “logica del dono” nell’economia di
S
pierròt
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Francesco Martinelli
sulle speranze che ripongo in Pierrot, (rivi-
di cui sono stati testimoni. Posso leggere
sta così immersa nella nebbia!) o dei pro-
più pagine di differenti libri nello stesso
grammi futuri. Un maturo pensiero potevo
giorno: “Jacques il fatalista”, “Il riso”, “La rivo-
esprimerlo sul terremoto dell’Abruzzo
luzione teatrale”, “Le donne guaritrici nella
(intendo quanto prima esprimermi artisti-
terra del rimorso”, ascoltare in riva al mare
camente); sulla crisi globale del nostro se-
un Rumeno che suona “o sole mio” con un
colo che ha messo in seria difficoltà chi ha
organetto a ritmo di polka arrangiata, gu-
vissuto al di fuori di ogni saggia esistenza,
stare un gelato ipnotizzato dallo zampillo
chi non si è mai chiesto in tempo “ma cosa
della fontana nella piazzetta. Raggiungere
sto facendo?”, chi si è lasciato sedurre dalle
nelle ore notturne i paesini quasi disabitati
virtuali e viziose opportunità di un sistema
e fotografare i fantasmi. Questa vacanza mi
malato e perverso: operai e contadini con
permette di desistere da qualsiasi pretesa,
più di 120 mq di abitazione e garage, im-
di riflettere con parzialità e moderazione
piegati con villa in campagna, automobili
su quanto ho fatto, di godere dell’idea di
otevo scrivere del necessario trasfe-
e vestiti firmati, giovani disoccupati dediti
cominciare qualcosa di nuovo nella ferma
rimento della Scuola da una sede in-
alle palestre ginniche, industriali che hanno
consapevolezza che dovrò solo continua-
cancrenita in uno spazio comodo e intimo
investito in settori assolutamente dannosi,
re. Per perseguire il mio progetto di rievo-
(con un po’ di metri in più e con un canone
investitori investiti, politici “di vita”, popolo
luzione dal 1996 mai mi sono concesso un
di affitto in meno sarebbe perfetto!), del
presuntuoso...
sol giorno di vacanza, neppure nei giorni
gemellaggio naufragato con il Teatro della
Ho deciso di scrivere della mia vacanza. E’
segnati di rosso sul calendario, ogni risorsa
Versilia e sui mancati stage di Barsanti e Ma-
il tempo in cui posso pensare sotto gli esili
doveva essere investita con caparbietà e
crini, dei numerosi laboratori nelle Scuole
tronchi dei pini inclinati al vento, lasciarmi
ostinazione. Ci sono voluti più di 12 anni
e della Rassegna di Teatro Studentesco,
accarezzare dai lini e cotoni dei venditori
prima di una vacanza! La mia rievoluzione
che dopo le dichiarazioni dell’istituzione
ambulanti, scoprire l’equilibrio delle om-
non è insurrezione, rivolta, ribellione ma è
politica si candida ad essere una delle ma-
bre e della luce, ammirare in spiaggia i
tentativo di evolvere nuovamente l’essere
nifestazioni di spicco del teatro comunale
corpi asciutti e ossuti dei bimbi e le curve
umano slegato dalla palude del moderno
della Città (sarà vero!). Potevo anche scri-
senili degli adulti formati nel tempo, pas-
viver civile e sociale, dalle tensioni di svi-
vere degli importanti impegni degli allievi
seggiare tra i rivoli della risacca, sperare
luppo: economico, tecnologico, industria-
che si confrontano con Goldoni, D’Annun-
in una giornata piovosa per nuotare e
le...; liberato da ogni pratica economica,
zio, Pirandello, De Filippo e concludono un
percepire l’universo, non nel mare nè nel
sociologica, politologica, antropologica....,
anno di duro e serio lavoro. Avrei potuto
cielo ma tra il mare e il cielo, fuggire gli
è fondata sull’interesse per l’uomo fallibile
scrivere del debutto in Romania di “Anti-
odori delle creme solari sedotto dal pro-
capace di divinizzarsi. Bisogna indicare
nomia del maggiordomo”, o scegliendo di
fumo invisibile della bellezza, osservare
all’uomo la via per conoscere davvero e au-
essere meno autoreferenziale avrei potuto
le giostre mentre sorseggio un caffè nella
tonomamente, e tramite il teatro avere la
scrivere della faticosa messa in scena “Fiori
tazzina di porcellana che brilla ai raggi del
possibilità di rendere manifeste le scoperte
di plastica”, lavoro che ha assorbito gran
sole, accompagnare figlio di notte nella
rievolutive, tramite il teatro testimoniare la
parte delle mie energie al cui pensiero
pineta per dialogare con la corteccia dei
dipendenza delle proprie scelte esistenzia-
pini che confidano i racconti delle storie
li ad un Genio Universale. Un teatro fatto
P
taccio e soffro. Sarebbe stato utile scrivere p.02 pierròt
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“d’insieme”, un teatro che si confronta con
un Dio disponibile che non è nell’uomo
nella manifestazione delle libere scelte.
il pubblico e non fatto per il pubblico che
ma con l’uomo, né è nella natura ma con
Questo è ciò che devo fare in una piccola
non deve sedurre o divertire ma cercare
la natura, è così è con gli animali e il cielo
cittadina del sud del sud in piena consape-
di strappare agli uomini considerazioni,
e la terra. Un luogo sanato dove si incon-
volezza del tempo e del luogo.
lacrime furtive o intelligenti sorrisi. La mia
trano esseri che sono capaci di meraviglia
rievoluzione ha come obiettivo la costitu-
e stupore, ammirati dall’autonomia che c’è
zione di un Olimpo domestico dipendente
in ciascuna creatura e cosa creata, e dalla
a Dio, ad un Genio Universale scoperto,
voglia di comprendere l’essenza del creato
Francesco De Nigris
Il male dell’anima è indicibile, si può solo
atteggiamenti, appaiono “inutili e inoppor-
provare a girarci intorno per cercare di
tuni, stupidi ed egoisti”. Dall’altra parte do-
afferrarlo, ma spesso ci si rende conto che
mina il nero, gli odori sgradevoli, i mostri:
ci restano solo metafore, in fin dei conti
domina un corpo che sembra volersi di-
parole che provano a sfiorare il nocciolo
sfare, decomporsi, un corpo immobilizzato
duro e nero della depressione, perché è di
nel gesto della morte che può solo con-
questo che si sta cercando di parlare. E’ sul
templare se stesso come estraneo, senza
terreno del corpo, allora, che il dolore si fa
nemmeno la finzione di una speranza.
sentire, e quando quello dell’anima diventa
Ci vogliono parole aspre, dure, ci vogliono
intollerabile e non significabile attraverso
immagini violente e raccapriccianti, serve
la povertà e la rozzezza di un dire che in-
una lingua brutale e densa, perché densa
a notte, si sa, è buia. Certe notti sono
ciampa di continuo, i segni di quel dolore si
e vischiosa è la depressione; per evocare
nere; quelle dell’anima, insondabili.
inscrivono nella carne come abominevoli
la notte che si è appena attraversata, per
E può capitare di perdersi, di ritrovarsi in
stigmate che rimandano ad un altro mon-
significare il delirio che somiglia tanto alla
un luogo dell’anima del quale non sospet-
do, magari quello al quale il depresso aspira
follia, ma non lo è, è necessario smettere la
tavamo l’esistenza, e di sentirsi esuli e soli.
non con tutto se stesso ma con una parte
consuetudine di un parlare rassicurante e
Da lì, da quel luogo, il mondo si osserva
di sé, non si sa se quella più sana o più ma-
convenzionale, spesso insignificante, e af-
come un altrove, lo si osserva non con lo
lata – come nel caso del lavoro teatrale di
fidarsi alla lingua del dolore, che è sepolta
sguardo consueto, si cerca di significarlo,
Elisabetta Pastore ‘Fiori di plastica’, dove la
al fondi di ognuno di noi, ma che abbiamo
se possibile, non con le parole di una lin-
scena dell’anima più che lo spazio scenico
disimparato.
gua nota, ma dando fiato al linguaggio
vero e proprio, è contesa tra la Bambola e
del corpo che forse “non esiste davvero, è
il Gatto, i due personaggi che si incaricano
solo qualcosa che si sente”. E allora palano
di rappresentare e metaforizzare l’universo
le braccia, le ossa, le guance, le costole e il
allucinato e distorto, ai confini col sogno e
pube, la pancia molle e le tempie, e può
il delirio, di un depresso.
capitare di assistere impotenti “all’utilizzo
Il mondo visitato dall’altra parte, i com-
malevolo che la mente” fa di noi.
portamenti umani, i gesti, le parole, gli
L
pierròt
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Franco Vangi
A
ppunti di poetica teatrale per la so-
“compiaciuta”, ma “sofferente” il linguaggio
cietà contemporanea.
tende a riassorbire significati universali
Occorre chiedersi che cosa si muove a
in base ai punti fermi e solidi, antichi e
livello profondo nella società contempo-
moderni, della dignità dell’uomo, di una
ranea, nello “spirito interiore” della fase
riorganizzazione etica delle sue pulsazioni,
storica che stiamo vivendo tra frammenti
di un ripristino d’interiorità come lenta,
di ideologie al tramonto e dinamiche di
ma ferma ricerca quotidiana di senso e di
mercato spesso prive di regole etiche di
valore.
ridistribuzione di risorse: è una società
Un teatro che sia specchio di questa ricerca
dinamica con motori accelerati, ma ingol-
oggi è necessario: è l’auspicio di una vita
fati. Si assiste oggi a un disorientamento di
che trova se stessa in una riconquistata in-
visione totale dei destini dei popoli a livello
teriorità dell’essere, senza rinunciare, anzi
planetario, a un logoramento dei significati
accettando la complessità come itinerario
della storia con tentazioni di revisionismi,
con cui confrontarsi, ma non alienarsi.
rifiuto delle profondità di analisi, equilibri
Oggi è necessario un teatro dell’Essere,
localistici e squilibri globali. Le dinamiche
degli architravi fondanti l’esistenza, un
culturali sono omologate sulle supremazie
teatro di riconquista della parola che
occidentali con cui configgono appuntite
superi i compiacimenti intellettualistici e
visoni integraliste antioccidentali da parte
nichilistici delle frammentazioni …quanto
dei mondi islamici. La nozione di “comples-
gravi sono state le pulsioni d’immagini e
sità” è d’obbligo oggi per definire la situa-
di luci-ombre della postavanguardia degli
zione del mondo contemporaneo.
anni settanta!
Il linguaggio artistico che interpreta tale
La parola oggi è indispensabile: non quella
complessità può essere ancora frammenta-
retorica, né quella ripetitiva consumistica,
to per significare le contraddizioni dell’oggi,
ma la parola aperta ad una nuova “avven-
ma pur tendente alla riconquista di senso
tura” dell’Essere.
della parola: da una frammentazione non
Vito Causarano
LA MUSICA NON E’ UNA COSA QUI
PORTA CHIUSA O, COME ALICE NEL
E ORA, MA UNA COSA DA UN’ALTRA
PAESE DELLE MERAVIGLIE, DALL’AL-
PARTE E IN UN ALTRO MOMENTO.
TRA PARTE DELLO SPECCHIO.
(...) NEL CONCETTO STESSO DI MU-
IN UNA PAROLA, VEDERE OLTRE.
SICA, DA QUANDO E’ NATA DECINE DI MIGLIAIA DI ANNI FA, C’E’ INSITO IL FATTO DI VEDERE AL DI LA’ DELLA p.04 pierròt
10/2009 #00bis
Domenico Lobascio Immagini e suggestioni nel cortometraggio “Mio figlio è un albero”. Quando l’“estetica” illustra la mente, e la mente si lascia raccontare dall’“estetica”
L
investe il senso dell’estetica, vale a dire
artistico.
il perseguire il valore artistico; e quello
Il processo di negoziazione tra artista e
dell’espressione intima della realtà del
spettatore si gioca proprio su questo cam-
creatore.
po d’azione, in quanto il fine non è colpire
’inondazione sensoriale che lo spettato-
“Dove finisce il progetto compensatorio
ed annichilire colui che ascolta la “narrazio-
re riceve dalla visione di un’opera d’ar-
dell’artista, che nel suo rigurgito creativo
ne” del testo artistico con il valore estetico
te è il passaggio mentale che gli permette
esprime il suo “spudorato” sentimento di
della sua forma, ma bensì con i contenuti
di illuminare quelle parti della sua mente
superiorità, ed inizia la sua pervicace ricer-
dei suoi simboli: unici, ermetici, poliedrici,
nelle quali giacciono inoperose sensazioni,
ca del sublime, al di là del divino, al di là di
ineffabili, insostenibili.
immagini, emozioni, vissuti, nella dinamica
ogni bene e di ogni male…..?”. Ed inoltre,
L’arte di Martinelli e di Pinto inseguono
della sua indissolubile personalità interna;
“Come questi può tracciare teleologica-
questa poeticità dell’espressione, quindi
ed è da questo incontro/scontro con la rap-
mente un disegno etico quando è con lo
della realtà ontologica dell’individualità
presentazione dell’artista, dalla attivazione
spettatore, senza derogare alla sua perso-
che si rivela al mondo, senza una predefini-
dei processi cognitivi ed emotivi ad esso
nale ricerca?”.
ta traccia interpretativa da offrire, ma con
sottesi, che le narrazioni del sé si rispec-
Pur nella complessità della tematica, in
la finalità tutta insita all’arte stessa, di una
chiano; in un gioco comunicativo che inve-
questo contributo riflessivo, arrampican-
poesia nella quale far riverberare i temi
ste tutte le parti dei sistemi interagenti.
doci in un tentativo di meta-rappresenta-
dell’umano sentire, provare, narrare.
L’artista racconta, metaforizza, propone
zione del processo artistico, cerchiamo una
Tutto ciò in un dialogo autopoietico, nel
simboli, pretesti interpretativi. Lo spetta-
possibile risposta partendo dal linguaggio
quale i significati si determinano nelle
tore accoglie, ascolta, sperimenta; in un
delle immagini e dalla sceneggiatura del
“menti” e nei “cuori”, nello stesso momento
interscambio fuggevole ed inintelligibile
cortometraggio “Mio figlio è un albero”.
nel quale il manufatto artistico progres-
di sensazioni e rimandi emozionali.
Come l’interprete e sceneggiatore France-
sivamente si concede all’interiorità dello
Tutto ciò in una implicita negoziazione di
sco Martinelli ed il regista Michele Pinto
spettatore. In questo processo ripercor-
significati, nell’apertura di scenari interni
del corto hanno espresso nelle discussioni
rendo “isomorficamente” gli stessi vissuti
che conducono ad una personale significa-
che hanno seguito la sua presentazione al
emozionali che hanno caratterizzato, e
zione dell’esperienza: il rifiuto, l’esaltazione,
pubblico, la ricerca di un senso condiviso
quindi significato, il contesto e la spinta
la comprensione, l’insight, la commozione,
artista-spettatore è un impedimento alla
creativa dell’artista.
l’identificazione proiettiva, ecc..
più sottile ricerca di un canale interattivo
Tutto ciò corre il rischio di determinare una
Ma il patto che l’artista stringe con lo spet-
nel quale poter veicolare significati mol-
deriva narcisistica nell’artista che offre se
tatore pone alcune condizioni: l’intenzio-
teplici, estemporanei, situazionali; e nel
stesso nella convinzione di poter essere
nalità del messaggio, l’utilizzo di un codice
quale la forma ed il mezzo espressivo sono
accolto nella sua poeticità, nel suo intento
accessibile, l’adozione di canoni estetici
strumenti al servizio di ciò che abita i sé
di sollecitare non solo il senso estetico, ma
personalizzati; ma, soprattutto, la sospen-
interagenti.
risonanze profonde.
sione di ogni velleità di conquista dello
Ciò che alchemicamente si produce nella
Un rischio calcolato e quanto più possibile
spettatore, che è complice inconsapevole
creazione artistica e nella sua proposizione
neutralizzato dalla convinzione “etica” che
della “volontà di potenza” dell’artista/ de-
sono i rimandi evocativi rispetto ad un mi-
l’arte è progresso, delle “menti” e dei “cuori”
miurgo.
nimo comune denominatore, che è come
di chi vi si approccia, nel comune ed uni-
Ma a questo punto, alcuni interrogativi si
l’ha definita in maniera rivelatoria France-
versale gioco dell’espressività poetica della
dipanano in una traccia di riflessione che
sco Martinelli: la poeticità del “costrutto”
vita. pierròt p.05
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Carlo Del Vescovo
progetto. Ho visto che nella mia mente era
“Cosa è per te il teatro?”, fatta dal maestro
stato arginato.
Barsanti l’anno scorso non risponderei con
La scuola era diventato l’impegno del mar-
la mirabolante espressione “ la liturgia del
tedì e venerdì.
culto della verità” , nell’analisi della quale
Lo stato d’animo di rilassatezza con cui ho
si è suicidato qualche neurone di chi mi
affrontato le lezioni è innegabile. Ho perso
ascoltava, risponderei più semplicemente
quel tenore di vibrazioni che ho vissuto
è “un bel calcio nel culo” dato da qualcuno
l’anno scorso.
che vuole farmi capire che questo non è il
Mi sono sentito anestetizzato, come quan-
momento giusto per sedersi e rilassarsi.
do il dentista ti tranquillizza con il protos-
Riparto dal mio torpore con questo articolo
sido d’azoto. Sono sicuro che il principale
in cui mi cospargo il capo di cenere dinanzi
anestetico è il lavoro. Ti genera un com-
a Pierrot come suo umile debitore morale.
pendio di attività che ti sospendono in una
Viva la gente che suda e i pensieri vibranti
bolla magica che ti isola dalla vita fatta di
come scudisci che suscitano dolore il cui
persone che respirano e sudano.
solo rimedio è il tempo di sopportarlo e
Canalizzi le tue energie verso quel rassicu-
ferite il cui solo rimedio è la cicatrice che
rante lido in cui si sciorinano le sempiterne
ne fissa il ricordo.
frasi come “E’ quanto basta per vivere”,
TORNO SUBITO.
“Loro mi chiedono questo” e il peggiore di
I
tutti “Non è il mio compito” che generano il
l mio contributo a Pierrot parte con una
nefasto torpore pre-ambulatoriale.
ammissione di colpevolezza che spero
Ho anche riflettuto su aspetti non legati
non comporti reprimendae ma induca il
alla mia persona ma legati alla scuola
lettore ad una maggior conoscenza delle
stessa. Il secondo anno esige dagli allievi
dinamiche generate nella scuola tra allievi
una maggiore autonomia a quanto pare. Il
e maestri.
primo anno è maggiormente improntato
Ho vissuto il secondo anno senza un gran-
alla didattica e alla formazione. Il secondo
dissimo impegno. Qualcuno sicuramente
vuole più libera partecipazione e creatività,
potrebbe accusarmi che stia cercando di
ti viene forse chiesto meno, affinché l’allie-
formulare la più banale delle captatio bene-
vo stesso si capaciti del suo ruolo. Infatti è
volentiae poiché tutto sommato ho garan-
facile capire che se non ti dai una mossa da
tito una certa assiduità. Comunque io mi
te, finisci per annoiarti e vederti escluso (o
sono sentito, inspiegabilmente a quanto
almeno presente ma distratto).
pare agli altri, presente ma distratto.
Forse sto conoscendo il mio limite parte-
Perché? E soprattutto quando ho realizzato
cipativo? Oppure sono un ottimo gregario
questa mia condizione?
che si presta meno se il capitano è meno
Ovviamente quando mi ricordo di Pier-
severo?
ròt ,e di quanto abbia creduto in questo
Se dovessi rispondere ora alla domanda
p.06 pierròt
10/2009 #00bis
LO STOMACO E’ LA SEDE DELL’ANIMA Michele Pinto
Leda
pierròt p.07
#00bis 10/2009
Carlo Del Vescovo
grande nel suo valore, ribadiamo che l’arti-
intellettuale, e non dubito che la mia mas-
sta professionista e non nella sua funzione
sima ambizione culturale è la capacità di
sociale non può essere assimilato ad un
esprimermi in un modo libero e autono-
ei mesi scorsi abbiamo assistito ad un
commerciante di qualsiasi natura. L’artista
mo in ogni circostanza e dinanzi ad ogni
dibattito che ha appassionato molti
produce alfabetizzazione della società e
problema da affrontare. Da cosa potrebbe
professionisti e fruitori dell’arte. Alessan-
fornisce un servizio la cui ricaduta può
derivare questo modo di essere? Senz’altro
dro Baricco scrittore, regista di fama italia-
sfuggire nel breve termine ma comunque
da una maggiore coscienza di sé stessi
na lancia una provocazione (la si potrebbe
lascia tracce indelebili.
che viene coltivata tramite esperienze
chiamare anche spunto di riflessione) che
Cosa significa alfabetizzazione? Questa è
personali vissute sulla propria pelle e non
suscita grandi reazioni in molti degli addet-
una domanda controversa. La televisione
tramite comunicazioni televisive deglutite
ti ai lavori. La proposta è quella di dirottare
è stato un importante mezzo di alfabe-
come prodotto elaborato da un qualcuno
parte dei fondi destinati alle grandi produ-
tizzazione nella fase di ascesa economica
sulla cui buona fede abbiamo mille dubbi.
zioni alla formazione di base o in generale a
del paese e tuttora fornisce comunque in
La prima cosa da fare per innescare un
modo sempre più raro esempi di alfabe-
processo del genere è far uscire di casa la
tizzazione. Sto pensando ad alcune fiction
gente. Indurla a fare esperienze culturali
sulla vita di importanti personaggi della
che possono essere teatro, musica o asso-
nostra storia nazionale : Di Vittorio, Cara-
ciazionismo in genere, attive o passive che
vaggio, De Gasperi, etc. oltre a programmi
siano. Eliminare situazioni sociali stagnanti
di natura quasi didattica come Ulisse.
e coinvolgere tutte le classi sociali nella vita
Nel contempo però è innegabile che stiamo
culturale. La scuola deve essere la principa-
assistendo alla grande tentazione di riem-
le fucina di questo processo poiché deve
pire i palinsesti di programmazioni poco
prevedere in modo obbligatorio la parteci-
edificanti in cui l’insulto, il pettegolezzo, la
pazione di tutti ad attività culturali. Questo
mancanza di pudore fanno da padrone. La
è un aspetto su cui è impossibile dare torto
televisione è l’indiscusso canale di comu-
a Baricco. Potenziare la base come direbbe
nicazione più efficace la cui potenza è tale
qualche politico nostalgico.
che i potenti della terra ambiscono al suo
Qualsiasi processo di alfabetizzazione non
possesso. Può quindi uno strumento così
deve generare dinamiche passive cosa che
facilmente malleabile e assoggettabile
fa la televisione verso lo spettatore ma
alla volontà di un padrone essere il mezzo
deve creare le giuste condizioni all’inter-
principale di alfabetizzazione di un paese?
no di luoghi pubblici o aperti al pubblico
Non vi nascondo la mia diffidenza verso
per la partecipazione allargata. Per me
un modello culturale di un paese basato
la dimensione principale di una persona
sull’azione della televisione o di privati
alfabetizzata è la libertà di esprimersi con
come proposta da Baricco.
coscienza e rispetto.
Ritorniamo alla domanda “cosa significa
Mi piacerebbe innescare una discussione
alfabetizzazione”?
con i lettori e con gli altri editori di Pierròt
N
tutte quelle attività volte maggiormente ad un coinvolgimento molto più ampio delle attività artistiche. Ovviamente le scuole e la televisione in queste attività giocano un ruolo fondamentale, ma la discussione sarebbe ampliabile all’associazionismo, alle pro-loco dei vari comuni etc.etc. L’altra parte della proposta era quella di dare accesso a grandi aziende private come case editrici alla promozione dei teatri ed anche alla loro direzioni. La gente che si è scomodata nel rispondere all’autorevole provocazione è di tutto rispetto, si pensi a Nicola Piovani, Riccardo Muti, Accardo, ed altri. Come previsto in ogni costruttivo confronto democratico, ci sono stati coloro che approvavano la spinta innovatrice della proposta, altri al contrario ne rinnegavano ogni buona fede. Ciò su cui erano tutti d’accordo è che senza soldi pubblici il mondo della cultura crolla su sé stessa, vista la sua propria natura che va oltre (o dovrebbe andare in generale) il fine di lucro e speculazione. Come frequentatori di una scuola di teatro di provincia piccola per dimensione ma p.08 pierròt
Qual è il principale
tratto di un cittadino alfabetizzato? Penso a cosa vorrei per me da un punto di vista
sul tema Cosa significa alfabetizzazione?
10/2009 #00bis
Antonio Marzolla
E
’ un pò di tempo che la mia attenzione
con satana. Ecco appunto, Faust l’avrebbe
è focalizzata su una drammaturgia che
ascoltata, il titolo è “Torture garden” di
a mio modesto parere merita di essere
Jhon Zorn dall’album Bonehead.
compresa, affrontata, assorbita. Poche
La mia libertà mi spinge a decantare
opere sono così intime, vicine all’essere
quest’opera a desiderare e concupire ar-
umano e alla sua esistenza. La piéce in que-
dentemente il dottor Faust (attorialmente
stione è “Il Dottor Faust” di Marlowe che ci
parlando). La sua volontà i suoi desideri
consegna un personaggio monologante,
reconditi sono i miei, io vedo attraverso i
pervaso di passioni estreme, assetato di
suoi occhi, agisco attraverso il suo corpo e
scienza e di bellezza, perennemente in conflitto tra virtù e fortuna. Faust è un ateo che sogna di farsi Dio e vende la sua anima al diavolo.
parlo con lui di esistenza. Per quanto mi riguarda, io esisto meglio che posso, ............. il passato fà parte del mio futuro.......... e il presente...... è fuori controllo.
“I sette peccati capitali e i quattro misteri novissimi” di Bosch. Mi affascina quest’opera in associazione al testo perché offre un’analisi del destino dell umanità che và fin nei minimi particolari. Le immagini dei peccati sono poste intorno ad un cerchio che rappresenta l’occhio di Dio. I colori utilizzati (il verde e l’ocra) pervadono il testo e soprattutto l’ambito sociale dei sette peccati nella rappresentazione come in Marlowe comprende tutta l’umanità e tutte le classi. Nessuno è escluso!!!!! L’associazione musicale è quella che più mi eccita e mi induce a scoprire mondi aridi e rigogliosi, desolati e sovraffollati, demoniaci e paradisiaci, che attraverso le vibrazioni e le emozioni dell’artista estemporaneo, ci arrivano, ci ispirano, ci maledicono. Ebbene si, in questi mondi io voglio esistere. Questo compositore abita questi luoghi e attraverso il jazz ce li rimanda con delle sfumature, colori e acuti che solo chi è posseduto può liberare, è come fare sesso pierròt p.09
#00bis 10/2009
Alessia Vangi
forma, entrano a far parte di quella ‘di-
‘esistenzialista’ di Luca Fazio, prossimo al
mensione mascherale’ tanto cara all’autore
suicidio. I tempi delle due maschere sono
siciliano. In tale gioco di apparenze, ambi-
opposti. In questo ‘teatro nel teatro’ i per-
guità, la ‘finzione’ assume un ruolo di primo
sonaggi presentano le loro molteplici con-
radizionalmente Pirandello è associa-
piano. La finzione pirandelliana non è cre-
traddizioni invocando ‘patria’ al pubblico
to ad una storica e accademica dico-
azione mimetica della realtà dato che la re-
che ne riconosce le maschere.
tomia tra ‘vita’ e ‘forma’. Senza dilungarci
altà non è rispecchiata passivamente. Essa
Il personaggio-la creatura d’arte è immor-
in che cosa consista la ‘vita’ e in che cosa
viene interpretata nella sua dimensione
tale ma deve rappresentare la vita reale,
la ‘forma’ nella sua poetica,a mio avviso,
‘primitiva’. Zoommando su tutte le sfaccet-
deve avere una sua referenzialità rispetto
è molto più interessante e innovativo il
tatuture della vita il senso di quest’ultima
all’esterno.
modo di percepire i ‘personaggi’ delle sue
viene interpretato: la realtà esiste ma non
La ricerca del ‘vero’ da parte dei personaggi
opere: le creature d’arte, le ombre della sua
è univoca. Nell’ ‘Imbecille’si presenta come
trova la sua più completa rappresentazio-
immaginazione.
teatro di conflitto tra diverse soggettività
ne nei ‘Sei personaggi in cerca d’autore’: le
Esse non appartengono alla vita reale,
ed è questa l’essenza dell’Umorismo.
creature partorite dalla mente dell’autore
dipendono dalla ‘vis poetica’, non hanno
Ed è così che un animo superficiale, ‘mer-
che pretendono una loro dimensione ‘te-
forma: camaleonticamente si adattano a
cantilistico’ di un commesso viaggiatore si
atrale’, in altre parole richiedono la ‘forma’
tempi, contesti,epoche diversi. Essi SONO
confronta-scontra con l’animo profondo,
per divenire ‘vita’.
l’impianto della storia infatti rimane quello
scandiscono l’entrata di quattro figure
de “la patente di Pirandello”, la resa in scena
visivamente opposte: due donne vestite
è stata frutto di una originale rielaborazio-
di nero e un uomo e una donna vestiti di
ne del testo. Rielaborazione sicuramente
bianco che si andranno a posizionare in
ben riuscita, tanto da suscitare subito nel
uno schema a scacchiera in scena. E gli
pubblico il desiderio immediato di un bis.
scacchi ritorneranno spesso all’interno
Ovviamente l’esibizione non riguardava
dell’esibizione. Il personaggio principale è
l’intera storia de “la patente”, ma una scena
senz’altro Rosario Chiarchiaro, una vittima
in particolare, visti i tempi ristretti propri
della maldicenza, che prima di essere giudi-
no specchio, tre giudici e uno “ietta-
degli studi teatrali. Tuttavia le poche azioni
cato da magistrati è stato marchiato dalla
tore”. Quiete e angoscia si mescolano
dei personaggi sono state determinanti e
sentenza ingiusta dei suoi stessi concitta-
tra arcate di violino insieme al bianco e
hanno offerto fin da subito occasione di
dini che gli hanno appioppato la nomea di
il nero dei personaggi, si confondono
riflessione. In dieci minuti e quarantatré se-
“iettatore”. Nomea che gli ha causato non
insieme a giustizia e ingiustizia, a verità e
condi il pubblico è stato reso partecipe di
solo un’ovvia ferita nell’orgoglio, ma an-
menzogna in un’irreale inquietudine simile
una scena piuttosto insolita. E sicuramente
che la perdita del lavoro e la conseguente
a quella di un sogno. Ed è infatti proprio
un aggettivo appropriato per l’esibizione
caduta in miseria. Come se non bastasse
da un sogno che nasce l’idea di “davanti
in questione è proprio “insolita”, che non
essere condannato ad un’emarginazione
allo specchio”, lo studio teatrale di Antonio
va tuttavia preso in un’accezione negativa.
che sempre più assume i contorni della
Marzolla, un allievo del terzo anno della
La scena si apre con poche note leggere
morte civile, Chiarchiaro viene anche que-
Scuola delle Arti e delle Comunicazioni. Se
della summer overture di Clint Mansell che
relato senza un valido motivo. Per questo si
T
Alessandra Mazzilli Domenica 17 maggio 2009. Studio teatrale “Davanti allo specchio” (strutturato sulla trama de “la patente” di Pirandello) con la regia di Antonio Marzolla, interpretato da Beniamino Piombarolo (nel ruolo di Rosario Chiarchiaro), Alessandra Sciancalepore (nel ruolo del giudice De Andrea), Elisabetta Pastore e Alessia Vangi (nel ruolo di due giudici).
U
p.10 pierròt
10/2009 #00bis
troverà ad avere a che fare con il giudice de
interessante sia in quanto rivisitazione ori-
scelta di dividere i personaggi esteriormen-
Andrea e gli altri personaggi. L’uomo viene
ginale dell’opera di un grande autore, sia
te tra bianchi e neri rispecchiando questa
introdotto in anticipo, rispetto all’entrata in
nella resa stessa dello studio teatrale. Inge-
distinzione interiore. Tutta la scena è ricca
scena dalle due figure vestite di nero, due
gnosi infatti sono gli accorgimenti stilistici:
di elementi simbolici a iniziare dallo spec-
comprimari del giudice de Andrea, che
le battute sono piene di ossimori per rap-
chio per finire con gli scacchi, che troviamo
rappresentano efficacemente il pensiero
presentare come tutto sia contraddittorio
dall’inizio dell’esibizione (nella forma dello
(“zitto , lasciami amministrare la giustizia
schieramento dei personaggi) alla fine (le
diffamante della gente nei suoi confronti. Il punto di vista del giudice de Andrea tuttavia è completamente diverso, vista l’onestà e la moralità che caratterizza il personaggio. Probabilmente è per questo motivo che si distacca anche fisicamente dalle altre due personalità giuridiche che al contrario di lei sono vestite di nero. Il giudice de Andrea infatti vorrebbe cercare invano di “salvare” Chiarchiaro, che inaspettatamente le chiederà invece di riconoscerlo giuridicamente
con questi poveri piccoli uomini feroci...via ho detto via, dentro” sono le prime parole a squarciare il silenzio). È da esaminare un probabile parallelismo tra i due comprimari e un altro meno scontato tra il giudice de Andrea e Chiarchiaro: è evidente infatti che i due comprimari sembrino essere un’unica figura “corale” tanto che spesso si sovrappongono mentre parlano e hanno un’opinione e un modo di comportarsi identico nei confronti di ogni cosa; d’altro
ultime parole di Chiarchiaro saranno “scacco matto”). E sono simboli molto pieni di significato tra l’altro in una realtà ambigua eppure verosimile come quella che ci viene presentata, in cui ogni cosa, diventa un rimbalzare perenne tra vita e morte, in cui non esiste un solo metodo convenzionale per essere mangiato da un’altra pedina e presto la vittima diventa il carnefice. Non ci sarebbe potuta essere chiusura migliore per la serie di studi teatrali di
come “iettatore” trasformando così quella
canto anche Chiarchiaro e de Andrea sono
che era stata la sua peggiore condanna
due brave persone che vorrebbero un
nella soluzione ai suoi problemi. Una scelta
mondo moralmente integro e all’insegna
to un quesito legittimo, per finire, va posto
che rappresenta pienamente il paradosso
dell’onestà, ma sono costretti ad arrender-
agli allievi del futuro terzo anno: saranno
Pirandelliano.Quella a cui abbiamo assistito
si ad una realtà opposta rispetto alle loro
in grado di essere all’altezza di riprendere il
è stata senza dubbio un’operazione molto
aspettative. In questo senso è efficace la
ciclo di studi teatrali? Speriamo di sì.
Camilla Checchia
a cozzare violentemente, ho dovuto smet-
voluto recitare anch’io in quel momento,
tere perchè venire “un giorno sì e l’altro
ho pianto perchè non ho visto la nuova
nizio questa “confessione” dicendo che
no” sarebbe stato come prendere in giro
sede cambiare come invece è avvenuto
passioni e scelte necessarie non vanno
il maestro e la Scuola e avrei fatto perdere
negli anni precedenti e anche perchè sce-
affatto d’accordo. Dico questo per espe-
tempo a chi frequentava per lavorare con
gliere è stato come rinunciare ad una cosa
rienza personale: quest’anno, quello che
serietà.
che amo molto. Ora so solo che non mi fer-
doveva essere l’anno più importante della
Mi è stato chiesto anche di non interrom-
merò perchè non me lo perdonerei mai, so
mia vita nella Scuola in cui doveva avveni-
pere i miei rapporti con il Teatro e con la
anche che non potrei mai fermarmi perchè
re il passaggio dal Propedeutico al Primo
Scuola perchè la lontananza potrebbe far
cercare di imparare a modellare la mia ani-
anno. Motivi di forza maggiore mi hanno
spegnere l’interesse.
ma mi dà una qualche gratificazione.
portato a smettere di frequentare e ciò mi
Non ricordo esattamente quanto tempo
Vecchioni ha scritto “Sogna ragazzo, sogna,
ha procurato un grande dolore, come se mi
fa, ho assistito alla prova di una scena
quando cade il vento e non è finita...”, e io
mancasse qualcosa. Ho dovuto smettere
dell’esibizione a cui avrei dovuto prendere
non smetterò di sognare perchè non è
perchè spesso obblighi e passioni vanno
parte e ho pianto. Ho pianto perchè avrei
chiuso questo capitolo.”
I
quest’anno probabilmente. A questo pun-
pierròt p.11
#00bis 10/2009
La Redazione
Nei numeri precedenti avevamo pubblicato episodi di corrispondenza epistolare tra il maestro Francesco Martinelli ed alcuni soggetti istituzionali. In questo numero invece pubblichiamo un episodio di dialogo tra il maestro ed un suo allievo della Scuola delle Arti della Comunicazione.
Forse volevi dirmi altro ma hai usato un modo poco preciso e inopportunamente dissacrante, Buona serata.
E-mail inviata il 23/09/2009
E-mail inviata il 23/09/2009
Sto iniziando a studiare la semiotica, studio sulla natura dei segni, ma tra i tanti citati come padri fondatori di questa materia, tra cui Eco, Peirce, De Saussure, ecc... nn è per niente citato Francesco Martinelli, non vorrei che il Maestro in cui noi allievi riponiamo tanta fiducia, si prenda gioco di noi autoproclamandosi “eletto”, “prescelto” o addirittura “dio” e quindi ingannarci approfittandodella nostra ingenuità. Personalmente essendo sempre stato ateo, iscrivendomi al corso di teatro mi ha anche fatto piacere scoprire che esiste un dio, e abita proprio nella mia città! Vorrei solo evitare di rimanere deluso. Per quanto riguarda la lezione di giovedì, l’ho trovata molto interessante, e soprattutto... mi sembrava in bilico tra teatro e psicologia! Carina l’idea delle due file, (io mi sarei inserito in una terza, ma per non creare scompiglio ho lasciato perdere). Bene, per il momento è tutto, ci vediamo alla prossima seduta.
Stavo solo evadendo dalla monotonia dell’ufficio, mi hai frainteso, mi piace molto il tuo modo di fare, anzi, ne sono affascinato, solo che mi piace un pò stuzzicare, perdonami o Maestro se ho peccato di questo. Umilmente.
Nunzio D’Oria Stefano
E-mail inviata il 23/09/2009 Nunzio, il tuo messaggio sembra avere un tono provocatorio. Ti assicuro che sto cercando di insegnarti cos’è l’azione teatrale e come si usa la parola, questo è il programma di quest’anno. Se ti senti deluso, gabbato e nutri timori e paure, allora per favore va altrove, è meglio. Il mio lavoro deve essere rispettato, perché lo svolgo nel migliore dei modi e con grande dedizione. Lo faccio da maestro e senza risparmiarmi. Solo un ateo è così ingenuo da pensare che Dio è in terra: Dio è Altrove ma si manifesta quotidianamente in terra, anche nella tua città (se pur sembra impensabile tale evento!), e chi lo ignora è ignorante. p.12 pierròt
Maestro Francesco
Allievo Nunzio D’Oria Stefano
la Bacheca EVENTI Un progetto del
14 - 15 - 16 - 17 Ottobre Dalle ore 9.00 alle ore 12.00 - Piazza dei Bambini, Corato
La Bambina di burro e altre storie di bambini strani di Beatrice Masini (ed. Einaudi)
Interpreti: Antonio Marzolla, Alessia Vangi Regia: Alessandra Sciancalepore Produzione: Teatro delle Molliche Storie brevi di bambini fuori dal comune, fatti di materiali poco bambineschi, che trovano sempre un modo brillante per essere se stessi nonostante tutto. Lettura drammatizzata per gli alunni delle Scuole Primarie di Corato. Al termine della lettura i bambini saranno invitati a scrivere un proprio pensiero che verrà raccolto dalla rivista Pierròt. Domenica 18 Ottobre Dalle ore 10.30 alle ore 17.00 - Piazza dei Bambini, Corato
Letture drammatizzate per ragazzi Interpretate dagli allievi della Scuola delle Arti della Comunicazione del Teatro delle Molliche. Il signor nessuno (di Joanna Concedo - ed. Topipittori) Interprete: Cesare De Maio Milly, Molly e il capitano Tito (di Gill Pittard - ed. Girolangolo) Interpreti: Danilo Macina, Roberto Porcelli Pane e cioccolato (di Lodovica Cima - ed. San Paolo) Interpreti: Erika Memeo, Magda Merafina, Elisabetta Pastore Veruska (di Francesca Capelli - ed. San Paolo) Interpreti: Carlo Del Vescovo, Leonardo Ventura Orecchie di farfalla (di Luisa Aguilar - ed. Kalandraka) Interpreti: Simona De Sario, Beniamino Piombarolo
O.F.T. SCUOLE (Osservatorio Formazione Teatrale nelle Scuole) Il Teatro delle Molliche riprenderà l’impegno rivolto all’educazione e formazione artistica delle nuove generazioni promuovendo all’interno delle Scuole pubbliche di ogni ordine e grado i laboratori relativi all’anno scolastico 2009/10.
http://pierrotweb.wordpress.com il blog di Pierròt Un blog sempre aggiornato, dinamico, ricco di notizie su corsi, spettacoli, concerti, mostre ed eventi di particolare interesse selezionati per voi. Articoli, recensioni, servizi fotografici, video che potrete commentare giorno per giorno. I link utili, le informazioni sui corsi della Scuola delle Arti della Comunicazione e, se volete, il numeri precedenti di “Pierròt “ da leggere direttamente sul vostro PC.