Muhammad Yunus - Discorso cerimonia Nobel 2006

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Muhammad Yunus premio Nobel per la Pace 2006 Nobel Lecture, Oslo, 10 Dicembre 2006 Maestà, Altezze Reali, Membri Onorari del Comitato Norvegese per il Nobel, Eccellenze, Signore e Signori, La Banca Grameen e il sottoscritto sono profondamente onorati di ricevere il più prestigioso dei premi. Siamo eccitatissimi e sopraffatti dall’emozione di ricevere questo onore. Da quando il premio Nobel per la pace ci è stato annunciato ho ricevuto una infinità di messaggi da tutto il mondo, ma ciò che mi commuove maggiormente sono le telefonate che ricevo quasi ogni giorno dai mutuatari della Banca Grameen nei remoti villaggi del Bangladesh, i quali mi ripetono quanto siano orgogliosi di avere ricevuto questo riconoscimento. Nove rappresentanti eletti dei 7 milioni di debitori-proprietari della Grameen Bank mi hanno accompagnato lungo la via per Oslo per ricevere il premio. Ringrazio a loro nome il Comitato Norvegese per il Nobel per avere assegnato alla Banca Grameen il premio Nobel per la pace. Dando loro il premio più prestigioso al mondo gli fate un incomparabile onore. Grazie al vostro premio, le nove orgogliose donne dei villaggi del Bangladesh presenziano oggi la cerimonia come vincitrici del Nobel e stanno dando un significato completamente nuovo al premio Nobel per la pace. Tutti coloro che hanno preso denaro in prestito dalla Banca Grameen stanno celebrando questo giorno come il più importante della loro vita. Si sono raccolti tutti intorno alla più vicina televisione dei loro villaggi per guardare lo svolgimento della cerimonia. Quest’anno il premio dà enorme onore e dignità alle centinaia di milioni di donne che in tutto il mondo combattono ogni giorno per la sopravvivenza e per dare speranza di una vita migliore ai loro figli. Questo è un momento storico per loro.

La povertà è una minaccia per la pace Signore e Signori: Assegnandoci questo premio il Comitato Norvegese per il Nobel ha dato un importante fondamento all’idea che la pace sia fortemente legata al tema della povertà. La povertà è una minaccia per la pace. La distribuzione del reddito mondiale dice molto. Il 94% del reddito mondiale va al 40% della popolazione, mentre il restante 60% della popolazione vive con il 6% del reddito mondiale. La metà della popolazione mondiale sopravvive con 2 dollari al giorno. Oltre un miliardo di persone sopravvive invece con meno di 1 dollaro al giorno. Questa non è la ricetta giusta per la pace. Il nuovo millennio è iniziato con un grande sogno globale. I leader mondiali si sono riuniti nel 2000 al tavolo dell’ONU e si sono preposti, fra gli altri, lo storico obiettivo di dimezzare la povertà entro il 2015. Mai nella storia umana il mondo intero, ad una sola voce, si è posto un obiettivo così ambizioso che indicasse scadenze e quantità. Ma poi venne l’11 settembre e la guerra in Iraq e improvvisamente il mondo fu distolto dal raggiungimento di questo sogno, l’attenzione dei leader mondiali si rivolse dalla guerra dalla povertà alla guerra al terrorismo. Finora i soli US hanno speso più di 530 miliardi di dollari per la guerra in Iraq. 1


Credo che il terrorismo non possa essere sconfitto con le armi. Il terrorismo deve essere condannato fermamente. Dobbiamo essere uniti contro di esso e trovare tutti i mezzi per porvi fine. Dobbiamo affrontare alle radici il terrorismo per poterlo sconfiggere definitivamente. Credo che impiegare le risorse per migliorare la vita delle persone povere sia una strategia migliore che spendere queste risorse per l’acquisto di armi.

La Povertà è la Negazione di Tutti i Diritti Umani La pace dovrebbe essere intesa dal punto di vista umano – sociale, politico ed economico. La pace è minacciata da ingiustizie economiche, sociali, di ordine politico, assenza di democrazia, degradazione ambientale e assenza di diritti umani. La povertà è l’assenza di tutti i diritti umani. Le frustrazioni, l’inimicizia e il risentimento generati da una miseria degradante non possono sostenere la pace in alcuna società. Per costruire una pace duratura è necessario che le persone siano messe nella possibilità di vivere una vita dignitosa. La creazione di opportunità per la maggioranza delle persone – i poveri – è l’obiettivo centrale del lavoro al quale ci siamo dedicati durante gli ultimi 30 anni.

La Banca Grameen Mi ritrovai impegnato nelle tematiche sulla povertà non come policy maker né come ricercatore. Cominciai ad occuparmi del tema perché la povertà era tutta intorno a me e non potevo voltarle le spalle. Nel 1974 ho trovato difficile insegnare eleganti teorie economiche, nelle classi universitarie, mentre una terribile carestia affliggeva il Bangladesh. Improvvisamente sentii il vuoto di queste teorie di fronte ad una schiacciante fame e povertà. Volevo fare qualcosa di immediato per aiutare le persone intorno a me, anche se si fosse trattato di un solo essere umano, per consentirgli di vivere anche un solo giorno in modo migliore. Ciò mi portò faccia a faccia con le difficoltà della povera gente per trovare il minimo indispensabile per sbarcare il lunario. Rimasi scioccato quando scoprii una donna nel villaggio, che aveva preso in prestito meno di un dollaro e alla quale il creditore aveva imposto come condizione il diritto esclusivo di comprare tutti i suoi prodotti ad un prezzo da lui stabilito. Questo, secondo me, era un modo per rendere schiavi. Decisi di fare una lista delle vittime di questo “affare” dei finanziamenti nel villaggio vicino al nostro campus. Quando terminai la mia lista avevo il nome di 42 vittime che avevano preso a prestito un totale di 27 dollari americani. Offrii 27 dollari americani che avevo nel mio portafoglio per sottrarre queste vittime dalle grinfie dei loro finanziatori. L’eccitazione della gente, che seguì a questa mia piccola azione, fu tale da convincermi a proseguire. Se potevo rendere felici così tante persone con un così piccolo ammontare di denaro perché non fare ancora di più? Questo è quello che ho cercato di fare da allora. La prima cosa che feci fu di cercare di persuadere le banche situate nel campus a prestare denaro ai poveri. Ma non funzionò. Le banche mi dissero che i poveri non avevano capacità di credito. Dopo che tutto il mio impegno di mesi fallì mi offrii come garante per i prestiti ai poveri. Fui stupefatto del risultato. I poveri ripagarono tutti i prestiti e sempre in tempo! Ciò nonostante incontrai ancora difficoltà nell’espandere il mio programma tra le banche esistenti. Fu così che decisi di creare una banca apposita per i poveri e, nel 1983, finalmente riuscii nel mio intento. La chiamai Banca Grameen o Banca del villaggio.

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Oggi la Banca Grameen fa prestiti a circa 7 milioni di poveri, il 97% dei quali sono donne, in 73.000 villaggi del Bangladesh. La Banca Grameen fà prestiti alle famiglie povere, senza chiedere garanzie collaterali, per costruzione di abitazioni, per lo studio, per le piccole imprese e offre ai suoi membri una serie di attraenti piani di risparmio, fondi pensione e prodotti assicurativi. Da quando furono introdotti nel 1984, i prestiti immobiliari hanno permesso la costruzione di 640.000 abitazioni. La proprietà legale di queste case è delle donne stesse che hanno ricevuto i prestiti. Ci siamo concentrati sulle donne perché abbiamo capito che prestare il denaro ad esse porta sempre maggiori benefici per la famiglie. In totale la Banca ha prestato denaro per un ammontare pari a 6 miliardi di dollari americani. Il tasso di restituzione è stato del 99%. La Banca Grameen continuamente fa profitti. Finanziariamente è autosufficiente e non è mai ricorsa a prestiti d’onore dal 1995. I depositi e le risorse proprie della Banca ammontano oggi al 143% dell’ammontare di tutti i prestiti in essere. Secondo un’indagine interna alla Banca Grameen il 58% dei nostri debitori ha superato la linea della povertà. La Banca Grameen nacque come un piccolo progetto locale portato avanti con l’aiuto di diversi miei studenti, tutti ragazzi e ragazze del posto. Tre di questi studenti, dopo tutti questi anni, sono ancora con me nella Banca Grameen come suoi top-managers. Sono qui con me oggi per ricevere questo onore che ci state dando. Questa idea, che iniziò a svilupparsi a Jobra, un piccolo villaggio del Bangladesh, si è diffusa intorno al mondo e ci sono oggi programmi di finanziamento del tipo Grameen Bank in quasi ogni paese del mondo.

Seconda Generazione Sono trascorsi 30 anni da quando abbiamo iniziato. Continuiamo a guardare ai figli dei nostri debitori per vedere quale è stato l’impatto del nostro lavoro sulla loro vita. Le donne cui abbiamo concesso i prestiti hanno sempre messo al primo posto i figli. Una delle “16 Decisioni” prese da queste donne è stata di mandare i loro figli a scuola. La Banca Grameen le ha incoraggiate in tal senso. Molti di questi bambini sono stati tra i migliori delle loro classi. Abbiamo voluto celebrare questo successo introducendo delle borse di studio per gli studenti migliori. La Banca Grameen elargisce al momento 30.000 borse di studio annue. Molti di questi bambini sono andati avanti negli studi e sono diventati dottori, ingegneri, insegnanti e altri professionisti. Abbiamo introdotto anche prestiti per lo studio per permettere agli studenti della Grameen di completare la loro istruzione fino al livello più alto. Oggi alcuni di loro hanno un Phd. Circa 13.000 studenti ricevono prestiti per lo studio. Ogni anno più di 7000 studenti si aggiungono a questo numero. Stiamo creando una generazione completamente nuova che sarà in grado di tenere lontano le famiglie dalla povertà. Il nostro intento è quello di interrompere la persistenza storica della povertà.

I Mendicanti Possono Convertirsi agli Affari In Bangladesh l’80% delle famiglie povere sono state già raggiunte dal microcredito. La nostra speranza è che nel 2010 saranno raggiunte il 100% delle famiglie. 3


Tre anni fa abbiamo iniziato un programma di finanziamento specifico per i mendicanti. A questi soggetti non si applica alcuna delle regole della Banca Grameen si applica. I prestiti vengono dati a interessi zero; possono pagare qualsiasi ammontare desiderano e quando lo desiderano. Gli abbiamo dato l’idea di vendere porta a porta piccole merci quali snacks, giocattoli, oggetti per la casa, quando vanno di casa per casa a mendicare. L’idea ha funzionato. Nel programma ci sono oggi circa 85.000 mendicanti. Circa 5000 hanno già smesso di mendicare. Il prestito tipico fatto ad un mendicante è di 12 dollari americani. Noi incoraggiamo qualsiasi intervento per aiutare i poveri ad uscire dalla povertà. Sosteniamo sempre il microcredito in aggiunta a ogni altra forma di intervento, credendo che il microcredito permetta ad ogni altro intervento di funzionare meglio.

Information Technology per i Poveri L’Information and Communication Technology (ICT) sta cambiando il mondo velocemente e creando un mondo di comunicazioni istantanee senza confini e distanze. Sta inoltre diventando sempre meno costosa. Ho visto l’opportunità di cambiare la vita dei poveri se solo questa tecnologia potesse essere impiegata a soddisfare le loro necessità. Come primo passo abbiamo creato una compagnia di telefonia mobile, la Grameen Phone, abbiamo concesso prestiti dalla Banca Grameen alle donne povere per acquistare telefoni cellulari e vendere servizi telefonici nei villaggi. Abbiamo visto la sinergia tra microcredito e ICT. Il business della telefonia è stato un successo ed è diventato un ambito affare per i mutuatari della Grameen. Le donne impegnate nel settore hanno imparato velocemente e hanno innovato il business della telefonia. E’ diventato il modo più veloce per uscire dalla povertà e per guadagnare rispetto sociale. Oggi ci sono circa 300.000 donne impiegate nella telefonia che forniscono servizi telefonici in tutti i villaggi del Bangladesh. La Grameen Phone ha più di 10 milioni di sottoscrittori ed è la più grande compagnia di telefonia mobile del paese. Queste donne anche se sono una piccola percentuale del totale dei sottoscrittori generano un ricavo pari al 19% dei ricavi totali della compagnia. Quattro dei nove membri del Board della Banca che oggi sono qui presenti alla cerimonia sono donne della telefonia (telephone-ladies). La Grameen Phone è una joint-venture proprietà della Telenor Norvegese e della Grameen Telecom del Bangladesh. La Telenor detiene il 62% della compagnia, mentre la Grameen Telecom il restante 38%. Nostro obiettivo ultimo è quello di convertire la compagnia in una “impresa sociale” assegnando la maggior parte della proprietà alle donne della Banca Grameen. Stiamo lavorando a questo obiettivo. Un giorno la Grameen Phone diventerà un altro esempio di una grande impresa di proprietà dei poveri.

Economia di Libero Mercato Il capitalismo si fonda sul libero mercato. Si dice che quanto più il mercato è libero tanto maggiore è la capacità del capitalismo di rispondere alla questione di cosa, come e per chi produrre. Si dice inoltre che la ricerca individuale del guadagno personale conduca a risultati socialmente ottimi. Sono favorevole al rafforzamento della libertà del mercato. Allo stesso tempo, non condivido le restrizioni concettuali imposte agli agenti del mercato. Ciò ha origine dall’assunzione che gli 4


imprenditori siano degli esseri umani uni-dimensionali, il cui unico obiettivo è la massimizzazione del profitto. Questa interpretazione del capitalismo isola gli imprenditori dall’influenza di ogni altra dimensione ambientale, politica, emotiva, sociale, e spirituale. Tutto ciò è stato assunto forse come una ragionevole semplificazione, ma trascura l’essenza vera della natura umana. Gli esseri umani sono una magnifica creazione dotati di qualità e capacità umane senza limiti. Le nostre costruzioni teoriche dovrebbero far spazio allo sviluppo di queste le qualità umane e non escluderle. Molti dei problemi mondiali esistono a causa di queste restrizioni agli agenti del libero mercato. Il mondo non ha risolto il problema della schiacciante povertà di cui soffre la metà della sua popolazione. Le cure sanitarie rimangono fuori dalla portata della maggioranza della popolazione mondiale. Il paese con il mercato più ricco e più libero non è in grado di fornire assistenza sanitaria per un quinto della sua popolazione. Siamo rimasti così impressionati dai successi del libero mercato che non abbiamo mai osato mettere in dubbio le nostre ipotesi di base. Ancor peggio, abbiamo lavorato duro per trasformare noi stessi il più possibile in quell’essere umano uni-dimensionale, come descritto dalla teoria, così da permettere il buon funzionamento dei meccanismi del libero mercato. Dando una definizione più ampia di “imprenditore”, possiamo cambiare il carattere del capitalismo radicalmente e risolvere molti dei problemi sociali ed economici irrisolti nell’ambito del libero mercato. Supponiamo che un imprenditore invece di avere un unico obiettivo (come la massimizzazione del profitto), abbia due obiettivi mutuamente esclusivi ma di uguale interesse – a) massimizzazione del profitto e b) fare il bene per le persone e per il mondo. Ogni tipo di motivazione condurrà a due tipi differenti di impresa. Chiamiamo il primo tipo impresa per la massimizzazione dei profitti e il secondo tipo impresa sociale. L’impresa sociale sarà un nuovo tipo di impresa introdotta nel mercato con l’obiettivo di fare la differenza nel mondo. Gli investitori delle imprese sociali potranno avere indietro i loro investimenti, ma non potranno riscuotere dividendi dalla compagnia. I profitti saranno reinvestiti nella compagnia per espanderla e per migliorare la qualità dei suoi prodotti o servizi. L’impresa sociale sarà una compagnia senza perdite e senza dividendi. Una volta che l’impresa sociale sarà riconosciuta legalmente, molte delle compagnie esistenti proporranno chiedere di creare imprese sociali accanto alle loro attività primarie. Molti attivisti del settore non-profit troveranno l’impresa sociale un’opzione molto attraente. Diversamente dal settore non-profit in cui per mantenere l’attività è necessario raccogliere fondi in donazione, l’impresa sociale può auto-finanziarsi e creare surplus per espandersi, dato che si tratta di imprese non in perdita. L’impresa sociale entrerà in un nuovo capitalismo di mercato per incrementare il capitale. I giovani nel mondo, in particolare nei paesi ricchi, troveranno il concetto di impresa sociale molto attraente dal momento in cui li pone davanti alla sfida di fare la differenza usando la loro creatività. Molte persone giovani oggi sono frustrate perché non trovano nel mondo capitalista odierno alcuna sfida di grande valore. Il socialismo diede loro un sogno per cui lottare. I giovani sognano di creare un mondo migliore. Quasi tutti i problemi sociali ed economici del mondo saranno affrontati attraverso le imprese sociali. La sfida è di innovare i modelli di business e di applicarli per produrre i desiderati risultati socialmente efficienti e al costo effettivo. Assistenza sanitaria per i poveri, servizi finanziari per i 5


poveri, ICT per i poveri, istruzione e formazione per i poveri, marketing per i poveri, energie rinnovabili – queste sono tutte aree molto attraenti per le imprese sociali. L’impresa sociale è importante perché tratta di interessi vitali per l’umanità. Essa può cambiare le vite del 60% della popolazione del mondo e può aiutarli a uscire dalla povertà.

Il Business Sociale della Grameen Persino le imprese che massimizzano i profitti possono essere pensate come imprese sociali qualora si trasferisca la maggioranza della proprietà ai poveri. Questo rappresenta un secondo tipo di impresa sociale. La Banca Grameen appartiene a questa seconda categoria di impresa. I poveri possono ricevere le azioni delle compagnie in donazione, oppure possono comprarle con i loro soldi. I mutuatari possono comprare con i propri soldi le azioni della Banca Grameen, le quali non possono essere trasferite ai non-debitori. La gestione ordinaria della banca è affidata ad un apposito team di professionisti. Donatori bilaterali e multilaterali possono creare facilmente questo tipo di impresa sociale. Quando un donatore fa un prestito o una donazione per costruire un ponte nel paese beneficiario dei fondi, può creare una “compagnia ponte” di proprietà dei poveri locali. Ad una società di gestione manageriale può essere affidata la responsabilità del rendimento della compagnia. I profitti della compagnia andranno ai poveri come dividendi e per costruire ancora più ponti. Molte infrastrutture, quali strade, super strade, aeroporti, porti, compagnie di servizi possono essere costruite in questo modo. La Grameen ha creato due imprese sociali di questo tipo. Una di queste è la fabbrica di yogurt, una joint venture con la Danone, che produce yogurt multi-vitaminico allo scopo di sfamare i bambini malnutriti. La fabbrica continuerà ad espandersi finché lo yogurt non avrà raggiunto tutti bambini malnutriti del Bangladesh. Un’altra compagnia è costituita dalla catena di ospedali oftalmici. Ogni ospedale esegue ogni anno 10.000 operazioni chirurgiche alla cataratta a prezzi differenziati per i ricchi e per i poveri.

La Borsa Sociale Per mettere in contatto investitori e imprese sociali è necessario creare un mercato di borsa in cui siano scambiate solo le azioni di queste compagnie. Un investitore si avvicinerà a questa borsa con la chiara intenzione di trovarvi un’impresa sociale la cui missione sia di suo interesse. Chiunque sia interessato a far soldi si rivolgerà al mercato di borsa già esistente. Per consentire alla borsa sociale di funzionare al meglio dovremmo creare agenzie di rating, terminologia standardizzata, definizioni, strumenti di misurazione d’impatto, reports,e nuove pubblicazioni finanziarie come per esempio, The Social Wall Street Journal. Le business school offriranno corsi e lauree in business management sulle imprese sociali per insegnare ai giovani manager come gestire nel modo più efficiente le compagnie di imprese sociali, e soprattutto, per ispirarli a diventare loro stessi degli imprenditori di imprese sociali. Il Ruolo dell’Impresa Sociale nella Globalizzazione

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Sono a favore della globalizzazione e credo che possa portare molti più benefici ai poveri della sua alternativa. Ma deve essere la globalizzazione giusta. Per me la globalizzazione è come una super strada con centinaia di corsie che intersecano il mondo. Se una super strada è a libero accesso le sue corsie saranno completamente occupate dai camion giganteschi delle economie più potenti. I risciò del Bangladesh saranno mandati fuori strada. Per avere una globalizzazione vantaggiosa per tutti dobbiamo avere codice stradale, polizia stradale e autorità del traffico. La regola del “il più forte prende tutto” deve essere rimpiazzata da regole che assicurino che i più poveri abbiano il loro spazio di azione senza che siano schiacciati dalla legge del più forte. La globalizzazione non deve diventare un imperialismo finanziario. Potenti multi-nazionali di business sociale possono essere create con il fine di assicurare che ai benefici della globalizzazione possano partecipare anche i poveri e i paesi poveri. Le imprese sociali o porteranno la proprietà ai poveri oppure utilizzeranno i profitti all’interno dei paesi poveri, dato che la distribuzione dei dividendi non è il loro obiettivo. Gli investimenti diretti esteri di compagnie di business sociale estero saranno eccitanti notizie per i paesi riceventi. Obiettivo principale delle compagnie di business sociale dovrà essere quello di costruire delle economie forti nei paesi poveri proteggendo l’interesse nazionale di questi paesi dal saccheggio delle altre compagnie.

Creiamo Ciò che Vogliamo Possiamo creare ciò che vogliamo o quello che non rifiutiamo. Accettiamo il fatto che avremo sempre persone povere intorno a noi e che la povertà è parte del destino dell’umanità. Questa è proprio la causa per cui continuiamo ad avere poveri intorno a noi. Se avessimo creduto fermamente che la povertà sia inaccettabile e che non debba appartenere ad una società civile allora avremmo costruito delle appropriate istituzioni e delle politiche tali da affrancare il mondo dalla povertà. Volevamo andare sulla luna e ci siamo andati. Raggiungiamo ciò che vogliamo raggiungere. Se non stiamo raggiungendo qualcosa è perché non vogliamo impegnarci nel farlo. Creiamo ciò che vogliamo. Cosa vogliamo e come vogliamo ottenerlo dipende dalle nostre mentalità. E’ estremamente difficili cambiare le mentalità una volta che si sono formate. Creiamo il mondo in base alla nostra mentalità. Dobbiamo trovare il modo di cambiare la nostra prospettiva continuamente e riconfigurare velocemente la nostra mentalità non appena emergano nuove conoscenze. Possiamo riconfigurare il nostro mondo se possiamo riconfigurare la nostra mentalità.

Possiamo mettere la Povertà nei Musei Credo che si possa creare un mondo senza povertà perché la povertà non è opera dei poveri. La povertà è stata creata e sostenuta dai sistemi economici e sociali che abbiamo disegnato per noi stessi; le istituzioni e i concetti che formano i sistemi; le politiche che perseguiamo. La povertà ha origine dal fatto che costruiamo i nostri framework teorici sulla base di ipotesi che sottostimano le capacità umane, definendo concetti che sono troppo limitati (concetti come quelli di business, credito, impresa, occupazione) o sviluppando istituzioni a metà (come le istituzioni finanziarie nelle quali i poveri non vengono considerati). La povertà è causata da errori a livello concettuale piuttosto che da mancanza di capacità di parte della gente. 7


Credo fermamente che si possa creare un mondo senza povertà se collettivamente crediamo in questa possibilità. In un mondo senza poveri l’unico posto dove si possa incontrare la povertà è nei musei della povertà. Se le scuole organizzassero delle gite ai musei della povertà, i bambini rimarrebbero inorriditi nel vedere la miseria e la mancanza di dignità attraverso le quali sono dovuti passare alcuni esseri umani. Questi bambini biasimerebbero i loro antenati per avere tollerato questa condizione disumana per così tanto tempo e per così tante persone. Un uomo nasce pienamente equipaggiato non solo per prendersi cura di se stesso, ma anche per contribuire ad aumentare il benessere del mondo intero. Alcuni uomini hanno la possibilità di mettere in pratica le proprie capacità, ma a molti altri non viene data alcuna opportunità durante la vita di mettere alla prova lo splendido dono con il quale sono nati. Essi muoiono inesplorati e il mondo rimane privato della loro creatività e del loro contributo. La Grameen mi ha dato una fede incrollabile nella creatività degli esseri umani. Questo mi ha convinto che gli esseri umani non siano nati per soffrire la miseria della fame e della povertà. Per me i poveri sono come alberi bonsai. Se pianti i semi migliori dell’albero più alto in un vaso di fiori, si ottiene in pochi centimetri, una replica dell’albero più alto. Non c’era nulla di sbagliato nei semi piantati, è il suolo ad essere inadeguato. I poveri sono come alberi bonsai – non c’è nulla di sbagliato nei loro semi. Semplicemente la società non ha mai dato loro il suolo giusto su cui crescere. Ciò che è necessario per far uscire i poveri dalla povertà è creare per loro un ambiente giusto. Quando i poveri potranno liberare le loro energie e la loro creatività, la povertà scomparirà velocemente. Uniamo le nostre forze per dare a ciascun essere umano una giusta opportunità di liberare la sua energia e creatività.

Signore e Signori Lasciatemi concludere esprimendo la mia profonda gratitudine al Comitato Norvegese per il Nobel, il quale ha riconosciuto che le persone povere e specialmente le povere donne, hanno le potenzialità e il diritto di vivere una vita decente e che il microcredito aiuta queste persone a mettere a frutto le loro potenzialità. Credo che questo premio che ci avete dato ispirerà molte altre iniziative intorno al mondo così che si possa finalmente giungere ad una svolta storica per la fine della povertà globale. Vi Ringrazio molto

(traduzione di Lorenza Rossi e Pippo Ranci)

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