L'Italia del Carbone - Tabloid

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Nel 1951, dopo la seconda guerra mondiale, l’idea di Europa prende piede con la nascita della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA). Oggi l’Unione Europea è una realtà radicalmente diversa dalla CECA, ma l’importanza e l’impatto del carbone sulla produzione energetica italiana ed europea continua ad essere costante, nonostante le alternative tecnologiche esistenti. Tutt’ora il 44% delle emissioni mondiali di CO2 proviene dalla combustione del carbone.


Brindisi, Civitavecchia, La Spezia, Vado Ligure: sono le città delle più grandi e problematiche centrali termoelettriche italiane alimentate a carbone. Le 13 centrali attive sul nostro territorio producono nel complesso 48.493 gigawatt/ora di energia elettrica, pari al 16% del la produzione energetica totale nazionale. Questa cifra fa dell’Italia il terzo maggiore produttore europeo di energia elettrica da carbone. La centrale a carbone di Brindisi è la seconda più grande d’Europa. Fonte: WWF Italia; IEA, Oecd Energy Balances 2015; Assocarboni


M. fa parte di una famiglia di agricoltori di Cerano (Brindisi). L’attività principale della zona era la coltivazione di carciofi, oggi messa a dura prova dall’impatto della centrale e del lungo nastro trasportatore che percorre i 12km che spearano la centrale dal porto di Brindisi, dove arrivano le navi con il carbone.


G. è un fabbro, vive da anni all’interno degli spazi del centro sociale occupato “May Day “, dentro la centrale Enel di La Spezia. Lo spazio è stato ricavato dalle ex mense della centrale di La Spezia, ed attualmente ospita un piccolo nucleo di persone e alcuni laboratori artigiani.



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