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Le farmacie di periferia dimenticate

di Eugenio Leopardi, Presidente Utifar

NON SIAMO CERTI CHE NEI PROSSIMI MESI NASCERANNO LE CASE DI COMUNITÀ, SIAMO PERÒ

CERTI CHE LE FARMACIE GIÀ CI SONO E CI SARANNO, CONTINUANDO A DARE IL LORO SERVIZIO AI CITTADINI

Oggi, sebbene stiamo vivendo l’era della globalizzazione, “16 milioni di persone vivono nei comuni con meno di 15mila abitanti: è un’Italia fondamentale, che copre l’8 per cento del nostro territorio e quindi una parte decisiva dell’Italia”. A ricordarcelo, è stato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenuto lo scorso 30 gennaio alla presentazione del progetto

“Polis” di Poste Italiane.

Approvato con il Dl 59/2021, e finanziato con 800 milioni di euro di fondi nell’ambito del Piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR, questo progetto di Poste Italiane implementerà

7.000 Uffici Postali dei piccoli centri per trasformarli in una sorta di Sportello Unico digitale di prossimità, attivo 24 ore su 24. Anche nei piccoli centri, i cittadini potranno richiedere certificati anagrafici e numerosi altri servizi.

“Vorrei ringraziare Poste Italiane - ha proseguito il Presidente - per avere mantenuto l’impegno di conservare gli uffici postali che, in un piccolo centro, sono, insieme al campanile, alla piazza del municipio e al medico di base, gli elementi di riferimento delle identità”.

Ora, sebbene mi sfugga il significato preciso della parola identità in questo contesto, non ho potuto fare a meno di notare che non si è fatto riferimento alle farmacie rurali che, tra le mille difficoltà - che ben conosciamo - hanno sempre garantito alle comunità dei piccoli centri un servizio fondamentale e indispensabile. Attraverso il Pnrr e i fondi complementari ad esso collegato il legislatore modificherà l’attuale offerta sanitaria territoriale.

Nei prossimi mesi, nasceranno i Distretti sanitari e le Case di comunità, per garantire, attraverso i centri Hub e Spoke, un più facile accesso a tutti i cittadini alle cure mediche. Non sono certo che i piani di investimento potranno tutti essere realizzati nei tempi programmati, anche per una carenza di medici e personale infermieristico che ormai è cronicizzata. Sono invece certo che le farmacie continueranno ad essere vicino alle popolazioni più disagiate, come del resto hanno sempre fatto, anche a fronte delle ripetute dimenticanze delle istituzioni. Le farmacie rurali svolgeranno la propria attività, pur con tutte le problematiche che ben conosciamo, e continueranno ad essere il riferimento sotto ogni campanile d’Italia.

È vero che le zone disagiate soffrono e, sia chiaro, ben venga il progetto Polis di Poste Italiane. Tuttavia, per quanto riguarda la salute, bene primario per ogni cittadino, non possiamo non chiedere alle istituzioni un maggiore riconoscimento del ruolo svolto dalla farmacie territoriali che da tempo rispondono, con i mezzi che hanno, anche alle richieste di quei 3.700.000 italiani che vivono in comuni periferici distanti più di 40 minuti dal più vicino ospedale e di quei 670.000 cittadini residenti in comuni ultraperiferici, che in auto devono starci almeno 70 minuti.

Questi dati, provenienti da una recente indagine, confermano le parole del Presidente Mattarella rispetto alle comunità che risiedono in posti disagiati e che rappresentano “Una parte così importante, dove vi è però un crescente disagio per il ritiro di servizi che si è registrato e che incide sulla vita quotidiana e sulle opportunità di tanti cittadini. Sia che si tratti di isole minori, comuni montani, zone interne”. Se si riducessero i servizi a questi cittadini, ha precisato Mattarella, “si tratterebbe di una condizione di privazione di opportunità e di sviluppo che impoverirebbe il nostro Paese”.

Concordo pienamente e sono certo che le farmacie continueranno a svolgere nel migliore dei modi la propria importante funzione. Proprio per questo, un grazie anche alle farmacie me lo sarei, sinceramente, aspettato.

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