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LAKSA MVPx3
from PINK BASKET N.38
by Pink Basket
Cover Story di Laura Fois
ARRIVATA IN PUNTA DI PIEDI, KITIJA LAKSA È DIVENTATA IL GIOIELLO PIÙ AMBITO. PRIMA GIOCATRICE DELLA STORIA CAPACE DI VINCERE 3 TITOLI MVP IN UN ANNO, A 26 ANNI IL SUO DESTINO È ANCORA TUTTO DA SCRIVERE... E IN ITALIA SARÀ IN MAGLIA VIRTUS.
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La mattatrice della stagione 2021/22 ha un nome e un cognome: Kitija Laksa. La giocatrice lettone è stata l’asso pigliatutto con il Famila Schio che ha vinto l’undicesimo scudetto della sua storia, più la Supercoppa Italiana e la Coppa Italia. Laksa, dal canto suo, è riuscita a portarsi a casa il triplete del triplete: nominata MVP di tutte e tre le finali, è sempre andata in doppia cifra (rispettivamente 11, 26 e 21 punti) e in Supercoppa ha segnato il canestro della vittoria. Nella storia della Lega Basket femminile, è la prima giocatrice a raggiungere un traguardo del genere.
La conferma con Schio sembrava cosa fatta, frutto di un accordo verbale tra il suo agente e la società veneta, ma l’offerta della Virtus Bologna, che ha confermato il blocco duro di questa stagione (Zandalasini, Cinili e Dojkic), è stata troppo allettante. Lasciando subito strascichi e dispiaceri, a partire dal presidente di Schio, Marcello Cestaro, che ha affidato i suoi pensieri a Facebook, dove si è sorpreso più che altro della soffiata del club bianconero. Con una mossa del genere, la Virtus ad oggi si posiziona come la squadra da battere. E forse la vera notizia è che si sia riusciti a tenere Laksa in Italia, dove si è trovata benissimo.
Arrivata quasi in silenzio e in punta di piedi a inizio stagione scorsa, diventata poi punta di diamante e soprattutto il gioiello più ambito a campionato archiviato, quando il mercato ha aperto le danze le V nere hanno calato il sette di denari. E lei, in un lungo post su Instagram, ha voluto prima ringraziare il popolo bianco-arancio esprimendo stima e riconoscenza: “Per tutta la stagione, tra alti e bassi, ho sempre ricevuto affetto e supporto a Schio, una piccola comunità con un cuore grande. Durante ogni minuto che ho giocato mi son sentita al sicuro e con le spalle coperte, e questa sensazione è qualcosa che ogni giocatore vorrebbe sempre portarsi con sé. Quest’anno per me è stato speciale e così sarà per sempre. Grazie al Club, allo staff, alle compagne di squadra, ai coach e al presidente. Questo è un arrivederci, so che ci rivedremo e per questo l’affetto e il rispetto resterà immutato”. Sicuramente sarà un lungo arrivederci, visto che Laksa ha appena firmato un contratto con la Virtus Bologna fino al 2024.
Tiratrice fenomenale e figlia d’arte, ha avuto sin da bambina gli occhi puntati addosso, tanto che a soli 17 anni le è arrivata la chiamata della nazionale maggiore per disputare l’Eurobasket 2013. Partecipa di nuovo alla massima competizione europea nel 2015 e nel 2017, mentre l’anno dopo torna a indossare la maglia della Lettonia ai campionati mondiali. L’esperienza in college con South Florida le spalanca per la prima volta le porte americane. Si laurea in psicologia dello sport ma sul parquet la sua esperienza si interrompe per un infortunio al ginocchio. Laksa recupera con forza e vigore, e da sempre una cosa che la contraddistingue è il carattere e una mentalità da leader, unita a una seria e costante etica del lavoro.
Nel 2020 arriva la chiamata della vita dal mondo WNBA ma fa solo il training camp con le campionesse delle Seattle Storm, che poi la tagliano. Il riscatto è un piatto che la lettone scalda a fuoco lento e due anni dopo si prende tutto in maglia Famila Schio. A 26 anni, il suo destino è ancora tutto da scrivere. “L’anno scorso sono stata tagliata dalle Seattle Storm, quest’anno ho vinto lo scudetto in Italia”, ha twittato il 6 maggio, riferendosi a quel sogno andato in fumo di giocare nella WNBA. Ma la fiamma è sempre accesa e il treno potrebbe passare una seconda volta. Di questo e molto altro abbiamo parlato con la fuoriclasse nata a Riga nel 1996, guardia tiratrice di 186 centimetri, raggiunta via WhatsApp durante meritate vacanze.
Kitija, dove sei andata in vacanza quest’anno e quali sono i programmi per l’estate?
Sono contenta di aver avuto il tempo di godermi un po’ di vacanze e di esplorare i Caraibi. Dopo un po’ di riposo riprenderò ad allenarmi per tutta l’estate con i miei coach. Ma questo momento di stacco è molto importante per me: ho bisogno di riposarmi fisicamente e di mantenermi attiva allo stesso tempo, senza toccare il pallone. Sento proprio la necessità di staccare mentalmente dalla mia routine cestistica. Magari da fuori non sembra, ma è un periodo altrettanto rilevante per un’atleta.
Segui un regime di dieta particolare?
No, non ho un regime alimentare specifico, ma cerco di seguire una dieta equilibrata. Invece il mio pasto pre-gara è quasi sempre lo stesso: pasta e salmone, oppure pollo e insalata.
Questa stagione per te è stata da incorniciare, cosa provi? Una sensazione indescrivibile.
Sì, sono stata nominata tre volte MVP ma questo non sarebbe mai potuto succedere senza la squadra e la società del Famila. I successi di Schio per me hanno più importanza rispetto ai trofei personali.
Questo è stato il tuo primo anno in Italia, come l’hai vissuto?
È stato stupendo, speciale. Vorrei partire col menzionare i fan e il pubblico di Schio che hanno supportato magnificamente il team durante tutta la stagione, anche nei momenti difficili, come l’uscita ai quarti di Eurolega (dove ha chiuso con oltre il 40% dal campo, 11.8 punti di media, 2.3 rimbalzi e 1.6 assist a partita, ndr). Ho un bellissimo ricordo della festa a Schio per il tricolore, che ha ripagato un anno veramente duro. Tante partite sono state combattute, ma la maggior parte le abbiamo portate a casa. Sicuramente devo migliorare molto su un aspetto: l’italiano! So dire due parole in croce...
Perché hai scelto il numero 33?
Ha un significato molto personale per me. Fin da piccola usavo il 9, ma nel college non puoi indossare questo numero di maglia, allora ho creato il mio numero usando le… tabelline (3x3)! Il 33 me lo porto dietro da ragazza, è un numero che mi apparterrà sempre e per cui voglio essere riconosciuta. Anche la mia firma porta il numero 33.
Sei stata scelta al primo giro del draft WNBA con la chiamata numero 11dalle Seattle Storm, hai fatto il training camp ma non la stagione. Cosa ti porti dietro da quella esperienza?
Il bello e il brutto di un sogno che comunque resta aperto. Avevo lavorato molto duramente per arrivare pronta al ballo delle grandi ma la società ha avuto piani diversi. Le cose accadono per una ragione. Non sono triste, neanche arrabbiata per quello che è successo. Se una porta si chiude c’è un’altra che si apre, e sono contenta di aver trovato il mio posto in Italia.
Hai ricevuto offerte dalla WNBA quest’anno?
Quando l’opportunità arriverà sarò pronta ad accoglierla. Ad oggi sono contenta della decisione che ho preso.
Che effetto ti ha fatto giocare con giocatrici come Sue Bird?
Sono cresciuta vedendo giocare Sue Bird e ritrovarmi ad allenarmi con lei è stata un’esperienza che difficilmente potrò dimenticare. Lei è una leggenda. Con Breanna Stewart invece non son riuscita a giocare perché in quel periodo era infortunata ma chissà cosa riserverà il futuro! Invece ho sfidato varie volte Diana Taurasi, l’ho marcata perché abbiamo lo stesso ruolo, e devo dire che è stata sempre una bella battaglia, così come guadagnarsi il suo rispetto.
Sei una guardia tiratrice che si sa tenere pronta anche nei momenti più incandescenti. Da dove viene questo “killer instinct”?
Credo sia un affare di famiglia! Mia madre, mio padre e mio fratello hanno giocato a basket a livello professionistico e tutti noi ci siamo dedicati molto a curare l’aspetto del tiro. La genetica c’entra, ma ciò che fa la differenza è il duro lavoro. Più prendo confidenza in ciò che faccio, più provo orgoglio e mi sento bene. La pallacanestro è un gioco d’istinto. Le decisioni devono essere prese in pochissimo tempo quindi più si è sicure di se stesse più sarà facile non mancare il bersaglio.
Hai giocato nella NCAA, a Riga e in nazionale. Cosa le accomuna?
Ogni squadra di cui ho fatto parte mi ha dato l’opportunità di crescere sia come persona sia come atleta. Sono grata a ogni compagna di club e allenatore con cui ho avuto piacere di giocare e di essere allenata. Non penso di essere ancora arrivata al picco della mia carriera cestistica, penso che il meglio debba ancora arrivare.
Dove arriverà Kitija Laksa?
Lo vedremo. Penso che col duro lavoro, la giusta attitudine e un un sistema che ti supporti, niente sia impossibile. In un altro tweet, qualche mese fa ha scritto: “Odio perdere più di quanto ami vincere”. E questo la dice lunga sulla numero 33. Un motivo in più per non perdersi una partita del prossimo campionato di serie A1 femminile. Specialmente Schio-Virtus.