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ECCO LE 4 STRANIERE
from PINK BASKET N.38
by Pink Basket
FOCUS di Eduardo Lubrano
ARCHIVIATO IL CAMPIONATO DI A1 21/22 I CLUB LAVORANO ALACREMENTE PER COSTRUIRE I ROSTER PER LA PROSSIMA STAGIONE, CHE AVRÀ UNA GRANDE NOVITÀ: LE 4 STRANIERE! QUESTA SCELTA HA SUSCITATO POSIZIONI MOLTO CONTRASTANTI, PROVIAMO A RACCONTARVELE
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Tra le certezze della prossima stagione di serie A1 di pallacanestro femminile c’è sicuramente – oltre al benvenute al Basket Team Crema ed al Galli San Giovanni Valdarno che hanno vinto la serie A2 – la questione delle giocatrici provenienti d’oltralpe. Saranno quattro per ogni squadra da poter schierare in campo a piacimento dell’allenatore. Due di queste dovranno però essere comunitarie e due straniere a tutti gli effetti. Per comunitarie si intendono le atlete in possesso di passaporto di uno dei 27 paesi aderenti all’Unione europea.
Stabilita questa differenza non da poco ecco che la nostra serie A1 – che fino ad oggi ne prevedeva tre in campo di straniere – sarà invasa da atlete provenienti da ogni parte d’Europa e del mondo visto che sappiamo come molte giocatrici – ed in generale molti atleti – per motivi diversi hanno in questi anni preso il passaporto di un paese europeo dell’Unione. Un bene, un male? Come sempre solo il campo potrà dirlo ma qualche preoccupazione c’è già da ora visto che le nostre giocatrici sono così poche che togliere loro lo spazio che ci sarebbe, appare a molti un segnale negativo. “Ma è proprio per questo che invece bisogna andare incontro a questa regola – ha detto in un’intervista al sito pianetabasket.com, il Direttore Generale di Schio, Paolo De Angelis – Io sono un fautore da tempo di questa modifica. Perché faccio due conti. Se la serie A1 composta da 14 squadre gioca con rose da 10 giocatrici di cui 7 italiane, ha bisogno di 98 giocatrici. Ci sono per fare un campionato di alto livello come deve essere la A1? Secondo me no. Ed allora negli anni sono stati depauperati i campionati minori come la A2, per me un fiore all’occhiello, a cascata la B e via dicendo. Sono favorevole e non mi interessa nemmeno se devono essere tre in campo, una in tribuna o il contrario o con chissà quale altra formula. Quando abbiamo abolito le quattro straniere una decina di anni fa purtroppo la Nazionale non ha avuto quei benefici che tutti si aspettavano e prima quando c’erano qualcosa di meglio si era mosso. Dobbiamo far crescere il movimento. Dobbiamo puntare tutti dalla Fip alle Società su questo gruppo della Nazionale che io trovo fortissimo. Dobbiamo lasciar lavorare coach Lardo in pace, perché l’allenatore della Nazionale deve avere un periodo di quattro anni per il suo mandato e non essere mandato via alle prime difficoltà. Nessuna polemica o critica a nessuno, solo una riflessione per la qualità del lavoro di tutti”.
La prima opposizione a questa tesi è quella di chi sostiene che il movimento sarebbe dovuto passare addirittura da tre a due straniere. Un’immagine poetica di un interlocutore di Pink Basket è quella di “Uno stagno che si restringe ogni anno e noi che ci siamo dentro lo vediamo che l’acqua ci arriva alle caviglie. Non serve metterci dentro due ninfee per renderlo più bello, non deve essere questo l’obiettivo di chi guida la pallacanestro femminile”. Tradotto in altri termini: le grandi squadre vanno a far spesa dalle medie e piccole che a fatica riescono a tirar fuori qualche buona giocatrice, possono permettersi grandi acquisti e grandi investimenti all’estero. In questo modo aumenta la forbice tra un ristretto numero di squadre e le altre e lo spettacolo non diventa più bello ma più noioso. Bisognerebbe lavorare, sempre secondo questa tesi, perché le giocatrici italiane crescano di numero, perché possano davvero giocare, quelle che lo meritano ovviamente, calmierare i prezzi e distribuire la qualità in modo che quel famoso stagno diventi un laghetto nel quale possano nuotare un po’ tutti.
Certo l’argomento è forte e suscita posizioni molto contrastanti. Un dato che De Angelis ha citato nella sua intervista fa riflettere: la pallacanestro femminile le ha provate un po’ tutte in questi ultimi 30 anni rispetto alle straniere. Se l’obiettivo era far crescere il movimento bisogna dire che è stato un fallimento. Abbiamo avuto ed abbiamo giocatrici straordinarie ed alcune stellari senza dubbio, le Nazionali giovanili hanno vinto 13 medaglie in 12 anni. Ma la Nazionale senior è rimasta intrappolata dentro un limbo di incompiuta – certamente non solo per responsabilità del numero delle straniere – ma insomma. Perché se una giovane domina l’Europa ed il Mondo e poi da senior non trova spazio o ne trova pochissimo per continuare il percorso di crescita, è tutto inutile o quasi il lavoro fatto in precedenza e l’obiettivo che si raggiunge è quello di non far scattare la scintilla tra le più giovani verso questo sport. Perché si capisce presto che non c’è futuro a meno di non essere un fenomeno. Ma quanti ne nascono di fenomeni? Ecco che allora è di particolare interesse un’altra presa di posizione che sostiene come le quattro straniere siano un “male necessario”. Dice, chi è fautore di questa ipotesi, che o si riduce il numero delle squadre in serie A1 ma anche di A2 che diventa il terreno dove si va a reclutare pur di avere le italiane che il Regolamento impone di schierare, così quelle poche giocatrici di valore vengono distribuite in meno squadre ma più forti mediamente, oppure dobbiamo andare necessariamente nella direzione delle 4 straniere per comporre i roster delle squadre della massima serie.
Il livello delle giocatrici è abbastanza basso specie per le lunghe – mamme e papà italiani non fanno figlie altissime ma questa è tutt’altro che una colpa – dunque anche le squadre che giocano le coppe devono andare a pescare all’estero. C’è però da sperare – e questa è una riflessione molto interessante - che l’aggiunta di una giocatrice al pacchetto di straniere possa stimolare un effetto concorrenza dirompente: sapendo di avere ancora meno spazio, le nostre potrebbero essere spinte a lavorare ancora di più in estate a livello individuale per arrivare prontissime al raduno ed all’inizio della stagione per provare a “rubare” minuti convincendo i loro allenatori che sono in grado di tenere il campo. Uno sforzo mentale notevole senza dubbio. Ma che sarebbe anche un grande segnale per tutte e per tutti. Bello, magari potessimo assistere ad una “reazione” di questo genere da parte delle ragazze italiane. Il problema si porrà dove le scelte tecniche vedranno quattro straniere in campo ed un’italiana anche se forse non tutte e 14 le formazioni di A1 saranno in grado di prendere quattro straniere e molte probabilmente partiranno con un 3 più 1 che lascia qualche spiraglio di speranza. “La cosa più grave - ci dice un addetto ai lavoratori che per mille motivi lasceremo anonimo – non è tanto le 4 straniere che forse alzeranno lo spettacolo e daranno molto da fare alle nostre per crescere, quanto il fatto che l’anno prossimo sarà possibile mettere in campo una squadra di 12 senior con tanti saluti al settore giovanile ed un altro favore alle squadre che non se ne curano”. Con una sequenza che conosciamo bene: nei minuti che contano quanti palloni giocheranno le italiane? Ed il pallone decisivo chi lo giocherà, una straniera o l’italiana di turno in campo? Ah… le giovani: nella stagione finita ad aprile su 14 squadre ben cinque non hanno messo in campo una Under 20 nemmeno per un minuto, una ha superato i 1300 minuti con 4 ragazze ed una è arrivata quasi a 2300 minuti con 6 giocatrici.
Insomma non rimane che aspettare la nuova ondata di giocatrici, tenendo conto che ad oggi con l’esclusione delle squadre russe dalle coppe potrebbe essere meno difficile arrivare a qualche extra comunitaria di buon livello, mentre per le comunitarie sarà esattamente l’opposto: costeranno di più e magari a parità di offerta rimarranno nel loro paese. La sensazione comunque è che la solfa sarà sempre la stessa e cioè che chi potrà spendere allestirà una buona formazione e chi non potrà farlo guarderà queste avversarie vincere con la sgradevole sensazione che i 40 minuti della partita non siano i soli dove si è deciso un destino.