PALAZZO ZENOBIO
Mostra di arte contemporanea
Torre Orsina (TR)
NEXT STOP
i 2colli
VENEZIA
PA L A Z Z O Z E N O B I O 11 MAGGIO / 4 GIUGNO 2019
DIRETTORE ARTISTICO Dott. Angelo Bacci CURATORI NEXT STOP Annarita Boccolini - Loredana Trestin CURATORI CUBA ARTE David Mateo - Suzzete Rodríguez CRITICO D’ARTE Christian Humouda
i 2colli Torre Orsina (TR)
www.arteinweb.it
PALAZZO ZENOBIO
NEXT STOP L’Arte Contemporanea vista da Angelo Bacci
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Dopo tanti anni che mi occupo d’Arte Contemporanea, penso sia arrivato il momento di esprimere un mio parere e fare alcune riflessioni sull’Arte stessa, perché la travolgente e veloce tecnologia e la globalizzazione ha portato a dei cambiamenti radicali, all’intero sistema sociale, artistico e culturale: Elementi che, a mio parere, meritano di essere analizzati e valutati con umiltà, moderazione e soprattutto sincerità e coraggio. Sin da bambino (avevo 2 anni), ho avuto sempre una percezione personale e particolare dell’Arte Contemporanea che, per me, vissuto accanto ad uno spazialista come Edmondo Bacci, è sempre stata considerata una forma di veggenza-preveggenza, sul proprio passato e presente e sempre e in tutta l’arte in generale. In quanto l’arte, in ogni sua forma e disciplina, usa non solo gli strumenti, ma in particolare valuta la profonda bellezza del proprio tempo, rendendolo eterno. L’Arte è vita, è creazione e non manufatto. Tanto per esemplificare, basti pensare agli abiti barocchi di Hogarth, al canto armonioso dell’opera lirica, alla lavagna nera e il gessetto di Cy Twombly, oppure di Joseph Beuys, come si presentano nei nostri bistrot, per raccontare e promuovere i menù del giorno, ed è per questa complessità che l’arte è sempre contemporanea, un gesto che interpreta, racconta e sublima il presente per renderlo nostro, lineare, espressivo e fermo nel tempo. D’altronde l’arte disegna e racconta, con la forma, il colore, la luce e le ombre, la storia in modo strutturale e attraverso il tempo, ed è passata dall’interpretazione ed enfatizzazione della realtà, alla sua tautologica lettura e al suo semplice utilizzo. Nel nostro tempo, l’artista pone e propone lo sguardo su ciò che è parte essenziale della nostra vita, per esempio: nell’arte denominata da Celant “Arte Povera”, in realtà l’artista crea la sua opera solo “vedendo davvero ciò che ci circonda”, mostrandocene solo un’altra profondità, dove la bellezza è perfino secondaria, privilegiando piuttosto l’emozione di 3
vedere davvero “quella” lavagna nera tracciata con un gessetto bianco”, come una vera opera d’arte. L’Arte che, convenzionalmente, chiamiamo contemporanea, esce quindi dalla formalità dell’abbellimento e della rappresentazione che, i secoli passati, hanno messo in scena, così che anche la musica si spoglia e diventa minimalista come insegna Philip Glass. Però se ascoltiamo la musica di Vincenzo Bellini, noi, ora, in quel Bellini ci sarà anche la lavagna nera del bistrot di Twombly, la serialità delle note di Glass o la nuova armonia di Alvo Part. L’Arte è sempre e comunque contemporanea, perché è per e nell’uomo, per il suo sguardo, le sue emozioni, le sue vibrazioni e i suoi sogni, che sono sempre e ogni giorno solo nel presente. Mentre nelle arti del passato il fine era quello di esaltare la bellezza e l’armonia del creato, di Dio o delle opere meravigliose dell’uomo, la perfezione dell’opera, e quindi della manualità, creatività, fantasia e talento dell’artista. Nelle arti del nostro tempo, il fine, io credo, è quello di mostrare che questa bellezza e questa armonia, se sappiamo vederla e interpretarla, è già ovunque e anche nel deteriore. Resta tuttavia il fatto che nel lavoro, sparisca e nasca il progetto, che elabora e scorpora ciò che già esiste, dalla banalità dov’è confinato, per esporlo al mondo come “eccezione-perfezione”, e poiché il luogo deputato per esporre, è soprattutto il Museo o la Galleria, e siccome (Duchamp), riteneva che tutto ciò che è mostrato in un luogo deputato all’arte, diventa di fatto arte, e nella nostra storia abbiamo la fortuna di poter chiamare arte, anche lo scarto e magari di commuoverci per la sua
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insospettata bellezza ho cattiva interpretazione. L’arte si manifesta nel gesto creativo, subliminale, magico e non solo. Quello che rimane è il frutto, il risultato e la memoria di questo artifizio, un’opera immobile, ma importante, testimone di quel momento unico e irripetibile. Un fatto è certo che l’Arte Contemporanea, ormai, deve fare i conti con il mercato, che, in questi ultimi anni, ha cambiato totalmente il rapporto che esiste tra artista, opera ed acquirente e credo, personalmente, che sia problematico qualificarlo come dovrebbe, per l’estrema libertà con cui il mercato stesso dell’arte, attribuisce un valore piuttosto che un altro alle opere in vendita, con criteri opinabili e a volte dequalificanti. Basta vedere e riflettere ciò che succede alle aste, dove i lavori interessanti e sicuramente emblematici del nostro tempo, vengono acquistati a prezzi, a volte, ingiustificati ed esorbitanti, milioni e milioni di Euro o dollari. Tutto questo avviene, forse, con la consapevolezza di non fare solo un investimento, ma soprattutto di vincere una gara. L’Arte vale, a mio modesto parere, sempre e comunque, oltre le quotazioni decise dagli esperti, perché il suo valore e privilegio è proprio quello di non poter avere solo il denaro come equivalente, quindi si sta operando un arbitrio che, probabilmente, non reggerà ancora per molto. E allora mi domando, dove vanno a finire le emozioni che un‘opera trasmette e risveglia in noi? E dove e come viene identificato il suo valore, oltre la moda e oltre il tempo? Sono elementi importanti e qualificanti, che non si possono, a mio
modo di vedere, quantificare, giacché la rincorsa al possesso, alla quale assistiamo perplessi, ha un aspetto volgare ben lontano dalla speciale sensibilità e ricerca che l’arte rappresenta. Spesso, avere un’opera famosa nella propria collezione, restituisce in qualche modo, un’immagine sociale che, poco ha a che vedere con l’amore per la bellezza, l’originalità, la ricerca e la sperimentazione. Non mi permetto, in nessun modo, di dare la responsabilità di questi dislivelli economici e artistici, colpevolizzando gli artisti, ma trovo piuttosto un limite dei collezionisti, in quanto, la loro è una continua rincorsa, al colpo giusto, ed è una sfida, tutta tra loro. Per loro è come possedere un cavallo quotato e dato per vincente, anche se correrà per un breve tempo o che forse, ed imprevedibilmente si azzopperà. Questo atteggiamento, aggressivo e arrogante, rende l’arte materia di mero commercio, quindi un bene consumabile e un investimento quotabile, e non più una rivelazione e un’estasi per vedere e andare oltre, non più un piccolo grande dono dell’uomo consegnato alla storia futura. Mi domando: ma sono valutate opportunamente tutte e due le cose? Investimento e passione? Personalmente ne dubito: in genere dove un acquisto diventa investimento cambia di segno e da bellezza l’opera diventa puro valore. Mi auguro tanto che si torni a guardare e immaginare nell’arte l’altro lato della realtà e della vita, quello che rivela, oltre l’immediata apparenza, il significato profondo del mondo che viviamo. È secondo me, una questione di intenzioni e finalità, più che di fatti, forse sarebbe il caso di considera-
re solo il vero amore per l’arte, piuttosto che di semplice prestigio sociale. Mi sento anche di dire che, qualche volta, capita che mi siano state donate delle opere dagli artisti amici, e qualche altra volta acquistate da me personalmente. Opere importanti che ho amato molto, ma siccome non ho mai avuto il senso del possesso, già avere attraversato un tratto della mia vita circondato da tanta bellezza, riempie ancora la mia vita, sono ancora arricchito dalle opere che erano nella mia casa e che ancora sono presenti in me, e soprattutto, nel mio patrimonio culturale. In fin dei conti ciò che ci appartiene così poco, come il caso della bellezza, che è di chi la guarda e la sa vedere, leggere e amare. L’arte, per ciò che rappresenta, dovrebbe definire il nostro carattere, la nostra personalità, il nostro amore, la nostra passione e la nostra cultura, non solo la nostra posizione sociale. Credo sinceramente che, dovremo andare di più negli studi degli artisti, piuttosto che acquistare i loro lavori alle aste, o in altri modi, sarebbe preferibile scegliere noi le opere conoscendo chi le ha realizzate, perché ogni lavoro porta in se anche l’impronta fisica, umana e spirituale del suo creatore. Credo che la mia grande ricchezza personale e professionale, più che quella di avere avuto delle magnifiche esperienze, esempi e contatti con artisti, critici, galleristi e personaggi di prestigio e famosi, grazie alla mia quarantennale attività alla Biennale, è ancora quella di avere avuto e di avere ancora tanti artisti per amici, e questa ricchezza rimane e rimarrà per sempre, oltre ai cambiamenti imposti dalla vita stessa!
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Raffaele Dragani e Claudio Sireci
PERSONALI
Raffaele
Dragani Raffaele Dragani, nato a OrtonaChieti nel 1951, è un pittore concettuale attivo sin dagli anni Sessanta. In occasione della sua personale a Palazzo Zenobio, l'artista propone tre opere dalla sua produzione artistica. La prima tela è il ritratto di Gabriele D'annunzio di Pescara. La rappresentazione si replica per cinquanta volte in un trittico, che ha la caratteristica di comporsi in un'opera unica. Una creazione neo pop attuale e modernista, che coglie la realtà del momento, e lo fa, attraverso il ritorno di una figura poetica del passato. Un uomo controverso Gabriele, un esteta che ha tentato di rendere la sua vita un'opera d'arte. Similari nella forma, ma non solo, riscopriamo disposta su un pannello di alluminio, la sua seconda opera. Anche questa volta, l'autore si ripete e ripropone nuovamente gli elementi essenziali del movimento pop e cheap. La rappresentazione di Dragani rinvia alla memoria ar8
tistica di Wharol e Lichtenstein, ma priva della sua matrice fumettistica. Protagonista, al centro dell'opera, appare una poesia dedicata al pittore dalla poetessa M. Organtini. Le opere di Raf sono di grandi dimensioni e dialogano le une con le altre in un linguaggio sensitivo e non verbale. Le tele proposte nell'esposizione riportano a quell'espressionismo astratto tanto prediletto dall'artista. Un carattere distintivo, che è espresso attraverso pennellate decise e sfumature di colore. Quella di Dragani è una perenne ricerca individuale, un arricchimento personale che nasce come studio della figurazione pittorica ottocentesca e diviene astrazione del reale, in una moltiplicazione indefinita di emozioni. Come avveniva per Picasso anche in Raf c'è la volontà di evolversi in uno stile che ritorna, come per l'artista spagnolo, verso una semplificazione del tratto. Un desiderio di ritorno alla purezza del segno e alla chiarezza intrinseca dell'immagine. E' proprio quando la nebbia si dirada che i colori e le emozioni possono diventare visibili e ogni uomo può comprendere, con l'aiuto dei propri sensi, il significato stesso delle emozioni. Una panacea dolorosa e colorata, bellissima e crudele che colpisce gli occhi e ci lascia soli, ad assaporare la perfezione unica dell'attimo. Dott. Christian Humouda
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Claudio
Sireci Si può esprimere anche con linee bizzarre, che non vogliono rendere il mondo nella sua somiglianza consueta, ma riproporlo come visto in sogno, cioè al tempo stesso nel suo vero carattere, ma molto più strano di quanto sia nella realtà... esprimere il simbolo attraverso la deformazione della linea, della forma, del colore. Così possiamo riassumere l’arte di Claudio Sireci, pittore versatile e carico di un simbolismo cubista che matura nel paradosso. Nella prima opera proposta per la mostra di Palazzo Zenobio dal titolo Abbraccio in blu, due cavalli si stringono l’uno all’altro in uno strano ed erotico abbraccio. Le due figure diventano la rappresentazione simbolica del sentimento umano, sempre più messo in discussione nella società attuale, dove emozione e valori sono soppiantati da consumismo sfrenato e solitudine. Un simbolismo astratto, un connubio tra umano e animale che va a ricollegarsi alla simbologia mitica,
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ai desideri primordiali dell’uomo. Un ritorno al mito greco del vento Borea, l’unico capace di creare sagome di cavalli aeriformi e velocissimi. La seconda opera dal titolo La giostra, è un dipinto di grandi dimensioni che ripropone da vicino le forme di un animale. La rappresentazione segue un tipico astrattismo geometrico e produce negli occhi di chi guarda una sensazione di continuo divenire. Una forma consapevolmente creata di costruzione dell’altro. Queste caratteristiche si riscoprono nel Cavaliere errante. Qui troviamo il tentativo da parte dell’artista di indagare il reale attraverso l’utilizzo di una frammentazione dei piani prospettici classici, all’interno della quale la ricerca artistica diventa preponderante. Nei quadri di Sireci domina un approfondimento della realtà attraverso la memoria. Le sagome oniriche presenti nei suoi dipinti altro non sono che, un rimando all’inconscio quasi junghiano, una visione in cui i colori abbracciano le linee e fanno sì che il sogno prenda vita sulla tela. Un simbolismo implicito, che si dipana in pennelleate decise quanto mai precise, capaci di creare immagini dalla forte valenza stilistica e contenutistica. Un insieme definito di colori e forme che si stringono e mescolano in una ricerca profonda che conduce alla conoscenza dell’uomo e del mondo.
Dott. Christian Humouda
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maggio
C O L L E T T I VA
Acquasculture (Amorusi Andrea) Alimento Guido Barbagallo Giuly Bissacco Martino Brunasso Elena Delia Cassetti Laura Conte Daniela (In Arte Anice) Faber Tony Festuccia Andrea Lovati Patrizia Mereu Silvia Miserocchi Antonella Oliva Lorenzo Oretti Della Volta Gianfranco Rotondi Ruggero Segoloni Mario Tamberi Martina Witzmann Francesca Zabatti Immacolata
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Amorusi Andrea Acquasculture Tree of life - fotografia stampata su lastra in alluminio, cm 70x105 18
Guido Alimento Inverno sul fiume - fotografia digitale bianco e nero su carta Hahnemuhle Photorag 308, cm 75x50 19
Giuly Barbagallo Maternità - olio su tela, cm 100x70 20
Martino Bisacco Estate a Pavarolo - olio su tavola, cm 38x56 21
Elena Delia
Brunasso
Ciò che non si vede - pittura ad olio su compensato rigido telato, cm 13x18 22
Laura Cassetti Nudo di schiena - acrilico su tela, cm 30x50 23
Daniela
Conte (Anice)
Onirico - acrilico su tela, cm 80x100 24
Tony Faber Disgregazione - tecnica mista, cm 50x60 25
Andrea
Festuccia
Amami - acrilico su tela, cm 50x70 26
Patrizia Lovati Coversazione - acrilico e olio su tela, cm 70x90 27
Silvia
Mereu
TropicalAnt - acrilico su tela con interventi materici, cm 50x70 28
Antonella Miserocchi Itinerari d’acqua - mosaico in vetro su malta nera, cm 62x62 29
Lorenzo Oliva L’Equilibrista - olio su tela, cm 50x70 30
Gianfranco Oretti
della Volta
Città bruciata - tecnica mista, cm 60x40 31
Ruggero
Rotondi
Natura morta - olio su masonite, cm 80x70 32
Mario Segoloni Estroflesso Ceramico Eccentrico - ceramica smalto rosso, cm 50x50 33
Martina
Tamberi
Pangea - tela con base gesso sabbia+gel ausiliare acrilico, cm 70x100 34
Francesca Witzmann Fabrizio De Andrè vate e cantore della sua Genova - bianco-nero su metallo(alluminio), cm 41x61 35
Immacolata Zabatti Nella luce - acrilico su tela, cm 80x60 36
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colletiva
CUBAARTE
Alberto Lescay Agustín Bejarano Arturo Montoto Rocío García Ibrahim Miranda Esterio Segura Jose A Vincench Lidzie Alvisa Donis Llago Alicia Rodríguez Roberto Fabelo Hung Rachel Valdés Rafael Villares Alejandro Lescay Frank David Dorian Aguero Lianet Martínez Octavio Irving Chuli Herrera Harold López Maikel Sotomayor Serones Alberto Domínguez LosTransferencistas Alejandra y Manuel Miriannys Montes de Oca René Francisco May Reguera José Emilio Fuentes ( Jeff ) 39
DOVE I CURATORI DAVID MATEO E SUZZETE RODRIGUEZ HANNO INAUGURATO DUE MOSTRE D’ARTE CONTEMPORANEA CUBANA CUBA: ”IDENTIDAD J DIFERENCIA” DAL 11 MAJO-JUNIO E CUBA: ”HORIZONTES DE UTOPIA” DAL 6 JUNIO-JULIO 2019. REAFIRMIAMO LA NOSTRA GRATITUD ALLA MASIVA PARTECIPAZIONE DI QUESTI 30 ARTISTI CUBANI CHE HANNO ARICHITO E VALORIZATO IL PROGETTO, CON LA CONFERMATA QUALITÀ DELLE OPERE PRESENTE AL PALAZZO CA. ZENOBIO, VENEZIA NEI MESI DA MAGGIO-LUGLIO 2019.
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CUBAARTE
ONORATI DELLA PRESENZA DI 30 ARTISTI CUBANI ALLA MOSTRA NEXT STOP;
Agustin
Bejarano
Olympus IV - TeĚ cnica mixta sobre lienzo, cm 150X 434 41
Alberto Dominguez Serie espacios complementario. TeĚ cnica mixta sobre lienzo, cm 137X137 42
Alberto Lescay Amar - Acrílico y carbón sobre lienzo, cm 182X135 43
Alejandra Y
Manuel
Intarsia - OĚ leo sobre lienzo, cm 130X120 44
Alejandro Lescay Serie los Hijos de Matías Pérez, Sobre Cebras buscamos el ave fenix - Acrílico sobre lienzo, cm 200X150 45
Alicia Rodriguez
Alvisa
Untitled from the series Pulling_1 Archival - Inkjet Print, cm 24X36 46
Arturo Montoto Cuarto Menguante - OĚ leo sobre lienzo, cm 120X150 47
Chuli Herrera #desterrennacht InstalacioĚ n - OĚ leo sobre lienzo, cm 73.7X 92.1 48
Donis Llago
Casa Blanca, Serie TRANSPARENCIA - OĚ leo sobre lienzo, cm 150X100 49
Dorian Aguero Sin Título - Óleo sobre lienzo. cm 150X100 50
Esterio Segura El negro. Emigrante V - Mixta y acero pintado, cm 160 largo X112 ancho X70 profundidad 51
Frank David
ValdĂŠs
Entre la corte - OĚ leo sobre lienzo, cm 180X160 52
Harold Lòpez Buscando en la distancia - Mixta sobre lienzo, cm 150X200 53
Ibrahim Miranda Serie Boombox V - AcriĚ lico y serigrafiĚ a en tela, cm 125X125 54
Lose Vincench RevolucioĚ n y Exilio II - God Leaf sobre tela, cm 50X50 55
José E
Fuentes (Jeff)
NY, Métal inflado - acero inox, cm 76X75X57 56
Llanet Martinez Banquete - ImpresioĚ n digital sobre lienzo, cm 180X90 57
Lidzie Alvisa Estado de archivo, de la serie Estados - AcriĚ lico, Vinil, H8 y mini DVD, cm 35X150X8 58
Los Transferencistas (Lázaro Lacho Martínez) B4LFPV00 - Mixta sobre tela, cm 188X170 59
Maikel Sotomayor Susurro de luna II - AcriĚ lico sobre lienzo, cm 110X110 60
May Reguera De la serie Rojo. Amar y ya - ImpresioĚ n digital sobre papel fotograĚ fico, cm 100X66 61
Miriannys Montes La Cola - Esmalte sobre tela, cm 1.75X2.45 62
de Oca
Octavio Irving Sin Título, Serie Pulsiones - Acrílico, óleo y pastel graso sobre lienzo, cm 150X140 63
Rachel ValdĂŠs Una vez en el Tiempo #20 - OĚ leo sobre lienzo, cm 120X100 64
Rafael Villares Hidrónimo #31. Río Orinoco. (Venezuela 65%; Colombia 35%). De la Serie Dibujos Hidrónimos - Pintura sumergida sobre madera, cm 59 65
RenĂŠ Francisco Hombre tumbado (3) - OĚ leo sobre lienzo, cm 70X50 66
Roberto Fabelo
Hung
Untitled ( DFSM BABY) - ImpresioĚ n digital plexiglass. Dimensiones variables cm 130 lado maĚ s largo 67
Rocio Garcia Caníbal - Óleo sobre lienzo, cm 140X150 68
Serones De la serie Serones Island - Mixta sobre lienzo, cm 140X190 69
Yohy SuĂ rez Visita oficial de JesuĚ s a la Habana - Mixta sobre lienzo, cm 180X132 70
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Cromatico
C E R C H I O
Bartolomei Santina Bona Paola Braccioforte Lucia Calisi Lorella Caminiti Maria Luisa Castello Elisabetta Catania Mariuccia Chiappori Rossana Chiodaroli Stefano Demartino Milena Erreni Franco Evangelista Giorgia Galli Fulvio Giovannetti Anna Giugi Rosa Jaji Merrante Damiana Mino Ylenia Panfili Rosanna Papa Mario Passuti Massimiliano Rapetti Bruna Romano Sabrina Roncelli Mirko Thevenot Murielle Trucchia Irene Tummolo Patrizia 73
L’arte contemporanea tra immanenza e trascendenza
La mostra collettiva Next Stop, tenuta a Venezia nel pregevole Palazzo Zenobio , dal 4 Maggio all’11 Giugno 2019, mediante la molteplicità delle opere esposte, realizzate dagli artisti contemporanei, ha messo in evidenza un meraviglioso dato assoluto: la mobilità costante dell’arte, determinata dal potere dell’artista e del fruitore di mescolare sostanze e pensieri. Tale dinamicità si instaura nel principio che tutto ciò che avviene fuori oggettivamente viene guardato verso dentro soggettivamente. Pertanto il sentimento della natura, la passione amorosa, l’eroismo, l’edonismo, la libertà e più in generale la spontaneità delle emozioni, vengono affrontati dall’artista e carpiti dal fruitore in molteplici modi di osservare, di sentire, di percepire. A risiedere durante l’evento, sono state proprio queste plurime visioni. Numerose proiezioni visive che abbiamo osservato attraverso l’operato creativo degli artisti: Santina Bartolomei; Paola Bona; Lucia Braccioforte; Lorella Calisi; Fulvio Calli; Marilù Caminiti; Elisabetta Castello; Mariuccia Catania; Stefano Chiodaroli; Milena Demartino; Franco Erreni; Giorgia Evangelista; Anna Giovannetti; Donatella Giovannetti; Jagi; Damiana Merante; Ylenia Mino; Rosanna Panfilo; Mario Papa “Miroa”; Massimiliano Passuti; Bruna Rapetti; Sabrina Romanò; Mirko Roncelli; Mumu Thevenot; Manuela Tosi; Gianfranco Trucchia; Patrizia Tummolo. Oggi, più che mai, per comprendere l’arte attuale non bisogna arrestarsi in una sola idea o immagine, ma è necessario addentrarsi all’interno di infinite immagini e infiniti punti di vista, perché tutti, seppure vediamo le stesse cose, lo facciamo con occhi diversi. Ed ecco che l’ar74
te diviene un caleidoscopio di sensazioni, emozioni e riflessioni. Siffatta varietà non ci allontana da una data cosa, anzi, ci permette di conoscerla sempre più a fondo, vivendola sotto molteplici aspetti. Questa pluralità vive all’interno di ogni stile artistico e si riversa su un unico credo, ovvero, l’esistenza di una verità profonda da ricercare, carpire e percepire. Una ricerca di verità che scorgiamo nelle varie branche del linguaggio artistico, dal figurativo all’informale, nelle quali vive tutto il concetto estetico della nostra era odierna. Si tratta di una verità capace di custodire molteplici modi di sentire e di vedere ed è qualcosa di arduo e di impervio, non afferrabile con una conoscenza immediata e di superficie. Ogni opera quindi, all’interno della mostra si è fatta artefice e rivelatrice di questa ricerca e, a sua volta, tutti i lavori artistici si sono relazionati, gli uni agli altri, conducendoci verso un percorso che da immanente è mutato in trascendente. Tale correlazione è divenuta l’artefice di uno spazio inteso e concepito come “continuo”, composto da incessanti scoperte e concatenazioni indeterminate. Sono aspetti che fanno incarnare alle opere una sorta di movimento che dal mondo fisico le trasla al mondo noetico e viceversa, dove vivono i molteplici punti di vista, i nostri e quelli dell’artista. In questa entusiasmante relazione ogni opera è diventata eco dell’altra, nella ricerca di una verità lontana dalla conoscenza ordinaria. Nelle opere non vi saranno mai somiglianze, poiché non vi è semplicemente la registrazione di un dato reale o emozionale, ma vi è una ricerca da parte dell’artista, il quale va a fondo per scoprire quella verità invisibile che sfugge alla maggior parte degli uomini. Indagini complesse e immense a favore di un’autenticità pura, conquistata solo mediante uno sguardo profondo che abbandona la strada della conoscenza sensibile per osservare oltre l’esperienza abituale. Nei giorni nostri l’arte è operante su questo versante con la consapevolezza che si può comprendere il mondo della natura solo attraverso la conquista delle sue leggi nascoste, peculiari alla nostra vita e allo svolgimento di essa. Sono passi importanti, svelati maggiormente proprio nei giorni nostri. L’arte attuale mette in chiara evidenza questi aspetti, contrapponendo esplicitamente la riflessione alla comune esperienza sensibile: solo la prima mette l’uomo in contatto con le nascoste verità. Dott.ssa Mattea Micello - Storico e critico dell’arte Galleria Cerchio Cromatico di Mauro Dell’Aria
Palazzo Zenobio, Venezia
La mostra collettiva tenuta a Venezia nel pregevole Palazzo Zenobio , mediante la molteplicità delle opere esposte realizzate da artisti contemporanei, ha messo in evidenza un meraviglioso dato assoluto: la mobilità costante dell’arte, determinata dal potere dell’artista e del fruitore di mescolare sostanze e pensieri. Tale dinamicità si instaura nel principio che tutto ciò che avviene fuori oggettivamente viene guardato verso dentro soggettivamente. Pertanto il sentimento della natura,la spontaneità delle emozioni, la passione amorosa, l’eroismo, l’edonismo, la libertà, vengono affrontati dall’artista e carpiti dal fruitore in molteplici modi di osservare, di sentire, di percepire. A risiedere durante l’evento sono state proprio queste plurime visioni. Plurime visioni che abbiamo potuto visionare attraverso le opere degli artisti: Gianluca Aimi; Santina Bartolomei; Paola Bona; Lucia Braccioforte; Lorella Calisi; Fulvio Calli; Marilù Caminiti, Elisabetta Castello; Mariuccia Catania; Stefano Chiodaroli; Milena De Martino; Giorgia Evangelista, Anna Giovanetti; Donatella Giovanetti, Giovanni Ianelli; Damiana Merante; Ylenia Mino; Rosanna Panfilo; Mario Papa “Miroa”; Massimiliano Passuti; Bruna Rapetti; Sabrina Romanò; Mirko Roncelli; Mumu Thevenhot; Manuela Tosi; Giancarlo Trucca; Patrizia Tummolo. Oggi, più che mai, per comprendere l’arte attuale non bisogna arrestarsi in una sola idea o immagine, ma è necessario addentrarsi all’interno di infinite immagini e infiniti punti di vista, perché tutti, seppure vediamo le stesse cose, lo facciamo con occhi diversi. Ed ecco che l’arte diviene un caleidoscopio di sensazioni, emozioni e riflessioni. Siffatta varietà non ci allontana da una data cosa, anzi, ci permette di conoscerla sempre più a fondo, vivendola sotto molteplici aspetti. Questa pluralità vive all’interno di ogni stile
artistico e si riversa su un unico credo, ovvero, l’esistenza di una verità profonda da ricercare, carpire, percepire. Una ricerca di verità nella quale vive tutto il concetto estetico della nostra era odierna. Si tratta di una verità capace di custodire molteplici modi di sentire e di vedere ed è qualcosa di arduo e di impervio, non afferrabile con una conoscenza immediata e di superficie. Ogni opera quindi, all’interno della mostra si è fatta artefice e rivelatrice di questa ricerca e a sua volta, tutti i lavori artistici si sono relazionati, gli uni agli altri, conducendoci verso un percorso che da immanente è mutato in trascendente. Le opere relazionate insieme, hanno creato un “sistema aperto, nel quale vi la materializzazione di uno spazio inteso e concepito come “continuo” composto da incessanti scoperte e concatenazioni indeterminate. Sono aspetti che fanno incarnare alle opere una sorta di movimento che dal mondo fisico le trasla al mondo noetico e viceversa. Lo spazio mentale eccede sempre i limiti del quadro. Ciò permette di superare sia il concetto di opera figurativa come semplice copia del reale e sia di valutare una tela informale come semplice impeto emozionale; poiché attraverso l’osservazione di un oggetto artistico, della sua forma e dei suoi colori, si possono dedurre particolari qualità sulle quali poi si va a proiettare una dimensione interiore che va a modificare, approfondire, sottolineare, alterare la precedente percezione esteriore dell’oggetto. Questo aspetto induce all’opera d’arte ad essere infinita nel suo stadio noetico, il quale si rafforza quando le opere sono correlate assieme, come a Palazzo Zenobio, vissute all’interno di una concezione infinita di concatenazione, dove vivono i molteplici punti di vista, i nostri e quelli dell’artista. Nelle opere non vi saranno mai somiglianze, poiché non vi è semplicemente la registrazione di un dato reale o emozionale, ma vi è una ricerca da parte dell’artista, il quale va a fondo per scoprire quella verità invisibile che sfugge alla maggior parte degli uomini. Indagini complesse e immense a favore di un’autenticità pura, conquistata solo mediante uno sguardo profondo che abbandona la strada della conoscenza sensibile per osservare oltre l’esperienza ordinaria. Nei giorni nostri l’arte è operante su questo versante, con la consapevolezza che si può comprendere il mondo della natura solo attraverso la conquista delle sue leggi nascoste, peculiari alla nostra vita e allo svolgimento di essa. Sono passi importanti, svelati maggiormente proprio nei giorni nostri. L’arte attuale mette in chiara evidenza questi aspetti, contrapponendo esplicitamente la riflessione alla comune esperienza sensibile: solo la prima mette l’uomo in contatto con le nascoste verità.
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Santina Bartolomei Nonostante....sono pronta - tecnica mista su tela, cm 80x80 76
Paola Bona Purezza macchiata - resina su tela,cm 70x40 77
Lucia Braccioforte Dream blues clarksdale - tecnica su carta lucida, cm 70x60 78
Lorella Calisi Sognando Venezia - acrilico, cm 50x70 79
Maria Luisa Caminiti Giochi di guerra - tecnica mista su tela, cm 70x50.jpg 80
Elisabetta Castello L’Attesa - soft pastel su cartone vegetale, cm 50x72 81
Mariuccia Catania Sotto un arco...a Venezia - bianco e nero, cm 50x70 82
Rossana Chiappori Il bosco delle fate - olio tela, cm 68,5x56 83
Stefano Chiodaroli Fiume di sangue - tecnica mista, cm 50x30 84
Milena Demartino Altezza Marte - acrilici glitter su tela, cm 60x60 85
Franco Erreni Cumulo - acrilico su tela, cm 70x50 86
Giorgia Evangelista Dualismo - tecnica mista, cm 70x100 87
Fulvio Galli Esplosioni caraibiche - acrilico su tela-cm 60x60 88
Anna Giovannetti De profundis - acrilico su tela, cm 95x70 89
Donatella Giovannetti Primi attori - acrilico, cm 50x70 90
Rosa Giugi Determinazione - olio su tela 91
Giovanni Iannelli
(jaji)
Kromatismo Cinetico Kinetic Chromatism - acrilico e china su tela, cm 60x50 92
Damiana Merrante Pittoscultura, cm 60x80 93
Ylenia Mino La rivelata - olio su tela, cm 60x40 94
Mario Papa
(Miroa)
Chinotto N. 392 - tecnica Kusinad, cm 80x80 95
Rosanna Panfili Girasoli - acquerello su carta, cm 38x42 96
Massimiliano Paffuti Viterbo - olio su tela, cm 90x60 97
Bruna Rapetti Fucshia - acrilico spatola su tela, cm 70x70 98
Sabrina Romanò lola - polimaterico su tela, cm 40x40 99
Mirko Roncelli Antichi richiami - tecnica mista su tela, cm 80x80 100
Murielle Thevenot La traque - inchiostro di china su carta 200 gr, cm 65x50 101
Manuela Tosi Sensualidad - matite colorate su carta Fabriano liscio, cm 48x33 102
Gianfranco Trucchia Stivaletto 103
Patrizia Tummolo Solstizio Cromatico - materico metallo acrilico su tela, cm 60x60 104
105
106
giugno
C O L L E T T I VA
Bisazza Francesco Busetti Carlo Chizzolini Gabriella Cioccarelli Sergio Faber Tony Finocchiaro Maurino Natascia Ghelli Clara Giusti Rosangela Gravili Stefania Lanzi Thomas Londino Carmine Mattera Raffaele Monaco Chiara Pallestrong Roberto Papacchini Rossella Pasini Marco Pianini Patrizia Rezza Stefano Salvi Fulvio Smilovich Mariagrazia Stabile Arturo Tagliabue Pietro Trabacchi Sandra Zambrano Raffaella Zanni Alexandra Zin Alfio
107
Francesco
Bisazza
Untitle - tecnica mista su tavola, cm 42,5x42,5 108
Carlo Bussetti Pensieri - digital painting, cm 50x105 109
Gabriella
Chizzolini
Tieni il tempo - acrilico e china su carta, cm 70x100 110
Sergio Cioccarelli Senza titolo - tecnica mista su tela, cm 100x80 111
Natascia Finocchiaro 112
Maurino
Clara Ghelli La cavalcata - acrilico e collage su tavola, cm 70x100 113
Rosangela Giusti La valle degli orti - acquerello su carta Fabriano, cm 105x85 114
Stefania Gravili Luce M 1 - acrilico e tecnica mista su tela, cm 40x30 115
Thomas
Lanzi
Momenti - acrilico su tela, cm 50x70 116
Carmine Londino Carmine Londino_foto 117
Raffaele
Mattera
Senza Titolo - olio su tela, cm 50x70 118
Chiara Monaco Semaforo - tecnica acrilico soffiato, cm 40 (3) 119
Roberto
Pallestrong
Mixvision - ceramica smaltata realizzata a colombino oppure rotolini, cm 25x46 120
Rossella Papacchini La strada per l’infinito - olio su tela materica, cm 100x100 121
Marco
Pasini
Percorso - elaborazione digitale su tela, cm 50x70 122
Patrizia Pianini Semi - acrilico e materiali vari tra cui vegetali e semi, cm 80x80 123
Patrizia Pianini Sperimentazione e ricerca: sono queste le parole-chiave della produzione di Patrizia Pianini, un’artista continuamente alla ricerca di soluzioni tecniche ed estetiche capaci di interpretare nel modo più autentico il suo più intimo sentire. Partendo dall’idea che solo ciò che ha profonda rispondenza con le proprie emozioni e le proprie sensazioni possa esprimere in maniera piena ed autentica le istanze di un’arte che non vuole limitarsi a mera esteriorità ma vuole comunicare con l’io più profondo del fruitore dell’opera, la pittrice manipola i più diversi materiali, li assembla in maniera inconsueta, usa foglie, radici, cortecce d’alberi, terra, creta come materia viva, capace di infondere all’opera un’anima universale. Sulle tele sbocciano, così, paesaggi quasi lunari, a cui la sperimentazione di pigmenti, smalti, forme che re-interpretano la realtà conferendole una vita nuova, ma non per questo meno reale di quella che possiamo osservare nella realtà che ci circonda, dà senso e spessore. La scelte monocromatiche, la riduzione del tutto ad un unico particolare, il minimalismo cercato ed esibito non di rado accostato o alternato ad una lettura neo-barocca con curve e volute sinuose, quasi lingue di fuoco colte e fermate nel momento del guizzo vitale, trasformano ogni tela in un interessante laboratorio creativo in cui la Pianini trasferisce non solo e non tanto la propria arte quanto la propria più autentica identità. Maria Pina Cirillo
124
Stefano
Rezza
Colors window - vernici sintetiche su tela, cm 80x60 125
Stefano Rezza Grazie ad un inesausto lavoro creativo e attraverso una ininterrotta rideterminazione dei linguaggi pittorici, la pittura di Stefano Rezza si trasla in ricerca interiore, in esplorazione del proprio più intimo essere in cui figurazioni reali ed astratte entrano a pieno titolo nella scelta compositiva ed emozionale e determinano i passaggi stilistici e tonali e la strutturazione dell’elemento iconico grazie ad un utilizzo desueto del segno e del colore, soprattutto nell’ultima fase della sua produzione quando questi tendono ad annullarsi ed a con-fondersi con gli archetipi che dominano l’ inconscio collettivo. Potremmo affermare che, nelle sue opere, Rezza non descrive la realtà nella sua valenza oggettiva né si limita a presentarla in maniera astratta ma la rivive e reinterpreta secondo il suo pensiero, i suoi valori, le sue emozioni, facendo della sua produzione netta ed incisiva, spesso fortemente materica, un alter ego di se stesso, trasformando le sue creazioni in figurazioni interiori magicamente sgorgate dai giochi cromatici, emblemi di significati e di valori morali e sociali. In tal modo l’intrinseca potenzialità dell’arte di modificare la realtà migliorandola diviene effettivamente operante e permette di trovare soluzioni creative, di contribuire a chiarire le complicate e spesso difficili problematiche esistenziali che quotidianamente ci affliggono ma, soprattutto, di aiutarci nel difficile cammino di conquista della maturazione cosciente e responsabile. Maria Pina Cirillo
126
Fulvio Salvi
(SAFU)
Tedo - acrilico, cm 76x84 127
Mariagrazia
Smilovich
Pastelli - tecnica mista pennello rullo, cm 70x80 128
Arturo Stabile 129
Pietro
Tagliabue
Pierrot - acrilico e materia, cm 50x70 130
Sandra Trabacchi Estate a Varese - olio su tavola, cm 37x56 131
Raffaela
Zambrano
Angolo di sogno - acrilico su tela, cm 70x50 132
Alexandra Zanni Brigida vede il mondo - olio su tela, cm 40x30 133
Alfio Zin
La Canava - olio su tela, cm 120x60 134
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136