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la birra
La Comunità Europea e l’alcool
di Alfonso Del Forno
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La Comunità Europea è da anni impegnata nella lotta contro il cancro, con una serie di iniziative che tendono soprattutto a prevenire l’insorgere di questa patologia. Uno dei progetti più ambizioni è il BECA (Beating Cancer), programma che prevede, tra le iniziative volte alla prevenzione, una riduzione dei consumi di alcool. I decessi attribuiti a quest’ultimo vedono il cancro come principale causa; quindi, la stretta sulle bevande alcoliche è diventata una priorità della Comunità Europea. L’obiettivo è quello di una riduzione dei consumi di alcool di almeno il 10% entro il 2025, con una stretta anche sulla tassazione dell’alcool e sulla promozione commerciale, sia relativa ai servizi di media audiovisivi che sulle piattaforme di condivisione di video online.
LA BIRRA
Intenzione della Commissione è quella di riesaminare la sua politica di promozione delle bevande alcoliche,
proponendo l’obbligo di indicare l’elenco degli ingredienti e la dichiarazione nutrizionale sulle etichette entro la fine del 2022, mentre le avvertenze sanitarie sui danni da consumo di alcool diverrebbero obbligatorie entro la fine del 2023. I provvedimenti previsti da questa norma sono ritenuti molto penalizzanti da parte delle associazioni di categorie dei produttori di birra e vino, perché non inducono ad un consumo consapevole, ma tendono esclusivamente a demonizzare il consumo di alcool, di qualunque natura, senza un vero progetto di educazione al consumo. La regolamentazione sulla comunicazione dei prodotti contenenti alcool diventerebbe un ulteriore danno, non solo per i produttori, ma anche per tutte quelle attività che beneficiano delle sponsorizzazioni di aziende di birra e vino per poter esistere, come le manifestazioni sportive.
Altro tassello che poco convince i produttori è l’aggiunta della F nera nel Nutriscore,
strumento che identifica con una lettera e un colore un alimento più o meno dannoso per l’uomo, che ha già riscosso pareri negativi in Italia per la penalizzazione che subirebbero prodotti di eccellenza come l’olio extravergine d’oliva e il Parmigiano Reggiano. Decisa la reazione di Vittorio Ferraris, presidente di Unionbirrai, che ha così commentato l’evolversi della discussione intorno al BECA: “Da anni promuoviamo la creazione di “bevitori consapevoli” attraverso i nostri corsi di degustazione, in cui non solo approfondiamo la conoscenza e la degustazione delle birre, ma puntiamo al loro consumo consapevole, inserito in un corretto stile di vita.
LA BIRRA
Bollare con una F nera i prodotti contenenti anche minime quantità di alcool, porterebbe un danno ad un comparto già colpito dagli effetti della pandemia, che non è fatto solo di produttori ma anche di tutto il mondo professionale che ruota intorno alla birra: dai distributori ai pub, dai beershop ai ristoranti”. Una voce, quella di Ferraris, che insieme alle altre dei vari comparti dei prodotti alcolici, sono arrivate fino a Bruxelles, dove il 15 febbraio scorso di è tenuta la seduta plenaria in cui si votava il provvedimento.
Durante la seduta fiume è emerso il buon senso, con la scelta da parte dei parlamentari europei di rendere meno drastico il documento, con l’eliminazione dell’obbligo di avvertenze sanitarie sulle etichette, come avviene per le sigarette, e l’indicazione di un consumo consapevole dei prodotti.
Illustrazioni di Antonella Manenti