NUMERO
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POSTE ITALIANE S.P.A. – SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE – 70% NE/PD € 20,00 - copia singola € 7,00 Autorizzazione del Tribunale di Padova numero 4093 del 21 novembre 2013 ISSN 2284-0761 - ISBN 978 88 5495 004 7 - Quadrimestrale - Numero 17 - maggio 2019
Da piccolo
farò lo scie nziato!
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l i a s n e p Ci
O L L E V CER IN QUES TO NUM ERO: - Alla sc operta d ell - L’intell igenza a e neuroscienze! rtificiale - Sogni, emozion i e ricord i
IN REGALO DA UN POSTER IN APPENDERE N CLASSE O I CAMERA!
E in p iù.. LE AV . una storia VENT URE D a fumetti! MARI I MAR E IE E M DA IN E L’INTERR AX CUBO OGAZ IONE
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e n o i z a g o r r e t n i ’ l o e b e u i r Ma da inc
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Cosa ci passa per la testa?
di Agnese Sonato (redazione)
Chiediamolo alle Neuroscienze! Cosa ci serve per leggere o parlare? Gli occhi e la bocca, certo, però non bastano. Infatti per capire le parole che leggiamo o per non dire suoni a caso ci serve anche un altro organo del nostro corpo: il cervello. È grazie a lui che, partendo ad esempio dalle informazioni che i nostri occhi raccolgono, riusciamo a capire cosa c’è scritto tra le pagine di un libro. Dal cervello, però, dipendono tantissime altre cose che facciamo automaticamente ogni giorno: ricordare le cose, capire quello che stiamo vedendo intorno a noi, prendere decisioni o provare emozioni come felicità, tristezza o rabbia. Il cervello è in collegamento con tutto il nostro corpo, aiuta le gambe a muoversi e le mani ad afferrare gli oggetti. Con il cervello, poi, pensiamo, impariamo e sogniamo. È sempre grazie a lui che sentiamo il gusto di un cibo e decidiamo se ci piace o meno. Insomma, il cervello è davvero importante per la nostra vita ed è anche l’organo più complesso che abbiamo. È un organo davvero straordinario: in un adulto pesa appena un chilo e mezzo, è grande poco più di un pugno, e sta dentro quello spazio davvero piccolo che è la nostra testa! Per tutti questi motivi, capire come funziona il cervello ci ha sempre incuriositi, ma allo stesso tempo è una cosa davvero difficile. Per comprendere e studiare bene il cervello servono la fisiologia, la biologia, l’anatomia, la chimica, la fisica, la matematica… tantissimi ambiti della scienza diversi tra loro e che però, uniti, ci aiutano a capire qualcosa in più su quell’organo così complesso che abbiamo in testa. L’insieme di tutti gli studi sul cervello ha un nome: NEUROSCIENZE. E gli scienziati che se ne occupano si chiamano “neuroscienziati”.
Sullo sfondo: un esempio di radiografia del cervello umano
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IL SISTEMA NERVOSO
di Martina Tardivo (redazione)
Una fitta rete di segnali
Se tocchiamo dell’acqua bollente ritiriamo la mano, se qualcuno ci fa una domanda rispondiamo… per ciascuno stimolo il nostro corpo è capace di produrre una reazione. Ma come funziona tutto questo? Il responsabile è… il sistema nervoso! Conosciamolo un po’ meglio.
Che cos’è?
Il sistema nervoso è quella complessa rete di elementi che ha il compito mettere in relazione tra loro le diverse parti del corpo, ricevendo, elaborando ed inviando informazioni, grazie alle quali svolgiamo quotidianamente molte attività diverse tra loro.
Com’è fatto? Parole di scienza (pagina 63) NEURONE e SINAPSI
Il sistema nervoso si divide in sistema nervoso centrale e sistema nervoso periferico. Fanno parte del sistema nervoso centrale il cervello, il cervelletto e il midollo spinale. Il cervello è la nostra centrale di controllo! Qui vengono gestiti ed elaborati i segnali provenienti dal resto del corpo. Il midollo spinale è invece la via di comunicazione tra il cervello e il sistema nervoso periferico; di quest’ultimo fanno parte ad esempio i nervi, che permettono di trasmettere e ricevere le informazioni dai muscoli.
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ellomb?iare Il ceiscrev mai di ca
di Francesco Zani (redazione)
Non fin
Diventare grandi richiede tantissimi cambiamenti nel nostro corpo, e anche il cervello cambia parecchio. In realtà il nostro cervello è in continua evoluzione e cambiamento già quando siamo nella pancia della mamma e continua a cambiare anche dopo la nascita per adeguarsi a ciò che succede al suo interno e nel mondo. L’inizio di tutto
Lo sviluppo del sistema nervoso comincia già dalla terza settimana dal concepimento di un bambino, con la formazione della placca neurale, la primissima e più semplice forma del cervello e del midollo spinale, che però non sembra per nulla quello che siamo abituati a chiamare cervello. Intorno alle 11 settimane dello sviluppo dell’embrione il cervello assume una forma simile a quella che avrà alla nascita, anche se ancora lontana dallo sviluppo completo. Nel frattempo avviene anche la formazione dei neuroni, uno dei processi più lunghi e complessi nella formazione del cervello.
Dopo la nascita
Dopo la nascita avvengono molti fenomeni, tra cui l’aumento della grandezza e della complessità di dendriti e neuroni, e l’aumento del numero e della densità delle sinapsi. L’aumento delle sinapsi porta a sempre più connessioni tra le diverse parti del cervello formando dei circuiti neurali che servono a far funzionare il cervello come dovrebbe. Appena dopo la nascita le sinapsi sono tantissime: pensa che il cervello del neonato ha più sinapsi di quello di un adulto! Poi però molte connessioni formate alla nascita vengono eliminate grazie alle esperienze.
Ecco come appare il cervello dopo...
3 settimane di gravidanza
11 settimane di gravidanza
7 settimane di gravidanza
la nascita
Tutta questione d’esperienza
È grazie alle esperienze che facciamo nel mondo che avvengono tutti quei processi che permettono al cervello “bambino” di imparare e diventare “adulto”. Soprattutto durante la prima parte della nostra vita il cervello attraversa una fase che chiamiamo“sensibile”, in cui il cambiamento è più facile e libero da ostacoli e in cui l’esperienza è la cosa più importante. Infatti
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DOSSIER
Alla scoperta dei cinque sensi
Parole di scienza (pagina 63) ORMONE
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CACCIA ALLA FACCIA! di Agnese Sonato (redazione)
Osserva le foto che vedi qui sotto e per ognuna completa la scheda in fianco ad ogni immagine.
1) Cosa mi sembra di vedere? Quali elementi mi indicano la forma che mi sembra di vedere? 2) Che cos’è in realtà?
1) Cosa mi sembra di vedere? Quali elementi mi indicano la forma che mi sembra di vedere? 2) Che cos’è in realtà?
1) Cosa mi sembra di vedere? Quali elementi mi indicano la forma che mi sembra di vedere? 2) Che cos’è in realtà? 34 ita.indd 34
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La revisione in classe! Prima di ogni uscita la redazione di PLaNCK! coinvolge due classi della scuola primaria che vedono in anteprima come sono espressi i contenuti della rivista. I ragazzi si mettono alla prova come in una vera redazione e possono dare il loro parere, fare domande, inventare titoli e illustrazioni. Se i contenuti scientifici vanno controllati attentamente perché tutto sia corretto, anche il metodo con cui si comunica la scienza è fondamentale! Raccogliere osservazioni dai nostri lettori è quindi molto importante.
Alla revisione di questo numero hanno partecipato le classi...
Classe V A Scuola primaria ‘Petrarca’ di Mirano (VE)
Classe V B ri di Sardegna’ Scuola primaria ‘Granatiengio (VI) di Cogollo del Ce
Sei un insegnante o un genitore che vuole partecipare con la classe alla revisione di PLaNCK! ? Sei un piccolo curioso che ha tante domande sulla scienza? Scrivi a redazione@planck-magazine.it 43 ita.indd 43
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CHE CERVELL ONE L’HOMO SAPIENS! di Marta Carli (redazione) Se c’è una cosa che, nell’evoluzione dell’uomo, ha continuato a crescere, è sicuramente il cervello. Dagli australopitechi (i nostri più antichi antenati) a Homo sapiens (la nostra specie), le dimensioni del cervello sono triplicate e oggi sono sei volte maggiori di quelle previste per un mammifero di dimensioni simili alle nostre. Una volta si pensava che le dimensioni del cervello fossero cresciute un po’ alla volta, man mano che l’uomo imparava cose nuove. In realtà, in molti casi gli uomini preistorici hanno inventato strumenti nuovi senza che aumentassero le dimensioni del loro cervello. E non sempre, quando è comparsa una specie di esseri umani con il cervello più grande, ha inventato subito qualcosa di nuovo. Ma allora, come mai il cervello umano è cresciuto così tanto? Gli scienziati hanno fatto varie ipotesi. Secondo alcuni, il cervello si è evoluto per superare delle sfide ecologiche, cioè per sopravvivere meglio ai cambiamenti nell’ambiente e nel clima.
Secondo altri, la causa principale dello sviluppo del cervello è stata invece la necessità di collaborare e di imparare gli uni dagli altri. Altri studiosi, infine, pensano che il cervello si sia evoluto soprattutto per vincere nella competizione. Uno studio pubblicato di recente sull’importante rivista scientifica Nature sembra suggerire che le sfide più importanti siano state quelle ecologiche. La collaborazione viene al secondo posto, mentre la competizione non sembra avere influito molto sulla crescita del cervello. Resta ancora da capire, però, come questi elementi sono collegati tra loro. Insomma, la scienza ci mostra una storia degli esseri umani sempre più interessante e inaspettata. E, come sempre accade, piena di nuove domande!
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a? nz ge lli tene InNon esiste solo una! Sicuramente avrete sentito più volte dire: “quella persona è proprio intelligente”. Infatti la parola “intelligenza” viene usata spesso nella vita di tutti i giorni. Ma cosa vuol dire, esattamente, essere intelligenti?
di Giorgia Cona, (ricercatrice in Psicobiologia e Neuroscienze cognitive, Dipartimento di Psicologia generale, Università di Padova)
Sebbene possa sembrare banale, è tutt’ora difficile rispondere a questa domanda. Sembra infatti che l’intelligenza non sia un’abilità specifica ma sia un aspetto generale di come funziona la nostra mente, secondo una teoria che la considera il “fattore g” (o fattore generale) che influenza il nostro modo di comprendere quello che ci sta intorno e interagire con il mondo in molti aspetti diversi.
L’intelligenza si ered ita da
i genitori? Un po’ sì, ma anche l’ambiente ha un ruolo importante: un ambient e vivace, ricco di stimoli e informazioni, è linfa vitale per la nostra intelligenz a! E possiamo anche crearc i un ambiente che ci aiu ti in questo, stando con gli am ici, leggendo…
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Il Comportamento Quando senti la musica cosa fai? A quasi tutti, fin da bambini, viene spontaneo ballare e questo succede senza che nessuno ce l’abbia insegnato prima. Ecco, proprio per questo, la danza è un comportamento innato, cioè qualcosa che facciamo spontaneamente, d’istinto. Anche i primi suoni che emettono i bambini appena nati sono comportamenti innati: sono il modo istintivo di noi esseri umani per richiamare l’attenzione quando abbiamo bisogno di qualcosa. Il comportamento può essere anche appreso e cioè frutto di qualcosa che ci viene insegnato. Tornando al ballo, ad esempio, se danzare con la musica è un comportamento
innato, danzare con precisi passi come fa un ballerino è un comportamento appreso perché c’è qualcuno che ci insegna i passi. Anche mettere la mano davanti alla bocca quando si sbadiglia, oppure mettersi in fila se si aspetta di entrare al cinema, sono comportamenti che ci vengono insegnanti. Il comportamento è qualcosa di molto importante che ci accompagna tutta la vita e si sviluppa man mano che cresciamo anche grazie alle nostre interazioni con l’ambiente.
La linguaccia è qualcosa che ci viene spontaneo fare, anche se non è un bel gesto, a meno che non lo si faccia per scherzare. 58 ita.indd 58
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BUONANOT TE Nel mondo del sonno e dei sogni Il sonno è un mistero per la scienza: non si riesce a capire a cosa serva! Certo, abbiamo bisogno di riposare per riprendere le forze, e si potrebbe credere che durante il sonno il cervello vada in modalità risparmio energetico. In realtà, la situazione è molto più complicata.
di Fabrizio Serrao (neuroscienziato)
Quando dormiamo il cervello non rimane spento. Anche se all’inizio, mentre ci addormentiamo, l’attività cerebrale rallenta, a un certo punto ritorna a essere elevata come durante la veglia. In quest’ultima fase il cervello è attraversato da onde elettriche (dette onde “PGO”) a causa delle quali gli occhi, pur restando chiusi, si agitano di qua e di là. Proprio da ciò deriva il nome dato a questa fase del sonno: fase REM, che viene dall’inglese “rapid eye movements”, che significa “movimenti rapidi degli occhi”. Nel corso della notte le fasi REM si alternano più volte a fasi ad attività cerebrale lenta che vengono chiamate “non-REM”. Tuttavia, le prime diventano via va più lunghe, mentre le fasi nonREM si accorciano più il sonno va avanti.
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Nel prossimo numero...
IL FUTURO Settembre 2019 n. 18
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In the next issue...
THE FUTURE September 2019 n. 18