VENINI
LUCA BOSSAGLIA
I vetri di Bossaglia, un gioco sapiente di luci e di linee Nato nel 1951, Luca Bossaglia fotografa dal 1978. Vive e lavora a Pavia. Negli ultimi anni ha tenuto diverse mostre personali, tra cui ricordiamo: “Cancelli a Pavia” (1983), “La via del pane” (1984), “Linee, forme e figure” (1985). La più recente è “Vetri”, esposta alla galleria milanese Kriterion, della quale presentiamo una sintetica selezione. In essa Bossaglia conferma il suo gusto eleborato, nitido e squillante del colore, la sua ricerca del contrasto cromatico. Egli svolge un lavoro sui vetri di Venini, alla cui realizzazione hanno contribuito designer come Gio Ponti e Scarpa, e procede in divere direzioni: con la tecnica della macrofotografia, con sovrapposizioni e con l’aggiunta di vari elementi di vetro o di gelatine colorate. Insomma, si pone davanti a un prodotto artistico già di per se compiuto, aggiungendo valori formali che conconcorronoa evidenziare ulteriormente la suggestione di quelle strutture cromatiche e a creare nello spazio altre sagomature, altre linee, altre tensioni visive, altre vibrazioni tonali e coloristiche. L’effetto è di sorprendente purezza, perchè Bossaglia sa mettere nei suoi lavori una cultura pittorica (ha cominciato la sua attività dipingendo), pur rispettando le leggi dello specifico linguaggio fotografico. Anche lui appartiene a quella schiera di giovani fotografi che non si affidano allo scatto casuale e improvvisato, ma cercano, attraverso temi precisi e concreti, di esprimere le loro qualità stilistiche. La figura del fotografo come ladro di immagini appartiene ormai a un mito tipico degli anni Trenta e Quaranta. Oggi, nei nuovi autori il discorso sa essere più analitico, più serrato, più narrato, nell’ambito di una ricerca non puramente impressionistica. Certamente, ogni fotografo ha il diritto di esprimersi come meglio crede, e c’è infatti chi, ancora sulla vecchia linea, sa dare opere di prestigio e di non trascurabile suggestione. Ma Bossaglia ha scelto la via più mediata e, in un certo senso, più attuale, percorsa con ritmi pacati e studiati. Occorre aggiungere che la fotografia è un’arte antica, con il suo secolo e mezzo di vita. Essa ha dato parecchio, ha affrontato tutti gli argomenti, dall’arte alla scienza, dal documento all più spericolata interpretazione soggettiva. Quindi, a un fotografo, si presentano problemi, ma anche possibilità non comuni, proprio nella scelta dei soggetti e nell’individuazione di temi precedentemente trattati in modi diverso. Ed ecco che Bossaglia ci documenta e si documenta su certe forme di cancelli nella sua città, ripercorre le strade dei tradizionali sistemi di pianificazione, cerca di dareforme inedite allo studio del nudo, e si sofferma, adottando tecniche raffinate, sulla bellezza dei vetri di Venini. Un discorso piano, non esteriore, svolto soprattutto con impegno sobrio e mentalmente partecipe alla resa espressiva dell’insieme. Giuseppe Turroni - ATLANTE (1988)
La fotografia di Bossaglia Luca compie in questa serie di recenti immagini un’operazione interpretativa che è tra le più congeniali al suo modo di intendere la fotografia. Egli, cioè, utilizza oggetti, o parvenze dei medesimi, per costruire delle situazioni fantastiche o metafisiche che puntano sia sulla sublimazione del reale, sia sullo spiazzamento delle situazioni. Padrone di una tecnica estremamente calibrata, che nulla affida al caso, egli, per lo più, sviluppa due tipi di artifici: o compone serie di oggetti come in una ideale scenografia tanto che, l’elemento minimo e consueto si trasfigura in raffinate rievocazioni ambientali; o indaga a distanza ravvicinata gli oggetti che si propone di rappresentare, al punto che essi acquistano una valenza simbolica quale di perlustrazione nel remoto o nell’infinito. In altre parole, egli dimostra che il mezzo fotografico, capace, quando del caso di trasmettere il momento della realtà, è anche specifico interprete di valori oltre la materia: mezzo immateriale per esprimere immagini ideali, senza che questi risultati giochino su effetti di vaporosità, dissolvenze, indeterminatezze. Una fantasia portata ai limiti dei visionario. Rossana Bossaglia
Luca Bossaglia Luca Bossaglia è nato a Milano il 28 maggio 1951, ma da sempre abita a Pavia. Il suo debutto artistico è con la musica: ha suonato la chitarra, la chitarra basso, il flauto traverso e le tastiere con importanti cantanti, musicisti e jazzisti italiani, ha composto musiche da scena, e colonne sonore per documentari della Rai. La seconda tappa è la fotografia, e in particolare la fotografia creativa, mezzo attraverso il quale egli affina lo spirito d’osservazione e la sensibilità nel cogliere particolari e momenti magici delle cose. Professionalmente si specializza nella riproduzione dell’oggetto d’arte (pittura, scultura, architettura) collaborando con importanti case editrici alla realizzazione di quaranta pubblicazioni. Ha partecipato a numerose mostre fotografiche personali in Italia e all’estero. Fra le pubblicazioni relative alla sua attività di fotografo vanno ricordate La via del pane (Pavia, 1984), Notturni a Pavia e Immagini di Pavia (Pavia, 1985). Le fotografie pubblicitarie commissionate da Venini, dal 1984 al 1987, sono l’avvio del suo profondo amore per il vetro di Murano, che lo porta ad approfondirne caratteristiche e tecniche artistiche. Ha illustrato numerosi libri sui vetri, tra i quali Murano ’900 (Bocca, Milano, 1996). Il 1990 è l’anno di nascita della sua prima opera in rame. Da allora ha tenuto una trentina di mostre tra personali e collettive, in Italia e all’estero. Come musicista, fotografo e scultore è stato pubblicato da: Arte (Giorgio Mondadori), AD (Giorgio Mondadori), Casa Vogue, Atlante (DeAgostini), Gulliver (RCS), Rock Around Pavia (Emi Editrice), Artigianato (Amilcare Pizzi Editore), Archeo (DeAgostini), Progresso Fotografico, Corriere della Sera, la Repubblica, la Provincia Pavese, e altre testate. Recensioni delle mostre e articoli scritti da: Licia Spagnesi, Paola Casati, Rossana Bossaglia, Jaqueline Ceresoli, Flaminio Gualdoni, Paola Casati Migliorini, Roberto Sanesi, Michela Delfino, Giuseppe Turroni, Furio Sollazzi, e altri.
Editoria per l’arte
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