Gianluca Rona UPSIDEDOWNtOWN

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UPSIDEDOWNtOWN GIANLUCA RONA

Spazio per le Arti contemporanee del Broletto di Pavia


A norma della legge sul diritto d’autore e del codice civile, è vietata la rproduzione totale o parziale, di questo volume in qualsiasi forma, originale o derivata, e con qualsiasi mezzo a stampa, elettronico, digitale, meccanico per mezzo di fotocopie microfilm, film o altro, senza il permesso scritto dell’editore.


UPSIDEDOWNtOWN Gianluca Rona

18.03.2017 - 02.04.2017 Spazio per le Arti contemporanee del Broletto di Pavia

testo critico Pio Tarantini progetto allestimento planoÂŽ design con sistema photoSHOWall progetto grafico Paolo Alberico


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L’allestimento della mostra “UPSIDEDOWNtOWN” di Gianluca Rona, è stato realizzato con il sistema photoSHOWall di plano® design

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photoSHOWall®

sistemi parete plano design per Gianluca Rona ®

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Crediamo che questa esposizione contribuirà in modo significativo a valorizzare un percorso che abbiamo voluto istituzionalmente dedicare alla valorizzazione della fotografia nel cuore della città. Giacomo Galazzo Assessore alla Cultura del Comune di Pavia.

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È con immenso piacere che ospitiamo la mostra di questo bravo fotografo pavese, artefice di scatti avveniristici e vibranti, che restituiscono allo spettatore visioni alternative delle città di New York e Hong Kong.

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Dall’America all’Asia, vedute metropolitane, panoramiche e dettagli di due grandi centri e icone del mondo occidentale e orientale: New York e Hong Kong rivivono negli scatti del fotografo Gianluca Rona, virtuoso sperimentatore di tecniche e poetiche. UPSIDEDOWNtOWN è il risultato di un progetto cominciato nel 2015, quando Rona si trasferisce per un lungo periodo a New York, come corrispondente di stampa estera. Il giovane fotografo si lascia catturare dalla grande mela e sceglie di darne una visione alternativa, trasfigurata attraverso elaborazioni dal sapore fortemente grafico. Nasce così la serie UPSIDEDOWNtOWN – di cui verrà anche pubblicato un libro – che si arricchisce nel 2016 con le immagini scattate a Hong Kong.

Sono vere e proprie composizioni grafico-pittoriche in cui i colori sono spesso monocromi, e alternano le luminose luci del giorno a quelle più crepuscolari o notturne. Il modulo stilistico che attraversa gran parte delle immagini è quello del rispecchiamento: la fotografia iniziale viene replicata su uno dei lati, orizzontale o verticale, ma non secondo le regole ottiche che duplicano l’immagine nello stesso senso, ma in modo arbitrario, invertendo i lati delle stesse. Si tratta dunque di un finto rispecchiamento che, alterando l’“effetto specchio”, destabilizza la visione dello spettatore. Le vedute metropolitane sono inoltre il risultato di esposizioni multiple che trasformano il realismo della ripresa fotografica in visioni grafico-geometriche, dove forme e colori sono trasformati in campi tonali senza sfumature. Chiara Argenteri

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Si tratta di fotografie che creano un forte spiazzamento visivo nello spettatore, sospendono, neutralizzano e invertono i rapporti, destabilizzandone la visione.

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UNA METROPOLI E IL SUO DOPPIO

New York, come è ovvio che sia, è una delle metropoli più fotografate al mondo: città più importante degli USA, ovvero della Federazione di Stati più potente del mondo, nonché avamposto di un certo tipo di sviluppo urbanistico verticale, estremamente rappresentativo del capitalismo avanzato, ha costituito sempre un terreno fertilissimo per la fotografia, dalla foto-ricordo a quella amatoriale di ricerca, alle indagini più complesse dei fotografi professionisti e dei maestri della fotografia. Questo dato, di essere appunto paesaggio ambìto dagli obiettivi dei fotografi, comporta anche il rischio di una assuefazione alle vedute fotografiche di questa città che ormai, per utilizzare un’espressione consumata ma efficace, fanno parte dell’immaginario collettivo mondiale: persino nella fotografia di certe scene cinematografiche indimenticabili ‒ basti pensare, per restare ai decenni più recenti, ai film di Woody Allen o a quelli di Martin Scorsese, di Francis F. Coppola e tanti altri ‒ lo skyline di Manhattan e certi suoi luoghi d’elezione, risultano familiari. Così, per chi specificamente si occupa di


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senza sfumature. Una fotografia dunque che trasforma molti noti paesaggi ed elementi architettonici della metropoli americana in una nuova lettura segnata soprattutto dalla composizione grafico-pittorica in cui i colori sono spesso quasi monocromi, alternando le luminose luci del giorno a quelle più crepuscolari o notturne. Questo per quanto riguarda l’aspetto compositivo di base, cui c’è da aggiungere, come scrivevo prima, l’altro aspetto fondamentale: il rispecchiamento come forma di perturbanza. A questo proposito la domanda, osservando con più attenzione le fotografie di Rona, sorge spontanea: perché l’autore si è servito di questo “rispecchiamento invertito”? Non credo soltanto per una necessità compositiva, pure importante, ma forse perché la doppia inversione dell’immagine duplicata allontana l’impressione che il rispecchiamento sia una mera duplicazione e voglia essere invece una reinvenzione della panoramica sovrastante, con un effetto appunto di spiazzamento visivo dello spettatore che ambisce anche ad essere spiazzamento concettuale. E dunque questo aspetto, oltre a essere un aspetto di fruizione visiva, diventa un aspetto rivelatore della personalità dell’autore che si pone dialetticamente, come dovrebbe essere per le ricerche artistiche, nei confronti della lettura fotografica del mondo visibile. Pio Tarantini GIANLUCA RONA

fotografia, è noto che già dagli anni venti tanti maestri dell’obiettivo, come Walker Evans, Margaret Bourke-White e i fotografi di quell’eccezionale periodo storico per la fotografia, hanno documentato le repentine trasformazioni architettonico-urbanistiche che hanno da sempre caratterizzato la metropoli americana. Ma, accanto a queste letture più legate a una pura fotografia di documentazione, molto asciutta e reportagistica, New York è stata protagonista anche di interpretazioni fotografiche meno realistiche, dove la ricerca della forma, della composizione, di un certo senso estetico, si dovevano applicare a paesaggi così decisamente caratterizzati. In questo secondo filone si inscrive il lavoro del giovane fotografo Gianluca Rona (Pavia, 1983) che si è servito di paesaggi e dettagli di New York per trasfigurarli attraverso elaborazioni dal sapore fortemente grafico. Il modulo stilistico che attraversa gran parte delle immagini è quello del rispecchiamento: la fotografia iniziale viene replicata su uno dei lati, orizzontale o verticale, ma non secondo le regole ottiche che duplicano l’immagine nello stesso senso, ma in modo arbitrario, invertendo i lati delle stesse. Si tratta dunque di un finto rispecchiamento che, alterando l’“effetto specchio”, destabilizza la visione dello spettatore. Le vedute metropolitane, siano esse panoramiche o dettagli di paesaggio o di manufatti architettonicamente importanti, sono inoltre il risultato di esposizioni multiple che trasformano il realismo della ripresa fotografica ‒ almeno nel senso di lettura fotografica più aderente alla realtà visibile ‒ in visioni graficogeometriche o surreali o vicine quasi a una rappresentazione astratta, dove forme e colori sono trasformati in campi tonali

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Gianluca Rona, è nato a Pavia nel settembre del 1983, il suo interesse per la fotografia si manifesta fin da bambino quando riceve in regalo la sua prima macchina fotografica all’etá di 8 anni. All’inizio, come è normale che sia, il mezzo fotografico è un gioco, anche se pian piano si fa strada l’aspetto che più lo lega alla fotografia, ovvero quella strana sensazione che gli fa credere di riuscire a fermare il tempo, quel tempo che gli sembra scorrere in maniera forsennata. Arrivato all’adolescenza nel tentativo costante di esplorare il mondo attraverso un proprio percorso artistico lascia da parte, momentaneamente, la fotografia per avvicinarsi alla musica attraverso il suono di un clarinetto. La passione per la fotografia riesplode dentro di lui all’inizio della carriera universitaria presso la facoltá di ingegneria elettronica dell’Università di Pavia, sta per cominciare la grande rivoluzione del digitale e da quel momento la fotografia forma parte integrante della sua vita. Dopo una piccola personale dal titolo “The Butterfly Effect”, panoramica della vita di una farfalla, nel 2008 si trasferisce a Madrid dove rimane per un paio di anni ed insieme ad altri giovani amanti dell’arte

fotografica dà vita ad un laboratorio analogico/ digitale chiamato “Ojos de Pez” all’interno del più importante centro sociale della capitale spagnola, che oltre alle uscite sul “campo”, ha come obiettivo un dialogo costante tra i vari membri del collettivo riguardo il mondo che ci circonda e il modo più efficace di raccontarlo attraverso delle immagini. Ritornato in Italia nel 2010 inizia a collaborare con l’agenzia “Italy Photo Press” con sede a Milano, occupandosi prevalentemente di fotografia sportiva e di spettacolo ricoprendo eventi di grande importanza. Pubblica le sue immagini su quotidiani e riviste di tutto il mondo. Nell’ottobre del 2015 si trasferisce per alcuni mesi a New York City come corrispondente di stampa estera. Influenzato dall’atmosfera della cittá si riavvicina al mondo della fotografia artistica, la serie fotografica “UpsidedownTown” realizzata nella grande mela, sfocerà nella pubblicazione del suo primo libro dall’omonimo titolo. Negli ultimi 2 anni alterna il suo lavoro tra l’Italia e NYC. A fine 2016 soggiorna per un breve periodo ad Hong Kong dove continua con il suo progetto fotografico adattandolo al contesto della capitale asiatica.

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photoSHOWall® per Gianluca Rona

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www.plano-design.com www.photoshowall.com

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photoSHOWall di plano® design

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photoSHOWall plano® design è stato sviluppato nell’ambito del progetto SHOWall

SHOWall Smart Hitech OpenWall è un progetto di pareti, soluzioni di arredo e di illuminazione innovative. L'elemento costruttivo alla base del sistema è OpenWall di plano® design: strutture metalliche ed oggetti-scatola in legno pensati per essere arricchiti con tecnologie avanzate, contenuti creativi, culturali e dei media. Gli elementi tecnologici integrati al sistema sono gli SmartBrick hardware (luci led interattive, proiezioni, effetti ambientali con sorgenti laser, sensori, pannelli multimediali per accesso a contenuti esclusivi online) e gli SmartBrick software (gestione tramite dispositivi mobile, generazione e gestione di scenari, raccolta dei dati a fini statistici e di business analytics): permettono soluzioni interattive per l'architettura d'interni utilizzabili sia in

ambiente domestico sia in negozi, mostre e stand Il progetto SHOWall è stato finanziato a valere sul Bando "Smart Fashion and Design" promosso da Unione Europea e Regione Lombardia e cofinanziato dal POR FESR 2014-2020, nell'ambito della presentazione di progetti di sviluppo sperimentale, innovazione e disseminazione dei risultati nella filiera della moda e del design afferenti alla macroarea "industrie creative e culturali". Il bando rientra nelle aree individuate dalla “Strategia regionale di specializzazione intelligente per la ricerca e l’innovazione" per lo sviluppo di tecnologie e applicazioni innovative a supporto della fruizione immersiva, interattiva e partecipativa a contenuti creativi, culturali e dei media.

SHOWall è un progetto Made in Pavia sviluppato da:

Julight

when light takes the measure


by mtp

design mtp-arredamenti.it | plano-design.com | photoshowall.com | showall.it info@mtp-arredamenti.it | viale Brambilla 40 | 27100 Pavia | 0382 527969



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